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Autore: coldcoffee    12/01/2014    9 recensioni
Da dove inizio? È difficile decidere, ma credo che sia meglio se parto da quando sono iniziate le cose strane, il che è parecchio tempo fa, quando ancora mi consideravo un comune mortale con difficoltà sociali (Sì, ho detto “mortale”, buffo, no? Io non lo sono).
Comunque, me ne stavo tranquillo nell’ultimo banco della fila alla porta dell’aula di Scienze, sforzandomi di leggere la lavagna, cosa non facile data la mia dislessia. Nel frattempo giocherellavo con qualsiasi cosa mi ritrovassi tra le mani, non riuscivo mai a stare fermo e staccare la spina, a causa della mia iperattività. I miei voti erano pessimi, me la cavavo solo col Greco Antico, inspiegabilmente. Nessuno capiva perché, visto che ero il primo della classe lì e l’ultimo in tutte le altre materie, solo mia mamma sembrava sapere da dove provenisse quell’inclinazione, ma a me aveva detto solamente che avevo preso da mio padre. Già, quell’idiota. Ero certo che fosse un coglione, perché ci aveva abbandonati appena ero nato e non si era fatto più vivo. Che razza di uomo è uno che fa così? Ben presto avrei capito che non era un uomo. Ma ci arriveremo più tardi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                          {II}                              
 
Niall scopre che sua madre è una contadina


Quando mi risvegliai, me ne stavo sdraiato su un lettino, mentre un tizio con delle corna mi bagnava la fronte con una spugna. Okay, pensai di essere in coma o roba del genere, perché le persone normalmente non hanno delle corna tipo stambecco in testa, giusto? Ma lui ce le aveva. All'inizio credevo che fossero di plastica, ma erano vere e questo mi spaventava parecchio, insomma, è un tantino strano, no?
Potevo fargli qualunque domanda carina, tipo “Ehy, come va?”, “Grazie per prendersi cura di me” o “Ha davvero una bella pettinatura”, ma invece me ne uscii con:

– Lei odora di erba e lattine di Diet Coke.

– Immagino che sia un complimento.

– Oh, beh... Oh, wow, wow, wow. Aspetti un attimo. – dissi, mettendomi a sedere e notando la parte del suo corpo che non avevo visto, cioè dal bacino in giù. – Che cos'è quella roba? E io sono morto? – domandai, vedendo che aveva gli zoccoli. Lui ridacchiò e poi mi guardò dritto negli occhi.

– Figliolo, io sono un satiro. E tu sei al campo mezzosangue, sei vivo. Credimi, l'aldilà non è così carino, c'è puzza di chiuso e Ade è un tipo strano...

– Scusi? Lei è quel coso mitologico mezzo capra? E che vuol dire “mezzosangue”? E che cavolo...

– Amico, basta domande. Non sono io che ti spiegherò come vanno le cose. Ci penserà Chirone tra poco, ora prendi un po' di ambrosia e stai zitto. E, tanto per la cronaca, io sono mezza capra. E non sono un “coso”. Mi chiamo Bob.

Mi dette un cubetto di roba ambrata e mi costrinse ad inghiottirlo. Mi disse che era cibo degli dei e che mi faceva stare meglio (ve lo giuro, mi sentii benissimo), ma che se ne mangiavo troppo sarei andato a fuoco. Letteralmente. A quel punto credevo di stare sognando. E dai, era tutto troppo strano. Poi il tizio con le chiappe caprine se ne andò, piuttosto offeso. Scossi il capo, per rimettermi in ordine i ricci.

Poi mi ricordai di Niall. Dove diamine si era cacciato quell'idiota?
Mi guardai intorno e alla fine scorsi una testolina bionda su un lettino a due o tre di distanza dal mio, così lo raggiunsi. Russava come suo solito ed era un po' sudaticcio.
In effetti io non dovevo avere un aspetto molto migliore ed ero ancora un po' sottosopra. Provai a scuoterlo per una spalla, ma non serviva a niente, svegliarlo era un cosa pressapoco impossibile, così presi il bicchiere d'acqua che c'era sul suo comodino e glielo versai sulla faccia, allora si alzò di scatto, tossendo e annaspando.
Io scoppiai in una fragorosa risata, consapevole della sua faccia rossa e sconvolta.

– Haz, sei un coglione. – Aggiunse, infine. “Haz” era il soprannome che mi aveva dato, senza un motivo ben preciso. E io lo chiamavo “Nialler” a volte, perché lui mangiava un sacco di yogurt e finiva con “ller” come Muller, una delle sue marche preferite. Lui odiava quel soprannome, ma per me era indifferente.

– Non prendertela, eddai! Non ti svegliavi, sembravi un maiale in letargo.

Lui non replicò, sbuffò e basta, poi un sorriso comparve sulla sua faccia e fu la prova che tutto sommato sapeva che era vero. Noi due non ci prendevamo quasi mai sul serio, era un modo per sdrammatizzare. Gli raccontai dell'uomo-capra e lui mi rise in faccia, ma quando un tizio in carrozzina entrò nell'infermeria, smise di ghignare e si ricompose. Anche a lui dette un cubetto di quella roba che sapeva di miele, illustrandogli i rischi di un'overdose, del tipo “ti brucerà vivo” e quindi il mio amico ci restò un po' male, perché già aveva intenzione di rubarla e farne una scorta segreta. Immagino che quell'informazione avesse rovinato i suoi piani. Che idiota.

– Io sono Chirone e questa non è per niente la mia vera forma, in realtà sono un centauro.

– Aspetti, lei è per metà toro? – gli domandò Niall, facendo la figura dello scemo.

– No, non “minotauro”, ma “centauro”. Sono per metà cavallo, niente cose da corrida, non preoccuparti. Comunque, non spaventatevi. Siete semidei, ecco perché l'Idra vi ha attaccati, è una cosa normale nel nostro mondo. Questo vuol dire che avete un genitore mortale e uno divino. Benvenuti al Campo Mezzosangue.

Okay, stavo ufficialmente impazzendo. E quel tizio in carrozzina probabilmente era di fuori. “Divino”? Mio padre era un deficiente, non aveva proprio nulla di strafigo.
Boh, non ci stavo capendo nulla, era tutto troppo strano e surreale, mi sa che ero davvero in coma o roba del genere.

– Harry, è normale che tu ti senta spaesato, è dura per ogni eroe, all'inizio. Non preoccuparti, tra poco Louis, figlio di Apollo, vi farà fare un giro turistico. Ci rivedremo più tardi, va bene? E niente risse o furti di cibo, Niall. Mi dispiace di non aver mandato un satiro ad aiutarvi, ma per qualche strana ragione non vi avevamo individuati, cosa molto, molto strana. Ma ve ne parlerò dopo. Con permesso.

Così dicendo se ne andò, come se ci avesse chiesto di fare due passi in centro e non in una specie di campo estivo (in pieno quadrimestre, ma dettagli) per squilibrati.
Chiesi al mio amico che ne pensava di quel signore, che di strano non aveva nulla, poteva passare per un professore di Lettere che non si taglia la barba da una settimana, disabile e che adora raccontare strane storie. Lui rispose che quel posto era fico. Mah, vallo a capire. Avrei voluto avvertire mia madre, ma non credevo di fermarmi lì per molto.
Pochi minuti dopo un ragazzo di circa 17 anni, direi, aprì la porta e ci fece segno di seguirlo. Si presentò come leader della sua “casa”, non chiedetemi che volesse dire, e disse di chiamarsi Louis, proprio come aveva detto Chirone.
Non era molto alto, circa 1,75 m, aveva i capelli castani un po' spettinati e gli occhi azzurrini, in più sprizzava simpatia da tutti i pori. Sembrava essere lì da parecchio tempo e aveva una collanina con 7 perle d'argilla al collo e indossava la parte superiore di un'armatura greca, cosa che trovai alquanto bizzarra, ma decisi di non indagare oltre. Dopo un minuto che sembrò durare un'eternità, parlò.

– Allora, ragazzi. Partiamo dall'inizio. In questo momento vi sembrerà di essere in un posto pieno di malati mentali, ma non è così. Gli dei dell'antica Grecia esistono eccome e sono anche un po' permalosi.

– E stanno sull'Olimpo? – Chiesi, perplesso.

– Sì, ma il palazzo si sposta a seconda di dov'è il centro economico e sociale del mondo. Prima era in Grecia, poi a Roma ed ora è a New York, sull'Empire State Building. Tranquilli, è tutto ok. Cosa c'è da sapere poi... ah, avete ovviamente un genitore divino. Si manifesteranno loro e vi riconosceranno, non preoccupatevi. Probabilmente accadrà stasera a cena. Laggiù c'è un albero, vedete? Sopra c'è il Vello D'oro e un drago lo protegge. E' come il cancello del campo, che mantiene la barriera magica in modo che i mortali non vedano nulla e non possano accedere. La Foschia fa miracoli.

– Con questo intendi che la “magia” cela le cosa agli occhi degli “umani”? E' per questo che la gente non notava nulla di strano? – Domandò Niall.

– Esattamente. A volte inganna perfino noi, ma se ci concentriamo possiamo vedere oltre. Comunque, là c'è la stalla con i pegasi, cavalli volanti, avete presente? Una figata. Lì invece c'è la foresta, attenzione, ci sono alcuni mostri, vi sconsiglio di addentrarvici da soli e disarmati. Poi c'è la palestra di arrampicata...

– Ehm, Louis? – Mugugnai, osservando quella specie di muro – Perché esce della lava? –

– Oh, tutto normale. E' per aggiungere un po' di suspance all'esercizio. Basta stare attenti a non morire, poi è okay. Mmh, l'armeria, l'arena, i campi di fragole...

– Fragole? – aggiunse Niall.

– Le vendiamo, i soldi fanno sempre comodo. Passiamo oltre, là c'è la mensa e qui, come potete vedere, le XVII case, una per ogni Dio o Dea. Zeus, Era, Poseidone, Demetra, Ares... tutti, o quasi. Quando sapremo chi è vostro padre o vostra madre, vi verrà assegnata una casa, che funge da dormitorio. Ognuna ha un capo e io sono quello della mia. Se per disgrazia il vostro genitore non vi riconosce, andrete in quella di Ermes, è il protettore dei viandanti e roba così. C'è sempre un po' di casino là dentro, dato che è anche il Dio del ladri... beh, immaginatevi.
Ora vi verrà data un'armatura e inizierete l'addestramento, qui non si fa altro, a parte qualche partita di pallavolo, o uno scontro corpo a corpo e, ogni tanto, un'impresa. Roba forte, sapete? E' probabile che non si torni vivi.

– Ehm, anche no. Ci tengo alla pelle, io. Da quanto sei qui? E come ci sei arrivato? Perché in effetti mi chiedevo se tutti siamo cresciuti allo stesso modo. Senza padre, nel mio caso. – Sospirai, in attesa della risposta.

– Sono qui da 7 anni. Sono scappato di casa a 9 anni e sono arrivato qui a 10. La mia storia fa schifo, è stata un casino. Ma ora va tutto bene, mi piace stare qui. I miei fratelli sono dei grandi e ho accettato le cose, vi conviene fare lo stesso. Ora scusatemi, credo che la casa V abbia bisogno di un medico. Andate all'armeria, uno della casa IX vi darà il necessario. – Disse, correndo via.

Ora sì che mi sentivo incasinato. Ed iniziavo a credere che tutto quello fosse vero. Durante la strada che ci divideva dalle armature non spiccicammo parola, forse non c'era nulla da dire. Ci sentivamo degli stupidi novellini. Come sempre, solo che ora eravamo circondati da sfigati come noi. O meglio, sfigati nel mondo normale, super eroi con armature e spade lì. Non sapevo se fosse un bene o un male. Ma non mi sembrava di avere molta scelta.
Quando finalmente varcammo la soglia dell'armeria, ci accolse un ragazzino, sui 16 anni, un po' più grande di noi, con i capelli castani e gli occhi color cioccolato. Notai che aveva solo due perle, quindi immaginai che fosse lì da due anni.

– Ehm, Louis ha detto di venire qui per delle... armi, già, spade e roba così. – Blaterai, senza credere a quello che dicevo.

– Ci serve l'equipaggiamento completo. Comunque io sono Niall e lui – disse il biondino, indicandomi – E' Harry. – Aggiunse, molto più convinto di me.

– Oh, certo. Siete novellini, dovrete essere un po' scossi, eh? – scherzò, ridendo. – Io sono Liam, comunque. Figlio di Efesto, che sarebbe il dio dei fabbri, quindi ci so davvero fare con questa roba, io e i miei fratelli costruiamo armi e macchinari vari.

Così dicendo ci porse delle magliette, due delle quali arancioni con la scritta del campo, un paio di pantaloni, delle armature, uno zaino e un elmo a testa. Ci disse che intanto avremmo dovuto farcelo bastare e che magari avremmo potuto farci inviare della roba da casa. Accettai il consiglio e mi segnai mentalmente di chiamare mamma, anche se lì non sembravano esserci cellulari.
Poi ci fece segno di seguirlo, per scegliere l'arma adatta a noi. Ci fece provare ogni cosa, spade, coltelli, giavellotti, frecce... diciamo che il mio istinto mi guidò verso una spada, perché il resto non sembrava essere fatto per me.

– Okay Harry, sembra che tu sia portato per la spada. Questa si chiama φοβία, cioè Fobia, come buon augurio che i tuoi nemici ne abbiano paura. E' fatta di bronzo celeste, ciò significa che non trapassa i mortali, ma solo i mostri e i semidei. Così si evita ogni seccatura. L'ho creata io stesso, con un meccanismo stupendo: se premi questo pulsante si ripiega fino a diventare il ciondolo di una collana che ti ricompare sempre al collo e viceversa. E' carina e può salvarti la vita.

La presi in mano e vidi che non era pesante come le altre, né troppo lunga o scomoda. Era perfetta, direi. Davvero geniale, non potevo perderla, cosa utile, visto che io perdevo quasi tutto.

– Grazie Liam, è bellissima. Sembra fatta per me.

– Oh, figurati. Passiamo a te, Niall. Hai scelto un'arco, fantastico. Questo l'ha costruito uno dei mie fratelli, Jake. Si autorifornisce di frecce, ma impiega qualche minuto e si trasforma in un giubbotto, è una figata. Così non pesa e ce l'hai sempre addosso.

– E' stupendo. Dico davvero, sembra... una figata, appunto. Mi sento tanto Occhio di Falco degli Avengers. Ho sempre voluto far parte di quella squadra e... okay, lasciamo perdere. Ma come si usa? C'è un poligono o roba così? – Disse Niall.

– Sì, esattamente. I più grandi ti insegneranno, ma penso che per oggi sia abbastanza. La stessa cosa vale per te, Harry.

– Liam, senti... posso chiederti di Louis? Che cosa fa? E' figlio di Apollo, ma non è che ha un carro con attaccato il sole, vero?

– No, però Apollo è un tipo egocentrico, si da delle arie e adora cantare filastrocche in ogni circostanza. E' il dio della medicina, Louis è un abile guaritore, ma anche dell'arco, infatti insegna questa disciplina, della poesia e del canto, in effetti canta piuttosto bene. Ah, anche degli scapoli. E, ovviamente, i suoi figli sono quasi tutti single. Vedrete che assomigliamo molto al nostro genitore divino, davvero. Menomale che ho preso da mia madre in quando all'aspetto fisico, perché mio padre è davvero brutto. Sapevate che Era, sua madre, l'ha buttato giù dall'Olimpo per questo?

– Oh, cavolo. – Esclamammo all'unisono.

– Beh, non è il massimo, ma Era protegge la famiglia, però la famiglia perfetta. Quindi un figlio brutto non poteva tollerarlo. Comunque gli hanno dato in moglie Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza, perché sennò gli altri si ammazzavano per lei. Diciamo che ha un debole per Ares, dio della guerra, ma è un segreto. – Ci fece l'occhiolino. – E' un po' come una cheerleader che ama un giocatore di football, ma sta con un nerd per tenere buona la famiglia. Perdonatemi l'esempio, ma le cose stanno così. Mio padre l'ha presa bene, preferisce starsene nella sua caverna ad assemblare cose, piuttosto. Mi sa che non ci ha nemmeno fatto caso.

– Ehm, sì. E' interessante sapere queste cose, ho sempre creduto che fossero, passatemi il termine, stronzate. Senza offesa, ma non sono mai stato un granché a scuola... a parte in Greco Antico. – Commentai.

– Oh, neanche io. Mi interessa più il cibo. E le piante, vorrei avere una serra... – Disse Niall, sospirando.

– Il nostro cervello è impostato sul Greco Antico, sapete? E' per quello che siamo dislessici, le altre scritture ci creano problemi. Ah, anche l'iperattività è normale, sono i riflessi da battaglia.

Nel frattempo eravamo usciti all'aperto e ci eravamo seduti da qualche parte a chiacchierare. Liam era davvero simpatico, credevo che saremmo diventati ottimi amici. Mentre Niall parlava di quella volta che aveva fatto crescere un orto nel campo da baseball (ve l'ho già accennato, è una brutta storia), cominciò a brillare. Ma non nel senso che il sole gli dava una luce brillante, proprio della serie che sembrava avesse una specie di aura, tipo Goku di Dragonball, ma la sua era reale, non invisibile. La trovai una cosa strana, ma Liam non si scompose.
Pochi secondi dopo comparve una spiga di grano sopra la sua testa.

– Amico, hai del grano sulla testa. – Gli feci notare.

Lui mi guardò piuttosto male, come a dire “ma sei scemo o fai?” e Liam intervenne.

– Sei appena stato riconosciuto, Niall. La spiga sopra alla tua testa è il simbolo di tua madre, Demetra. La dea dell'agricoltura, colei che ha creato le stagioni, protettrice della famiglia e delle leggi sacre.

Lui riuscì solo a mugugnare un “wow” e collegare tutti i vari passaggi... Ora capivo il perché di quella fissazione col cibo e l'essere vegetariano. Direi che quella dea gli calzava a pennello. Gli feci le congratulazioni e gli detti una pacca sulla spalla. Aveva gli occhi lucidi, dopo 15 anni aveva un segno da sua madre... ora comprendeva tutto il casino che era la sua vita.
Non vedevo l'ora che accadesse anche a me. Avevo sempre creduto che mio padre mi odiasse e avesse lasciato mamma da sola a crescere me perché non se la sentiva. Ma non capivo perché lei non mi avesse mai detto nulla, insomma, sarebbe stato un po' strano, ma avevo il diritto di sapere.

– Liam, ma come mai nessuno mi ha mai detto chi era mio padre? Ho sempre creduto che mi odiasse.

– Nessuno di noi lo sa prima di arrivare qui, intorno ai 13 anni, normalmente. E' l'età in cui iniziamo ad essere in pericolo, perché i mostri ci riconoscono e cercano di ucciderci, come è successo a voi. Se aveste conosciuto la verità prima, sarebbe stato come lanciare un razzo di segnalazione, più o meno come possedere un cellulare. Qua c'è n'è solo uno, sapete? E Chirone ce lo lascia usare solo per le emergenze. E' più comodo usare un messaggio-Iride, un iMessage, diciamo. Basta che creiate un'arcobaleno con dell'acqua, pagate con una dracma e pronunciate il nome di chi volete vedere.

– Un pacman? Quel giochino elettronico? – Chiese Niall, col suo solito stile.

– No, una dracma. Una moneta dell'Antica Grecia, le divinità non gradiscono i dollari. – Rispose Liam, ridendo – Sei divertente, cavolo, hai il senso dell'umorismo. –

– Nialler, non cambierai mai. Sei un caso disperato. Questa è epica, ti prenderò in giro per sempre. – Dissi io, divertito.

– Haz, lo sai che odio quello stupido nomignolo. Ora sono offeso – Mi rispose, con uno sguardo imbronciato e le braccia incrociate. – Ora vado a mettere questa roba nella mia casa. Ciao ragazzi, a dopo. – Aggiunse, andandosene verso la capanna IV.

Io e Liam ci scambiammo uno sguardo complice, capendoci senza dire nulla. Saremmo sicuramente diventati buoni amici, ora ne ero sicuro. Però dovevo pur sempre appoggiare la mia roba da qualche parte e fui costretto a farmi accompagnare nella casa di Ermes, dove c'era un casino assurdo. Ora capivo quello a cui alludeva il figlio di Efesto, lì c'erano ragazzi ovunque, per terra, sui letti, in bagno... ammassati come senzatetto che, in un certo senso, era quello che erano. Proprio come me. Trovai uno posto libero vicino alla finestra e riposi quasi tutto nello zaino, in modo da occupare meno spazio possibile. Accanto a me c'era un ragazzo dai capelli rossi, che aveva l'aria di essere lì da poco.

– Ehi, come ti chiami? – Mi chiese.

– Sono Harry e sono qui da qualche ora. Tu?

– Ed. Piacere. Sono al Campo da... un giorno. Sono arrivato ieri, ancora non so chi è mio padre.

– Nemmeno io. – Mentre pronunciavo l'ultima parola, suonò un corno e il mio vicino mi disse che era l'ora di cena, così ci avviammo verso la mensa.
In realtà non era altro che un padiglione senza tetto, contornato da candide colonne greche, su una collina affacciata sul mare, con una dozzina di tavoli da picnic di pietra. Capii che ogni tavolo era per un determinato Dio e quello di Ermes era strapieno, mentre alcuni erano vuoti. Era una cosa strana, perché non potevamo dividerci? Ed disse che il Dio al quale apparteneva il tavolo si sarebbe arrabbiato e probabilmente ci avrebbe fulminati. Quindi decisi che non era una buona idea.

 

*****
 

Nota dell'autrice: 
Che ve ne pare? Questo capitolo è decisamente pieno di cose, compaiono Louis e Liam e scopriamo chi è la madre di Niall, sinceramente la trovo perfetta per lui.
Sono decisamente curiosa di sapere che ne pensate, se vi piace, se vi incuriosisce o se vi sembra una storia stupida. E' nata in un modo strano, dopo che ho letto la saga che viene dopo quella di Percy Jackson ed ho deciso che forse potevo tentare qualcosa del genere, poi mi piace il fatto che ancora non abbiamo una ragazza, che generalmente è la base della Fan Fiction.
Ah, se avete letto i libri o visto i film, magari potreste trovare delle cose che non quadrano, perché io mi attengo generalmente alla storia originale, ma qualche cosa è di mia invenzione.
Ok, ho inserito il banner, anche se ancora non c'è, come dicevo, la ragazza. Lo so, è un po' un casino, Jennifer Lawrence e Ed Sheeran non hanno molto in cumune, però, tutto sommato non è tanto male.
Un'ultima cosa: la grafica e la lunghezza del capitolo vi piacciono? Fatemi sapere. Ancora grazie a chi legge e recensisce, siete stupende 
♥ x


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