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Autore: T_tonks    23/05/2008    4 recensioni
in questa ff parlo di Albus, figlio di Harry...le sue avventure e le sue scoperte...conoscerà un personaggio misterioso con il quale ha qualche legame anche Sirius...leggete numerosi !___!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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scoperte

Prima parte

 

La pioggia batteva insistente sul vetro, ma nessuno ormai ci faceva più caso.

I quattro erano impegnati a giocare a scacchi o a mangiare caramelle e dolci di ogni tipo.

Il più espansivo era Scorpius, che proponeva giochi di ogni tipo.

Per Albus giocare con quel ragazzo era strano, poiché era il figlio di una delle persone che suo padre odiava di più.

Chissà cosa avrebbe detto Harry, se avesse saputo ciò che era successo.

Harry aveva raccontato molto ai suoi figli della scuola, di Howarts, e solo ora Albus si rendeva conto di quanto Scorpius assomigliasse a suo padre. I corti capelli di un biondo cereo erano gli stessi di quelli di Draco. il volto scarno e pallido lo facevano sembrare un serpente smorto. Ma gli occhi erano completamente diversi. Al contrario di quelli del padre, grigi come il cielo d’inverno o come la fitta nebbia, li ha azzurri. Ad Albus quegli occhi ricordano molto il mare e il cielo puro.

Albus ha già capito che tipo di persona è Scorpius: una persona sensibile e gentile, e capisce che è il contrario del padre, arrogante e presuntuoso.

Mentre Albus pensava qualcuno gli toccò la spalla: era Scorpius.

-Sveglia, su! Tocca a te!-

-Scusa, stavo pensando- rispose, e intanto spostò il cavallo –cavallo in E/5.-  e poi continuò, sempre con aria pensosa –Dove ti piacerebbe essere smistato, Scorpius?-

-Ma, non saprei...- fece il ragazzo, mentre continuava a osservare la scacchiera, come  se pensasse di riuscire a tirare fuori da quel pezzo di legno la risposta alla mossa di Albus –non so...forse....mi piacerebbe essere nella stessa casa di uno di voi..-

-Non vorresti diventare un Serpeverde, come la tua famiglia?-

-Mmm...boh...sono confuso.......trovato! Torre in D/3!-

Ora gli altri si erano fatti più seri, sapevano cosa significava diventare un Serpeverde: far parte di una casa che per quasi tre generazioni, forse di più, ha aiutato il male ed è progredito secondo gli scopi di Voldemort. Anche se Tu-sai-chi era morto, quella ferita rimaneva comunque aperta nel cuore di molti.

-Io vorrei diventare un Grifondoro- fece Rose.

-Anch’io- disse Albus, ma con un tono pessimista.

-Tanto non hai speranze, microbo. Diventerai un lurido Serpeverde! È comunque chiaro che nessuno ti vorrebbe nella superba casa di Godric Grifondoro-  James disse quell’ultima frase con voce solenne, ma allo stesso tempo con un accenno di sarcasmo.

 “Magari riuscissi a diventare un Grifondoro...” pensò Albus, scuotendo la testa per non farsi troppe illusioni.

Il treno iniziò a rallentare e già il corridoio era pieno di ragazzi di tutte le età.

-Presto, sbrighiamoci! Cerchiamo di non essere gli ultimi!- urlò James, che si andò ad unire a dei ragazzi del suo stesso anno e che salutò Albus da lontano, facendogli cenno di stare attento.

-Forza: andiamo- disse Albus agli altri due.

Appena scesi dal treno si trovarono davanti un gigante, di cui non si riconoscevano bene gli occhi, ma si capiva che esprimevano felicità, e anche commozione.

I capelli erano aggrovigliati e in disordine, ricadevano neri fino alle spalle e formavano una criniera impenetrabile.

Albus sapeva chi era quel mezzo gigante, che lo strinse subito in un abbraccio goffo e impacciato, esclamando:-Tu sei il figlio di Harry, Albus! Che piacere vederti, non riuscivo più ad aspettare!-

-No, nemmeno io- disse Albus con un filo di voce, soffocato da quell’abbraccio così forte.

L’omone si staccò da lui e lo ammirò dalla testa ai piedi, come se avesse davanti il padrone della Testa di Porco con in mano un barile pieno d’oro e un boccale di birra pulito.

-Sono così felice, sei identico a tuo padre...- e poi si accorse che dietro Albus c’era un’altra ragazzina dai capelli rossicci e dagli occhi marroni con alcune striature verdi, come le foglie autunnali.

-E tu devi essere Rose? La figlia di Ron e Hermione?-

-Sì.- rispose prontamente la ragazza.

Albus si accorse che Hagrid aveva qualche capello bianco. Sembrava più vecchio e stanco di quanto fosse in realtà, perchè Albus sapeva che era emozionato e felicissimo di accogliere i figli dei suoi due migliori amici.

 Il gigante stava per accompagnare i nuovi arrivati alle barche, ma Albus si ricordò di una cosa molto importante.

-Hagrid aspetta!-

-Dimmi tutto Albus-

-Ti presento Scorpius Malfoy-

-Scorpius Malfoy? Figlio di Draco Malfoy?- chiese burbero il gigante.

-Sì, piacere- rispose il ragazzo, allungando la mano verso Hagrid.

Questi non ci pensò neanche e mormorò:-Mmm.. il figlio...Malfoy- e poi si girò, senza badare ai ragazzi.

Scorpius abbassò lo sguardo e Albus intervenì immediatamente:-Scusa, scusa tanto mi dispiace. Non so cosa sia successo.-

-Non importa, capisco- disse, abbassando il capo.

Albus cercò di riprendere Hagrid, e dopo qualche spinta nella mischia sbucò proprio dietro di lui.

-Hagrid, perchè hai trattato così Scorpius, che ti ha fatto?-

-Come che mi ha fatto?!- chiese, esclamando –quello è il figlio di Malfoy, Draco Malfoy! Ti rendi conto? È il nipote di Lucius Malfoy, quello schifoso...e sia suo padre e suo nonno erano Mangiamorte, e anche gran parte della sua famiglia....Purosangue....discepoli di Tu-sai-chi! Capisci cosa significa?! Dovrebbero bandirli tutti!-

-E allora?!-esclamò ancora più forte Albus –anche Sirius veniva da una famiglia come quella di Malfoy. Era addirittura imparentato con loro. Con Andromeda Tonks! Vorresti far bandire anche lei?-

Hagrid abbassò lo sguardo, e sembrava che avesse ingoiato qualcosa di amaro. Le parole di Albus gli avevano fatto male, e quest’ultimo lo sapeva.

-Io ho pensato esattamente ciò che hai pensato te appena l’ho visto. Poi però mi sono accorto che è un bravo ragazzo, l’opposto del padre!-

-Mm...però non mi convince...-

-Dagli una possibilità...per favore-

-Va bene, ma solo perchè me lo chiede il figlio di Harry Potter-

-Comunque sappi che continuerò ad essere suo amico anche senza il tuo parere-

In quel momento, dopo un mezzo sguardo di sfida che si erano dati i due, vennero raggiunti da Rose e Scorpius.

-Alle barche!- annunciò Hagrid.

 

Seconda parte

 

Scelsero una barca per tre e vi salirono sopra. Albus stava davanti, a prua, e guardava dritto di fronte a sé. Ripensava alle parole di Hagrid, e si pentiva di averle pensate anche lui. Teneva la lanterna in mano e aspettava impaziente l’arrivo al castello, che ormai si vedeva. Era vicino, e lui lo sentiva vicino dentro di sé, interiormente. Le torri spiccavano alte e l’edificio si stagliava imponente solo qualche centinaia di metri da loro.

Erano arrivati, attraccarono la barca. Una volta sceso Albus incontrò lo sguardo mezzo torvo di Hagrid, e lo ricambiò, fiero di ciò che aveva fatto.

Una parte del parco in cui passarono era rigoglioso, anche se a quell’ora tarda non si riuscivano bene a distinguere le sagome vegetali.

Albus e Rose riconobbero però, in uno spiazzo, qualcosa di cui i loro gli avevano tanto parlato:il Platano Picchiatore.

Si riversarono tutti nell’ingresso, in una pioggia di ragazzi scalmanati ed entusiasti. Ad aspettarli per prendere le valigie c’era il custode peggiore (e forse anche l’unico) della storia di Howarts, Gazza, che naturalmente cominciò a lamentarsi:-Fermi, andate piano!- con la sua voce stridulina e con in braccio la sua meravigliosa, ma astuta gatta, Mrs Purr, il fiore all’occhiello per il custode.

-é strano che Gazza non sia ancora morto, è sempre più decrepito, eppure non molla- buttò lì James al suo migliore amico,  Henry Duston. Henry era alto, più di James. I capelli castano scuro, quasi mori. Aveva gli occhi blu notte ed era anche uno dei ragazzi più ambiti della scuola.

Salirono le scale velocemente, ma a metà tragitto una mano bloccò la spalla di Albus:-Signor Potter, come è andato il viaggio? La trovo in forma. Mi raccomando, non combini guai, o ha già iniziato? La vuole il preside-.

Ora Gazza lo stava portando verso la sala del preside. In cima alle scalette c’era una statua enorme, che esprimeva tutta la solennità del preside di Howarts.

Gazza pronunciò la parola d’ordine, “tutti i gusti più uno al gusto di cerume” e la scale iniziarono a girare e salire. Albus vi montò velocemente sopra, prima che non fossero più raggiungibili, sospinto dal custode:-Vai, non avrai mica paura? Se hai fatto qualcosa di male il minimo che può farti è espellerti...- e poi si allontanò –andiamo Mrs Purr-.

Sceso dalla scala a chiocciola Albus si era trovato davanti una porta massiccia. La aprì. All’interno della stanza appesi ai muri c’erano numerose cornici, alcune vuote, e le altre contenenti ognuna un preside di Howarts. E Albus ne riconobbe una, anzi, non gli vide il volto, la cornice era vuota, ma lo riconobbe comunque, infatti sotto alla cornice c’era scritto, in lettere d’oro: Albus Silente.

Una figura alta si mise davanti a lui, il volto aveva molte rughe, ma la giovinezza interiore non mancava.

-Sai, quella al gusto di cerume era sicuramente la Tutti i gusti più uno che preferiva.

 

 

 

Spero che almeno questo capitolo abbia un po’di successo.

Posso capire che sia un po’ lungo, ma proprio per questo l’ho diviso in due parti per facilitare la lettura.

Se avete qualche consiglio da darmi vi prego di darmelo.

Ringrazio tutti, chi leggerà la storia, chi non la leggerà; chi recensirà, ma anche chi non recensirà; chi è iscritto al sito e chi on lo è, ma che magari legge lo stesso (come me prima di iscrivermi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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