Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dark prince    03/01/2014    0 recensioni
Coppia: Jean/ Marco (Principalmente)
< < Ma no, fotografo altro, no modelli. > >
A quelle parole Jean annuisce, come ad aver capito che tipo di studi facesse Marco.
< < In Germania ci sono cose e luoghi bellissimi da fotografare! > >
E a quel punto... il corvino lo guarda, diventando quasi serio, anche se le sue guance si erano colorate di rosso.
< < Jean.. potrei farti un set fotografico.. nudo? > >
< < ....Che? > >
Ed incredulo il biondo si ritrova ad arrossire, imbarazzato.
Avvertenze:Le immagini alla fine non sono mie.Posterò sempre o la fonte o l'autore.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non pretendo che vi piaccia, era solo un storia che potevo benissimamente tenere per me, in modo da non mostrarvi questo scempio.
Bhè.... ma eccola qui e spero vivamente che possa essere apprezzata almeno un pò. Ci sono solo alcune precisazioni: Ho voluto lasciare ai personaggi alcuni ricordi della loro vita passata, perchè andiamo, questi due sono uniti tragicamente. E due, il rating arancione sia adatto visto che in futuro descriverò una scena di sesso, ma senza soffermarmi sui dettagli.
E ultima cosa.. vi prego di leggere almeno anche il secondo capitolo.Sono un tipo che non fa incontrare subito i protagonisti.
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Quel posto sembrava ormai abbandonato da anni, e in effetti era così. Ma quei passi scalpitanti, frenetici, tipici dei bambini in piena età del divertimento, riempiono quel luogo da un silenzio quasi sacro.
Non c'era solo il verde di distese praterie, vi erano anche case lasciate a sè stesse, alcune con il tetto crollato, altre ancora in piedi ma con porte e finestre ormai distrutte o per le intemperie del tempo o soltanto per inciviltà di alcuni esseri umani: Non erano cambiati, neanche dopo tutto quello che avevano passato con i giganti, gli umani non erano cambiati affatto anzi...forse era anche peggiorato visto che ora non erano più minacciati di estinguersi.
Il tramonto, quella luce arancia donava a quel luogo ancora più malinconia. Ah si, i giganti sono stati sconfitti e le mura abbattute, restava solo una grande cittadella ormai abbandonata, che non serviva più a nulla... ma li per lui vi erano un sacco di ricordi.Ricordi preziosi.

< < ZIO!! > >
Ed ecco quel ragazzino che stava correndo come un matto, con il fiato corto per via della corsa e gli occhi lievemente socchiusi per il sole che puntava dritto sulla sua faccia, facendo risaltare quegli occhi verdi.. identici a quelli di suo Padre.
< < ZIOOO!!!! > >
Bhè.. non aveva solo quello del padre.Anche quella insana voglia di essere fastidioso l'aveva nel sangue.
Almeno era quello che pensava Jean, mentre si voltava, con il suo solito cipiglio, per poter guardare il ragazzino che sotto i suoi occhi.. cade a terra Rischiando di farsi male, anzi, era convinto di questa cosa, ma di certo non sarebbe corso ad aiutarlo. Conosceva a fondo gli Jeager e un ginocchio sbucciato non era capace di fermarli.
< < Oi, fai attenzione per una buona volta! > >
Lui non sopportava le persone avventate... ma nella sua vita ne era stato circondato non poco volte, e i frutti di quella gente continuavano a perseguitarlo come un'ombra; Ne era certo, anche la sua morte sarebbe stata caotica.
< < ZIOO JEAN! > >

Ed ecco che un sonoro sbuffo gli scappa, voltandosi per guardare... un'ultima volta una lapide, l'unica curata in tutto quel cimitero abbandonato, non solo fatto di case, ma anche di persone morte da tempo e ormai dimenticate.
Ma non lui, lui non sarebbe mai stato dimenticato. Jean aveva promesso, fino al suo ultimo respiro avrebbe ricordato il compagno, miglior amico.. e qualcosa in più che mai si era avverato per via del destino crudele e sadico. Ma tutto quel tempo non aveva cambiato nulla nell'animo di Jean, solo il suo aspetto era diverso, più maturo... più vecchio e lo dimostravano alcune rughe oltre che i capelli bianchi sparsi per quella strana capigliatura che non aveva mai cambiato, come anche quel carattere che forse si era ancora di più inacidito, visto che continuava ad ignorare volutamente il ragazzino che continuava a chiamarlo ancora, anche se ormai si era alzato e lo aspettava battendo il piedino a terra, con fare quasi nervoso.

Ma lui continuava a fissare quella lapide con inciso sopra soltanto un nome. Nè una data di nascita nè una di morte a segnare qualcosa in più.Solo un nome, un nome che era anche sbiadito ormai per via delle intemperie.
< < Marco... > >
< < ZIOOOOO > >
Ed ecco, ecco che quella piccola peste di un bambino si era quasi arrampicato su un muretto, in modo da poter urlare nelle povere orecchie di quel povero uomo.
E con uno scatto Jean acchiappa il ragazzino da sotto alle ascelle, sollevandolo fino ad averlo faccia a faccia, assottigliando lo sguardo rendendo il suo cipiglio ancora più evidente.
< < Voi Jaeger siete tutti così petulanti, cassinisti, irrispetto- > >
< < Hey Hey, vacci piano! > >
La voce di una terza persona interrompe quella sorta di ramanzina che l'uomo stava facendo al ragazzo, che aveva assunta una espressione annoiata, come se era abituato a tutto quello e a giudicare dalla confidenza che si prendeva, sopratutto chiamandolo zio, non poteva non essere così.
Jean si volta verso il nuovo "intruso", sbuffando con più forza, scocciato.
< < Raccatta tuo figlio e andate via. > >
Eren alza gli occhi al cielo, prendendo in braccio suo figlio, come suggerito dall'altro prima che lo lanciasse da qualche parte visto ce il biondo aveva assunto proprio quella espressione decisa, di chi per davvero sarebbe stato capace di fare una cosa del genere.

Anche il tempo aveva cambiato Eren.Era mutato, non solo invecchiando, ma la sua espressione era tranquilla, cosa assai rara da vedere in passato su quel volto.La sua chioma era ancora bruna, senza neanche un capello bianco, solo gli occhi sembravano più.. stanchi, ma quello erano sicuramente dovuto alle numerose battaglie affrontate.
< < In verità siamo venuti a raccattarti... è da ieri che non ti fai vedere.No che a me manchi, Ma Armin ha insistito. > >
< < Bhè mi hai trovato, ora smamma.. > >
Un'altro sospiro era d'obbligo, ma lui già si era voltato per andarsene. Non era di certo famoso per la pazienza Eren, e neanche quella di andare d'accordo con Jean che ha sempre chiamato faccia di cavallo o insulti peggiori, ma con gli anni aveva saputo e imparato a apprezzare alcune qualità che caratterizzavano il biondo.Sopratutto con la pace e l'assenza di titani.
< < Sono passati 30 anni Jean, pensavo che ti fossi ripreso.. > >
A quelle parole di scatto alza il capo il biondo, stringendo i denti e le mani a pugno, con tanta forza fino a ficcarsi le proprie unghie nel palmo, facendosi male, ferendosi.
< < Fatti i cazzi tuoi, Jeager! > > Eccoli, avrebbero di nuovo ripreso a litigare... infatti Eren fa scendere il figlio dalle braccia, intimandogli con lo sguardo di andare, voltandosi poi verso di Jean, ma ciò che vede gli fa risputare indietro l'insulto che si era preparato e la sua espressione muta in una preoccupata.
Jean, il compagno di battaglie passate, persona che completava la sua routine visto che litigavano ancora come quando erano giovani, si stringeva la maglia all'altezza del petto con un'espressione sofferente in viso.
< < ..Oi... faccia di cavallo, che hai? > >
Non riesce a rispondere il biondo, non riesce neanche ad alzare lo sguardo verso di lui tanto che le fitte erano dolorose e forti ed era consapevole che questa volta non se la sarebbe cavata facilmente, non era uno dei suoi soliti attacchi, questa volta... ci sarebbe rimasto secco.
E con questa consapevolezza, ecco che ritorna a guardare la lapide, con un sorriso sofferente su quel viso che ormai pallido era diventato.
< < A presto... amico mio. > >

E dopo alcuni secondi il suo corpo era disteso a terra.
Jean kirschtein era morto per infarto alla età di 45 cinque anni.


Germania. 2014.
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Agitato, agitato nel sonno si rigira tra le coperte che ormai erano avvinghiate ai suoi piedi e alle sue gambe, oltre che aver combinato un disastro il letto, ma era una cosa decisamente secondaria.
Con uno scatto si mise a sedere sul materasso, portandosi subito la mano al petto, dov'era il cuore precisamente, annaspando aria come se per tutto quel tempo era rimasto in apnea.
La fronte completamente sudata come anche lo era la maglia, aveva una sensazione spaesata e si guarda intorno il ragazzo, accorgendosi solo dopo che era in camera propria... la sua camera, le sue cose familiari.Ma Jean aveva ancora un senso di inquietudine e paura adosso, ecco perchè allunga una mano per accendere la piccola luce posta vicino alla presa di corrente.

< < Dannazione.. un'altro sogno... > >
La sua voce era tremula in quel momento, ma non poteva controllare una cosa del genere.Ogni volta che faceva sogni di quel tipo, non controllava più il suo corpo e aveva quelle caotiche emozioni che lo avrebbe perseguitato per tutto il giorno, già lo sapeva, era sempre così in fondo.
Una volta che finalmente il respiro si era regolato, Jean getta uno sguardo alla finestra, notando che stava sorgendo il sole e automaticamente lui doveva alzarsi; oltre ad avere l'università, doveva anche occuparsi del lavoro ed è per questo che se anche era domenica, doveva darsi una mossa per non ricevere l'ennesima sgridata dal proprietario.
Ed eccolo, che trascinando i suoi arti riesce a raggiungere il bagno, dove si chiude ignorando che possa servire anche al suo coinquilino.
Eren Jaeger, tedesco come lui.
Che oltre a tormentarlo nel mondo reale, era anche nei suoi sogni e la cosa non gli faceva affatto piacere.Anche se era buffo e ... strano. Ma a lui cose di quel tipo non piacevano, cercava di dire "è un caso" "coincidenza" anche quando per la prima volta aveva conosciuto di persona Eren.
In fondo non sei tanto sano di mente o è normale incontrare un tizio che hai sognato e quei sogni lo tormentavano fin da piccolo, ma solo ultimamente erano diventati più presenti.....soffocanti.
< < JEAN! Ti sei fregato di nuovo il bagno!! > >
Ed ecco che il ragazzo in questione bussare con forza alla sua porta, e l'altro non può fare a meno di sbuffare, mandandolo a quel paese... ma su suo volto si dipinge un sorriso soddisfatto e vittorioso.
< < Non hai lavoro, quindi stai zitto e non rompere le palle!! > >
Irritante. Entrambi si reputavano irritanti e non sapevano ancora come mai erano riusciti a convivere senza essersi ammazzati, anche se le liti erano avvenute.
< < Deve venire Mikasa e mi serve la doccia! > >
Mikasa.. era una tizia dai lineamenti orientali che era sempre intorno ad Eren.
Quando Jean la prima volta la conobbe, aveva avuto la sensazione di conoscerla da tempo.. e la temeva, ma non l'aveva sognata come era successo con il moro.. e in parte questo dispiace al ragazzo.
In fondo meglio sognare una bella ragazza che un rompi balle come quel tipo, no?
< < Aspetti lo stesso, sono già sotto la doccia. > >
Cosa non proprio vera, visto che aveva appena aperto il getto d'acqua, immergendosi subito sotto anche se non era totalmente calda ma tiepida.
Ma quella mattina andava di fretta il giovane tedesco, no che fosse in ritardo... ma sentiva come se il destino lo stesse chiamando.
E infatti questo gli fece un brutto scherzo, visto che di di corsa esce dalla doccia, guardando come un nemico mortale quest'ultima.
Ma c'era un motivo di quella reazione.L'acqua era diventata improvvisamente gelida, e non ci voleva un'indovino per capire chi fosse stato, è quella persona era Jaeger.
< < Sei MORTO! > >
E con solo l'asciugamano a coprirgli il necessario, ecco che esce per trovare il coinquilino e ammazzarlo, in modo di avere anche tutto il bagno per sè, di avere una vita tranquilla e pacifica! ma quella... serpe, come a lui piaceva chiamarlo, si era ben nascosta in cucina e appena aveva visto Jean uscire... era andato in bagno chiudendosi a chiave.
Era una giornata come tante, iniziata come tante altre volte in quel modo... ma quella sensazione di ansia gli diceva che non sarebbe finita come al suo solito.
Qualcosa di... strano avrebbe sconvolto la sua vita una volta per tutte.
E mentre in questa caotica casa tutti erano già svegli e pimpanti, in un'altra, neanche tanto distante, un ragazzo con delle particolari lentiggini ( Uno potrebbe anche definirle carine) era ancora nel mondo di sogni.
E si sarebbe pentito di questo.
Sopratutto che a causa di questo pesante sonno non sente la sveglia che per ben tre volte suona per finire dopo a terra a causa di un brusco movimento da parte della persona che stava dormendo.


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"Non c'è stato il tempo di dirti tutto. Non me l'hanno permesso e anche se è inutile cerco di dirtelo qui, parlando da solo ad un cimelio funebre. Grazie di tutto, Marco.
Hai fatto capire a cosa andavano incontro i soldati, com'era cruda e violenta la morte.
Hai fatto capire a me cosa significasse perdere qualcuno di importante.

Angolino autrice.
Salve, ecco, ciao! Se vi piace, recensite e se ci sono errori non temete di farmeli notare >w< a presto! L'immagine è stata presa da TUmblr.com.

  
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