8.
Erano tre giorni che non mangiavo, non avevo fame. Avevo perso l’appetito tutt’ad un tratto. Come se qualcuno mi avesse dato la notizia più brutta che potesse darmi, come se mi avessero strappato la cosa più importante che io avessi. Eppure ero ignara del fatto che ormai in me, batteva solo il mio cuore.
Bryan doveva partire per una importante conferenza, in qualità di capo dell’azienda, e perciò doveva restare ben due settimane in Cina, a Singapore.
- amore! Perché non vieni con me? - mi aveva chiesto, come se io potessi mollare gli studi che già stavo trascurando abbastanza. E il bambino, e tutto il resto?
A volte mi chiedevo se ci pensasse a me, alla mia vita in quanto Angie e non in quanto moglie.
Avevo vent’anni cavolo!
- forse è meglio di no…mi piacerebbe molto, la Cina…. Ma ho il bambino, non posso affaticarmi, poi la cucina è molto diversa dalla nostra… -
Aveva annuito, baciandomi. Quasi come a farmi smettere di parlare, a dirmi che andava tutto bene. Era un periodo, da quando ero tornata da Edimburgo, che vedevo solo cose negative in Bryan. I suoi gesti non mi parevano così genuini come una volta. I suoi sorrisi a volte di plastica. Ed i suoi baci sapevano troppo di zucchero e poco di peperoncino. Facevamo l’amore sempre alla stessa ora e sempre nello stesso posto. O meglio, ero io che non avevo idee erotiche in testa, ero io che non volevo cambiare posizione, ero io che quando veniva, gli accarezzavo i capelli come un bambino e mentivo su un orgasmo mai arrivato.
Ero patetica, ero io anche il problema.
Problema che non avevo mai discusso con Bryan, che non avevo discusso con nessuno.
Mi toccai la pancia e la accarezzai. Avevo voglia di andare dalla ginecologa, di vedere il mio bambino. In che casini mi ero cacciata, ero già stufa di mio marito? Sono sette anni che stiamo assieme, che cosa è cambiato? Perché sono così?
Solo uno poteva aiutarmi a trovare le risposte, solo una persona poteva farmi sconvolgere tutti i miei piani. Quella persona stava ad Edimburgo, e non tardai ad apprestarmi al cellulare e digitare il suo nome.
- pronto? –
- Harry – tirai un sospiro di sollievo, sorridendo –finalmente. Avevo voglia di sentirti – dichiarai a cuore aperto.
- hey! Come stai Angie? –
- insomma….tu? –
- io sto bene – rise per una causa esterna a me ignara – perché tu “insomma”? –
- non mangio da qualche giorno…ho perso appetito..- ammisi.
Lo sentì ridere ancora dall’altra parte del telefono e capì che era in compagnia.
- scusa! – continuò – ma c’è Blair che continua a rompere le palle… -
- Blair? – domandai, pizzicandomi la lingua con i denti.
- si, una mia collega di corso…..comunque –
Mi morsi il labbro. Cosa facevo, la gelosa? E poi Harry poteva stare con chiunque, magari aveva anche un’altra fidanzata dopo Emma!
- scusa il disturbo allora – affermai per chiudere qui questa conversazione.
- no no! Non disturbi mai lo sai… - si spostò in un posto meno rumoroso, lo sentì dal sottofondo – aspetta…sto entrando nella facoltà…come mai non mangi? Lo sai che devi mangiare… - rimproverò da padre.
- scusa Harry non dovevo chiamarti. Ci sentiamo quando hai più tempo – e riattaccai.
Perché lo feci? Non riuscì a capirlo.
Dopo neanche cinque secondi il mio cellulare vibrò e sulla mia bocca si dipinse un sorriso da ebete.
- hey…- aprì la conversazione.
- non mollarmi più il telefono in questo modo! - mi rimproverò ironico.
Risi. Finalmente qualcuno che mi faceva ridere!
- scusa…. –
Lo sentì ridere, la sua risata cristallina ancora da bambino.
- comunque…come mai non hai fame? Calo di pressione? Sei andata dalla ginecologa? Tutto apposto? –
- quante domande Harry! Mi sento debole…e non ho appetito… no, non sono andata dalla ginecologa..ho la visita domani però –
- bene, allora fatti visitare per bene, magari devi solo rinforzarti con vitamine –
- va bene dottore – sorrisi pensando a quanto potesse essere bello Harry con il camice. Gli si addiceva proprio quel lavoro, lui amava curare le persone, specialmente i bambini. Era tenerissimo, ma uomo forte allo stesso tempo.
Mi chiesi mentalmente il perché stessi facendo questi ragionamenti.
- stai al caldo, fatti coccolare e domani vai a risolvere questo problema. E adesso vai dritta in cucina a farti una pasta! –
- si, da chi mi faccio coccolare?! Domani Bryan parte… -
- come parte?? –
- va via due settimane…per lavoro… -
- e ti lascia sola? Non vai magari da tua madre? –
- non ha senso…. Preferisco star qui.. –
- non stare da sola! Non fa bene! –
- invece tu stai troppo poco solo vedo!- lo stuzzicai.
- cosa vuoi dire?? – rise.
- chi è questa Blair? Amica?? –
- solo amici! –
- dicono tutti così… - cantilenai, in verità seria.
- solo amici! Forse lei ci provacchia un po’…. Ma dopotutto con uno come me, chi è che non lo farebbe! – ironizzò.
- sei sempre il solito! –
- dai, seriamente, chiedi a Zayn se può star lì qualche giorno da te… -
- tu non puoi venire? – domandai di getto, sui due piedi.
Sgranai gli occhi per la velocità in cui dissi la frase, ma soprattutto per la scioltezza con cui formulai la domanda.
- vuoi che venga lì io?? – chiese un attimo sorpreso, ma tranquillo.
- no…boh…se vuoi….hai lezioni? –
- no, ho solo esercitazioni per gli esami..e poi essendo sotto natale non facciamo molto… se vuoi porto i libri e studio da te… -
- lo faresti davvero?? – domandai estasiata.
- solo se mi prometti che mangi e che fai alla ginecologa tutte le domande necessarie –
- sei così dolce Harry…. – constatai ad alta voce.
- non ti ci abituare, sto lì due settimane, sei sposata –
- cosa stai insinuando?? – mi destai.
- niente, tranquilla! –
- no, stavi insinuando qualcosa! Sappi che ho fatto una scelta, e la porto fino in fondo. Non insinuare cose che non esistono – rimproverai.
- stai tranquilla! Non ho insinuato niente, ma dato i nostri passati ho voluto farci una battuta…. –
- beh, non farla. Non fa ridere –
- oddio sei già nella fase “cambio umore ogni secondo”?? – arrise.
- perché, quando si ha questa fase? – domandai sarcastica.
- tra il quarto ed il quinto mese –
- credo sia solo cinismo e stanchezza –
- allora mettilo da parte per quando arrivo io –
- lo farò –
- mangia. Io vado a lezione –
- buona lezione –
- buona giornata –
- Harry? –
- si? –
- quando prenoti l’aereo? –
Mi sentivo come una bambina che chiede ai suoi genitori quando arriva Babbo Natale.
- stasera torno a casa e prenoto, ok? domani sera mi hai già fra i piedi! –
- ti voglio bene Harry –
- anche io piccolina, ci sentiamo domani! –
A domani.
L’idea di avere il suo profumo in casa mi spaventava.
L’idea di avere lui in casa, mi faceva stringere lo stomaco.
Bryan doveva partire per una importante conferenza, in qualità di capo dell’azienda, e perciò doveva restare ben due settimane in Cina, a Singapore.
- amore! Perché non vieni con me? - mi aveva chiesto, come se io potessi mollare gli studi che già stavo trascurando abbastanza. E il bambino, e tutto il resto?
A volte mi chiedevo se ci pensasse a me, alla mia vita in quanto Angie e non in quanto moglie.
Avevo vent’anni cavolo!
- forse è meglio di no…mi piacerebbe molto, la Cina…. Ma ho il bambino, non posso affaticarmi, poi la cucina è molto diversa dalla nostra… -
Aveva annuito, baciandomi. Quasi come a farmi smettere di parlare, a dirmi che andava tutto bene. Era un periodo, da quando ero tornata da Edimburgo, che vedevo solo cose negative in Bryan. I suoi gesti non mi parevano così genuini come una volta. I suoi sorrisi a volte di plastica. Ed i suoi baci sapevano troppo di zucchero e poco di peperoncino. Facevamo l’amore sempre alla stessa ora e sempre nello stesso posto. O meglio, ero io che non avevo idee erotiche in testa, ero io che non volevo cambiare posizione, ero io che quando veniva, gli accarezzavo i capelli come un bambino e mentivo su un orgasmo mai arrivato.
Ero patetica, ero io anche il problema.
Problema che non avevo mai discusso con Bryan, che non avevo discusso con nessuno.
Mi toccai la pancia e la accarezzai. Avevo voglia di andare dalla ginecologa, di vedere il mio bambino. In che casini mi ero cacciata, ero già stufa di mio marito? Sono sette anni che stiamo assieme, che cosa è cambiato? Perché sono così?
Solo uno poteva aiutarmi a trovare le risposte, solo una persona poteva farmi sconvolgere tutti i miei piani. Quella persona stava ad Edimburgo, e non tardai ad apprestarmi al cellulare e digitare il suo nome.
- pronto? –
- Harry – tirai un sospiro di sollievo, sorridendo –finalmente. Avevo voglia di sentirti – dichiarai a cuore aperto.
- hey! Come stai Angie? –
- insomma….tu? –
- io sto bene – rise per una causa esterna a me ignara – perché tu “insomma”? –
- non mangio da qualche giorno…ho perso appetito..- ammisi.
Lo sentì ridere ancora dall’altra parte del telefono e capì che era in compagnia.
- scusa! – continuò – ma c’è Blair che continua a rompere le palle… -
- Blair? – domandai, pizzicandomi la lingua con i denti.
- si, una mia collega di corso…..comunque –
Mi morsi il labbro. Cosa facevo, la gelosa? E poi Harry poteva stare con chiunque, magari aveva anche un’altra fidanzata dopo Emma!
- scusa il disturbo allora – affermai per chiudere qui questa conversazione.
- no no! Non disturbi mai lo sai… - si spostò in un posto meno rumoroso, lo sentì dal sottofondo – aspetta…sto entrando nella facoltà…come mai non mangi? Lo sai che devi mangiare… - rimproverò da padre.
- scusa Harry non dovevo chiamarti. Ci sentiamo quando hai più tempo – e riattaccai.
Perché lo feci? Non riuscì a capirlo.
Dopo neanche cinque secondi il mio cellulare vibrò e sulla mia bocca si dipinse un sorriso da ebete.
- hey…- aprì la conversazione.
- non mollarmi più il telefono in questo modo! - mi rimproverò ironico.
Risi. Finalmente qualcuno che mi faceva ridere!
- scusa…. –
Lo sentì ridere, la sua risata cristallina ancora da bambino.
- comunque…come mai non hai fame? Calo di pressione? Sei andata dalla ginecologa? Tutto apposto? –
- quante domande Harry! Mi sento debole…e non ho appetito… no, non sono andata dalla ginecologa..ho la visita domani però –
- bene, allora fatti visitare per bene, magari devi solo rinforzarti con vitamine –
- va bene dottore – sorrisi pensando a quanto potesse essere bello Harry con il camice. Gli si addiceva proprio quel lavoro, lui amava curare le persone, specialmente i bambini. Era tenerissimo, ma uomo forte allo stesso tempo.
Mi chiesi mentalmente il perché stessi facendo questi ragionamenti.
- stai al caldo, fatti coccolare e domani vai a risolvere questo problema. E adesso vai dritta in cucina a farti una pasta! –
- si, da chi mi faccio coccolare?! Domani Bryan parte… -
- come parte?? –
- va via due settimane…per lavoro… -
- e ti lascia sola? Non vai magari da tua madre? –
- non ha senso…. Preferisco star qui.. –
- non stare da sola! Non fa bene! –
- invece tu stai troppo poco solo vedo!- lo stuzzicai.
- cosa vuoi dire?? – rise.
- chi è questa Blair? Amica?? –
- solo amici! –
- dicono tutti così… - cantilenai, in verità seria.
- solo amici! Forse lei ci provacchia un po’…. Ma dopotutto con uno come me, chi è che non lo farebbe! – ironizzò.
- sei sempre il solito! –
- dai, seriamente, chiedi a Zayn se può star lì qualche giorno da te… -
- tu non puoi venire? – domandai di getto, sui due piedi.
Sgranai gli occhi per la velocità in cui dissi la frase, ma soprattutto per la scioltezza con cui formulai la domanda.
- vuoi che venga lì io?? – chiese un attimo sorpreso, ma tranquillo.
- no…boh…se vuoi….hai lezioni? –
- no, ho solo esercitazioni per gli esami..e poi essendo sotto natale non facciamo molto… se vuoi porto i libri e studio da te… -
- lo faresti davvero?? – domandai estasiata.
- solo se mi prometti che mangi e che fai alla ginecologa tutte le domande necessarie –
- sei così dolce Harry…. – constatai ad alta voce.
- non ti ci abituare, sto lì due settimane, sei sposata –
- cosa stai insinuando?? – mi destai.
- niente, tranquilla! –
- no, stavi insinuando qualcosa! Sappi che ho fatto una scelta, e la porto fino in fondo. Non insinuare cose che non esistono – rimproverai.
- stai tranquilla! Non ho insinuato niente, ma dato i nostri passati ho voluto farci una battuta…. –
- beh, non farla. Non fa ridere –
- oddio sei già nella fase “cambio umore ogni secondo”?? – arrise.
- perché, quando si ha questa fase? – domandai sarcastica.
- tra il quarto ed il quinto mese –
- credo sia solo cinismo e stanchezza –
- allora mettilo da parte per quando arrivo io –
- lo farò –
- mangia. Io vado a lezione –
- buona lezione –
- buona giornata –
- Harry? –
- si? –
- quando prenoti l’aereo? –
Mi sentivo come una bambina che chiede ai suoi genitori quando arriva Babbo Natale.
- stasera torno a casa e prenoto, ok? domani sera mi hai già fra i piedi! –
- ti voglio bene Harry –
- anche io piccolina, ci sentiamo domani! –
A domani.
L’idea di avere il suo profumo in casa mi spaventava.
L’idea di avere lui in casa, mi faceva stringere lo stomaco.