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Autore: salasar18    25/05/2008    14 recensioni
Draco Malfoy e Harry Potter devono scontare l'ennesima punizione per ordine dell'insegnante di Pozioni.Il primo per causare guai al Grifondoro decide di scrivere su una pergamena dallo strano colore degli insulti rivolti a Piton firmandosi 'Potter'...da lì inizieranno i guai e il patto verrà sancito.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cho Chang, Il trio protagonista, Lavanda Brown, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.





D per Vendetta





Capitolo sette: Non solo vendette.






“E’ davvero ridicolo. Quel dannato vecchiaccio non aveva nessunissimo diritto di farlo! Obbligarci a tornare a cenare insieme...razza di-”


Draco affondò la forchetta nel suo cappone in salsa di cardi, mentre si sosteneva il mento sul palmo della mano. Fissava il piatto con un broncio di proporzioni bibliche: le ciglia corrugate, nell’espressione che Harry aveva ormai catalogato come ‘sono-piuttosto-scocciato-dalla-cosa’.


“Non fare tutte queste scene, Malfoy. Dobbiamo solo condividere un pasto seduti ad un tavolo di fronte a Silente e Piton. Dopotutto devono accertarsi che con l’incantesimo vada tutto bene. Non mi sembra niente di cosi sconvolgente”


Il tamburellare metallico della forchetta contro il piatto cessò all’improvviso. Harry alzò lo sguardo, notando che il Serpeverde lo stava fissando con la faccia stupita per non essere arrivato a capire una cosa così ovvia.


“Potter, non si tratta di questo. Non è il mangiare di fronte a loro che mi urta, ma il doverlo fare insieme a te!”


Il Grifondoro si bloccò per qualche secondo, la forchetta a mezz’aria, prima di ricominciare a dedicarsi alla sua cena. Una volta portatosi la pietanza alla bocca, riprese indisturbato a scribacchiare sul pezzo di pergamena che aveva portato con sé e su cui tornava tra un boccone e l’altro.


“Ah.” Riuscì a bofonchiare con qualche difficoltà a causa del troppo cibo che aveva messo in bocca.


L’altro alzò gli occhi al cielo, buttandogli addosso il suo tovagliolo.


“Ehi!”Protestò Harry.


“Ma ehi cosa? Ti sei mai guardato mentre mangi? Sei davvero disgustoso! Non ho mai visto nessuno emettere tanti suoni e tanti sputacchi anche mentre beve! E’ veramente una cosa aberrante”


“Una cosa che?”


“Lascia perdere, Potter. Un giorno di questi mi chiederai di vendicarti contro la tua ignoranza e quel giorno, stanne certo, ti procurerò un dizionario”. Disse il biondo, poggiando la propria mano su quella del compagno.


“Un dizionario?” Ripetè il Grifondoro con tono piatto, guardandolo storto e ritirando indietro la mano, mentre il suo cuore iniziava a battere più veloce del normale.


“Si, dizionario. Sai quella cosa buffa, quadrata, con tante pagine, su cui ci sono scritte un sacco di parole?” Lo prese in giro il biondo “ Ho capito: con un ignorante del tuo calibro bisogna per forza partite con un abecedario”


“So cos’è un dizionario, ma mi fa ridere il passaggio mentale che ti ha condotto fino alla mia ignoranza, quando sei partito con un discorso contro Silente. Alla fine non si sa perché, ma la tua attenzione finisce sempre sul sottoscritto…”


“Ooh, finalmente ti sei deciso ad ammettere di essere un grandissimo pezzo di somaro. Bravo, così si fa, Potter: il primo passo verso la guarigione è quello di rendersi conto di avere un problema.”


Draco fulminò il Grifondoro, non appena si rese conto di quello che aveva detto.


“ La mia attenzione fa cosa?” Gridò, con qualche ottava in più del normale “E’ un sorriso quello che vedo? Stai ridendo di me, Potter? Non osare, sai!”


“Va bene, va bene, non oso. Non sia mai che per il troppo disagio al mio Vendicatore venga un colpo…”


“E allora smettila di farlo! Stai ancora ridendo!”


Harry lo snobbò per qualche secondo, il capo chino sulla pergamena che aveva davanti e le labbra incurvate verso l’alto. La cosa non fece altro che irritare di più il biondino, il quale agguantò il foglio giallo strappandolo dalle mani di Harry.


“Ridammelo subito, Malfoy!” Protestò il moro, alzandosi dalla sedia e sporgendosi verso l’altro, attirando su di sé l’attenzione di qualche studente e lo sguardo irritato di Piton.


“Cosa stai scrivendo dall’inizio della cena eh, Potter? Una lettera d’amore?”


Sul viso del Serpeverde si dipinse uno di quei ghigni che Harry aveva cominciato ad odiare con tutto il suo cuore e che faceva chiaramente capire che Draco si stava divertendo un sacco.


“No! Ti ho detto di darmelo! Voglio, anzi no, pretendo che tu me lo dia adesso!” Gridò, con un tono di voce talmente alto da sovrastare parecchie delle conversazioni dei presenti.


Molti dei ragazzi dei primi anni si misero a ridere, equivocando la frase del Grifondoro e per un momento Draco ebbe la convinzione di aver sentito un: “te l’avevo detto che c’era del tenero tra i due”.


Approfittando del momento in cui il biondo aveva abbassato la guardia, Harry recuperò la sua preziosa pergamena. Una volta risedutosi, scoccò un’occhiataccia al biondo.


“Guarda che hai fatto! Lo hai sporcato con i tuoi piselli!”


Il suono di alcune risatine arrivò limpido alle orecchie di Draco, che si affrettò subito a dire:


“Cardi, Potter! Erano cardi!”


“Si, come ti pare. Intanto hai rovinato il mio schema. Ci ho lavorato per tutto il giorno.”


“Schema?”Chiese incuriosito l’altro.


“Si, per la partita di Quidditch di settimana prossima, ricordi? Grifondoro contro Serpeverde? Sai quel giorno dell’anno in cui io ti faccio fare la figura del deficiente perché prendo il Boccino prima di te, senza che te ne renda nemmeno conto?”


Draco storse il naso, alzando il mento e guardando Harry dall’alto in basso,con fare altezzoso.


“Si, può darsi che io abbia perso contro di te, qualche volta-“


“Qualche volta?”Lo interruppe bruscamente Harry sogghignando.


“Ma,” continuò l’altro, con il preciso intento di far capire al Grifondoro di non essere stato minimanente toccato dal suo intervento “La verità è che siamo in una botte di ferro, dato che Weasley come portiere fa schifo al Troll”


“Rimangiati subito quello che hai detto” Lo riprese l’altro.


“E perché mai? Dopotutto è la verità: il tuo migliore amico è una schiappa…prende la Pluffa una volta si e sette no. Spero, per noi, che lo schiererai anche questa volta.”


“Invece di fare tanto il gradasso io starei attento ai tuoi Battitori: se non erro l’ultima volta Goyle si è disarcionato ed è caduto dalla sua scopa da solo!”


“Un errore di distrazione”


“Distrazione? Probabilmente hai ragione. Il suo neurone si sarà distratto perché stava facendo due cose contemporaneamente: volare e pensare.”


“Non offendere i miei giocatori. Non sei per niente sportivo, lo sai?”


Harry sgranò gli occhi.


“Ah,io?”


“Certo e chi se no? Vedi altri che cenano con me?”


“Draco Malfoy sei proprio un-“


“Oh, non essere volgare, Potter. Non ti si addice. E poi se proprio vuoi saperlo, il tuo schema si rivelerà del tutto inutile.”


“Ma davvero? La tua sicurezza mi colpisce. Ora, magari, mi verrai a dire che sarai tu a vincere quest’anno…”


“Esattamente.”


Il Grifondoro ritornò a mangiare la sua cena, lasciando per qualche secondo il discorso in sospeso. Dopo aver finito di masticare l’ennesimo boccone, non riuscì a trattenersi dal punzecchiare il compagno.


“Sapessi quante volte l’ho sentita. Ricordo che avevo ancora i capelli cortissimi e non sapevo cosa fosse uno Alohomora. Quindi, parliamo di secoli fa. Eppure, nonostante tutto, la tua figuraccia la fai sempre.”


Draco sgranò gli occhi.


“Oh,Merlino. Era- era una cattiveria quella? Potter così mi ferisci.”


“Per ferirsi bisognerebbe avere un cuore” Lo riprese l’altro, guardandolo, conscio del fatto che lo stesse prendendo in giro.


Draco mimò un dolore lancinante al petto.


“Ah! Quanti colpi riuscirà ancora a sopportare il mio povero cuoricino?”


Harry alzò gli occhi al cielo, sospirando rassegnato.


“Che idiota…”


Il silenzio scivolò tra i due per qualche minuto, giusto il tempo di veder scomparire le proprie portate. Al loro posto comparvero due budini, uno al cioccolato e uno al crème caramel.


“Di sicuro, l’unica cosa che non si può rimproverare a quegli inutili Elfi è la precisione con cui servono a tavola. La cosa è sorprendente. Da questo deduco che anche il papillon di Blaise potrebbe avere una qualche utilità, oltre quella di farmi divertire da matti ogni volta che viene tirato fuori”


“Ti diverti così tanto a fare il bastardo? Si può sapere perché devi sempre dire qualcosa di cattivo?” Chiese Harry del tutto infastidito.


Draco si portò alla bocca un po’ del budino al crème caramel, fissando seriamente il Grifondoro, il cucchiaio tra le labbra.


“Vedi, Potter, è il concetto di fondo che è sbagliato: io non faccio il bastardo. Io sono bastardo, che è diverso. E poi che ti devo dire? Mi diverte un sacco dire le cose come stanno”


“Ma che diavolo dici? Tu non fai altro che sputare sentenze e giudicare senza conoscere!” Rispose l’altro, quasi sdegnato.


Il Serpeverde non fece altro che fissarlo, limitandosi a sorridere qualche istante dopo.


“Ah si?”


“Si”


“Che ipocrita.”


“Prego?!”


La voce del Grifondoro risultò più acuta del normale.


“Basta, questa cena mi ha stufato.”Tagliò corto Draco, alzandosi e lasciando in men che non si dica il tavolino a cui erano seduti lui e Harry.


“Ehi, non abbiamo finito!”Gli gridò dietro l’altro, ma il Serpeverde ormai aveva già lasciato la Sala Grande.


Quando, correndo, il moro raggiunse Draco, questi era aveva già girato l’angolo.


Ehi!” Gridò, trattenendolo per un braccio: “Ho detto che non abbiamo finito!”


Con un movimento brusco, l’altro si liberò dalla sua presa.


“Direi di si, invece”


Harry aggrottò la fronte, mostrando chiaramente di essersi perso un passaggio.


“Cosa voleva dire quell’ ipocrita di poco fa?”


“Ipocrita è una persona che simula dei buoni sentimenti e delle buone qualità, con lo scopo di guadagnarsi la fiducia e l'affetto altrui, ingannandoli”


“So che vuol dire. Potresti spiegarmi perché secondo te io sarei una persona simile?”


“Perché simuli dei buoni sentimenti e delle buone qualità, con lo scopo di guadagnarti la fiducia e l'affetto altrui, ingannandoli”


“La smetti?”


“Potter se dico che sei un ipocrita, significa che associo la definizione di ‘ipocrita’ alla tua persona. Non mi sembra così difficile.”


“Si, ma sulla base di cosa?”


“Non fai altro che giudicarmi, quando alla fine non sei tanto diverso da me”


“Ma di che diavolo parli?”


“Potter, continui a dire che sono cattivo; che dico cose cattive; che bla bla bla; ma alla fine non hai sempre fatto la stessa cosa anche tu con il sottoscritto? Mi hai sempre giudicato senza mai conoscermi veramente. Per lo meno io sono sincero e dico che quello che mi spinge è semplice divertimento nel dire le cose come stanno, ma tu… tu ti ostini a volerti riparare dietro a una maschera di buonismo che, francamente, comincia decisamente a sgretolarsi.”


“…”


Harry riaprì a richiuse ripetutamente la bocca. Voleva ribattere, ma non sapeva che dire. Effettivamente, se ci rifletteva con attenzione, Draco aveva assolutamente ragione. Negli ultimi anni lui e Ron lo avevano chiamato con i nomignoli peggiori che le loro menti potessero partorire, perché lo odiavano. Però nelle ultime settimane, per “colpa” dell’incantesimo, Harry aveva imparato a conoscere il vero Draco, quello dalle battute divertenti, dall’intelligenza disarmante, dalla bellezza interiore che faceva a gara con quella esterna.


“A volte il silenzio è la migliore delle risposte”


La voce di Draco rimbombò nelle orecchie del Grifondoro anche dopo che questi lo lasciò da solo in quel corridoio, le guance in fiamme e il cuore che batteva a mille per la consapevolezza di quello che aveva appena pensato.





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Nei giorni successivi, parlare con il suo vendicatore, si rivelò particolarmente difficile per Harry. Ogni volta che tentava di avvicinarglisi a lezione, quei due gorilla di Tiger e Goyle si mettevano in mezzo. Se non erano loro, era Zabini a interporsi tra lui e il biondo, e se non era Zabini era Pansy Parkinson.


La cosa si rivelò davvero frustrante, tanto che alla fine il Grifondoro decise che sarebbe stato meglio aspettare che a Malfoy passasse l’irritazione.


Ovviamente, la cosa diventò imbarazzante nel momento in cui i due dovevano condividere l’ora dedicata ai pasti insieme, l’uno seduto di fronte all’altro. Harry tentava in ogni modo di far parlare l’altro, dal “oggi a lezione tu hai capito l’incantesimo?” a “bababalunga dunga”, cosa che per qualche secondo destabilizzò Draco, spingendolo a un passo dal parlare, ma che alla fine si rivelò un buco nell’acqua esattamente come tutti gli altri approcci.


Quello che più colpì Harry non fu tanto il silenzio del Serpeverde, quanto il fatto di accorgersi di seguirlo con lo sguardo, notando, la maggior parte delle volte, qualche ragazzina del secondo o terzo anno di Serpeverde intenta a strusciarglisi addosso. La cosa all’iniziò non lo turbò più di tanto: aveva sempre saputo dell’interesse che Malfoy suscitava nel genere femminile, più che altro perché Ron continuava a ripetergli quanto fosse “incredibile”,che Lucifero con del gel sui capelli potesse piacere a qualcuno.


Man mano che passava il tempo però, la cosa cominciò a infastidirlo; poi ad irritarlo; diventando presto una delle scene che preferiva evitare; ma che i suoi occhi si ostinavano a voler seguire dall’inizio alla fine.


Fu quando Piton annunciò la fine delle lezioni un giovedì pomeriggio che Harry raggiunse il limite. Stava parlocchiando con Hermione e Neville, quando la visione di Draco e Nancy Gyllans del terzo anno gli lo colpì come un calcio in pieno stomaco.


La mano di Nancy era appoggiata sulla spalla di Draco, mentre il suo corpo premeva contro quello dell’altro, con un messaggio che scaturiva forte e chiaro. Il suo viso era vicino a quello del biondo, tanto che i suoi capelli castani ricadevano sul braccio rilassato del ragazzo. Gli occhi neri fissavano pieni di seduzione la figura che gli stava di fronte e in tutto questo Draco…


…Draco sorrideva.


Harry non riusciva a capacitarsene. Draco stava sorridendo a qualcuno che non era lui. Stava parlando, con quel viso sereno, con qualcuno che non era lui.


In quel momento si stava lasciando andare con qualcun altro. Le mani si strinsero in pugni, prima di accorgersene. La mascella s’irrigidì di colpo , mentre il sangue sembrava scorrere più velocemente, più caldo.





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Evitare Potter negli ultimi giorni si era rivelato piuttosto divertente. Non solo perché in fin dei conti Draco amava profondamente fare l’offeso, ma soprattutto perché amava gli stupidi tentativi di quell’idiota Grifondoro di farlo parlare. Ovviamente era difficile per lui non insultarlo, quando si sentiva dire che Piton aveva spiegato Pozioni in modo terribile o quando Potter se ne usciva con frasi incomprensibili come bababalunga qualcosa, ma teneva duro. In più negli si divertiva da matti a punzecchiarlo, facendosi trovare sempre vicino a qualche ragazza che sapeva fargli la corte da anni, solo per il gusto di vedere quella faccia contorta dalla gelosia, fare capolino sul viso di Potter.


Draco stava parlando con Nancy vattelapesca, quando il bracciale al polso iniziò a bruciare. Si voltò non meno di un secondo in direzione del moro, prima di tornare a parlare con quella sottospecie di vacca. Mentre la ragazza continuava a parlargli, Draco non potè fare a meno di pensare a quanto il viso di Potter contorto dalla rabbia fosse delizioso.





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Nancy Gyllans non fu l’unica a subire una vendetta da parte di Draco: la stessa sorte colpì altre due ragazze,una di Corvonero e un’altra di Serpeverde. Entrambe avevano fatto il grande errore di ridere o di parlare in strani termini con Draco.


Grazie alle vendette Harry e Draco avevano ripreso a parlarsi, cosa che non si rivelò poi cosi tanto positiva dato che il moro non riuscì a dare una valida motivazione per tutte quelle vendette, ma l’importante era che le cose fossero tornate ad essere come prima. Se non più strane: Harry ormai si era reso conto che voleva passare molto più tempo con il compagno, cosa che gli insinuò un terribile, terribile dubbio.


“Figurati poi che dopo, Ginny, aveva tutte le vesti bruciacchiate!Charlie l’aveva avvertita riguardo l’Ungaro, ma lei noo...doveva per forza fare la sciocca con quel tipo!”


Tutti risero,mentre Harry non fece altro che rimanere pensieroso. L’orologio scoccò la mezzanotte e fu a quel punto che Hermione propose al gruppo di andare a letto,dato che il giorno dopo avrebbero dovuto alzarsi presto per le esercitazioni di Trasfigurazione. Tutti annuirono, concordando con la riccia. Seamus si alzò dalla poltrona, allungando le mani per far alzare sia Ginny –leggermente offesa per l’ultimo aneddoto-, sia Neville. Dean prese la coperta che si era portato appresso e inforcò le scale per il Dormitorio per primo,ovviamente solo dopo aver salutato tutti gli altri.


“Buonanotte ragazzi, ci vediamo domani mattina.”Disse Neville salutando i presenti.


Ginny,Seamus e Hermione lo imitarono, dirigendosi un pò sbadigliando e un pò stropicciandosi gli occhi verso i propri dormitori. Gli unici a rimanere in Sala Comune furono Ron e Harry,o meglio,Ron rimase seduto perché vide il suo miglior amico fissare il fuoco che ardeva nel camino.


“Ehi,Harry!”Cercò di richiamarlo il rosso.


L’altro rimase a guardare in direzione del camino,assorto,con la stessa espressione che aveva tenuto tutta la sera.


“Harry stai bene?”Chiese allora un po’ preoccupato Ron.


All’improvviso gli occhi verdi del suo miglior amico scattarono nella sua direzione.


“Ron, come hai capito che ti piaceva Hermione?”


Il rosso si guardò attorno, spaesato e palesemente a disagio.


“Okay, non stai bene!”






FINE CAPITOLO






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Sono tornata. Dopo tanto, tanto tempo sal è tornata con "D per vendetta". Non vi sentite emozionati e in colpa come la sottoscritta? Ho visto la data dell'ultimo aggironamento: 22/05/07. Un anno e due giorni. Un pò mi faccio schifo, ma alla fine l'importante è essere riuscita di nuovo a rimetterci le mani, no?


No, effettivamente è una magrissima consolazione, per non dire una boiata XD.


Cercherò davvero di mettermi al passo con tutte le fic che ho arenato, ma abbiate pazienza, al di fuori di questo sito ho una vita anch'io. E come tale a volte mi assorbe completamente.


Un bacio,


sal.





  
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