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Autore: Athenae    05/01/2014    2 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Midorima e Takao frequentavano le superiori. Cosa è accaduto nel frattempo?
Due strade diverse, due mondi diametralmente opposti.
Due amici che sarebbero potuti essere molto di più, due anime tormentate dal rimorso.
Entrambi persi in un passato troppo lontano, imprigionati in un presente che non gli appartiene.
Ma il destino ha ancora tante altre sorprese in serbo per loro… e tutte le certezze, tutti i sentimenti e le verità del presente si ritroveranno sconvolte da un passato che non era mai stato dimenticato.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kiyoshi Miyaji, Nuovo personaggio, Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 0
- The music that spoke to our hearts -
 
Sorrise.

<< Avanti Shin-chan! Fallo per me! Sono curioso! >>

Chiese giocosamente, osservandolo sorseggiare la zuppa calda di fagioli rossi in lattina che teneva tra le mani. Il playmaker dello Shutoku se ne stava beatamente stravaccato sul divano mentre Shintarō era seduto di fronte a lui, su una poltroncina. Entrambi riposavano dopo quattro ore di allenamento extra e di studio intenso. Gli esami di metà semestre si stavano avvicinando e, se Takao voleva continuare a giocare nelle prossime partite, doveva assolutamente salvarsi dai corsi di recupero pomeridiani. Ma l’insufficienza in Chimica incombeva sulla sua pagella così, per il bene di tutti, i due passavano ogni martedì e venerdì pomeriggio a casa di Midorima, cercando di salvare il salvabile.

Lo sguardo di Takao era fisso sulla parete dietro le spalle dell’amico. Il pianoforte a muro era lì, lucido e invitante come sempre. La prima volta che lo aveva visto, pochi giorni prima, era rimasto interdetto: non sapeva che suonasse. Tutto questo lo aveva intrigato parecchio e, non contento delle risposte vaghe e ambigue del diretto interessato, ne aveva parlato con la madre. Lei gli aveva raccontato che, al contrario di quanto sostenesse suo figlio, egli era dotato di un discreto talento: durante il periodo delle medie si esibiva spesso, raccogliendo premi ed riconoscimenti. Perciò, la sua curiosità in merito non aveva fatto altro che crescere.

<<  Ti ho già detto di no. Non suono più e non ricomincerò adesso. Poi non vedo perché ti dovrei accontentare. > Rispose, alzando un sopracciglio, irritato per l’insistenza dell’altro. 

Ma a Takao poco importava della sua reticenza, moriva dalla voglia di sentirlo suonare. Insomma, lo conosceva da due anni e, in tutto questo tempo, non lo aveva mai visto usare quelle dita affusolate se non sul campo da basket per i suoi canestri infallibili: non gli sembrava giusto!

I loro sguardi si incrociarono. Nessuno dei due avrebbe mollato facilmente.

Kazunari sogghignò famelico: voleva la guerra? L’avrebbe avuta. Si alzò e si diresse a grandi passi verso lo sgabello morbido che si trovava davanti al piano e vi si sedette, girandosi poi verso Midorima mentre poggiava un braccio allo strumento in una posa teatrale.

<< Guarda che se non suoni tu mi arrangio da solo e non ti assicuro nulla di piacevole! >> Lo minacciò ridacchiando.

 Sapeva perfettamente che non gli avrebbe mai dato retta e che difficilmente avrebbe colto le sue provocazioni, ma tentar non nuoce. Perciò gli puntò gli occhi grigi addosso, scrutandolo sornione.
<<  Alzati e smettila >> disse secco.

Perché si accaniva così tanto? Era sicuro che la musica classica non fosse una delle passioni di Takao, anzi, aveva sempre creduto che la odiasse e adesso se ne usciva fuori con questa richiesta assurda. C’era qualcosa che sfuggiva seriamente alla sua comprensione.

A quella risposta il ragazzo dai capelli corvini gli diede le spalle, scoprendo i tasti bianchi e neri della tastiera. Sentiva lo sguardo di Shin perforargli la schiena.

<< Ti avevo avvertito. >>

Gli urlò con un sorrisetto sulle labbra, iniziando a dare pesanti zampate sui tasti. Quello che ne uscì era tutto tranne che musica, piuttosto suoni scoordinati e caotici che avrebbero fatto impazzire anche un sordo.

La sua mano sinistra stava per ricadere in un nuovo attentato allo strumento (e alla sanità mentale di chiunque nei paraggi) ma rimase ferma a mezz’aria. Shintarō era in piedi dietro di lui e gli stringeva saldamente il polso. Il playmaker ghignò soddisfatto.

<< Finiscila. >>  Ordinò con la voce lievemente alterata, l’irritazione cresceva sempre di più.

<< Awww!  Shin-chan! Mi stavo divertendo! E ho un’altra mano, ti ricordo. >> Lo stuzzicò, divertito, simulando dispiacere. Almeno era riuscito ad attirare la sua attenzione. 

<< Non ho alcun problema a bloccare anche l’altra, nanodayo. >> Proseguì senza scomporsi, solo la voce era più grave e la profondità dei toni riverberava nella gola del tiratore.

Takao rabbrividì al suono della sua voce, di certo non gli avrebbe dato la soddisfazione di vincere. Sentiva il suo calore attraverso il calore delle dita che si stringevano attorno al suo polso.

<< Allora urlerò. >> Sentenziò sollevando il viso verso di lui. Sbattè gli occhi innocentemente, certo di averlo ormai in pugno.

Shintarō lasciò andare la presa. Si massaggiò le meningi e sollevò gli occhi nella direzione dell’altro che era rimasto bloccato nella stessa, buffa, posizione.

 Lasciarlo continuare a fare quel casino, oppure mettere fine a questo strazio quotidiano dandogli quello che voleva? 

Quanto può farmi male suonare un brano, un istante, per poi riuscire ad ottenere un po’ di pace? Non so quanto posso andare avanti se continua a tartassare i miei poveri timpani a questo modo…

Pensò, ormai rassegnato all’idea di doverlo accontentare.

<< D’accordo. Cinque minuti e basta, poi non ne parliamo più. >> Concesse, emettendo un lungo sospiro.

Si sedette accanto a lui. Quanto tempo era che non sentiva quell’imbottitura morbida e accogliente sotto di sé? Neanche lo ricordava più. Tolse le bende dalle dita e spinse gli occhiali sul naso.

Takao lo osservava, eccitato all’inverosimile. Annuì scioccato all’affermazione di Shin. Stranamente era riuscito ad ottenere quello che bramava da una decina di giorni. Che gli era preso? Forse non aveva voglia di discutere, forse era troppo stanco… ma che gli importava, in fondo? Meglio per sé: si mise comodo e tese le orecchie.

Midorima posò gli occhi sulla tastiera, quasi in contemplazione. Poggiò un dito esile su un tasto bianco. Il materiale liscio e freddo, quella sensazione così familiare, tutto gli scaturiva emozioni che credeva sepolte dentro di sé. Socchiuse gli occhi.

Cosa posso suonare? Schubert? Chopin? Haydn?  Beethoven?
 
Si maledisse per aver buttato tutti gli spartiti, adesso che ci pensava sarebbe stato più utile bruciare direttamente il piano. Almeno si sarebbe risparmiato quest’imbarazzo, adesso. Si ricordava almeno un centinaio di brani… ma non perfettamente, rischiava di fermarsi a metà esecuzione. Giocò nervosamente con il lucky item che teneva in tasca.

Non riusciva a concentrarsi e la cosa che gli rendeva più difficile farlo, era la costante sensazione che gli occhi carichi di aspettativa del ragazzo al suo fianco lo stessero osservando. Sentiva il suo respiro, il suo profumo che gli faceva lievemente girare la testa.

Non voleva deluderlo. Era una sfida con sé stesso.



 
 
Silenzio. 

Un suono dolce, lieve.

Poi altri, una cascata, mille sassolini rumorosi, caddero e volteggiarono nell’aria.

Le sue mani, sul piano, scorrevano velocemente cercando di rincorrere le note di uno spartito immaginario.



 
Cos’era? Mozart? Aveva una conoscenza limitata di quel tipo di musica ma, era certo: non esisteva nulla di simile. Takao ascoltava, rapito, senza capire.

Guardò il suo profilo.
Schiena dritta, palpebre calate, labbra socchiuse… sembrava in trance, chiuso in un mondo tutto suo. Dov’era questo posto? E, quello, era il sempre il suo Shin-chan? Non avrebbe saputo dirlo.
 
Prima che se ne potesse rendere conto il suo cuore aveva iniziato a battere allo stesso ritmo della melodia prima dolce, poi cupa, poi rabbiosa. Con lei cambiavano le emozioni che provava. Aveva sempre avuto, la musica, questo potere? Forse era lui il problema, forse non lo aveva mai percepito.

Le mani non ricevevano più sangue e, piano, si sentiva trascinare in quel luogo sconosciuto dove l'altro si era rinchiuso.
Vedeva prati, colline, città lontane. Un altro pianeta, un universo parallelo… la sua essenza. Lui era ovunque.
 



Shintarō sentì una porta aprirsi dentro di sé. Era rimasta chiusa per troppo tempo.

 Takao. 

Lo vide modellarsi davanti ai propri occhi, le note si plasmavano sul suo corpo e, tra quelle colline lontane, scorgeva il suo viso, le sue labbra… 

Qualcosa di caldo lo bruciò da dentro, si annidò nel suo petto. Qualcosa di nuovo, ma che sempre aveva fatto parte di lui. Anche Kazunari lo percepì.

Un istante. Un attimo.

Il silenzio inghiottì nuovamente tutto.


 
Lentamente, aprirono gli occhi.

 








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ANGOLO DI ATHENAE:
 
Salve a tutti, mi presento: sono Athenae e questa è la mia prima FF in questo fandom. Amo alla follia la Midotaka e adoro il mondo di KnB. Tanto per iniziare, sono pienamente cosciente del fatto che sia un bell'azzardo cominciare a scrivere in un fandom con una storia a più capitoli ma è stato più forte di me: era troppo tempo che desideravo mettere nero su bianco quest'idea malata che mi era balenata in testa, un po' di tempo fa. Innanzitutto devo dire che, l'ispirazione mi è venuta ascoltando "The one that got away" di Katy Perry (che, infatti dà il titolo alla FF), ma ciò non significa assolutamente che seguirò il testo della canzone. Insomma, è stata solo un catalizzatore per creare il filone iniziale. Essendo nuova qui la mia più grande paura è di uscire fuori dal IC dei vari personaggi, spero di averlo rispettato. Per quanto riguarda questo capitolo, vi spiego fin da subito come ma l'ho denominato "Capitolo": perchè è una "porta" aperta sul passato e, ogni volta che farò una cosa del genere... ad avvertirvi ci sarà il corsivo che, per quanto riguarda la narrazione userò solo a questo scopo (mentre negli altri casi lo utilizzerò per il flusso di pensieri dei vari personaggi). Quindi, in sostanza, questo capitolo è relativo ad un avvenimento particolare che influenzerà, poi, i protagonisti. Perciò mi era sembrato importante utilizzarlo come "premessa". Ci sarà, poi, un vero e proprio prologo e, finalmente (alleluja) si inizierà con i vari capitoli. Non vi posso anticipare molto ma, come avrete ben capito dall'introduzione alla storia, i fatti si svolgeranno 10 anni dopo l'ultimo anno di liceo perciò non sarà raro trovare flashback esplicativi (o interi capitoli come in questo caso) nel corso della narrazione. Riaprendo una breve parentesi tecnica su questo Chapt. 0 ... verso la fine ho utilizzato una scrittura in grassetto per differenziare le varie parti del testo (se questo cambio di scritture vi crea problemi vi prego di dirvelo <.< ho davvero paura di fare dei disastri quando scrivo! 
Spero che vi siate goduti la lettura e prego Dio di non aver fatto i miei soliti pastrocchi T^T ! 


Vi volevo avvisare che il prossimo capitolo sarà pubblicato per il 15 gennaio (perdonatemi se vi faccio aspettare tanto ma ho problemi con lo studio e, conoscendomi, riuscirò ad aggiornare la storia solo in un arco di giorni più ampio del normale.. GOMEN T^T!!)

Grazie perla vostra attenzioe, scusate se parlo troppo <.< spero di non avervi annoiati,
Athenae
   
 
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