Capitolo 9: Tutto è bene ciò che finisce bene

 

 

Stiamo nuovamente camminando in fila nel buio e fitto bosco della Foresta Proibita.

Finalmente siamo lontani dai Centauri, e ora possiamo tornare a scuola senza correre alcun rischio.

“Sirius, quanto ci manca?” chiedi tu improvvisamente.

“Non molto, ancora 15/10 minuti di cammino e dovremmo essere arrivati.” Risponde Felpato.

Siamo stanchi, i nostri vestiti laceri, i nostri visi sporchi, e le gambe ci dolgono.

Anche Felpato è stanco, la botta che ha dato all’albero a causa dei Centauri adesso lo fa leggermente zoppicare.

Non abbiamo nemmeno il fiato per parlare, continuiamo a camminare in silenzio, gli unici rumori sono i fruscii delle foglie e le cicale intorno a noi.

Tu tieni il tuo Mantello dell’Invisibilità in mano, e fortunatamente non ti accorgi del mio sguardo fisso su di te.

Dopo alcuni minuti il grosso cane nero si ferma, annusando l’aria col suo grosso e umido naso nero.

“Cosa c’è Felpato?” domando io.

“Sento odore di Acromantule, vuol dire che siamo vicini all’uscita della foresta, ma state attenti a non fare rumore o le potremmo attirare qui.” Rispose l’Animagus.

Tu rallenti la tua andatura e ti avvicini ulteriormente a me.

Non so se di proposito o no, ma a me fa molto piacere ugualmente.

Continuiamo a camminare, facendo molta attenzione a dove mettiamo i piedi per non fare il minimo rumore.

Ad un certo punto però, un lembo più lungo del tuo Mantello dell’Invisibilità ti finisce sotto al piede, e tu continuando a camminare inciampi su di esso.

Emetti un debole grido e istintivamente ti aggrappi al mio braccio per non cadere.

Io ti sorreggo, e i nostri visi si trovano a pochi centimetri di distanza fra di loro.

Tu alzi lo sguardo e rendendoti conto delle distanze che ci separano diventi improvvisamente rosso, ma prima che tu riesca ad allontanare il tuo viso dal mio io mi sporgo e con un movimento veloce separò le distanze che ci separano, permettendo alle nostre labbra di toccarsi.

Tu non ti sottrai al mio leggero tocco, ma sono io a staccarmi da quel casto bacio.

Alzo il mio sguardo su di te, che ancora non ti sei mosso, e vedo la tua espressione scioccata.

Le tue labbra, che ancora non si erano mosse da prima, vanno a formare lentamente un sorriso.

Senza dire nulla ti giri, mentre io riprendo a camminare.

Ma ci accorgiamo entrambi che Sirius si era fermato e ha visto tutta la scena, ed ora ci guardava allibito.

“T-Tutto bene Harry?” ti chiede.

“Si…si grazie…” rispondi tu imbarazzato.

Sentiamo un improvviso frusciò, e Felpato ricomincia ad annusare l’aria con più sicurezza.

“Le Acromantule! Corriamo!” dice prima di cominciare a correre.

Noi lo seguiamo a ruota senza dire nulla. Corriamo a perdi fiato per alcuni minuti, poi il grosso cane nero si ferma di colpo.
”Non vi preoccupate, le abbiamo seminate…” disse.
Io e te stiamo boccheggiando, abbiamo fatto una gran corsa.

“Ci possiamo fermare un attimo?” chiedi tu.
”Per riposarvi? Io direi che è meglio di no… Sapete in giro per la Foresta abbiamo appena appurato che c’è di tutto, non vorrete cacciarvi in altri guai, no?” risponde Felpato.
”Ma Sirius, siamo stanchi….” Provi a dire tu.

“Meglio stanchi che morti. Cammineremo piano, ma non ci fermeremo.” Risponde il cane nero.

Ricominciamo subito la nostra grande marcia, la Foresta ormai si sta diradando e questo è un buon segno.

Camminiamo ancora per svariati minuti, fino a che davanti a noi si stagliano in lontananza le piccole fiammelle delle torce del cancello principale di Hogwarts.

“Evvai!” esclami tu.

“Siamo salvi!” dico io.

Felpato però non dice nulla, ha uno sguardo distante, e sembra quasi triste.

“Cos’hai Sirius?” gli chiedi tu.

“No nulla…è solo che, io non posso venire con voi…tutti mi credono morto, solo Silente sa di me e del mio ritorno sotto questa forma…” risponde il cane.

“Nemmeno Remus?” chiedi tu sbalordito.

“No, nemmeno lui, per gli stesso motivi tuoi. Ti immagini vedere il tuo ragazzo morto da due anni tornare sotto forma Animagus? Impazzirebbe subito, e io non voglio che questo accada…” risponde lui tristemente.
”Non ti preoccupare Sirius, se io non sono impazzito sono sicuro che Remus capirà. È sempre stato un brav’uomo…” dici tu con voce tranquillizzante.

“Lo spero proprio che capisca…”

“Stai tranquillo, capirà.” insisti tu.

“Ma, vi devo lasciare comunque, non posso venire con voi…” dice Felpato triste.

“E perché? Dai vieni” dico io, sorprendendomi da solo.

“Grazie Draco, ma è meglio di no. Preferisco rimanere fuori e andare dove voglio. Però ci possiamo incontrare… Facciamo così, ogni sabato sera qui davanti alla Foresta Proibita, va bene?” dice il grosso cane nero.

“Per me va bene!” dici tu contento.

“Anche per me!” mi aggrego io.

“Ora sarà meglio che andiate…ci si vede ragazzi! A sabato prossimo!” dice Felpato, e dopo essersi fatto abbracciare da te corre via, sparendo nell’oscurità della Foresta.

“Si ha ragione, dobbiamo rientrare..” dico io.

“Posso fati una domanda Draco..?” mi chiedi tu imbarazzato.

“Ma certo” ti rispondo io.

“Come…come mai prima mi hai baciato?” chiedi diventando rosso e abbassando lo sguardo.

“Bè…perché…perché…” provo a dire io, ma le parole non mi vengono “perché mi piaci!”

Tu diventi ancora più rosso di prima.

“Harry, che cosa mi volevi dire prima, sulla riva del lago?” ti chiedo io impacciato.

“Bè…che anche tu,…mi piaci…” mi rispondi.

Io mi avvicino a te, ti stringo a me e ti bacio. Un bacio casto, che poi diventa più passionale.

“La prossima volta però, vediamoci in un luogo più sicuro.” Dico io malizioso appena divisi.

“E tu non farmi più domande del genere…” mi dici tu con aria da finto rimprovero.

Io ti guardo con aria perplessa, non ho capito a cosa ti riferissi.

“Perché mi odi?” dici tu, sorridendo.

“Non ti preoccupare amore, non accadrà più…” ti rispondo prima di baciarti nuovamente.