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Autore: iloveroseandrosie    07/01/2014    1 recensioni
Erano giorni che non la vedevo. Ed eccola lì, di fronte a me, più bella che mai, con uno dei suoi sorrisi che mi fanno sempre sciogliere, che mi fanno sentire così bene che potrebbe esplodere una bomba dietro di me e non me ne accorgerei. Ho aspettato questo momento da così tanto tempo!
Questa è una storia che parla dell'amore tra due ragazze, separate da una sola ora e mezza di volo, che capiscono, in una settimana insieme, che la loro amicizia è in realtà qualcosa di più.
- Ho deciso di scrivere in modo un pò originale... Il primo e gli ultimi capitoli sono scritti dal punto di vista sia di Rose che di Charlie e il secondo e il terzo sono uno scritto dal punto di vista di Charlie, e l'altro dal punto di vista di Rose... spero di non aver create troppa confusione ^^ Volevo solo far capire le emozioni che provavano entrambe :) un bacio!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ero  sempre più sorpresa dell’effetto che le faceva il fatto di avere Rose seduta a meno di mezzo metro da me. Non mi  ricordavo di aver mai provato un sentimento così forte. Basta, ora dovevo concentrarmi per non fare un incidente, ma era così maledettamente difficile farlo nel modo giusto da quando Rose aveva detto la frase “Ti da fastidio se mi cambio un secondo? Mi sento brutta con questi pantaloni addosso!”, e nonostante la mia risposta fosse stata un “Certo, ma io penso che tu sia bellissima con qualsiasi cosa tu indossi” e aver ricevuto uno sguardo tra il malizioso e il riconoscente, Rose cominciò a cercare nella sua borsa dei vestiti puliti. Aveva un profumo così buono! Non riuscivo a pensare ad altro che fermare la macchina e baciarla, ma non potevo farlo. Almeno non ancora.

Trovati pantaloni che stava cercando, dopo vari insulti diretti alla cerniera della valigia che non voleva fare il suo lavoro, si risedette vicino a me e cominciò a sfilarsi quelli sporchi. Se Rose avesse potuto sentire il battito del mio cuore in quel momento, o avesse potuto percepire la mia eccitazione, sicuramente avrebbe capito i miei sentimenti per lei. Per fortuna era troppo impegnata con l’apertura della zip dei pantaloni.
“Ho un problema con le zip oggi! Sembra che tutte le cerniere che tocco si sigillino all’istante!” urlò lottando contro l’apertura dei suoi pantaloni.
Io non feci altro che ridere e cercai di evitare qualsiasi commento, avendo paura di sembrare inappropriata. Quando finalmente riuscì a liberarsene, i miei occhi scorsero una mutandina di pizzo rosa molto carino, con sopra scritto “I’ve always loved you”. Per un attimo il suo cervello pensò che le avesse messe già pensando di togliersi i pantaloni davanti a me così che potessi vederle, ma poi tornai in possesso della ragione e mi auto insultai per averlo anche solo pensato.

Finito il cambio di guardaroba, arrivammo sane e salve a destinazione (cosa non del tutto scontata visto l’effetto che mi faceva averlo vicino). La loro prima sera insieme dopo mesi. Stavo preparando quella serata da tanto, forse troppo tempo. Ci pensavo da quando Rose mi confessò che prima di partire voleva assolutamente andare a bere qualcosa al bar del Tate Modern, che offriva la stessa visuale di Londra che potevi avere stando in cima al London Eye. Non potemmo andarci a causa di varie cose,
tra le quali la scuola e le vacanze estive, ma ora sentivo che era il momento giusto per farlo. Era una cosa, lo ammetto, abbastanza romantica, e la cosa non mi dispiacque. Non appena arrivammo all’ultimo piano, tolsi la benda dagli occhi di Rose facendo attenzione a non farle male tirandole i capelli. La sua faccia fu la cosa più bella che io avessi mai visto. Era un misto di eccitazione, felicità, commozione e amore. Amore per la sua città, per il fatto di essere qui con me, e speravo anche per me. Dopo essermi assicurata che non stesse avendo un infarto, le chiesi “Allora, la prima parte della sorpresa ti piace?”, e lei, girandosi e guardandomi dritta negli occhi mi rispose “Tanto, forse troppo di quanto in realtà dovrebbe piacermi”. E questa è la frase che per tutta la serata mi fece pensare: che l’avesse detta in riferimento a qualcos’altro, o meglio a qualcun altro? Per esempio, me?

Diedi il mio nome al cameriere che ci accompagnò subito al nostro tavolo, che dava proprio sul Tamigi, con a sinistra il London Eye e a destra il Big Ben.
Non poteva andare meglio di cosi. Per il momento.
Rose, evidentemente ancora scossa dalla sorpresa, non aveva ancora detto niente dopo la fatidica frase che mi fece fare mille viaggi mentali. Appena il cameriere arrivò e ci chiese cosa desideravamo bere, dicemmo all’unisono “Un Martini Royale, per favore” nel nostro bellissimo accento londinese, il suo così perfetto da fare invidia alla Regina. Subito iniziammo a ridere, e la tensione si allentò.
“Charlie, non avrei potuto immaginare sorpresa più bella di questa, sei un’amica davvero speciale” disse Rose.
“Non avrai immaginato che non ti preparassi un ritorno con i fiocchi! Per chi mi prendi, una dilettante?” dissi io scherzando e tirando indietro i capelli con un gesto altezzoso.
“In effetti qualcosina lo avevo immaginato ma mai avrei pensato a una cosa come questa! Sei la migliore. Lo sei sempre stata e lo sarai sempre, per me .”
“Suvvia, come siamo sentimentali… però è vero, anche tu per me sei e sarai sempre la più speciale di tutte, ma ora brindiamo, a noi! Alla nostra amicizia speciale!” dissi mentre arrivavano i drink, chiedendomi perché tutte le volte che la situazione diventava sempre un po’ più romantica, dovevo sempre rovinare tutto buttandola sullo scherzo.

Sorseggiammo il nostro Martini per qualche istante, Rose persa nella vista della magnifica Londra, io persa nella vista della mia magnifica amica.
Parlammo di tutto e di tutti, facendo battute, scherzando e ridendo come due sceme.
“Mi era mancato tutto questo! Solo oggi mi sono resa conto di quanto sto bene con te!” dico in un momento di euforia, causato in parte dal drink e in parte dalla voglia che avevo di lei.
“Oh, Charlie anche tu, tanto! Ti voglio bene” mi dice guardandomi, alternando lo sguardo dagli occhi alla mia bocca. La tensione si poteva vedere talmente era forte, e per poco non mi sono fiondata dall’altro lato del tavolo a baciarla, ma non era il momento giusto, non ancora.
Mi limitai quindi a sorriderle cercando di inviarle quanto più amore si possa inviare ad un’altra persona tramite un’espressione, e a dirle “Anch’io. Forse troppo”.
  
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