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Autore: AnotherrBreath    16/01/2014    0 recensioni
Cosa penseresti se tutto ciò che hai sempre trovato ridicolo, una sera te lo trovassi davanti? Cosa faresti se invece dell'acqua o del cibo, il sangue diventasse la tua fonte di vita? Cosa succederebbe se iniziasti ad uccidere persone? Come ti sentiresti se per colpa della tua natura, non riuscissi a stare con le persone che ami? Ce la faresti a sopravvivere? Ce la faresti a non morire una seconda volta?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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"Viola! Vieni a sentire la mia storia?" Urlò Marco dal salone, dove tutta la famiglia era seduta sui divani, pronta a sentire parlare quel piccolo uomo pieno di sogni.
"Si! Arrivo!" Urlò Viola, dall'altra parte della casa, chiudendo la porta del bagno alle sue spalle. 
Entrò nella spaziosa stanza e si mise seduta tra i nonni. Sorrise guardando il suo fratellino eccitato in piedi su uno sgabello. Aveva sette anni, ma era abbastanza svelto e curioso. Non aveva paura del sangue o dei film horror, al contrario suo. 
Erano da poco finite le vacanze di natale e la scuola era ricominciata, ma si era subito presentata una nuova occasione per stare insieme a tutta la famiglia: il compleanno di nonna Elvira. Avevano cenato e avevano già consegnato i regali alla ottantacinquenne. Ora però era arrivato il momento di Marco, che voleva regalare alla sua nonnina una bella storia di paura. Durante le vacanze natalizie, il piccolo, aveva perso la testa per i vampiri, lupi mannari, streghe e stregoni e chiedeva in continuanzione informazioni ai genitori e alla sorella, ma capendo che nessuno sapeva qualcosa sull'argomento, cominciò a girovagare su internet e a conoscere leggende su leggende. Viola, diciassettenne, nel pieno dei problemi dell'adolescenza, non credeva ad una parola delle storie che raccontava suo fratello. Anche se qualche volta, cadeva nell'istinto di tornare come lui e di credere in ogni cosa un po' credibile. Trovava i vampiri e i licantropi, solo personaggi inventati per terrorizzare i bambini. Stranamente però, il suo fratellino non era per niente terrorizzato, anzi, li adorava.
"Si racconta che i vampiri siano ancora tra di noi, che ci cammminino accanto, che ci guardino. Sono esseri a cui piace il sangue, soprattutto di bambini e di giovani donne, quindi Vivi stai attenta." Nella stanza risuonarono le risate.
"Non si sa dove si nascondino di giorno, forse dentro grotte o dentro castelli abbandonati, oppure nei cimiteri, dentro alle loro tombe. Di notte però escono fuori e vanno alla ricerca di nuove prede. Hanno canini appuntiti, occhi che brillano e portano sempre un mantello. Non hanno un'anima e uccidono senza pudore. La loro anima è condannata all'inferno, dove Lucifero le accoglie con il suo sorriso malvagio. Si dice che siano molto affamati e che non vedino l'ora di attaccare, per radere al suolo un'intera generazione." 
Tutti iniziarono a battere le mani per l'incredbile interpretazione di Marco. A Viola veniva da ridere, ma continuava a congratularsi con il fratello.
"Bene, ora è l'ora della torta!" Disse la madre. Moglie e marito andarono in cucina ed in salone rimasero soltanto Viola, Marco e i due anziani.
In un secondo, Viola si ritrovò il fratellino sulle gambe.
"Vivi, mi porterai al castello di Dracula, vero?" Viola rimase a fissarlo per qualche secondo. Ci è davvero andato in fissa, disse fra sé e sé. 
"Certo, quando finirò scuola, ti ci porterò io personalmente."
"No! Ci voglio andare prima!" Urlò scalciando sulle ginocchia della ragazza.
"Ne parleremo con mamma e papà." Si abbracciarono e quando arrivò la torta si tirò su con lui ancora in braccio.
Cantarono l'epica canzoncina alla nonna e quando soffiò con un po' di fatica le candeline, il padre dei ragazzi scattò una foto. Rimasero a mangiare la torta e a chiacchierare un po', poi Viola si ricordò del compito scritto del giorno successivo.
"Io penso che andrò a casa, mi sono ricordata che domani ho il compito di matematica." Disse alla famiglia prendendo borsa e giubbotto.
"Ancora auguri nonna!" Mandò un bacio con la mano e chiuse la porta di casa, scese le scale e si avviò verso la stazione.
La casa della nonna e la sua non erano lontanissime, però la strada di notte non era molto raccomandabile. Doveva arrivare alla stazione e poi salire per un piccolo sentiero buio, senza luci e senza abitazioni. C'era una strada alternativa, che però percorrendola l'avrebbe fatta arrivare venti minuti più tardi. La ragazza era indecisa se prendere quella strada, ma infondo, proprio a lei quella sera doveva capitare qualcosa? 
Si fece coraggio ed arrivata alla stazione iniziò a percorrere la stradina. Non c'era molta gente, solo due o tre persone.
Procedeva a passo svelto, guardando avanti, dietro, destra e sinistra. Si pentì di aver preso quella strada. Continuò aumentando la velocità, fino a che non raggiunse il cancello del grande parco. Entrata lì, diminuì il passo e si rilassò. Teneva comunque stretta a sé la borsa. I lampioni le segnavano la via. Non mancava poco alla fine e si tranquillizzò totalmente. Il telefono le squillò, lo prese e lesse il messaggio. Nel momento in cui stava digitando i tasti per risopondere, qualcuno per la  spalla la sbatté addosso allo stretto lampione. Fece un salto e le cadde il telefono. L'uomo le puntava una pistola al petto. 
"Dammi tutto quello che hai!" Le urlò contro. 
"P-puoi prendere il telefono!" Balbettò Viola mentre tremava.
L'altro ragazzo, che sembrava nettamente più piccolo del primo, intanto, raccolse il cellulare da terra e se lo mise in tasca.
"Dammi altro!"
"N-non ho niente!" Viola aveva le lacrime agli occhi dalla paura.
"Fammi vedere la borsa!" Continuò l'uomo.
"Non ho niente! G-giuro!" Viola aveva le mani alzate e tremava come una foglia. Non sapeva se muoversi o meno, se passargliela questa borsa o no.
"Non ha niente, andiamocene!" Il ragazzo cercava di convincere l'amico, anche lui aveva paura. 
"Dammi quella cazzo di borsa!" Urlò ancora più forte.
Viola si levò lentamente la borsa e gliela passò. L'uomo, sempre tenendo la pistola puntata sulla ragazza, scrutò l'interno della borsa, trovando venti euro.
"E questi?!" La guardò minaccioso.
"N-non mi ero ricordata di averli. T-ti prego lasciami andare, sono t-tutti tuoi."
Senza pensarci due volte, senza nemmeno guardarla, l'uomo le sparò. Viola portò le mani sul punto in cui il sangue fuoriusciva e piano scivolò lungo il palo. Aveva le guance rigate dalle lacrime e gli occhi spenti dall'anima che si allontanava dal corpo. Il ragazzo, che aveva assistito alla scena, voleva aiutare la ragazza ma era pietrificato. Ogni suo tentativo sarebbe stato inutile. Era sconvolto e gli occhi gli iniziarono a lacrimare. 
Viola, anche se con gli occhi offuscati dal dolore e dalla morte, era ancora cosciente. In un istante, vide apparire un uomo vestito di nero e con occhi splendenti e da dietro, in un secondo, ruppe il collo al suo assassino. E senza esitazione, lo fece anche al ragazzo.
Viola, in quel momento, chiuse gli occhi, stanca e sofferente. L'uomo vestito di nero, non riuscì a non notare la ragazza e si avvicinò a lei. Si chinò e le sentì il battito del cuore dal collo. Sapeva che di lì a poco sarebbe morta, ma voleva fare qualcosa per questa sconosciuta, anche se avrebbe messo in pericolo sia lui che lei.
"Ti darò una seconda possibilità, finché sarà possibile, sfruttala al meglio." Le sussurrò ad uno orecchio. 
Chinò la testa per guardare il suo collo bianco, dove il sangue ancora circolava lentamente. Si avvicinò e aprì la bocca, lasciando che i suoi canini risplendessero nella notte. Lentamente, ma con l'acquolina in bocca, addentò il suo collo ed iniziò a succhiare via il sangue. La strinse a sé, affamato e quasi senza controllo. Sapeva tramite i suoi compagni, che il sangue delle ragazze giovani era sempre stato il migliore, ma fino a quel momento non aveva mai avuto la fortuna di assaggiarlo. Il sangue inziò a colare all'interno e sopra al giubbotto che copriva la ragazza. Prima che potesse dissanguarla, ritrovando il suo autocontrollo, si stacccò. Mancava soltanto un passaggio. Si morse il polso e lasciò uscirò un po' del sangue, lo avvicinò alla bocca della ragazza e lei iniziò a succhiare. Con la mano, afferrò il braccio dell'uomo, per averne di più, segno che la trasformazione era ormai cominciata. L'uomo, sorrideva dell'innocuità della ragazza. I suoi canini si sarebbero sviluppati in seguito eppure, sentiva che gli stava facendo male. 
"Basta. Ne vorrai dell'altro ancora più buono, ora è meglio se riposi." Staccò il polso dalle grinfie di Viola e si alzò, lasciandola semi cosciente, con la bocca e il collo sporchi di sangue. 
L'uomo, prese sulle sue spalle le sue vittime e sparì nel nulla. 
Viola aveva visto in faccia la morte, ed ora le aspettava qualcosa di peggiore.



Buona sera!
E' la prima volta che provo a scrivere questo genere. Ho sempre scritto cose romantiche o drammatiche, ma ho voluto cambiare e quindi eccomi qui con questo piccolo prologo.
Non è lughissimo ma mi rifarò con il primo capitolo che scriverò subito dopo aver pubblicato questo.
Mh, allora, su questa storia posso dire che non tratterà solo di amore, anzi sarà quasi in secondo piano. In primo piano ci sarà invece il vampiro in generale. Ci sono tante cose da scoprire, tanti colpi di scena e dietro ad ogni cosa c'è una storia. Niente è dato per scontato. Nel senso che ho cercato di riscrivere il personaggio del vampiro come pareva a me e quindi se proseguirete a leggere la storia capirete ciò che voglio dire. Non voglio anticiparvi niente, quindi continuate a leggere e spero che vi piaccia la mi storia! Mi fareste felice se lasciaste una recensione, anche per vedere cosa ne pensate! 
Ah, se invece vi piace il genere romantico/ drammatico, passate sul mio profilo e troverete un'altra storia, che presto continuerò! 
Baci!





 

  
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