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Autore: Riky3    06/01/2014    0 recensioni
Un uomo,una passione,un'auto e una notte. E' il 31 dicembre di un anno non ben definito,e un uomo riflette sull'anno che se ne sta andando,avendo come sottofondo la sua passione per il Jazz. E quale se non New York come città poteva fare da ambientazione a questa "avventura".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Era il 2 gennaio,faceva freddo,mi ero appena alzato dal letto. Guardai l'orologio,erano sono le nove e mezza. La giornata sembrava lunghissima,così andai in cucina,ancora in pigiama,feci colazione,mangiai qualche merendina e bevvi una tazza di caffè riscaldato. Insomma,a giudicare dalla mattina quella giornata non era granchè. Finito di mangiare e bere mi andai a cambiare,e notai nel corridoio un biglietto,andai a leggerlo,nulla di importante:diceva che mia moglie e i miei figli erano andati fuori,dove non mi era dato saperlo. Mi cambiai,andai in bagno e mi feci una doccia. Ed è proprio mentre ero sotto la doccia che riflettei su certe cose. Stetti lì a pensare a come più un uomo invecchia e più le festività sono formali. Era il due di gennaio dell' anno nuovo,ma,a giudicare dal clima che c'era intorno a me,sembrava una giornata come le altre,eccetto per la neve,che cadeva ininterrottamente da tre giorni ormai. Uscii dalla doccia,mi vestii per uscire. Mi misi il giubbotto e il cappello elegante,uscii e feci le scale per scendere. Faceva freddo. Uscii dal condominio,mi diressi verso Time Square,cercando il classico clima da anno nuovo,quel clima che ti mette la voglia di vivere. Arrivai a Time Square,misi le mani in tasca per non farle congelare,i denti intanto battevano peggio delle scarpe di due ballerini di tip tap. Con la mano destra sentii qualcosa nella tasca,sembrava un sigaro o l accendino che usavo per fumare. Mi sedetti su una panchina. Tirai fuori la mano e vidi che in tasca avevo un sigaro. Mi ero ripromesso di non fumare più dopo quella nottata al bar. Accesi il sigaro e fumai,l'anno iniziava nel peggiore dei modi. Mi alzai,intento a camminare per almeno un'oretta per ammirare le decorazioni,anche se,a giudicare dalla gente nelle strade,i negozi erano chiusi. Insolita come cosa,negozi chiusi il due gennaio,molto strano,c'era qualcosa che non andava. Camminai e per almeno 10 minuti non vidi nessuno,niente di niente,in giro sembravo esserci solo io,nemmeno le luci di natale,nulla. Svoltai nella decima strada,e,al contrario del resto di New York sembrava che lì c'era qualcosa che potesse migliorarmi la giornata. Mi incamminai per la strada piena di turisti e di gente,incantati da New York. Mi ricordavano me da piccolo,ero incantato dall'atmosfera del Natale e dalle luci degli addobbi. Guardai ogni singola vetrina,e su ogni vetrina restavo almeno dieci minuti,di cui solo due li usavo per guardare la merce in mostra,negli altri otto guardavo la mia immagine riflessa nel vetro. Ero in apnea. Qualunque cosa succedesse io non ero presente,ero impegnato a pensare a quanto quell'anno potesse essere bello o brutto. Ero impegnato a pensare a quanto la gente abbia perso lo spirito delle festività. Ero impegnato a pensare a quanto la gente sia incoerente con le cose che dice.Ero impegnato a pensare a come poter cambiare il mondo. Sapevo di delirare,a volte mi succedeva,se resto solo per tanto tempo inizio a pensare a cose assurde,come,appunto,cambiare il mondo. Il sigaro ormai era finito,ed io ero arrivato all'ultima vetrina. Un negozio di elettronica,dove in vetrina c'era l ultimo trovato tecnologico,ovvero una console in bianco e nero da collegare alla tv con la quale si poteva giocare. Riuscii ad arrivare davanti alla vetrina,in mezzo ai ragazzini con i loro genitori. Mi stupii di quanta gente era stipata in quel negozio. Intanto ricominciava a nevicare,sembrava che quell'inverno non finisse mai. Iniziai a camminare verso casa,immerso di nuovo nei pensieri,quando,in lontananza,vidi una cosa del tutto strana. Mi misi gli occhiali e spalancai gli occhi. Mi diressi verso di lei. Quando ci arrivai vicino capii che forse in quella città di spirito natalizio ce n'era ancora. Un'enorme albero di natale alto almeno 5 metri,tutto decorato e illuminato. Mi fermai a guardarlo per un bel po'. Da quando ero a New York non avevo visto niente del genere. Gli girai attorno,quando,arrivato quasi dall' altra parte,vidi un insegna che metteva in bella vista il nome di un negozio di giocattoli per bambini. Capii di essermi sbagliato. Iniziai a camminare verso casa,riflettendo su quanto la gente sia ignorante,quell'albero aveva lo scopo di attirare clienti al negozio,e la gente ci cascava in pieno. Arrivai a casa. Salii nel mio appartamento. Mia moglie e i miei figli non erano rientrati,così misi a cuocere un po' di pasta. Mi sedetti,accesi la tv e la sintonizzai sul primo telegiornale utile. Fuori la neve cadeva sempre più forte. Mi iniziai a preoccupare per la mia famiglia.

  
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