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Autore: Antys    03/06/2008    5 recensioni
E’ una bellissima giornata di primavera, gli uccellini cantano felici e spensierati, i fiori sbocciano più belli che mai, finalmente dopo un inverno gelido, che li aveva rinchiusi da quella barriera detta neve. Gli alberi fioriscono per dare il dolce benvenuto alla primavera, la stagione degli “innamorati”, se così la vogliamo chiamare, infatti dovunque cammini o ti giri in torno, vedi coppie, coppie di innamorati felici, che passavano una bella giornata con il proprio amore, dopo aver aspettato un intero inverno gelido, senza poter uscire, e poter vedere l’amore della propria vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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8° capitolo

 

Qualcuno trama qualcosa, qualcosa di davvero brutto e sporco, che ha ridotto una famiglia al lastrico, solo per il loro bene e guadagno, solo per poterli controllare e manipolare, tutti sotto i loro comandi, tutto racchiuso in un segreto tra quattro mura, e qualcuno che cerca di proteggere chi ama, chi ha imparato ad amare, e chi fa finta di nulla, solo per non perderla, chiuso nella sua stanza disteso nel suo letto a due piazze, con la radio accesa, fissando il soffitto perso nel suo colore, che sa di immensità, di grandezza, e di tanta solitudine. L’immenso ormai sinonimo di solitudine. Il bianco, il colore del nulla.

Nella sua mente un solo pensiero, e il suo volto si fa triste e si percepisce un attimo di paura, ma subito dopo sparisce, lasciando solo un velo di tristezza che sembra non voler sparire, forse ormai sono un’unica cosa, eppure sa che in qualche modo sparisce magicamente quando la vede, anche se ormai si sta lasciando andare. Troppi baci rubati, ma stranamente ricambiati. Una domanda che l’assilla: chi è lui per lei? E il continuo cercare una risposta lo porta all’esasperazione, lui sa quella risposta, eppure continua a negarla, anche se ormai è così ovvio,il corpo comanda per lui, la persona stessa non ha più potere su esso, e se continua così, gli scapperà qualcosa, qualcosa che deve tenere nascosto, che vuole tenerlo nascosto, ma ancora si chiede il perché.

Il tempo scorre troppo velocemente per i suoi gusti, continuando a fissare il tetto, rivedendo quei baci rubati, assaporati attimo per attimo. Sente le sue labbra secche, si morde il labbro inferiore dannandosi per quel suo intenso desiderio. Rivuole le sue labbra rosee, le rivuole e basta, ma quel suo grande desiderio lo tortura di pari passo.

Deve andarla a cercare? Stringerla tra le sua braccia? Proteggerla? Non può essere sempre così fortunato, non può trovarla così spesso, bisogna avere una grande fortuna, ma lui l’aveva?

Molte volte era riuscito a trovarla, camminando tra le strade con quel pensiero fisso, e come se volessero far avverare i suoi desideri, se la ritrovava sempre davanti, immersa nei suoi pensieri, con lo sguardo perso nel vuoto, o con occhi gonfi da cui uscivano le sue lacrime, per la sofferenza che stava provando, provocando rabbia in lui, infondo sapeva bene il perché della sua sofferenza, purtroppo sapeva tutto, e si malediceva per ogni cosa. Quante volte aveva voluto dirle tutto? Quante volte si era fermato? E poi finalmente un volta era riuscito a dire qualcosa, una semplice frase: “Io so tutto!”, ma si era fermato li, incapace di continuare, con la paura che scappasse da lui per sempre.

Basta doveva smettere, smettere di pensarla, non poteva essere sempre nei suoi pensieri, non poteva, non doveva. Si tirò su, mettendosi seduto, abbassando la testa in segno di arresa, le mani sostengono il capo, scuote il capo in senso di negazione, accompagnato dal ritmo della musica.

Perché? Perché dannarsi così?                                                                          

Basta doveva uscire di là.

Detto fatto, scende dal letto, percorre la sua stanza e via fuori di li a gran corsa.

 

Solite strade, solita gente che cammina a grande velocità, gente che corre, che sbatte di qua di la, cani che inseguono i padroni, e padroni che inseguono cani, un casotto come sempre.

Percorre la sua strada, nessuna meta, finché potrà camminare, camminerà.

Però si sa, i piedi portano sempre ad una metà, volente o no…

 

Ecco, lo sapeva, se sarebbe uscito sarebbe andato solo in due posti, e chissà perché quei posti sono sempre collegati fra loro. Colpa sua. Eppure non ci poteva fare nulla, i suoi piedi sono collegati al suo corpo, e il suo corpo è comandato dal cervello, ed anche dal cuore, lui voleva andare li.

Ancora pochi passi e si sarebbe seduto in quello spazio verde, enorme, non gli andava di stare seduto su una panchina, il terreno è silenzioso, ma sa darti la pace.

Si, il Green Park era il suo rifugio, uno dei due posti che amava di più.

 

Seduto sull’erba fresca, verde come non mai. E chi se ne frega se i suoi abbiti cambieranno colore, almeno sapranno del suo odore.

Sapeva che non l’avrebbe trovata la, ma infondo al suo cuore ci sperava, e anche tanto. Forse stava diventando troppo debole, eppure dicono che l’amore rende più forti. Amore? Era questo che lo turbava? Era questo quello che provava? Si trattava davvero di amore?

Basta, non c’è la faceva più, troppe interrogativi, la sua testa stava scoppiando. Vide un filo d’erba più lungo degli altri, lo scippò, e tranquillamente, come se quel filo potesse portarlo alla pace, cominciò a giocarci. Difatti lo distraeva, ma quei pensieri non volevano  andarsene.

 

 

 

 

Sembrava un bambino, piccolo e indifeso, che aveva tanto bisogno di affetto, di contatto umano, di un forte abbraccio, e magari di un lieve bacio.

Arrossi a quel pensiero, nascosta dietro un albero, nell’ultimo periodo pensava molto spesso a lui, ed ai suoi baci rubati, anche se possiamo dire in tutta libertà, che poi non erano così rubati.

Lo fissava, mentre giocava con quel filo d’erba. Si, era davvero un bimbo.

Si leccò le labbra, porca miseria! Perché si era messo quel filo d’erba in bocca? Voleva tanto essere al suo posto. Ok, ora arrossiva nuovamente, forse doveva andar via di la, smetterla di fissarlo, smetterla di pendere alla sue labbra, smetterla e basta, stava diventando troppo pericolo, una vera ossessione. Ma lui l’aveva colpita, stregata. Dannò quel ragazzo, eppure lui le nascondeva qualcosa, lui sapeva qualcosa, ma cosa le sfuggiva, perché ogni volta che lui era di mezzo non capiva più niente, tranne il fatto di volerlo con lei. Ecco, anche questo non era del tutto normale, com’è che diceva che doveva andarsene di la, ma si mordeva le labbra, sperando di diventare magicamente quel filo d’erba, alla fine quell’oggetto viene buttato e dimenticato. E se fosse anche con lei così? E se fosse tutto un gioco? Forse lei per lui non era nessuno. Ancora complessi, ancora interrogativi, ancora perplessità. Ma cosa doveva fare per sparire di la? Farsi vedere, per attirare le sua attenzione, e nel momento in cui la cosa fosse fatta, scappare via, oppure sarebbe rimasta la a fissarlo, mentre lui la guardava interrogativo?

Si poteva essere più scemi e sciocchi? Perché cavolo non andava via? D’altronde non l’aveva vista, poteva sparire tranquillamente.

Strinse i pugni, era troppo pesante quella situazione, doveva fare qualcosa e alla svelta.

 

-Ciao!-

Il ragazzo saltò in aria, maledicendo l’individuo che l’aveva disturbato, appena avrebbe alzato lo sguardo gliene avrebbe dette di tutti i colori, però quella voce la conosceva… non è che…

Doveva imparare ad non pensare, possibile mai che ogni volta se la ritrovava davanti, qualcuno lassù gli deve volere un gran bene, oppure si burlava semplicemente di lui. Dannazione!

Ma quando mai l’oggetto dei tuoi desideri si presenta ogni volta di nazi a te? Non sapeva se esserne felice, o cominciarsi a sbattere la testa da qualche parte.

Sbuffò! Eppure lei l’aveva salutato così allegramente, con quel sorriso stupendo che ogni volta che lo vedeva gli fa perdere un battito.

La vide intristirsi, decisamente la capiva, anche lui avrebbe reagito così, se qualcuno sbuffasse ad un saluto così caloroso.

 

-Ciao!-

Rispose secco, freddo e conciso, fissandola negli occhi.

A volte si chiedeva come faceva a non abbassare mai lo sguardo davanti ai suoi occhi.

 

Per un attimo le sembrò quasi di non essere bene accetta in quel momento, ma ormai conosceva i suoi atteggiamenti bruschi, quindi non ci fece molto caso.

 

-Tutto solo, eh?-

Una domanda vale un’altra, quando si vuol spezzare il ghiaccio, però una così stupida era meglio evitarla.

 

-Ma no, e da cosa l’avresti capito?!-

Il suo tono non era cambiato di una virgola, facendo notare però il suo tono di beffa nei suoi confronti.

 

Sembro irrigidirsi. Perché cavolo era andata da lui? Stupito ego!

Strinse nuovamente i pugni, dandosi della stupida mentalmente. Era meglio se andava via di li.

Si girò, non sopportava più il suo sguardo freddo e indifferente, doveva andarsene.

Pugni sempre stretti cercando di trattenere la sua ira. Ma ira verso cosa? Possibile mai che quel ragazzo la facesse innervosire così tanto e che allo stesso tempo volesse rimare li, per sempre… con lui.

Primi passi per poter tornare da dove era venuta, e dimenticare quel freddo incontro.

 

La vide girarsi, stringere i pugni, e cominciare ad allontanarsi.

No, non voleva, la voleva accanto. Perché dover rovinare sempre qualcosa con i suoi atteggiamenti da maleducato e menefreghista?

Quella ragazza aveva uno strano potere su di lui, se ne rendeva conto, ogni giono che passava.

 

-Asp…dove vai?-

Per un momento stava per cedere, non voleva pregarla di aspettarlo, doveva farle solo una semplice domanda, una domanda indifferente.

 

Si fermò, ma lei doveva continuare. Però aveva sentito quella richiesta come una piccola supplica. Il solo fatto di aver sentito la sua voce, la sbloccava.

Un sospiro… quanto era difficile quella situazione.

 

-Vado via, non ho motivo di rimanere.-

Sospirò un’altra volta, forse era stata troppo fredda e diretta, ma se doveva lasciarlo perdere, doveva fare così.

 

Una folata di vento… sembrava che fosse passata di li, per rompere quel silenzio insopportabile. Stavano assaporando quella leggera compagna, venuta così dal nulla, che voleva semplicemente regalargli una carezza, e poterli rilassare e calmare.

 

Dei passi, veloci, scattanti.

Una mano prese la sua, girandola verso la sua figura…

 

-Il tuo motivo sono io.-  

Semplici parole, uscite dal cuore. Ancora una volta era stato proprio esso a compire l’azione, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, era li di nazi a lei, ai suoi occhi che lo guardavano increduli, lucidi per le continue emozioni di quel momento.

 

Lo guardava stupefatta, incredula, l’aveva davvero detto? Non se l’era immaginato, vero? Il suo cuore perse vari battiti, quel momento non voleva finire, era troppo lungo. Lui che la tratteneva per una mano, che l’aveva portata a girarsi nuovamente verso lui, così improvvisamente,  senza accorgersi di nulla, per poi ritrovarsi in quella situazione.

Occhi fissi, lo sguardo non cedeva, occhi magnetici che dicevano una sola cosa per entrambi.

Ancora una folata di vento, sembrava non volersi perdere niente, e intervenire ogni volta che poteva, per quanto le era permesso.

 

-Perché mi dici tutto questo?-

Le sue labbra si erano aperte, tremando appena, con un filo di voce roca, mentre continuava a guardarlo negli occhi.

 

Accidenti a lui, questo e perché fa sempre cose troppo avventate, cosa sperava di ottenere correndole dietro e fermandola? E perché cavolo aveva detto quella frase? Era semplicemente uno stupido ragazzino, e ora che le rispondeva? Che cosa si inventava?

Abbassò la testa, rassegnato, stanco, si sentiva così debole.

Portò la sua unica mano libera in un pugno, scaricando la sua rabbia in esso, stringendolo sempre più forte.

 

Aveva abbassato la testa, davanti a lei,e sembrava quasi in segno d’arresa. Ma arresa contro lei? Perché? Gli aveva fatto una semplice domanda, era chiedere troppo?

Mai l’aveva visto così, notò la sua mano, le nocche stavano diventando bianche, sempre più, troppa pressione in quel pugno, troppa forza, da li a poco poteva anche uscirgli del sangue.

Allungò la sua mano, verso la sua, un solo tocco, per poi cominciare ad aprirla lentamente, sotto lo sguardo stupefatto di lui. Aveva visto giusto, ancora pochi secondi e da li sarebbe uscito del sangue, non poteva certo permetterlo.

L’aprì completamente, intrecciando le dita tra le sue, palmo contro palmo.

Lui alzò il capo, andando a incrociare i suoi occhi nocciola, notando la preoccupazione nel suo volto. Si diede nel deficiente mentalmente. E ora?

 

Un sospiro.

-Ti innervosisco così tanto?.-

Domanda innocente, uscita così per caso, con voce tremolante, triste, costringendola ad abbassando il capo, abbattuta.

 

La guardava, molto attentamente, vedendo il capo schino il suo cuore si strinse, perché doveva sempre ridurla in tal modo?

 

Rinforzò la stretta della mano, incrociando sempre più le dita, lasciando la mano con cui l’aveva fermata, andando ad alzarle il viso, per poterla guardare nuovamente negli occhi.

-No, per nulla.-

 

Occhi sgranati, respiro lento, cuore fermo. Possibile che ogni frase che uscisse dalla sue labbra, le facesse sempre quell’effetto esagerato?

Occhi incrociati tra loro, silenzio imbarazzante, rumore delle foglie spostate dal vento, erba che si alzava e abbassava, il rumore del vento, è il suo continuo canto…

 

L’attirò a se, senza pensarci, senza preoccuparsi di nulla, per poi maledirsi ancora una volta.

 

Lo guardava stupefatta, sorpresa, stupita, il cuore perse un battito, per poi cominciare a battere sempre più forte, incessante. Ogni volta che aveva un qualsiasi contatto con lui, scatenava dentro di se la qualunque, invocando tutte le sensazioni possibili, e maledicendolo per ogni attimo.

 

La trascinò via da quel punto, lasciandole la mano presa in precedenza per fermarla,  portandola nel punto in cui pochi minuti prima era seduto, mentre lo sguardo della ragazza rimaneva incollato al suo, dubbiosa, curiosa, con un leggero sbalordimento nei suoi occhi.

 

Le stava chiedendo di sedersi li, con lui, almeno per un po’.

Un sospiro. Come faceva a dirgli di no?

 

Ed eccola li seduta, in quel prato, davanti a lui, a gambe incrociate, fissando le proprie mani, che si muovevano nervosamente, cercando un pretesto per poterle muovere, la qualsiasi, anche un sasso o della terra, qualunque cosa, mentre il nostro caro ragazzo la guardava divertito, ridendo sotto i baffi, portandosi una mano davanti la bocca per nasconderla,  ammirandola, pensando a quanto potesse essere infantile a volte.

 

Si accorse del suo sguardo divertito, abbassò la testa arrossendo, continuando a giocare con le mani e con un filo d’erba scippato goffamente.

 

La vide abbassare la testa arrossendo, adesso era ancora più buffa, sorrise, un sorriso sincero, e tremendamente bello, la fece arrossire ancor di più, inconsapevole del potere che aveva su lui.

E senza alcun preavviso, senza un minimo sensazione di spostamento, del suo calore che adesso mancava, si sentì spingere per terra, liberando le gambe, lasciando i capelli spargersi su quel punto, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo, per poi aprirli e poter rendersi conto di averlo sopra…

 

 

 

 

 

 

 

Ehm…coff, coff, scusate gli alieni mi avevano rapita!

Magari, così avrei avuto una buona scusa, ma mi sa proprio di non averla. Ok, devo confessare che in questi mesi non mi andava più di leggere fan fiction, e qui la cosa è grave, e non mi andava più di scrivere, anche se ogni giorno il mio cervellino fabbricava qualcosa che io ignoravo totalmente, che belle cose =__=”

Scusateeeeeeeeeeeeeeeee!! Ryan92 farà di tutto per farsi perdonare (forse), no, no davvero, ho tante idee, alcune anche un po’ troppe pazze, anche troppe per me, però…oddio il mio cervello le ha fabbricate, quindi se vedrete delle strane fic che non sono della mia natura sappiate che sono uscita completamente di senno, stiamo a vedere però se le metterò in atto, ma spero proprio di si, è una battaglia contro me stessa u.u!

 

Ora passiamo hai commenti:

 

O_O, nove commenti per il precedente cap! E chi è morto? E pensare che adesso vi ho lasciato così, roba da non credere.

 

ECA90: E’ tornata che billo ç_ç (sperando di vederti ancora)! Comunque ti devo chiedere scusa, avevi sperato che aggiornassi presto e invece ho fatto passare un sacco di tempo (guarda te la passi meglio tu, che non quelle che aspettano l’aggiornamento sulla mia fic di Naruto che non aggiorno da ottobre O_O), però come puoi vedere ho fatto una bella ficcina complicata, ahah. Chissà magari adesso si è capito un po’ di più (non credo proprio, ahah), a presto!

 

Fragole: Ahah, e adesso che sono tornata dopo tanto tempo, avrai dovuto aspettare di nuovo, scusa, spero di essermi fatta perdonare con questo capitoletto! Grazie per i complimenti!

 

Ryanforever: *__* è lei davvero? Ahh che belloooooooooo!! Finalmente conosco la persona che mi mette sempre nei preferito, che billo! Meglio se non ti dico che ti adoro, infatti non te lo dico, tu non hai letto nulla, non so chi tu sia u.u! Ahah, va sono esaurita. Però se tu mi fai tutti questi complimenti io arrossisco, ehm…non è il caso, hihi! Per quanto riguarda il tuo commento lungo non ti preoccupare, si vede che non hai mai visto i miei, non finiscono mai, un commento lungo è sempre ben accetto, io li adoro, dovresti andare in giro per il sito, soprattutto nella sezione di Naruto, e vedresti che commenti, ahah! Grazie mille per i complimenti, e spero di riuscire ad aggiornata prima, anche se mi piacerebbe vederti come autrice in questa sezione, sarebbe davvero bello. Zao ^^!

 

Th924ever: Guarda a volte mi chiedo anch’io cosa sta succedendo in questa storia, ma poi mi rendo conto, che io in teoria dovrei saperlo, appunto in teoria, il mio cervello mi dice le cose dopo, che antipatico! Hallo!

 

Geo88: Bene, visto che blocco creativo sono spuntata di nuovo dopo mesi, ma guarda un po’, dovrei andarmi a nascondere,e  poi posso confessarti che io adoro quel cap, ma c’è un problema, io amo tutta la mia ficcina, mi sa che è un male! Grazie per i complimenti ^^! Ciauu!

 

AmyGoku: mi sa che il tuo inginocchiamento mi sia arrivato troppo tardi, e ho cominciato a scrivere proprio da allora, ahah, ecco un’altra mia cavolata, Spero che mi sia fatta perdonare, se no vado in Inghilterra da quei due e non torno più, hihi! Grazie! A presto (spero)!

 

Goky: L’hai letta tutta di un fiato? Riprendilo per i capitoli seguenti, ti servirà (almeno creso =_=)! Ehm…>////< mi fai imbarazzare se mi dici che sono brava a scrivere, comunque custodisco gelosamente questo complimento ^^! Ciau!!

 

Alysea: O__O! Fermi tutti! … Tu cosa ci fai qui? Oddio il mondo è caduto e io non m’ero accorata! O_O, aspettate che mi devo ancora riprendere! Sore ma ti ho minacciata e non me ne sono resa conto? No, perché se è così ti chiedo scusa, anche se ogni volta mi dici che tutto quello ch scrivo lo trovi bellissimo, e se in una fic facciamo morire il nostro Bill (facciamo corna) l’apprezzerai comunque? Ahah, non credo proprio, non l’apprezzerei manco io!

Ma Marty non ti preoccupare per i commenti, ognuno fa quel che può, e poi non è vero che non te la cavi, mi hai fatto tanti complimenti >/////<, e devo dire che anch’io comincio a credere che Ryan e come la bambina di The ring, ma anche Strawberry non  scherza. Ahah! Crazie mile (errore dovuto, sappiano noi il perché u.u)! Sciau, ci sentiamo ^^!

 

Pinkgirl: O_O, e io che ho letto la tua fic ieri e ancora non ho commentato (se mai mi verrà l’espirazione, cervello bacato muoviti)! Non potevo mica lasciarti senza il nuovo capitolo! No, no, anche perché mi sarei ritrovata tutti sotto casa, e allora addio mando delle fan fiction, non posso permetterlo u.u! Grazie per i complimenti, Spero ti piaccia anche questo! Ciaoo!

 

Mi raccomando commentate, tanto ormai sono sempre qua, se non mi rapiscono gli alieni u.u!

Grazie a tutti quelli che hanno letto soltanto!

 

Bacioni Ryan92!

 

 

 

 

   
 
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