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Autore: _Joey_    17/05/2008    3 recensioni
Margot, 21 anni vissuti a New York, tra Brooklyn ed il Queens, 21 anni vissuti pensando ai suoi sogni e provando a realizzarli, 21 anni vissuti con l'iPod nelle orecchie e la macchina fotografica in mano. Margot è una ragazza particolare, e particolare è la sua vita, tra l'Accademia d'Arte di New York City e un tour inaspettato.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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graziegraziegrazie Marta (ora che sei sul Delirium posso pure chiamarti per nome XD), che hai seguito sempre la ff :* ecco l'ultimo capitolo, spero ti piaccia!


Would you stay right here if I told you that someone out there loves you?

“Non ce la faccio più a vederti così.”
Potrebbe sembrare una frase triste, detta con voce bassa e inevitabilmente tremante, invece Jack me l’ha detta con il sorriso sulle labbra e un biglietto aereo in mano. Questo biglietto che è importante, questo biglietto che è come la chiave per la porta della felicità, porta che si trova ad Huntington, e che devo assolutamente aprire. Ed ora sono qui, in aeroporto e non so cosa fare, dove andare, non so come arrivare a quella porta, ma poco m’importa, perché so che ci arriverò, ci devo arrivare, perché è tutto quello di cui ho bisogno per stare bene.

*

In aereo ho conosciuto una ragazza. Maggie ha 15 anni.
E’ al suo secondo anno all’highschool e la sua finta responsabilità potrebbe ingannare chiunque. Suo padre è un importante produttore e lei lo sta raggiungendo ad Orange County. E’ curiosa, mentre sfogliava svogliatamente le pagine di una rivista per ragazze mi chiedeva di parlarle di me, della mia vita: mi ha chiesto che ci facevo in un aereo per Long Beach, le ho spiegato che anch’io sto per raggiungere qualcuno, lei mi ha sorriso, ma non mi ha chiesto chi e l’ho apprezzato. Maggie mi ha chiesto che lavoro faccio ed io le ho risposto che sono una fotografa, perché credo di esserlo diventata, grazie ad un tour che mi ha cambiata e migliorata molto. Lei invece mi ha raccontato del suo disprezzo per il mondo in cui è costretta a vivere, e di quanto abbia perso la testa per una persona che non la calcola nemmeno, dell’amore che prova per questa persona, un amore troppo immaturo per crescere in modo costruttivo. Solo quando l’aereo è atterrato Maggie mi ha chiesto come mi chiamo, ed io non ho risposto, ho preferito lasciarla con poche parole, parole che spero la aiutino con il suo amore immaturo, che spero la aiutino con la persona per cui ha perso la testa, perchè prima si impara, meglio è.
“E’ così bello perdere la testa.”

*

E’ strano quanto il tempo passi velocemente, a volte. Sono arrivata qui, a casa di Zacky, dopo aver chiesto a Leana l’indirizzo, di sera tardi, saranno state le 23.00. Quando la porta si è aperta ed ho incontrato gli occhi di Zack è stato come se avessi ripreso la ricerca del tasto “repair” o “fix” del mio cuore, ed ho sorriso, di nuovo, sinceramente, dopo un mese.
Durante il tragitto in taxi avevo pensato a cosa dire a Zacky, avevo pensato che forse sarebbe stato meglio preparare qualche frase, ma, alla fine, ho lasciato perdere l’idea, forse perché odio i discorsi costruiti e le frasi fatte, forse perché sapevo che, qualche istante dopo averlo visto, le parole sarebbero venute fuori da sole, senza la necessità di nessun aiuto, spontanee, come è spontaneo comprare i regali a Natale, come è spontaneo fare gli auguri ad una persona che fa il compleanno, come è spontaneo fare una foto quando qualcosa mi colpisce. Ed ora sono le 5.00 di mattina, ed io e Zack non abbiamo fatto altro che parlare, perché c’era tanto da dire, c’era tanto da spiegare, c’erano giorni tristi passati a pensare, e giorni ancora più tristi passati a cercare di non pensare. Ed ora che, dalla vetrata che da sul balcone, vedo i colori dell’alba farsi avanti nel cielo ancora leggermente scuro, penso che quel cielo è un po’ come la mia vita, ora; e la luce dell’alba, i colori dell’alba, nella mia vita sono racchiusi in una sola persona, Zacky. Lui, che ora prende la mia mano destra e mi porta sul balcone, perché questo è il nostro momento, l’alba ci rapresenta, con le sue infinite sfumature, perché è l’inizio di tutto, è l’inizio del giorno ed ha rappresentato l’inizio della nostra storia.
“In aereo ho conosciuto una ragazza, Maggie, mi ha colpita, mi ha raccontato tanto…mi ha raccontato di un amore troppo immaturo per essere costruttivo, o così a detto lei. Mi ha detto di aver completamente perso la testa. E indovina cos’ho fatto quando mi ha chiesto il mio nome?”
Dico, ricordando Maggie, mentre mi appoggio alla ringhiera del balcone.
“Non gliel’hai detto.”
Risponde Zack, poggiando le sue mani sui miei fianchi, stringendomi a sè.
“E’ così ovvio?”
“Un po’.”
“Ma tanto non sai cosa le ho detto dopo!”
“Cosa le hai detto?”
“Che è bello perdere la testa.”
Sorrido, ancora una volta, e mi avvicino un altro po’ a Zacky; rimaniamo alcuni istanti in silenzio, guardandoci negli occhi, persi nell’eloquenza del nostro silenzio, perché questo silenzio significa “mi sei mancato”, significa “non mi lasciare più”, e Zacky lo sussurra piano sulle mie labbra, rompendo quel silenzio, poco prima di baciarmi.
“Ora che sei qui non ti lascio più andare via.”
“Giuramelo.”
Mormoro, sorridendo appena. Giurami che mi terrai sempre con te, giurami che non te ne andrai come hanno fatto un po’ tutti, giurami che se dovrai andare lo farai facendomi meno male possibile, giurami che questi pezzetti di cielo saranno sempre miei e sempre azzurri e splendenti, e che mi guarderanno sempre così,con allegria e mai con disprezzo, e giurami che mi farai sempre sentire come lo sono ora.
Giuramelo.
  
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