8° capitolo
Qualcuno trama
qualcosa, qualcosa di davvero brutto e sporco, che ha ridotto una famiglia al lastrico,
solo per il loro bene e guadagno, solo per poterli controllare e manipolare,
tutti sotto i loro comandi, tutto racchiuso in un segreto tra quattro mura, e
qualcuno che cerca di proteggere chi ama, chi ha imparato ad amare, e chi fa
finta di nulla, solo per non perderla, chiuso nella sua stanza disteso nel suo
letto a due piazze, con la radio accesa, fissando il soffitto perso nel suo
colore, che sa di immensità, di grandezza, e di tanta solitudine. L’immenso
ormai sinonimo di solitudine. Il bianco, il colore del nulla.
Nella sua mente un
solo pensiero, e il suo volto si fa triste e si percepisce un attimo di paura,
ma subito dopo sparisce, lasciando solo un velo di tristezza che sembra non
voler sparire, forse ormai sono un’unica cosa, eppure sa che in qualche modo
sparisce magicamente quando la vede, anche se ormai si sta lasciando andare. Troppi
baci rubati, ma stranamente ricambiati. Una domanda che l’assilla: chi è lui
per lei? E il continuo cercare una risposta lo porta all’esasperazione, lui sa
quella risposta, eppure continua a negarla, anche se ormai è così ovvio,il
corpo comanda per lui, la persona stessa non ha più potere su esso, e se
continua così, gli scapperà qualcosa, qualcosa che deve tenere nascosto, che
vuole tenerlo nascosto, ma ancora si chiede il perché.
Il tempo scorre
troppo velocemente per i suoi gusti, continuando a fissare il tetto, rivedendo
quei baci rubati, assaporati attimo per attimo. Sente le sue labbra secche, si
morde il labbro inferiore dannandosi per quel suo intenso desiderio. Rivuole le
sue labbra rosee, le rivuole e basta, ma quel suo grande desiderio lo tortura
di pari passo.
Deve andarla a
cercare? Stringerla tra le sua braccia? Proteggerla? Non può essere sempre così
fortunato, non può trovarla così spesso, bisogna avere una grande fortuna, ma
lui l’aveva?
Molte volte era
riuscito a trovarla, camminando tra le strade con quel pensiero fisso, e come
se volessero far avverare i suoi desideri, se la ritrovava sempre davanti,
immersa nei suoi pensieri, con lo sguardo perso nel vuoto, o con occhi gonfi da
cui uscivano le sue lacrime, per la sofferenza che stava provando, provocando
rabbia in lui, infondo sapeva bene il perché della sua sofferenza, purtroppo
sapeva tutto, e si malediceva per ogni cosa. Quante volte aveva voluto dirle
tutto? Quante volte si era fermato? E poi finalmente un volta era riuscito a
dire qualcosa, una semplice frase: “Io so tutto!”, ma si era fermato li,
incapace di continuare, con la paura che scappasse da lui per sempre.
Basta doveva
smettere, smettere di pensarla, non poteva essere sempre nei suoi pensieri, non
poteva, non doveva. Si tirò su, mettendosi seduto, abbassando la testa in segno
di arresa, le mani sostengono il capo, scuote il capo in senso di negazione,
accompagnato dal ritmo della musica.
Perché? Perché
dannarsi così?
Basta doveva uscire
di là.
Detto fatto, scende
dal letto, percorre la sua stanza e via fuori di li a gran corsa.
Solite strade,
solita gente che cammina a grande velocità, gente che corre, che sbatte di qua
di la, cani che inseguono i padroni, e padroni che inseguono cani, un casotto
come sempre.
Percorre la sua
strada, nessuna meta, finché potrà camminare, camminerà.
Però si sa, i piedi
portano sempre ad una metà, volente o no…
Ecco, lo sapeva, se
sarebbe uscito sarebbe andato solo in due posti, e chissà perché quei posti
sono sempre collegati fra loro. Colpa sua. Eppure non ci poteva fare nulla, i
suoi piedi sono collegati al suo corpo, e il suo corpo è comandato dal
cervello, ed anche dal cuore, lui voleva andare li.
Ancora pochi passi
e si sarebbe seduto in quello spazio verde, enorme, non gli andava di stare
seduto su una panchina, il terreno è silenzioso, ma sa darti la pace.
Si, il Green Park
era il suo rifugio, uno dei due posti che amava di più.
Seduto sull’erba
fresca, verde come non mai. E chi se ne frega se i suoi abbiti cambieranno
colore, almeno sapranno del suo odore.
Sapeva che non
l’avrebbe trovata la, ma infondo al suo cuore ci sperava, e anche tanto. Forse
stava diventando troppo debole, eppure dicono che l’amore rende più forti.
Amore? Era questo che lo turbava? Era questo quello che provava? Si trattava
davvero di amore?
Basta, non c’è la
faceva più, troppe interrogativi, la sua testa stava scoppiando. Vide un filo
d’erba più lungo degli altri, lo scippò, e tranquillamente, come se quel filo
potesse portarlo alla pace, cominciò a giocarci. Difatti lo distraeva, ma quei
pensieri non volevano andarsene.
Sembrava un
bambino, piccolo e indifeso, che aveva tanto bisogno di affetto, di contatto
umano, di un forte abbraccio, e magari di un lieve bacio.
Arrossi a quel
pensiero, nascosta dietro un albero, nell’ultimo periodo pensava molto spesso a
lui, ed ai suoi baci rubati, anche se possiamo dire in tutta libertà, che poi
non erano così rubati.
Lo fissava, mentre
giocava con quel filo d’erba. Si, era davvero un bimbo.
Si leccò le labbra,
porca miseria! Perché si era messo quel filo d’erba in bocca? Voleva tanto
essere al suo posto. Ok, ora arrossiva nuovamente, forse doveva andar via di
la, smetterla di fissarlo, smetterla di pendere alla sue labbra, smetterla e
basta, stava diventando troppo pericolo, una vera ossessione. Ma lui l’aveva
colpita, stregata. Dannò quel ragazzo, eppure lui le nascondeva qualcosa, lui
sapeva qualcosa, ma cosa le sfuggiva, perché ogni volta che lui era di mezzo
non capiva più niente, tranne il fatto di volerlo con lei. Ecco, anche questo
non era del tutto normale, com’è che diceva che doveva andarsene di la, ma si
mordeva le labbra, sperando di diventare magicamente quel filo d’erba, alla
fine quell’oggetto viene buttato e dimenticato. E se fosse anche con lei così?
E se fosse tutto un gioco? Forse lei per lui non era nessuno. Ancora complessi,
ancora interrogativi, ancora perplessità. Ma cosa doveva fare per sparire di
la? Farsi vedere, per attirare le sua attenzione, e nel momento in cui la cosa
fosse fatta, scappare via, oppure sarebbe rimasta la a fissarlo, mentre lui la
guardava interrogativo?
Si poteva essere
più scemi e sciocchi? Perché cavolo non andava via? D’altronde non l’aveva
vista, poteva sparire tranquillamente.
Strinse i pugni,
era troppo pesante quella situazione, doveva fare qualcosa e alla svelta.
-Ciao!-
Il ragazzo saltò in
aria, maledicendo l’individuo che l’aveva disturbato, appena avrebbe alzato lo
sguardo gliene avrebbe dette di tutti i colori, però quella voce la conosceva… non è che…
Doveva imparare ad
non pensare, possibile mai che ogni volta se la ritrovava davanti, qualcuno
lassù gli deve volere un gran bene, oppure si burlava semplicemente di lui.
Dannazione!
Ma quando mai
l’oggetto dei tuoi desideri si presenta ogni volta di nazi a te? Non sapeva se
esserne felice, o cominciarsi a sbattere la testa da qualche parte.
Sbuffò! Eppure lei
l’aveva salutato così allegramente, con quel sorriso stupendo che ogni volta
che lo vedeva gli fa perdere un battito.
La vide
intristirsi, decisamente la capiva, anche lui avrebbe reagito così, se qualcuno
sbuffasse ad un saluto così caloroso.
-Ciao!-
Rispose secco,
freddo e conciso, fissandola negli occhi.
A volte si chiedeva
come faceva a non abbassare mai lo sguardo davanti ai suoi occhi.
Per un attimo le
sembrò quasi di non essere bene accetta in quel momento, ma ormai conosceva i
suoi atteggiamenti bruschi, quindi non ci fece molto caso.
-Tutto solo, eh?-
Una domanda vale
un’altra, quando si vuol spezzare il ghiaccio, però una così stupida era meglio
evitarla.
-Ma no, e da cosa
l’avresti capito?!-
Il suo tono non era
cambiato di una virgola, facendo notare però il suo tono di beffa nei suoi
confronti.
Sembro irrigidirsi.
Perché cavolo era andata da lui? Stupito ego!
Strinse nuovamente
i pugni, dandosi della stupida mentalmente. Era meglio se andava via di li.
Si girò, non
sopportava più il suo sguardo freddo e indifferente, doveva andarsene.
Pugni sempre
stretti cercando di trattenere la sua ira. Ma ira verso cosa? Possibile mai che
quel ragazzo la facesse innervosire così tanto e che allo stesso tempo volesse
rimare li, per sempre… con lui.
Primi passi per
poter tornare da dove era venuta, e dimenticare quel freddo incontro.
La vide girarsi,
stringere i pugni, e cominciare ad allontanarsi.
No, non voleva, la
voleva accanto. Perché dover rovinare sempre qualcosa con i suoi atteggiamenti
da maleducato e menefreghista?
Quella ragazza
aveva uno strano potere su di lui, se ne rendeva conto, ogni giono che passava.
-Asp…dove vai?-
Per un momento
stava per cedere, non voleva pregarla di aspettarlo, doveva farle solo una
semplice domanda, una domanda indifferente.
Si fermò, ma lei
doveva continuare. Però aveva sentito quella richiesta come una piccola
supplica. Il solo fatto di aver sentito la sua voce, la sbloccava.
Un sospiro… quanto era difficile quella situazione.
-Vado via, non ho
motivo di rimanere.-
Sospirò un’altra
volta, forse era stata troppo fredda e diretta, ma se doveva lasciarlo perdere,
doveva fare così.
Una folata di vento… sembrava che fosse passata di li, per rompere quel
silenzio insopportabile. Stavano assaporando quella leggera compagna, venuta
così dal nulla, che voleva semplicemente regalargli una carezza, e poterli
rilassare e calmare.
Dei passi, veloci,
scattanti.
Una mano prese la
sua, girandola verso la sua figura…
-Il tuo motivo sono
io.-
Semplici parole,
uscite dal cuore. Ancora una volta era stato proprio esso a compire l’azione,
ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, era li di nazi a lei, ai suoi
occhi che lo guardavano increduli, lucidi per le continue emozioni di quel
momento.
Lo guardava stupefatta,
incredula, l’aveva davvero detto? Non se l’era immaginato, vero? Il suo cuore
perse vari battiti, quel momento non voleva finire, era troppo lungo. Lui che
la tratteneva per una mano, che l’aveva portata a girarsi nuovamente verso lui,
così improvvisamente, senza accorgersi
di nulla, per poi ritrovarsi in quella situazione.
Occhi fissi, lo
sguardo non cedeva, occhi magnetici che dicevano una sola cosa per entrambi.
Ancora una folata
di vento, sembrava non volersi perdere niente, e intervenire ogni volta che
poteva, per quanto le era permesso.
-Perché mi dici
tutto questo?-
Le sue labbra si
erano aperte, tremando appena, con un filo di voce roca, mentre continuava a
guardarlo negli occhi.
Accidenti a lui,
questo e perché fa sempre cose troppo avventate, cosa sperava di ottenere
correndole dietro e fermandola? E perché cavolo aveva detto quella frase? Era
semplicemente uno stupido ragazzino, e ora che le rispondeva? Che cosa si
inventava?
Abbassò la testa,
rassegnato, stanco, si sentiva così debole.
Portò la sua unica
mano libera in un pugno, scaricando la sua rabbia in esso, stringendolo sempre
più forte.
Aveva abbassato la
testa, davanti a lei,e sembrava quasi in segno d’arresa. Ma arresa contro lei?
Perché? Gli aveva fatto una semplice domanda, era chiedere troppo?
Mai l’aveva visto
così, notò la sua mano, le nocche stavano diventando bianche, sempre più,
troppa pressione in quel pugno, troppa forza, da li a poco poteva anche
uscirgli del sangue.
Allungò la sua
mano, verso la sua, un solo tocco, per poi cominciare ad aprirla lentamente,
sotto lo sguardo stupefatto di lui. Aveva visto giusto, ancora pochi secondi e
da li sarebbe uscito del sangue, non poteva certo permetterlo.
L’aprì
completamente, intrecciando le dita tra le sue, palmo contro palmo.
Lui alzò il capo,
andando a incrociare i suoi occhi nocciola, notando la preoccupazione nel suo
volto. Si diede nel deficiente mentalmente. E ora?
Un sospiro.
-Ti innervosisco
così tanto?.-
Domanda innocente,
uscita così per caso, con voce tremolante, triste, costringendola ad abbassando
il capo, abbattuta.
La guardava, molto
attentamente, vedendo il capo schino il suo cuore si strinse, perché doveva
sempre ridurla in tal modo?
Rinforzò la stretta
della mano, incrociando sempre più le dita, lasciando la mano con cui l’aveva
fermata, andando ad alzarle il viso, per poterla guardare nuovamente negli
occhi.
-No, per nulla.-
Occhi sgranati,
respiro lento, cuore fermo. Possibile che ogni frase che uscisse dalla sue
labbra, le facesse sempre quell’effetto esagerato?
Occhi incrociati
tra loro, silenzio imbarazzante, rumore delle foglie spostate dal vento, erba
che si alzava e abbassava, il rumore del vento, è il suo continuo canto…
L’attirò a se,
senza pensarci, senza preoccuparsi di nulla, per poi maledirsi ancora una
volta.
Lo guardava stupefatta,
sorpresa, stupita, il cuore perse un battito, per poi cominciare a battere
sempre più forte, incessante. Ogni volta che aveva un qualsiasi contatto con
lui, scatenava dentro di se la qualunque, invocando tutte le sensazioni
possibili, e maledicendolo per ogni attimo.
La trascinò via da
quel punto, lasciandole la mano presa in precedenza per fermarla, portandola nel punto in cui pochi minuti prima
era seduto, mentre lo sguardo della ragazza rimaneva incollato al suo,
dubbiosa, curiosa, con un leggero sbalordimento nei suoi occhi.
Le stava chiedendo
di sedersi li, con lui, almeno per un po’.
Un sospiro. Come faceva
a dirgli di no?
Ed eccola li
seduta, in quel prato, davanti a lui, a gambe incrociate, fissando le proprie
mani, che si muovevano nervosamente, cercando un pretesto per poterle muovere,
la qualsiasi, anche un sasso o della terra, qualunque cosa, mentre il nostro
caro ragazzo la guardava divertito, ridendo sotto i baffi, portandosi una mano davanti
la bocca per nasconderla, ammirandola, pensando
a quanto potesse essere infantile a volte.
Si accorse del suo
sguardo divertito, abbassò la testa arrossendo, continuando a giocare con le
mani e con un filo d’erba scippato goffamente.
La vide abbassare
la testa arrossendo, adesso era ancora più buffa, sorrise, un sorriso sincero,
e tremendamente bello, la fece arrossire ancor di più, inconsapevole del potere
che aveva su lui.
E senza alcun
preavviso, senza un minimo sensazione di spostamento, del suo calore che adesso
mancava, si sentì spingere per terra, liberando le gambe, lasciando i capelli
spargersi su quel punto, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo, per
poi aprirli e poter rendersi conto di averlo sopra…
Ehm…coff, coff,
scusate gli alieni mi avevano rapita!
…
Magari, così avrei avuto una buona scusa, ma mi sa proprio di
non averla. Ok, devo confessare che in questi mesi non mi andava più di leggere
fan fiction, e qui la cosa è grave, e non mi andava più di scrivere, anche se
ogni giorno il mio cervellino fabbricava qualcosa che io ignoravo totalmente,
che belle cose =__=”
Scusateeeeeeeeeeeeeeeee!! Ryan92 farà di tutto
per farsi perdonare (forse), no, no davvero, ho tante idee, alcune anche un po’
troppe pazze, anche troppe per me, però…oddio il mio
cervello le ha fabbricate, quindi se vedrete delle strane fic
che non sono della mia natura sappiate che sono uscita completamente di senno,
stiamo a vedere però se le metterò in atto, ma spero proprio di si, è una
battaglia contro me stessa u.u!
Ora passiamo hai commenti:
O_O, nove commenti per il precedente
cap! E chi è morto? E pensare che adesso vi ho
lasciato così, roba da non credere.
ECA90: E’ tornata che billo ç_ç (sperando di vederti ancora)! Comunque ti devo chiedere
scusa, avevi sperato che aggiornassi presto e invece ho fatto passare un sacco
di tempo (guarda te la passi meglio tu, che non quelle che aspettano l’aggiornamento
sulla mia fic di Naruto che
non aggiorno da ottobre O_O), però come puoi vedere
ho fatto una bella ficcina complicata, ahah. Chissà magari adesso si è capito un po’ di più (non
credo proprio, ahah), a presto!
Fragole: Ahah, e adesso che sono tornata dopo tanto tempo, avrai
dovuto aspettare di nuovo, scusa, spero di essermi fatta perdonare con questo
capitoletto! Grazie per i complimenti!
Ryanforever: *__* è lei davvero? Ahh che belloooooooooo!! Finalmente conosco la persona che mi mette
sempre nei preferito, che billo! Meglio se non ti
dico che ti adoro, infatti non te lo dico, tu non hai letto nulla, non so chi
tu sia u.u! Ahah, va Bè sono esaurita. Però se tu mi fai tutti questi
complimenti io arrossisco, ehm…non è il caso, hihi! Per quanto riguarda il tuo commento lungo non ti
preoccupare, si vede che non hai mai visto i miei, non finiscono mai, un
commento lungo è sempre ben accetto, io li adoro, dovresti andare in giro per
il sito, soprattutto nella sezione di Naruto, e
vedresti che commenti, ahah! Grazie mille per i
complimenti, e spero di riuscire ad aggiornata prima, anche se mi piacerebbe
vederti come autrice in questa sezione, sarebbe davvero bello. Zao ^^!
Th924ever: Guarda a
volte mi chiedo anch’io cosa sta succedendo in questa storia, ma poi mi rendo
conto, che io in teoria dovrei saperlo, appunto in teoria, il mio cervello mi dice
le cose dopo, che antipatico! Hallo!
Geo88: Bene, visto che
blocco creativo sono spuntata di nuovo dopo mesi, ma guarda un po’, dovrei
andarmi a nascondere,e poi posso
confessarti che io adoro quel cap, ma c’è un
problema, io amo tutta la mia ficcina, mi sa che è un
male! Grazie per i complimenti ^^! Ciauu!
AmyGoku: mi sa che il
tuo inginocchiamento mi sia arrivato troppo tardi, e ho cominciato a scrivere
proprio da allora, ahah, ecco un’altra mia cavolata,
Spero che mi sia fatta perdonare, se no vado in Inghilterra da quei due e non
torno più, hihi! Grazie! A presto (spero)!
Goky: L’hai letta
tutta di un fiato? Riprendilo per i capitoli seguenti, ti servirà (almeno creso
=_=)! Ehm…>////< mi fai imbarazzare se mi dici
che sono brava a scrivere, comunque custodisco gelosamente questo complimento
^^! Ciau!!
Alysea: O__O! Fermi
tutti! … Tu cosa ci fai qui? Oddio il mondo è caduto e io non m’ero accorata! O_O, aspettate che mi devo ancora riprendere! Sore ma ti ho minacciata e non me ne sono resa conto? No,
perché se è così ti chiedo scusa, anche se ogni volta mi dici che tutto quello
ch scrivo lo trovi bellissimo, e se in una fic
facciamo morire il nostro Bill (facciamo corna) l’apprezzerai comunque? Ahah, non credo proprio, non l’apprezzerei manco io!
Ma Marty non
ti preoccupare per i commenti, ognuno fa quel che può, e poi non è vero che non
te la cavi, mi hai fatto tanti complimenti >/////<, e devo dire che anch’io
comincio a credere che Ryan e come la bambina di The ring, ma anche Strawberry
non scherza. Ahah!
Crazie mile (errore dovuto,
sappiano noi il perché u.u)! Sciau,
ci sentiamo ^^!
Pinkgirl: O_O, e io che ho letto la tua fic
ieri e ancora non ho commentato (se mai mi verrà l’espirazione, cervello bacato
muoviti)! Non potevo mica lasciarti senza il nuovo capitolo! No, no, anche
perché mi sarei ritrovata tutti sotto casa, e allora addio mando delle fan
fiction, non posso permetterlo u.u! Grazie per i
complimenti, Spero ti piaccia anche questo! Ciaoo!
Mi
raccomando commentate, tanto ormai sono sempre qua, se non mi rapiscono gli
alieni u.u!
Grazie
a tutti quelli che hanno letto soltanto!
Bacioni
Ryan92!