“L'egoismo non consiste nel vivere come ci pare ma nell'esigere che gli altri vivano come pare a noi.”
Oscar Wilde
But the tigers come at night
with their voices soft as thunder
as they tear your hope apart
as they turn your dreams to shame
Egoista.
Bambina viziata.
Quante volte mi sono sentita ripetere queste parole.
Forse erano anche vere.
Ma non lo so più.
Non m'importa più.
Forse alzavo la voce e pestavo i piedi per farmi notare.
E volevo farmi notare per farmi amare.
Non ho raggiunto il mio obiettivo.
Volevo che il mondo appartenesse a Carlotta Giudicelli. Volevo che s'inchinassero davanti a me. Volevo che impazzissero per il mio talento.
E l'hanno fatto, per un po'.
Ma nessuno mi ha amata.
Nessuno mi amerà più.
Forse solo Piangi.
Ma Piangi è morto.
E' morto come un cane. E' morto per colpa di una stupida ragazzina, di cui un pazzo si era infatuato, e quando l'ho visto danzare grottescamente con quella corda attorno al collo, quando ho visto il suo pallore osceno, e i suoi occhi in fuori, congelati in uno sguardo di terrore, ho pianto. Le prime vere lacrime della mia vita, non le lacrime di una ragazzina, ma le lacrime di una donna. Ho pianto, e piango ancora. Solo che dall'esterno non si vede.
Vorrei vederlo morire.
Vorrei umiliarlo come ha umiliato me.
Vorrei che soffrisse, come ho sofferto io.
Vorrei strappargli gli occhi e mangiargli il cuore, e buttargli addosso tutto il mio dolore.
Non mi ha lasciato nemmeno questo.
Sì, forse cantavo senz'anima.
Ma Piangi non doveva morire per questo.
Vorrei poter andare avanti. Vivere come ho sempre fatto, e pretendere che gli altri vivano come piace a me. Vorrei poter essere ancora la bambola viziata che credeva bastasse pestare i piedi per ottenere tutto il mondo.
Non mi rimane più nemmeno questo.
La bambola si è rotta.