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Autore: Warrior_    11/01/2014    1 recensioni
"Sei un errore,non dovresti nemmeno esistere!"
Megan ha smesso di fidarsi,di affezzionarsi e di amare.
Ma nella vita tutto può cambiare....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ei guarda avanti quando camini e che diamine!- sbottai ad un ragazzo che mi aveva urtata nel corridoio di scuola correndo,evidentemente cercava di non arrivare troppo tardi a lezione anche se la campanella era già suonata da cinque minuti buoni.
-Oh mi dispiace un sacco, devo proprio andare ora…magari ci rivediamo dopo- disse con un sorrisetto di quelli da fesso che usano tutti i maschi quando cercano invano di rimorchiare qualcuno.
-oh io non ci conterei tanto,anzi fossi in te mi starei il più lontano possibile- risposi secca.
Senza dire altro lo vidi allontanarsi con aria confusa e sconfitta, oh quanto odiavo quando qualcuno ci provava con me…tanto è sempre la stessa storia,all’inizio sono tutti romantici,dolci,premurosi,poi ottenuto quello che vogliono ti lasciano senza alcuna pietà.
Beh io avevo imparato a farmi valere e non permettevo a nessuno di mettermi i piedi in testa.
Ricominciai a camminare avviandomi verso la segreteria per farmi dare il foglietto dell’entrata in seconda, in effetti non ero un’alunna modello,entravo quasi sempre tardi,i miei voti andavano tra il 5 e il 6 e in classe non prestavo mai molta attenzione.
Ma d’altronde non mi importava,stavo in uno schifo di paesino chiamato Sunderland,odiavo la mia scuola e le persone che la frequentavano ed in più mia madre e mio padre erano totalmente assenti, quindi cosa avevo da perdere?
Entrai in segreteria,ormai si può dire che era diventata quella la mia classe, ogni volta ci stavano quei cinque/sei studenti che avevano un ritardo cronico come me e seduta davanti un computer stava sempre Ellen,una signora sulla quaranta cinquina, con la solita espressione annoiata dipinta in volto che cambiava radicalmente quando mi vedeva entrare.
-Buongiorno Ellen!- dissi il più amichevolmente possibile, alla fine quella donna era l’unica a cui importava come stavo.
-buongiorno tesoro, come andiamo oggi?-
-beh diciamo che si va avanti come sempre, te invece?-
-io? Solita monotona vita, ecco tieni il permesso e domani cerca di arrivare in orario!-disse porgendomi il foglio.
-oh grazie mille,ma tanto entrambe sappiamo che non succederà, ciao a domani!- risposi avviandomi verso la classe.
Percorsi il corridoio moooolto lentamente,l’idea di entrare in quel buco di classe e sorbirmi le prediche di quella cornacchia di matematica mi faceva venire il vomito.
Mi fermai a guardare fuori da una delle finestre del corridoio e pensai come tutti i giorni ormai“chissà come deve essere vivere in un altro posto, un posto dove nessuno mi possa giudicare e dove ci sia gente decente invece di questi noiosi compagni,un giorno me ne andrò, spero solo che quel giorno arrivi presto…”
Fui risvegliata dal suono della campanella che segnava l’inizio della seconda ora, mi affrettai a raggiungere la mia aula ed una volta aperta la porta come previsto mi trovai davanti quella scorbutica che non tardò a richiamarmi.
-signorina Carter possibile che ogni giorno lei debba arrivare in ritardo?!-
-ed è possibile che lei ogni giorno debba ripetermi le stesse cose?-
-meglio che si vada ad accomodare al suo posto e inizia a seguire la lezione!-
Senza ribattere mi avviai al mio posto,ultimo banco vicino la finestra e nessun compagno rompi palle, mi ero guadagnata quel posto vincendo una partita a braccio di ferro e apparteneva a me ormai dal primo anno.
Tirai fuori dalla borsa un quaderno e una penna tanto per far finta di seguire e come ogni volta mi infilai le cuffiette nascondendole con i capelli, quella cornacchia non se ne era mai accorta,alla fine era un rimbambita di prima categoria.
-Signorina Carter stò parlando con lei, allora mi sta ascoltando o no?!- ecco avevo parlato troppo presto.
-oh si professoressa Smith,la stò ascoltando-
-bene allora risponda alla mia domanda!-
-la sua domanda?-
-signorina Carter come proposito per l’anno nuovo lei ha di ripetere il quarto anno?-
-Accidenti no, non potrei mai reggerla per altri tre anni,due mi bastano e avanzano-
-Davvero molto spiritosa, bene allora si concentri!-
-Agli ordini!-dissi sarcasticamente sotto lo sguardo dei compagni
Non avrei ripetuto l’anno e in ogni caso eravamo solo a gennaio,era un po’ presto per darmi della bocciata, comunque cercai di prestare attenzione per il resto della giornata.
Finalmente la campanella della fine delle lezioni suonò ed io mi precipitai ad uscire da quel posto,mentre andavo alla fermata dell’auto mi accesi una sigaretta,so che è un vizio orribile ma è anche molto difficile farne a meno quando si è nervosi 24 ore su 24.
Presi l’auto che come sempre mi lasciò non poco distante da casa,quando arrivai davanti alla porta infilai le chiavi e restai sorpresa nel vedere che fosse aperta segno che uno dei due genitori stava in casa.
-SONO A CASAAAA- urlai sbattendo la porta in modo che chiunque fosse mi sentisse
-e io sono qui non c’è bisogno che urli!- dissi mia madre sbucando dalla cucina
-sei a casa,questo è un miracolo! E sentiamo a cosa devo  la tua presenza?-
-smettila subito Megan, dobbiamo parlare ORA- mmmm mi aveva chiamata “Megan” in genere mi chiamava Meg, c’era qualcosa che non andava
-dimmi tutto- dissi levandomi il giacchetto e posando la borsa con fare disinvolto
-cosa sono queste?!- disse mostrandomi un pacchetto di Marlboro –le ho trovate in camera tua ed in più mi è arrivata una chiamata dalla tua professoressa di matematica,la quale mi ha detto che fai sempre ritardo e in classe sei disattenta! Perche io non sapevo tutte queste cose è?!-
-magari se qualche volta tu e papà stesse a casa potrei parlarvi tu che dici?! Ma voi siete sempre fuori e per me siete come due cavolo di estranei!- dissi alzando il tono della voce
-sai perche stiamo sempre fuori? Perché dobbiamo mantenere te ed io mi sono stufata,facciamo così tanto e tu ci ripaghi in questo modo?!- anche lei alzò il tono di voce
-cosa fate? Voi non fate proprio un cazzo e io mi sono rotta di essere sempre sola!-
-non ti permettere ragazzina tu…tu che  sei un errore,non dovresti nemmeno esistere!-
Rimasi spiazzata sentendo quele parole,sapevo che non le interessava di me,ma non fino a quel punto
-che vuoi dire?-
-niente lascia perdere…-
-NO ora mi dici che cavolo vuol dire, perché sono un errore?- mi bloccai un secondo riflettendo –oh ho capito, ma certo ci sarei dovuta arrivare molto tempo fa….ogni volta che mi raccontavi del tuo parto all’età di soli diciotto anni lo facevi per frustrazione è?! In tutto questo sono un fottuto sbaglio,bene ora non ti preoccuperai più di me- dissi correndo in camera mia e iniziando a buttare tutti i miei vestiti in delle borse.
-che vuoi fare?-mi chiese mia madre sulla soglia della porta
-me ne vado finalmente!-
-e dove vorresti andare,smettila di fare la bambina!-
-no, smettila tu…ora voglio andare via,a Londra dove ci sono quei tuoi “amici di famiglia”-
-ma che dici non li vediamo da 3 anni ormai!-
-allora sarà una rimpatriata, “zia” Trisha mi aveva dato il suo numero e finalmente servirà a qualcosa!- presi i borsoni preparati in fretta e furia e mi avviai alla porta, misi il giacchetto e lasciai lì le chiavi sapendo che non mi sarebbero più servite –addio cara mammina adorata!-
-Meg, Meg aspetta parliamone,io non volevo dire certe cose…-
-smettila! Le hai sempre pensate e ora ci vediamo, saluta quella sottospecie di padre che ho, ammesso che ce l’ho dato che anche lui non si vede mai!- non rimasi nemmeno ad ascoltare la sua risposta che con i mezzi mi avviai alla stazione dei pullman dove feci il biglietto per Londra.
Una volta partita chiamai questa specie di zia, che alla fine chiamavo tale solo perché era una stretta amica di famiglia, probabilmente non si ricordava nemmeno di me bah chissà,sapevo solo che lei per qualunque cosa mi avrebbe aiutata o lo speravo.
-Pronto?-
-Si pronto ciao zia Trisha, sono Megan….Megan Carter-
-Oh Meg, tesoro quanto tempo è passato!-
-su per giù tre anni ahahaha so che è molto tempo e non mi sono mai fatta sentire ma mi serverebbe un favore-
-dimmi tutto tesoro-
-è successo un macello con i miei, non potresti ospitarmi momentaneamente,solo fino a quando non trovo una nuova casa-
-le porte per te sono sempre aperte, dimmi dove devo venirti a prendere-
-grazie mille, ora sono su un pullman tra un’ora dovrei arrivare, facciamo alla stazione vicino casa tua?-
-certo piccola a dopo-
-ciao e grazie ancora-
Beh era andata bene, tirai un sospiro di sollievo e mi addormentai con le cuffie nelle orecchie.



*Spazio autrice*

Ok è la mia prima Fan Fiction sò che non è molto bella,ma vi prego recensite e ditemi cosa vi piace e cosa non vi piace in modo che possa migliorare in futuro! Grazie mille!


 
  
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