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Autore: STOP IT    14/01/2014    3 recensioni
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okayyy dovrei chiedervi scusa all'infinito circa per l'assenza ma ho avuto vari problemi... Spero che con questo capitolo e con la promessa di aggiornare più frequentemente continuiate a seguirmi... Se mi date il vostro parere fate contenta una povera scema . Buona lettura anime belle :)


La malinconia se la portava addosso come un profumo. Lo osservavo dall’altra parte opposta della mensa. Mike era così triste ed io sentivo il maledettissimo bisogno di sapere il perché. Perché quel ragazzo era così nero? Per le svariate bocciature? No, non mi sembrava il tipo. Una struggente storia d’amore? Stava sempre con quegli idioti degli amichetti suoi quindi lo escludevo. Era da quel primo giorno, dall’ultima volta che c’eravamo parlati, che mi struggevo per sapere che cazzo gli passasse per la testa. Inutile, il mio istinto da crocerossina non stava a bada. La tristezza era l'unica situazione umana che io capissi veramente. Se una persona non era infelice, non mi interessava. Forse sarei potuto andargli a parlare ma era un po' come osservare gli studenti e domandarsi, quel giorno in particolare, chi di loro aveva avuto il cuore spezzato; e come faceva la persona in questione a sostenere anche tre interrogazioni e a scrivere un saggio su un libro? Una violenza e un suicidio.
-“Smettila di fissarlo o ti prenderà a pugni”- Tornai in me e posai lo sguardo su quel piccoletto che si era avvicinato al mio tavolo.
-“Come scusa?”-
-“Mike.. Fuentes, non lo fissare. Ti gonfia di botte se lo guardi, credimi”-
-“Che sai di lui ?”- Gli feci segno con la testa di sedersi. Lo fece. Aveva i capelli neri sparati un po’ ovunque , due occhi altrettanto scuri e piccoli e una bocca sottile che non la smetteva proprio di aprirsi ed emettere fiato.
-“Beh non molto. Cioè nessuno sa molto di Mike, a parte il fatto che è come dire.. molto irascibile.”-
-“Non me ne ero accorto, sai..”- Rise. Aveva un bel sorriso, smagliante, vero, quasi amichevole. Oh Dio, forse realmente stavo facendo amicizia. Io. Tony Perry. Che giornata da ricordare! Vidi una mano tesa di fronte a me, mi ero di nuovo perso nei miei pensieri.
-“Come scusa?”-
-“Ho detto, io sono Jaime!”-
-“Jaime?”-
-“Si Jaime Preciado, stiamo nella stessa classe di musica”-
-“Ah … certo! Mi ricordo di te!”-
-“Non mentire, non mi offendo mica”-
-“Ah, menomale, perché davvero non ricordo la tua fottuta faccia”- Ridemmo entrambi. Finchè–“Due sfigati in una botta sola, è forse il mio compleanno oggi?”- Di nuovo quel ragazzo del primo giorno di scuola , quello del ‘C’è quello nuovo’ .
-“ Mi spieghi tu chi cazzo sei?”- Jaime mi fulminò spaventato.
Il ragazzo si avvicinò alla mia sedia e si abbassò per sussurrarmi qualcosa nell’orecchio.
-“Il tuo peggior incubo”- Rovesciò la sedia con un movimento impercettibile e mi ritrovai sul freddo pavimento della mensa. Con le risate dei miei adorati compagni di liceo nelle orecchie e la faccia triste e scura di Mike che mi guardava. Nessuna emozione. Spento.
-“Ma sei impazzito?!”- Il mio nuovo, a quanto pare, amico stava cercando di difendermi e la cosa mi faceva alquanto ridere dato che ci avrebbero fatti a pezzetti entrambi.
-“Preciado, stai al tuo posto, 'ché nell’ora di letteratura ce ne sarà anche per te.”- Risate. Grasse risate si allontanarono dalla mensa. Di nuovo una mano tesa verso di me.
-“Hey ,tutto okay?”-
-“Nei limiti dell’okay “- Presi le cuffie dalla tasca, accesi la musica e finalmente tornai a respirare. Mi allontanai dalla mensa molto velocemente e mi rifugiai nel bagno. Sapevo sarebbe stato il mio compagno di avventure e sventure e dovevamo fare amicizia. Ma accadde l’impensabile. Mentre mi guardavo allo specchio: stanco, scazzato e forse anche un po’ triste, alla mia figura riflessa nello specchio se ne aggiunse un’altra appena uscita dal bagno
-“Perry…”- Alzai la musica al massimo e mi girai verso la piccola finestra del bagno. Quando ad un tratto mi sentii preso per le spalle, girato e scosso. Le cuffie mi caddero dalle orecchie
-“Perry, cazzo, non ignorarmi, io odio essere ignorato!”-
-“Me ne sbatto il cazzo di quello che odi o di quello che odiano i tuoi amici del cazzo“- Rimase scosso dalla mia risposta e mi mise giù.
-“Tu “- si avvicinava piano –“Non hai paura di me?!”- Sì che ne avevo.
-“NO!”- Si bloccò all’istante. -“E perché?”- La sua voce era un sussurro, quasi metteva i brividi. Mi presi un attimo per pensare, avrebbe potuto ridurmi in polvere con la sola stretta della mano. Ma mi aveva fatto una domanda e gli avrei risposto.
-“ Perché c’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui le persone sono quel che sono. Non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato le ha rese tali e alcune volte è impossibile cambiarle. Tu perché hai l’inverno dentro, Mike?”- Ci ero riuscito. Avevo colpito nel segno, lo stavo facendo crollare, l’avevo in pugno. Mi guardò ancora per qualche minuto senza staccare gli occhi dai miei e poi sbattè un pugno contro al muro e se ne andò. Cosa avevo scatenato?

-“Signor.Perry, vuole continuare lei l’esposizione della teoria di Schopenhauer?“-
-“Ehm si, Schopenhauer..”-
-“Perry, lei è sempre distratto !”-
-“Vede Professor. Lester, Schopenhauer afferma che con la volontà si può fare tutto, io sono ciò che voglio e in questo momento volevo rimanere sveglio e mi ripetevo ‘non dormire, non dormire, non dormire’ e sono rimasto sveglio per seguire la sua lezione.”- Un applauso si levò da tutta la classe.
-“Perry, lei si salva sempre in questo modo, continuiamo la lezione ragazzi!”-In realtà di sveglio nel mio corpo c’era ben poco, dopo la litigata, o più che altro lo scambio di opinioni, tra me e Mike, i miei muscoli si erano come lasciati andare e il mio cervello si era messo in standby ma Schopenhauer era il mio filosofo preferito e su di lui certo non potevo sbagliare! Era un genio, un uomo pieno di idee, che in parte aveva salvato quella poca sanità mentale che mi rimaneva con i suoi dilemmi. Uscii dalla classe consapevole di tornare a casa ed affrontare un altro inferno , mi misi le cuffie fidate nelle orecchie come sempre e mi incamminai. Mi si accostò Jaime pieno di entusiasmo che parlava, parlava, parlava. Senza accorgersi che io non lo ascoltavo, annuivo solamente. Dal labiale mi parve di capire ‘Festa, sfigati, non ci credo.‘ . Annuii di nuovo, a vuoto. Lui mi diede una pacca sulla spalla e se ne andò saltellando in completa fibrillazione. Le persone silenziose erano le più difficili d’amare. Sguardo sempre perso nel vuoto, spento, auricolari alle orecchie, sempre silenziose anche nel gruppo di amici, in classe, ovunque. Annuiscono soltanto. Le persone silenziose, come me, hanno tutte e quattro le stagioni dentro, un caos totale. Magari in primavera crollano, con mille tempeste dentro e in inverno sbocciano. Io magari non sbocciavo né in primavera né inverno, ma dopotutto mi ero sempre andato bene così. Appena arrivai a casa trovai un biglietto, come se fosse una novità. <> Raggiungici un cazzo. Mi sarei messo nel letto e mi sarei svegliato la mattina dopo. A volte stare soli è necessario, ti aiuta a capire tante cose. Smaschera le persone, mette in luce i punti di forza e di debolezza. Era inevitabile per alcuni sentirsi soli, eppure a volte la solitudine era la compagna migliore . Che si andassero a far fottere anche i compiti. Aprii il frigo. Vuoto. Presi un plaid buttato sulla sedia e girai per casa alla ricerca di qualche merendina nascosta, con la coperta in testa. Tony Perry, a cosa ti sei ridotto? E questo continuò fino alla sera quando qualcuno si appese al mio campanello.
-“UN ATTIMO! E CHE DIAVOLO, MA SEI IMPAZZITO, CHIUNQUE TU SIA?“- Aprii la porta, ancora con la coperta in testa, e mi ritrovai Jaime davanti che continuava a saltellare dalle due di oggi.
-“Cosa cazzo vuoi?!”-
-“Tooooooooony! Non sei ancora prontooo? Ti devi muovereeee, se facciamo tardi ti faccio chiudere i lobi!“-
-“Tu cosa? Aspetta ma dove? Cosa stai dicendo?!”-
-“La festa per cui ci siamo organizzati ogg! Heyy svegliaaaa”- Festa. Organizzati. Io e lui? Merda devo iniziare ad ascoltare le persone.
-“Ho capito la situazione. Non hai ascoltato nulla di quello che ti ho detto oggi. Beh mi sembrava un po’ strano che avessi acconsentito ad una festa con la gente e una strana parola chiamata ‘divertimento’ . Ma è la prima festa a cui mi invitano in tre anni di liceo ragion per cui ora alzi quel tuo bel culetto e ti scelgo qualcosa da metterti”-
-“Non ci pensare nemmeno per scherz.. aspetta il mio bel cosa?”-
-“Bene, perfetto, splendido! Quindi hai deciso di deludere l’unico amico che ti è stato sempre vicino?”-
-“L’unico amico che ho Jaime, è diverso!”-
-“MA COMUNQUE TI SONO STATO VICINO”-
-“Non iniziare a buttarla sul sentimentale”-
-“ciao Tony”- Sbattè la porta e se ne andò. O quasi.
-“No aspetta Jai-“-
-“Siii?”- Riaprì la porta di colpo
-“D’accordo, sceglimi due stracci perché davvero non mi voglio sprecare”-
-“Chiudi la bocca, Turtle”-
-“Come mi hai chiamato, scusa?”
  
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