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Autore: Parabates    30/12/2013    3 recensioni
Era una ragazza di circa diciassette anni. La vide un giorno della scorsa estate, in un prato, stava leggendo un libro, era d'incredibile bellezza. Era così strano di quei tempi vedere una ragazza così giovane sola e con gli occhi calamitati su quel tomo. Incuriosito, le si avvicinò abbastanza per cogliere meglio i suoi tratti. [...] Ricordava questo, questo e nient'altro nonostante l'avesse vista qualche ora prima.
In questo racconto è presente una malattia terminale, il cancro. Non verrà trattata in modo specifico, verrà tenuta piuttosto in disparte e in modo fittizio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Undicesimo.
 
 
A Mar,
Che mi ha dato la spinta per continuare,
grazie di tutto, ti voglio bene.



Si era dimenticato di portarsi dietro un libro, quindi si sentiva piuttosto solo. Si diresse, così, verso il liceo che frequentavano tutti i suoi coetanei, tutti meno che lui. Gli sarebbe piaciuto ritornarci, perché qualche anno prima anche lui aveva frequentato quella scuola. Molte volte aveva parlato ai suoi genitori chiedendogli di farlo ritornare lì, ma tutte le volte loro glielo avevano proibito, proprio come aveva severamente ordinato il medico.
Si mise a pensare ad ogni cosa gli passasse per la testa, ma l'unica cosa era Mary. Era una ragazza così bella, praticamente perfetta ai suoi occhi; non la conosceva, ma era perfetta, angelica. Ora aveva una possibilità, forse l'unica, e non voleva sprecarla, voleva approfittarne, anche se era strano -ed anche piuttosto contorto- pensare che era la sorella del fidanzato del suo migliore amico. Assorto nei suoi pensieri, cercando di trovare una scusa valida per chiamare la sua amata, David non si accorse che Dylan e Max gli si erano piazzati davanti.
Dopo un po' che erano lì e vedevano che David non reagiva, Dylan esordì dicendo: "Stella del cielo, che ci fai qui tutto solo?" Max lo guardava storto, forse era un po' geloso. David, dopo essersi girato, notò il viso di quello e disse "Ehi, Lan, stai attento che si ingelosisce"
Max arrossì leggermente.
"Non hai risposto alla mia domanda, che ci fai qui solo soletto?"
"Pensavo. E poi a casa c'è il Grande Orso Alfred"
"Capisco, capisco. Inevitabile scappare quando c'è lui. A cosa pensavi, Dav?" ma subito riprese "O meglio a chi?" scherzò
"Mica penso sempre a lei!" se la prese un po'
"Mah, non ci scommetterei più di tanto. Voglio dire, sei un ragazzo così influenzabile e Mary è lei."
David guardò malissimo l'amico, come per ricordargli del fatto che fosse presente il fratello della suddetta ragazza.
"Oh no, tranquillo, gli ho già detto tutto, sa tutto."
"Ne deduco, quindi, che sono sempre l'ultimo a sapere le cose e tu, mio caro amico, sei l'unico responsabile"
"Mah... -intervenne Max- credo di stare anche io nella tua stessa situazione, oggi è stato un caso"
"Meno male, questa cosa mi fa sentire meno solo"
"Insomma, insomma, basta. Parliamo di cose serie ora, tocca sistemarti -riprese Dylan- sempre che tu sia d'accordo" concluse rivolgendosi al fidanzato"
"Oh cero, posso essere molto utile in questo capo"
"Non ne avevamo alcun dubbio. Andiamoci a fare un giro mentre discutiamo di affari, come i veri uomini" disse entusiasta Dylan
"Dunque, non abbiamo nessun punto da dove partire, quindi possiamo prendere qualsiasi strada, almeno credo" disse Max
"Non ti sbagli, caro mio" confermò Dylan
"In realtà, ho il suo numero -disse David- anche se non me l'ha proprio dato lei, non direttamente, ecco" continuò guardando Dylan, il quale fece un sorriso colpevole
"Okay, ce lo hai, che ci vuoi fare? Vogliamo incorniciarlo?"
"No, cioè, non so perché dovrei chiamarla, dovrei avere una buona scusa, che ovviamente non ho"
"Potresti fare una cosa del tipo: ehi ciao, ho trovato questo numero sul mio telefono, usciamo?"
"Si Max, pensala così ed andrai molto lontano" commentò David
"Be' in realtà con Dylan ha funzionato" rise. David guardò nuovamente l'amico, il quale aveva di nuovo quel sorriso colpevole sul viso, ma questa volta era anche piuttosto imbarazzato. "Sei pessimo" commentò.
Squillò il telefono di Max, era sua madre. Quando terminò la chiamata, disse che questa aveva urgente bisogno di lui a casa e che doveva tornarci subito, così Dylan si offrì di accompagnarcelo, mentre David decise di lasciarli soli, come era giusto; "Ciao piccioncini!" li salutò e si avviò verso la sua di casa, dove l'amato zio Alfred lo attendeva.
Dylan e Max di guardarono e si presero per mano, sorrisero e si avviarono verso casa di Max.
"Le nostre litigate non durano molto"
"Meglio così, non ti pare?"
"Direi proprio di si, non riesco a stare senza di te" disse Max.
Dylan si fermò, Max era stato sempre particolarmente smielato e, obbiettivamente, anche lui era piuttosto sdolcinato, ma in quel momento gli sembrò che quel commento troppo dolce fosse estremamente soffocante. Si immaginò il loro futuro insieme, tutto troppo rose e fiori, troppa dolcezza, troppa morbosità. Dylan non voleva tutto questo.
"Cosa succede?" gli chiese sorpreso
"No, niente Max, andiamo, ero un po' sovrappensiero per David" mentì Dylan, lo faceva spesso con Max, forse non era il migliore dei segni.
"Sai, mi dispiace per lui. Non perché sia malato o queste cose così delicate, ma perché mi dà l'idea di essere terribilmente solo, di sentirsi solo, di non avere nessuno."
"Cosa stai dicendo? -Dylan s'incupì, le sue emozioni mutavano molto facilmente. Infatti capitava spesso che un attimo prima fosse felicissimo e quello dopo fosse assolutamente triste- Stai dicendo che non mi prendo cura di lui? Che lo lascio da solo? Cosa sai tu di noi e della nostra amicizia? Ci conosciamo da anni e tu arrivi ora e inizi a pensare quello che vuoi!"
"Dylan, calmati. Scusa, non volevo. Stavo solo dicendo..."
"Cosa stavi dicendo, eh?"
"So che tu gli vuoi molto bene e che non lo lascerai mai, non lo lascerai di certo andar via"
"Certo che non lo farò, lui non se ne andrà mai, non mi lascerà da solo in questo mondo, non glielo permetterò"
"Dylan, tu non sei solo"
"Non stiamo parlando di me! Smettila di accusarmi"
"Non ti sto accusando"
"Lo stai facendo eccome! Stai dicendo che lui è solo, che  io non sono un buon amico e che non lo aiuto"
"Ma non stavo parlando di te, non intendevo offenderti. Non ti avevo proprio in considerazione"
"Cosa? Io faccio parte della vita di David da molto, molto tempo. Come osi dire queste cose?"
Dylan era furioso, era tutto rosso. Non riusciva proprio a capire perché Max gli stesse dicendo quelle cose.
"Oh Madonna, Dylan! Sembri una scolaretta mestruata, smettila! Stai giungendo a conclusioni sbagliate, basta! Non mettermi in bocca parole che non ho neanche pensato"
Dylan chiuse leggermente la bocca, le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi e a solcare il suo viso, scesero velocemente, una dopo l'altra, fino a creare piccole macchie umide sulla felpa del ragazzo.
"No, Dylan, scusa, non volevo" disse subito Max, ma non servì a niente, perché il suo quasi ex ragazzo si voltò e corse via, proprio come aveva fatto quando lo aveva visto con Mary.
Dylan era molto lunatico e un tantino bipolare, un po' più di chiunque altro, ma anche estremamente sensibile: le sue emozioni cambiavano velocemente e ogni cosa lo toccava e segnava profondamente. Era facile fare il confronto tra la sua sensibilità e la sua insicurezza, erano agli stessi livelli.
Mentre correva, mille pensieri gli giravano per la testa, ma il più importante era se fosse davvero un buon amico per David, se c'era sempre stato per lui.  E poi c'era la relazione con Max, litigavano spesso, stava forse giungendo la fine di tutto? C'erano troppe incomprensioni, troppe cose non dette.
Dylan si fermò sul marciapiede, con tutte le lacrime sugli occhi, la gente lo guardava, ma lui non ci pensava. Non voleva perdere David, ma neanche Max. Dovevano chiarirsi, dovevano dirsi tutto quello che non si erano detti.




SPAZIO AUTRICE

Allora allora, Salve a tutti amici miei!
Come state?
Spero bene, spero bene.
Tutto questo "eleven" mi ricorda il mio povero dottore che si è rigenerato. RIGHT IN THE FEELS.
Dylan e Max litigano sempre eeeh già. Ma questo non è di certo il capitolo più straziante a cui avete assistito, il prossimo sarà terribile, da quanto mi ha detto chi lo ha già letto, ma vi amo ancora tutti quanti.
Ditemi, insomma, cosa ne pensate, per favoooore, ho bisogno delle vostre recensioni.
AAAAAH volevo dirvi che ho pubblicato perché abbiamo raggiunto già le 100 visite e sono piuttosto soddifatta, giàgià.
E niente, vi auguro un buon anno e ci vediamo l'anno prossimo! ((inizierò una nuova long, trololol))
A presto,
S.
xoxo

Storie in corso: A piece of you (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2345609&i=1)
 
   
 
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