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Autore: Shin92    02/01/2014    2 recensioni
(Hiccup x Rapunzel) 1° Capitolo~
{Il liceo era diventato un vero campo di battaglia,cercare di passare inosservata era impossibile,in quel covo di cosplay di vampiri e punk dalle creste sempre laccate lei era un timido fiorellino,pronto ad essere schiacciato dal peso di una new rock placcata in metallo.
(Hiccup x Rapunzel) 2° Capitolo~
{-Mi chiamavi così quando ero una bambina,adesso sono una donna.-
-Lo vedo,ma a quanto pare sei una donna molto confusa…-
-A che ti riferisci? –
-Al modo in cui ti comporti quando sei con me. –
(Hiccup x Rapunzel) 3° Capitolo~
{-Tu, Donna. Rifammi le trecce.-
-Ma cosa sono la tua serva? –
-Non farmi il solletico o urlerò che mi stai molestando!–
-Ma sei tu che hai le mani lunghe biondina!-
(Hiccup x Rapunzel) 4° Capitolo~
{Rapunzel lo spinse verso il bagno e richiuse la porta alle sue spalle.
-Siediti qui e non muoverti.-
-Hai dei capelli così biondi e lunghi…-
-Ma non mi dire! –
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day Two: Dark
 
-Fa  caldo …-
-Lo so.-
Il moro si passò nervosamente una mano fra i capelli, mentre gli occhi verdi si stringevano per cercare di lanciare lo sguardo il più lontano possibile.
-Ci siamo soltanto persi…sulla Route 375,in mezzo al deserto del Nevada. Non ci succederà nulla vero?- Sbuffò la bionda con una punta di timore, la lunga chioma intrecciata, la cui punta le giunge fino alle caviglie le dondola sulla schiena come un enorme serpente.
Camminavano da circa trenta minuti e quello che li circondava altro non era che una distesa immensa di terreno sterile e arido.
L’ultimo autobus dal quale erano scesi li aveva lasciati lì, in mezzo al nulla, ed era ripartito senza possibilità di appello. “Non copro questa tratta”. Aveva sbottato l’autista con quell’accento strano,per poi bofonchiare qualcosa  tipo, “Non mi avvicino all’area degli extraterrestri.”
Il sole aveva ormai raggiunto lo zenit e un tantino d’ansia assalì Rapunzel, che aveva tentato di restare calma evitando di farsi prendere dal panico. Presto non ci sarebbe stata più luce, come diavolo avrebbero fatto a camminare lungo quella strada chilometrica? Avrebbero trovato almeno un motel disposto ad ospitarli, una fermata  d’autobus o qualunque cosa fornisse loro riparo o un passaggio per giungere a destinazione?
Le sembrava una situazione dannatamente assurda. Ricordò in un lampo ciò che era successo la sera prima.
-Devo fare un salto nei pressi dell’area più segreta e protetta degli Stati Uniti. Il giornale per il quale lavoro mi ha assegnato uno spazio tutto mio per fare il mio debutto…scrivendo niente meno che un articolo sulle attività militari segrete nel territorio del Nevada!- Aveva urlato tutta eccitata dinanzi alla sua cioccolata, agitandosi sulla sedia della tavola calda “Bee Bù” dove aveva dato appuntamento ad Hiccup per raccontargli la strabiliante notizia.
Lui aveva sorriso e le aveva fatto le sue congratulazioni.
-Ci vai tutta sola?- Aveva chiesto timidamente abbassando gli occhi sulla sua tisana.
Lei aveva esitato per qualche secondo prima di rispondere.
-Non vedo né sento Flynn da due mesi, perché meriterebbe di sapere se mi succede qualcosa di bello?-
-Non ho detto questo, ti ho chiesto solo se ci vai da sola.- Hiccup aveva adottato un tono molto più deciso rispetto alla prima domanda.
-Volevo chiederti di venire con me. Ho bisogno di un amico,è importante. Per favore-
E così lui l’aveva seguita in questa avventura, con la sua gentilezza e timidezza che Rapunzel ammetteva perfino a se stessa di adorare.
 Hiccup era il suo migliore amico da sempre. Quello che la tirava fuori dai guai, quello che sempre l’ascoltava quando le prendevano le crisi di nervi, perfino alle due di notte. Lei si fidava di lui e gli voleva bene. E adesso si sentiva terribilmente in colpa per averlo trascinato in quella maledetta situazione.
Ma lui non le avrebbe mai fatto pesare la cosa. E questo la fece sentire,se possibile,anche peggio.
-Hiccup,scusami. La colpa è solo mia se adesso sei bloccato qui con me.- Disse sottovoce portandosi una mano dietro l’orecchio come per aggiustare i capelli dorati fuoriusciti dalla treccia.
- Non è così male stare con te.- Lui sorrise lanciandole uno sguardo complice e tirandola una leggera gomitata scherzosa.
-Grazie tante…ehy, Perché tu non sudi mai?- La ragazza aveva prima sbottato un grazie sarcastico per poi fare una pausa e rivolgersi nuovamente al suo migliore amico,domandando più a se stessa che a lui,il motivo per il quale il moro non soffrisse quanto lei,che adesso sospirava a causa dell’afoso clima, di giorno in quel luogo era asfissiante e camminare a passo svelto,nonostante il tramonto,le sembrò veramente faticoso.
-Ho solo più autocontrollo. Non fa così caldo,sei solo in ansia.- Aveva detto lui tranquillo,continuando a camminare con le mani infilate nelle tasche dei jeans scuri e stretti.
Sfiorò con un lieve gesto delle dita il collo asciutto e morbido di Hiccup al suo fianco.
Solo dopo averlo fatto pensò a quanto potesse sembrare equivoco e sperò di non averlo imbarazzato,conoscendo la sua riservatezza,così subito parlò per distogliere l’attenzione.
-Incredibile,sei un robot o qualcosa del genere perché io sto morendo…-
Hiccup si lasciò toccare senza ritrarsi. Le dita calde di lei gli avevano donato una piacevole sensazione,un tocco delicato quanto un ortensia,quanto lei stessa.
Decise di voltarsi dall’altra parte per non dire o fare nulla. Che male c’era se lo toccava? Certo,ultimamente cercava il contatto spesso. Ma Hiccup non era abituato a certe cose e non essendo un tipo espansivo pensò di essere stato frainteso.
Insomma, perché improvvisamente gli sembrava di doversi sentire in imbarazzo stando da solo con la sua amica? La domanda si perse insieme al suo sguardo verso l’infinito.
Il sole ormai era calato. L’imbrunire si appropriava del cielo e una sfumatura violetta apparve come fosse la pennellata  di un pittore.
-Fermiamoci un momento. Non ne posso più.-
Rapunzel esausta si accasciò sull’asfalto tiepido con i polpacci doloranti,e Hiccup annuì incrociando le braccia al petto restando in piedi accanto alla bionda.
Si asciugava continuamente la fronte imperlata di sudore col dorso della mano, le guance arrossate e i capelli spettinati le donavano un’aria vagamente eccitante.
Si sentì arrossire per ciò a cui aveva pensato mentre lei teneva lo sguardo puntato verso l’orizzonte e la guardò di sottecchi. Il profilo del naso piccolo e perfetto che sembrava l’avessero scolpito gli angeli,il mascara ben definito che le infoltiva le ciglia lunghe,il rossetto ancora intatto. Bevve un sorso d’acqua stanca della lunga passeggiata ,se così si poteva chiamare, e una gocciolina scivolò impertinente sul suo collo umido. Proseguì sull’unione delle clavicole fino a scivolarle sul petto,che si gonfiava a causa del respiro affannato,infilandosi poi nel segreto celato dalla canotta bianca. Riuscì a intravedere il pizzo del reggiseno, probabilmente troppo stretto perfino per una figura esile come la sua visto che la pelle morbida si era gonfiata sopra la coppa,come se volesse sembrare più prosperosa.
-Avevi appuntamento con un militare dell’area protetta vero? – Cominciò lui distogliendo lo sguardo.
-Si,ma ho dovuto rimandare visto quanto è successo…- Aveva risposto lei seccata.
-E’ per questo che ti sei messa vestiti succinti? – Aveva detto lui sorridendo e distogliendo lo sguardo. –Per fare colpo su di lui? Perché ti rivelasse chissà quali informazioni segrete? – Si sedette di fianco a lei incrociando le gambe in stile pellerossa e poggiando le mani sull’asfalto dietro di se,voltandosi dalla parte opposta al viso di lei.
Rapunzel sgranò gli occhi stupita da quell’osservazione, abbassò la testa scrutandosi i vestiti stranita ,spostò poi gli occhi su di lui con in volto una smorfia a metà fra l’imbarazzo e il divertimento.
-C-cosa? Io non porto abiti succinti! – Aveva detto sorridendo incredula e gesticolando con in mano stretta la bottiglietta d’acqua.
-Si se riesco a vederti la biancheria!- Aveva ribadito lui accennando con il capo alla sua canotta scollata.
-Ma che guardone maniaco! – Scherzò lei tirandogli un buffetto sul collo e portandosi le mani al petto.
Una folata di vento mosse i capelli ramati di Hiccup coprendogli leggermente gli occhi verdi. Il buio calava velocemente,l’unica soluzione era camminare fino alla prossima area di servizio,non appena avessero avuto il coraggio di rimettersi in piedi.
-Se speravi di sedurre quel tizio sappi che non hai armi dalla tua, biondina. C’è veramente poco da guardare! – Hiccup le aveva fatto la linguaccia schernendola.
-Il fascino di una donna non si determina con le sue misure…Perché vuoi forse dire che sbirciare ti ha fatto male agli occhi? –
Scherzò lei fingendo di essere offesa. Si avvicinò a lui un po’ di più. Da giorni sentiva irrefrenabile l’impulso di stargli accanto,di toccarlo,che fosse stato un buffetto,una spinta o qualunque altra cosa, non riusciva a trattenersi dallo stargli vicino. Gli tirò una delle due treccine per avvicinarlo a se,non capiva bene il motivo, ma Hiccup era così diverso dal moccioso che aveva conosciuto anni prima,adesso era diventato più sicuro di se e sicuramente più attraente,e non lo pensava solo perché Flynn l’aveva mollata.
Il vero motivo per cui fra loro era andata a scemare era questo.
Rapunzel cominciava a preferire trascorrere più tempo con quel ragazzo che appellava come “migliore amico” piuttosto che con il ragazzo che l’amava.
Che diavolo le stesse accadendo non lo sapeva,ma Hiccup cominciava a diventare desiderabile. E più lui le sfuggiva più lei non riusciva a pensare ad altro.
-Non è male dai,ma non puoi certo sperare di sedurre un uomo con quell’aria da santa.- Aveva detto lui voltandosi e facendo l’indifferente.
Rapunzel odiava quell’atteggiamento. Non riusciva a capire se lo faceva apposta o se davvero non si accorgeva che lei stava cominciando a provare qualcosa di diverso dalla semplice amicizia.
-Come fai a dirlo? Ho mai provato a sedurti perché tu possa giudicarmi? – Aveva detto indispettita e maliziosa allo stesso tempo.
Allora lui aveva sgranato gli occhi e adesso la stava guardando,una risata imbarazzata sfuggì alle sue labbra. Si passò una mano fra i capelli,perché era un gesto spontaneo quando si sentiva a disagio. Ed era quello che Rapunzel voleva. Farlo stare a disagio,perché significava che si stava abbattendo un muro,perché Hiccup era impenetrabile. E se fosse stato tranquillo altro non voleva dire che la considerava un’amica e punto.
-Ok Punzie,non so seriamente a cosa ci stia portando tutto questo…- Disse abbozzando un sorriso sarcastico,evitando attentamente che i loro occhi si incontrassero.
-Perché sei nervoso Hic? – Incalza,adesso provando seriamente a stuzzicarlo.
-Ti sembro nervoso? -  Si scherma subito prima ancora che lei finisca la frase.
-Mi sembri in imbarazzo ecco…- Risponde lei strisciando più vicino,ancora con la treccina stretta fra le dita. Si appoggiò alla sua spalla scrutandolo più da vicino. Lui restò fermo e calmo ma qualcosa le disse che si stava agitando.
-Punzie,che cosa succede dentro la tua testolina,eh? – Adesso l’aveva guardata sorridendo teneramente e con due dita le aveva toccato la fronte spostandola e allontanandola da se.
-Ehy,cos’è tutta questa diffidenza? – Il tono seccato e l’aria offesa non avevano bisogno di spiegazioni,incrociò le braccia al petto lasciando la treccina.
-Punzie,sei strana ultimamente…-
-Non chiamarmi così.- Adesso la biondina sembrava seria e decisa mentre si spostava i capelli dietro l’orecchio con aria rabbuiata.
-Mi chiamavi così quando ero una bambina,adesso sono una donna.-
-Lo vedo,ma a quanto pare sei una donna molto confusa…- Anche lui aveva adottato uno sguardo serio e adesso non sorrideva più.
-A che ti riferisci? –
-Al modo in cui ti comporti quando sei con me. – Se n’era accorto. Allora non era di ghiaccio come aveva sempre creduto,o forse si, visto che questo la sconfortò. Insomma aveva capito il suo stato d’animo ma restava sulle sue nonostante avesse intuito l’interesse.
-Sono sempre la stessa.- Mentiva sapendo di farlo spudoratamente. Ma negare sempre era una regola.
-Vedi ? Io cerco di parlare,e tu sai quanto è difficile per me,però ti tiri indietro,neghi l’evidenza! – Lui aveva sbottato adesso innervosito e si era alzato cominciando a camminare.
Rapunzel si alzò subito e gli corse dietro provando a fermarlo.
-Ehy,mi lasci qui da sola? Guarda com’è buio,potrebbero rapirmi o…-
-Zitta e cammina…- Hiccup si era infilato le mani in tasca e adesso sembrava un tantino alterato.
-Si può sapere che ti prende adesso? Avanti parla! – La bionda gli afferrò il braccio costringendolo a voltarsi.
Dopo qualche minuto di silenzio lui la guardò e si decise a parlare. Era completamente buio. Non vi era alcuna fonte di illuminazione,di un lampione o di un auto in corsa,che avrebbe potuto far luce sui loro volti contratti.
Rapunzel rabbrividì,che fosse per l’improvviso calo della temperatura o per l’oscurità circostante che sembrava penetrarli,divorando anche loro. Era il loro primo vero litigio da quando erano dei ragazzini.
Lui ricominciò a camminare seguito dai passi lenti e irregolari di lei.
-Vuoi sapere che c’è? Sono stanco di sentirmi una ruota di scorta, una seconda scelta! Siamo amici da anni e ti accorgi di me solo quando Flynn ti molla e va via! Stai solo cercando di consolarti e beh…io non sono un giocattolo o una cura per la tua relazione finita! – Hiccup si stava agitando e Rapunzel non l’aveva mai visto così. Fu in un certo senso sconvolgente,non riusciva a credere di aver scatenato una reazione del genere in lui.
-Io non ti tratto come una seconda scelta! Si può sapere di che cosa stai parlando?!?- Adesso Rapunzel era intenzionata a capire per filo e per segno ciò che Hiccup voleva intendere.
-Fingi ancora che sia tutto normale…sono uscito con Astrid ieri.- Lo disse in tono diretto,duro,quasi come se la stesse provocando.
-Cosa?!? Non posso crederci…- La bionda quasi si fece sfuggire un urlo. Una specie di crampo allo stomaco la costrinse a voltarsi dall’altra parte e storcere la bocca,si portò una mano alla testa.
-Cosa ti da fastidio? Il fatto che sia uscito con lei o che non te l’abbia detto? –
Avevano percorso un bel po’ di strada a passo svelto e adesso si incmminavano  verso le luci che si intravedevano sulla destra,un piccolo market aperto anche di notte. La salvezza.
-Lo stai facendo apposta? Qual è il tuo scopo? Vuoi farmi confessare che mi fa venire il mal di stomaco pensare che magari l’hai anche baciata? –
Strinse i pugni forte e si sentì bruciare di rabbia.
-Che cosa provi per me? – Lui si era fermato dinanzi all’edificio dalle insegne luminose,la stava guardando come se fosse in attesa di qualcosa,il viso per metà illuminato dal blu acceso del neon alle sue spalle creava un gioco di luci psichedeliche che quasi non la incantò.
-Non lo so,non ne voglio parlare e adesso sono arrabbiata! – Cercò di superarlo per dirigersi verso l’entrata del market,quando lui le si parò dinanzi. Indispettita ci provò ancora ma lui si contrappose fra lei e la strada perché non cercasse di scappare da quel confronto diretto.
-Adesso tu mi dici come stanno le cose perché non ti muovi da qui finché non lo fai.- Ordinò autoritario con un abbozzo di sorriso stampato sul volto.
Allora lei lo guardò negli occhi fra esasperazione e agitazione,incrociò le braccia al petto prima di avvicinarsi a lui e ,con molto imbarazzo, lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò a se per stampargli un fugace bacio sulle labbra.
Fu veloce e morbido come il vento.
Hiccup realizzò solo dopo qualche secondo quello che era appena accaduto,a pochi centimetri dal viso di lei che lo guardava con quegli enormi occhioni verdi pagliuzzati di giallo.
-Non voglio parlare…- Questo bastò perché lui si ammutolisse,probabilmente ciò che stava succedendo ad entrambi lo sapevano perfettamente,senza aver alcun bisogno di spiegazioni,ma Hiccup si riscosse dal torpore e sfiorandosi le labbra si riprese.
Rapunzel aveva ormai superato la sua figura e si avviava verso il ristoro quando il moro le afferrò un polso,ma improvvisamente non seppe cosa dire,era talmente stordito dal gesto della bionda che qualunque frase di senso compiuto lo aveva abbandonato.
Allora lei strinse gli occhi e si avvicinò sospirando, per poi afferrargli una ciocca di capelli e tirarlo verso di se perché si abbassasse alla sua altezza e la sentisse bene.
-Non voglio che tu veda altre donne.-
Scandì le parole in modo che non potessero essere fraintese e a Hiccup non restò che una mente annebbiata da quell’improvviso sentimento che li stava trascinando in un vortice che diradava il buio in cui era sprofondato il loro rapporto e adesso faceva spuntare il fuoco di una meteora all’orizzonte.
 
 
Angolo dell’autrice:
Il secondo giorno della Hiccunzel week prevedeva  il “Dark” come tema e io ho scelto il buio del deserto come contesto e il buio metaforico che è calato fra loro in questo capitolo (Risolto, fortunatamente) Spero vi sia piaciuta e ringrazio chiunque recensisca o anche solo passi a dare un’occhiata.
Alla prossima! J
-Shin
  
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