Beh, di nuovo qui a rompervi le scatole come al solito
con i miei immancabili, purtroppo, familiari! Fate un applausooo a Titta e
Becca!(mica siamo ad un talk-show!)|concordo| Coomunque scusate se ho messo
tanto ad aggiornare ma il mio computer a voluto fare per un po’ di testa sua
(abbiamo prolungato il supplizio)Vi lascio alla letturaaa di “Sala 183,
puntuale!”|ma si può sapere da dove li prendi questi titoli?|………
Sala
183, puntuale!
Dream
and Nightmare :“Ancora Tu?!”
(Ma
che ho fatto di male nelle mie vite precedenti?)
"E
io devo lavorare qui?" Questo era l'unico pensiero che scorreva nella
testa di una bella biondina con occhi spalancati, dall'aria sognante e per
niente spaesata (che tutti conosciamo bene) che procedeva lentamente in
un'immensa sala ricoperta da piastrelle di vetro scuro con le pareti come
dipinte da un pittore impazzito.
Su
ogni lato c'erano diverse tele dai colori sgargianti e foto, molte, migliaia di
foto dappertutto. Non riusciva a staccare gli occhi da quel posto e si guardava
in giro estasiata e ammirata senza riuscire a pensare ad altro... Si mise,
quindi, a correre da una parte all'altra per osservare meglio tutto ciò che
aveva intorno.
Semplice
e pura curiosità.
"Cosa
ci trova, mi chiedo io, in questo posto!" borbottò un uomo dietro di lei
che cercava disperatamente di raggiungerla.
La
ragazza sentì distintamente che la chiamava affannato "Signorina De
Alisia! Signorina De Alisia si fermi! La prego! Per l'amor del cielo, stia
ferma lì!". Era un uomo dai capelli grigiastri con una giacca beige ed un
paio di originali occhiali arancio che la rincorreva con il fiato corto e che
si presentò come un certo Mr Jerome, assistente e collaboratore del Signor Fudo
e della Signora Sophia.
Silvia
ignorava l'identità dei due ma lo seguì docilmente, indecisa sul da farsi.
L'uomo parlava a vanvera, ignaro che la sua interlocutrice non lo ascoltava
troppo presa dall'ambiente che la circondava. Prestò attenzione al discorso
solo quando quello strano personaggio non nominò Celiane Dealy. "La grande
capa" le riferì "non vuole che entri subito al lavoro ma che cominci
questo pomeriggio. Sai com'è, Apollo si deve preparare mentalmente alla tua
entrata in scena! Ed inoltre vuole creare un pò di suspence quando gli altri
ascoltatori noteranno che oggi non farai il tuo solito intervento da pazza
psicopatica... Senza offesa, eh!" aggiunse poco dopo quando si accorse che
la diretta interessata gli lanciava occhiate omicida.
"Quindi"
ricominciò Jerome per non essere ucciso "pranzerai nella mensa degli Studios
insieme a tutti gli altri e verrai nella sala di registazione 183 verso le 3.
Almeno avrai la possibilità di ambientarti prima di iniziare il lavoro, non
credi?". La portò a visitare tutto l'edificio e la poverina aveva male hai
piedi. Aveva sceso e salito scale mille volte! Ma dico, borbottò tra sè e sè
contrariata, un ascensore no?.
Dopo averla condotta in lungo e in largo per
l'enorme palazzo di Radio Deava arrivò ora di pranzo e l'uomo si fermò per poi
guardare Silvia. La ragazza annuì svogliata, si fece condurre dalla sua guida
verso una grande porta scorrevole bianco panna che lui aprì deciso ed entrò un
pò impacciata nella "Cantine" come la chiamavano lì.
Prese
uno scrostato vassoio di plastica grigia ed osservò i diversi tavoli. In ogni
parte c'erano gruppi: i tecnici, i conduttori, quelli che facevano un
determinato tipo di programma, chi parlava di sport, di calcio, di musica.
Ora
la biondina non si sentiva proprio a suo agio.
Vide
un tavolo vuoto e si sedette. Sentirsi soli in mezzo a tanta gente è una delle
cose più orribili al mondo e Silvia stava provando proprio quella sensazione di
inadeguatezza... Aveva voglia di fuggire via ma avrebbe buttato al vento un
occasione da non rifiutare e rimase immobile al suo posto.
"Sei
nuova?" una ragazza dalla faccia simpatica e dolce le si avvicinò.
"Si, si vede molto?" chiese
"Come
mai la tua voce non mi è nuova?" si domandò la mora.
"Ehm...
io..." iniziò a balbettare quando venne interrotta.
"Ehi,
Saetta!" esordì un bel ragazzo dai capelli rossi. "Baron non è
venuto?" chiese quella tranquilla. "Si, sto bene. Grazie
dell'interessamento. No, non ti preoccupare per me, non sono agitato per quella
cosa che tu sai. Baron è andato a prendere il vassoio. No, non ti preoccupare
per me, te l'ho detto sto benissimo. Non sono nervoso. Grazie comunque
Audrey" ribattè lui facendo il finto-offeso con la faccia un pò imbronciata.
Era bello e un pò buffo anche così, riflettè Silvia per poi cancellare subito
quel pensiero. "Cretino!" rispose Saetta ridendo alla provocazione.
"Lei
è una mia amica" sorrise quella indicando la biondina. "Ma se ci
siamo conosciute due minuti fa!" la corresse la ragazza sorridendo. Però!
Niente male! pensò Apollo guardandola attentamente. I capelli del colore del
grano erano sciolti da un lato della spalla e gli occhi cerulei erano svegli e
vispi. Non era particolarmente formosa ma, aveva le curve ai posti giusti. Le
gambe lunghe e slanciate erano fasciate da un paio di jeans blu scuro e ai
piedi portava delle ballerine nere semplici. Indosso un maglietta a righe
grandi grigie e nere con lo scollo a barca ed una giacca nera. Era semplice e
perfetta. Il tipo di ragazza che ti prende al primo sguardo. Era impossibile
non perdersi nell'azzurro di quelle pozze che aveva al posto degli occhi.
Impossibile
resistere alla smorfia pensierosa, indecisa e un pò distratta che assumeva
guardando davanti a sè... Assorta nei suoi problemi, nei suoi pensieri,
lasciando il resto del mondo ad osservarla curioso e invidioso di chiunque
potesse rompere le sue difese... e soprattutto di chiunque fosse riuscito a
sapere cosa le frullava nella testa.
La
moretta scrutò la mensa in cerca di quel Baron e si congedò da Silvia per
andarlo a cercare lasciandola sola con il rosso. "Lavori qui?" le
chiese lui impaziente. "Si e no, o meglio, non ancora" rispose vaga.
Il ragazzo la guardò in tralice "Che risposta!" quella ragazza era
misteriosa eppure aveva la strana sensazione di averla già conosciuta.
"Hai una voce familiare!" sbottarono all'unisono per poi mettersi a
ridere
"Dove
l'ho sentita?" si chiesero ripensando alla voce dell'altro.
(Solo
due salami come loro potevano non riconoscere la voce dei loro acerrimi nemici!
ndMe)
"Scusa,
posso sapere il tuo nome?" domandò il ragazzo colto da un improvviso e non
in fondato dubbio.
La
ragazza lanciò distrattamente un'occhiata svogliata all'orologio bianco e nero
appeso alla parete "Oh no! Sono in un ritardo pazzesco! Magari un altra
volta, va bene?"
Raccattò
le sue cose da terra, facendone cadere alcune, si fece sfuggire un imprecazione
a cui il ragazzo rispose con un sorriso e gridò mentre già correva
"Salutami Audrey, d'accordo?"
Lui
annuì seguendola con lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta
scorrevole.
Prese
il suo cellulare dalla tasca dei jeans e vide l'orario. Apollonius gli aveva
detto di essere puntuale! Chissenefrega, gli venne da pensare. Quel giorno
sarebbe dovuta venire quella scema di una piattola schifosa appiccicosa di
Silvia... Urrà! Se pensava di dargli filo da torcere si sbagliava di grosso la
pazza avrebbe trovato pane per i suoi denti!
Si
alzò e si diresse verso un corridoio abbastanza largo e lindo che conduceva
alla stanza 187.
Da
lì proveniva una melodiosa canzone cantata da una voce femminile. Aveva un
timbro particolare e, chiunque fosse, era davvero brava.
Il
ragazzo aveva paura che, chi cantava, si sarebbe interrotto vedendolo arrivare
perciò rimase ad ascoltare dietro l'angolo. Diciamo che non era origliare era
piuttosto, a detta del rosso, sentire le doti canore di una sua collega senza
farsi vedere. Noooooooo, non era origliare!
Era
attratto come un'ape sul miele e si tratteneva a stento dall'unirsi ad intonare
quella dolce melodia.
Basta,
non ce la faceva più! Si avvicinò e cominciò a scandire lentamente quelle dolci
parole, quelle speranze e quelle gioie di chi vive la musica con tutto se
stesso come se fosse una divinità.
Vivo per
lei da quando sai
La prima volta
l'ho incontrata,
Non mi
ricordo come ma
Mi entrata
dentro e c'è restata.
Vivo per
lei perchè mi fa
Vibrare
forte l’anima,
Vivo per
lei e non è un peso.
Sorpresa,
sorrise pur senza vedere con chi stava duettando, si appoggiò al muro con il
viso sulle ginocchia ed annuì.
Vivo per
lei anch'io lo sai
E tu non
esserne geloso,
Lei di
tutti quelli che
Hanno un
bisogno sempre acceso,
Come uno
stereo in camera,
Di chi da
solo e adesso sa,
Che anche
per lui, per questo
Io vivo
per lei.
è una musa
che ci invita
A
sfiorarla con le dita,
Attraverso
un pianoforte
La morte
lontana,
Io vivo
per lei.
Aveva
la tentazione forte di girarsi e vederla in volto. "Chi sei?"
sussurrò lentamente. Eppure non era sicuro di volerlo sapere...
Vivo per
lei che spesso sa
Essere dolce
e sensuale,
A volte
picchia in testa ma
è un pugno
che non fa mai male.
Vivo per
lei lo so mi fa
Girare di
città in città,
Soffrire
un pò ma almeno io vivo.
è un
dolore quando parte.
Vivo per
lei dentro gli hotel.
Con
piacere estremo cresce.
Vivo per
lei nel vortice.
Attraverso
la mia voce
Si espande e
amore produce.
Vivo per
lei nient'altro ho
E quanti
altri incontrerò
Che come
me hanno scritto in viso:
Io vivo
per lei.
Vivo
per lei! Da quanto ormai... Ma non mi stancherò mai di ripeterlo.
La
vita è come un pentagramma. Troverai diesis che ti porteranno avanti e bemolle
che ti porteranno indietro. Fai della tua vita la tua musica e sii il musicista
della tua vita. Sta a te capire come suonarla...
La
sua mano si affacciò dietro al muretto che li separava e sentì una più piccola
stringerla.
Io vivo per
lei
Sopra un
palco o contro ad un muro...
Vivo per
lei al limite.
... anche
in un domani duro.
Vivo per
lei al margine.
Ogni giorno
Una
conquista,
La
protagonista
Sarà sempre
lei.
Vivo per
lei perchè oramai
Io non ho
altra via d'uscita,
Perchè la
musica lo sai
Davvero
non l'ho mai tradita.
Vivo per
lei perchè mi da
Pause e
note in libertà
Ci fosse
un’altra vita la vivo,
La vivo
per lei.
Vivo per
lei la musica.
Io vivo
per lei.
Vivo per
lei è unica.
Io vivo
per lei.
Io vivo per
lei.
Io vivo
Per lei.
Silvia
si alzò senza farsi sentire.
L'irrefrenabile
voglia di scappare.
Si
accorse di aver ancora la mano nella sua e cercò di divincolarsi. Il ragazzo
aumentò la presa e portò quella piccola parte di lei al petto verso il cuore.
Sentì i suoi battiti veloci. Apollo vide una ciocca di capelli biondi e il
desiderio di vedere chi fosse prevalse sui sui timori. "Chi sei?"
ripetè. Così le prese il braccio e la attirò a se. "Tuuuuuuuuuuuuuuuu?!"
urlarono all'unisono.
"Guarda
te... Ti ho dato una mano e tu ti prendi tutto il braccio! Non si fa!" lo
rimproverò
"Chi
cantava?" chiese allora curiosa. "Bè veramente..." esordì Apollo
un pò impacciato. "Noi" finì per lui decisa la biondina incurante
delle occhiatacce lanciate dal rosso accanto a lei.
Ora
la donna era davvero impressionata "Voi?! Vi conosciete?"
"Bè
più o meno..."
Ma
questo parla a monosillabi?!
"Vi
conosciete si o no?"
"Bè
si... però..."
Ok,
parla decisamente a monosillabi.
"Non
so chi sia lui"
"Non
so chi sia lei"
Contemporaneamente
si girarono verso
"COSA
C'E' DA RIDERE!?" sbraitò il rosso arrabbiato che cominciava ad averne
abbastanza di essere preso in giro.
"Per
prima cosa voglio che incidiate un disco!" tutta contenta Celiane esibiva
un sorrisino ebete mentre saltellava per il corridoio come una bambina con gli
occhioni luccicanti di gioia.
"CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE??????????????????????!!!"
Fu la risposta dei due giovani che stavano seriamente pensando di infilarle la
camicia di forza. "Ragazzi! Vi siete sentiti cantare? Siete perfetti. Le
vostre voci, la vostra anima era tutta in quella canzone. Non potete rifiutare.
E'un'occasione che non fa solo il ladro fa anche il grand' uomo o la grande
donna nel caso tuo Silvia. Prendere o lasciare."
"Ma
io non lo conosco!"
"Ma
io non la conosco! Aspetta un attimo... resetta tutto. Hai appena detto
"Silvia"?"
Ah,
ma allora Apollo non era così scemo come sembrava!
"Hai
capito benissimo. Mi sembra venuto il momento di fare le presentazioni. Apollo,
questa vivace, attiva e peperina ragazza dagli occhi brillanti simili a
turchesi vicino a te è Silvia De Alisia, tua nuova collega di lavoro e compagna
di incisione. Silvia, il ragazzo dolcissimo, selvaggio ed un pò matto che hai
accanto dai topazi al posto degli occhi è Apollo Black, tuo nuovo collega di
lavoro e di incisione"
Per
la seconda volta in quella giornata risuonò nelle sale degli Studios un memorabile
urlo.
"TUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!"
Vi vorrei dire com’è nata questa storia…Per la verità
ero addormentata sul divano morbido bianco panna della mia dolce nonna ed era
sera, la televisione accesa ad alto volume tanto che lei mi chiedeva di alzarlo
ancora…C’era una canzone molto bella cantata da una ragazza giovane che finita
la melodia la dedicò a due genitori che si erano innamorati grazie alla Radio.
Ora ascoltandola ed ascoltando questa canzone ho capito come qualcosa di cosi
instabile ed incorporeo come la voce può dare sensazioni senza pari. Un po’
come la parola, non credete?
La colonna sonora è “Vivo per lei” e che altro dire?
Vi è piaciuto?|(a noi no!)| ecco gli uccellaci del malaugurio! Grazie a chi
legge solamente e grazie a chi commenta perché mi dà una spinta a continuare…
SPAZIETTO RECENSIONI e…Becca non dire quello che stai
per dire!(Cosa? Perché qualcuno ti recensisce?!) ecco appunto!
Aquarion89: Grazie, grazie, grazie! Di a
shin che i tuoi commenti sono sempre ben accetti! Sono contenta che l’idea ti
piaccia… Grazie ancora!
Silviatheangel: Silvietta è unica! Sono
completamente d’accordo con te il suo modo di fare è stupefacente soprattutto
con Apollo che, poverino, dovrà sopportarla!
roby the best: Beh, su questo non c’è che
dire sono davvero matti! Ed ora costretti a lavorare insieme… Diciamo che
faranno scintille! Nel vero senso della parola!
Laicachan: Di litigi ne vedrai molti altri
laica! Grazie! Ah dimenticavo, dì a shu che si deve regolare con il pan grattato!
Dreamer21: Alla fine ho aggiornato! Ce
l’ho fatta! Pensa che quando stavo per postare mi sono messa in salone a fare
il trenino con la mia migliore amica cantando “A-E-I-O-U-IPSILON!” e poi ”we
are the champions!”… Senza parole! Sono contenta che ti piaccia, ne sono
onorata o mia “Regina delle AU”!
Baci
Charlie o Piccola Ferr
L’adorabile, solo quando le fa comodo, Rebecca o Martina
E l’immancabile Sono Nervosa Devo Studiare, Vale o Titta! Ti voglio bene
Sister!