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Autore: Guazzo89    18/11/2004    5 recensioni
Questo è un modo per tentare di far rivivere i grandi malandrini. Questa è la prima fic che scrivo, quindi recensite e ditemi cosa ne pensate e come potrei migliorarla
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO (forse un giorno la riprenderò)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli eredi dei malandrini

QUIDDITCHvsAMORE

La prima settimana passò tranquillamente e presto si riabituarono al ritmo della scuola. L’ orario di Harry e Ron rispetto all’anno precedente era cambiato radicalmente, avevano più ore di trasfigurazione, incantesimi, difesa, e purtroppo anche di pozioni. Oltre a queste avevano le solite ore di erbologia e cura. Per fortuna anche Hermione seguiva gli stessi corsi, così le avrebbero potuto chiedere aiuto in caso di necessità. Notarono subito che il carico dato dalle materie principali era molto aumentato, mentre quello delle altre due cresceva gradualmente, così che già la prima settimana si trovarono a fronteggiare dei problemi con i compiti.
Mentre loro, insieme a Dean e Seamus, seguivano la specializzazione da auror, Hermione studiava per diventare medimago, lo stesso corso di Calì, Lavanda e Neville, che era già sull’orlo di una crisi di nervi. Mancava ancora il professore di difesa, e Harry e Ron ne approfittavano per fare delle passeggiate sotto l’ultimo sole dell’anno.
Nei primissimi giorni Malfoy si teneva sempre alla larga, ma poi riprese a farsi sentire, ricominciando a sfottere Harry e Ron e tutti gli altri grifondoro, anche se sempre più spesso rischiava di essere vittima di coloro che cercava di offendere. Purtroppo anche lui studiava le stesse materie, e così se lo trovavano davanti tutti i giorni.
Durante la prima settimana cominciarono le lezioni di volo per le prime e le seconde, e Harry cominciò a pensare al programma di allenamento per la sua squadra. Il lunedì della seconda settimana apparve un cartello nella bacheca di grifondoro, in cui si dava notizia ufficiale dell’inizio degli allenamenti quella sera stessa alle otto al campo da quidditch, e avvisava chiunque volesse provare a guadagnarsi uno dei due posti da cacciatore liberi di presentarsi ai provini del dieci settembre.
Harry non si era neanche dimenticato della promessa fatta a Ginny, e da quando erano arrivati la seguiva quotidianamente in un allenamento individuale. Il primo allenamento di squadra venne impiegato quasi completamente da Harry per spiegare il suo programma di allenamento, e poi iniziarono il primo punto del programma: allenamento di volo, velocità, slalom, acrobazia… c’era di tutto. Harry aveva deciso di spendere in questo modo i primi dieci allenamenti per due motivi: avere una squadra molto allenata a volare, e non penalizzare i due nuovi giocatori. Harry stesso correggeva gli errori dei compagni, mostrando loro come volare al meglio.
Presto arrivò il sabato scelto per i provini, e Harry continuava a tormentarsi, pensando a Ginny. Sapeva di averle insegnato tutto ciò che poteva, ma aveva paura di dover compiere una scelta difficile. Sperava di non doversi trovare a scegliere tra l’abilità di un cacciatore e la possibilità di Ginny di migliorare. Cercava di rassicurarsi, pensando che comunque Ginny volava bene, che era solo un po’ debole di braccio, ma la compensava con un’agilità che avrebbe potuto spiazzare diversi portieri.
Era da poco passata la cena quando Harry si trovò con gli altri, in divisa, al campo. Sedette con il resto della squadra ad un tavolo improvvisato, su cui erano posate le richieste dei ragazzi che si erano presentati, e anche delle tabelle, per segnare la loro abilità nelle varie specialità.
La prima prova era una prova di volo puro, anche se non era molto importante, perché comunque cercavano cacciatori, e non un cercatore. In questa prova Ginny risultò decisamente la migliore agli occhi di tutti, con un’ottima tecnica di volo. Poi passarono al tiro a porta libera, e anche qui Ginny si dimostrò brava. Ebbe invece degli scarsi risultati nel gioco contro il portiere con solo un 2/10 di goal. Venne il turno del gioco uno contro uno, e la ragazza si dimostrò molto abile in attacco, sfruttando la sua agilità, ma più scarsa in difesa.
Alla fine di tutte le prove risultò quarta della classifica generale, anche se questa era solo indicativa. Spiccava come primo in classifica, con punteggi strabilianti, un quarto anno di nome Frank, seguito ad una certa distanza da un ragazzo del settimo, Eddie. Alla fine dei provini Harry invitò tutti i ragazzi a tornare nei dormitori
“Saprete della nostra scelta domattina, tramite un avviso in bacheca” disse prima di congedarli definitivamente, con un ultimo lungo sguardo per Ginny.
Una volta che si furono allontanati disse “Propongo di cambiarci senza fare la doccia, tanto non abbiamo fatto quasi niente, e poi continuare la riunione su un tavolo della sala comune, vicino al fuoco” Ron fu il più veloce a cambiarsi, e Harry lo mandò a prendere un tavolo per tutta la squadra con queste parole “Devi prendere il tavolo più vicino al fuoco, non me ne frega niente di chi c’è seduto. Tu dì loro che è una cosa importante, e che devono fare spazio per una riunione della squadra, se non funziona usa la tua autorità, o la forza! L’importante è che quando arrivo io tra cinque minuti con la squadra il posto sia libero”
“Non sarà un problema, visto poi che sono quasi le undici, magari c’è poca gente”
“Buona fortuna” gli disse dietro Harry, mentre si incamminava. Il resto della squadra si cambiò con maggiore calma, e pochi minuti dopo erano tutti pronti fuori dagli spogliatoi. Si incamminarono tutti e quattro, Harry davanti, parlando con Katie degli esami, e dietro i due battitori, silenziosi. Raggiunsero in fretta il portone, e si incamminarono verso le scale, raggiunsero il quadro della signora grassa ed entrarono.
La sala comune era mezza vuota, e Ron aveva occupato un tavolo vicinissimo al fuoco, con dei fogli e delle matite. Mentre aspettava aveva fatto una veloce partita a sparaschiocco con Hermione, che appena li vide entrare si alzò e salutò Harry. Poi si diresse verso le scale del suo dormitorio, e salì. I compagni di Harry si divisero, per andare a riporre nei dormitori le loro cose, e anche Harry, seguito da Ron, raggiunse il dormitorio. Sistemò la divisa e la scopa nell’armadio che divideva con l’amico, poi prese dal baule due barattoli, pieni uno di gelatine tutti i gusti+1, l’altro di caramelle mou.
Quando scesero trovarono gli altri già seduti attorno al tavolo, e si sedettero nei due posti lasciati liberi, proprio di fronte al fuoco.
“Vi ho portato qualche caramella” disse Harry, rovesciando i due barattoli sul tavolo “ci sono anche un po’ di fogli e una matita per uno. Adesso siamo qui per una decisione importante, si tratta di rifare quasi completamente il reparto dei cacciatori, non bisogna solo riempire un buco. Dalla scelta di stasera potrebbe anche dipendere la vittoria del campionato, proprio per questo vorrei che la scelta fosse il più democratica possibile. Ci sarà bisogno di un attacco presente, poiché Katie non potrà fare tutto da sola, e una difesa che semplifichi al massimo il compito di Ron”
“Tu chi proporresti di scegliere?” chiese la ragazza, rivolta a Harry.
Harry iniziò a scarabocchiare sul foglio, per allentare un po’ la tensione che le sue parole avevano creato, poi parlò “Io… non lo so bene; cioè, sono sicuro che dovremmo scegliere Frank, quel ragazzo ha classe da vendere” la sua affermazione fu accolta da un coro di approvazioni “Il dubbio si pone su chi sarà l’altro cacciatore” Harry prese una caramella.
“Secondo me è una dura lotta tra Eddie e Ginny” disse uno dei battitori, mentre l’altro annuiva
“Secondo me è ovvio che dovremmo scegliere Eddie” disse Ron
“Non so” disse Katie “Anche Ginny è molto brava, e non ha mai giocato come cacciatrice, probabilmente potrebbe ancora migliorare”
“Non voglio che mia sorella giochi!” disse Ron scaldandosi “È troppo pericoloso”
“Prova a spiegarlo a lei” ribatte Katie ridacchiando “Voglio vedere cosa ti risponde”
Ron stava per rispondere, sempre più arrabbiato, quando fu interrotto da Harry “Cerchiamo di non litigare, se scegliere tutti insieme significa scannarsi allora compierò io la scelta! Stai calmo, Ron, sulle questioni personali tue con tua sorella vi chiarite dopo. Inoltre devi anche tenere conto che Eddie è in parte una scelta in perdita; infatti significherebbe scegliere un giocatore che l’anno prossimo non ci sarà più, mentre Ginny ci sarà…”
“Tranquillo tu, che ho capito che vuoi che la tua ragazza giochi”
“NON è così, Ron! Sto solo mettendo in luce tutti i pro e i contro per ogni possibilità, per facilitare poi la scelta di tutti tra uno di loro due. Devi ammettere che nonostante tutto, sono più o meno allo stesso livello di esperienza, perché mi risulta che Eddie non abbia mai neanche fatto richiesta di entrare in squadra, negli anni passati. In quanto a Ginny, l’ho seguita personalmente in diversi allenamenti individuali, e ti posso assicurare che con qualcuno di più competente che la segua da vicino potrà migliorare di molto. In fin dei conti io non è che le ho potuto trasmettere una grande abilità da cacciatrice! Comunque, adesso lascerei un paio di minuti a tutti voi, per pensare, Frank lo abbiamo scelto, passati i due minuti mi dite chi consigliate voi. Io segno i nominativi e poi vediamo chi ha avuto più voti, in seguito possiamo eventualmente discutere ancora, se c’è qualcuno che proprio non è d’accordo”
Harry vide i compagni concentrarsi, alcuni con gli occhi chiusi, altri guardando il foglio. Osservò Ron, e lo vide soprappensiero, sul foglio gia scritto il nome. Gli si rivolse sottovoce “Sicuro della scelta? Hai ancora un po’ per pensarci!”
“Sono sicuro. Non voglio che le succeda niente” fu la pronta risposta di Ron
“Neanche io voglio che le succeda qualcosa, ma io preferirei che tu scegliessi in base alla sua abilità, e non a cosa le può succedere”
Ron restò in silenzio, e Harry guardò l’orologio. I due minuti erano ormai quasi passati
“Finito?” chiese rivolto agli amici, vedendoli alzare lo sguardo dal foglio, su cui avevano scritto un nome “Siete sicuri della scelta?” Tutti annuirono.
“Bene, iniziamo da Ron, chi hai scelto?”
“Io ho scelto Eddie”
Harry fece un segno sotto al nome del ragazzo, sul suo foglio poi continuò “Sloper?”
“Secondo me è meglio Ginny!”
Harry segnò sul foglio “Kirke?”
“Ginny!”
Un altro segno, la faccia di Ron si scuriva “Katie?”
“Secondo me Ginny!”
Terzo segno, Ron si rassegnò, sua sorella avrebbe giocato per votazione quasi unanime, chissà cosa avrebbe detto a sapere che solo suo fratello le aveva votato contro.
“È stata difficile, alla fine ho scelto la certezza, ma non è servito a niente. Eddie!”
Fece il segno, ma stava guardando Ron, che aveva cambiato espressione, e gli altri che lo guardavano interrogativi “Non volevo che le succedesse qualcosa, comunque non mi oppongo alla scelta, e spero che non lo faccia anche Ron!”
Il ragazzo emise uno strano suono, un borbottio.
“Bene”
Harry prese una penna e iniziò a scrivere l’avviso, in cui la squadra si congratulava con Ginny e Frank, per aver passato il provino. Concluse la riunione e mandò tutti a letto, dicendo che la mattina dopo alle dieci ci sarebbe stato un allenamento speciale. Chiese a Ron di raccogliere nei barattoli le caramelle avanzate, e di precederlo in dormitorio, Harry si avviò verso la bacheca, e fece apparire due puntine, con cui affisse il foglio.
Era quasi mezzanotte, quando Harry si avviò su per le scale, per raggiungere l’amico in dormitorio.
“Cosa facciamo?” chiese Ron
“Io propongo di andare a dormire, così domattina ci possiamo alzare presto, e portarci in pari con i compiti. Magari domani pomeriggio potremo avere qualche ora libera”
“Intendevo per Ginny. Non le piacerà che proprio che noi due abbiamo votato contro di lei!”
“Già… ma non lo deve per forza sapere! Basterà non dirglielo”
“Se non glie lo dici tu, o io, glie lo dirà qualcun altro”
“Allora è meglio se lo viene a sapere da noi! Senti qua” rispose Harry, concentrato su un piano “Noi domattina ci svegliamo presto, verso le sette, in modo da essere i primi. Scendiamo in sala comune e ci mettiamo a fare i compiti. Quando lei scenderà e leggerà il cartello è probabile che verrà a parlare con noi. Noi le diciamo subito del voto, e le spieghiamo che l’abbiamo fatto perché le vogliamo bene”
“E ti aspetti che questo cambi qualcosa?!”
“Bhe, la tranquillizzerà un poco, e magari per la fine dell’allenamento se ne sarà già dimenticata”
“E se non si calmasse?”
“La aduliamo, la coccolo un po’, e vedrai che si dimenticherà di tutto!”
“Pronto, signor rubacuori, è di mia sorella che stai parlando. Lei non dimentica per un paio di bacetti!”
“Va bhe, se non si calmerà improvviseremo. Adesso dormi, che domani mattina ti voglio sveglio per gli allenamenti, e poi ho in mente un bello scherzetto per i serpeverde. Lunedì mattina vedremo quanto riusciranno a stare svegli a lezione!” Harry ridacchiò, mentre si infilava a letto, si erano cambiati parlando “Riposa bene, che domani sarà una giornata stressante, in piedi dalle sette alle due almeno” disse Harry
“Buona notte anche a te” rispose Ron, sarcastico, prima di girarsi dall’altra parte. Harry ci mise un po’ di più ad addormentarsi, e quando prese sonno fece dei sogni veramente strani; di tutti uno in particolare gli rimase impresso in memoria.

Lui e Ron erano in sala comune a torso nudo, e introno tutti i grifondoro li guardavano, ridendo e indicandoli. Loro due sembravano davvero terrorizzati. Poco dopo arrivò Ginny, con una frusta in mano, e iniziò a fustigare Ron, pronunciando a ogni colpo una parola, mentre Ron urlava. Quando ebbe finito passò dietro a Harry, e fustigò pure lui, pronunciando altre parole. Harry sentiva un dolore fortissimo, mentre gli si aprivano dei tagli sulla schiena. Quando ebbe finito anche con lui, lasciò cadere la frusta, e corse via in mezzo ai grifondoro ridenti, gettando un ultima risata satanica.
“Guardami la schiena. Com’è conciata?” chiese Ron
Harry guardò stupito, poi si avvicinò e disse “Ci sono delle scritte!”
“Come delle scritte?”
“I tagli formano una scritta Coglione non sono più una bambinetta e ora so badare a me stessa” lesse Harry “E la mia schiena?” chiese
Ron guardò e disse “C’è scritto Brutto deficiente non cercare mai più di baciarmi quando sono incazzata. Ma cosa cazzo significa?” chiese
“Non lo so, ma adesso ricopriamoci!”
“Non possiamo, abbiamo lasciato tutti i vestiti nel dormitorio!”
“CAZZO. Torniamo su a prenderli”
E si lanciarono entrambi di corsa su per le scale, passando per la folla di grifondoro che continuavano a ridere senza smettere. Quando aprirono la porta del loro dormitorio videro Ginny in costume, sopra ad un letto, con una faccia dolce. Harry si scordò di tutto, e le si avvicinò per rappacificarsi, ma lei cambiò espressione, ed estrasse un coltellaccio. Disse “Bene, inizierò ad uccidere te, visto che ti sei fatto avanti!”, rise e si alzò, lanciandosi contro Harry.
“AAAAAHHHHHHHH!” urlò lui.

Nell’istante in cui i loro corpi si toccavano, Harry fu svegliato dagli scossoni di Ron.
“Cos’è successo, ti stavo per svegliare perché erano le sette passate, quando tu hai iniziato ad agitarti?!”
la voce di Ron lo raggiunse a fatica, ma poi lo svegliò completamente
“Niente” rispose Harry tranquillo, alzandosi e cominciando a vestirsi “Soltanto un sogno”
“Come l’anno scorso?” chiese Ron, spaventato
“NO, molto più normale; oddio, molto strano ma di sicuro Voldemort non c’entra!”
Aveva ormai finito di cambiarsi, così prese le robe dei compiti e scese, di fianco a Ron, fino alla sala comune. Presero posto ad un tavolo vicino al fuoco, e si misero a fare trasfigurazione, ma Harry era molto distratto. Alla quinta volta che Ron lo avvertiva che si stava sporcando una manica di inchiostro Harry depose la piuma.
“Sai, forse te lo dovrei raccontare, quel sogno. In due magari riusciamo a capirci qualcosa!”
“Dai, racconta” rispose Ron, felicissimo di evitare i compiti. Harry ripetè tutto il sogno all’amico, con abbondanza di particolari. Alla fine rimasero un po’ tutti e due in silenzio, pensando
“Certo che sei proprio cotto. Ti sogni mia sorella tutte le notti. Maniaco!”
“NOOO, e poi stavolta era anche vestita”
“Questo cosa significa?”
“Lascia stare va, non ho voglia di fare a pugni” Harry sentì dei passi, e vide Hermione e Ginny scendere insieme, fece l’occhiolino a Ron
“Come mai così mattinieri oggi?” chiese Ginny
“Compiti” rispose Harry, triste indicando le pergamene “E voi?”
“Lei” disse Hermione indicando con un cenno del capo l’altra ragazza “Era molto impaziente di sapere del suo provino!”
Harry si alzò prontamente, e seguito da Ron, raggiunse Ginny, a metà strada, verso la bacheca
“Vieni con me?!” disse abbracciandola, e costringendola dolcemente a sedersi su un divano. Ron e Hermione si sedettero su un altro divano, e osservarono la faccia di Harry sparire tra i capelli rossi di lei, mentre la baciava. Hermione era molto emozionata, e all’inizio neanche si accorse della mano di Ron che si infilava nella sua; appena se ne rese conto alzò gli occhi su di lui, e vide che la guardava. Ma distolse subito lo sguardo, e anzi ritirò anche la mano, vedendo che gli altri due si staccavano, rossi in faccia.
Ginny sembrava appagata mentre diceva “Immagino che fosse un modo per addolcirmi la pillola. Non ho superato i provini?”
“OH, invece si che li hai superati MA…”
“Perché ci deve sempre essere un ma?!” fece lei, sbuffando. Fu Harry a finire la frase iniziata dall’amico “siccome abbiamo fatto una votazione, e sei passata per tre contro due”
“E dov’è il problema?”
“Bhe, in verità niente, c’è solo una piccola cosetta” disse Ron “siamo stati noi a votare contro di te!” la sua voce si era affievolita mentre parlava.
“COSA! Devo aver capito male… ho sentito che mio fratello e il mio ragazzo hanno rifiutato di avermi in squadra”
“NOO” disse Harry stringendola a sé, anche se lei cercò di respingerlo, fredda “Nessuno ti ha respinto, noi abbiamo accettato la scelta della maggioranza, ma in parte avremmo preferito che tu ne restassi fuori, perché avevamo paura che ti facessi male”
Ginny era sbalordita
“Ti prego, di qualcosa, pensa che l’abbiamo fatto per il tuo bene”
Lei spintonò via Harry, che non se lo aspettava, e cadde a terra, poi guardò Hermione, che sembrava stupita. Harry si rialzò, mentre anche lei si alzava e gli si piazzava davanti. La sua reazione non fu peggio di quello che si erano immaginati. Iniziò a parlare ad alta voce
“Forse non ve ne siete accorti… si anche tu Harry” disse in risposta al gesto del ragazzo “ma non sono più una piccola bambinetta indifesa, e voi non avete sempre il compito di proteggermi. Comunque prima o poi entrerò nel mondo, e quel giorno voi non sarete lì a proteggermi. Dovete smetterla di preoccuparvi per me; me la so cavare da sola”
Harry provò a prenderla per le spalle, intenzionato ad abbracciarla, ma lei lo spinse di nuovo indietro
“E non provare ad usare la dolcezza. Con me non attacca!” detto questo corse su per le scale, piangendo dalla rabbia. Hermione stava per andarsene, ma Harry la fermò “Dille che oggi alle dieci c’è un allenamento… credi di riuscire a calmarla?”
“Si, credo di si. Era proprio incazzata, e non solo; l’avete delusa… se devo dire la verità avete deluso anche me! Comunque ci proverò”
“OK, grazie Hermione. È importante che lei venga, è il primo allenamento a squadra completa. Se ti va di venire anche te per un po’ a vederci… ci sono altri grifondoro che vengono a vedere il nostro allenamento?”
“Ci penserò” rispose lei, mentre si incamminava su per le scale.
“Andiamo a fare colazione!” disse Harry “Se aspettiamo ancora un po’ poi non riusciamo a digerire in tempo”
Così si incamminarono tutti e due verso il ritratto, e imboccando alcuni passaggi segreti raggiunsero in poco la sala grande. I tavoli erano già al loro posto, coperti dalla colazione, ma c’erano poche persone che mangiavano. Al tavolo di grifondoro c’era solo Frank, accompagnato da Katie. Andarono a sedersi di fronte a loro
“Pronti per l’allenamento?” chiese Harry.
Katie annuì, mentre l’altro disse “Si, capitano! Sempre pronto quando vuole lei!”
La ragazza ridacchiò, mentre Harry alzava la testa dal suo the “Prima di tutto” disse mostrandosi deciso, nonostante fosse veramente giù “non darmi del Lei. Mi fa schifo, mi fa sentire vecchio. Secondo chiamami ancora capitano e ti strego, costringendoti ad umiliarti davanti a tutti. Per te, come per tutti sono solo Harry”
Il ragazzo lo guardò ridacchiando, e disse “OK, cap… ehm Harry”
Katie invece si era incupita “Cosa c’è che non va?” evidentemente aveva colto la nota di infelicità nella sua voce “E non nascondermelo; si vede lontano un miglio che sei triste… e anche Ron!”
“Bhe, ecco…” ma poi si convinse a parlare “Ecco, noi abbiamo litigato con Ginny!”
“Ginny… non mi piace quella ragazza!”
La reazione dei due ragazzi fu immediata; Harry alzò su Frank uno sguardo pieno d’odio, Ron invece estrasse la bacchetta e, del tutto incurante della presenza dei professori, glie la puntò contro
“Dillo un’altra volta se c’hai il coraggio!”
“Io, bhe…io non volevo…”
“Lascia perdere” disse Katie, tranquillizzando Harry con lo sguardo, e abbassando la mano di Ron che reggeva la bacchetta “Sono molto tesi per questa litigata, normalmente non avrebbero reagito così; avrebbero capito che lo dicevi per cercare di farli felici” poi si rivolse a Harry “Cos’è successo, le avete raccontato della votazione?!”
“Già” rispose Harry, scotendo la testa, e riabbassando lo sguardo sulla sua tazza “E non l’ha presa per niente bene! Adesso Hermione a cercato di calmarla, ma probabilmente resterà incazzata almeno fino alla fine dell’allenamento!”
Tornarono tutti a concentrarsi ognuno sulla propria colazione, e dopo poco arrivarono Ginny e Hermione. Il tavolo ormai non era più vuoto, poiché oltre alla squadra al completo erano presenti tutti quei ragazzi che guardavano abitualmente il loro allenamento. Harry alzò la faccia a cercare di incrociare lo sguardo di Ginny, ma lei non lo stava guardando. Procedette verso l’estremità opposta della tavola, e si sedette per fare colazione. Harry tornò a concentrarsi sul the per finirlo. Passò ancora una ventina di minuti, poi Harry vinse la tristezza, e si alzò, prontamente imitato da Ron, Katie e Frank. Al vederli in piedi anche Sloper e Kirke si alzarono, e per ultima anche Ginny. Procedettero in gruppo verso la sala comune, salirono nei rispettivi dormitori a prendere le loro cose, e poi si ritrovarono nella sala comune. Ginny continuava ad avere la faccia scura, e la squadra si avviò in silenzio, seguendo l’esempio del capitano. Sembrava una processione funebre tanto tutti erano silenziosi e rispettosi.
Quando uscirono dal portone una lieve brezza accarezzò le loro facce, risvegliando Harry, che scambiò anche qualche parola con Ron. Attraversarono i prati ed entrarono negli spogliatoi. Dopo che si furono tutti cambiati negli spogliatoi separati, si ritrovarono tutti insieme all’ingresso in campo. Harry si girò verso il gruppo di giocatori, e annunciò “Oggi continuiamo ancora con il volo; facciamo almeno un ora e mezza. La restante mezz’oretta facciamo un po’ di gioco libero, giusto per riabituarci a volare con tutte le palle!”
Una voce proveniente dal gruppo lo raggiunse, e lui riconobbe subito la voce di Frank, chissà perché ma quel ragazzo gli stava proprio antipatico
“Che palle, le lezioni di volo le abbiamo già fatte in prima e seconda!”
“Già, ma una buona squadra di quidditch si basa, prima di tutto, sull’abilità di volare dei propri giocatori. Se tu volassi solo in linea retta, non combineresti un cazzo! In questo campionato ci troveremo ad affrontare avversari fisicamente molto superiori, come i serpeverde. Se uno dei loro cacciatori ti si avvicina ti disarciona come niente; vero Katie” la ragazza annuì, mentre tutti la guardavano “Comunque se tu preferisci non seguire sei liberissimo di prendere la pluffa e tirare; ricordati solo che serpeverde è la prima partita, e potresti farti veramente molto male!”
Frank sembrava spaventato da quelle parole, ma ribatté “E chi dice che tu sia capace di insegnarci a volare meglio”
“Lo dico io!” fece Ron, che sembrava ancora incazzato con il ragazzo, ma Harry lo zittì con un gesto
“Nessuno, semplicemente io sono attualmente il miglior cercatore della scuola… e lo sanno tutti che i cercatori sono i giocatori che volano meglio!”
Queste parole zittirono Frank, e la squadra entrò in campo, montando sulle scope. Iniziarono i soliti esercizi, intensificandoli mano a mano che l’allenamento andava avanti. Come ultima prova per quel giorno Harry preparò un percorso, che racchiudeva tutte le esercitazioni, e lungo quanto il campo, con diversi ostacoli animati magicamente. Chiamò attorno a sé la squadra, e spiegò loro come dovevano compiere il percorso. Per concludere disse queste parole “Dubito che per oggi nessuno di voi riuscirà a scendere sotto i due minuti. Sappiate che per la fine di questi allenamenti di volo dovrete riuscire tutti a stare sotto al minuto… logicamente quelli che so essere più abili a volare, dovranno dimostrare la loro superiore abilità” dicendo questo guardò Ginny, che fissava a terra, e in seguito Frank “Bene! Chi vuole cominciare?”
Stettero tutti zitti e immobili, e dopo un po’ si fece avanti Katie
“Brava, Katie; voi altri decidete tra di voi un ordine. Intanto io vado infondo al percorso. A turno, dopo Katie, aspettate il mio via e partite. Stopperò il cronometro quando toccherete le porte!”
Mentre andava in là Harry vide i cinque ragazzi che discutevano animatamente, mentre Katie si posizionava, pronta a partire, preparandosi al percorso. Quando fu arrivato in fondo vide che il gruppetto s’era sfaldato, e sembrava che a Katie sarebbero succeduti, nel ordine, Frank, Sloper, Ron, Kirke e Ginny. Diede il via, e seguì con lo sguardo Katie, sfrecciare per il primo tratto, aveva deciso che avrebbe lasciato loro finire il giro, e li avrebbe corretti una volta in fondo. La ragazza ebbe diversi problemi con alcuni ostacoli, e impiegò un tempo totale di due minuti e tredici secondi. Quando ebbe finito Harry si congratulò con lei, e le disse di fermarsi lì. Seguirono gli altri, che impiegarono tutti tempi più alti.
Frank impiegò due minuti e diciassette, seguiva Ron, a due minuti e ventitré, poi Kirke a due e trenta, e ultimo Sloper, a due e trentanove. Tutti avevano avuto tempi alti, non per mancanza di velocità, ma perché avevano avuto diversi problemi con gli ostacoli. Ora toccava a Ginny, che stava aspettando il via; partì abbastanza bene, e fece bene tutto il percorso. Toccò solo due ostacoli, e impiegò un tempo di un minuto e quarantanove. Tutta la squadra la accolse con un applauso, ma Harry iniziò subito a correggerla, come aveva fatto con gli altri “Bene, hai fatto un buon percorso, ma sei lenta; da te mi aspettavo qualcosa di meglio. Hai giocato da cercatore; la prossima volta vai più veloce, non aver paura. Puoi anche toccare di striscio un paio di ostacoli, ma devi procedere molto più veloce…”
“Ma stai un po’ zitto. Vorrei vedere te. Secondo me non riesci neanche a fare meglio del mio tempo, figuriamoci sotto al minuto” Ginny era esplosa
“OK, era una sfida? Perché guarda che l’accetto. Ti avverto che hai già perso” Harry, che era già sembrato abbastanza teso, scattò. Lanciò il cronometro a Ron e si avviò verso l’altra estremità del campo. Si guardò indietro; Ginny aveva una faccia a metà strada tra quella arrabbiata, che aveva anche prima, e una nuova, terrorizzata.
Dietro di lei riconobbe Katie e Ron, che avevano delle facce attonite; loro due erano gli unici a sapere veramente bene quanto era bravo Harry. Gli altri tre stavano parlano tra di loro, e Harry fu raggiunto dalla parola, scommessa, pronunciata dall’inconfondibile voce di Frank. Nessuno degli altri due però sembrava accettare. Dopo un po’ Ron si girò, e parlò un attimo col ragazzo. Poi si strinsero la mano, evidentemente Frank aveva voluto scommettere contro di lui, e anche una bella somma, a giudicare dagli sguardi colpiti degli altri.
Harry si sentì più sicuro, Ron si fidava di lui; ma qualcosa continuava a contorcerglisi dentro. Possibile che Ginny avesse veramente dubitato di lui, o forse aveva parlato sull’onda della rabbia che la accompagnava dalla mattina. Per lui era più importante l’opinione di Ginny, che non quella di tutta la squadra. Però le aveva visto in faccia anche un’espressione di terrore. Il percorso fino all’altra estremità del campo fu estremamente lungo, benché Harry procedesse ad andatura sostenuta.
Quando finalmente giunse di là, si mise in posizione; dopo un attimo sentì la voce di Ron dargli l’avviso della partenza. Scattò velocissimo in avanti, superando tutti gli ostacoli il più vicino possibile, in modo da mantenere una traiettoria il più rettilinea possibile, e una velocità altissima. Si esibì anche a tratti in un volo estremamente acrobatico e pericoloso. In questi momenti Ginny tremava, vedendolo magari sfrecciare a testa in giù, sfiorare ostacoli, rischiando quasi di cadere. Arrivò in fondo velocissimo, sporgendo la mano a toccare il palo della porta, deviando poi dalla sua traiettoria, che lo avrebbe portato a schiantarsi dritto in mezzo agli spalti.
Quando ebbe rallentato abbastanza tornò verso il gruppo
“Ecco un altro errore che avete fatto tutti, tranne Katie, rallentate troppo presto, dovete continuare veloce fino alla fine; il cronometro continua fino a quando non avete toccato”
“OK, ma è anche vero che tu hai una scopa più veloce” disse Frank
“Certo, questo è vero, ma è anche vero che una scopa veloce va saputa usare; nessuno di voi ha usato al massimo la sua scopa. Comunque non pretendo che voi facciate chissà cosa la prima volta. Oggi avete fatto dei buoni primi tempi, io vi ho solo dato dei consigli per cercare, col tempo, di migliorare!”
“Comunque tu chissà quante volte hai fatto questo percorso?!” disse Frank, che sembrava intenzionato a trovare tutti i modi per far vincere Ginny
“Quanto avete scommesso?” gli chiese Harry, con un sorriso
“Ehm… ma come fai a saperlo” Ron era arrossito
“Lo so e basta!”
“Abbiamo fatto cinquanta galeoni” rispose il ragazzo
“WOW. Comunque se vuoi possiamo aggiungere un minuto al mio tempo, in fin dei conti io sono un cercatore, e non pretendo che nessuno sia al mio livello. Non sarebbe una sfida leale.” Frank annuì “A questo punto mi sembra scorretto che tu abbia scommesso con Ron, lui ha il tempo, e può decidere di rifiutare se perderebbe…”
Frank si intristì perché pensava di perdere una buona scommessa; credeva di aver praticamente già vinto, ma annuì
“…Mi sostituisco io a Ron” continuò Harry “Cinquanta galeoni che il mio tempo più un minuto è meglio di quello di Ginny!”
Frank sembrava esitare a tendere la mano; alla fine strinse quella di Harry, dicendo “OK, ci sto”
“Bene, Ron, quanto ho fatto per tutto il percorso?”
“Trentacinque secondi!”
Ci furono un sacco di esclamazioni di stupore, e dei bisbigli
“Che schifo” disse Harry “È un tempo altissimo, avrei dovuto fare almeno venticinque… comunque per la scommessa significa un minuto e trentacinque, contro uno e quarantanove di Ginny… ti lascio una settimana per portarmi i soldi!” sorrise, mentre la squadra lo acclamava “Purtroppo abbiamo sforato il tempo massimo. Alle dodici e trenta inizia il pranzo, e noi abbiamo solo mezz’ora per fare tutti la doccia. Sbrigatevi, io smonto qua e vi raggiungo. Sussurrò un incantesimo, e poi seguì la sua squadra negli spogliatoi. Lui e Ron furono gli ultimi a fare la doccia. Mentre erano sotto i primi due Harry parlò, divertito, a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti
“Facciamo così, d’ora in poi anch’io faccio gli esercizi, cercando di raggiungere i tempi ottimali per me, e ogni volta che ci impiego troppo vi permetto di criticarmi. Comunque vi prenderete una buona rivincita quando giocheremo con la pluffa” poi aggiunse più serio “Comunque dovete capire che lo faccio per il vostro bene; così diventiamo ancora più forti, è da tre anni che non perdiamo, e non inizieremo proprio adesso! Anche perché se non vinciamo la coppa quest’anno i grifondoro ci scannano!” era tornato scherzoso.
Nel frattempo si stavano tutti cambiando, e lui e Ron si infilarono in doccia. Le due docce erano divise dal resto dello spogliatoio da una porta. Ad un certo punto qualcuno bussò. Harry e Ron si guardarono stupiti, poi parlarono “Avanti”
La porta si spalancò ed entrarono due ragazzi, con dei secchi pieni d’acqua gelida, e glie li rovesciarono addosso. I due cercarono di farsi schermo il più possibile con le mani, ma vennero comunque raggiunti dall’ondata di acqua. Sentirono gli altri tornati di là che ridevano, ad un certo punto sentirono gridare “Muovetevi, che vi stiamo aspettando; le ragazze sono già andate”
“Voi iniziate ad andare” disse Harry, che si stava sciacquando accuratamente i capelli, ormai lunghi quasi fino alle spalle “Noi ne avremo ancora per un po’ “
Nonostante ciò, quando cinque minuti dopo uscirono dalla doccia, li trovarono ancora lì, che li aspettavano. Allora si rivestirono velocemente, anche se alla fine dovettero tutti aspettare Harry, che aveva perso molto tempo ad asciugarsi almeno un po’ i capelli, e che si stava ancora infilando i jeans. Poi infilò la maglietta e le scarpe, ricoprendosi con la tunica.
Uscirono tutti insieme dagli spogliatoi, incamminandosi verso il castello a passo spedito, quasi correndo. A metà strada Harry, che marciava in testa, chiamo Frank, che gli si affiancò subito
“Per questa volta ti do un’altra possibilità, ma se dici ancora una volta qualcosa sulla mia ragazza niente riuscirà a fermare quello là, dopotutto è sua sorella!”
“Non sembra proprio che quella là sia la tua ragazza. A momenti non vi parlate neanche!”
“Fino a stamattina non riusciva a stare per più di due ore senza abbracciarmi; mi veniva a cercare negli intervalli. Comunque durerà ancora poco, spero, abbiamo solo fatto una litigatina sul quidditch. Ah, e non provare mai più a contraddirmi, a meno che tu non voglia essere umiliato… Hai visto cosa succede!”
“Eh già… quindi mi stai dando la possibilità di ricominciare” Harry annuì “E magari di riuscire anche a diventare tuo amico!”
“Già. A proposito dei soldi che mi devi…”
“Non preoccuparti, e come se fossero già in mano tua!”
“A dire il vero volevo dirti che potevi anche tenerteli, ma se proprio vuoi pagare, dalli a Ron, magari riesci a levarti dalla lista dei suoi nemici giurati” disse e scoppiò a ridere. Intanto erano arrivati a scuola, e salirono le scale di corsa, verso la loro sala comune. Lasciarono tutto lì, e scesero per pranzare, visto che gli altri alunni erano già in sala grande da diversi minuti.
Quando arrivarono e entrarono dalla porta della sala, tutti si voltarono a guardarli. I suoi amici al tavolo di grifondoro sembravano felici di vederlo; tutti tranne Ginny, che appena lo vide spostò la sua borsa sulla sedia libera, accanto a sé. Harry profondamente intristito si sedette, insieme a Ron, vicino ai suoi compagni di dormitorio. Gli altri si sedettero, unendosi alle conversazioni dei loro amici.
Anche Ron sembrava abbastanza felice; si riempì il piatto di un po’ di tutto, e si inserì subito nella discussione degli amici. Harry invece continuava a lanciare sguardi in direzione di Ginny, mangiucchiando ogni tanto qualche boccone di carne. Dopo che ebbe finito il secondo, e apparsero i dolci, anche lui si riprese un po’, e si unì alla discussione degli amici, che parlavano di come procurare una bella insonnia ai serpeverde per la mattina dopo.
“Io ho già in mente un bel piano, non è neanche tanto complesso, ma bisogna essere in pochi; probabilmente andremo soltanto io e Ron. Solo una cosa non è contemplata nel mio piano: per sapere se ha funzionato a tenerli svegli la notte bisogna che domattina abbiamo una qualsiasi lezione con almeno uno di loro. A dire il vero io voglio colpire principalmente Malfoy, e sarebbe inutile se domattina ci fosse pozioni. Nessuno di voi sa che materia abbiamo il lunedì mattina?”
“Mh, se non sbaglio c’è” disse Dean, controllando contemporaneamente l’orario “Già, mi ricordavo giusto. Purtroppo abbiamo due ore di difesa. Se l’effetto durasse più di due ore… poi abbiamo trasfigurazione”
“No! Io posso tenerli svegli anche tutta la notte, facendo casino fuori dalla sala comune. Ma se hanno due ore libere al mattino riusciranno sicuramente a riposarsi, se non in dormitorio in qualche altro posto! Cazzo era così bello come piano, forse potremmo metterlo in atto un altro giorno! Abbiamo mai trasfigurazione alla prima ora?”
“No”
“Allora potremmo ripiegare su incantesimi”
“Già”
“Si potrebbe”
Stavano continuando a progettare, spingendosi sempre più nel particolare, quando Katie si avvicinò a Harry, tirandolo via dagli amici con la scusa di dovergli dire una cosa privata. Quando furono in disparte gli mise in mano un foglietto, dicendo “Da Hermione” poi si allontanò, tornando verso il suo posto. Harry si riavvicinò agli amici, guardando in direzione di Hermione, e la vide alzargli il pollice in un gesto di vittoria. Poi guardò nel posto accanto a lei, ma non vide Ginny, e non la vedeva da nessuna parte. Si risedette, e agli amici che gli chiedevano cosa avesse voluto Katie rispondeva con dei semplici “niente”. Aprì il foglio e lo lesse

Sono riuscita a convincerla; ti aspetta all’una e mezza in sala comune, lei è già andata là. Non farla aspettare

Harry guardò l’orologio, era l’una e venti; aveva ancora il tempo di pianificare gli ultimi dettagli con gli amici. Passò di nascosto il foglio a Ron, facendogli segno di leggere, e ricominciò a parlare, tenendo d’occhio l’orologio. Allora intervenne Seamus, per la prima volta da quando avevano iniziato quel discorso
“Secondo me non dovreste!”
“E perché no, hai forse paura che i serpeverde ci facciano qualcosa! Non sapranno neanche chi è stato”
“No, certo, ma è rischioso, potrebbero scoprirvi, e togliervi un sacco di punti. Piton è sempre vigile”
“All’una?! Starà dormendo pure lui, poverino. E comunque se anche facessero dei turni proprio davanti alla sala comune di serpeverde non ci sgamerebbero. E poi se anche perdiamo un po’ di punti non è un problema, ultimamente abbiamo sempre vinto di misura sui serpeverde. E prima o poi troveremo il modo per far togliere punti anche a loro!”
“L’argomento è chiuso” disse Harry, sbrigativo “Sceglieremo poi la sera più adatta. Adesso io devo andare ad un appuntamento importante. Oggi pomeriggio facciamo i compiti insieme?”
Gli altri annuirono, e lui si alzò velocemente
“A dopo!”
Aveva meno di cinque minuti per raggiungere la sala comune. Ron lo vide allontanarsi, sistemandosi i capelli, che erano in uno stato pietoso dopo la doccia e la poca cura dovuta alla mancanza di tempo. A metà strada si accorse di essere in enorme ritardo, così prese a correre, per cercare di raggiungere Ginny prima che se ne andasse incazzata.
Arrivò al ritratto, affannato, e diede la parola d’ordine tra un respiro e l’altro, cercando di regolarizzare il fiato e di sembrare tranquillo. Si arrampicò per il passaggio che portava alla sala comune, e appena dentro vide Ginny, seduta su una poltrona vicina al fuoco, aveva lo sguardo basso. Harry le si avvicinò, e in quel momento senti più di tutte le altre volte quel giorno, la mancanza del caloroso abbraccio della ragazza. Si fece forza e si sedette in un divano, la vide alzare lo sguardo
“Sei in ritardo” disse indicando l’orologio appeso sopra al camino
“È vero, scusa. È solo che stavo finendo di parlare di una cosa con i miei amici”
“Così sono più importanti gli amici di me?!”
“No! Questo non è vero…”
“Allora perché ti sei trattenuto a parlare con loro?” la sua voce era abbastanza rabbiosa
“Non è come pensi…”
“Ah no!”
“No, stavamo parlando di una cosa, e sai com’è… abbiamo poca memoria, così ho aspettato che prendessimo una prima decisione, veloce! E dopo ho fatto l’impossibile per arrivare in orario”
Lo sguardo di Ginny era tornato basso, ma Harry non riusciva a smettere di fissarla. Passò quasi un minuto di silenzio, prima che Harry si decidesse a parlare di nuovo, a dire la cosa che avrebbe dovuto dire subito
“Ehm, senti… io…” lei rialzò lo sguardo, dai suoi occhi era sparita ogni traccia di rabbia, vi si leggeva solo tristezza. Harry era in difficoltà “… ecco, io, volevo dirti che…” perché diavolo gli era sembrato così facile da dire, quando ci aveva pensato prima “… cioè… io volevo chiederti…” perché continuava a guardarlo con quei suoi occhi, sembrava che dicessero: vieni qui, abbracciami e dimentichiamo tutto “…ehm insomma… scusa”
La ragazza fece un sorriso, probabilmente pensando a tutto il tempo che ci aveva messo Harry per dire una parola
“Penso che accetterò le tue scuse, ma mi devi promettere che d’ora in poi non farai più il mio fratello maggiore, per quello bastano e avanzano Ron, e tutti gli altri!” lo sguardo di Harry si era illuminato, e finalmente i loro occhi si incontrarono, lei sembrò vederlo veramente per la prima volta, con gli occhi finalmente allegri
“Ma come hai fatto a conciare così i tuoi bellissimi capelli?” dicendo questo si era alzata ed era andata a sedersi sulle sue gambe, e iniziò a cercare di sistemargli i capelli
“Sai com’è, il quidditch, la doccia, e poi sono dovuto correre a pranzo, non ho neanche avuto il tempo di pettinarmi”
“Sai, io ti preferisco così, al naturale… quando ti pettini assomigli terribilmente ad una ragazza, così invece sei fighissimo” mentre lo diceva le loro teste si avvicinavano sempre di più
“Non ti sembra di correre un po’ troppo? Ci siamo appena rimessi insieme!” ormai erano così vicini che Harry non vedeva altro che i suoi capelli rossi, e ci si perse con lo sguardo
“Perché, avevamo rotto?! E poi non ti sei fatto tutti questi problemi neanche l’altro giorno sul treno!”
“È vero, ma lì era diverso, adesso abbiamo appena passato una fase critica, e…”
Le altre parole gli morirono in gola, bloccate da un travolgente bacio di Ginny, che lo costrinse a sdraiarsi sul divano. Quando si staccarono Harry disse “Devo ancora dirti una cosa, è molto importante!”
Lei si tirò su di scatto, irritata “Cosa?”
“Ecco, vedi volevo scusarmi anche per l’allenamento”
“Ah, era quello” il suo sguardo tornò dolce “Non è un problema, non me l’ero neanche presa, ero solo incazzata; se fossi stata lucida non ti avrei mai sfidato, so quanto voli bene, anche se non credevo che fossi così pazzo, mi hai messo una paura…”
“Scusa, Gin”
“… bhe, nonostante tutto devo ammettere che eri proprio bello mentre sfrecciavi su quella scopa, con i capelli al vento”
Tornarono ad abbracciarsi e a baciarsi passionalmente; a metà di un bacio Harry sentì un rumore di passi, e riuscì a vedere dei piedi che uscivano dal passaggio, ma Ginny non accennava a smettere. Dopo un po’ vide tre paia di piedi avvicinarsi
“Ehm, scusa Ginny…” smisero di baciarsi, e entrambi alzarono lo sguardo seccati, restando abbracciati, era stato Ron a parlare “… Potresti lasciarlo un po’ anche a noi; dovremmo fare i compiti e siamo pieni?!”
“OK, solo se mi fate sedere con voi?”
“Nessun problema, ma tu non devi fare i compiti?”
“Già fatti” e dopo questa risposta diede un ultimo bacio ad Harry, prima che lui andasse in dormitorio con gli amici a prendere i compiti, poi si sedette ad un tavolo, aspettandoli
“Vi siete rappacificati, neh”
“Perché, non si notava, sembrava forse che stessimo facendo un incontro di lotta?!”
Scoppiarono tutti a ridere, poi Ron disse “Adesso basta! Dobbiamo stare seri! Dobbiamo fare pozioni, trasfigurazione e incantesimi”
Passarono tutto il pomeriggio sui libri, tranne che per una breve pausa, durante la quale fecero un salto nelle cucine, e presero qualche dolce per far merenda. Avevano cercato di convincere Hermione a farli copiare, o almeno a correggere i loro compiti, ma lei si scusò dicendo che non li aveva ancora fatti. Disse che era stata molto impegnata, e che avrebbe lavorato dopo cena, e quindi dovettero fare tutto da soli.
Quando finirono erano ormai le sette, ed ebbero solo il tempo per una veloce partita a carte, prima di scendere a cena, decisamente stufi di compiti. Dopo cena il professor Silente prese la parola
“Sono felice di avvisarvi che domattina arriverà il vostro professore di difesa contro le arti oscure, appena in tempo per svolgere le prime ore della giornata”
Tutto il tavolo dei grifondoro esplose in esclamazioni di insofferenza. Mentre si alzavano, per tornare nella sala comune, Harry raggiunse Ron, Seamus e Dean e disse sottovoce “Stanotte!”
Gli altri annuirono, tranne Seamus
“Sicuri di volerlo fare… se vi sgameranno ricordatevi che io vi avevo avvertito!”
“Comunque” intervenne Dean “Cosa avete intenzione di fare, più di preciso?”
“Semplicemente andiamo davanti alla loro sala comune, verso l’una, e piazziamo qualche scherzetto magico, di quelli belli rumorosi, li facciamo partire e poi scappiamo via!”
“Decisamente semplice, ma” obbiettò sempre Seamus “sicuramente loro andranno a chiamare Piton, che li disinnescherà”
“Prima di tutto” gli rispose Ron “li deve individuare, li nasconderemo molto bene. E poi se anche li trova pensi che sia una cazzata disinnescarli, sono protetti dalla maggior parte degli incantesimi” Ron mostrò loro un pacchettino delle dimensioni di una scatola di fiammiferi “Questo da solo fa un baccano pazzesco”
“Lo tieni sempre in tasca?”
“Ci sono affezionato! Ha una durata regolabile, e può essere recuperato e riempito di nuovo di polvere”
“Come cazzo avete fatto ad averli?”
“Sai com’è, quando hai le conoscenze e le parentele giuste, tutto è possibile!”
“Quanti ne mettete?”
“Almeno cinque, e regoliamo l’ora in modo che smettano domattina alle sette”
“Troppo forte! Speriamo che il professore di difesa sia severo, così che li punisca tutti, o per il ritardo, o perché si addormentano durante la sua prima lezione! Ti immagini quanti punti gli toglie se si addormentano tutti”
Parlando erano arrivati in sala comune, e presero posto all’ultimo tavolo libero, mettendosi a giocare a scacchi. Subito Ginny si avvicinò a loro, intenzionata a sedersi a fianco di Harry. Dopo che li ebbe salutati tutti Ron le chiese “Dov’è Hermione?”
“È là a fare i compiti!”
“Ah, allora non l’aveva detto solo per non farci copiare!”
“No, ha passato tutta la giornata, o con me, o a parlare con sua sorella” diede un bacio a Harry “Io ora vado a letto, sono stanchissima, buona notte”
“Buonanotte”
“ ‘Notte”
“ ‘Notte”
Quando Ginny si fu allontanata
“Bene, ora non ci resta che aspettare, verso mezzanotte andiamo in dormitorio, e ci prepariamo bene; mezzanotte e mezza iniziamo a scendere verso la sala comune di serpeverde”
E ripresero a giocare a scacchi; verso mezzanotte meno venti non c’era più nessuno sveglio, così decisero di anticipare l’azione. Ron salì in dormitorio, a prendere i botti, il mantello dell’invisibilità, la mappa del malandrino e il necessario per attivare i petardi. Seamus e Dean furono molto colpiti dal mantello, ma dopo che Ron ebbe loro mostrato la mappa, non riuscirono più a staccarle gli occhi di dosso
“Tutto quello che gira a Hogwarts passa prima o poi per le tue mani, neh!”
“No! Il mantello l’ho ereditato da mio padre, e anche la mappa era sua, ma l’ho ottenuta tramite Fred e George! Un giorno o l’altro vi spiegherò tutta la storia per bene”
“Vabbè, praticamente c’hai tutto quello che serve per muoversi di nascosto”
“Già!”
Harry si infilò in tasca tre dei pacchettini, e, presa in mano la mappa, si gettò addosso il mantello. Ron lo seguì sotto, e sparirono entrambi alla vista degli amici
“Buona fortuna” sussurrò Dean, mentre il quadro si richiudeva.
Harry camminava con il naso incollato alla mappa, mentre Ron ogni tanto accendeva la bacchetta, quando era sicuro che nessuno li potesse vedere. L’unico imprevisto avvenne quando passarono dall’ingresso, improvvisamente attorno a loro si materializzarono alcuni elfi domestici, intenti a fare le pulizie. Harry e Ron si presero un bello spavento, ma si appiattirono subito al muro, continuando a camminare lentamente di lato.
Erano quasi arrivati alla scalinata che portava ai sotterranei, quando Ron pestò una zona di pavimento che scricchiolò. Istintivamente i due ragazzi si immobilizzarono, trattenendo il fiato. Gli elfi diedero solo qualche occhiata nella loro direzione, ma poi continuarono a pulire. Quando furono silenziosamente arrivati fino a metà scalinata, fecero entrambi un sospiro, pensando al pericolo scampato. Dopo Ron, che aveva già recuperato il suo buonumore, disse “Non siamo ancora stati in cucina, quest’anno!”
“Già, potremmo fare un salto domani”
“No! Meglio non stressarli subito, avremo bisogno di grandi quantità di cibo per le feste, quando vinceremo le partite!”
Parlando così erano arrivati al quadro che sapevano nascondere i dormitori dei serpeverde. Harry controllò un ultima volta la mappa, per assicurarsi che non ci fosse nessuno in zona, e che nessuno si stesse avvicinando, poi uscì da sotto il mantello, seguito da Ron.
Per prima cosa trovarono sei posti ben nascosti, fessure tra i mattoni, buchi nella pavimentazione, uno lo misero addirittura nascosto sul baraccio di una torcia. Nascosti tutti bene Harry controllo ancora la mappa, e poi aiutò Ron a attaccare una miccia per ogn’uno, bella lunga. Quando le ebbero messe tutte e sei le riunirono vicino ad una parete, con una lunghezza tale da partire circa un minuto dopo l’accensione.
Si nascosero di nuovo sotto al mantello, e poi Ron estrasse la bacchetta “Incendio” mormorò, e le micce presero fuoco. Si incamminarono verso le scale a buon passo, in modo di essere già ad una bella distanza quando sarebbero partiti. Mentre stavano attraversando la sala grande sentirono un botto enorme, e poi altri colpi, più veloci, alcuni acuti, altri talmente bassi e forti da far tremare le pareti.
I due ragazzi si misero a sghignazzare, e accelerarono il passo, mentre Harry guardava l’ora
“Mezzanotte e mezza! Sbrighiamoci, se no domattina non ci svegliamo più”
Quando raggiunsero il quadro e entrarono nella sala comune, togliendosi il mantello videro solo Dean e Seamus, seduti ad un tavolo. Seamus aveva la testa appoggiata al tavolino, e sonnecchiava. Appena vide i due amici comparire dal nulla Dean, che sembrava altrettanto intontito, si riscosse, e diede uno scrollane al compagno, che sollevò la testa contrariato
“Perché mi hai svegliato? dormivo così bene!”
“Bhe” disse Harry “Se vuoi dormire veramente bene ti conviene metterti a letto”
al suono della sua voce Seamus si risvegliò completamente
“Ah, siete tornati, ora possiamo andare a letto!”
“Certo, Seamus” gli rispose Dean, poi si rivolse agli altri due “Allora, com’è andata?”
“Benissimo, i fuochi sono partiti, e fanno un baccano della madonna! Li abbiamo nascosti benissimo! Ora andiamo a dormire, che se no domani ci bacchiamo anche noi una punizione!”
Salirono insieme verso il dormitorio, mentre Ron raccontava agli altri due tutta l’avventura, nei minimi particolari. Intanto Harry stava pensando ad altro, e soprappensiero inciampò su uno scalino; per fortuna che era davanti, così gli amici lo riuscirono ad afferrare, prima che rotolasse giù dalle scale.
“Che c’è, Harry?”
“Niente… niente… stavo solo pensando ad altro!” rispose per rassicurare gli amici “Niente di importante!”
Arrivarono in dormitorio e si cambiarono, infilandosi nei letti. Neville dormiva già, sentivano il suo russare, e così non poterono parlare, e si misero a dormire subito, augurandosi una buona notte. Harry si addormentò quasi subito, spossato per la giornata faticosa e la litigata con Ginny, ma felice di essere riuscito a rappacificarsi con la ragazza.

Stava sognando di giocare a scacchi con Ron, si trovavano in sala comune, e attorno a loro c’era un silenzio surreale e un oscurità molto accentuata. Harry guardava la scacchiera, osservando la mossa che Ron stava compiendo, e subito dopo ebbe un tremito, Ron aveva scoperto il re
“Torre in E1… scacco matto” disse Harry, con voce vittoriosa, alzandosi. In quel momento però si portò le mani davanti alla faccia, escludendo dalla vista l’avversario. Gli venne un colpo, le sue mani erano bianche, e particolarmente allungate, rabbrividì mentre spostava le mani. Esaminò velocemente l’uomo seduto al di là del tavolino, e si accorse che non era Ron. Si guardò intorno, e vide che il luogo era cambiato, lo sguardo gli cadde sul tavolo, e non c’era nessuna scacchiera. Harry era spaventatissimo. L’uomo gli rivolse la parola “Tutti gli uomini sono ai posti assegnati, Mio Signore”
“Bene, Lestrange” disse la voce fredda che Harry ben conosceva “ti sei assicurato che i miei ordini siano stati comunicati a tutti?”
“Certo, Mio Signore, nessun prigioniero, nessuno deve sopravvivere! I negozi devono essere razziati e distrutti e le abitazioni bruciate!”
“Ottimo, per quanto riguarda l’ora e la modalità di attacco?”
“Il momento esatto sarà comunicato da me, con il lancio di un razzo luminoso. Ai mangiamorte è stato ordinato di attaccare silenziosamente e dalle ombre, in modo da cogliere il più possibile delle persone di sorpresa! Solo non so quante possibilità ci sono di prendere di nascosto anche gli auror, sono pochi, ma molto vigili!”
“Stai tranquillo, Lestrange, se il mio piano funziona come deve, dovranno ritirarsi, o moriranno, sconfitti dalla nostra superiorità numerica”
Harry si avvicinò alla finestra, guardando fuori, e vide una strada buia, il palazzo di fronte sembrava in condizioni disastrose, e dal numero di palazzine sembrava che si trovassero alla periferia di qualche città.
Subito dopo si girò verso un armadio, e andò a specchiarsi.

Appena vide l’immagine riflessa dallo specchio Harry si svegliò, ritrovandosi nel suo letto a Hogwarts. Mezzo addormentato com’era non si rese veramente conto di quello che aveva sognato e, dopo essersi alzato a bere un bicchiere d’acqua, si riaddormentò di colpo, sprofondando in una fase di sonno completamente priva di sogni.
Quando si svegliò il mattino dopo si ricordava ancora perfettamente del sogno, in tutti i suoi minimi particolari. Si vestì ma, siccome era presto, non scese in sala grande, limitandosi a sedersi su una poltrona nella loro sala comune. Dopo pochi minuti scese anche Hermione, che però non aveva la faccia di qualcuno che si è appena svegliato, al contrario pareva particolarmente vispa, e si sedette a fianco di Harry
“Cos’hai, sembri molto serio, oggi?”
“Devo dirvi una cosa importante e molto seria!”
“Forza, parla”
“No, aspetta, devo parlarne anche a Ron, aspetta che vado su a svegliarlo, così poi andiamo a fare colazione e possiamo parlare tranquillamente”
“Non è un po’ presto per fare colazione?”
“Forse si, ma così nessuno ci ascolterà, se questa notizia divenisse di dominio pubblico si diffonderebbe il panico”
“Ginny?”
“È meglio se non sente, aspettami qui!”
Harry si incamminò su per le scale e in un attimo raggiunse il dormitorio. Le tende del letto di Ron erano tirate, e lui si avvicinò al buio, fino a raggiungerle e aprirle, intenzionato a svegliare Ron. Ma Ron non c’era, Harry si guardò in torno, e vide il pigiama dell’amico, appoggiato sulla sedia su cui la sera prima si trovavano i vestiti. Frugò lì intorno, in cerca di qualche indizio che gli facesse capire dove avrebbe potuto essere Ron, ma non trovando niente si accontentò dell’assenza dei vestiti, e scese, tornando da Hermione.
“Ron non è in dormitorio” disse appena la raggiunse “si è cambiato, perché c’era il pigiama. Deve essere uscito prima di me”
“Magari si è svegliato presto ed è già sceso a far colazione. Proviamo ad andare in sala grande, magari è lì”
“Speriamo, altrimenti non saprei proprio dove cercarlo”
Dicendo così si erano incamminati attraverso il passaggio. Dopo cinque minuti di camminata tranquilla raggiunsero la sala grande e guardarono dentro. Harry individuò subito due figure, sedute ad un tavolo. Erano in una zona abbastanza scura, e si distinguevano solo i capelli lunghi di una che sembrava una ragazza. Harry e Hermione si guardarono in faccia e decisero di entrare.
Nonostante i loro passi rimbombassero nella sala vuota i due non si voltarono, e quando furono a meno di cinque metri Harry riconobbe i capelli rosso fiamma dell’amico, abbracciato ad una ragazza mora, che gli sembrava di aver già visto.
Hermione si schiarì la voce, sembrava irritata, forse era stato il fatto di essere ignorata. Quando Ron si girò, tirandosi dietro la ragazza, ancora abbracciata, Harry la riconobbe, era una tassorosso del quinto anno, che gli sembrava di aver sentito chiamare Gwen. La ragazza non sembrò per niente imbarazzata, ma si alzò e li salutò
“Ciao, io sono Gwendaline, voi dovete essere gli amici di Ron”
“Si, io sono Harry” il ragazzo guardò Hermione, e lei disse “Hermione”
“Ehm… piacere di averti conosciuto, Gwendaline…”
“Chiamami Gwen” disse lei con un sorriso “Gli amici di Ron sono anche amici miei”
“OK, Gwen, dovremmo parlare in privato con Ron, ti dispiace?”
“No, fa niente, tanto dovevo proprio andare via, devo ripassare per una verifica, ciao”
Diede un bacio a Ron, e poi si allontanò verso il corridoio. Harry si sedette di fianco a Ron, ed entrambi si misero a fare colazione con il loro the. Hermione invece si sedette dall’altra parte del tavolo, imbronciata e con le braccia incrociate
“Simpatica la ragazza… e anche niente male”
“Già”
“Ma come l’hai conosciuta?”
“Stamattina, sono sceso e c’era qui lei, tutta sola e triste. Mi sono fatto forza e mi sono seduto da lei. Abbiamo iniziato a parlare, e sono riuscito a tirarla un po’ su…”
“Ma non ti vergogni a fartela con una che avrà si e no quattordici anni” Hermione sembrava incazzata
“Hermione, guarda che ne ha quindici!” disse Harry
Hermione sembrava stupita e continuava a guardare dall’uno all’altro. Ora anche Ron aveva una strana faccia
“Come fai a saperlo?”
“La conosco di vista e so che frequenta il quinto anno, è di tassorosso, vero?”
“Già”
“E come fa di cognome?” chiese Hermione, sembrava rassegnata, anche se i suoi occhi emanavano ancora rabbia
“Ma cosa te ne frega”
“Mi interessa, va bene?!”
“Si chiama Galbignani. Mi ha detto che i suoi bisnonni sono venuti dall’Italia. Ora spiegatemi perché mi cercavate”
“Harry ci deve dire una cosa importante”
“Già, ed è meglio che nessuno la sappia, aspettiamo che la notizia venga diffusa con altri mezzi” detto così Harry raccontò loro del suo sogno
“Ma… vuoi dire che Tu-Sai-Chi ha attaccato Diagon Alley”
“Credo proprio di si! Però non ne sono certo, anche per questo preferirei che non si sapesse”
“Secondo te gli auror sono stati presi di sorpresa?”
“Non credo, però Voldemort sembrava molto certo della vittoria”
“Non potrebbe essere stato un normale sogno?”
“Che… ma sei pazza?!” Ron sembrava scioccato
“Bhe…” Harry cercò di calmare l’amico “…Potrebbe anche essere, se è successo veramente è probabile che ci sia qualche notizia sulla gazzetta, o che il preside ci dica qualcosa”
Seguì qualche attimo di silenzio, durante i quali anche Hermione iniziò a fare colazione
“Chissà che tensione si creerà quando questa notizia sarà confermata!” disse Harry
“Già, e a scuola neanche tanto, qui tutti hanno ancora fiducia in Silente, ma fuori tutti tremeranno all’idea di cadere vittime di un attacco come questo”
“Si… comunque anche a scuola si creerà un bel po’ di panico, in fin dei conti in questo attentato saranno morti alcuni dei genitori di studenti… tutti temeranno per i loro genitori…” disse Hermione
“Bhe… non per apparire insensibile… però vi ricordo che ci saremmo già dovuti aspettare qualcosa del genere… in fondo sono stati buoni molto a lungo” Harry abbassò lo sguardo sulla tazza, mentre parlava. Quando finì la frase un silenzio di morte si abbatté sulla sala. Dopo pochi minuti si sentì la voce di Hermione, roca, che aveva ormai perso ogni traccia di rabbia e di gioia, e vibrava di amarezza e di tristezza
“Secondo voi quale potrebbe essere il prossimo obbiettivo?”
“Io sono dell’idea che questi primi attacchi puntino a seminare il panico. Se no perché avrebbe preso come obbiettivo Diagon Alley, che non ha utilità strategiche?”
“Magari vuole impadronirsi del denaro della Gringott…”
“Ne dubito! Quella banca è molto sicura, probabilmente neanche Voi-Sapete-Chi in persona riuscirebbe ad arrivare alle camere blindate!”
“Può essere, comunque io mi fido dei folletti, anche perché credo sia impensabile ritirare tutto il contenuto della mia blindata! Secondo me il suo prossimo obbiettivo importante sarà la Londra babbana, dove potrà seminare il panico. Poi può essere che passi ad altri obbiettivi”
“Credete che proverà a colpire Hogwarts?” Chiese Ron
“Mhhh… è abbastanza probabile che sia uno dei suoi obbiettivi principali… insieme al ministero”
“Secondo dovremmo aspettarci anche un attacco al S. Mungo, probabilmente il ministero ha fortificato le difese” dopo queste ultime parole sprofondarono di nuovo nella tristezza, manifestandola con un lungo silenzio.
Passarono alcuni minuti prima che qualcosa rompesse il silenzio. Un acuto stridio annunciò l’arrivo di un gufo, che si posò di fronte ad Hermione, porgendole la zampa che reggeva il giornale. Dopo che lei ebbe preso il quotidiano il gufo porse l’altra zampa, munita di borsellino, per ricevere i soldi. Hermione si frugò nelle tasche e brontolò un’imprecazione
“Non è che avreste da prestarmi sette zellini, sono scesa senza soldi”
Ron scosse la testa, Harry invece si frugò nelle tasche, e dopo un attimo estrasse le monete, porgendole ad Hermione. Lei pagò, e poi alzò il giornale, aprendolo, e i due ragazzi riuscirono a vedere la prima pagina. Un’enorme immagine riempiva la metà in altro a sinistra della pagina, raffigurando delle abitazioni distrutte, con delle persone che frugavano tra le macerie. Il titolo recitava: Attacco notturno a Diagon Alley, centinaia tra morti e dispersi.
Harry riuscì a leggere le prime righe “I pochi auror presenti questa notte a Diagon Alley non sono riusciti a tenere testa all’attacco di massa dei mangiamorte, ma si sono battuti fino all’ultimo respiro, rifiutando di consegnarsi, e permettendo con la loro eroica azione la fuga di 23 persone, di cui alcune gravemente ferite, e tutte ricoverate al S. Mungo. I 37 auror resteranno nei ricordi di tutti come degli eroi. Domani si terrà una cerimonia al ministero durante la quale verrà loro assegnato l’Ordine di Merlino Prima Classe alla memoria. Siete tutti invitati…” prima che Hermione abbassasse il giornale, bianca in faccia
“Ron… c’è qualcosa che dovresti sapere! Hai visto la prima pagina?”
“Si, ci ho dato un occhiata…”
“Hai letto degli auror”
“Già… saranno pure degli eroi, però chissà come staranno le loro famiglie?!”
“Penso che lo sapremo presto”
Harry alzò lo sguardo, che aveva tenuto basso fino ad allora “Vuoi dire che è morto qualcuno che ha parenti ad Hogwarts?”
“Già, e credo che a Ron dispiacerà un bel po’ “
“Sentiamo chi è morto… sono pronto”
“Nella lista degli auror sono segnati anche i coniugi Charles e Katherine Galbignani, non è un cognome molto comune, dici che sono suoi parenti?”
“Non so… spero di no… vado a cercarla, spero di poterla consolare almeno un po’, speriamo che vada tutto bene” Ron si alzò e se ne andò
“Che facciamo?”
“Secondo me dovremmo tornare in sala comune!”
“Andiamo”
Detto così si incamminarono e giunsero nella sala comune, incontrando per la strada diversi ragazzi, tutti felici. Quando arrivarono si sedettero su due poltrone, guardando i ragazzi che scendevano a gruppi, allegri, e vedendo a tratti rientrare dei gruppetti con l’aria intristita. Dopo un po’ scese Ginny, con un gruppo di compagne del quinto anno. Appena vide Harry si allontanò e gli si avvicinò, baciandolo
“Vieni a fare colazione con me?”
“No… mi dispiace, ma ho già fatto colazione e non sono dell’umore giusto. Vai con i tuoi amici, divertiti finche puoi” e la salutò con un breve bacio sulle labbra. Lei si allontanò, rientrando nel gruppo di amiche, che erano sembrate molto gelose dei loro baci, e insieme uscirono dal ritratto. Passarono appena pochi minuti prima che il passaggio si aprisse di nuovo, e vi facessero la comparsa i capelli rossi di Ginny. La ragazza sembrava disperata, e appena vide Harry, seduto ancora nello stesso posto, immobile, si gettò tra le sue braccia, cercando conforto e una spalla su cui piangere. Appena la vide in questo stato fiondarsi verso di lui, Harry non oppose resistenza, e la avvolse tra le sue braccia, cercando di consolarla. Ginny stava cercando di parlare tra i singhiozzi
“…E’ … è terribile… hai visto cos’è successo”
“ho visto, Ginny … ho visto… ora tranquillizzati, è successo” continuava a coccolarla, mentre parlava, e anche a lui scese qualche lacrima, ma finalmente ottenne l’effetto desiderato e pian piano lei smise di singhiozzare
“Per fortuna non ho mangiato niente, sto già abbastanza male così, potrebbero anche mettere immagini un po’ meno cruente”
“Effettivamente sono abbastanza crude, ma a me sembra giusto così” Harry sostenne facilmente gli sguardi stupiti delle due ragazze “È giusto che tutti sappiano a cosa si va incontro, solo così può aumentare l’avversione verso quei bastardi che compiono questi massacri” Harry smise di parlare e tornò ad abbracciare Ginny, ancora seduta sulle sue gambe, mentre Hermione si rimetteva a leggere
“Poi ci fai dare un occhiata anche a me, al giornale?”
“OK, adesso mentre scendiamo per andare a lezione. Ci conviene muoverci” disse Hermione, alzandosi.
“Io devo andare, Gin” disse Harry, facendo alzare la ragazza, e alzandosi a sua volta “tu non hai lezione?”
“Si, avrei storia della magia, ma credo che bigerò”
Hermione stava per intervenire, ma si fermò allo sguardo di Harry
“OK” Harry e Hermione salutarono e si allontanarono verso l’aula di difesa
“Perché mi hai impedito di parlare?”
“Per diversi motivi. Primo: devi capire che adesso lei è scioccata, la cosa migliore è assecondarla. Secondo: devi smetterla di farti gli affari degli altri, se vuole bigiare sono cazzi suoi. Terzo: storia della magia è una materia che merita di essere saltata; in fondo è meglio fare magari i compiti piuttosto che stare là a sonnecchiare…”
“Si, ma quest’anno è importante per lei, se non segue rischia di non passare gli esami…”
“E allora… non c’è nessun problema, non sarebbe la prima e non sarà l’ultima”
Tacquero entrambi per qualche altro minuto, prima che a Harry venisse in mente il modo per zittirla
“Dimmi solo una cosa, quanti siete del sesto anno a fare storia della magia?”
La faccia di Hermione divenne bianca e disse qualcosa con una vocina piccola piccola
“Scusa, non ho capito cos’hai detto?”
“Dieci… e comunque questo non è un buon motivo per invogliare i più giovani a bigiare”
“Bha, ognuno ha le sue idee… comunque immagino che oggi ti metterai al primo banco per metterti subito in mostra con il nuovo professore?”
“Hai qualcosa in contrario?”
Parlando così erano arrivati davanti all’aula, la porta era ancora chiusa, così Harry afferrò il giornale e si andò ad appoggiare contro il muro, a leggere. Poco dopo venne raggiunto da Seamus e da Dean e, un attimo prima del suono della campana, arrivò anche Ron. Dopo il suono non arrivò nessun professore e la porta rimase chiusa, allora Harry iniziò a parlare con gli amici
“Wow, chissà che professore è… è già in ritardo alla prima lezione”
“Bhe, magari non è ancora arrivato, d’altronde non potendosi materializzare…”
“A proposito a dire il vero non c’entra niente, però potrebbe interessarvi e poi finisce che me lo dimentico. Ho letto sul giornale che il ministero ha istituito…”
Harry venne interrotto dal cigolio della porta che si apriva. Loro, essendo i più vicini, misero dentro la testa, ma non videro nessuno. Decisero comunque di entrare, seguiti dal resto della classe, e si andarono a sedere nei posti che occupavano durante tutte le lezioni, quelli dell’ultima fila.
Appena si furono seduti tutti la porta della classe si chiuse, e un lieve pop preannunciò la comparsa di un giovane, di venticinque anni al massimo, con i capelli biondi, sorretti da del gel. Indossava una veste azzurra, mezza slacciata, che lasciava scoperti un paio di larghi jeans stracciati e una camicia stropicciata, che gli davano un aria trasandata. La sua comparsa lasciò tutta la classe a bocca aperta
“Ciao”
“Salve professore”
“Bene, io sono Benjamin Burke e sarò il vostro professore di difesa contro le arti oscure per i prossimi due anni. Se vi può interessare io sono un auror, nonostante sia solo cinque anni che ho lasciato questa scuola. Se non sbaglio voi siete i grifondoro e i serpeverde del sesto anno, giusto?”
“Si professore”
“Per favore, non chiamatemi professore, io voglio essere vostro amico, chiamatemi Ben. Niente cognomi e niente Lei, mi fanno sentire vecchio”
Detto questo il professore fece l’appello, lanciando occhiatacce ai serpeverde, che sembravano decisamente poco lucidi e molti dei quali tenevano la testa appoggiata sul banco
“Allora, mi hanno detto che questa classe ha una buona preparazione, nonostante abbiate avuto un professore nuovo ogni anno. Ho esaminato gli esiti degli esami e ho notato con piacere che molti di voi sono passati con voti superiori a O”
Un mormorio imbarazzato attraversò l’aula, mentre quasi tutti annuivano timidamente, tranne i serpeverde, mezzi addormentati, e il gruppetto di grifondoro che osservavano gli esiti del loro scherzo
“Bene, se per la prossima volta uno di voi mi facesse un riassunto di tutti gli argomenti che avete trattato potrei sapere quali sono le basi da cui far partire il nostro lavoro per farlo fruttare al massimo”
Hermione alzò la mano
“Lo faccio io prof… ehm… Ben”
“OK… e tu sei?”
“Hermione Granger”
Il professore scorse il registro fino a trovare il suo nome
“Va bene, voi altri invece fate un ripasso generale degli argomenti trattati gli anni scorsi; senza quelle basi quest’anno non riuscirete a fare progressi, soprattutto se state studiando per diventare auror!”
Gettò un'altra occhiata ai serpeverde, prima di parlare di nuovo
“Una cosa che non mi stancherò mai di dirvi, e che vi servirà per tutte le materie, è di stare attenti in classe, in questo modo le cose vi restano impresse meglio in testa, e non avete bisogno di ore di studio per riuscire negli esercizi che vi vengono assegnati. Proprio per questo io sono molto severo per quel che riguarda l’attenzione e non esito a togliere punti o dare punizioni per ogni minima distrazione. Sappiate che lo faccio per il vostro bene, quindi cercate di non prendervela troppo!” dicendo così guardava esplicitamente i serpeverde, alcuni dei quali cercavano di sembrare più svegli, ma senza successo
“Bene” continuò il professore “ditemi qual è l’ultimo argomento che avete trattato l’anno scorso cosicché possiamo cominciare a ripassarlo insieme, per utilizzare quest’ora”
Tutti i ragazzi si guardarono in faccia, alcuni con il volto scuro altri ridacchiando, ma nessuno accennò a voler rispondere e questo sembrò lasciare Ben molto sorpreso.
“Ron” la voce del professore sembrava un po’ più dura mentre richiamava Ron che era scoppiato in una forte risata “Visto che ti fa ridere perché non mi dici cos’avete fatto l’anno scorso?”
“Se vuole glie lo dico, semplicemente non abbiamo fatto niente. L’anno scorso abbiamo avuto una professoressa incompetente mandata dal Ministero nel tentativo di porre sotto controllo Hogwarts! Ci ha obbligato a passare le ore su un libro di difesa, impedendoci di lanciare incantesimi. Secondo lei” e qui Ron ebbe un sorriso “ bisognava ricorrere alla magia solo nei casi più estremi; peccato che alla fine dell’anno non si sia dimostrata per niente fedele a quelli che definiva i suoi ideali”
“Si, effettivamente ne avevo sentito parlare. Ma cosa intendi quando dici che non si dimostrò fedele ai suoi ideali?”
“Semplicemente” si intromise Harry “che alla fine dell’anno aveva intenzione di strapparmi delle informazioni con la maledizione cruciatus e poi si è lanciata in una mischia con dei centauri, senza neanche provare a parlamentare…”
“…cosa che tutti avrebbero fatto in un numero di cinquanta a uno” completò Ron, ignorando gli sguardi di rimprovero lanciati da Hermione verso di loro
“Sono d’accordo con voi, per fare una cosa del genere doveva essere proprio incompetente! Allora cambierò la mia domanda: qual è l’ultimo argomento che avete trattato seriamente, Ron?”
“Mi pare che fossero le maledizioni… sì, alla fine del quarto anno, abbiamo finito con le maledizioni senza perdono!”
“Ah, avete già fatto le maledizioni senza perdono?” la classe annuì “Bene…” scorse il registro “…Malfoy, elencami i nomi e gli effetti delle tre maledizioni senza perdono!”
Malfoy alzò la testa, riscotendosi dalla stanchezza che lo aveva assalito, e cercando di ricordarsi la domanda, ma senza successo
“Scusi professore, può ripetere la domanda?”
“Avresti dovuto stare attento. Comunque la domanda era, quali sono i nomi e gli effetti delle tre maledizioni senza perdono? E ricordati di non chiamarmi professore, io sono solo Ben!”
Malfoy fece mente locale il più velocemente possibile prima di rispondere
“Allora… la prima è l’Imperium, che consente di controllare una persona” guardò il professore che annuiva “poi c’è il Cruciatus, che provoca dolore fisico alla vittima e l’ultimo, l’Avada Kedavra, provoca la morte istantanea del bersaglio”
“Mh, la preparazione è buona, niente punti perché eri disattento, la prossima volta cerca di stare più attento”
La lezione procedette con diverse altre domande e questo permise al professore di rendersi conto che quasi tutti i serpeverde stavano quasi dormendo. Alla fine della lezione si alzò e infilò le sue cose in un cassetto, mentre gli studenti restavano seduti
“Mi dispiace comportarmi così il mio primo giorno qui, però mi ci avete costretto: tolgo trenta punti a serpeverde e mi tocca anche assegnarvi una punizione” seguirono i nomi dei serpeverde puniti “presentatevi il primo ottobre alle otto e mezza al signor Gazza per scontare la vostra punizione. Riceverete anche un avviso scritto per evitare che ve ne dimentichiate. Ciao a tutti” concluse e la classe si alzò, precipitandosi fuori e dividendosi, Harry, Ron, Hermione, Malfoy e pochi altri ragazzi si diressero verso l’aula di trasfigurazione.
I tre grifondoro, accompagnati anche da Seamus e Dean percorsero i corridoi, parlando del nuovo professore. Ad un certo punto Dean stava per lasciarsi fuggire qualcosa sulla sera prima, ma per fortuna Harry camminava accanto a lui e gli tirò un pestone, facendogli intendere che ne avrebbero parlato dopo.
Il resto della mattinata procedette tranquillamente e i serpeverde che si erano ormai ripresi da quella sonnolenza che li aveva colpiti alle prime due ore, continuavano a guardarsi in giro, ficcando il naso ovunque per cercare di trovare i responsabili. Arrivò l’ora di pranzo e si sedettero per mangiare, ma anche allora non riuscirono a parlare, perché Hermione li aveva seguiti e si era unita loro anche Ginny, che sembrava un po’ più tranquilla. Dopo pranzo i ragazzi uscirono in giardino, recandosi all’ultima lezione della giornata: cura delle creature magiche. Si divertirono abbastanza durante la lezione di Hagrid, avevano appena iniziato a trattare gli uccelli magici e avevano avuto a che fare con gli Augurey. Harry, Ron e Dean, che lavoravano con uno stesso uccello, erano riusciti a convincerlo emettere il suo verso alle spalle di Malfoy facendogli prendere un colpo. Per migliorare ulteriormente la situazione, quando Malfoy li aveva accusati davanti ad Hagrid, lui si era complimentato con loro per essere riusciti a farsi obbedire dall’Augurey e aveva assegnato loro dei punti. A fine lezione un indispettito Malfoy si allontanò con lo sguardo basso in mezzo a due ali di grifondoro ridenti.
Quando rientrarono in sala comune non vi trovarono nessuno dei loro amici, e così dovettero mettersi a fare i compiti, anche perché Hermione si era rifiutata di farli copiare. Verso le cinque fecero una pausa ed andarono nelle cucine per fare merenda, poi ripresero con i compiti e finirono verso le sei e mezza. Visto che c’era ancora luce e che sembrava che fossero tutti in giardino decisero di uscire anche loro e, trovatisi un angolino appartato per parlare iniziarono a discutere della lezione di difesa. Parlarono molto anche del nuovo professore, e poi passarono ai serpeverde
“Cosa vi avevo detto facevano fatica a stare svegli. Mai…” Harry si interruppe perché passavano di lì un paio di serpeverde “dicevo, non avevo mai riso così tanto come quando Malfoy s’è fatto sgamare che dormiva”
“Già” ribatté Dean “e poi la punizione, ci godo troppo!”
“Mh, finalmente gliel’abbiamo fatta pagare”
“Comunque” continuò Ron “cos’è che stavi per dirci prima che entrassimo a far lezione?”
“Quando?” chiese Harry
“Prima di difesa” rispose Seamus, a cui era tornato ora in mente che Harry era rimasto con una frase tranciata a metà “stavi per dirci qualcosa, quando si è aperta la porta”
Harry continuava a guardarli smarrito
“Ma si, hai presente, dopo che avevi letto il giornale”
“Ah, si, quello. Grazie per avermelo ricordato. Vi stavo dicendo che avevo appena letto sul giornale che il ministero aveva istituito un corpo speciale di auror, molto ben addestrati, che dovrebbe servire per affrontare direttamente le armate di Voldemort”
“Forte! Dici che ci faranno entrare?”
“Bah, direi di si, dovremo solo fare un annetto in più di addestramento, dopo l’addestramento ordinario da auror”
“Già, e immagino che bisognerà ottenere ottimi risultati, dubito che accetteranno chiunque” aggiunse Harry.
Continuarono a parlare dei loro sogni da auror finche non venne l’ora di cena, e continuarono anche durante la cena, nonostante si fossero riuniti agli altri. Dopo cena andarono quasi tutti a letto spossati da quella giornata che si era dimostrata abbastanza divertente, nonostante l’inizio abbastanza macabro. Harry e Ginny furono tra i pochi a restare svegli ancora un po’ e si accomodarono su uno dei divani della sala comune. Guardandola negli occhi il ragazzo riusciva a vedere le immagini del giornale della mattina persistere nel suo sguardo. Anche Ginny lo stava osservando, ma nei suoi occhi non si leggeva ne terrore ne compassione, solo un infinita, smisurata rabbia.
Entrambi abbassarono contemporaneamente gli occhi, Harry preoccupato per quello che la ragazza poteva aver capito dei suoi sentimenti, lei spaventata più che dalla rabbia da un lampo di odio che gli aveva visto passare negli occhi, probabilmente mentre ripensava agli avvenimenti della notte. Senza neanche accorgersene si erano avvicinati e ora stavano stretti l’uno all’altra, rassicurati da quel piacevole contatto, ognuno immerso nei propri pensieri.
Dopo un po’ Harry le alzò addosso lo sguardo, osservandola, ma evitando gli occhi. Solo allora si rese finalmente conto di quanto tempo era passato da quando l’aveva conosciuta, e di quanto lei era cambiata, trasformandosi rispetto alla bambina del binario 9 ¾, tutta eccitata di prendere finalmente anche lei il treno che già avevano preso tutti i suoi fratelli. E finalmente si rese conto della cazzata che aveva fatto, cercando di imporle la sua scelta. Guardandola di nuovo negli occhi gli parve anche di rendersi conto di qualcos’altro, anche se non avrebbe saputo dire di cosa. Da parte sua Ginny si sentiva bene, stretta al ragazzo, di cui sentiva i muscoli irrobustiti dallo sport sotto alla maglietta, che le davano una sensazione di assoluta sicurezza. Ma lei sapeva bene quello di cui aveva bisogno: amore, un sacco di amore; era perfettamente cosciente che quel ragazzo era uno dei sedicenni più provati dalla vita, ma proprio per questo uno dei più maturi. Si rendeva anche conto che lui si era saputo adattare perfettamente alla propria situazione, ed era ammirato dalla durezza che doveva aver saputo dimostrare.
Passò così qualche altro secondo, poi Ginny gli sussurrò nell’orecchio “Adesso vado” dandogli un bacio sulla guancia. Fece per alzarsi, ma lui fece il gesto di trattenerla, come se avesse dovuto dirle qualcosa; a metà si fermò e la lasciò andare, sussurrando un buona notte poco convinto. Dopo che lei era scomparsa su per le scale aspettò ancora qualche minuto per poi alzarsi e dirigersi verso il dormitorio, preparandosi ad una notte di incubi. Arrivato in dormitorio trovò tutti che dormivano con le tende dei letti tirate, così si cambiò in silenzio e si infilò subito a letto, intenzionato ad addormentarsi in fretta. Appena cambiato sentì un rumore, e si girò, vedendo Ron agitarsi in uno spiraglio delle tende del suo letto, in preda agli stessi incubi che probabilmente tormentavano gli altri compagni di stanza, e in cui presto si sarebbe immerso anche lui. Chiuse le tende e si rigirò un paio di volte nel letto, prima di trovare una posizione comoda in cui addormentarsi.





THE END




Bene, sono finalmente tornato dopo questa lunghissima assenza. Mi scuso con tutti voi per l’attesa che vi ho costretto a sorbire, ma l’inizio della scuola è stato veramente traumatico e ha drasticamente limitato il mio tempo libero. A ciò aggiungete un paio di blocchi e una settimana senza computer perché il mio si era rotto e ho dovuto cambiarlo. Ora dovreste capire, o almeno spero, in parte, la mia lunga assenza. Per “discolparmi” questo capitolo è decisamente più lungo degli altri, e succedono un casino di cose, quindi non siete felici?
Ringraziamenti personali:

-marty91: finalmente ho aggiornato, grazie per l’incoraggiamento, tra l’altro fa sempre piacere un nuovo recensore (scusa ma non so il femminile di recensore, e word non mi aiuta). Ora dovrei iniziare a metterci un po’ di meno (anche perché farò capitoli un po’ più corti) anche se la scuola continuerà a farsi sentire. Spero che il resto della storia, e questo stesso capitolo, sia all’altezza delle tue aspettative. Un grazie immenso.

-Judie: grazie per i complimenti, mi ha fatto proprio piacere leggere la tua recensione, mi ha anche tirato un po’ su in un brutto momento, peccato che poi mi sono lasciato andare subito. Un enorme grazie anche a te, spero che continuerai a recensire.

-Angel Riddle: ecco qua la mia (recensitrice? Non ho idea di come si dica) storica, dal primo capitolo. Mi dispiace di averti fatto aspettare tutto sto tempo, proprio a te che eri sempre la prima a recensire, sorry. Chissà se ti ricordi ancora di questa fanfiction? Spero di si, e faccio conto sulla tua recensione per questo capitolo. Se anche non leggerai mai qua comunque ti ringrazio per avermi sempre sostenuto, anche nei capitoli che nessun’altro a mai recensito. Grazie, grazie, grazie.



Bene, ringrazio tutti quelli che hanno letto questo capitolo, e ancora di più quelli che recensiranno, spero tanti!
Ultima cosa, non scoraggiatevi se anche passerà tanto tempo, prima o poi leggerete un nuovo capitolo, ormai non riuscirei più a lasciare da parte questa ff, neanche se nessuno la cagasse, ormai mi ci sono affezionato. Sappiate solo che il mio carico scolastico si fa di giorno in giorno sempre più pesante.
Alla prossima, o meglio, al prossimo capitolo, di cui non so ancora il titolo! Ciao a tutti!

  
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