Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: Calice    03/06/2008    7 recensioni
Uno speaker. Un' ascoltatrice. Una radio a dividerli. Le loro voci ad unirli. Eccomi qua! (Asfissiante come al solito e lunatica come non mai)
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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"E io devo lavorare qui

Beh, di nuovo qui a rompervi le scatole come al solito con i miei immancabili, purtroppo, familiari! Fate un applausooo a Titta e Becca!(mica siamo ad un talk-show!)|concordo| Coomunque scusate se ho messo tanto ad aggiornare ma il mio computer a voluto fare per un po’ di testa sua (abbiamo prolungato il supplizio)Vi lascio alla letturaaa di “Sala 183, puntuale!”|ma si può sapere da dove li prendi questi titoli?|………

 

 

Sala 183, puntuale!

Dream and Nightmare :“Ancora Tu?!”

(Ma che ho fatto di male nelle mie vite precedenti?)

 

 

"E io devo lavorare qui?" Questo era l'unico pensiero che scorreva nella testa di una bella biondina con occhi spalancati, dall'aria sognante e per niente spaesata (che tutti conosciamo bene) che procedeva lentamente in un'immensa sala ricoperta da piastrelle di vetro scuro con le pareti come dipinte da un pittore impazzito.

Su ogni lato c'erano diverse tele dai colori sgargianti e foto, molte, migliaia di foto dappertutto. Non riusciva a staccare gli occhi da quel posto e si guardava in giro estasiata e ammirata senza riuscire a pensare ad altro... Si mise, quindi, a correre da una parte all'altra per osservare meglio tutto ciò che aveva intorno.

Semplice e pura curiosità.

"Cosa ci trova, mi chiedo io, in questo posto!" borbottò un uomo dietro di lei che cercava disperatamente di raggiungerla.

La ragazza sentì distintamente che la chiamava affannato "Signorina De Alisia! Signorina De Alisia si fermi! La prego! Per l'amor del cielo, stia ferma lì!". Era un uomo dai capelli grigiastri con una giacca beige ed un paio di originali occhiali arancio che la rincorreva con il fiato corto e che si presentò come un certo Mr Jerome, assistente e collaboratore del Signor Fudo e della Signora Sophia.

Silvia ignorava l'identità dei due ma lo seguì docilmente, indecisa sul da farsi. L'uomo parlava a vanvera, ignaro che la sua interlocutrice non lo ascoltava troppo presa dall'ambiente che la circondava. Prestò attenzione al discorso solo quando quello strano personaggio non nominò Celiane Dealy. "La grande capa" le riferì "non vuole che entri subito al lavoro ma che cominci questo pomeriggio. Sai com'è, Apollo si deve preparare mentalmente alla tua entrata in scena! Ed inoltre vuole creare un pò di suspence quando gli altri ascoltatori noteranno che oggi non farai il tuo solito intervento da pazza psicopatica... Senza offesa, eh!" aggiunse poco dopo quando si accorse che la diretta interessata gli lanciava occhiate omicida.

"Quindi" ricominciò Jerome per non essere ucciso "pranzerai nella mensa degli Studios insieme a tutti gli altri e verrai nella sala di registazione 183 verso le 3. Almeno avrai la possibilità di ambientarti prima di iniziare il lavoro, non credi?". La portò a visitare tutto l'edificio e la poverina aveva male hai piedi. Aveva sceso e salito scale mille volte! Ma dico, borbottò tra sè e sè contrariata, un ascensore no?.

 Dopo averla condotta in lungo e in largo per l'enorme palazzo di Radio Deava arrivò ora di pranzo e l'uomo si fermò per poi guardare Silvia. La ragazza annuì svogliata, si fece condurre dalla sua guida verso una grande porta scorrevole bianco panna che lui aprì deciso ed entrò un pò impacciata nella "Cantine" come la chiamavano lì.

Prese uno scrostato vassoio di plastica grigia ed osservò i diversi tavoli. In ogni parte c'erano gruppi: i tecnici, i conduttori, quelli che facevano un determinato tipo di programma, chi parlava di sport, di calcio, di musica.

Ora la biondina non si sentiva proprio a suo agio.

Vide un tavolo vuoto e si sedette. Sentirsi soli in mezzo a tanta gente è una delle cose più orribili al mondo e Silvia stava provando proprio quella sensazione di inadeguatezza... Aveva voglia di fuggire via ma avrebbe buttato al vento un occasione da non rifiutare e rimase immobile al suo posto.

"Sei nuova?" una ragazza dalla faccia simpatica e dolce le si avvicinò. "Si, si vede molto?" chiese la De Alisia con rammarico. "Da come ti guardi in giro! Comunque piacere, io sono Audrey! Ma mi chiamano Saetta Audrey. Non chiedermi perchè, è una lunga storia" e fece un gesto di noia. Aveva un entusiasmo contagioso e Silvia si fece contagiare "Di solito si dice così o perchè non hai voglia o perchè è troppo imbarazzante da raccontare" rise lei. "Decisamente la seconda" riflettè e divenne rossa. Era molto carina. Il viso pallido era in parte nascosto dai capelli neri come la pece dai riflessi rossi lasciati sciolti sulle spalle con una frangetta che le copriva gli occhi di un blu talmente acceso da sembrare elettrico. Portava una maglietta nera con le maniche a sbuffo, una gonnelina corta verde militare e ballerine abbinate. Torturava una collanina d'argento che aveva al collo a forma di giglio tenendola fra le mani, passandola accanto alle labbra sottili rosso fragola e lasciandola di nuovo. Sembrava tenerci molto a vedere da come la teneva stretta. Intanto  cercava con gli occhi qualcuno intorno a lei. "Scusami, non mi sono ancora presentata" si risvegliò la De Alisia improvvisamente "Silvia" e porse la mano ad Audrey che la strinse forte.

"Come mai la tua voce non mi è nuova?" si domandò la mora.

"Ehm... io..." iniziò a balbettare quando venne interrotta. 

"Ehi, Saetta!" esordì un bel ragazzo dai capelli rossi. "Baron non è venuto?" chiese quella tranquilla. "Si, sto bene. Grazie dell'interessamento. No, non ti preoccupare per me, non sono agitato per quella cosa che tu sai. Baron è andato a prendere il vassoio. No, non ti preoccupare per me, te l'ho detto sto benissimo. Non sono nervoso. Grazie comunque Audrey" ribattè lui facendo il finto-offeso con la faccia un pò imbronciata. Era bello e un pò buffo anche così, riflettè Silvia per poi cancellare subito quel pensiero. "Cretino!" rispose Saetta ridendo alla provocazione.

"Lei è una mia amica" sorrise quella indicando la biondina. "Ma se ci siamo conosciute due minuti fa!" la corresse la ragazza sorridendo. Però! Niente male! pensò Apollo guardandola attentamente. I capelli del colore del grano erano sciolti da un lato della spalla e gli occhi cerulei erano svegli e vispi. Non era particolarmente formosa ma, aveva le curve ai posti giusti. Le gambe lunghe e slanciate erano fasciate da un paio di jeans blu scuro e ai piedi portava delle ballerine nere semplici. Indosso un maglietta a righe grandi grigie e nere con lo scollo a barca ed una giacca nera. Era semplice e perfetta. Il tipo di ragazza che ti prende al primo sguardo. Era impossibile non perdersi nell'azzurro di quelle pozze che aveva al posto degli occhi.

Impossibile resistere alla smorfia pensierosa, indecisa e un pò distratta che assumeva guardando davanti a sè... Assorta nei suoi problemi, nei suoi pensieri, lasciando il resto del mondo ad osservarla curioso e invidioso di chiunque potesse rompere le sue difese... e soprattutto di chiunque fosse riuscito a sapere cosa le frullava nella testa.

La moretta scrutò la mensa in cerca di quel Baron e si congedò da Silvia per andarlo a cercare lasciandola sola con il rosso. "Lavori qui?" le chiese lui impaziente. "Si e no, o meglio, non ancora" rispose vaga. Il ragazzo la guardò in tralice "Che risposta!" quella ragazza era misteriosa eppure aveva la strana sensazione di averla già conosciuta. "Hai una voce familiare!" sbottarono all'unisono per poi mettersi a ridere

"Dove l'ho sentita?" si chiesero ripensando alla voce dell'altro.

(Solo due salami come loro potevano non riconoscere la voce dei loro acerrimi nemici! ndMe)

"Scusa, posso sapere il tuo nome?" domandò il ragazzo colto da un improvviso e non in fondato dubbio.

La ragazza lanciò distrattamente un'occhiata svogliata all'orologio bianco e nero appeso alla parete "Oh no! Sono in un ritardo pazzesco! Magari un altra volta, va bene?"

Raccattò le sue cose da terra, facendone cadere alcune, si fece sfuggire un imprecazione a cui il ragazzo rispose con un sorriso e gridò mentre già correva "Salutami Audrey, d'accordo?"

Lui annuì seguendola con lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta scorrevole.

Prese il suo cellulare dalla tasca dei jeans e vide l'orario. Apollonius gli aveva detto di essere puntuale! Chissenefrega, gli venne da pensare. Quel giorno sarebbe dovuta venire quella scema di una piattola schifosa appiccicosa di Silvia... Urrà! Se pensava di dargli filo da torcere si sbagliava di grosso la pazza avrebbe trovato pane per i suoi denti!

Si alzò e si diresse verso un corridoio abbastanza largo e lindo che conduceva alla stanza 187.

Da lì proveniva una melodiosa canzone cantata da una voce femminile. Aveva un timbro particolare e, chiunque fosse, era davvero brava.

Il ragazzo aveva paura che, chi cantava, si sarebbe interrotto vedendolo arrivare perciò rimase ad ascoltare dietro l'angolo. Diciamo che non era origliare era piuttosto, a detta del rosso, sentire le doti canore di una sua collega senza farsi vedere. Noooooooo, non era origliare!

Era attratto come un'ape sul miele e si tratteneva a stento dall'unirsi ad intonare quella dolce melodia.

Basta, non ce la faceva più! Si avvicinò e cominciò a scandire lentamente quelle dolci parole, quelle speranze e quelle gioie di chi vive la musica con tutto se stesso come se fosse una divinità.

 

Vivo per lei da quando sai

La prima volta l'ho incontrata,

Non mi ricordo come ma

Mi entrata dentro e c'è restata.

Vivo per lei perchè mi fa

Vibrare forte l’anima,

Vivo per lei e non è un peso.

 

Sorpresa, sorrise pur senza vedere con chi stava duettando, si appoggiò al muro con il viso sulle ginocchia ed annuì.

 

Vivo per lei anch'io lo sai

E tu non esserne geloso,

Lei di tutti quelli che

Hanno un bisogno sempre acceso,

Come uno stereo in camera,

Di chi da solo e adesso sa,

Che anche per lui, per questo

Io vivo per lei.

è una musa che ci invita

A sfiorarla con le dita,

Attraverso un pianoforte

La morte lontana,

Io vivo per lei.

 

Aveva la tentazione forte di girarsi e vederla in volto. "Chi sei?" sussurrò lentamente. Eppure non era sicuro di volerlo sapere...

 

Vivo per lei che spesso sa

Essere dolce e sensuale,

A volte picchia in testa ma

è un pugno che non fa mai male.

Vivo per lei lo so mi fa

Girare di città in città,

Soffrire un pò ma almeno io vivo.

 

è un dolore quando parte.

Vivo per lei dentro gli hotel.

Con piacere estremo cresce.

Vivo per lei nel vortice.

Attraverso la mia voce

Si espande e amore produce.

 

Vivo per lei nient'altro ho

E quanti altri incontrerò

Che come me hanno scritto in viso:

Io vivo per lei.

 

Vivo per lei! Da quanto ormai... Ma non mi stancherò mai di ripeterlo.

La vita è come un pentagramma. Troverai diesis che ti porteranno avanti e bemolle che ti porteranno indietro. Fai della tua vita la tua musica e sii il musicista della tua vita. Sta a te capire come suonarla...

La sua mano si affacciò dietro al muretto che li separava e sentì una più piccola stringerla.

 

Io vivo per lei

Sopra un palco o contro ad un muro...

Vivo per lei al limite.

... anche in un domani duro.

Vivo per lei al margine.

Ogni giorno

Una conquista,

La protagonista

Sarà sempre lei.

Vivo per lei perchè oramai

Io non ho altra via d'uscita,

Perchè la musica lo sai

Davvero non l'ho mai tradita.

Vivo per lei perchè mi da

Pause e note in libertà

Ci fosse un’altra vita la vivo,

La vivo per lei.

Vivo per lei la musica.

Io vivo per lei.

Vivo per lei è unica.

Io vivo per lei.

Io vivo per lei.

Io vivo

Per lei.

 

Silvia si alzò senza farsi sentire.

L'irrefrenabile voglia di scappare.

Si accorse di aver ancora la mano nella sua e cercò di divincolarsi. Il ragazzo aumentò la presa e portò quella piccola parte di lei al petto verso il cuore. Sentì i suoi battiti veloci. Apollo vide una ciocca di capelli biondi e il desiderio di vedere chi fosse prevalse sui sui timori. "Chi sei?" ripetè. Così le prese il braccio e la attirò a se. "Tuuuuuuuuuuuuuuuu?!" urlarono all'unisono.

"Guarda te... Ti ho dato una mano e tu ti prendi tutto il braccio! Non si fa!" lo rimproverò la De Alisia irritata. Contemporaneamente sentirono dei passi sul pavimento. Tacchi alti. Celiane Dealy apparve in tutto il suo splendore. Aveva un portamento ed un eleganza innata degno di una regina. Quando i ragazzi la videro si staccarono improvvisamente ed emisero un sospiro di sollievo quando sul suo viso si disegnò un piccolo sorriso. La donna dapprima assunse un espressione di puro sbigattimento ma poi inaspettatamente comparve sul suo volto solo sorpresa. Non si poteva dire se fosse piacevolmente stupita o solo arrabbiata eppure non sembrava irritata.

"Chi cantava?" chiese allora curiosa. "Bè veramente..." esordì Apollo un pò impacciato. "Noi" finì per lui decisa la biondina incurante delle occhiatacce lanciate dal rosso accanto a lei.

Ora la donna era davvero impressionata "Voi?! Vi conosciete?"

"Bè più o meno..."

Ma questo parla a monosillabi?!

"Vi conosciete si o no?"

"Bè si... però..."

Ok, parla decisamente a monosillabi.

"Non so chi sia lui"

"Non so chi sia lei"

Contemporaneamente si girarono verso la Dealy che si mise a ridere.

"COSA C'E' DA RIDERE!?" sbraitò il rosso arrabbiato che cominciava ad averne abbastanza di essere preso in giro.

"Per prima cosa voglio che incidiate un disco!" tutta contenta Celiane esibiva un sorrisino ebete mentre saltellava per il corridoio come una bambina con gli occhioni luccicanti di gioia.

"CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE??????????????????????!!!" Fu la risposta dei due giovani che stavano seriamente pensando di infilarle la camicia di forza. "Ragazzi! Vi siete sentiti cantare? Siete perfetti. Le vostre voci, la vostra anima era tutta in quella canzone. Non potete rifiutare. E'un'occasione che non fa solo il ladro fa anche il grand' uomo o la grande donna nel caso tuo Silvia. Prendere o lasciare."

"Ma io non lo conosco!"

"Ma io non la conosco! Aspetta un attimo... resetta tutto. Hai appena detto "Silvia"?"

Ah, ma allora Apollo non era così scemo come sembrava!

"Hai capito benissimo. Mi sembra venuto il momento di fare le presentazioni. Apollo, questa vivace, attiva e peperina ragazza dagli occhi brillanti simili a turchesi vicino a te è Silvia De Alisia, tua nuova collega di lavoro e compagna di incisione. Silvia, il ragazzo dolcissimo, selvaggio ed un pò matto che hai accanto dai topazi al posto degli occhi è Apollo Black, tuo nuovo collega di lavoro e di incisione"

 

Per la seconda volta in quella giornata risuonò nelle sale degli Studios un memorabile urlo.

"TUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!"

 

Vi vorrei dire com’è nata questa storia…Per la verità ero addormentata sul divano morbido bianco panna della mia dolce nonna ed era sera, la televisione accesa ad alto volume tanto che lei mi chiedeva di alzarlo ancora…C’era una canzone molto bella cantata da una ragazza giovane che finita la melodia la dedicò a due genitori che si erano innamorati grazie alla Radio. Ora ascoltandola ed ascoltando questa canzone ho capito come qualcosa di cosi instabile ed incorporeo come la voce può dare sensazioni senza pari. Un po’ come la parola, non credete?

La colonna sonora è “Vivo per lei” e che altro dire? Vi è piaciuto?|(a noi no!)| ecco gli uccellaci del malaugurio! Grazie a chi legge solamente e grazie a chi commenta perché mi dà una spinta a continuare…

 

SPAZIETTO RECENSIONI e…Becca non dire quello che stai per dire!(Cosa? Perché qualcuno ti recensisce?!) ecco appunto!

 

Aquarion89: Grazie, grazie, grazie! Di a shin che i tuoi commenti sono sempre ben accetti! Sono contenta che l’idea ti piaccia… Grazie ancora!

 

Silviatheangel: Silvietta è unica! Sono completamente d’accordo con te il suo modo di fare è stupefacente soprattutto con Apollo che, poverino, dovrà sopportarla!

 

roby the best: Beh, su questo non c’è che dire sono davvero matti! Ed ora costretti a lavorare insieme… Diciamo che faranno scintille! Nel vero senso della parola!

 

Laicachan: Di litigi ne vedrai molti altri laica! Grazie! Ah dimenticavo, dì a shu che si deve regolare con il pan grattato!

 

Dreamer21: Alla fine ho aggiornato! Ce l’ho fatta! Pensa che quando stavo per postare mi sono messa in salone a fare il trenino con la mia migliore amica cantando “A-E-I-O-U-IPSILON!” e poi ”we are the champions!”… Senza parole! Sono contenta che ti piaccia, ne sono onorata o mia “Regina delle AU”!

 

Baci

      Charlie o Piccola Ferr

      L’adorabile, solo quando le fa comodo, Rebecca o Martina

     E l’immancabile Sono Nervosa Devo Studiare, Vale o Titta! Ti voglio bene Sister! 

  
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