Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: robyzo    08/01/2014    1 recensioni
"Che strano, riesco a parlare spontaneamente con lui, è come se i miei pensieri venissero fuori e non riuscissi a trattenerli. Ci guardammo negli occhi in silenzio."
"Passammo tutta la serata ridendo e scherzando e quando mi salutò mi venne difficile lasciarlo andare via, stava diventando il mio pensiero principale. Mi addormentai pensando a questa serata così buffa ma intensa."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono della sveglia mi fece sobbalzare, ogni mattina è una fatica alzarsi e trovare la forza di aprire gli occhi, misi i piedi per terra e camminavo come se fossi uno zombie che sbatteva da una parte all’altra, mi lavai e vestii e dopo una mezz’oretta piena ero già fuori dalla porta di casa, la mattina c’è sempre freddo e arrivai al locale quasi congelata. Ecco, come immaginavo il sign. Price non c’era, “uff, un’altra giornata da sola con tutti i clienti che ci saranno” . Mi rimboccai le maniche e iniziai a sistemare la sala, ad un tratto la porta si spalancò lasciando entrare tutto il vento all’interno…
<< brrr ,che freddo che fa >> era di nuovo lui, Johnny, che emozione rivederlo, pensavo che non avrei più avuto questa fortuna di beccarlo di nuovo davanti a me..
<< Hey ciao! >> sorrise,
<< come mai qui? >> speravo che dicesse una frase stupida come “sono venuto per te” o qualche altra cavolata
<< sai, ieri non trovavo più la mia agenda con tutti gli appuntamenti, spero sia qui, perché altrimenti non so dove possa essere >> “bè certo, mica Johnny sarebbe venuto di nuovo qui per vedermi
<< Oh! Capisco >> il mio sguardo si spense all’improvviso ed era evidente che Johnny se ne fosse accorto
<< tutto bene? >>  mi disse incuriosito << Oh, si si, scusami ero sovrappensiero >> sorrisi  per non farmi accorgere,
<< Allora, cerchiamo quest’agenda !>>
<< Giusto, è piccola e blu >> 
<< ok >>  mi guardò sorridendo, chissà cosa stesse pensando. Controllammo sotto i tavoli, niente non si trovava, controllai dietro il bancone, mi abbassai cercando meglio ma non vidi assolutamente niente…
<< che buffa che sei >> mi guardò ridendo
<< perché? >> sorrisi
<< ma che hai combinato là sotto? Sei tutta sporca >> mi passò la mano sulla guancia per togliermi la farina, arrossii tutta quanta
<< si, sono molto mal destra, dovresti conoscermi meglio per vedere le figuracce che faccio >> risi imbarazzata
<< mi piacerebbe molto >> rispose lui << per cosa? >>  
<< conoscerti meglio >> oh, mamma, non avevo realizzato ancora che gli dissi “dovresti conoscermi meglio” l’ho detto senza pensarci su… aspetta… che? Ha detto “mi piacerebbe molto”? no, ma avrò capito male sicuramente…
<< davvero? >>  
<< si, mi incuriosisci molto, sei spontanea e goffa, mi fai ridere e penso che con te non ci si annoia >> 
<< oh bè, mi soffermerei su goffa >> scoppiammo a ridere, << hai visto? Non mi sto annoiando affatto >> mi disse lui facendomi un occhiolino…
<< Comunque, l’agenda non è qui, chissà dove l’avrò lasciata, scusa ma ora devo proprio andare >>  << ok, ciao Johnny, buona giornata >>
<< Anche a te emh, ma sai che non so come ti chiami? >>
<< Jennifer >> urlai all’improvviso
<< Allora buona giornata Jennifer >> andando via.
Se n’è andato.. di nuovo… che tristezza, mi era passata la voglia di lavorare, avrei preferito chiacchierare con lui un altro po’.  La giornata non passava mai, l’ora di pranzo è stata la più pesante, molti lavoratori venivano da me durante la pausa pranzo riuscivano a riempire la sala in mezzo secondo, che fatica ogni volta. Stavolta il sign. Price è arrivato prima di ieri, erano solo le 17.00, “finalmente” sospirai…
<< Ciao cara, com’è andata oggi? >>
<< da massacro, l’ora di pranzo poi, non ne parliamo >>
<< si infatti, è la più pesante, senti ieri sistemando ho trovato quest’agenda, sicuramente qualche cliente l’ha dimenticata, qualcuno l’ha reclamata? >>  sorrisi felice alla vista di quella piccola agenda blu, proprio come quella che mi ha descritto Joh,
<< oh, si si, è di un cliente, la dia a me, gliela darò in qualche modo >> Il sign. Price mi guardò incuriosito << Ok, ma non sorridere troppo, sarà di qualche spasimante? >>
Mi fece arrossire tutta << Ma che dice, no no, adesso vado a casa, la ringrazio, a domani >> Tornai a casa, sprofondai sul letto, e di colpo il mio pensiero andò a Johnny, “L’agenda” urlai e mi alzai per prenderla… “cosa faccio adesso, non dovrei aprirla, ma se non lo faccio, non posso rintracciarlo e avvisarlo” .
Aprii la prima pagina, c’erano un mucchio di appunti, che bella la sua scrittura, l’ho vista in tante foto di autografi e ho sempre sognato si averne uno anch’io, ok , basta sognare, sfogliando qualche pagina trovai tanti numeri di telefono… “aaaah, non ci credo”  il numero di Orlando Bloom, di Tim Burton, Will Smith, Tom Cruise erano davanti i miei occhi, avrei voluto chiamare ognuno di loro… all’improvviso trovai “MIO” “uuuuh, bingo”  dissi ad alta voce felice, “dai facciamo il numero e lo chiamo”. Nell’attesa della risposta il mio cuore si fermò, non sapevo se fosse la cosa giusta da fare, ma i miei pensieri vennero interrotti da una voce troppo intensa, troppo calda, troppo di troppo
<< Pronto? >>
<< Emh, ciao Johnny, sono Jennifer, la ragazza del locale, hai pres.. >> mi fermò felice
<< Ehy ciao, ragazza goffa >> rise << neanche due giorni e già hai trovato il modo di prendermi in giro? >> ridemmo entrambi, mi ero sciolta dopo quella battutina,
<< mi fa piacere sentirti, ma come hai avuto il mio numero? >>
<< Oh, bè, ho trovato la tua agenda >>
<< Davvero??? Fantastico, stavo impazzendo senza, e dov’era? >>
<< l’ha trovata il mio capo sinceramente >>
<< Perfetto, dammi il tuo indirizzo che ti raggiungo >>
glielo diedi e chiusi la chiamata salutandolo. Ancora sorridevo, ma poi realizzai che c’era un vero e proprio tornado di vestiti in giro per casa e corsi subito a sistemare tutto. 
  
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