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Autore: Graffitisuimuri    24/12/2013    8 recensioni
Amu Hinamori è una studentessa normale che frequenta l'ultimo anno di liceo alla Seiyo Academi. E come ogni adolescente anche lei ha un amore segreto. Nel suo caso è il migliore amico: Tadase Hotori.
Amu architetta un piano: per fare ingelosire Tadase decide di chiedere a Ikuto Tsukiyomi di fingere di essere il suo ragazzo. 
Ma le cose non andranno esattamente come previsto...
STORIA SOSPESA!.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Dedico questo capitolo a tutte le mie lettrici, vi adoro. Siete importantissime per me.
Capitolo 9.
 
Mi ha baciata porco Zeus!.
 
Erano passati due giorni dal fatidico incontro che aveva coinvolto le labbra dei nostri due protagonisti e Amu non faceva altro che pensarci. Più volte si era sorpresa a sfiorarsi le labbra con la punta delle dita con aria sognate.
 
Non è giusto!
 
Si ripeteva tra se e se.
 
Io il mio primo bacio lo volevo da Tadase!.
 
Si ripeteva che era stato un gesto fatto senza ragionare troppo, con impeto, un errore causato – certamente – dalla situazione che era andata creandosi. Insomma lui si era aperto con lei, erano vicini, lei lo aveva abbracciato. Era naturale che ci scappasse il bacio!.
Poi chiamalo bacio, si erano appena sfiorati per Dio!.
Quanto poteva essere durato dieci, venti secondi? Non molto di più, di questo ne era certa.
Quindi non era un bacio vero, quindi non contava niente.
Allora perché quando la mattina dopo quando si era svegliata non trovandolo al suo fianco aveva sentito una stretta al cuore?.
O come quando a colazione – e anche dopo – non le aveva rivolto la parola. Si era sentita ferita e offesa, insomma, lui le aveva rubato – nel vero senso della parola – il suo primo bacio e si permetteva pure di ignorarla come se non fosse successo niente senza fornirle nemmeno una spiegazione? Non era giusto.
Quella mattina Amu aspettava impaziente fuori dal cancello della scuola, di fianco a lei stazionava Tadase che – in vano – tentava di fare conversazione. Per la prima da quando aveva una cotta per lui Amu non lo stava a sentire pendendo dalle sue labbra. Guardava lo spiazzo di fronte a lei sperando di intravedere una moto nera metallizzata all’orizzonte, ma di essa nemmeno l’ombra.
Sbuffò, dove diavolo si era cacciato?.
<< Amu Hinamori, sei qui o il tuo cervello si è definitivamente trasferito su un altro pianta? >> la ragazza sembrò risvegliarsi dal suo stato comatoso << eh? Si scusa Tadase stavo pensando >> sbatté le palpebre più volte frastornata. << Ti stavo solo chiedendo che fine avessi fatto l’altra sera. È da allora che sei strana, è successo qualcosa? >>.
Ed ecco perché avrebbe fatto meglio a non venire con Tadase a scuola, lui si accorgeva sempre se qualcosa non andava. Si aggiustò il ciuffo ribelle sulla fronte in un gesto nervoso.
Voleva sempre farlo ingelosire no?.
<< Sono stata a dormire a casa di Ikuto >> rispose secca.
Il biondo cominciò a tossire convulsamente << tu che!? >>  cominciò a gesticolare < cioè, tu … lui … cioè voi non avete mica … hai capito no? >> era violaceo, nettamente in imbarazzo.
Due braccia circondarono la vita di Amu bloccando lo sproloquio di Tadase mentre poggiava gli occhi – pressoché furenti – sull’individuo che stava abbracciando la suddetta ragazza che era ancora più sconvolta di lui.
<< Hotori, ma insomma, non ti sembra di entrare troppo sul personale? >> a parlare un affascinate Ikuto Tsukiyomi che era spuntato all’improvviso, quasi come un fantasma, dal nulla. Sul viso un ghigno compiaciuto, divertito come non mai da quella situazione. Tadase divenne di un acceso color porpora << non l’ho certo chiesto a te Tsukiyomi! > > scrollò le spalle. << Poco importa, è la mia ragazza non la tua e i dettagli piccanti preferiamo discuterli tra di noi. Vero tesoro? >>. Amu i schiarì la gola cercando di contenere l’imbarazzo, la cosa risultava leggermente complicata con le mani di Ikuto intrecciate – in modo assai possessivo – in torno alla sua vita. << Beh … in realtà … >> Tadase la interruppe sovrastandola << dettagli piccanti!? Ma di cosa accidenti stai parlando? E metti giù quelle tue manacce luride da lei chiaro!? Sara anche la tua ragazza ma è pur sempre la mia migliore amica e tu, di certo, non la meriti! >>.
<< Oh non penso che a lei non dispiaccia che io la tocchi, avresti dovuto sentirla ieri sera in camera da letto! >>.
Amu cambiò improvvisamente colore diventando rossa come la sciarpa che aveva al collo.
 
Adesso lo ammazzo, gli salto al collo e gli rovino quel bel visino che si ritrova.
 
<< Ritira immediatamente quello che hai detto Tsukiyomi! >>.
<< E perché dovrei? E’ la pura verità >>.
<< Ritiralo! >>.
Una grande folla si era radunata in torno a loro, si potevano sentire chiaramente delle voci che inneggiavano alla rissa.
Tadase spostò – poco delicatamente – Amu dalle braccia di Ikuto e gli diede una spinta energica che fu prontamente ricambiata.
<< Ferma questa rissa Amu! >>.
<< Ci sto provando Rima! >>.
E in effetti ci stava provando realmente, aveva afferrato la giacca della divisa di Tadase – con Ikuto sarebbe stata un impresa pressoché impossibile – tentando di tirarlo indietro con scarsi risultati ricevendo in cambio una gomitata.
 
Merda, questi adesso si picchiano!.
 
E come predetto il pugno destro di Ikuto si infranse sul viso di Tadase che ricambiò colpendolo allo stomaco. Si colpirono ripetutamente più e più volte fino a quando il preside  Tsukasa Amakawa non venne in cortile, afferrò i due per le giacche e – con una forza che nessuno credeva che avesse – li separò.
<< Cosa sta succedendo qui? >> lanciò un occhiata furente ai due ragazzi che abbassarono leggermente lo sguardo. << E voi? >> disse riferendosi all’intero corpo studentesco << In classe! La campanella è suonata da ben cinque minuti >>. Si voltò verso Amu << e non mi guardi così signorina Hinamori, corra in classe! >> Amu balzò sul posto, annuii correndo in aula.
 
 
<< Sarai contento Tsukiyomi! Adesso ci sospenderanno >>.
Un incazzato Tadase Hotori era seduto a gambe tese su uno dei lettini dell’infermeria della Seiyo Academi, aveva le braccia incrociate al petto e sbuffava tentando di togliersi un ciuffo   ribelle dalla fronte.
Ikuto sedeva di fronte a lui, con gli occhi semi chiusi ascoltava distrattamente le sue parole.
<< Santo Dio Tsukiyomi, ascoltami! >>. Ikuto alzò leggermente lo sguardo, doveva ammettere che lo aveva ridotto proprio male: col labbro spaccato, un occhio nero e i capelli scompigliati aveva proprio una brutta faccia.
Avrebbe comunque scommesso tutti i suoi risparmi che Amu sarebbe impazzita lo stesso per lui, in fondo, era il classico principe azzurro che lottava per la purezza della sua principessa. Lui era solo il cattivo delle favole.
<< Ti prego, Hotori non rompere eh >> il biondo gli lanciò un occhiataccia. << Non rompere!? Quale parte di “saremo espulsi” non ti è chiara? >>.
 
Ora lo uccido.
 
<< Hotori, ti giuro, che se non chiudi il becco ti faccio nero anche l’altro occhio >>. Forse adesso sarebbe stato zitto.
<< Tz, come fa Amu a stare con te non lo so >>.
 
Infatti non sta con me brutto cretino, sei un idiota. È persa per te e tu non lo capisci.
 
<< Che ci posso fare, ho un fascino naturale >> si tirò su con i gomiti incontrando lo sguardo rubino del ragazzo di fronte che lo guardava accigliato.
<< Certo, ovvio. Non la meriti lo stesso Tsukiyomi >>.
Ikuto incrociò le braccia al petto << perché tu saresti meglio? >>. Gli occhi del biondo lo fissarono intensamente << si >>.
Calò il silenzio che fu interrotto dopo pochi minuti da un sospiro di Tadase << Ascoltami Ikuto >> il ragazzo in questione strabuzzò gli occhi, lo aveva chiamato per nome?.
<< Amu è la mia migliore amica, è la ragazza più sensibile che io conosca e il solo pensiero che possa soffrire mi fa stare male. Quindi, te lo chiedo per favore, non la fare soffrire. Altrimenti verrò personalmente a cercarti >> probabilmente se non avesse avuto quello sguardo serio Ikuto sarebbe scoppiato a ridergli in faccia. Annuii << a te piace non è vero? >> il biondo aprì le labbra per dire qualcosa quando l’infermiera – una donna sui cinquanta dal viso tondo e buono – lo avverti che suo padre era fuori che lo stava aspettando. Si sistemò camicia e cravatta dopodiché usci lanciando un ultima occhiata a Ikuto. Un occhiata che da sola poteva significare tante cose ma che lui interpretò come un: “ hai capito no?”, alla quale lui avrebbe voluto rispondere con un'altra occhiata più seccata che diceva: “ io ho capito tutto coglione, sei tu che non capisci un cazzo”. Ma Tadase era appena uscito quindi pensò che la cosa migliore da fare fosse chiudere gli occhi e dormire, tanto nessuno sarebbe venuto a prenderlo.
 
Qualcosa di freddo premeva contro la guancia destra di Ikuto, era reale, lo poteva sentire chiaramente. Non era un sogno, qualcuno gli stava premendo una busta con del ghiaccio sul viso.
Aprì lentamente gli occhi rimanendo piacevolmente colpito. Amu Hinamori era chinata su di lui che tamponava delicatamente l’ematoma sulla guancia sinistra. << Finalmente ti sei svegliato >> la sua voce era fredda come Ikuto non l’aveva mai sentita, forse per questo sobbalzò leggermente. << Che ci fai qui? >>  chiese provando a sistemarsi meglio. Amu gli poggiò delicatamente la mano sul petto spingendolo giù, come per fargli capire che quella poca distanza che c’era tra loro le bastava e non desiderava affatto diminuirla. << Ero venuta a cercare Tadase ma evidentemente se ne andato prima che potessi intercettarlo >> alzò lo sguardo dalla macchia violacea a lui per poi riabbassarlo di nuovo << ma tu eri qui, ho notato che avevi la guancia leggermente gonfia così ho chiesto all’infermiera se potevo metterti un po’ di ghiaccio >>.
Ikuto ridacchiò leggermente deluso, avrebbe voluto che non fosse venuta solamente per Tadase.
 
Non fare lo sciocco Ikuto, perché sarebbe dovuta venire per te?.
 
<< Quindi sei venuta per fare da infermiera a Tadase e non trovandolo ti sei accontentata di me? >>. Amu lo fulminò con lo sguardo << Io non sono venuta a fare da infermiera a nessuno Tsukiyomi. Ne a Tadase ne a te, hai mai sentito parlare di gentilezza o altruismo? >> poggiò la sacca del ghiaccio sul comodino di fianco al letto e si alzò. << Evidentemente no, altrimenti non avresti detto una cosa tanto stupida. Ora scusami ma torno in classe >>.
Fece per andarsene quando Ikuto l’afferrò per un per un polso trascinandola di nuovo sul lettino vicino a lui.
<< Si può sapere che ti prende? Sei per caso incazzata perché non sei riuscita a trovare Tadase >>.
Amu si divincolò dalla stretta << Zeus divino, Ikuto, lasciami! >>. Il ragazzo non allentò la presa, anzi, lo avvicinò ancora di più a se. << No, non ti lascio finché non mi dici cosa hai >> soffiò, così vicino alle sue labbra che se si fosse avvicinato solo di qualche centimetro avrebbe potuto baciarla. Di nuovo.
Amu lo guardò con gli occhi leggermente lucidi << Che c’è!? Tu mi chiedi che c’è!?. Ti rendi conto che mi fai impazzire? Prima mi baci, poi mi ignori, poi vieni a scuola fai quella scena davanti a Tadase … dici quelle cose >> la voce le si spezzò in gola << ti rendi conto che adesso la suola pensa che sia stata a letto con te solo perché tu dovevi provocare Tadase >> una lacrima rotolò lungo la sua guancia << è stato così umiliante, tutti mi guardavano e sussurravano tra di loro pettegolezzi sul mio conto >>.
Ikuto le raccolse un'altra lacrima che le scendeva lungo lo zigomo.
 
Ikuto sei un idiota colossale.
 
<< M-mi spiace Amu, io non pensavo … >>.
<< Il punto è proprio questo Ikuto: tu non pensi mai. E io sono cretina perché ti lascio fare >>.
Si asciugò le lacrime col dorso della mano << stamattina avrei dovuto fermarti, ma non l’ho fatto. Forse dovremmo finire questa storia, forse mi conviene dire tutto a Tadase e finirla qui >>.
 
No!.
 
<< No! >> urlò dando voce ai suoi pensieri, si schiarì la voce consapevole di essersi esposto troppo. Lo aveva capito dallo sguardo stupito di Amu.
<< Volevo dire, non puoi farlo perché … >>
 
Perché se no non avrei più una scusa per stare con te.
 
<< perché ci hai lavorato troppo su questa cosa. Prometto di andare a dire a Tadase che tu non sei mai andata a letto con me. Te lo giuro >>.
Amu si fece uscire un piccolo sorriso, tirò su col naso << Davvero lo faresti? >>. Ikuto annuii <<  si, te lo prometto >>. La ragazza lo abbracciò goffamente << grazie Ikuto >> sussurrò.
Dopodiché calò il silenzio, Amu sgusciò via dalle braccia di Ikuto << ora devo proprio andare, devo finire i compiti di inglese sia tuoi che miei >>. Il ragazzo scossa la testa << non c’è bisogno che fai anche i miei >>. Fece le spallucce << ho preso un impegno e intendo mantenerlo >>. Gli fece un piccolo cenno di saluto << a domani Ikuto >>.
Poi sparì dietro la porta.    








 
Angolo dell'autrice:
Buona Vigilia di Natale a tutte voi!.
Allora seiete contente?
Ho postato prima del previsto giusto per farvi un regalo di Natale che spero sia gradito.
Vi ringrazio per le fantastiche recensioni. 
Ogni volta che scrivite un commento positivo alla mia storia mi rallegrate e per questo non smetterò mai di ringraziarvi per questo.
Tanto che ho deciso di dedicare questo capitolo ( che penso sia il meglio riuscito fino ad adesso ) a voi miei adorabili lettrici,
sia a quelle che recensiscono, sia a quelle che l'hanno inserita tra le preferite/ricordarte/segute e - ovviamente - alle lettrici silezionse che ci sono anche se non si vedono.
Vi amo tutte, e grazie ancora.
Buon Natale ( di nuovo ) a tutte.
Baci.
piccola98
 
  
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