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Autore: WrongandRight    24/12/2013    3 recensioni
Follia nata dal nulla in una giornata di noia cosmica...Il direttore Hope Estheim ha segreti da nascondere, a quanto pare, ed i suoi amici si intrufolano nella sua vita privata, insoddisfatti della noia che pervade Gran Pulse e delle poche curiosità mondane propagate da Faceboook. AU, poiché posta dopo il XIII-2, in Academya, ma in un'ipotetica realtà che veda vivi e vegeti tutti i personaggi (e poi è principalmente demenziale, quindi più gente c'è meglio è!) e in cui sono presente tecnologie del mondo moderno (vedi FB). ^_^
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sera a tutti! Ok, so che è la vigilia e dovrei essere a fare ben altre cose...ma l'ispirazione chiama e che potevo farci?? Spero che possiate trovare questo capitolo quel divertente quanto basta per non riempirimi di insulti..eheheh
Però sono accetti tutti i tipi di recensione, basta che mi aiutino a migliorare s'intende. ^_^
I personaggi appartengono alla Square Enix che li ha creati e li ha sviluppati.
Dunque un grande abbraccio e tanti auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!! E anche di Buona Epifania, visto che ci siamo! xD

P.S. Il nome del negozio "Candy & Slimes" è un riferimento a Dragon Quest, invece di esserci tanti
Smiles troverete tanti mostriciattoli blu! No, meglio le caramelle...=P
 



La domanda è: perché io?!

 

Il giovane e seducente Hope Estheim, genio indiscusso, creatore di Bhunivelze e 24enne single nella sua lunghissima ( 500 anni, più o meno) vita se n'era poste di domande. Era sempre stato alla ricerca di una risposta con la quale risolvere i problemi della popolazione, ed aveva saputo affrontare di tutto. Dalla risoluzione di integrali tripli alla fusione fredda, e sapeva anche come riuscire a far tornare giù Kain da salto senza che al turno dopo morisse miseramente. Ma quella domanda....quella che si stava ponendo da quella mattina quando, aprendo i cassetti per controllare che tutto fosse a posto non aveva trovato le sue adorate foto, lo stava distruggendo.

Perché io? Che ho fatto di male nella mia vita? Ho anche perso i miei genitori...insomma, non è che ho preso l'identità di qualcun altro e mi sono sostituito a lui..perché non l'ho fatto, vero?

Fatto sta che ora si trovava in cucina. Con Lightning. Ed in salotto c'erano 4 anime depravate pronte ad assalirlo. Ringraziò Yunalesca che almeno quel malato mentale di Caius fosse rimasto a casa.

 

“Hope...mi sembri veramente teso...che succede? Non è mica la prima volta che vengo a cena da te, quindi dov'è il problema?”

 

Light lo scrutò col suo sopracciglio alzato segno che stava esaminando ogni sua più piccola azione.

Lo conosceva quello sguardo....gli stava dicendo che si sentiva offesa dal suo comportamento. E come non esserlo? Sembrava un idiota. Un completo imbranato.
Del resto aveva un grosso biondone in astinenza di cioccolata che lo ricattava con foto compromettenti mentre le persone che assolutamente non voleva ficcassero il naso nella vicenda erano nascoste nel suo salotto. Se avesse chiesto direttamente alla donna di togliere le restrizioni a Snow gli altri se ne sarebbero domandati il motivo...e non poteva certo inventarsi la scusa che lo faceva per la salute di Serah! Era palesemente una bugia...o un modo subdolo per corteggiare Light, al massimo. Se non si metteva le mani nei capelli era solo per non peggiorare la magra figura che stava facendo.

 

“Lo so...è solo che...ecco...ho un sacco di pensieri per la testa...”
“Se per caso hai impegni con qualcun altro io posso andare a mangiare alla mensa dell'esercito. Magari aspettavi una ragazza e io ti ho disturbato..”
“Ma...ma no! Assolutamente! Come puoi pensare queste cose cose? Siediti, siediti, io prendo la roba da mangiare..”

Una perplessa Light lo guardava mentre lui si dirigeva a prendere la cena.

“Perché non dovrei pensarlo? Non sarebbe strano se tu ti trovassi una ragazza. Oramai hai 24 anni...sei anche più vecchio di me, quindi non ci vedo niente di strano”

La risposta fu solo un intensissimo color pomodoro sul volto del direttore che si sentiva come se si fosse messo in status Berserk e contemporaneamente lo avessero attaccato con un Firaga.

Probabilmente Laguna avrebbe trovato un modo per svicolare da quella situazione imbarazzante, ma lui era il timido, innocente (?) Hope Estheim e in quel momento un bunker appariva nei suoi sogni come il rifugio per eccellenza dove trovare pace il giorno dopo.

 

La soldatessa si accomodò in sala da pranzo, dove lasciò la sua borsa. Dopo aver acceso distrattamente il TV chiese, ancor più distrattamente:
“Hope, la doccia in bagno l'hai riparata da settimana scorsa, vero? Posso andare a rilassarmi un attimo? Ho tutti i muscoli della schiena tesi..”
 

“Oh, si, certo. Vai pure. Tanto qui devo finire di preparare tutto...Ah! -si affacciò sulla soglia della sala- Se poi vuoi un massaggio, chiedi pure” e scomparve dopo aver lanciato uno dei suoi grossi sorrisi.

La maggiore delle sorelle Farron sorrise in risposta e si diresse alla fine del corridoio per entrare nel bagno.
“Piuttosto, ricordati i vestiti!”
“Si, certo!”

Nemmeno il tempo che Lightning si richiudesse la porta alle spalle che la truppa si precipitò in cucina come una mandria di moguri con la leggiadria di un branco di behemoth incinta.

All'inizio il loro urlare e cozzare di voci provocò nel ragazzo un gran mal di testa. La Farron più giovane e Vanille stavano lanciando urletti acuti spaccatimpani, Noel stava facendo 25 mila foto alla “scena del crimine”, come la chiamava lui, e Sazh gli picchiettava sulla spalla soddisfatto.

Per placare quella folla inferocita (si sentiva come Yuna prima del concerto a Luka, tanto lo stavano accerchiando) si ritrovò a prendere mestolo e coperchio e a sbatterli insieme. Una signora massaia.

“Hope! Ma io non lo sapevo! Cioè...mia sorella viene spesso qui a cena? Perché non me lo hai detto! Di sicuro hai speranze!”

“Fratello Hope – Noel aveva un terrorizzante sorriso a trentadue denti che lo inquietava – sei davvero sulla buona strada. Non pensavo di potertelo dire un giorno, ma...persino la doccia a casa tua! Davvero ottimo lavoro.”

Ed il giovane rapper alzò un grosso pollice in su nella sua direzione.

Vanille tirò fuori il cellulare ed iniziò a digitare numeri a caso.

“Devono saperlo tutti. TUTTI. Dobbiamo fare una festa. Credi che Amodar, potrà venire anche lui? E Lebreau potrebbe preparare i drink insieme a Fang! Giusto, devo avvertire Fang...”
“Figliuolo. Sono orgoglioso di te. Per riuscire a penetrare nel cuore di quella ragazza...”

Il giovane, per evitare ulteriori fraintendimenti, come se ce ne fossero stati pochi durante il giorno, dovette fermare tutti tirando mestolate in capo e, dato che la pulsiana tutto pepe non si chetava, mettendo in bocca a Vanille un pezzo di pane per ottenere la sua attenzione.

“Ragazzi. No. Avete frainteso tutto. Non è successo assolutamente niente e....”
In quel momento lo scienziato vide vibrare il suo telefono. Sempre con la suoneria che tira giù gli edifici.

“Pronto..?”
“Hope, amico mio!”
“Caius...che diamine?!”
“E quindi hai conquistato la donna dal cuore di ghiaccio, eh? Senti, se vuoi dei consigli da uno che l'ha combattuta per un'eternità non fare complimenti.”
“Strozzati con una pozione, Caius. Anzi, con un megaelisir.”
“Io dicevo sul serio.”
“Anche io.”

Inutile dire che il guerriero viola si sentì riattaccare il telefono in faccia.

A questo punto il direttore non sapeva se ritenersi felice per il fatto che tutti pensassero che avesse una relazione con la donna dei suoi sogni o se domandarsi, ancora una volta, come diavolo ci sono finito IO in questa situazione??

I quattro lo guardavano ancora con occhi luccicanti e pieni di domande.

 

“Vi stavo dicendo che io, davvero, non ho nessuna relazio..”

“Sisi, certo. Ma a chi vuoi darla a bere? Insomma, magari un credulone come Vaan potrebbe venirti dietro, ma noi no di certo. Ed ora lo chiederemo a lei direttamente.”

Hope guardò Noel. Noel guardò Hope. Lo scienziato sentì l'insolito impulso di strozzare il cacciatore con le sue stesse mani.
Ma si trattenne. Uno, perché non voleva finire in carcere (aveva cose più importanti da fare); due, perché era certo che il ragazzo di fronte a lui non fosse in pieno possesso delle sue capacità intellettive. E lui non combatteva contro i più deboli.

 

“Tu...tu ti rendi minimamente conto, vero, che Light è entrata senza sapere della vostra presenza e che se ora scoprisse che non solo eravate qui, ma che l'avete anche spiata, vi truciderebbe? Giusto?”

Mentre pronunciava tali parole cercò di rimanere il più impassibile possibile. Anche se il sapore della vittoria lo incitava a sghignazzare davanti al suo amico.

“Caspita. Hai ragione....forse è il caso di ritornare alla nostra postazione, eh?”
“Perché invece non ve ne andate del tutto?”

Questa volta fu il turno di Vanille di rispondere.

“Perché vogliamo sapere tutto! Nei minimi dettagli! E se avrai bisogno di noi, saprai dove trovarci. Tranquillo, per qualsiasi consiglio noi siamo dietro il divano.”

Detto ciò Sazh trascinò tutti in salotto dove ripresero la loro postazione da battaglia. Perché quella era proprio una battaglia. Anzi, un guerra!
 

E chi c'è tra i due fronti se non io? Mi sono rovinato con le mie stesse mani...

 

“Hope! I vestiti me li hai sistemati?”
“Ah...aspetta! Ora sistemo tutto!”

Dopo averle portato il ricambio d'abiti ( perché ormai in casa sua esisteva l'armadio di Light da non si sa quanto tempo) e dopo essersi sistemata in sala da pranzo, il giovane sistemò la cena, non senza una certa ansia e apprensione.

Un po' balbettando iniziò la conversazione che lo avrebbe portato alla sua salvezza od alla sua morte. Ma era la sentenza più dolce alla quale fosse mai stato posto...non che fosse stato vittima di tante sentenze in vita sua.

“Allora...com'è andata oggi?”
“Senti Hope, mi spieghi che hai? Sembra che tu abbia una gunblade puntata alla testa, tanto sei teso. Tira fuori il rospo, per favore.”
Il malvagio sguardo Farron tornava all'attacco.
“Oh..ehm...ecco...è che volevo chiederti una cosa...”

Una serie di strani rumori provenne dal salotto, tra cui uno “Sssssh, sta zitto!” e un “Dai, forse ce la fa!”. Voleva tornare ad essere un l'Cie pur di non avere quei guastafeste attorno.

“Chi c'è in salotto?”

“Nessuno! Deve essere rimasta la televisione accesa, non ci fare caso...piuttosto, vorrei affrontare l'argomento di stamattina.”
“...Oh! Ti riferisci a Snow! Non capisco perché tu sia così deciso a difenderlo. Sono convinta che questa dieta gli sia più che utile.”
“Si, Light, ma sta diventando folle. Tu non capisci, ma l'ho visto oggi pomeriggio tentare di rubare le caramelle ad una bambina...senza successo tra l'altro. La scena è stata al quanto imbarazzante. Soprattutto perché sono dovuto andare a scusarmi con la madre della piccola dicendo che Snow soffriva di gravi problemi mentali..”

L'ex-l'Cie scoppiò a ridere, cosa che traumatizzò un poco Estheim che rare volte aveva visto quella scena.

“Be', non hai detto un bugia! Lui ha davvero dei problemi!”
“Si, ma tu devi fare qualcosa! Non può andare avanti così...pensa anche al bene di tua sorella!”
“Appunto. Così magari si lasciano.”

Un messaggio sul suo cellulare gli fece capire che una delle figure nascoste non apprezzava gli argomenti della conversazione.

 

“Non credo che Serah sarebbe felice di questa soluzione. E poi...è sempre stato in forma così com'è perché togliergli le razioni?”
“Perché non ci sarà più bisogno di combattere come prima, lui si deve trovare un lavoro e, se vuole diventare un buon padre e capofamiglia, deve perdere certi vizi”
“Sei cosciente che lui rimane comunque Snow...vero?”
“Sto cercando di plasmarlo in maniera che non lo sia”

Un altro messaggio gli disse che, se la conversazione non si fosse conclusa presto, la figura di prima si sarebbe precipitata in sala con tanto di machete. Hope si maledisse un'altra volta per aver deciso di tenere in salotto la sua collezione di katane.

Tirò un grosso sospiro e sperò almeno che la sua improvvisa generosità nei confronti di Snow non suscitasse domande.

“E....come mai tutta questa generosità nei confronti del gorilla?”

Ma che fa ora...legge nel pensiero?!

“Nessun atto magnanimo. Semplicemente mi fa un po' pena...e vorrei evitare altre figure imbarazzanti.”
“Tutto qui? Ne sei veramente sicuro?”
“Naturalmente. Dunque la tua risposta è.....”
“Ci penserò su. Magari ne riparliamo domani a pranzo se ci sei.”
“Oh, certo! Dovrai raggiungermi a lavoro come ben sai, ma non è un problema”
“Perfetto! Perché parlare del cretino a cena mi causa problemi di indigestione..piuttosto..hai visto come si è conciato Noel ultimamente? Credo di dovergli dare qualche lezione di stile..”

Una grossa gocciola comparve sulla fronte del padrone di casa. Quella cena avrebbe potuto scatenare una nuova guerra d'indipendenza o roba simile...un brivido freddo lo pervase.

 

“La pensi così anche tu, no?”
“Be'...in effetti..diciamo che è un po' cambiato da dopo il viaggio. Io me lo ricordavo un po' più sempliciotto..forse l'aria di città gli ha fatto male...”
“Hai ragione! Potrei dare qualche regola anche a lui!”

“No, Lght, no! Non puoi andare in giro a dare regole a chiunque passi..”

Lo sguardo di lei lo mise a tacere e lui si ritirò come un docile cagnetto. Niente poteva fare davanti a tanta dimostrazione di potere.

Passarono così la serata, parlando del più e del meno, delle ronde e dei biscottini al miele del nuovo negozio “Candy & Slimes” e di come Caius aveva necessità di un'attività fisica che lo tenesse impegnato a non fare scherzi al mondo. Insomma, chiacchierando e sorridendo arrivò l'ora in cui la soldatessa doveva raggiungere la base militare, lasciando solo lo scienziato ai suoi studi, o così pensava lei. Diciamo, lasciando solo lo scienziato ad una serie di insulti, complimenti e probabili pizzicotti.

Difatti, dopo aver varcato la soglia, il gruppo lo raggiunse con sguardi affamati. No, non affamati di conoscenza, ma si da caso che, per stare a seguire tutta la cena, loro non avessero ingurgitato un solo boccone che fosse uno. Se Hope fosse stato un tantinello più crudele l'avrebbe chiamata “vendetta divina” e non gli avrebbe dato niente. Ma vederli così deperiti e privi di vita lo intenerì. E soprattutto ne approfittò per non ricevere ulteriori domande imbarazzanti e per poi sbatterli violentemente fuori casa.

 

Rilassò i suoi nervi, e decise che una doccia era il modo migliore per sciacquare via quella storia. Presto avrebbe riottenuto il suo buon nome. Ne era sicuro.

Un messaggio sul diabolico mezzo di comunicazione detto telefono cellulare lo fece ricredere e perdere ogni speranza. Il testo, inviato da Sazh, citava : “Domani dopo pranzo ne riparliamo signor innocentino.”

Al diavolo la doccia! Prese dal freezer la mega scorta di gelato al sale marino e con un cucchiaione formato famiglia si accasciò sul famoso divano mentre la TV trasmetteva il primo episodio di Star Trek.

 

Perchè io...??

 

 

 

 

   
 
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