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Autore: Kiki Daikiri    17/05/2008    1 recensioni
Che buon profumo, profumo di pioggia.
Butto a terra il cappellino, lasciando che l’aria mi passi tra i capelli.
Ogni volta che me li tocco provo una strana sensazione… per quanto sia già passato un anno, ancora non mi sono abituato ai capelli corti.
I miei bei rasta appartengono al passato, quello stesso passato che mi sta spingendo a salire sul parapetto del balconcino in questa deprimente camera d’albergo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo III
In Concert
 
 
Se penso che appena due anni fa io mi trovavo esattamente in questa città, su questo palco …
Devo dire che Nizza ci ha accolti in maniera quasi spettacolare. Fuochi d’artificio accompagnano il nostro ingresso sulla scena, le nostre facce compaiono a turno sul mega schermo.
Appena Kazu poggia una mano sul microfono, al centro dello stage, una scarica di fuochi a fontana rossi esplode attorno a noi, mentre una voce roca ma magnetica annuncia: “Mystified! In concert! À Niiiiiiiiiiice!”
La folla esplode in un boato di ovazioni!
“Kazu! Kazu! Tom! Tom!”
Dejavù? Un po’… e non mi riferisco agli altri cinque concerti fatti con i Mystified.
“Juuuuus!! Je t’aiiiiimee!!”
“Mystifieeeed!! I love yoooou!!!”
Come dire? C’è stato un tempo in cui tutto ciò era semplicemente la mia dose di ossigeno quotidiana. Ma ora cos’è sta merda?
Jus comincia a picchiare sulla batteria, accompagnato subito dal basso di NiKo.
Mi riscuoto appena in tempo per il primo giro di chitarra.
La voce di Kazu irrompe nelle mie orecchie come un calcio nello stomaco.
-We’re different, just different! No way, no way! Keep my heart, please, keep my loveee!-
“Must! Must!” canto di coro io, cercando di sovrastare quella sua voce da teenager star.
Anche il pubblico canta, ma non la nostra schifosissima canzone insensata.
“Kazuuuuuuuuuuuu! Kaaaaazuuuuuuu!” è questo ciò che loro amano…
Un faretto mi viene puntato dritto negli occhi, che cominciano a lacrimare per lo sforzo di restare aperti. Quando il tecnico se ne rende conto è già troppo tardi, sto piangendo alla grande… quanti possono essere i motivi…
“Tom! Tooom! Toooooom!”
Tra una canzone e l’altra mi tocca andare nel backstage per vomitare…
La stessa isteria, la stessa ma diversa, la stessa isteria.
 
Ricordi
-Schreeeeeeeeeeeeeeeeeeeei!-
Fuochi di ogni colore.
“soooo laut duu kaaaaaannst!”
Rispose il pubblico.
E il concerto ebbe inizio.
Era Nizza, una bella serata di fine ottobre.
La, sotto il palco, Bill poteva ammirare migliaia di francesi, ma anche tedesche e italiane in gran quantità… un mare di mille colori e mille occhi, uno spettacolo mozzafiato, ma inquietante allo stesso tempo.
Iniziarono con un classico quella sera. Iniziarono con Monsoon la tappa dello Zimmer 483 tour… contraddizione? Forse.
Tom non era in formissima, probabilmente ancora sotto qualche effetto della dose quotidiana. Bill ormai aveva rinunciato ai rimproveri. Che senso aveva? Tanto il gemello non avrebbe mai smesso di fare esattamente ciò che voleva.
E dunque lasciarlo fare, era questa l’unica soluzione al problema. …Anche se non era una soluzione.
Come sempre B. Kay si mosse con maestria, sgambettando per tutta la lunghezza della scena dalla prima all’ultima canzone, ammaliando ed eccitando le giovani fans.
Aveva scelto i pantaloni a righe nere e bianche, ormai da qualche mese inutilizzati nel suo armadio.
Sapeva che quei pantaloni facevano schifo ai più, ma addosso a lui tutto diventava più bello. E poi a Tom piacevano tanto… diceva sempre che il vintage gli donava…
Una canzone dietro l’altra, intramezzate dai brevi tentativi di discorsi in francese di Bill, i Tokio Hotel giunsero alla chiusura.
Bill e Georg si stavano divertendo così tanto a far cantare il pubblico, che nessuno fece caso alle occhiaie di Tom, al suo viso pallido, alle mani che minacciavano di tradirlo a ogni nuovo accordo.
Una volta nel backstage, i TH poterono tirare un respiro, ognuno per un motivo diverso…
“cazzo, se avessi parlato  in francese ancora una volta giuro che attaccavo a ridere e non smettevo più!”
“già.. chissà perché la gente è convinta che un cantante debba saper salutare in tutte le lingue del mondo…”
Tom bisbigliò piano, volendo ma al contempo non volendo farsi notare. “credo di sentirmi male”
“insomma, la mia pronuncia in francese non può essere perfetta… non sono un cazzo di francese… e poi anche Gustav! Quando ti hanno urlato –vogliamo Gustav nudo- credevo di morire a vedere la tua faccia!”
“bhe sono rimasto un po’ shokato”
“io sarei rimasto sconvolto a vederti nudo!”
“ragazzi… davvero.. credo di stare male…” Tom vedeva la stanza muoversi, trasformarsi come fumo d’incenso che salendo, si evolve e muta forma.
Ma nessuno lo stava ascoltando. Fu forse per questo che Tom Kaulitz decise di svenire.
In un attimo tutta la troupe fu su di lui, chi in preda a crisi isteriche, chi con meticolosa metodicità. Tutti tentarono di farlo rinvenire, per poi chiamare il pronto soccorso… Bill dal canto suo restò in disparte, a trangugiare il suo fruttolo alla fragola, un sopracciglio alzato e tanti pensieri per la testa.
Quando Tom si riprese, Bill fu il primo ad abbracciarlo.
“a volte ti odio, Tom”
“mi dispiace, questa volta, questa volta non mi ero fatto.. giuro… volevo smettere… per te… ma…”
“non raccontarmi palle per favore”
“no, davvero… non mi sono fatto oggi…” ma non poté continuare a parlare, poiché un conato di vomito lo scosse.
Bill osservò il fratello, madido di sudore, un sudore diverso da quello della fatica o della febbre.
Forse per una volta Tom aveva detto la verità… l’astinenza fa male e bene in ugual misura, all’inizio.
“a volte ti odio Tom, ma altre sono maledettamente fiero di te” gli bisbigliò ad un orecchio, mentre lo portava in bagno, sorreggendolo con un braccio.
“ti voglio bene…”
“anche io te ne voglio, scemo”
E sorrisero entrambi.



Grazie per le recensioni! Spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Comunque ho già cominciato a mettere online su questo sito l'altra mia FF, "Not Real"
Un bacio, Kiki
   
 
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