Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: tazeel    09/01/2014    2 recensioni
(Il mio computer mi dava noia con la vecchia, così l'ho cancellata e ora la rimetto)
Vector nel cercare di uccidere Yuma, assolda un essere antico e potente, che però lo tradisce, e dopo aer infettato Kite, Yuma e Shark li ricatta per trascinarli in un viaggio tra le dimensioni, per un motivo conosciuto solo da lui...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vector si risvegliò e si rese conto che era in una gabbia "Dannazione mi ha buggerato!" disse, Poi si guardò intorno.
Era in una caverna nera, che aveva però solo stalattiti. Per terra non c'erano stalagmiti, ma una superficie piatta crivellata di piccoli crateri e ricoperta di un liquido verdastro che gocciolava dal soffitto, che al tocco si rivelò acido. L'uscita dava su una tundra desertica.
Poi Vector si rese conto di una cosa ogni parte del suo corpo gli doleva orribilmente. Sembrava come se stesse per esplodere, e la sua pelle continuava lo stesso, quasi ebbra, a attingere qualcosa dall'aria circostante.
"Ben svegliato Vecti!"
Si voltò e chi vide? LUI che lo fissava ilare, appoggiandosi al godendang.
"Tu brutto..." e cercò con i suoi poteri di distruggere la gabbia. Ma per quanto questo lo sgonfiasse da qualsiasi cosa stesse accumulando, la cosa non aveva alcun effetto. Anzi, sembrava che ingrossasse le sbarre! Allora tentò di utilizzare i poteri di Don Thousand, ma non successe niente "Ma che diamine..."
La risposta risuonò nella sua testa "Ti avevo avvertito che se avessi perso il controllo della situazione, io non ti avrei aiutato. Comunque..." e uscì dall'ombra di Vector, alle spalle di LUI "Nessuno può rinchiudermi. Io sono il dio del mondo Bariano!"
il loro carceriere non ne fu molto impressionato "E allora?"
"E allora prendi questo!" rispose il dio, che gli lanciò contro un raggio distruttore. Però Vector si aspettava qualcosa di più: era appena di due millimetri di diametro. E infatti il suo avversario no ebbe problemi a bloccarlo roteando il suo godendang. Gli disse "I tuoi sforzi sono inutili! Sarà anche vero che solo i tuoi poteri possono ferirmi, ma sei ancora troppo debole, e per giunta sei nel territorio di dei molto più forti di te. Qui non alcun potere né su di me, né su questo luogo!"
Don Thousand capì e corrucciato si ritirò dentro Vector. LUI si voltò e disse "Bene. Ora devo andare a fare una cosa. Vi auguro buona permanenza..." poi un portale si aprì sotto i suoi piedi e lui ci svanì dentro.
A Vector non rimase che una cosa da fare: Scaricando l'energia che senza volere accumulava contro una sbarra, ne logorava un altra con le unghie, in attesa di inventare un piano migliore...
 
Il Dirigibile Dimensionale percorreva il tunnel. Yuma stava controllando la mappa che LUI gli aveva dato.
"Tra poco raggiungeremo uno svincolo dimensionale" disse Astral
"Sarebbe?" gli chiese.
"In alcuni punti in cui si incrociano molti tunnel dimensionali, vengono creati luoghi in cui si può continuare la propria via senza rischiare una specie di intasamento di tunnel. Altrimenti lo spazio tempo in quei luoghi formerebbe da solo un buco...nero però"
"Delle specie di caselli autostradali per chi viaggia tra le dimensioni!" disse Yuma
"Cos'è un casello autostradale?"
"Glielo spiegherai dopo! Qualcuno mi aiuti!" gridò Rio
Si voltarono e che videro? Shark che, con la bocca grondante di saliva, tentava di mordere sua sorella!
"Vieni qui sorellina! Improvvisamente ti trovo deliziosa!"
Yuma si precipitò e insieme agli altri tentò di staccarli. Ma l'amico aveva una stratta di ferro e non mollava.
"Anch'io ho un problema: ho perso letteralmente la faccia!"
Yuma si voltò e ebbe un altro tuffo al cuore: l'amico non aveva più niente sul volto!
Poi sentì uno strano rumore e venne sbalzato all'indietro. Poi notò con orrore che le sue braccia erano rimaste attaccate alla schiena di Shark!
Quindi udì due tonfi e guardando verso il basso vide che si erano staccate anche le gambe!
Il torso, senza più contrappesi, cadde all'indietro.... e si staccò pure la testa! Mentre gli rotolava riuscì ad urlare "Aiuto! qualcuno mi ricomponga!"
Tutti si girarono e videro il suo stato. Con una corda che si erano portati dietro realizzarono una specie di legame tra i suoi arti e il corpo, che faceva una specie di X passando dalle spalle e dai ginocchi. Il tutto mentre Kite, che ci vedeva ancora benissimo anche senza occhi, tentava di trattenere Shark dal cercare di mangiarsi qualcuno.
"Ecco, così dovrebbe reggere" disse Tori completando con un nodo la "cucitura".
"Ma che ci sta succedendo?" chiese Yuma
"Mi pare ovvio: Deve essere il veleno che inizia a manifestarsi. E ora Kite ti vuoi decidere a mollarmi? Voglio solo mangiarmi qualcuno, che vuoi che sia?"
"Non per interrompere i vostri divertimenti, ma siamo arrivati" disse Astral
Yuma guardò fuori e vide lo svincolo dimensionale.
Era una gigantesca sala cilindrica, con le pareti bianche con venature nere che dovevano essere cavi. Vicino ai muri c'erano centinaia di cerchi blu con all'interno dei portali anche esse blu. Tutt'intorno c'erano persone, esseri e navi di vario genere che passavano da un portale all'altro.
"Il nostro è il C7. Eccolo laggiù" disse Yuma, e il dirigibile curvò lentamente verso il portale.
 
Guardava nascosto dietro un portale. Doveva andare a parlare con gli altri Imperatori Bariani, ma doveva anche far si che Yuma e gli altri si fermassero in quel posto.
Così usò tutta la sua forza per spostare il portale dietro cui si trovava. Se i suoi calcoli fossero stati esatti....
Si! Due idioti schizzarono come frecce  fuori dal portale. Sarebbero dovuti finire direttamente in quello di uscita, ma con il suo intervento si sarebbero schiantati contro un dirigibile di nostra conoscenza....
 
All'improvviso si sentì un sonoro TONK dalla coda del dirigibile, seguito da una raffica di colorite imprecazioni. Lasciando dentro Kite che tenesse d'occhio Shark, dato che era l'unico che non volesse mangiarsi, andarono a vedere.
Quando arrivarono trovarono una ragazzo dai capelli rossi, giacca anch'essa rossa e pantaloni bianchi, e uno coi capelli viola che indossava solo roba bianca.
(Per chiunque li abbia riconosciuti, mi serviva un diversivo e questa era la prima cosa che mi è venuta in mente okay?)
Quello coi capelli rossi prese per primo la parola "Volete spostare questo coso? Dobbiamo proseguire!"
Yuma gli rispose "Non potreste spostarvi voi? Siete vicinissimi alla fine!"
"Ma se siete voi che avete messo in mezzo al passaggio questo coso!"
"Veramente siete voi che ci siete venuti addosso!"
Parlò per a prima volta quello coi capelli viola "La piantate di discutere? Spostate questo affare o chiamiamo il vigile?"
Ebbero un attimo di stordimento " Il vigile"
"Certo! Ora lo chiamo!" si voltò e urlò "Ehi vigile! Qui c'è gente che ingombra il passaggio!"
Arrivò un robottino tozzo con la divisa da poliziotto. Una mano diventò una biro mentre un da un altra spuntò un taccuino, e chiese "Allora, che cos'è successo?"
 
Nel palazzo degli Imperatori Bariani, i quattro rimasti erano a consiglio.
"Manca Vector, dov'è?" chiese Durbe
"Chi se ne frega" rispose Mizael
"Io invece mi preoccuperei: ci sono segni che sulla terra si è aperta una frattura che ha rigettato una grande quantità di Caos" disse Durbe
Alit prese parola "Non sarà mica...."
"Scusate se disturbo, ma siamo in trappola" disse Gilag
Si guardarono attorno e videro che erano stati intrappolati dentro una barriera che impediva loro di uscire e teletrasportarsi fuori.
Mizael era su tutte le furie "Chi è stato? Prova a mostrare qui dentro la tua brutta faccia e poi vedremo se vorrai ancora scherzare!"
Una voce emerse dal nulla "Vuoi vedermi? eccoti accontentato!"E dal nulla emerse LUI in tutto il suo caotico splendore.
L'arrivo di una faina in un pollaio avrebbe scatenato meno panico. I quattro iniziarono a correre come impazziti e a picchiare contro la barriera alla ricerca di un uscita. Durbe cominciò perfino a piagnucolare.
Decise che si era divertito abbastanza e lanciò un poderoso ruggito.
Li vide rintanarsi tutti insieme in un angolo come bambini spauriti di fronte a un genitore arrabbiato.
"Bene. Io so chi siete e voi sapete chi sono. Ora che abbiamo esaurito i convenevoli, andiamo al punto. Ho rapito Vector, e se lo rivolete..."
Mizael prese coraggio, si alzò e lo interruppe "Rivolerlo? Chi potrebbe rivolere un essere simile? Tientelo pure e fanne quello che vuoi!"
Durbe disse "Cosa dobbiamo fare?"
"Sei impazzito Durbe? Sai che Vector è un..."
Gli disse sottovoce "Senti, i terrestri ci stanno battendo su ogni fronte e ci serve ogni elemento disponibile se non vogliamo finire, se sopravvivremo, a vendere porporina usando ciò che rimane del nostro mondo!"
Mizael sospirò e gli sussurrò "Ok, ma se Vector creerà problemi, a farne le spese sarai tu"
Durbe si rivolse a LUI "Accettiamo l'offerta. Che dobbiamo fare?"
Ghignò "Venire qui" e gli gettò una mappa per poi sparire.
Mizael la prese e disse "Non so voi, ma a me puzza d trappola da lontano mille miglia"e gli altri due bariani fecero segni di assenso.
"Ciononostante ci dobbiamo andare" disse Durbe.
 
"Facendo il riassunto, questo affare non è immatricolato, è guidato da un minorenne e per giunta è anomalo!"
Astral disse "Come sarebbe a dire anomalo?"
"Che non è del tipo standard a cui è consentito passare in questo svincolo. Lo devo sequestrare in attesa di altri accertamenti e del processo per direttissima"
"E riguardo a noi?" chiese il ragazzo coi capelli rossi
"Dovevate fare più attenzione. Oltretutto venivate da sinistra perciò avevano loro la precedenza. Multa per tamponamento!"
"Ma non è giusto!"
"Mi dispiace ragazzo, ma questa è la legge. Se adesso voi foste così gentili da mostrarmi..."
"L'uscita?" disse Astral "Subito"
E i tre furono scagliati fuori dal Dirigibile Dimensionale. "Perché lo hai fatto?" gli chiese Yuma
"Se no non ci muovevamo più, e io voglio evitare che tu diventi una cosa demente. Avanti tutta!"
Il dirigibile entrò nel portale e si ritrovò ne classico tunnel dimensionale.
Sembrava tutto tranquillo, ma all'improviso.... "Ehilà, come va?"
LUI era sulla punta della gondola (si chiama davvero così la parte del dirigibile adibita al trasporto passeggeri)
Astral corse a nascondersi dietro Yuma urlando"AH! Siamo perduti! Siamo finiti!"
"Che ci fai qui, maledetto?" chiese Shark
"Prima di tutto per farvi vedere la mia vera forma..."
E cominciò ad espandersi. La pelle si stava facendo verdognola. Quando i vestiti si strapparono, mostrarono che lungo i fianchi stavano spuntando altre quattro braccia. Rotte le scarpe, si vide che i piedi stavano diventando mani. Al completamento della trasformazione, un grande godendang nero di metallo sconosciuto arrivò nella sua prima mano destra.
Il risultato era sconcertante. Erano di fronte a un bruto con la pelle color verde marcio chiaro, calvo, con sei braccia, nudo e senza gioielli di famiglia.
"Non c'è che dire, sei orribile"
"Grazie mille. ora che ne dite di una canzoncina? Porta anche me..."
E saltò. Peccato che dopo il salto divenne enorme, e l'impatto fece andare in crisi la stabilità del Dirigibile
"... al baseball! Porta anche me..."
e saltò di nuovo. L'impatto fece roteare il mezzo ancora più follemente "... al baseball! Porta anche me...
e con l'ultimo salto si lanciò fuori  dal tunnel "... al base...ball!"
Il Dirigibile era completamente fuori controllo. I passeggeri tentavano disperatamente di correggere la rotta, ma era impossibile. Astral urlò "Cercate di non finire..." "Orbital!"
Si voltarono tutti in tempo per vedere il povero robot che veniva schiacciato da uno degli enormi martelletti che c'erano in un punto del Dirigibile. "...tra gli ingranaggi". Kite andò (con prudenza) a recuperare ciò che restava del robot, assieme al suo duel disk.
Poi arrivarono a una barriera dimensionale, ma non potevano proseguire poiché appunto stavano roteando come matti. dall'alto si vedeva una città che sembrava essere uscita da un libro fanatasy: case bianche con tetto rosso di diverse forme e misura, disposte in ordine geometrico. Al centro stava un grande castello. Tutt'attorno la città c'erano edifici di metallo con delle ciminiere. Attorno c'erano prato e sullo sfondo c'era una catena montuosa.
 Si schiantarono lungo una larga strada, ma non si fermarono lì. Continuarono la loro folle corsa finché non si schiantarono contro una statua, abbattendola.
In qualche modo uscirono fuori e notarono che attorno al loro veicolo si era radunata una folla. Erano simili agli umani, tranne che avevano la pelle azzurra e le orecchie a punta.
Mentre   Yuma strisciava fuori, notò che Shark correva verso un bambino, con la bocca che grondava saliva, ma un tipo in armatura lo bloccò con una lancia.
Pochi secondi dopo tutti loro avevano puntata contro una lancia. Subito dopo vennero presi a calci finchè non si rialzarono "Forza, in piedi marmaglia umana!"
Vennero caricati a forza su un camion che poi si mise in moto. Shark disse "Ehi voi si può sapere che abbiamo fatto? E si può sapere dove ci state portando?"
Uno dei due disse "Ma come? Siete così illetterati che tra di voi non vi dite che non bisogna farsi beccare?"
"Illetterati? Di chi parlate?"
"Di voi umani. Lo dovreste sapere tutti..."
All' improvviso gli suonò il telefono. "Si, sono io. Cosa? Rudolf è andato in cielo? Perfetto, abbiamo appena prese un gruppetto di sprovveduti. Vi mandiamo subito qualcun alla fabbrica dei mattoni"
Poi mise giù. Chiese all altro "Allora, chi gli mandiamo?"
"Mandiamogli quello coi capelli rossi. Nessuno lo userebbe come mattone...."
"Come mattone?"
"Ma non vi hanno insegnato niente? Guarda fuori"
Attraverso l'unica finestrella che c'era sul portellone del furgone vide uno spettacolo abominevole.
Le case non era fatte di mattoni: Erano fatte di umani nudi intrecciati, perfino i tetti. "Ma come potete fare una cosa simile?"
"Perché voi siete degli stupidi umani inferiori, ecco perché! E ora silenzio!"
Lo disse in un tono così imperioso che tutti si zittirono.
 
Si fermarono prima davanti al palazzo, dove tutti i maschi tranne Yuma vennero ammanettati e portati via.
Poi proseguirono fino a una di quelle strutture che avevano visto attorno alla città. Il portone si aprì cigolando per poi richiudersi quando il furgone entrò, Quindi i due scesero e aprirono i portelli.
"Forza scendete!" e li buttarono fuori in qualche modo, poi li ammanettarono.
 Le ragazze furono condotte da un lato, Yuma da un altro. Lo portarono attraverso dei corridoi fino ad un classico laboratorio, con provette e siringhe. Qui fu spogliato. Però quando gli tolsero la corda che lo teneva unito, andò in pezzi.
"Ne ho viste di cose starne in vita mia, ma questa le supera tutte! Divisione automatica del corpo dagli arti.. il tutto senza emorragie!" disse il dottore, stupito. Poi realizzò una riparazione con dei collari.
A quel punto il dottore prese una siringa e un contenitore di vetro con dentro un liquido. Aspirò il liquido nella provetta e poi venne verso di lui, mentre i colossi in armatura lo tenevano fermo.
"Rilassati, non ti farà niente!"
Aveva già fatto delle iniezioni, e aveva sempre sentito la stessa frase. Peccato che come ogni volta non era vero. E, particolare ancora più doloroso, gliela fecero nei !!!!!!!!.
Lo portarono in una stanza su ci c'era un letto. Ce lo sbatterono sopra in qualche modo e gli tolsero le manette. Poi rimasero lì a guardargli le parti basse.
Dopo un po’, mentre cominciava a pensare che uno dei due fosse gay, quello a destra disse "Okay, ha fatto effetto. Comincia la produzione!" e uscirono. Poi riaprirono uno spiraglio di porta per dirgli "E guai a te se scendi!"
Così se ne stette lì finché non si aprì l'altra porta da cui uscì una donna bruna, anche se era.... nuda. Completamente.
"Adesso reclutano anche i bambini per questo lavoro? Non fa niente" e si distese vicino a lui.
"Immagino che sia la tua prima volta qui giusto?"
Yuma le chiese "Ma che cosa diamine sta succedendo qui?"
Lei sbuffò "Ma in che mondo vivi?"
"In un altro! E non sto scherzando"
"Che cosa? Aspetta. Adesso faccio finta di lavorare, così mi spieghi"
E lo avviluppò con le braccia. Yuma le raccontò del suo mondo, del viaggio e del perchè erano lì. Lei lo fissava con espressione indecifrabile.
Quando lui terminò, lei disse "Il tuo mondo deve essere molto bello da come l'hai descritto. Ora tocca a me dirti come stanno le cose qui. Qui noi umani non siamo la specie dominante. Qui ci sono questi esseri, che si chiamano Xereniani, derivante dal nome di questo mondo Xerenia. Nessuno sa come e perché, ma secoli fa presero il sopravvento. Noi umani per loro eravamo esseri inferiori, che dovevano essere schiavizzati o uccisi. Quando presero il potere, ci diedero la caccia come animali, demolirono le nostre città e le sostituirono con le loro, costruendole usando noi come mattoni. Solo le fabbriche sono fatte di metallo, ricavato da ciò che rimaneva della nostra civiltà. Quando uno desidera qualcosa, può semplicemente portare un "mattone" nella fabbrica che produce il tal materiale. E la gente lavora per comprarsi i "mattoni" che sono prodotti qui"
"Aspetta non vorrai dirmi che dobbiamo..."
"Esatto. Devi fecondarmi. Non preoccuparti, ti guiderò io passo passo"
Fu complicato, ma alla fine ci riuscirono. Anche perché l'iniezione aveva avviato lo sviluppo degli spermatozoi che doveva avvenire più tardi.
Poi lei uscì... e dalla stessa porta ne entrò un altra, che doveva essere anche lei fecondata.
Passò così l'intera settimana, tra iniezioni, fecondazioni e posti fatti da un tozzo di pane da a mangiare mentre si"lavorava".
Poi ricapitò la prima che aveva conosciuto "Ma scusami, ho già fatto con te!"
"Non sai che con gli ormoni che ci iniettano, il parto avviene dopo una settimana?" e si buttò accanto a lui.
"Una cosa: anche se non ti sembrerà molto importante... come ti chiami?"
Dopo una risata, lei rispose "Il mio nome è Ursula"
 
L'imperatrice entrò nelle sue stanze. Subito notò che la finestra era aperta, e qualcuno ci stava di fronte.
Lei afferrò subito il pugnale, ma quando questi fece il segno convenuto, si calmò. "Sei tu. Mi hai fatto prendere un bello spavento sai?"
  
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