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Autore: Suzume Yuzuka    01/01/2014    9 recensioni
La mia prima STORIA AD OC!
Misty si è iscritta all' Advanced Information Type of Pokémon ed è il suo primo giorno di scuola. In quest'istituto che da ogni opportunità agli alunni, Misty, dopo un primo stato di agitazione, è pronta a conoscere i suoi compagni di classe..
[ISCRIZIONI ANCORA APERTE PER I PERSONAGGI SECONDARI(Bidelli, ragazzi di altre classi)]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misty, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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GRAZIE. 

…And happy new year! [SPECIAL BUON 2014!]

L’ultima battaglia dell’anno. 

Ormai, per Ryu Hisame, passare Capodanno in luoghi dove si potessero ammirare Pokémon di tipo ghiaccio, era diventata un’abitudine. Ma quanto lo incantavano i luoghi, tanto si sentiva rattristato, in quei giorni. Normalmente, un qualsiasi adolescente vive il Capodanno, in famiglia, mangiando i cibi più gustosi e bevendo lo spumante a mezzanotte in punto. Per Ryu ciò era sempre stato un sogno irraggiungibile: da piccolo veniva lasciato dai parenti, mentre negli ultimi anni il padre gli pagava il viaggio e gli dava dei soldi, ma era sempre solo. Aveva provato ad invitare qualcuno a passare il Capodanno con lui, ma tutti lo passavano con le loro famiglie.
I genitori, che ormai da anni stavano svolgendo un progetto di ricerca, dicevano di non aver proprio tempo per festeggiare. 
Froslass scosse il braccio di Ryu e lo fece risvegliare dal suo turbine di pensieri. Il ragazzo accarezzò il suo Pokémon ed ammirò ciò che c’era intorno a lui: solo ghiaccio.
Le isole Spumarine erano il connubio perfetto fra mare e ghiaccio, che, diceva la professoressa, se uniti sono imbattibili. In più, si diceva che in quelle lande ghiacciate, da qualche parte, vivesse l’antico uccello leggendario dei ghiacci, Articuno. Ryu e Froslass stavano per prendere la tovaglia color argento e stenderla sulla neve, ma una voce gelata come il ghiaccio li fece sussultare:

- Ci sei anche tu, ragazzino. – disse una donna sui trent’anni, con i capelli rossi come fuoco ardente.
- Buonasera, professoressa. – la salutò cortese Ryu, alzandosi.La professoressa si mise una mano sul mento e pensò un attimo, per poi esclamare:
- Bene, giovanotto, ritieniti fortunato, Lorelei ti sta sfidando! – e mandare in campo il suo Cloyster, che guardò Ryu facendo una risatina.
- Non mi tirerò indietro, prof! – gridò Ryu e Froslass si fece avanti.
- Sarà una breve lotta uno contro uno e hai il privilegio di iniziare. - Con suggerimento dell’allenatore, il Froslass di Ryu usò Bora, ma Cloyster si rinchiuse nel guscio e l’attacco parve non fargli nemmeno il minimo danno. Così Cloyster colpì il Pokémon avversario con geloraggio e poi usò Raggiaurora. Froslass si rialzò nonostante quegli attacchi e con tutta la sua forza scagliò un fulmine su Cloyster, il quale, nonostante essersi chiuso nel guscio, si mostrò un po’ dolorante. Di seguito Cloyster, sfruttando un attimo di riposo da parte del Pokémon avversario, scaglio una potente bora e Froslass cadde a terra esausto.
- Hai molto potenziale, ragazzo, ma manchi di forza spirituale. Quando lotti, concentrati ma tieni sempre a mente il legame che hai con i tuoi Pokémon. –
- Va bene, professoressa. –
- Su, non fare quella faccia, beviamo questo buonissimo Champagne e brindiamo alla vita! – Esclamò la giovane professoressa, mostrando all’alunno una bottiglia di Champagne dall’etichetta color oro. Riempirono i bicchieri e brindarono a quella lotta e all’anno nuovo che avrebbe riservato tante sorprese.


Canzone d’amore, dedicata a te! 

Ormai erano forse ore che Céline vagava per il bosco di Evopoli, cercando di trovare la via di casa. Si era fatto buio e non aveva idea di come tornarci. Non vedeva niente, non aveva nessun Pokémon tipo fuoco e in più anche Oshawott aveva un pessimo senso dell’orientamento. Come le era venuto in mente di incamminarsi per il bosco senza nemmeno una torcia, in caso facesse buio?
Ad un certo punto vide una casa, che forse doveva essere una reggia, per quanto era grande. Decise di entrarci, almeno avrebbe trovato riparo e, chissà, magari anche qualcosa di buono da mangiare. Appena davanti alla porta dell’edificio Céline la osservò: era rossa e con degli strani disegni sopra. Bussò ma nessuno le rispose, così aprì la porta ed entrò. Si guardò intorno: nonostante vi fosse molta polvere aveva un aspetto decisamente ordinato. Vi erano due scale e al lato di ogni scala una pianta, proseguendo per il corridoio vi era una porta e vicino ad essa una statua che sembrava brillare. Céline starnutì e Oshawott la imitò. La ragazza fece salire il Pokémon sulle sue spalle e si fece avanti, poi si fermò e domandò al Pokémon:

- Dove andiamo adesso? – il piccolo indicò la porta davanti a sé e quindi Céline continuò a camminare. Nella stanza c’era un grande tavolo con una tovaglia macchiata, su cui posavano dei candelabri grigi ricoperti da almeno due dita di polvere. Mentre continuava ad osservare, la ragazza si sedette su una delle sedie e a quel punto si sentì come immobilizzata. Davanti a lei, colui che doveva essere un maggiordomo, la guardò indifferente e si allontanò. Céline, col cuore a mille, si sentì di nuovo gli arti e abbracciò Oshawott, che intanto era scivolato sulle sue gambe.Iniziò a sentire dei rumori, cosicché iniziò a gridare a squarciagola:
- Ci sono i fantasmi, aiuto! – e uscì da quella stanza. Mentre stava per uscire, un ragazzo dalla pelle pallida, il fisico magrolino e i capelli castani, che a Céline era più che familiare, sbucò dalla stanza del piano superiore.I due ragazzi rimasero un attimo in silenzio a fissarsi. Ad interrompere quello stato fu Céline, che, stupita, domandò:
​- Questa è casa tua? – con un espressione che oscillava dalla desolazione più totale ad un riso incredibile.
- Macché! Sono venuto qui solo per catturare Rotom. Tu, invece, perché sei qui? – Disse Derren, avvicinandosi a Céline.
- Mi sono persa nel bosco e quando ho visto questa casa ho subito pensato che fosse un riparo sicuro, siccome non sapevo come tornare a casa. Sono entrata nella sala e mi sono seduta, subito mi sono sentita immobile e ho visto un anziano maggiordomo allontanarsi da me. Ho iniziato a sentire dei rumori e ho avuto paura, cosicché ho iniziato ad urlare e sono uscita dalla stanza. – Céline finì il suo racconto e Derren trattenne una risata.
- Questo è l’Antico Château, non ne avevi mai sentito parlare? –
- No, mai! Da poco mi sono trasferita qui da Unima e non avevo mai avuto l’opportunità di girovagare per questa casa infestata! Non mi sono mai spaventata così tanto in vita mia! –
- In una stanza sopra c’è l’organo, vuoi ascoltare delle canzoni? –
- Come, vuoi restare ancora in questa casa infestata dai fantasmi!?! – la ragazza lo guardò stupita, ma lui rispose:
- In due non fa così paura. –Derren prese la sua mano e si recarono nella stanza dove c’era l’organo. Lo strumento era maestoso e prendeva tutta la parete della stanza, che piccola non era.
- Queste canzoni le ha composte mio nonno per mia nonna; è lui che mi ha insegnato a suonare l’organo. – Céline sorrise e Derren iniziò a suonare. Anche se la ragazza non se ne rese conto, Derren non aveva scelto a caso quelle canzoni, bensì quella era una vera e propria dichiarazione d’amore.
 

Un nuovo anno.
 

- A parer mio sono tutte bugie. – affermò Nezumi, mentre in tavola discutevano di una leggenda che Shion aveva letto su Internet. Il racconto diceva che Cubone, in realtà, sarebbe un cucciolo di Kangaskhan la cui madre è deceduta e che, indossando il teschio della madre e combattendo con le ossa, riesce a continuare a vivere. Il ragazzo si sentì triste. Shion, anche se non volutamente, gli aveva fatto ricordare della madre. La sua mamma. La donna che non aveva mai potuto conoscere, a cui non aveva mai potuto dare un caloroso abbraccio, a cui non aveva mai potuto confidare niente. Ma lei era morta per lui, solo per dare alla luce lui, per cui aveva rischiato e, alla fine, perso tutto. Paragonandosi ad un cucciolo di Kangaskhan, Nezumi si rese conto che quella che aveva detto due minuti prima era una grande bugia; il Pokémon, perdendo la madre, era cambiato, era diventato più responsabile.
- Nezu! La vuoi si o no la seconda porzione?!? Guarda che altrimenti la mangio io! – urlò Shion esasperato, passando una mano davanti al viso di Nezumi.
- No, grazie, puoi mangiarla tu. – disse, inizialmente freddo, ma poi sorrise.
- Ma che hai, Nezu?! Sorridi! – lo incitò Shion, per poi iniziare a raccontare le più esilaranti barzellette sui Pokémon. Dopo cena si diressero nel Laboratorio del Professor Elm, dove tutto il paese si radunava ogni Capodanno, per bere un delizioso succo di Ghicocche tutti insieme.Quando brindarono, Nezumi ebbe un forte desiderio di augurare a chi, come lui, aveva perso la madre, un bellissimo anno nuovo.
 

Un ballo al Gran Galà!
 
Al Gran Galà degli allenatori che si teneva tutti gli anni a Quattroventi, nella saletta all’ultimo piano dell’edificio più alto, mentre la pianista e il batterista, abili, suonavano i pezzi più belli, tutti gli allenatori di Unima sud ballavano. A partire da Maisello con la sua bellissima fidanzata Marina, fino ad Aloé e suo marito, tutti ballavano.
- Mi concede un ballo? - chiese Ryu Yami a Kaori, imitando i galantuomini.Kaori fece per inchinarsi e pose la sua mano a Ryu, cosicché iniziarono a ballare. Sotto le stupende note della pianista e sotto il ritmo veloce del batterista, i due ragazzi si innamoravano ogni secondo di più l’uno dell’altra. Leggevano sul viso dell’altro il rossore, dovuto all’imbarazzo e negli occhi la felicità di chi è innamorato e, anche se non lo ammette, lo confessa in ogni singolo gesto. La musica continuava e loro, come Cenerentola e il Principe, continuavano a ballare, persi l’uno nello sguardo dell’altra. Si sentì l’ultima nota della pianista e il batterista diede al piatto l’ultima percussione e tutti iniziarono ad applaudire per l’inizio dell’anno nuovo. Anche Kaori e Ryu, ad un certo punto, iniziarono a battere le mani. Presero i bicchieri e brindarono all’anno nuovo, e, in se stessi, a loro due.
 

A message for you...

All’indomani ci sarebbe stato un nuovo anno da affrontare senza i genitori. Quest’idea a Joker, o meglio, a Kyou, faceva un po’ paura, si sentiva triste, quindi si abbracciò a se stessa e si disse che, magari, ce l’avrebbe fatta. Sentì il – Bip! – del cellulare e lo prese, per controllare chi mai le avesse mandato quel messaggio.
Lesse il numero ma non lo conosceva, così aprì il messaggio e lesse:

Ciao carissima!
Passa buon Capodanno e vedi di essere meno silenziosa,
che voglio chiacchierare molto con te
appena torniamo dalle vacanze!
Un bacione, la tua cara Virgi. 
Smack!
 
Virginia! Ma chi gliel’aveva dato il suo numero?!? 
…Beh, almeno era stata l’unica ad augurarle buon anno nuovo, anche se con il suo modo stravagante. La ringraziò mentalmente e posò il cellulare, anche se avesse voluto inviarle un messaggio non avrebbe proprio saputo cosa scriverle.
Prese il suo libro, lo poggiò sulle gambe e iniziò a leggere. Nemmeno due minuti e il cellulare squillò di nuovo.
Altro numero sconosciuto. Non immaginava proprio chi fosse, ‘sta volta!

Hey bellezza,
non ti sei fatta proprio sentire!
Credevo fossimo diventati amici, cavolo!
Comunque buon anno nuovo. 
Green!
 
Prese il libro fra le mani, si concentrò sui caratteri per qualche secondo.
Poi prese il cellulare e rispose. Non importava, qualunque cosa gli avesse detto, quei due avevano avuto anche il più piccolo pensiero per lei. 
 


Angolo autrice:
BUON 2014!!!
Spero che questo special vi sia piaciuto 
e che Dark, Ryu e Shai non mi tirino pomodori 
per quanto sono corti i capitoli dedicati ai 
loro OC. Scusatemi, ma non avevo molte idee 
e ho finito di scrivere il capitolo giusto in tempo
per il brindisi! 
Ancora buon anno nuovo, lasciatemi dei bei commentini!

Suzume Yuzuka!
  
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