Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: SynysterIsTheWay    01/01/2014    10 recensioni
Cosa farebbe una ragazza aristocratica in un covo di criminali?
"Spaventata, provo ad indietreggiare ma lui stesso, tenendo la sua mano calda sulla mia gamba, mi incita a guardarlo.
Per un attimo, ho pensato di esser in una sottospecie di Paradiso terrestre.
Le sue labbra piccole e sottili, quasi a forma di cuore, cominciano a torturare le mie facendomi sentire una stupida.
Perchè mi sento così impotente? Perchè non riesco ad allontanarlo?
Sentendo la sua lingua, giocare improvvisamente con la mia, provo a capire quali sono le sue intenzioni.
Lui si ferma, cacciandomi la lingua per mostrarmi una sottospecie di pillola bianca che sta per sciogliersi. Riprende a baciarmi e quella pillola
comincia ad entrare nella mia bocca.
Senza rendermene conto, finisco per ingoiarla.
Quando Gates smette di baciarmi, si allontana dalle mie labbra mostrandomi la lingua completamente vuota.
Ho appena ingoiato una pillola di cui non sò neanche l'esistenza!
-Buonanotte piccola.-
Guardo il volto soddisfatto del ragazzo con stranezza, inarcando un sopracciglio non capendo cosa stia accadendo.
Sto per ribattere ma non ci riesco vedendo improvvisamente il volto del ragazzo duplicarsi, per poi triplicarsi.
Chiudo gli occhi, annusando uno strano profumo di birra e sigarette..."
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3° Eyes to eyes.





 
Si ama solamente ciò in cui si persegue qualcosa d'inaccessibile, quel che non si possiede .
(Proust)





-Quanti erano?-
-Cinque. Conosco anche i loro nomi.-
-Bene signorina Williams, le và di sporgere denuncia?-
-Senz'altro agente Torres. Vediamo...c'erano Vee...Shads o semplicemente Matt...poi Rev, un ragazzo piuttosto bassino ed infine
Gates.-
-Li conosciamo bene signorina Williams...quel Synyster Gates ci è alle calcagna da un bel pò di tempo...spacciatori di droga e assassini
senza pietà pronti a tutto pur di ricevere una giusta dose mensile. Da quel che sò, quando restano a corto di roba, si intrufolano nei negozi
e nelle case di proprietà per poter rubare oggetti di gran valore.-
-Li voglio vedere in carcere agente! Mi hanno derubata del mio stesso onore.-
-Faremo il possibile per soddisfare la sua richiesta signorina...la terremo aggiornata.-
-La ringrazio agente e buona giornata.-
-Anche a lei.-
Esco velocemente dal distretto di polizia, dirigendomi verso l'orfanotrofio.
Sono sicura di aver fatto anche questa volta la decisione giusta. Come hanno potuto entrare in quel modo in casa mia e distruggere metà
di essa? Per non parlare poi di tutti gli oggetti di valore che hanno avuto il coraggio di rubare.
Però, qualcosa dentro di me, mi sussurra che ho fatto la scelta sbagliata... sono stata una vera e propria stupida a lasciar fuggire
in quel modo quel Gates e la sua banda di criminali.
Improvvisamente però, sento alcuni passi provenire proprio da dietro al mio stesso corpo, così aumento il passo, riesco a percepire che probabilmente c'è qualcuno che mi sta seguendo.
Mi volto velocemente, non trovando nessuno dietro di me e continuando con indifferenza per la mia strada. Almeno oggi, ho deciso di non 
disturbare Mike che si sta già dando da fare per comprare qualcosa da mangiare per i miei bimbi.
Avanzo per le strade di Huntington Beach con tranquillità ma ascoltando ancora gli stessi  passi che mi permettono di sussultare ancora una volta.
Mi volto, ma dinanzi a me non  vedo proprio un bel niente se non fumo di strada e alberi spogli. 
Forse, è solo la mia immaginazione.
Riprendo a camminare questa volta con più lentezza guardandomi bene intorno per raggiungere al più presto l'orfanotrofio. 
Intraprendo il vicoletto precedente all'edificio ma i passi continuano a ronzarmi nella testa. 
-Avrei dovuto ucciderti quando ne ho avuto la possibilità.- 
Quella voce...quella dannatissima voce.
Non mi volto, camminando questa volta a passo più svelto, presa da un attacco respiratorio. 
Mi porto le mani sulle labbra, cominciandole a mordere con nervosismo per poi sentire il sapore metallico del sangue cominciare a pendere.
E' un'abitudine...tutta quest'ansia e questa paura, mi fa agitare a tal punto da far del male a me stessa.
I passi continuano a persistere ed io comincio a correre in avanti nella speranza di poter seminare chiunque mi stia seguendo.
L'orfanotrofio, non mi è mai sembrato più lontano di così...
Finalmente arrivata alla porta dell'edificio, comincio a bussare come non mai nella speranza che Annie venga presto ad aprirmi.
La porta dell'edificio si apre ed io quasi in ginocchio, comincio a respirare a fondo. 
-Annie, devi aiutarmi ti prego, qualcuno mi sta inseguendo!- Borbotto continuando a respirare con fatica per poi ascoltare una risatina che non
sembra somigliare per niente a quella della mia migliore amica.
Alzo il volto stanco ed affaticato, per poi incrociare gli occhi azzurri di Rev.
-Tu...- Sospiro quasi, sentendo il cuore pulsare nel mio petto. 
Improvvisamente però, due mani violente mi spingono dalla schiena per farmi entrare e provocarmi una caduta a dir poco atroce. 
Gemo di dolore, sentendo la mia schiena piegarsi contro il pavimento in legno mentre alzo il volto per incontrare quello di un mostro.
I suoi occhi iniettati di sangue ed il suo solito sguardo compiaciuto, mi fanno venire i brividi a tal punto di desiderare la morte.
Cosa diavolo ci fanno loro qui? Cosa vogliono dai miei bambini?
-Credevi davvero che ti avrei lasciata in piena libertà?- Sorride Brian, inginocchiandosi dinanzi a me per poi puntarmi una pistola sulla tempia.
-Cos' è che lei vuole da me? Cos'è che la turba uomo del mistero? Cos'è che vuole da questi poveri angeli dalle ali spezzate?- Domando deglutendo
per poi continuare a sostenere lo sguardo contro quello del ragazzo.
-Fai decisamente troppe domande. Non mi piacciono le persone che fanno domande.- 
Il modo così serio e perverso con cui mi sta parlando, non mi piace per niente.
-Hey Gates, la puttana non vuole smetterla di agitarsi! Giuro che potrei ficcarle una pallottola nel cervello se non la smette di urlare!-Urla
improvvisamente Matt, sbucando dalla cucina. 
Un momento...ANNIE!
-Che aspetti a farlo?-
-No!- Urlo alle parole di Brian.
Gates distoglie i suoi occhi da quelli di Matt per poi rivolgerli contro i miei. Non avevo mai visto degli occhi così freddi e oscuri.
Il ragazzo non risponde, per poi prendermi un braccio con violenza,spronandomi ad alzarmi. Con le ginocchia doloranti, mi alzo sentendo il suo corpo
spingermi nel magazzino dell'orfanotrofio. Provo a dimenarmi, ma non ho neanche più la forza per parlare o almeno urlargli contro.
Gates mi butta nel magazzino per poi chiudere la porta a chiave.
Stringendomi nella mia giacca, provo a pregare nella speranza di non ricevere alcuna forma di violenza. 
Ed eccolo ancora...mentre si gratta la nuca con quella pistola che sembra esser diventata come una ghigliottina per me.
Il ragazzo avanza con prepotenza verso di me, mentre io stessa provo ad indietreggiare.
Indietreggiando ancora, mi ritrovo con la schiena spalmata sul muro. Adesso si che sono in trappola.
-Hai fatto il mio nome ai poliziotti?- Mi domanda Brian furioso, posizionando il suo corpo contro il mio per poi portare la pistola sul mio stesso collo.
-N...no.- Mento per poi socchiudere gli occhi.
-Anche bugiarda. Non credevo che una signorina per bene come te potesse dire qualche bugia...- 
-La prego, mi lasci andare.-
-E cosa ci guadagno io in tutto questo?-
-Ritirerò la denuncia. Lo prometto.-
-Credi che basti?-
-La prego, se la prenda con me ma non con la mia amica...lei non c'entra niente!-
-Siamo tutti peccatori.-
-Ma non quei poveri angeli! Lasci in pace i bambini...la prego!-
-Se ne sta già occupando Zacky di quegli stronzetti. Dopotutto...tu sei l'unica che può salvarli.-
Preoccupata, sbarro gli occhi nella speranza che nessuno abbia osato far del male ai bambini.
-Salvarli? Lei è un uomo spietato! Come può anche solo pensare di poter far del male a dei bambini innocenti?-
-Avresti dovuto pensarci prima di denunciarci piccola. Adesso, ho un motivo in più per fare qualcosa di speciale con il tuo corpo opprimente.-
-No!- Urlo cercando di dimenarmi, ma non riuscendoci come sempre. Il suo torace è completamente spalmato sul mio e le sue mani stanno frugando
al di sotto del mio vestitino in lana.
Rabbrividisco al contatto con le sue mani calde ma provo allo stesso tempo una sensazione rivoltante che non riesco neanche a descrivere.
-La prego! La smetta!- Urlo ancora una volta, vedendolo poi leccarsi la parte superiore delle labbra.
Ed ecco che il suo sorriso, stranamente, riesce a farmi vibrare il cuore. 
Un sorriso crudele...sapete...uno di quei sorrisi che riescono ad intimorirti ma allo stesso tempo, farti rinascere.
Brian mi osserva ancora, inarcando la sua testa sempre più in giù, verso destra.
Egli prende un pacchetto di "Marlboro" dalla sua stessa tasca dei jeans e con velocità, si accende una sigaretta.
In questo magazzino buio, solo la luce frastornante del fuoco, riesce a farmi notare quanto siano belli gli occhi hanno appena incrociato i miei.
Aspirando del fumo, Brian torna a penetrarmi l'anima con i suoi occhioni, per poi spostare la pistola verso il mio stomaco.
Il ragazzo fa scendere la pistola sempre più in giù ed io mi sento miracolata ritrovandomi ancora con i vestiti addosso.
Tossisco improvvisamente, vedendolo spingere il fumo contro il mio volto. 
-Attenta ragazzina. Fa' solo un altro passo falso e questa pistola potrebbe ripercorrere il tuo stesso sangue.- 
Deglutisco, ascoltando le parole amare che rientrano nella mia testa con decisione.
-La prego...non farò mai più il suo nome alla polizia...ma adesso lasci andare me e la mia amica.-
-No. Prima, devo ottenere un qualcosa che mi appartiene.- 
Le labbra di Brian, si posizionano improvvisamente sulle mie, rendendomi impotente.
Provo a scacciarlo via con tutta me stessa, non ricambiando il suo bacio e provando a conficcargli un tacco nei gioielli di famiglia.
Inutile, lui butta la sigaretta fumata per metà a terra, per poi "legarmi" le mani con la sua stessa mano.
Una mano piena. Una mano che avrà ucciso milioni e milioni di persone.
-Mi fa schifo! Lei mi fa schifo!- Gli urlo contro, vedendolo ridere a crepapelle.
-Non la pensavi così al nostro primo incontro.- 
Perchè deve sempre ricordarmelo?
-Ero scossa! Come può pensare di...-
Le labbra di Brian premono ancora una volta sulle mie, questa volta con più decisione. Mi sento così ubriaca di tutti questi baci che riesco
a respirare a fatica.
-Ti conviene serrarti per bene le labbra piccola...sai, non vorrei commettere un omicidio.-
-Ch...che...-
-Hai capito bene. Spera che non venga mai a sapere che qualcuno abbia provato a darti un bacio.- 
Che cosa intende dire con questo?
-Lei è impazzito! Io bacio chi mi pare e piace!-
La mia lingua come al solito, non riesce a starsene al suo posto. 
Sussulto all'improvviso, vedendo Brian scagliare un pugno secco al muro, accanto alla mia testa.
Ci mancava poco...e avrebbe potuto colpirmi!
-Se continui di questo passo, non durerai molto.-
-Ha intenzione di uccidermi?-
-Non è un intenzione. E' una certezza.-
Deglutisco anche questa volta, sentendomi quasi mancare. 
La sua mascella contratta, riesce ancor di più ad intimorirmi.
-Hey Gates, ordini dal signor Edwards...dobbiamo tornare, ha dei compiti da affidarci.- Stranamente, sento di esser riconoscente a quel Zacky
che ha appena aperto la porta del magazzino in cui sono rinchiusa.
Come diavolo ha fatto ad impossessarsi anche delle chiavi duplicate del magazzino?
Brian sposta il suo volto contro quello di Vee allontanandosi dal mio corpo e lasciandomi stranamente...vuota.
-Andiamo.- Sbotta Brian un pò infastidito, senza neanche degnarmi di uno sguardo.
I due ragazzi, se ne vanno, lasciandomi in preda allo sconforto. Affranta, mi inginocchio sul pavimento freddo, osservando il buio attorno a me.
Non mi ero mai sentita così strana in tutta la mia vita.
Le mie mani continuano a tremare mentre provo a mettere le mie ginocchia contro il mio stesso petto. 
Chiudendomi in me stessa, capisco di non esser mai stata umiliata tanto. Per non parlare poi di quei baci...Dio, avrei preferito soffocare.
-Fran! Fran!- Una voce familiare, richiama improvvisamente la mia attenzione.
E' Aria ed ha i vestiti completamente strappati.
Aria corre verso di me ed io mi alzo velocemente dal pavimento, abbracciandola forte.
-Annie, cosa ti hanno fatto!?-
-Non sono riusciti nel loro intento...ma...ho paura Fran!- Esclama la mia migliore amica, in  preda al panico.
Entrambe proviamo a tranquillizzarci, sapendo che probabilmente la situazione non finirà qui.



























Mi sveglio questa mattina, sentendo il forte rumore della sveglia, rientrarmi nella mente.
Stringo le coperte sul mio petto, ricordando l'avvenimento di ieri che sembra avermi segnata.
Alzandomi dal mio letto a baldacchino, mi dò una sistemata ai capelli cominciandoli a spazzolare, per poi specchiarmi ed osservare
i miei occhi terribilmente gonfi.
Sospirando, esco dalla mia cameretta, per poi dirigermi verso la cucina nella speranza che Desmond abbia già preparato la mia solita colazione
mattutina.
Percorro l'enome sala da pranzo, per poter giungere in cucina, ma qualcuno sembra richiamare la mia attenzione.
-Buongiorno cara, non fai colazione stamani?- Mia madre,Helena, sembra esser tornata dal viaggio di lavoro e con lei, anche mio padre Josh Williams.
-Oh...salve madre...non sapevo di ritrovarla qui oggi.- Rispondo con tranquillità, osservando mia madre mentre continua ad adagiare quel 
cucchiaino nella sua tazza colma di caffè.
-Io e tuo padre siamo tornati ieri notte...tu stavi già dormendo...avanti, siediti qui è da un bel pò che non facciamo 
colazione insieme.- Propone mia madre, indicando la sedia accanto alla sua.
Diciamo anche da una vita.
Senza ribattere, dò ascolto a mia madre, sapendo di non poter fare altrimenti. Con eleganza, mi siedo accanto a lei per poi osservare Desmond
mentre continua a posizionare la mia colazione sul tavolo.
Mia madre, Helena Dauther, è una donna aristocratica almeno quanto me. Ella ha i miei stessi capelli rossi, tenuti semplicemente in un caschetto corto.
-Allora tesoro, ho qualcosa da dirti e vorrei che tu mi ascoltassi attentamente.- 
Bevo un sorso di thè alla vaniglia, per poi riporre il mio sguardo contro quello della donna.
-Stasera ci sarà un ricevimento importante qui...nella nostra villa di proprietà. Ci saranno persone importanti provenienti
da tutto il mondo e tuo padre vorrebbe che tu fossi presente.- 
-Mi dispiace madre ma...non ci sarò...l'orfanotrofio ha bisogno di me adesso più che mai.-
-Puoi sempre andare all'orfanotrofio e raggiungerci dopo...non ha importanza. L'importante è che tu ci sia.-
-Non puoi costringermi!- Urlo, alzandomi dalla sedia.
-Frances, non permetterti mai più di assumere un tono così irresponsabile dinanzi alla donna che ti ha partorita!-
In realtà, ho sempre odiato i ricevimenti che si tengono spesso qui, in casa mia.
Tutta gente per bene che continua a fissarti per minuti interminabili...ad un certo punto, la situazione diventa a dir poco opprimente.
Tuttavia, mi siedo di nuovo al mio posto, scusandomi con mia madre per il tono di voce utilizzato poco fa. Non è da me...sono stata
educata al meglio e non posso assolutamente permettermi di ribattere anche se...vorrei tanto urlare contro a mia madre tutto ciò che ho dentro
da troppo tempo.
Ricordo ancora quando ero piccola ed ero costretta a pranzare da sola con la domestica...per non parlare poi dei miei compleanni passati
in solitudine. Solitamente, la mia famiglia preferiva andare a lavoro e lasciarmi da sola con tutti i miei amici. Peccato che io stessa, finivo
sempre per isolarmi.
-A che ora c'è il ricevimento?- 
-Alle nove in punto...cerca di non far tardi.-
Con tutte le cose di valore che abbiamo in casa, mia madre non dev'essersi neanche resa conto del fatto che dei teppistelli sono venuti a derubarci!
Forse è meglio se non gliene parlo o potrebbe farmi il terzo grado.
Infine, dopo aver sentito le ultime parole di mia madre, annuisco nella speranza che quest'incubo finisca presto.


























Uscita dall'orfanotrofio, non posso far altro che salutare i bambini che continuano a sorridermi dalla finestra.
E' sempre un colpo al cuore andare via da questo posto.
Anche stasera,  sarò costretta  a tornare a casa a piedi dato che Max è di servizio a mia madre. Abbiamo anche altri autisti, ma 
ad ogni modo, sò che stasera avranno molto da fare per il gran ricevimento.
Camminando con velocità, spero di raggiungere al più presto la villa dato che sono di già le otto e mezza di sera.
Arrivata quasi a metà strada, cerco di aumentare sempre di più il passo, guardandomi intorno con attenzione. La città è buia 
e solo alcuni fari, illuminano la strada.
Dei rumori di alcuni spari rientrano così bene nella mia testa, facendomi spaventare.
Immobilizzandomi, mi volto indietro, sentendo le urla strazianti di alcuni uomini. 
Spaventata e tremante, ritorno sui miei passi continuando a camminare senza far caso a ciò che le mie orecchie riescono a sentire.
Un ultimo vialetto e poi sono a casa.
Attraverso l'ultimo vialetto, ascoltando ancora le urla e i continui spari che non sembrano darmi pace.
E' strano...pensavo che provenisse tutto da una strada già percorsa...eppure, più mi avvicino alla villa e più capisco
di andar incontro ai rumori che vorrei scacciare via.
-No, no! Ti prego Brian, faremo tutto ciò che vorrai, ma lasciaci in pace!- 
Credevo di aver sentito male, fin quando non mi ritrovo dinanzi alla realtà.
Sbarro gli occhi, vedendo Rev e gli altri ridere come impazziti mentre continuano a sparare al cielo.
Brian è dinanzi ad un uomo che inginocchiato a lui, continua ad implorarlo.
Alcuni ragazzi, sono spalmati sul marciapiede della strada, ricoperti da un lago di sangue che sembra non finire mai.
-Avanti Brian, posso offrirti il novanta per cento ed i contributi!- Continua l'uomo, cercando di corrompere un ragazzo che ha già un
cuore corrotto di suo.

Mi porto una mano dinanzi alla bocca, cercando di non respirare con pesantezza.
Brian ha riso. Una risata poco affidabile riempie l'atmosfera che sta diventando sempre più pesante.
-Cosa credi che me ne faccia io del novanta per cento e dei tuoi stupidi contributi? Un traditore deve pagare con la vita.-
-Ma io non ho tradito nessuno! Brian...unisciti a me e alla mia società! Il signor Edwards non lo verrà mai a sapere...-
-Per me, sei solo un uomo morto.- 
Brian porta velocemente la sua pistola contro la testa dell'uomo che chiude gli occhi, arrendendosi.
Uno sparo e le mie urla cominciano ad echeggiare nell'aria.
Provo a scappare via, dopo aver visto il volto di Brian, spostarsi velocemente contro il mio.
-Ma guarda un pò chi c'è! La puttana!- Urla il più basso di tutti, facendo voltare verso di me anche Rev, Vee e Shads.
Sento il cuore cominciare a battere a mille mentre taglio la corda, scappando via come una forsennata.
Non sò se qualcuno di loro mi stia seguendo ma sò per certo che se continuo a correre in questo modo, potrei morire da un momento
all'altro.
-Aiuto!- Urlo nel vialetto, superandolo.
Velocemente, mi tolgo i tacchi dai piedi, correndo a piedi scalzi con le calze che riescono a ripararmi ben poco dall'asfalto freddo.
Con il cuore in gola, riesco ad arrivare dinanzi al cancello della villa, cercando di nascondermi dagli ospiti che sono appena arrivati.
Entro dal retro della villa, correndo verso la mia camera per poi chiudermici dentro.
In preda al panico comincio a piangere non riuscendo più a controllarmi.
Le lacrime amare, scendono sul mio viso, dandomi un senso di libertà unico. Dovevo liberarmi.
Dopo il piccolo sfogo, corro verso il mio stesso bagno per poter fare una doccia veloce.
Finita anche la doccia, mi occupo velocemente del vestito rosso in pizzo che sto per indossare. E' un vestitino davvero carino, abbastanza
scollato e decisamente corto.
Vestita, mi dirigo verso il mio solito specchio, truccandomi ed aggiustandomi i capelli asciutti da poco.
Respiro con profondità, cercando di cancellare quella stupida immagine dalla mia testa.
-Signorina Frances, tutto bene lì?- Mi domanda Linda dal corridoio.
-Si Linda, tutto bene...sono quasi pronta.- Rispondo, indossando i tacchi in tinta con il vestito.
Uscita dalla cameretta, provo a godermi la serata, cercando di eliminare dalla mente quei meravigliosi occhi color nocciola.
Può un ragazzo così bello essere un tale serial killer!?
Entrata in sala, mi avvicino a mia madre che mi fa conoscere alcune persone provenienti dall'Inghilterra.
Mostro uno splendido sorriso a tutti gli ospiti, per poi vantarmi dei complimenti che continuano loro stessi a regalarmi.
-Frances, tutto bene tesoro? Ti vedo un pò su di giri...- Mi sussurra mio padre, intimandomi di dargli il braccetto.
-Sto bene papà...sono solo agitata.-
E non per questo inutile ricevimento.
-Stai tranquilla tesoro, la tua presentazione ha affascinato tantissimi reali e nobili.-
-Non ne dubito...-
-E chi lo sà...magari sei riuscita a far colpo su Etan Lowell.-
-Papà, spero che tu stia scherzando...-
-Perchè? Se solo prendessi in considerazione il fatto che le nostre famiglie sono in perfetto accordo...-
-No papà, non sposerò mai un uomo che non amo.-
-Io e tua madre ci conoscemmo il giorno del nostro matrimonio...e ti dirò che ci siamo amati sin dal primo giorno.-
-Sarà stata una casualità papà...-
-No, lei si è presa cura di me sin dall'inizio.-
-Papà, io non amo Etan e non posso provare altro che squallore per un uomo così...avido.Il potere è il suo vero amore.-
-Non dire così tesoro...non lo conosci neanche.-
-Vogliamo parlare della cena di benvenuto della famiglia Hopless? No perchè, ti ricordo che non ha fatto altro che osservarmi.-
-Dovresti lasciarti amare da un uomo della tua stessa classe sociale.-
-Io non amo Etan.-
-Con il tempo, imparerai ad amarlo.-
-Papà, non puoi farmi questo!-
-Permette signor Williams? Vorrei esprimere il desiderio di ballare un lento con questa soave fanciulla.- 
Come non detto.
-Oh ma che caro ragazzo...certo che puoi.-
Sposto il mio volto contro quello di mio padre, con rimprovero. Non ci posso credere!
Etan mi tende una mano ed io, sono costretta ad accettarla.
Insieme, ci avviamo verso il centro della sala, sotto gli occhi di tutti gli invitati.
Etan è un ragazzo davvero bellissimo. Ha due occhioni azzurri, quasi come i miei e dei capelli biondi come l'oro.
E' uno dei ragazzi più belli e perfetti che possano esistere nell'intero Universo ma...il suo carattere avido rovina tutto.
E' un assetato di potere...sarebbe capace di vendere sua sorella ad un riccone anziano pur di avere un briciolo di reputazione in più.
Etan porta le sue mani sui miei fianchi, portandomi verso di lui.
Al suo tocco, non riesco neanche a rabbrividire.
Insieme cominciamo a ballare il lento, ma io, ho la testa da un'altra parte. Continuo a pensare a quegli occhi...che pur non essendo azzurri,
non riescono a darmi pace.
-Sei bellissima stasera Fran.- Mi sussurra Etan in un orecchio, con una voce soave e pacata.
-Frances.- Ribatto con poca dolcezza.
-Da quando ti ho vista la prima volta...ho subito capito che non sei per nulla una ragazza facile.-
-Se lei preferisce avere al suo fianco una ragazza facile, ha sbagliato persona.-
-No...ho sempre voluto accanto a me una ragazza piena di spirito...proprio come te.-
-Troppi complimenti potrebbero consumarmi questa sera.-
Mi piace fare la preziosa. Lo ametto, ho proprio un caratterino disastroso.
-Io consumerei volentieri le tue labbra...-
Etan poggia improvvisamente il suo naso contro il mio, ma io mi volto velocemente senza dargli alcun opportunità di baciarmi.
-Signori!- 
improvvisamente, sento il mio stesso mondo, cadere a pezzi.
Quella voce...quella dannatissima voce.
Io ed Etan ci fermiamo e anche la musica, sembra essersi interrotta.
Tutti gli invitati, spostano il proprio viso contro l'entrata della villa.
Rabbrividisco, volendo quasi sparire.
Cinque ragazzi, con delle pistole tra le mani ed alcune catene, si avvicinano agli invitati adagiandosi verso il centro della sala.
Le loro braccia tatuate, riescono ad attirare l'attenzione di tutte le persone che ci circondano, scaturendo alcuni giudizi poco delicati.
-Chi vi ha fatto entrare?- Urla mio padre avvicinandosi a Brian che lo guarda con un'espressione a dir poco terrificante.
-Mmm, però...questa si che è una gran bella dimora!- Sorride Brian, avvicinandosi anche lui a mio padre.
Ma cosa ci fanno adesso qui? Cosa sperano di ottenere? Perchè vogliono rovinarmi la vita in questo modo?
-Synyster Gates e la sua banda di delinquenti chiamati "Avenged Sevenfold"...lei crede davvero che io...Josh Williams,non vi conosca?-
-Vedo che ogni tanto, anche voi nobili leggete dei quotidiani.-  
-Se ne vada subito da casa mia o sarò costretto a farvi arrestare!-
Gli "Avenged Sevenfold" come li ha chiamati mio padre, cominciano a ridere.
Non capisco proprio cosa ci sia di divertente in tutto questo.
-Siamo persone civili infondo, quindi la prego solo di ascoltarmi Signor Williams.- Risponde Brian a tono, sorprendendomi.
Finalmente, ha usato delle maniere un pò più aristocratiche!
-Bene Mr. Gates, cosa vuole da me e la mia umile famiglia? Denaro? Soldi?-
-Voglio soltanto lei.- 
Tutti si voltano verso di me e Brian, mi ha appena indicata.
Sussulto, non capendo cosa diavolo hanno in mente questi maniaci.
-Cosa volete da mia figlia!? Non vi permetto neanche di guardarla!-
-Calma bel vecchietto.- Ghigna Jimmy, assecondando Gates.
-Lasciate in pace Frances!- Urla questa volta mia madre, con preoccupazione.
Brian rotea gli occhi al cielo, per poi riporli ancora su di me. La rabbia nei suoi occhi, mi fa spaventare.
-Io credo che allora risolvere la questione civilmente non serva a niente.- Risponde Zacky a tono e contemporaneamente, tutti 
cacciano delle pistole dalle loro tasche dei jeans.
Tutti gli invitati cominciano ad urlare, come spaventati, mentre Etan cerca di proteggermi.
-Dovrete passare sul mio cadavere!-  Mi difende Etan nascondendomi dietro alle sue spalle massicce.
-Con piacere.- Risponde ben presto Gates, avvicinandosi a me ed Etan, prendendolo per il colletto della camicia.
Vedo Etan cominciare a sudar freddo e gli invitati scappare via dalla villa, terrorizzati.
-Frances, scappa! Vai via!- Mi urla mio padre ed io gli dò ascolto, correndo nella mia camera e chiudendomici dentro.
Con il cuore in gola, posiziono velocemente una sedia dinanzi alla porta della camera per "bloccarla". 
Perchè vogliono proprio me? Cos' hanno intenzione di fare? 
E poi, cosa più importante...cosa centro io con una banda di delinquenti?
Un momento...



"
-Ti conviene serrarti per bene le labbra piccola...sai, non vorrei commettere un omicidio.-
-Ch...che...-
-Hai capito bene. Spera che non venga mai a sapere che qualcuno abbia provato a darti un bacio.- "



Ma no, non avrebbe senso! Da quando sono diventata un oggetto di proprietà!?
Tremante, mi siedo sul letto nella speranza che quest'incubo finisca presto, ma proprio mentre provo a sperarci...sento qualcuno adagiare la propria
mano contro la maniglia della porta.
Sobbalzo, vedendo la maniglia della porta adagiarsi continuamente sù e giù. 
-Credi davvero che chiuderti dentro, possa servirti a qualcosa?- Ancora quella voce, sempre la stessa.
-Vattene via!- Urlo dimenticando le buone maniere e nascondendomi dietro al letto. 
Brian, comincia a bussare con pesantezza alla porta, costringendomi ad aprirla ma io non faccio altro che rinchiudermi in me stessa.
-Che cosa vuoi da me?- Urlo questa volta, mettendomi le mani sulle orecchie dopo aver sentito il rumore di alcuni spari.
-Ti conviene aprire o potrei far del male alla tua famiglia. Molto male.- Ride, facendomi spaventare ancor di più.
-No! Ti prego, lascia stare la mia famiglia!-
-Allora apri questa cazzo di porta. Non voglio ripetertelo più.- 
In preda al panico, mi alzo velocemente dal pavimento freddo, avvicinandomi alla porta e togliendovi la sedia.
Sospirando...apro la porta chiusa a chiave, ritrovandomi Gates dinanzi agli occhi che continua a sorridermi con uno sguardo a dir poco odioso.
-Hai paura?- Mi domanda, serrando la mascella e facendomi venir voglia di sprofondare.
Non rispondo, tremando come una foglia.
-Suppongo di si.- Sorride ancora, prendendomi le mani e serrandole con una corda.
Provo ad oppormi ma non ci riesco. 
-Aspetta!-
-Mh?-
-Se dovrò venire con voi...voglio almeno sentirmi a casa.-
-Spiegati.-
-Ho bisogno dei miei vestiti.-
-Manderò la tua domestica personale a prenderli.-
-Come sai che ho una domestica personale?-
-Sarà che...ti osservo da molto tempo.-
-Che cosa? Questo vuol dire che mi hai anche vista fare la doccia o cose del genere?-
-Mm...direi di si.-
-Maniaco!-
Questa volta Brian mi spinge fuori dalla camera, portandomi nel salone principale della casa in cui non c'è nessun altro apparte i miei genitori
e questi esseri spregevoli.
-No tesoro!- Urla mia madre che ha una pistola puntata in gola.
E' ora di prendere posizione qui...devo salvare almeno loro.
-State tranquilli, vi prego. Andrò via con loro e non sò quando  ritornerò ma...dovete promettermi che starete tranquilli e non vi preoccuperete.
Me la caverò, sapete come sono fatta. L'unica cosa che vi chiedo...è che dovrete occuparvi dei bambini dell'orfanotrofio. Quelle creature hanno bisogno
di me e dal momento in cui io non potrò esserci per loro...spero di poter confidare in voi. Riguardo te Linda invece...preparami le valigie.-
Linda annuisce ed i miei genitori staranno per scoppiare in un pianto isterico.
In questo momento, non riesco proprio a provare alcuna forma di odio per loro.
Brian mi tiene ancora stretta...beh comprensibile dato che potrei scappar via da un momento all'altro.
-Gates, non c'è tempo da perdere, il Signor Edwards potrebbe arrabbiarsi...torneremo dopo a prendere la valigia della ragazza.- Borbotta Vee, dando una pacca
sulla spalla all'amico.
Brian annuisce, per poi rivolgermi uno dei suoi soliti sguardi. 
Eppure, c'è qualcosa di buono nei suoi occhi...
-Andiamo.-
Al suo via, tutti gli altri cominciano a sparare in punti non ben definiti della casa, senza far danni.
Questa volta è Matt che mi spinge via ed in lontananza, riesco a vedere solo mio padre piangere mentre continua ad urlare il mio nome.
I delinquenti mi buttano nell'auto questa volta, ed io mi ritrovo stretta tra Rev ed il bassino.
-Dove vanno gli altri?- Domando vedendo Matt e Zacky entrare in un'altra auto.
-Non credo siano cose che ti riguardano.- Mi risponde il ragazzo più basso con freddezza, lanciando uno sguardo a Gates che si è appena posizionato al volante.
Comincio a sentirmi male, sapendo di ritrovarmi presto in una nuova topaia e di abbandonare tutte le persone a me care.
Delle lacrime cominciano a scendere dal mio volto ed io non riesco più a controllarmi. Sto ricominciando a tremare, ma sembra che a nessuno qui importi.
Rev continua a guardare fuori dal finestrino dell'auto e l'amico, fa lo stesso.
C'è solo Brian che continua a fissarmi dallo specchietto retrovisore dell'auto, con uno di quei sorrisi che riescono ad uccidermi dentro.






























NOTE DELL'AUTRICE.
 
BUON ANNO A TUTTI MIEI DOLCISSIMI E CARISSIMI LETTORI!
Bene,  come vedete, ho deciso di aggiornare questa fanfiction dato che me lo avete chiesto in molti.
Se ricordate, vi avevo detto che non l'avrei aggiornata se non dopo la fine della prima ff ma, dato che la prima ff sta per
terminare mi sono presa un pò di tempo per scrivere il terzo capitolo di questa fanfiction.
Mi rendo conto che non è ai livelli di "Criminal Love" ma sto facendo del mio meglio per renderla presentabile e leggibile.
Devo dire, che mi ci è voluta tanta ispirazione per continuarla, quindi se la aggionerò un pò tardi vi chiedo scusa in anticipo dato
che ho tantissime idee ma non sò ancora bene come organizzarle!
Dunque...fatemi sapere se la ff vi sta piacendo e cosa ne pensate di questo terzo capitolo! Sapete che ho a cuore le vostre recensioni!
Anyway lettori belli, io vi saluto con un enorme bacio e vi dò ancora tanti auguri per il nuovo anno!
Al prossimo capitolo meraviglie! <3


-SynysterIsTheWay.







   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: SynysterIsTheWay