“ “ dialoghi
- - pensieri
- Maledetti loro e la loro
pomposità… Ma che fanno? Devo solamente prendere l’Espresso per Hogwarts, mica
partecipare alla mia festa di presentazione all’elitè londinese… Basta che
questo benedetto treno parta presto, altrimenti
rischio di avadakevadrizzarli tutti, dal primo all’ultimo. –
Sono ormai passati undici
anni da quella notte di gennaio, quando il primogenito della casata principale
dei Black venne alla luce: undici anni passati
nell’odio verso i Babbani, i Mezzosangue, i Babbanofili e i Potter… già, per la
famiglia Black i Potter erano una categoria a parte, la peggiore delle
disgrazie che gli erano potute capitare… Perché? Beh, il motivo è molto
semplice! I Black odiavano essere secondi a qualcuno, e purtroppo per loro i
Potter li superavano in tutto… se avessero saputo che la loro antica
progenitrice era una Potter si sarebbero uccisi per
non dovere affrontare il disonore.
Sirius Black si era fatto
bello, i capelli neri, lunghi quasi fino alle spalle, cadevano in piccole
ciocche sul viso, donandogli un aspetto selvaggio.
Gli occhi, color ghiaccio, scrutavano
attentamente ciò che accadeva attorno a lui… beh, in fondo non era mai stato in
una stazione piena di Babbani che correvano indaffarati o in piena crisi di
panico borbottando frasi incomprensibili.
Un giovane Babbano, mentre passava loro davanti, scoccò un’occhiata
alquanto divertita alle vesti da mago dei signori Black commentando
“Ma
Carnevale non c’è fra sei mesi? Siete un po’ in anticipo.”
Per poco Aelfric Black non
gli lanciò contro una Maledizione Senza Perdono quando Arabella Figg, un’Auror
alquanto famosa e Professoressa di Difesa contro le Arti Oscure non intervenne.
“Io starei attenta se fossi
in te, Aelfric, non vorrei essere costretta ad arrestarti davanti a tuo figlio
e metà della comunità magica, sarebbe un durissimo colpo per il tuo orgoglio e
il prestigio della tua casata, anche se credo che questo onore
spetti a John e Susan…”
“Arabella Figg, figlia di
Babbanofili, Auror…” rispose a tono Clarissa scoccando alla nuova arrivata un’occhiata
piena di disgusto ”Credevo che ormai la feccia come te
fosse stata estirpata, ma a quanto pare è rimasto
ancora del lavoro da fare! A proposito, Sirius, ti presento ufficialmente la
tua Professoressa di Difesa contro le Arti Oscure ad
Hogwarts, anche se fatico ancora a credere che abbiano potuto affidare una
cattedra talmente importante ad un essere così scialbo ed incapace… In ogni
caso se vuoi, Figg, ti posso dare l’indirizzo di un buon negozio di vestiti,
almeno la smetteresti di vestirti di stracci.”.
“Vedo che non sei cambiata
di una virgola da quando eravamo a scuola, Clarissa. Comunque
è stato un piacere rivedervi. Sirius, noi ci vedremo a lezione. Buona giornata.”
I coniugi Black osservarono
disgustati la donna allontanarsi velocemente per andare a
salutare alcuni ragazzi del 5° anno.
“Quella,
figlio, è un’altra dei tanti esseri che non sono degni nemmeno di
allacciarci le scarpe. Non provare assolutamente a fraternizzare con uno di
loro, Sirius, il nostro Signore non gradirebbe per niente… E ricorda…”
“… Non provare a farti amico
un Grifondoro e vedi di battere quell’insulso del rampollo dei Potter… Lo so, sono tre anni che me lo ripetete continuamente!!
Ora, con il vostro permesso,
mi appropinquerei all’Espresso per Hogwarts, non sia mai che un
Black arrivi in ritardo!”
Così detto riuscì ad
allontanarsi da “quell’arpia” di sua madre e da “quel Matusalemme” di suo
padre.
-Mamma mia, quanto li odio…
Sono tutti capaci solo di pensare a quanti soldi hanno e a quanto è puro il
loro sangue… D’accordo che la purezza aumenta la potenza della tua magia e
anche le tue riserve e altre bazze simili, ma a parte questo siamo
tutti uguali, non ho mai visto figli di Babbani con le corna… Cosa avrà poi di
tanto male quel Potter? Alla fine potrebbe rivelarsi anche un ragazzo
simpatico, sperando che lui e i suoi genitori non siano fissati come i miei su
certi argomenti…-
Mentre faceva questi
pensieri non si accorse di andare a sbattere contro un
ragazzo mingherlino e dall’aria malaticcia, che a causa del colpo subito finì
subito gambe all’aria.
“Oh scusa,
non ti avevo visto.” Disse mentre aiutava l’altro ad alzarsi da terra.
“Fa niente… comunque io sono Remus Lupin.” Si presentò il bimbo
mingherlino dopo essersi spazzolato con cura i pantaloni di seconda mano.
“Io invece Sirius Black…”
rispose Sirius cercando di mangiarsi il più possibile il cognome; purtroppo per
lui, Remus aveva un ottimo udito.
“Quei Black?!?!?!” chiese un po’ sbalordito.
“Sì, perché, qualche
problema?” –Ecco che iniziamo con il primo leccapiedi-
“No, niente… Solo che da
come avevo sentito parlare della tua famiglia vi avevo immaginato tutti come degli
arroganti figli di papà… Invece non sembri tanto male…” aggiunse un po’
imbarazzato per la brutta figura appena fatta.
“Beh Remus” scosse le spalle
l’altro ”Che ne dici di salire sul treno? Potremmo
trovarci uno scompartimento libero e farci quattro chiacchiere, in fondo sei un
ragazzo simpatico!!” propose Sirius con un grande
sorriso risollevando così l’umore e l’autostima di Remus.
Mentre i due ragazzi
salivano sul treno, pronti ad affrontare l’inizio di
quello che sarebbe stata una delle più grandi avventure vissute da un gruppetto
di maghi, un sacco di ragazze, alcune addirittura del 4° o del 5° anno
fissavano con sguardi famelici il rampollo dei Black, che… e ve lo dico per
esperienza personale… anche a 11 anni faceva la sua bella figura.
Trovato uno scompartimento
libero cominciarono a chiacchierare del più e del
meno, giungendo infine a discutere di uno degli argomenti più scottanti per i
primini… lo Smistamento!!
“Io spero di finire o a
Grifondoro o a Corvonero” cominciò Remus tutto pimpante, dopo i primi momenti di imbarazzo
infatti aveva subito trovato un certo feeling con Black, superando la sua
abituale timidezza. Sirius guardò fuori dal finestrino
con sguardo un po’ malinconico prima di rispondere all’amico.
“Sinceramente non lo so
Remus… nel profondo spero di non finire a Serpeverde, ma se finissi
a Grifondoro come mia cugina Andromeda verrei denigrato da tutta la mia
famiglia e la mia vita sarebbe ancora più insopportabile di come è adesso.”
La porta scorrevole dello
scompartimento si aprì improvvisamente mentre un ragazzo cicciotello con due
occhini spaventatissimi si voltava verso di loro.
“Scu-scus-scusate…
no-non è che m-mi p-poss-posso nascon…dere q-qui?
h-ho ap-appena r-rovesciato d-d-del caffé b-bollente
addosso a… M-Ma-Malfoy e… luimivuoletrasformareinunvasodanotte…” finì la frase
tutto d’n fiato guardando il pavimento mentre le guanciotte paffute si
arrossavano per lo sforzo della corsa e per l’imbarazzo. Remus guardò
comprensivo quel ragazzino cicciotello che ora si guardava intorno timidamente
mentre Sirius, dopo un primo attimo di smarrimento sbottò sorpreso.
“Tu hai rovesciato del caffé
bollente addosso a quel cretino rincitrullito di Malfoy???
Ehi amico, hai tutto il mio rispetto!!!” scoppiò infine in una fragorosa risata
così simile al latrato di un cane.
Fu così che cominciò a
formarsi il gruppo dei Malandrini… anche se il vero capo, l’anima e il collante
del gruppo sarebbe entrato in scena un po’ dopo…
Quello fu il primo dei tanti
viaggi che quel gruppo di ragazzi avrebbe fatto insieme, e mentre quei tre
chiacchieravano allegramente del più e del meno,
a centinaia di km di distanza un piccolo ragazzino
urlava in preda a un dolore atroce…
“CRUCIO!!!”
Il ragazzo si stava agitando
sul pavimento trattenendo le urla di dolore che salivano prepotentemente per la
sua gola. Sapeva che se avesse emesso un suono avrebbero continuato fino a che
le sue corde vocali non avessero smesso di funzionare. Si agitava e resisteva
il piccolo. Un piccolo eroe maltrattato e torturato. In un piccolo momento di
pausa tra quella continue torture che ormai andavano
avanti da più di mezz’ora voltò il collo dolorante verso il suo carnefice
incontrando i suoi occhi color del ghiaccio e scoccandogli uno sguardo pieno
d’odio e di sfida. Sapeva che questo l’avrebbe fatto arrabbiare ulteriormente,
ma era l’unico modo che aveva per sfogarsi, frustrato a causa del dolore e dell’umiliazione
di dover strisciare per terra per avere un po’ di sollievo per le membra
provate. Sentiva le membra pesanti il piccolo, sapeva che ancora pochi
incantesimi e il suo fragile corpicino non avrebbe più retto al dolore. Sperava
nella grazia dell’uomo dai profondi occhi blu che lo osservava
attentamente con un perenne ghigno stampato su quel volto dai lineamenti
perfetti. Sperava, il piccolo, anelava, ma non osava chiedere. Sapeva che
sarebbe morto se l’avesse fatto.
Proprio mentre il suo
aguzzino stava rialzando la bacchetta per pronunciare l’ennesimo incantesimo
illegale, il misterioso uomo dagli occhi blu si riscosse dalla contemplazione del
volto sofferente del ragazzo.
“Ora basta Aelfric” disse con voce profonda ”Ormai abbiamo capito che
questo bambino e la sua famiglia non sono delle spie…
saranno dei fedeli Mangiamorte!”
Brividi. Ecco
cosa scatenava la sua sola presenza. Brividi. Di terrore. Di freddo. Di
paura. Di ribrezzo. Ma pur sempre brividi. Potevi solo
tremare quando il suo sguardo si posava su di te. Potevi solo pregare di
ricevere una morte veloce quando la sua bacchetta si alzava nella tua
direzione. Potevi solo fremere di aspettativa ed
eccitazione quando ti rivolgeva la parola. Tutto della sua figura esprimeva
potere. Anche solo nel movimento di una mano lasciava libera un’aura di energia magica che stordiva.
Lui era il Potere. Lui era
l’Unico. Lui era Lord Voldemort.
”Mio si-signore…” finalmente il ragazzino era riuscito a riprendere quel poco
di fiato che aveva ancora in gola per rivolgersi a Lui.
“Dimmi, giovane Adonais…”
James Lucas Potter, alias
Adonais, raccolse le ultime energie che gli erano rimaste per chiedere al Signore Oscuro un favore…
“Mio signore, vi chiedo
umilmente di soddisfare una mia richiesta: non marchi me e la mia famiglia con
il Marchio Nero… senza potrò entrare ad Hogwarts senza
destare alcun sospetto in quel vecchio Babbanofilo di Silente e i miei genitori
potranno infiltrarsi al Ministero senza problemi… perché anche se i Potter e il
loro unico figlio per il momento sono lontani, con una loro improvvisa
ricomparsa potrebbero mandare a monte i suoi piani e i progetti futuri, e
mandare al macello decine di fedeli e validissimi Mangiamorte…”
James si accasciò nuovamente
a terra dopo avere pregato Voldemort.
“Hai una mente brillante mio
giovane Adonais, mi hai tolto le parole di bocca… ed è proprio per questo che
meriti una punizione… Crucio…”
Il giovane Potter cadde a
terra contorcendosi a causa del fortissimo dolore. Le sue palpebre si facevano
sempre più pesanti e il cuore minacciava di schizzargli via dal petto.
Pochi potevano sopravvivere
alla Maledizione Crociatus, e men che meno un bambino di 11 anni, ma pochi
sapevano la verità su quel bambino prodigio…
Una verità sconvolgente, da
far accapponare la pelle…
Susan e John Potter, sotto
le spoglie di Cornelia e Matthew Coleman, osservavano con un finto sguardo di indifferenza il loro pargoletto che ancora disteso a
terra ansimava nel disperato tentativo di riprendere le forze mentre nel loro
cuore il desiderio di vendetta nei confronti di quell’essere ignobile
aumentavano sempre di più, ma non potevano scoprirsi, o avrebbero mandato a
monte mesi di indagini e infiltrazioni e avrebbero condannato a morte James…
“Ora partirai per Hogwarts…
e mi raccomando, scusati con Silente per il ritardo!!!!”
Pochi passi per uscire fuori dalla tetra sala e poi fu il buio.
Poche ore dopo, ad Hogwarts nell’ufficio di Silente…
“James, ma cosa ti hanno
fatto? L’avevo detto ai tuoi che era troppo pericoloso
portare anche te, ma non mi hanno voluto dare ascolto.” Albus Silente, uno dei maghi più famosi di quei tempi, camminava irrequieto nel suo ufficio mentre
James Potter era rannicchiato su una sedia stanco e tremante.
“Va… va tutto bene zio…
Voldemort si fida di noi e sono riuscito a convincerlo a non metterci il
Marchio… questo è ciò che più conta… ora però dovrai fare quell’incantesimo…
Adonais Coleman dovrà essere un Serpeverde… entrerà a scuola e verrà presentato domani, insieme a me…” le parole uscivano a
fatica da quella piccola bocca piena di tagli. Nel frattempo
“Minerva…”
“Sì, dimmi Albus…”
finalmente la donna si accorse del fagottino seduto su una delle
comodo poltrone per gli ospiti. Le ci volle tempo per riconoscerlo a
causa delle ferite, ma tutto le divenne più chiaro non appena incontrò gli
occhi del ragazzo. “James! Oh, Merlino, chi ti ha ridotto in questo modo? Cosa è successo? Siete stati attaccati? Oh, mio Dio! Appena
troverò quel mostro che ha osato toccare un ragazzino indifeso lo trasfiguro in
una spazzola per pulire i bagni in modo irreversibile!!!!”
“Minerva stai calma e vai a
chiamare Madama Chips, James è ferito gravemente…” poi rivolgendosi verso il
nipote “Non avresti dovuto volare fino a qui, lo sai che ti avrebbero potuto
scoprire…” Il ragazzino alzò lo sguardo sfidandolo.
“Quando mi viene insegnata una cosa io la utilizzo nel momento del
bisogno” disse sibillino.
“Perdonami James, ora vai a
letto, devi essere molto stanco… ora ti farò portare
in Infermeria, hai bisogno urgente di cure.”
Qualche ora dopo Sirius
Black, Remus Lupin e Peter Minus, che già dopo solo 7 ore sembravano
amici di vecchia data entrarono per la prima volta nella Sala Grande, pronti
per lo Smistamento. L’enorme soffitto stellato li accolse maestoso
sorprendendoli, mentre al loro allegro l’allegro vociferare degli altri
studenti si trasformò in un cicaleccio di sottofondo fatto di sussurri,
occhiate e mani puntate verso di loro, i primini.
“Ora quando sentirete il
vostro nome vi siederete su questo sgabello e io vi
metterò il Cappello Parlante.”
Tutti si zittirono
ammutoliti, certo, la McGranitt era sempre stata una persona molto
rigida e seria, ma quella sera sembrava sprizzare rabbia da tutti i pori…
Cominciò quindi ad elencare
quella lunga sfilza di nomi fino a quando
“Bellatrix Black…”
Una bellissima ragazzina di
11 anni dai lunghi capelli neri e gli occhi di ghiaccio si avvicinò con passo
elegante alla vicepreside. Tutto della sua figura emanava alterigia e veleno.
Si guardava intorno con superbia mentre molti ragazzi più piccoli rimanevano
estasiati dalla sua bellezza ancora accennata. Il cappello non fece neanche in
tempo a toccare la sua testa che urlò con voce chiara…. “SERPEVERDE”
“Sirius Black”
Tutti nella Sala Grande si
girarono verso il manipolo di ragazzini per intravedere la figura del rampollo
della famiglia Black. Il ragazzo, dopo aver scambiato un’occhiata eloquente ai
suoi due nuovi amici si avvicinò al cappello…
“Oh… ma tu guarda… un altro Black… mmhhh… dove ti
metto? Certo, hai intelligenza da vendere e quell’ambizione che ti renderebbero un ottimo Serpeverde… però, d’altra parte il
tuo carattere rispecchia quello di un degno Grifondoro, e anche il tuo
disprezzo per le regole… ma sì, ho deciso… GRIFONDORO!”
Tutta
“Ora, se non le dispiace troppo
chiudere la bocca, signor Black, altri ragazzi stanno aspettando il loro turno
di essere smistati, quindi la prego di accomodarsi al tavolo dei Grifondoro… Burton Molly”
Una ragazza di15 anni un po’
grassottella e con dei buffissimi capelli color carota si fece
avanti con un sorriso che si allargava per tutto il suo visetto paffutello.
Altra protagonista importante degli eventi futuri, Molly
Burton era una ragazza solare e piena di vita, amante
delle faccende domestiche e molto romantica. Purtroppo a causa della difficile
situazione economica in cuigravava la sua famiglia
non era potuta entrare ad Hogwarts nell’età prevista.
“GRIFONDORO”
“Mark
Elliot”
“CORVONERO”
“Priscilla Enders”
“TASSOROSSO”
“Lily Evans”
Una bellissima ragazzina con
i capelli color fuoco e due smeraldi al posto degli occhi si fece avanti un po’
timorosa, guadagnando però ad ogni passo sempre più sicurezza… era lei,
“Finalmente torno a vedere un Evans, è molto tempo che un membro della
tua famiglia non mette piede in questa scuola… allora… erede diretta di Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero, però il tuo animo è
quello tipico di un Grifondoro… mmhhh… il sangue o
l’anima… mmhhh…
tu che cosa preferisci?Niente?? d’accordo, allora
deciderò io per te… GRIFONDORO!”
Silente, seduto sulla sua sedia sorrise soddisfatto. Aveva il sentore che
quella ragazza avrebbe compiuto grandi cose… e non c’era casa migliore di
quella dei Grifoni per farlo!!!
“Faulkner Victoria”
Una ragazzina di 11 anni con
corti capelli neri, occhi viola con alcune striature grigie e una spruzzatina
di lentiggini sul bel nasino si avvicinò con passo sicuro al Cappello Parlante…
“GRIFONDORO”
“Rodulphus
Lastrange”
“SERPEVERDE “
“Paris Logan”
“CORVONERO”
“Remus Lupin”
Il ragazzo, scambiando uno
sguardo preoccupato con Sirius, che gli rispose solamente con un pollice
alzato, si diresse con passo malfermo fino al Cappello, in fondo la notte
seguente ci sarebbe stato il plenilunio…
“GRIFONDORO”
“Lucius
Malfoy”
“SERPEVERDE”
Dopo alcuni nomi, fra cui
spuntarono anche quelli di Tiger e Goyle, Nott e McNair,
che finirono tutti a Serpeverde, Minus, Jordan,
Weasley Arthur e Finnigan
che finirono a Grifondoro arrivò l’ultimo nome… il più atteso dai professori e
dalla maggior parte degli studenti…
“James Potter”
Il ragazzo, con i capelli
neri tutti scompigliati, gli occhi blu come il mare e un fisico parecchio
atletico per i suoi 11 anni di età cominciò a
camminare per il corridoio della sala Grande che divideva i tavoli di Grifondoro
e Tassorosso.
Giunto a metà, circa
all’altezza di dove erano seduti Black e i suoi amici insieme a Lily e Victoria, Molly e Arthur, si fermò per riprendere fiato… le ferite non si
erano ancora rimarginate, e la costola ritta gli faceva più male che mai…
Sirius lo guardò
incuriosito… non aveva quell’aria strafottente e boriosa che si era sempre
aspettato, ma nei suoi occhi brillava determinazione, malinconia e dolore…
molto dolore.
Al di
sotto della parte scura della
divisa riuscì ad intravedere una macchia rossa che si allargava sempre di più…
“James, le avevo intimato di rimanere in infermeria”
James alzò lo sguardo, misurandosi con Silente, che si era alzato con uno
sguardo alquanto preoccupato dalla sedia. La McGranitt e gli altri professori
lo guardavano con rimprovero, mentre Madama Chips era appena giunta tutta
trafelata all’interno della Sala Grande…
“Mi scusi Silente, ma il
signor Potter è fuggito dall’infermeria mentre ero andata a prendere delle
bende pulite…”
“Sto bene
professore, faccio solo un po’ fatica a camminare, tutto qua…
Non vorrà farmi perdere lo
Smistamento, in fondo sono occasioni che capitano solamente una volta nella
vita, no?” lo sfidò James con le parole e con lo sguardo. Se c’era una
cerimonia che non aveva nessuna intenzione di perdere,
era proprio quella dello Smistamento.
“Come vuole Signor Potter…
Signor Black, potrebbe aiutare il Signor Potter ad arrivare fino allo sgabello,
non vorrei che a causa della sua testardaggine mi morisse dissanguato durante
il tragitto”
- Maledetto zio, ma perché deve usare sempre quella sua arte da Legilimens…-
Silente sogghignò divertito
dalla sua sedia.
“Veramente non la sto usando
signor Potter, basta osservare la sua camicia!”
James, leggermente
infastidito strinse i lembi della tunica nera da mago mentre Sirius, ancora
sbalordito dalla sfrontatezza con cui aveva risposto al preside e dalla sua determinazione lo trascinò di peso fino allo sgabello.
“Ciao Cappello… quanto
tempo” cominciò James ironico.
”non credo che questa volta tu sia qua per una visita di piacere James… questa volta devo
decidere in che Casa mandarti… beh non è poi così difficile… in fondo sei un
erede diretto di Godric… anche se hai parecchie
caratteristiche peculiari degli altri fondatori. In te comunque
prevale la parte sanguigna in maniera schiacciante, quindi non mi resta che
assegnarti a… GRIFONDORO!!”
James non fece neanche in
tempo a togliersi il cappello che si
ritrovò immobilizzato e trascinato di peso nell’infermeria, mentre tutta
Grifondoro rideva… eh già, quel Potter avrebbe proprio lasciato il segno!!!
Solo una ragazza, Lily
Evans, non aveva apprezzato il comportamento esibizionista di James… forse
perché non aveva visto la sua camicia… forse perché non aveva visto lo sguardo
sofferente ma solo quello di sfida…
Forse se avesse notato altri
particolari la storia sarebbe andata diversamente, ma in fondo è stato molto
meglio così.
Il giorno seguente sarebbe
stato uno dei più indimenticabili… il quartetto dei Malandrini sarebbe
finalmente stato al completo!!!
Ma ora è tardi, è la mia
voce è stanca. La cantastorie tornerà domani, pronta per un’altra notte di
racconti e di emozioni. Che le stelle possano vegliare su di voi.