Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: NevanBelladonna    05/01/2014    1 recensioni
Claud, ragazzo alle prese con i dolori ed i dubbi e le paure dell'adolescenza, s'innamora di un ragazzo di nome Andrew, suo compagno di classe. Tra lo studio, tra l'amore e tra i litigi, la storia s'incentrerà su questi due ragazzi; uno è come la pioggia che si schianta contro i vetri, e l'altro come il gelido ghiaccio impenetrabile.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Capitolo 1 -

- È tra me e te. -


Solitamente Claud non era una persona dal carattere violento e spigliato. Tutt’altro.
Spesso amava stare per i fatti suoi, indisturbato.
“Depresso”, lo chiamavano gli “amici”. In verità Claud era semplicemente un ragazzo alle prese con l’adolescenza.
Di quell’adolescenza bella tosta che ti porta a pensare all’autolesionismo prima, e al suicidio dopo. Di quell’adolescenza che altrettanto spesso ti porta ad aprire una multisala cinematografica nel cervello per proiettare chissà quale pensiero o fantasia tramutato in film da premio Oscar.
Film da premiare come quello incentrato su Andrew e lui.
All’inizio, quando s’incontrarono per la prima volta nel giardino della scuola, sembrava una tipica scena francese sotto la pioggia battente. Con lui che le tiene l’ombrello e lei che alza la gamba sinistra mentre si baciano davanti alla Tour Eiffel.
Il problema è che all’inizio non c’era né un bacio, né un cliché, né un amore e né tanto meno la Tour Eiffel.
Solo dopo essere stati messi in gruppo dal docente di italiano, scattò la scintilla. Scintilla per modo di dire; si parla pur sempre del ghiaccio che cristallizza la pioggia.

Un giorno Claud si ritrovò a casa di Andrew, per studiare.
Era inverno; e il giardino di casa sua era pieno di neve soffice e bianca e fredda. Fredda come lui, come il suo cuore.
Come quando stava insieme a Claù.
Solo e unicamente insieme a lui. Perché quando Andrew era con altre persone, diventava un altro tipo di ragazzo.
Faceva persino battute di spirito.
Non con Claud, però. Non con quel ragazzo con quei capelli nero corvino con un ciuffo bianco dovuto all’albinismo parziale che possedeva già da bambino e che intrappolavano fiocchi di neve, perfetti e delicati nella loro piccola e scintillante forma. Calpestava quella tenera neve sotto i suoi scarponi beige che spiccavano sopra quel jeans chiaro che quel giorno aveva indossato apposta. Suonò al campanello, aspettando davanti alla soglia di casa su di uno scalino di pietra. Si passò velocemente una mano ricoperta da un guanto color panna nei capelli, spostando e facendo schizzare di qua e di là qualche fiocco di neve ormai sciolto quasi del tutto.
Poi la porta si aprì.
“Lo sai che sei in ritardo, vero?” Claud rimase lievemente sbigottito al suono della sua voce. Di quella voce. “Davvero? Scusami… ma non era alle cinque qui da te?” – “Già. E indovina che ore sono? Le cinque e tre minuti. Visto? Sei in ritardo.” – “… .non puoi essere serio.” – “… Infatti sto scherzando. Entra pure.” Il mezzo albino aveva questa specie di ossessione nei confronti di Andrew; che se anche sapeva di non aver nessun torto dalla sua parte, si scusava comunque. O abbassava la testa. O si disperava così tanto che poteva seriamente scoppiare in lacrime. Strigliò per bene la suola dei suoi stivali sul tappetino d’ingresso, ed entrò in casa con una costante insicurezza addosso tanto da fargli avere l’impressione di crollare da un momento all’altro.
“La mia camera è di sopra. Vieni sì o no?” – “Eh? Si, scusa… arrivo subito.”
Deglutì quel nodo alla gola che gli era preso mettendo piede nel giardino.
Salì le scale, sfilandosi nel frattempo i guanti e scoprendo le sue mani longilinee e pallide dal freddo e riponendo i piccoli indumenti in una tasca del giaccone. Quello stesso giaccone che piegò e appoggiò sull’avambraccio destro.
“Ma no, posalo sull’appendiabiti.” – “Ah… posso…?” – “… certo che puoi.” – “Ah… va bene.”
L’appendiabiti si trovava proprio dietro di Andrew. Si avvicinò verso di lui con le gambe tremanti e la sensazione costante di crollare per terra dall’ansia di quell’incontro. Sfiorò di poco il corpo di lui, avvertendone l’odore e il profumo e la durezza di quella ventata glaciale.
Appese l’indumento sull’appendiabiti e si allontanò di poco dall’oggetto, aspettando che Andrew decidesse cosa studiare per prima.
Perché studiare era sempre meglio che fissarlo in quegli occhi inscrutabilmente neri e profondi e avere la voglia di scappare via solo per poi tornare più innamorato di prima.
“Comunque, i miei genitori non ci sono fino a domani mattina. Dunque per qualunque cosa, chiedi a me.” “Ah… okay. C… cosa ti va di fare per prima…?”
Domandò Claud con quel filo di voce che gli era rimasta in gola, se non nei polmoni interi.
“Niente.” - “… come niente?” - “Niente… non voglio fare niente. Niente se non questo.”
Era stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Da un fulmine. Da qualsiasi cosa che facesse male, molto male. Le labbra erano le parti più indolenzite, però.
Indolenzite da quel bacio di ghiaccio che le avevano scontrate con una rapida veemenza che aveva lasciato Claud con gli occhi spalancati e le gote che assumevano una pigmentazione sempre più rossa ogni secondo in più che passava catturato in quel momento.
Poi una mano iniziava a sfiorare il collo dell’albino a metà, e un bacio più passionale e un’altra mano che scorreva lungo il ventre del ragazzo. Claud chiuse totalmente gli occhi, mentre si lasciava rassegnare al fatto di essere stato definitivamente, inevitabilmente, bruscamente e totalmente rapito da quel ragazzo.
E poi un distacco; un brusco e terribile distacco che costrinse a vedere tutto quello che stava succedendo e che Claud continuava a definire dentro se stesso come un “sogno”. Andrew si avvicinò all’orecchio destro del ragazzo, leggermente coperto da alcune lunghe ciocche di capelli.
Sussurrò. Semplicemente.
Un sussurro che fece correre lungo la schiena di Claud un brivido di freddo.

“È tra me e te. Un segreto solo tra me, e te…”


________________

Buonsalve!
Innanzitutto sì, ho ancora il pc rotto. E miracolosamente sono riuscito a pubblicare quest'altro capitolo. Non so nemmeno io il come.
Anyway! Spero che vi piaccia e che vogliate continuare a seguire questa mia storiella c:

Nevan.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: NevanBelladonna