10.
IL BACIO
Mi alzai di scatto urlando. Squadrai con gli
occhi sbarrati la mia stanza. E poi, eccola lì, con la sua imponente mole,
Saphira arrotolata sul suo giaciglio. Era lì con lui. Erano tornati insieme.
Riusciva a stento a capacitarsene. Ogni notte, continuava a fare quegli strani
sogni. Sembravano così reali!
Cosa
succede, piccolo mio?
Non riesco a
dormire, non preoccuparti. Sono solo incubi.
Solo incubi?
Cosa mi nascondi, Eragon?
Niente.
Perché non
vuoi parlarne?
Perché non
c'è niente di cui parlare, Saphira! Torniamo a dormire.
Mi alzai,
tolsi la coperta dal letto e mi accoccolai vicino a lei. Sorrisi a contatto con
il suo ventre infuocato e respirando il suo inconfondibile odore.
Se sto
vicino a te, sono certo, che gli incubi non torneranno ad assalirmi.
Ovvio,
scappano anche loro, davanti a me.
Risi e
sospirai. Mi era mancato così tanto. Nel mio caldo rifugio, mi sentii
finalmente a casa.
La minaccia
che incombeva su di loro era peggio di quanto si era immaginata. Il racconto di
Saphira l'aveva lasciata sgomenta e in un certo senso spaventata.
Aveva paura
per Fìrnen, per Eragon e Saphira e per tutti gli altri. Il nemico era forte,
insidioso e molto difficile da sconfiggere. Il giorno prima, Eragon aveva
riunito l'Ordine e Saphira aveva raccontato tutto quello che era accaduto a lei
e agli altri due draghi. Contro ogni loro convinzione, Saphira aveva raccontato
di non essere stata posseduta. Più semplicemente, quelle strane creature, che
Saphira aveva descritto come spiriti di forma umana, li avevano imprigionati ed
avevano preso le loro sembianze. Questo era già di per se preoccupante perché
se questi spiriti potevano prendere le nostre sembianze sarebbe stato difficile
riconoscere gli amici dai nemici. Il problema maggiore era che ogni magia
offensiva sembrava inutile contro di loro. Rivalutai con attenzione i motivi
per cui quei mutaforma, così gli aveva chiamati Eragon durante la riunione, li
avessero attaccati. Sembrava un comportamento assurdo, ma io sapevo per
esperienza che nessuno attacca qualcun'altro senza motivo. Il motivo c'era e
continuava ad essere nascosto. Ero certa che una volta scoperto avremmo
compreso molto di più loro e le loro intenzioni. All'improvviso ebbi
un'illuminazione. Corsi emozionata verso il Palazzo, fortunatamente mi scontrai
con Eragon, che mi guardò sorpreso in viso notando la mia espressione esaltata.
- Credo di
aver capito il motivo per cui i mutaforma hanno attaccato! -
- Davvero? -
Eragon mi strinse entusiasta le spalle.
- Stavo
riflettendo sul fatto che hanno imprigionato Saphira e gli altri, hanno preso
le loro sembianze e poi vi hanno spaventato, cacciandovi e costringendovi a
lasciare queste terre. Forse, è proprio questo il punto. Avete profanato le
loro terre! Le stanno proteggendo! -
- Le loro
terre? Perché allora solo adesso? -
- Perché i
draghi sono aumentati gradualmente e per questo anche i territori di caccia. Tu
stesso mi hai detto l'altro giorno che avete finito da poco di costruire un
nuovo campo di addestramento sul fiume. Con il tempo avete occupato sempre più
spazio, probabilmente occupando il loro! -
- Ma, allora
perché non gli abbiamo mai incontrati? -
- Non lo so.
Forse, vivono nascosti? - lo guardai interrogativa.
- Forse. -
Eragon mi sorrise. - O forse erano spaventati. –
- Con le
loro capacità? Perché dovrebbero essere spaventati? –
- La paura è
irrazionale, molto probabilmente non sono un popolo di guerrieri e non li
abbiamo mai incontrati perché vivono nascosti e in disparte. Per quello ci
hanno attaccato in modo così subdolo. –
- Non credo
che abbiamo paura di noi. Forse sono semplicemente un popolo pacifico, per
questo vi hanno messo in fuga non con la loro forza ma spaventandovi. –
- Se
così fosse potremmo risolvere le nostre
controversie semplicemente parlando con loro. – Eragon le sorrise entusiasta.
-
Semplicemente parlando con loro? Pensi di risolvere così questo conflitto? E
dove sono, Eragon? Dove si nascondono e come puoi essere sicuro che ci
lasceranno parlare? E poi, le nostre sono solo congetture. Loro possono avere
tutte altre intenzioni. L’unica cosa certa è che sono imprevedibili. – mi
dispiaceva rubargli quella sua piccola speranza ma, non pensavo proprio che la
questione si sarebbe risolta con una chiacchierata. Eragon adesso mi guardava
leggermente ferito e offeso.
- Sei stata
chiara, Arya Drottning. – con un lieve inchino si allontanò. – ci vediamo
stasera ci sarà una riunione dell’Ordine lì decideremo il da farsi.-
Lo guardai
andare via frustata. Forse ero stata troppo brusca nel disilluderlo, ma non
potevo credere che uno stratega come lui pensasse davvero che tutto si sarebbe
risolto così! Volevo solo farli aprire gli occhi!
Che faccia
che ha il nostro Cavaliere, cosa gli hai detto?
Niente,
Fìrnen. Non è successo niente.
Ci fu un
attimo di silenzio in cui Fìrnen ascoltava la nostra conversazione.
Eragon-elda
non ama essere ripreso come un ragazzino sognante, mia cara. Sei stata troppo
impulsiva, devi ricordarti del ruolo che occupa adesso. Una volta forse potevi
permetterti di bloccare le sue idee così perché eri uno dei suoi mentori, ma
adesso non è più così. Non avresti mai risposto così a un altro membro
dell’Ordine per paura di offenderlo, cosa rende diverso Eragon?
Non lo so,
Fìrnen. Non avevo intenzione di offenderlo. Io volevo solo riportarlo alla
realtà.
Le tue
intenzioni erano buone lo so, ma lui? Lui sa che la tua non era voglia di
offendere il suo buonsenso?
Se mi
conosce dovrebbe saperlo.
Non fare la
presuntuosa adesso. Dovresti scusarti.
Scusarmi e
per cosa? Per aver detto la mia opinione?
No. Per
averlo fatto in maniera così poco educata.
Basta.
Questa discussione finisce qui o finirò per offendere anche te.
Come vuoi,
mia cara. Se vuoi parlare sai dove trovarmi.
Naturalmente
Fìrnen era con Saphira. Mi chiedevo cosa ne pensasse lei della nostra
discussione, chissà se Eragon le aveva parlato. Se lo aveva fatto allora anche
la dragonessa era sicuramente adirata con me. Sapevo quanto odiava che qualcuno
mettesse in discussione il suo cavaliere. La conoscevo bene.
Fìrnen e
Saphira erano insieme.
Non si erano
mai separati da quando si erano ritrovati, mi chiedevo come facessero a farlo
sembrare una cosa semplice e naturale.
Diamine!
Doveva essere più difficile per loro essere teneri, loro erano draghi!
Eppure,
mentre io e Eragon continuavamo ad avere un rapporto pieno di alti e bassi, di
discussioni, incomprensioni, dolore, loro quando erano insieme sembravano in
pace con il mondo.
Quanto tempo
avevamo intenzione di perdere ancora io e Eragon? Ormai era più di un secolo
che ci conoscevamo. Continuavamo a fare un passo avanti e dieci indietro.
Insieme avevamo passato dei bellissimi momenti, ma una mia frase incauta
sembrava aver cancellato tutto.
Dovevo
cercare di riappacificarmi con lui.
I membri
dell’Ordine mi guardavano indecisi, in preda alle loro riflessioni. L’unica a
mantenere un’espressione sicura era Arya, che alla mia destra continuava a
guardarmi imperscrutabile dall’inizio della seduta. Avevo seguitato con fare
offeso a non rivolgerle la parola o a chiedere il suo consenso su ogni cosa,
come sono solito fare. Continuavo a mostrarmi offeso, la discussione che
avevamo avuto quella mattina mi aveva lasciato con l’amaro in bocca, cercavo di
mostrarmi indifferente, ma mi rendevo conto di comportarmi come un ragazzino.
Non potevo fare altrimenti. Era più forte di me. Quando l’aveva vista arrivare,
seria e impassibile come al solito, il mio risentimento verso di lei si era
acuito. Non sapevo esattamente cosa avrei voluto, delle scuse, un sorriso
complice, semplicemente un’occhiata. Sapevo che l’avrei perdonata su due piedi
perché mi era impossibile fare l’offeso a lungo con lei ed ero abituato a
pensare che la colpa di ogni nostra scaramuccia fosse mia. Eppure, questa volta
non era così! Lei aveva mostrato leggerezza nel parlare, lei mi aveva mancato
di rispetto, eppure manteneva il suo solito distacco e non avevo ricevuto
neanche una minima scusa e questo mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
- Eragon-elda,
credo che potremmo lasciare un messaggio nella grotta dove tenevano rinchiusi
Saphira e gli altri in cui chiediamo un incontro. – Ajhiad parlò interrompendo
il lungo silenzio di riflessione che aveva imperversato nella sala.
- Penso che
sia una buona idea, re. Anch’io avevo pensato a qualcosa di simile. Prima di
combattere qualcuno dovremmo conoscere cosa li spinge a respingerci e a cercare
di risolvere le cose pacificamente. – dissi quelle parole con lentezza,
immergendole di un significato oscuro a tutti tranne che ad Arya che al mio
fianco si irrigidì impercettibilmente.
- Se questa
tattica dovesse fallire? – Kalea mi guardò indeciso, quella strategia non la
entusiasmava.
- Passeremo
alle maniere forti. Li scoveremo e li costringeremo ad ascoltarci. Lascerei
questa opzione per ultima, però. Combatterli non sarò facile neanche per
noi. – dopo una piccola pausa, li
guardai una a una soffermandomi per la prima volta in quella seduta sul viso si
Arya – siamo tutti d’accordo? –
Un coro di
sì echeggiò nella sala, Arya non mi rispose. Si alzò prese congedo con un lieve
inchino e lasciò la sala. Mi trovai a seguirla frustato con lo sguardo. Non
capivo perché quella donna dovesse essere così complicata.
- Perfetto.
Potete pensarci voi? Murtagh appena puoi vieni a riferirmi come avete
proceduto. Per qualsiasi cosa, chiedete a lui. – con un cenno a tutti mi
affrettai ad uscire dalla sala e a ripercorre velocemente i passi della regina
degli elfi.
La trovai
immersa ad osservare un dipinto di Kalea che attraversava tutta la parete.
Rappresentava una donna con una rosa canina in mano appena donatagli da un uomo
in armatura in ginocchio davanti a lei.
- Arya. – la
richiamai – non lasciamo che la discussione avuta questa mattina tra di noi
crei un distacco duraturo tra di noi. –
- Tu vuoi le
mie scuse, Eragon-elda. – la sua non era una domanda per cui non risposi.
- Non era
mia intenzione offenderti, Eragon-elda. – volevo vedere la sua espressione, ma
lei insisteva a mostrarmi impassibile le sue spalle. Sentii montarmi dentro una
rabbia ingiustificata.
- Non vuoi
nemmeno guardarmi in faccia, Arya Drottning? Valgo così poco per te? –
- Conosci
questa leggenda, Eragon-elda? – mi domandò indicando il dipinto davanti a lei,
senza nemmeno girarsi e ignorando le mie scuse.
- Sì. –
sapevo dove voleva arrivare.
- Myra e
Armal aspettarono in eterno il momento giusto per amarsi. In preda delle loro
indecisioni e incomprensioni e alla fine, lui fu ucciso in battaglia e lei morì
di dolore. – mentre diceva quelle parole si girò verso di me e mi guardò
affranta.
- Credi che
finiremo come loro? – la mia rabbia era di colpo sparita sostituita da un
autentico dolore che mi faceva parlare con una voce che a malapena riusciva a
riconoscere come mia.
- Non lo so…tu
cosa credi, Eragon-elda? –la guardai consapevole stava cercando di recuperare,
mi chiedeva il mio parere per farmi capire che per lei contava la mia opinione
e che non la sottovalutava.
Mi avvicinai
intrepido e sospirai sconfitto, stringendo tra le mie grandi mani le sue
piccole e affusolate.
- Credo che se qualcuno ama qualcuno come io amo te
sia uno stupido a non provare ad averla in tutti i modi e ad abbandonare la sua
causa. –
- Eragon. –
l’elfa pronunciò solo il mio nome ma mi bastò, io capii dal tono della sua voce
quello che il suo pudore, la sua educazione, il suo stesso essere le impediva
di dirmi.
Mi avvicinai
ancora di più e poggiai delicatamente la mia fronte sulla sua, perdendomi nel suo
forte odore di pino selvatico.
Tutta la
magia di quel momento mi avvolse rendendomi ardito con uno gesto naturale
baciai la sua fronte chiudendo gli occhi e continuando a respirare il suo forte
odore, quando poi lei mi abbracciò calai sulle sue labbra e la baciai.
NOTE DELL’AUTRICE
Bene, finalmente si baciano! Non so voi ma io ero troppo emozionata
mentre scrivevo questo capitolo, davvero tanto! Comunque, oltre al loro bacio
in questo capitolo succedono molte cose, l’Ordine ha deciso come agire e presto
vedremo come si evolverà questo conflitto e anche la relazione di Eragon e Arya
dopo il bacio…Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego! Un bacio a tutti quanti
voi, mi fa piacere che i sostenitori di
questa storia continuino a crescere, non sapete quanto!
_Mollica_