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Autore: fuoritema    29/12/2013    7 recensioni
Un/a bambino/a per ogni distretto. Una storia diversa per ognuno di loro. Per non dimenticare...
- Distretto 5: Morsi della notte (mini Foxface)
- Distretto 2: L'argento è meno dell'oro (la sorellina di Cato)
- Distretto 3: Scaccomatto (Felix, personaggio di FelixTentia)
- Distretto 7: La sua musica sembrava un'ondata di marea (Ninad)
- Distretto 1: Solo i forti sono degni del distretto uno (Golia)
- Distretto 8: Le stelle (Cassiopea)
- Distretto 4: La forza di un acquazzone (Teva)
- Distretto 6: Non tornerà più (Luke)
- Distretto 9: La fata del grano (Arya)
- Distretto 12: Lo Ying non esiste senza lo Yang (Ambra & Alec)
- Distretto 11: Ladra (Willow)
- Distretto 10: Uno strano incontro (Nat)
- Distretto 13: Solo polvere di sogni e speranze (Kira)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Cato, Faccia di Volpe
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We are not iron children, our shields are shattered glass '
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NOTA DEL 30/1/14:

Vorrei dire che se qualcuno è interessato a "ruolare" (fare domande a un mio personaggio, fargli/le conoscere il suo o quant'altro) la mia Will, così come Ninad e Silver sono su facebook. Si chiamano rispettivamente Willow Ellis, Silver Valen e Ninad Sullivan ;)
Mandate una richiesta di amicizia e fate tutte le domande che volete, passo e chiudo...


 
Shadows of dust and memories
 
 





Capitolo 7: La sua musica sembrava un'ondata di marea
 
 
 

Il lavoro era finito ma nell’aria c’era ancora quell’odore di legno, così tipico nel distretto sette.
Non si sentiva nessun rumore, anche il vento si era fermato.
Sembrava che tutto fosse in attesa di qualcosa.
Dietro una montagna di cassette della fabbrica un occhio chiarissimo scrutava il paesaggio. Non poteva uscire, non ancora. Se si fosse mosso lo avrebbero visto.
Ninad si scostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte, era rannicchiato per terra, silenzioso.
Continuò a guardare fuori dal suo nascondiglio. Il Pacificatore si era girato. Doveva solo calmarsi, se non avesse fatto rumore non lo avrebbe visto.
 
Ora.
Avanzò lentamente, non doveva avere fretta. Aveva giocato tante volte a nascondino. Non poteva essere così diverso.
La chitarra oscillava pericolosamente sulle sue spalle, come un pendolo.
Una volta a destra, l’altra a sinistra.
Il rumore della custodia lo avrebbe tradito. Ne era sicuro. La strinse a sé ficcando le unghie nel cuoio e continuò ad avanzare. Era quasi arrivato al vicolo per il borgo.
Un altro passo.
Era andata: non l’aveva visto.
Un sorriso si fece posto sulle sue labbra, muto e beffardo. Ci era riuscito. Era stato più furbo. Corse per il vicolo ignorando il rumore che facevano i suoi piedi sulle pietre scomposte della strada.
Ormai non l’avrebbe più sentito.
 
La strada finiva con una distasa verde. La parte del bosco agibile anche dopo il lavoro. Avevano provato a bruciarla, ma dopo anni le piante erano ricresciute più forti di prima.
Era una conquista, anche se piccola: significava che la libertà si poteva conquistare, ma solo dopo tanti sacrifici.
Il ragazzino si sede sedette sotto un fico. Non faceva più frutti ma i bambini si divertivano ad arrampicarcisi.
Lui, no.
Gli piaceva solo appoggiarsi al suo tronco mentre guardava il cielo sfumare dal rosso al blu scuro nel momento in cui nuvole rosate nascondevano il sole.
Tirò fuori la chitarra dalla custodia e la appoggiò sulla gamba sinistra.
Un soffio di vento gli accarezzò il viso.
Poi iniziò a suonare.
 
Nel Distretto il lavoro era finito proprio in quel momento. Dappertutto si sentivano urla felici di donne nel rivedere i loro mariti. I ragazzi erano stanchissimi, distrutti dal duro lavoro, ma avevano la forza di prendere in braccio i fratellini più piccoli che gli correvano incontro.
Solo Terau rimaneva ferma davanti alla fabbrica, era come se non esistesse. Un’ombra.
Non aveva nessuno.
Eppure continuava ad aspettare. Prima o poi qualcuno sarebbe arrivato per lei.
Sentì una musica venire dal prato. Era malinconica, proprio come quella che le suonava sua madre per farla addormentare.
Si alzò subito e scosse i pantaloni sporchi di terriccio.
Il vento le scompigliò dolcemente i capelli corti mentre correva in direzione di quella canzone così familiare.
 
Fu allora che lo vide.
Doveva avere circa la sua stessa età. Gli occhi chiari seguivano le sue mani sullo strumento.
Suonava benissimo.
Era come se stesse dipingendo un quadro. Le note dolci si accostavano perfettamente a quelle pizzicate.
Sembrava l’ondata di una marea. Come quando un’onda si infrange sulla spiaggia rompendosi in gocce di schiuma bianca. Sua madre le aveva raccontato del mare. Veniva dal distretto quattro e nelle giornate di pioggia amava parlare della sua vita a volte cantandole una canzone più antica dei distretti stessi.
 
Ninad aveva finito.
Attorno a lui si era formato un gruppetto di bambini che ascoltavano la sua musica meravigliati.
Ai suoi piedi un cappello capovolto.
Le monete tintinnavano cadendoci dentro mentre il ragazzo sorrideva ai suoi piccoli spettatori. Era felice perché era riuscito ad incantarli.
Era felice perché, anche se solo per un attimo, si erano dimenticati tutti delle loro tristezze.
Intanto, da dietro ad un albero un po’ più in là, una bambina dai capelli scuri lo osservava silenziosa.
 
Il ragazzo raccolse il cappello in fretta, si cacciò le monete in tasca e se lo mise in testa.
Non poteva rimanere lì ancora per molto. I Pacificatori potevano arrivare da un momento all’altro.
Salutò i suoi piccoli spettatori con un profondo inchino e corse verso la parte della fabbrica abbandonata.
Viveva lì ormai da molto tempo.
Ad un tratto sentì un rumore di un rametto spezzato.
Si girò all’istante.
Era la ragazzina, quella che lo aveva osservato suonare.
Non era una di quelle bambine che vivevano nel borgo: era troppo magra, troppo selvatica. Negli occhi scuri c’era un luccichio strano.
Come quello di un tuono durante una burrasca.
 
Tereau si chiuse la giacca con le mani alla bell’e meglio. L’aveva scoperta. Ora l’avrebbe mandata via. Chiuse gli occhi aspettando che il ragazzino dicesse qualcosa ma la risposta tardava ad arrivare.
Sentì solo una sensazione di caldo partire dalla mano aperta per irradiarsi in tutto il corpo.
Aprì gli occhi.
Le aveva dato un pezzo di pane fatto a metà.
Lo guardò sconvolta. Voleva farle uno scherzo? Ma il ragazzo sembrava più serio che mai.
Le coprì le spalle con una coperta e le fece cenno di stare in silenzio.
Non disse niente, la fece solo sdraiare e la stanchezza fece il resto.
 
Ninad guardò la ragazzina dormire. Era così indifesa. Sarebbe rimasta con lui. Non aveva nessuno, in questo erano propri simili.
L’aveva vista girovagare tante volte per il distretto alla ricerca di un pezzo di pane: con gli occhi malinconici e i vestiti leggeri che a stento la coprivano dal freddo.
C’era qualcosa di familiare in lei, ma non sapeva dire cosa.
Gli ricordava le storie di suo padre sulle tempeste nel distretto quattro.
L’avrebbe protetta, qualsiasi cosa fosse successa.



 













































Angolino sclero dell'Autrice

Sorpresa *esce fuori da una scatola tipo clown*!!!!! *Starnutisce* Ebbene sì: anche io ho preso il raffreddore.....ma passerà...
Non vi aspettavate che pubblicassi, eh, e invece ho trovato la wifi. Giuro che appena mi sono connessa a internet ho cacciato un urlo: mio padre mi ha guardata storta... non capiva...
Ho aggiornato con le 800 o più parole di questo capitolo. Ah, prima che me ne dimentichi... Ringrazio Bolide Everdeen, Silente 966 che non si è fatto vedere in questi giorni, Tinkerbell92... Martina Sapientona, ehykaya (spero di averlo scritto bene), MockinGleek_ e Clato_Peetiss. Ma soprattutto la mia amata collega: Elly24 che ha letto con moltissima pazienza i miei capitoli+scleri e mi ha aiutata a migliorare. Poi, beh, ci sono le paperelle del Forno su fb che saluto moltissimo.
Ok, ora passiamo al capitolo... Com'è? Vi piace Ninad (cliccate sul suo nome per il suo facebook)? E Tereau? Non sapete cosa ho fatto per trovare i nomi giusti: Ninad significa suono in sanscrito, e Tereau è un tipico nome tahitiano.... credo....
Ora: ho 4 sorprese per voi: Elly ne sa soltanto una e Tinkerbell92 un'altra...  Vi ammorberò con una long in cui compariranno dei miei personaggi... ma non vi dico quali.
Baci a tutti da una

Hope 13 raffredd ETCIUUUUUU * una mano le porge un fazzoletto*



Il Forno ⌠Hunger Games EFPfanfic⌡
  
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