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Autore: AngelAnderson15    16/01/2014    1 recensioni
Gli Warbler sono al loro ultimo anno di liceo quando Thad Harwood diventa inaspettatamente taciturno, perso nei suoi pensieri e terrorizzato da tutto ciò che lo circonda per colpa delle violenze del patrigno omofobo. Thad, troppo spaventato per denunciarlo decide di tenere tutto nascosto ma Sebastian Smythe, il suo compagno di stanza, inizierà ad investigare su Thad e finirà ben presto ad innamorarsi di lui. Thad riuscirà ad abbandonare le sue difese per aprirsi a Sebastian e Sebastian saprà curare tutte le ferite di Thad senza far peggiorare la situazione?
E' la mia prima long quindi beh spero vi piaccia. Grazie a chi leggerà
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Due settimane dopo.

P.O.V Sebastian

Avevo lo sguardo fisso nel vuoto da un po’.

Le luci, le risate, le urla, mi sembravano così lontane, la mia mente era lontana.

Feci un cenno ad un ragazzo che mi fissava maliziosamente da un po’ e mi feci quasi trascinare in bagno dove delle mani frenetiche iniziarono a toccarmi e spogliarmi ma il mio corpo non reagiva. Non mi resi neanche conto che il ragazzo senza nome e senza volto se ne era andato rinunciando a del sesso occasionale e guardandomi allo specchio capii anche il perché, mi sentivo una merda ed ero una merda anche fisicamente: le occhiaie chilometriche,il volto pallido e gli occhi spenti. Quel ragazzo doveva proprio essere stato disperato per cercare di avvicinarmi, oppure (cosa molto probabile) non era la prima volta che mi vedeva.

Ero entrato allo Scandals da tre ore e non avevo ancora guardato qualcun o in particolare “devo stare proprio male”, mi dissi, ma non c’era neanche da stupirsi che non avevo guardato nessuno visto che il mio unico pensiero era Thad.

Vedevo i suoi occhi ovunque: nello specchio, nel bicchiere d’alcool che avevo preso, nella prima persona che entrava nel locale puzzolente persino nel volto del barista che continuava a guardarmi sospettoso.

Loro erano sempre lì che mi guardavano feriti e delusi come non mai.

Non riuscivo a non pensare a lui e l’alcool invece di farmelo dimenticare mi spronava a pensare a lui.

Thad era l’unica persona che mi aveva fatto piangere sul serio, che mi aveva fatto preoccupare, l’unico che si era preso con forza il mio cuore donandomi con tutto se stesso il suo sperando anzi sapendo che lo avrei tratto in salvo.

Si era sempre fidato di me, anche quando il cervello gli urlava dietro che ero la scelta più sbagliata che potesse fare lui mi ha guardato, ha sorriso, e mi ha dato la sua fiducia, fiducia che io avevo appena buttato nel cesso per proteggerlo.

Due settimane dopo.

P.O.V. THAD

Sono in un ospedale da due settimane. Sebastian è andato via da due settimane. Sebastian aveva detto tutto alla preside. Mio padre ,se posso ancora definirlo così, era in prigione. Mio padre ERA in prigione, è evaso da due ore diciassette minuti e cinque,sei,sette,otto secondi. Mi hanno curato i graffi e le ossa rotte. Mi hanno fatto mangiare, troppo, infatti ho appena vomitato. Nick e Jeff sono rimasti al mio fianco. Lui mi manca, anche se ieri avevo promesso che non ci avrei più pensato. Il mio psicologo continua a farmi domande, lo odio.

Ormai mi fanno scendere dal letto per più di un ora, nella prima settimana continuavano a sedarmi. Jeff e Nick dicono che Sebastian tornerà da me ma io non ci credo. Mi chiedono come mi sento ma da quando lui se ne è andato non sento più nulla, nemmeno dolore visto che mi iniettano della morfina. Jeff e Nick dicono che dovrei dimenticarlo ma non posso dimenticare l’unica persona che mi abbia fatto sentire amato da quando mia madre mi ha abbandonato.

Non ho paura di mio padre, mi vuole? Che venga a prendermi allora, non ho nulla per cui lottare. Sebastian era l’unica speranza che avevo.

Sebastian non mi ama, non mi amava, provava solo pietà per un ragazzino martoriato da suo padre.

Mi ero immaginato tutto, ero io nel torto, lui mi aiutava e io lo trascinavo nell’abisso con me.

Mio padre ha ragione quando dice che sono un mostro. Dovrei morire, come vuole lui. Non mancherò a nessuno. Jeff e Nick sono una coppia possono cavarsela. A scuola faccio schifo, non avrei nessun bel futuro. Sebastian non mi ama, probabilmente mi ha già dimenticato. Me ne andrò da solo, senza che mio padre venga a cercarmi e uccidermi. Senza soffrire. So dove tengono i farmaci. Addio.

P.O.V SEBASTIAN

Con un ultima spinta riversai il mio seme dentro il ragazzo. Era il trentaduesimo ragazzo che scopavo in due settimane ma il peso sul mio cuore anziché diminuire sembrava raddoppiare cercando di schiacciare il mio cuore. Chiamavo Jeff e Nick almeno tre volte al giorno per chiedergli come stesse Thad ma appena uno dei due accennava a passarmelo o a chiedermi di venire all’ospedale chiudevo la chiamata. -Vattene- dissi freddo ,per la trentaduesima volta, al ragazzo che stava cercando di abbracciarmi per delle coccole post-sesso.

-Non sei un tipo da coccole?- chiese innocentemente l’altro cercando di farmi eccitare muovendosi voluttuosamente contro di me ma provocandomi la reazione opposta -VATTENE- urlai a quel punto irato.

Dieci minuti dopo cercavo per la decima volta di chiamare i Niff che continuavano a non rispondere al cellulare. Ero quasi tentato di chiudere la chiamata per la decima volta e andare a guardare la televisione quando un singhiozzo provenne dal telefono.

-Jeff?- chiesi titubante e in ansia come non mai -S-seba-s-stian?- mi chiese il biondo continuando a singhiozzare. -Devi venire qui immediatamente-. La chiamata era finita.

  

  
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