Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: AleJen    22/12/2013    1 recensioni
Serafine si è appena trasferita. E' la cittadina di Lewisville, non troppo lontano da New York ma abbastanza isolata per far sì che sia un posto tranquillo. La sua famiglia è scomparsa all'improvviso e lei è rimasta sola, ma non riesce a spiegarsi una serie di fatti che accadono proprio a lei. L'unica persona cosciente di tutto ciò sembra un ragazzo a lei sconosciuto, dall'aria ribelle e una bellezza particolare...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Plic… plic… plic…
[…] era anzi così poco socievole come non avevo mai visto altre persone; era realmente, come diceva talvolta, un lupo della steppa, un essere estraneo, selvatico e anche ombroso, anzi molto ombroso, quasi fosse di mondo diverso dal mio”.
Le gocce di una pioggia di fine novembre, accompagnate dalla nebbia, picchiettavano sul vetro, e Serafine stava rannicchiata sul divano a leggere, davanti al caminetto scoppiettante e alla luce della lampada, come un gatto acciambellato nella propria cuccia quando fuori fa troppo freddo. Leggeva “Il lupo della steppa”, uno dei romanzi di Hermann Hesse, mentre Lylie preparava la cena.
Era una cittadina piccola e tranquilla di nome Lewisville quella in cui si era appena trasferita Serafine, non troppo distante da New York ma abbastanza solitaria e fredda per piacerle. Sì, solitaria, esattamente come lei, la quale si definiva un “lupo della steppa” allo stesso modo in cui si definiva Harry Haller, il protagonista del libro che reggeva tra le mani.
Alzò lo sguardo e guardò fuori dalla finestra del salotto, la quale si affacciava su un lembo di prato illuminato solo dalle luci della casa e immediatamente dopo, un bosco di conifere immerso nel buio e avvolto dalla nebbiolina umida. Dev’essere bellissimo addentrarsi là… chissà quando ci sarà la neve!
<< Serafine, vieni che è pronto! >>, sentì Lylie chiamarla dalla cucina. Serafine posò il segnalibro tra le pagine e lo osservò. Era un foglio raffigurante la Scala di Giacobbe, una delle opere di William Blake. A dire il vero era una riproduzione fatta ad acquerello, ed era talmente dettagliata, esatta e fedele al modello da sembrare davvero l’originale. Ne sfiorò i bordi, attenta a non rovinarlo… Era stato un regalo di sua nonna, quello al quale era più legata in assoluto, e non se ne sarebbe mai separata. Infine richiuse il libro e si alzò.
Quando Serafine giunse in cucina, trovò il tavolo già apparecchiato e soprattutto, una cena invitante che la aspettava. A pensarci bene, un certo appetito si era fatto sentire. Si sedette a tavola e aspettò che anche Lylie si sedesse. Osservò la donna poco più che trentenne, dai capelli castani non troppo lunghi e un viso decisamente attraente, mentre stava prendendo posto sulla propria sedia.
<< Allora Serafine, ti piace qui? >>. Serafine annuì.
<< Molto. È decisamente più tranquillo rispetto a New York… Sai che io e la folla non andiamo troppo d’amore e d’accordo >>. Lylie ridacchiò.
<< Lo so bene. Starai bene qui, non avrai tutta quella gente a infastidirti. Clara mi aveva ripetuto molte volte che le sarebbe piaciuto che tu ti trasferissi a Lewisville >>. Serafine abbozzò un sorriso.
<< Mi aveva parlato spesso di questa cittadina, anche se io non ne conoscevo quasi l’esistenza. Adesso mi abituerò a vivere qui >>.
<< Puoi comunque tornare a New York quando vuoi >>. Serafine sollevò le spalle.
<< Al momento affonderò le radici qui, e se proprio sentirò la mancanza della grande città ci farò ritorno. Ma ho i miei dubbi >>. Entrambe risero, ma Serafine non aggiunse altro e si dedicò alla propria cena.
 
Un’ora dopo aver finito di cenare, con il libro sottobraccio Serafine salì la scala di legno e andò in camera sua, intenzionata a prepararsi per andare a dormire. Da una settimana ormai abitava nella città nuova, da pochi giorni si era trovata un lavoro. Era come se fosse vissuta lì praticamente da sempre. Entrò in camera e richiuse la porta. Accese la lampada e appoggiò il libretto sul comò, vicino alla foto che ritraeva lei e sua nonna Clara a Parigi. Serafine era sempre vissuta con la nonna materna, fin da piccola, ed essendo Clara francese, le piaceva ascoltarla mentre le raccontava della sua vita a Parigi così come la musica e le canzoni di Edith Piaf e di Françoise Hardy che le aveva insegnato. Osservò il suo viso nella foto, che non dimostrava la sua mezza età e incorniciato dai capelli biondissimi tagliati in un carré che non passava mai di moda. Era giovane per essere nonna di una ragazza di ventitré anni, eppure una settimana prima si era ammalata in maniera rapidissima ed era mancata un paio di giorni dopo, lasciando Serafine completamente sola. Presso la foto c’era un’altra cornice, la quale conteneva il ritratto di due persone, i genitori di Serafine. Lei non li aveva mai conosciuti, li aveva persi entrambi in un incidente d’auto, quando era troppo piccola per poterli ricordare. Infine, alzò lo sguardo sullo specchio e osservò se stessa. Serafine aveva gli stessi occhi azzurri e i lineamenti delicati erano incredibilmente somiglianti ai loro, lo si notava anche solo dal confronto con le immagini. L’unica differenza erano i suoi capelli, di colore castano. In realtà avrebbero dovuto essere biondi come quelli della madre e della nonna, ma aveva sempre odiato quel colore perciò se li tingeva di scuro. Era convinta che la facessero somigliare a una di quelle miss un po’ troppo snob e a lei piaceva andare contro corrente anche se non sempre Clara era stata d’accordo al suo cambio di colore dei capelli né al suo perenne trucco nero.
Sospirò. Tanto ormai non ho più nessuno. Lylie era sua cugina ma non si erano mai frequentate molto, e secondo lei era stata fin troppo gentile a ospitarla. Inoltre, ognuna delle due faceva una vita propria, si vedevano solo per cena dopo che Lylie tornava dal lavoro a New York.
Serafine si cambiò d’abito e indossò il pigiama, poi prese il libro e si sedette sul davanzale, dove anche quella finestra si affacciava sul bosco sul retro. Riaprì il volume dove aveva lasciato il segnalibro, e riprese a leggere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: AleJen