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Autore: Wanda_Cara_Katnip    05/01/2014    1 recensioni
Cara è fatta così, un cuore indomito, selvaggio, ma anche freddo come il ghiaccio. Ma ora qualcosa sta cambiando, conoscere nuove persone, Jon, Arya, e forse anche un nuovo amore, potrebbero sciogliere il gelo della sua anima. Ma in guerra non c'è spazio per l'amore..
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bran Stark, Jaqen H'ghar, Jon Snow, Nuovo personaggio, Osha
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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-Ritorno.

Eccoli lì. Erano finalmente alle porte di Approdo del Re. Rob era elettrizzato,il suo piano era proceduto senza intoppi e piuttosto velocemente. Guardò alla sua sinistra. La Mord Sith era concentrata, scrutava l'orizzonte, studiando il paesaggio. Non poteva credere di aver messo la sua vita, per ben due mesi, nelle mani di quella donna. Era di un caratteraccio impossibile, maleducata, irrispettosa e orgogliosa, ma era allo stesso tempo valorosa e soprattutto leale. Mai, aveva trovato qualcuno che prendesse così sul serio il proprio compito.
-Allora, ho un piano.- esclamò lei all'improvviso.
Soddisfatto il re del nord gli fece cenno di continuare.
-Radunerò le migliori tra le nostre spie, quando farà buio e per le strade non ci sarà nessuno, entreremo in città, dobbiamo studiare ogni più piccola cosa, ogni crocevia, ogni piazza, ogni strada. Una volta fatto ciò, entreremo nel castello..- A quelle parole Rob si irrigidì e la interruppe senza permetterle di continuare.
-Questo è fuori discussione, non ci importa di come è fatto il castello all'interno, finiremo solo per perdere i migliori tra i nostri uomini, con questa missione suicida.- detto questo si alzò e si allontanò.
Cara rimase impassibile, aveva già preso la sua decisione, non le importava di seguire gli ordini. Qualcosa la attirava, quelle mura sembravano bramare la sua anima e lei si sentiva richiamare da una forza oscura che le attanagliava il cuore gelido.
 Doveva entrare in quel castello, e niente l'avrebbe fermata.

Scivolavano silenziosi come ombre nelle strette vie dei sobborghi. Cara aveva dovuto abbandonare la tuta rossa di pelle da Mord Sith e sostituirla con una nera, le fasciava perfettamente le gambe muscolose e il ventre piatto, due lacci si univano sulla sommità della schiena dove lei aveva assicurato le sue fedeli agiel. Le bastò alzare il pugno per radunare tutte le altre ombre intorno a lei, pochi silenziosi gesti e tutti si sparpagliarono per la città. Poi lei iniziò a correre verso il castello. Aveva deciso di entrare da sola, Rob in fondo aveva ragione, non aveva senso mettere in pericolo i suoi uomini per qualcosa del tutto inutile dal punto di vista della guerra, ma per lei quella non era una missione suicida, avrebbe scoperto cosa di quel posto sembrava attirarla e incantarla. 
Si appostò dietro una casa e acuì i sensi. Vide la prima sentinella passare sopra le mura, contò cinquanta secondi prima che ne passasse un'altra. Prese un respiro, concentrandosi, quello era il punto di non ritorno, da quel momento niente avrebbe dovuto fermarla, allontanò tutte le emozioni e tutto ciò che poteva distrarla. Era pronta. Con un salto si aggrappò ad un ramo e si arrampicò, fortunatamente le mura avevano piccoli fori in cui appoggiare le dita, si issò rapidamente e saltò nel corridoio sulla sommità del muro. Aveva ancora trenta secondi prima che la sentinella arrivasse, aveva due possibilità saltare e sperare in un atterraggio fortunato nei giardini del palazzo, o uccidere.
Venti secondi, vide la sagoma del soldato avvicinarsi. Si appiattì contro il muro e aspettò contando. Puntuale, la sentinella, si presentò al suo fianco e con un semplice spostamento del braccio gli recise la gola con un coltello. Non voleva usare le agiel per non esserne indebolita troppo presto. Prese il corpo e lo gettò nelle tenebre sotto le mura. Poi corse velocemente verso la prima torre, dovette uccidere altri due uomini ma ebbe abbastanza tempo per nascondere i corpi. Scese le scale e si ritrovò nei giardini reali. Si guardò in torno, quasi schifata dallo sfarzo che la circondava, enormi fontane placcate d'oro, gabbie che imprigionavano esotici uccelli dalle piume variopinte, e in ogni angolo, fiori di ogni tipo, dai più modesti a quelli più rari. Si lasciò alle spalle quel posto assurdo e imboccò un lungo corridoio. Correva su un lussuoso tappeto ornato con fili d'oro, quel posto le stava veramente dando la nausa, ma più di tutto era preoccupata a causa della sua esposizione in quel momento. Doveva al più presto trovare un posto al buio dove poter riorganizzare le idee.
Rallentò la corsa e si guardò in torno, trovava veramente strano che nessuno sorvegliasse i corridoi, dopotutto erano in tempo di guerra, dov'erano le guardie? Trovò una rientranza del muro alla sua destra, coperta da una pesante tenda, entrò e cerco di ragionare. Chiuse gli occhi e prese dei respiri profondi, si focalizzò su quello che realmente voleva ottenere, e proprio in quel momento eccola riaffiorare, quella brama che tanto la chiamava a se. Era come un ombra che gravava sul suo cuore, ma Cara sentiva che non era qualcosa di sconosciuto, aveva già provato quella sensazione ma non riusciva a ricordare quando. Decise che c'era un'unica cosa da fare, seguirla.
Uscì dal suo nascondiglio e con più calma percorse tutto il corridoio fino alla fine. Giunse alle porte di un immenso salone, con due rampe di scale che convergevano nel centro della sala, indietreggiò all'istante e prese invece una piccola scala a chiocciola, che sembrava scendesse fino alle fondamenta del castello. Più scendeva e più tutto si faceva buio e umido, ma ciò che la spingeva a continuare era proprio quell'oscurità, così simile a quella che la richiamava, così simile a quella che aveva nel cuore. Stava attenta a non fare alcun rumore, silenziosa e letale, fu facile quindi percepire dei movimenti all'inizio delle scale, qualche metro più sotto di lei. Si appiattì contro il muro e si coprì la bocca per non far udire il proprio respiro. Alcune quardie stavano salendo, avrebbe dovuto ucciderle velocemente, aveva bisogno delle agiel. Ne sfilò solo una, l'istinto le diceva che aveva bisogno di conservare le energie. Arrivò la prima guardia, per fortuna lo spazio era ristretto e ne passava solo una alla volta. Fu facile, Cara puntò l'agiel diritta in mezzo al petto e l'uomo stramazzò a terra, il secondo non aveva ancora capito cosa stava succedendo che si ritrovò con la gola recisa. Quelli che vennero dopo, però, erano pronti, e si avventarono contro la Mord Sith. Cara schivò alcuni colpi prima di poter attaccare, si appiattì e con un calcio fece cadere il primo uomo, che si portò dietro gli altri. La Mord Sith si avventò sopra i corpi ammassati al fondo della scala affondando il pugnale il più velocemente possibile, i pochi sopravvissuti si alzarono e la accerchiarono. Cara fu costretta a tirare fuori l'altra agiel, chiuse gli occhi, prese un respiro e la rabbia e la furia fluirono in lei, le salutò come vecchie amiche e da loro si lasciò guidare. Si avventò sul primo uomo, gli piantò l'agiel su una tempia e lui cadde in ginocchio rimanendo rigido e immobile, la Mord Sith girava su se stessa, attaccando quelli che si avvicinavano troppo, riuscì a ucciderne ancora un paio, prima di avvertire i primi segni di stanchezza. Stava ancora lottando quando vide una delle guardie stramazzare al suolo, solo che non era stata lei ad ucciderla, presto tutti gli altri uomini caddero a terra, ma l'unica cosa che Cara sentiva era quell'oscurià che la perseguitava farsi sempre più pressante, soffocandola, sembrava che qualcosa le stesse stracciando il cuore con pesanti artigli, poi un dolore lancinante alla schiena la sorprese. Cercò di combattere contro i sensi che l'abbandonavano, ma non riusciva più a tenere gli occhi aperti. Agitò ancora le mani con le agiel in pungo, in un ultimo gesto disperato, incontrò un tessuto simile alla pelle della sua tuta da Mord Sith e pigiò con tutte le forze che le erano rimaste, cercando di uccidere chiunque indossasse quell'indumento. Sentì che le agiel stavano risucchiando la forza vitale di quella persona. Esausta, si abbandonò all'oscurità con un sorriso sulle labbra, felice di aver venduto cara la pelle fino alla fine.

Un dolore acuto a polsi e caviglie la fece risvegliare, era disorientata, il suo corpo era mosso da una leggera oscillazione che la cullava, non riusciva a mettere a fuoco ciò che aveva davanti agli occhi, ma non si arrese. Si concentrò su un punto di fronte a lei, poco a poco riuscì a delineare i contorni di ciò che la circondava, era in una stanza con le pareti di pietra spoglie, su di un tavolino erano appoggiate le sue agiel. Un sorriso le sfiorò le labbra, chissà quanto ci avevano messo per togliergliele di dosso e trasportarle fino a quel tavolo, chissà quanti uomini erano morti prendendole in mano. Si concentrò su  se stessa, capì di essere appesa per i polsi, alzò la testa e vide che la catena che l'ammanettava era appesa ad un massiccio gancio, ancorato al soffitto. Non sentiva il terreno sotto i piedi per cui abbassò lo sguardo, era sospesa su un profondo pozzo che si apriva proprio al centro della stanza, i suoi piedi si agitavano nervosi al di sopra dell'oscurità. Cominciò a preoccuparsi, quella non era la prima volta che si trovava legata in quel modo e temeva di conoscere il motivo per cui era di nuovo in quella situazione, scosse la testa, non era possibile! Prima di poter raggiungere una conclusione plausibile sentì ancora una volta il suo cuore farsi a pezzi e venne di nuovo inghiottita dall'oscurità che la perseguitava in quel dannato castello. Lottò per mantenere un briciolo di lucidità, poi apparvero di fronte a lei e Cara capì da dove provenisse quella sensazione chelìaveva attirata fin lì. Sembrava quasi un sogno, o meglio, un incubo.. Le lunghe trecce, le tute rosse, gli sguardi duri ma allo stesso tempo privi di emozioni. Erano tornate, e Cara sapeva già qual era il loro obbiettivo, rieducarla. Un brivido le percorse la schiena quando una di loro si avvicinò.
-Ciao Cara.- Cara serrò le labbra e strinse i denti.
-Oh non fare così. Saluta la tua Padrona!- subito dopo, una fitta di dolore allo stomaco le fece perdere il respiro. Abbassò lo sguardo e vide un Agiel puntata sulla sua pelle nuda.
-Salve padrona..- Disse a denti stretti.
-Brava cucciola mia. Ti faremo tornare una vera Mord Sith.-
Cara alzò lo sguardo, le Mord Sith erano tornate, tutte.
 Sapeva che lei non era il loro unico obbiettivo, sapeva anche che quello a cui stava andando in contro l'avrebbe portata a due uniche conclusioni.
Sarebbe tornata ad essere una macchina letale, che seguiva gli ordini del proprio padrone, chiunque esso fosse, senza contestare, oppure, l'unica altra opzione, era la morte.

 

  
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