Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: BluRei    18/01/2014    3 recensioni
IN REVISIONE DAL 29/04/2020
"Come questo tuono la mia Dea urla dentro il mio petto, vuole vedere questo mondo, vuole vivere ancora il suo amore perduto ed io, con i miei capricci da bambina, non posso impedirle di manifestarsi. Devo ubbidire a lei ed alla sua anima tormentata e ritornare alla realtà. Mah così ogni mio sogno svanirà. E' questo il prezzo che pagherò per poter diventare la dea Scarlatta! Le sue parole risuonano nella mia testa come un eco infinito. "Chi mi sta chiamando?" "Chi mi sta chiamando?" L'amore la chiama, ed anche se sa che nulla andrà come lei desidera deve rispondere, anch'io risponderò Akoya, farò rivivere il tuo sogno d'amore uccidendo il mio." - dal capitolo 32
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayumi Himekawa, Chigusa Tsukikage, Masumi Hayami, Maya Kitajima, Yu Sakurakoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Per molto tempo ho tenuto la mia storia in stand-by, perché con gli ultimi capitoli l'opera originale si è allontanata moltissimo non solo da ciò che avevo realizzato io, il che è logico, ma, a parer mio, dagli interi 41 capitoli precedenti. Mi sono chiesta più volte: la concludo così come l'ho pensata anche se procede in modo totalmente diverso dagli ultimi volumi originali? La riscrivo? Faccio un cambio di rotta all'ultimo minuto per adeguarmi all'originale? (Follia, crociera, incidente di Sakurakoji ecc ecc) Alla fine mi sono detta che non mi piegherò alla svolta da psicopatici in amore che ha preso il manga e che tutti voi lettori meritate di vedere la parola fine nella mia storia visto che continuate a leggerla ed a scrivermi in privato. Quindi ecco a voi un nuovo capitolo della mia "Cuori di cristallo".


 


Capitolo 32

Delirio


 
Trenta Settembre, nei giorni precedenti la pioggia non aveva dato tregua ai poveri operai che stavano cercando di portare a termine i lavori del cantiere che si sarebbe dovuto trasformare, anche se solo per pochi giorni, nella splendida valle dei susini che avrebbe fatto da sfondo a “La Dea scarlatta”; eppure i lavori erano giunti a termine ed un cielo limpido e sereno stava dando a tutti la speranza di una manifestazione tranquilla.

Il fermento in città era tanto, l’opera non veniva rappresentata da più di un decennio e mentre i giovani appena appassionatisi la aspettavano con entusiasmo, grazie all’alone di magia di cui il mito era circondato, i più anziani, che avevano assistito in passato alla mirabile prova di genio di Chigusa Tsuchikage, attendevano questo cambio di guardia con nostalgica diffidenza; felici di poter rivedere una simile opera ma consapevoli che la delusione, a causa dell’inevitabile paragone con la prima interprete, avrebbe potuto rovinare i loro perfetti ricordi.

Anche gli artisti che presto avrebbero calcato quel palcoscenico erano consapevoli di doversi confrontare con un mostro sacro del teatro, un paragone che avrebbe potuto distruggere oppure elevare le carriere di ognuno di loro. L'argomento era all’ordine del giorno su tutte le testate dei giornali e mentre alcuni cercavano di proteggersi da questi discorsi distruttivi, altri cercavano di cavalcare l’onda del circo mediatico che girava attorno alla rappresentazione teatrale più attesa del secolo.

Soprattutto Onodera aveva imposto ai suoi attori continue interviste, foto e comparsate in televisione. Solo lei, Ayumi, si era ribellata a questo gioco, come poteva dare in pasto ai giornalisti la sua arte e  giocare sporco con la sua rivale di sempre.

Lei, all’inizio troppo impegnata nella recitazioni, così occupata da dimenticarsi persino di mangiare e adesso così distratta a sognare l’amore da non riuscire ad abbandonare il tepore di quel letto, tepore che le ricordava l’abbraccio di lui. Era una mattina importante quella, tra poche ore avrebbero aperto le porte del teatro e tutti i sacrifici fatti fino a quel momento avrebbero cominciato a dare i loro frutti eppure Ayumi continuava a farsi cullare dai ricordi del giorno passato, ricordi che la lasciavano sopita tra le lenzuola. I gesti e le parole di Hamil l’avevano molto colpita ed ancora, chiudendo gli occhi, riusciva a sentire il calore ed il tocco di quel bacio. Come poteva abbandonare tutto questo per indossare le vesti di una donna dal cuore rotto dal dolore?

 
* * *

Na na nana na na na nana*

Questa nenia risuonava in tutta la valle da molti minuti ormai, flebile come il sibilo di un venticello primaverile e straziante come il pianto di un bimbo. A cosa stava pensando Maya, quale dolore si nascondeva dietro il suo canto ossessivo? Il desiderio di quell'abbraccio, era forse questo a tenerla prigioniera in quella valle? Il ricordo di quella notte passata stretta a lui le faceva forse sperare che lui tornasse li per lei, che sfidasse la famiglia, il denaro, la società, tutto, per lei, per abbracciarla ancora per una lunga notte. La nenia continuava senza posa, non era forse proprio grazie a “Piccole donne” che lo aveva conosciuto? “Per Beth, le auguro una pronta guarigione un suo ammiratore” questo le aveva scritto e lei lo ricordava ancora, non aveva scordato nulla di quel loro rapporto e anche nel delirio lo ricordava attraverso la canzoncina che la piccola Beth aveva cantato sul palcoscenico in preda alla febbre molto alta.

- Fa freddo, troppo freddo, neanche queste coperte riescono più a scaldarmi, neanche il ricordo di lui lo fa oramai. Già, come potrebbero i ricordi scaldare un cuore solo? Na na nana na na na nana.

"Caro, senti questa musica? Purificando il mio cuore posso sentirla costantemente...dal cielo e dalla terra...un suono veloce. UN suono lento. Un suono alto. Un suono basso...tutti piovono dal cielo...e nascono dalla terra...perché è la vitalità degli dei che genera questa melodia"

Ho freddo. Da quanto tempo sono qui? Troppo o forse troppo poco, cosa ero venuta a fare? Qual'era il mio compito qui? Dovevo diventare l'ombra di me stessa, smettere di esistere come ragazzina insignificante, schiudere il mio bozzolo e volare via di qui, tornare alla realtà come splendida farfalla. Riuscirò mai a spiccare il volo? E se tu dovessi abbandonarmi, mio adorato ammiratore, come farò a migliorarmi, per chi lo farò, per chi saranno tutti i miei sforzi? I miei pensieri sono offuscati ho i brividi della febbre è giunto il momento di ritornare a casa. Ma se torno indietro dovrò rivederti Masumi, ti rivedrò accanto a lei come suo marito. La fede dorata risplenderà sulla tua mano, ah, se solo ripenso alle sue mani grandi e forti che mi stringono. Perché gli dei mi hanno regalato un simile sentimento se poi non posso gioire di questo amore?

Un lampo squarciò il cielo della valle ed un tuono rimbombò fino a risvegliare i pensieri di Maya. Era giunto il momento di abbandonare quella valle incantata che con lei era stata così benigna permettendole di cullare il sogno di un amore felice.

- Come questo tuono la mia Dea urla dentro il mio petto, vuole vedere questo mondo, vuole vivere ancora il suo amore perduto ed io, con i miei capricci da bambina, non posso impedirle di manifestarsi. Devo ubbidire a lei ed alla sua anima tormentata e ritornare alla realtà. Mah così ogni mio sogno svanirà. E' questo il prezzo che pagherò per poter diventare la dea Scarlatta! Le sue parole risuonano nella mia testa come un eco infinito. "Chi mi sta chiamando?" "Chi mi sta chiamando?" L'amore la chiama, ed anche se sa che nulla andrà come lei desidera deve rispondere, anch'io risponderò Akoya, farò rivivere il tuo sogno d'amore uccidendo il mio.

 
* * *

Anche per Masumi i giorni che erano trascorsi non erano stati dei più semplici. Da quando si era ricordato dell'odio che lo lega a suo padre e della finzione che lo circonda da tutta una vita le sue notti erano diventate sempre più tormentate ed i suoi mal di testa lo tormentavano sempre più spesso. Ma come era abituato faceva finta di nulla, la mattina andava in ufficio, la sera faceva il bravo, finto, maritino ed andava avanti così, cercando di non insospettire nessuno in modo che i suoi collaboratori potessero continuare indisturbati il piano che era il coronamento di una vita intera. Una vita spesa per diventare il tipo di uomo che sua madre avrebbe certamente odiato. Anche questo pensiero lo ossessionava nelle notti insonni ed ormai si era convinto che la voce di donna che sentiva in sogno, la voce che lo implorava di amarla, cercarla e ricordarla fosse il ricordo della madre che forse stava deludendo.

- Buongiorno Masumi.
- Buongiorno padre.
- Ti sei svegliato presto questa mattina, verrai con me alla presentazione dello ShuttleX? « Meglio che tu venga con me, tanto ci andresti comunque ed è meglio che io ti tenga sotto controllo » .
- « So perfettamente che mi inviti per paura ma io non cadrò nelle tue trappole padre », certo che ti accompagnerò, invitiamo anche Shori? Desidera molto vedere quest'opera, non so ancora se lo faccia per compiacere me, te o se le interessa veramente.
- Che strane domande ti poni Masumi, cosa importa il perché, se compiacerci la rende felice, ben venga, no?
- « Già se possiamo trarne un vantaggio perché farci domande o scrupoli ». Allora le dico di raggiungerci direttamente a teatro.
- Non mi sembra una buona idea, quella donna è tua moglie, dovete presentarvi insieme, arrivare con la stessa auto. Stai diventando poco cauto Masumi.
- Si padre, come al solito hai ragione. « Sei un fine stratega, devo stare attento ad una persona come te. Ed è tutta la vita che devo guardarmi da mio padre ».

 
* * *

- Ayumi, bambina, è giunto il momento di alzarsi, è vero stamani l'aria è un po’ più fredda ma non puoi certo permetterti di arrivare in ritardo alla presentazione del teatro.

Quelle poche parole furono determinanti, non era ancora il momento di lasciarsi cullare dall'amore, come avrebbe potuto soffrire per l'amore perduto della bella Akoya se invece il suo cuore scoppiava di felicità. Lei cercava di sembrare la solita ragazza piena di passione per il suo unico amore, il teatro, ma qualcosa in lei era cambiato per sempre. Può sembrare strano ma i suoi capelli, il viso, gli occhi, ogni parte del suo corpo brillava di uno splendore nuovo. La luce dell'amore.

- Tata che sciocca sono, stavo per rovinare tutto con la mia pigrizia. Presto aiutami o arriverò in ritardo.

Anche se Onodera aveva insistito per farle indossare un vestito scarlatto ne comprò uno sui toni del blu pastello perché per lei era troppo sfacciato indossare quel colore come se fosse già stata scelta. Scarpe nere e lucide con un tacco medio per non sembrare ancora troppo adulta, i capelli sciolti ed un trucco leggero che evidenziava la sua bellezza naturale. Sarebbero state scattate tante foto quel giorno ma lei pensava soltanto a come sembrare bella per quell'unico fotografo che da giorni le faceva battere il cuore.

Stava sistemando i lunghi capelli quando una vertigine le fece perdere l'equilibrio. Cosa le stava accadendo? Non fece in tempo neanche a pensarla quella domanda che si ritrovò sdraiata sul pavimento del bagno.

 
***

Maya indossò le sue scarpe, non lo faceva da giorni, aveva sempre camminato scalza per sentire il contatto con la natura ed i piedi, pieni di tagli e abrasioni, adesso le facevano male. Prese il suo zaino e si guardò indietro per l'ultima volta con gli occhi pieni di lacrime. Da quando era li ogni notte aveva  sognato il suo amore e nei suoi sogni Masumi la amava, la teneva stretta tra le braccia, non c'erano più litigi, la differenza di ceto e d'età non importavano più, niente più lacrime c'era soltanto felicità nei suoi sogni. Lei non c'era mai nei suoi sogni, non c'era e non poteva portarglielo via, erano proprio belli i sogni, ed era forse questo che tratteneva Maya in quella valle. Chiuse gli occhi, fece un lungo respiro si voltò e cominciò a camminare senza voltarsi più indietro.
 
***

ti ti titi ti ti titi

ti ti titi ti ti titi ti ti titi

La sveglia era stata puntata molto presto a casa di Kuronuma ma il regista non ne aveva avuto bisogno visto che non aveva chiuso occhio per tutta la notte. L'uomo stava seduto per terra accanto all'unica finestra che mostrava i segreti della disperazione del regista, una stanza immersa nel caos assoluto, fogli ovunque, bottiglie di alcolici bevute a metà e abbandonate in ogni angolo, mozziconi di sigaretta persino sul tatami ormai tappezzato di bruciature e abiti sporchi che formavano un giaciglio di fortuna che ormai usava abitualmente. Quel disordine ben rappresentava il suo stato mentale, c'erano ancora troppe incertezze nella sua regia e pochissimo tempo per dissiparle. Sakurakoji che sembrava non capire appieno il lato aulico dell'animo di Isshin, Il palcoscenico dell'opera che risultata ancora ignoto e che avrebbe potuto mettere in discussione ogni decisione artistica presa fino a quel momento e Maya che non si decideva più a tornare. Come avrebbe potuto mettersi alla pari con il resto del cast, amalgamarsi con tutti gli altri? Come avrebbe potuto risolvere in così poco tempo tutte queste incertezze? Ormai ci pensava da giorni, doveva andare a recuperare la sua prima donna?

 
***

Il tonfo era stato sordo ed appena percettibile, del resto la povera Ayumi aveva perso molti chili per potersi preparare a questo ruolo, ma la tata l'avvertì lo stesso e si precipitò nel bagno per soccorrere la sua bambina. Ayumi era lì, riversa sul pavimento, il panico pervase il corpo della povera donna che si risvegliò dal torpore solo sentendo lo squillo del telefono, rispose subito sperando che fosse qualcuno in grado di aiutarla.

Era Hamil che sentendo il racconto della tata cercò di mantenere i nervi saldi, incitò l'anziana donna a cercare di far rinvenire la ragazza e di prepararla per condurla in ospedale. "Stia tranquilla sto già venendo da voi". Mise giù il telefono e corse più in fretta che poteva, l'idea che Ayumi stesse male e che lui fosse lontano e non la potesse aiutare lo tormentava. Quando arrivò Ayumi era sdraiata sul letto, accanto a lei c’era la tata che non l’aveva lasciata un minuto.

- Mademoiselle Ayumi cosa le è successo?
- Hamil. Non so cosa mia successo, mi stavo pettinando i capelli e sono stata colta da un’improvvisa vertigine adesso ho come un velo davanti agli occhi, tutto intorno a me è avvolto dalla nebbia.
- Tranquilla la accompagnerò subito dal suo medico.
- Ma i giornalisti.
- Penso a tutto io.

Le stava dando nuovamente del lei preoccupandosi delle apparenze, tutta l’intimità conquistata la sera precedente era forse sparita? Non aveva tempo per perdersi in queste elucubrazioni doveva agire per il meglio. Mandò l’autista di Ayumi a fare un giro con la macchina così che si portasse dietro tutti i giornalisti ed accompagnò la ragazza e la tata all’ospedale usando la sua auto che era parcheggiata dietro l’edificio e quindi nascosta alla vista di occhi indiscreti.

 
***
 
- Signora Tsukikage, crede che parteciperà alla presentazione di oggi?
- Certo, non la perderei per nessun motivo al mondo. Non ti preoccupare Genzo non mi affaticherò.
- Pensa che Maya ci sarà?
- Purtroppo non ho notizie incoraggianti riguardo alla partecipazione di Maya, sembra che non si sappia ancora nulla.
- Non crede che sia giunto il momento di dire a Kuronuma di andare a riprenderla.
- Io non interferirò in alcun modo sulla preparazione delle due attrici!
- Ma signora, e se Maya non dovesse tornare in tempo?
- Forse è già troppo tardi Genzo!
***
Alle sedici la strada davanti allo ShuttleX brulicava di macchine e persone. Le testate più importanti ed i network televisivi più famosi avevano il loro bel posto pagato e prenotato in anticipo mentre tutti gli altri addetti ai lavori e le persone comuni si spintonavano per raggiungere un posto in paradiso. Svolgendosi in un luogo aperto, l'inizio della cerimonia era stato stabilito per le sedici e trenta in modo da poter godere appieno dello spettacolo senza soffrire troppo il freddo.

Tutti gli attori secondari della compagnia "A", quella di Onodera, erano arrivati, seduti in bella vista su poltrone di velluto scarlatto davano mostra di se indossando semplici Yukata* forse un indumento poco adatto alle temperature di Ottobre ma sicuramente adatte allo scopo, nessuno doveva offuscare la presenza dei due personaggi principali: Ayumi Himekawa e Kei Akame. Poco dopo da una lussuosa limousine nera uscì Hajime Onodere, sul viso i soliti occhiali neri e quel ghigno che non lo abbandonava mai, si sedette su una delle tre sedie disposte leggermente più avanti rispetto alle altre. Aspettò poco perché a distanza di un minuto arrivarono loro, i protagonisti. Tutto era organizzato maniacalmente, gli arrivi, i posti a sedere, i movimenti, ogni cosa serviva a non far dimenticare mai al pubblico quale fosse la squadra vincente.

Le due macchine si fermarono una dietro l'altra, per primo scese l'uomo, non fu una mancanza di cavalleria, no, anzi, Onodera sapeva bene che tutti i ragazzi ed i giornalisti presenti attendevano con ansia la grande star, Ayumi Himekawa, la splendida ragazza che avrebbe fatto della bellezza e della leggiadria il marchio riconoscitivo della sua Dea. L'uomo indossava un kimono blu semplice ma elegante, si fermò per pochi minuti sul tappeto scarlatto per bearsi dei flash e lasciarsi coccolare dalle urla dei suoi ammiratori e poi si sedette alla destra del regista salutandolo con un semplice cenno del capo che Onodera ricambiò perentoriamente.

Non appena si aprì lo sportello dell'automobile di Ayumi un urlo si levò dalla marea di persone che si erano assiepate intorno al "teatro", la ragazza quasi trasalì per il ronzio di voci che le urlavano ogni sorta di complimento. Anche lei si fermo al centro del tappeto per premiare non gli addetti ai lavori che guadagnavano molto da questo genere di eventi ma per onorare il suo pubblico, quelle persone che sfidavano ogni intemperia per poterla ammirare. Lei, composta ed elegante, cercava di voltarsi da ogni parte per regalare a tutti un sorriso così bello da farla brillare in quella giornata di autunno. Ma in fondo a quegli occhi aleggiava una luce cupa che la tormentava. Cosa le era successo quella mattina? Sentiva la terra aprirsi sotto i piedi, forse nel suo futuro non era contemplata la rappresentazione della Dea Scarlatta? Una lacrima, prepotente, si stava affacciando sui suoi occhi quando sentì quella voce, calda e potente. "Mademoiselle Himekawa si volti e ci faccia un sorriso", era lui, il suo fotografo, quell'uomo che in poco tempo era diventato non solo un amico fidato ma bensì una presenza confortante per il suo cuore. Gli sarebbe stata per sempre grata di averla aiutata quella mattina. Rivolse anche verso quell'obbiettivo uno splendido sorriso e, a piccoli passi, si diresse verso il suo posto, accanto al regista. Non appena la ragazza si sedette arrivò la quarta limousine dalla quale scesero i membri della giuria ed il presidente Yamagishi, piano piano, lasciando fare ai fotografi il loro lavoro, si sedettero nei posti riservati agli ospiti, proprio davanti al piccolo palco degli attori. Arrivò poi una limousine bianca, tanti sperarono di veder uscire Maya Kitajima ma non furono delusi quando a venirne fuori furono la signora Tzukikage e Genzo. Entrambi indossavano un kimono, lui verde scuro e lei un kurotomesode* nero con splendide decorazioni di alberi di susino innevati. Lo stupore fu tanto, la donna in nero non era mai stata tanto elegante.

Le urla non si erano ancora placate quando si fermò lì davanti un pulmino, davanti agli occhi increduli di tutti cominciò ad uscire la compagnia “B” al completo, o quasi. I ragazzi della compagnia Tsukikage e quelli degli Unicorn, vestiti in jeans e maglietta, uscirono per primi e tra salti e capriole si diressero verso il loro posto. Gli ammiratori applaudirono fino a scorticarsi le mani non potevano immaginare un simile scomposto spettacolo. A ruota li seguirono gli attori principali, anche per loro ci furono applausi e foto ma quando Kuronuma venne fuori dal pulmino, con accanto il giovane Yu Sakurakoji, tra la folla fu il delirio. Ogni ragazzina al disotto dei vent'anni sbracciava ed urlava per poter avere soltanto per un secondo la visione del bel sorriso dell'attore. Certamente non ci si aspettava che un giovane della sua età indossasse un kimono ma nessuno era preparato a vederlo indossare una semplice camicia bianca con un paio di jeans. Kuronuma a riguardo era stato chiaro con tutta la compagnia nessuno avrebbe cercato di risaltare più degli altri, nessuno avrebbe spintonato per fare la prima donna. Naturalmente i benpensanti storsero il naso per la scelta fatta da quella banda di scalmanati ma era già chiaro a tutti da tempo che Kuronuma non si sarebbe fatto domare e forse lo avevano scelto proprio per quello.

Mentre Sakurakoji finiva di fare bella mostra di se davanti a giornalisti e fotografi si fermò l'automobile della Daito Art Production da essa uscirono Heisuke, Masumi e l'ormai immancabile Shori Takamiya. Ci fu un brusio di disappunto tra la folla, i fedeli ammiratori della donna in nero conoscevano bene le vicissitudine che intercorrevano tra lei e quegli uomini senza scrupoli.     Gli Hayami si sedettero al posto riservatogli e poco dopo Yamagishi si diresse al centro del palco. Tutto stava per cominciare.

- Signori e signore, sono ormai anni che attendiamo il rifacimento di questa opera e settimane che aspettiamo l'allestimento del teatro che ne vedrà la rinascita. Oggi la nostra pazienza verrà premiata, noi dell'associazione nazionale per lo spettacolo e la signora Chigusa Tsukikage siamo lieti di presentarvi il teatro che ospiterà l'opera “La Dea Scarlatta”, lo ShuttleX.

Le mura intorno al cantiere erano state alzate per la lunghezza di tutto il perimetro rendendolo una enorme arena all'aperto. Sopra vi erano esposti centinaia di manifesti pubblicitari che annunciavano l'evento. Davanti all'entrata era stata eretta una costruzione in legno che avrebbe fatto da foyer, sufficientemente grande per contenere un bar, un ritrovo per intrattenersi tra un atto e l'altro ed i bagni. Un lungo corridoio, posto al centro portava dritto all'arena. Gli ospiti si muovevano ordinatamente, tutto si svolgeva come era stato preparato, il comitato in prima linea seguito dagli attori, gli ospiti, e poco dietro i giornalisti ed i fotografi che erano riusciti ad ottenere i pochi permessi disponibili. Fu la Tsukikage a spostare la grande tenda scarlatta ed a mostrare a tutti il teatro.

Bastarono pochi passi in avanti per cominciare a sentire un brusio incontrollato e mugugni di disappunto. Dal primo giorno che lo avevano visto quel posto era cambiato pochissimo. Macerie, macerie ovunque, messe in bella mostra da pochi riflettori. Intorno ad un angolo di quello strano stadio un cerchio di cuscini scarlatti preparati per ospitare gli spettatori scelti tra i pochi fortunati. Niente alberi, niente ruscelli d'acqua, soltanto pietre, vecchie rotaie e marciapiedi in rovina. Dove erano finite tutte le cose che avevano richiesto?

- Signori, signori, fate silenzio per favore. So che tutti voi vi aspettavate qualcosa di diverso e che lo scenario che si presenta davanti ai vostri occhi non è un vero e proprio teatro.
- Il nostro finanziatore era pronto a sborsare molti soldi per farci recitare in condizioni ottimali. Cos'è questo, uno scherzo? Non era quello che ci era stato promesso! Abbiamo fatto riunioni per stabilire il nostro allestimento.
- Signor Onodera, è inutile che lei continui a sbraitare. Il signor Yamagishi non può fare nulla per lei e non è da ritenere colpevole. So che vi era stato promesso un allestimento personalizzato ma io mi sono opposta ad ogni cambiamento. Reciterete in questo posto così come lo vedete. Perché? Beh, se non ci arrivate da soli sarebbe inutile che ve lo spiegassi io. Mi auguro che ognuno di voi sappia capire come usare al meglio questa nuova valle dei susini. Ah! Dimenticavo. Potrete usare lo ShuttleX soltanto una volta come teatro di prova prima del debutto. Sfruttate al meglio il vostro giorno.

La voce della donna, in quel luogo desolato, tuonò cosi forte che nessuno osò replicare. I fotografi continuarono a scattare le loro foto cercando di capire cosa stesse girando nella mente della Tsukikage mentre gli attori si strinsero tutti intorno al loro regista per avere ragguagli sul da farsi.

- E quindi sarà questo il mio palco, la mia valle dei susini in fiore. Come potrò diventare una splendida dea in mezzo a queste rovine? Signor Onodera, organizzi le prove tra due giorni al massimo, non abbiamo tempo da perdere!
- Ayumi, ma tu non sei indignata?
- Dovremmo rifiutarci. Come possono chiedermi, chiederci, di recitare in queste condizioni!
- Signor Akame, davvero lei pensa di opporsi alla volontà della signora Tsukikage? I suoi fans penseranno che ha soltanto paura di confrontarsi con un attore più giovane.
- Ma ma Ayumi?
- Poche chiacchiere se non vi ritenete capaci di recitare in questo posto dovreste soltanto dirlo e farvi da parte, per quanto riguarda me non mi arrenderò mai! Quella parte dovrà essere mia!
- Questo non è pertinente, nessuno di noi vuole rinunciare alla possibilità di recitare quest'opera ma non dovremmo svilire la nostra arte esibendoci in questo posto.
- Credo che voi siate gli unici a lamentarvi per questa cosa. Osservate i ragazzi della compagnia “B”, sorridono e si guardano intorno con meraviglia, per loro questa non è una landa desolata, i loro occhi brillano, nel loro cuore hanno già trasformato questo posto in un meraviglioso paradiso di fiori scarlatti. « Ed io? Come farò? Se quello che mi ha detto oggi il medico si verificherà davvero come potrò recitare in questo posto. Devo trovare un modo.»

- Masumi, cosa vuol dire tutto questo? Non mi sembra il posto più adatto per mettere in scena un'opera bella come questa. Non ti pare?
- Signorina Takamiya la signora Tsukikage non fa mai nulla senza un giusto motivo. Avrà qualcosa in mente e poi questa non sarà l'ultima messa in scena per quest'opera ma la prima, quindi ci sarà modo di vederla rappresentare in pompa magna e saremo proprio noi a riportarla al vecchio lustro giusto Masumi?
- Si padre, saremo noi. Scusate devo fare un po' di telefonate bisogna organizzare molte cose e il signor Onodera vuole parlarmi con urgenza. Cominciate pure ad avviarvi, io mi farò venire a prendere dalla macchina della società. Passerò qualche ora in ufficio e poi ci incontreremo per cena. Va bene Shori?
- Masumi sei sicuro di stare bene? Non vorrei che tu ti affaticassi troppo.
- E' vero Masumi non ti sei ancora ripreso del tutto.
- Non vi preoccupate lavoro già da alcuni giorni e mi sento benissimo. Ci vediamo stasera andate pure.

Non era vero, i mal di testa continuavano a martellarlo ma non poteva e non doveva abbassare la guardia. Il suo obiettivo era soltanto uno, strappare quell'opera dalle mani del vecchio e per farlo doveva riuscire a mantenere le apparenze. Suo padre doveva credere di avere tutto sotto controllo, soprattutto il figlio.

Con poche parole la Tsukikage aveva congedato i giornalisti ed i fotografi in modo da lasciare il campo libero agli attori che avevano tante cose alle quali pensare e subito dopo si allontanò senza incontrare più nessuno non voleva influenzare le due compagnie, la sua scelta doveva essere scevra di ogni artifizio.

Piano piano il “teatro” si svuotò, molti si guardavano indietro con amarezza avevano tanti sogni ed aspettative su quel luogo e adesso si erano trasformati in incubi.

All'improvviso, risvegliatosi dai suoi pensieri, Kuronuma cominciò a correre verso i membri dell'associazione per lo spettacolo. Non c'era tempo da perdere, lo scenario che gli si prospettava davanti non ammetteva perdite di tempo.

- Signori, posso parlarvi?
- Signor Kuronuma, ci dica pure.
- Volevo chiedere il permesso di poter usufruire domani stesso del teatro. Se è possibile lo useremo tutto il giorno.
- Come mai così presto? Credevamo che avreste chiesto un po' di tempo per riorganizzare le idee o per rivedere scene e scenografie.
- Vedete dopo “Lande dimenticate” io e i miei ragazzi siamo abituati ad ogni cosa, recitiamo in ogni luogo e condizione. Quindi siamo pronti e poi.
- E poi vuole andare a cercare la sua prima attrice.
- Si, è giunto il momento che quella ragazzina torni a casa.

 
***

- Ayumi! Tutto bene?
- Peter, sei stato molto gentile oggi ad accompagnarmi ed a proteggermi dai fotografi. Non devi preoccuparti, ho appena chiamato mia madre che mi aiuterà a prepararmi al peggio.
- Al peggio?
- Il medico stamattina è stato chiaro, l'abbassamento di vista che ho avuto si ripresenterà e potrebbe anche permanere finché non mi opererò. Quindi insieme a mia madre cercherò un modo per cavarmela anche se l'evento di questa mattina dovesse ripetersi.
- Allora operati!
- Non posso, sono così vicina a realizzare il mio sogno. Ho chiesto di poter provare tra qualche giorno userò il tempo che mi rimane per provare a recitare nell'oscurità.
- Stai giocando con la tua salute, potresti compromettere il tuo futuro come attrice.
- Se non potrò recitare questo, nessun altro ruolo avrà senso. Mi spiace che tu non riesci a capirmi.
- Non è questione di capire io sono preoccupato per la tua salute. Come puoi essere così incosciente. Esistono persone che non possono fare nulla per la propria salute ma lottano per cambiare il loto destino infelice e tu che invece potresti curarti decidi di farti spontaneamente del male. Hai ragione, scusami ma non capisco!
- Allora credo che non abbiamo più nulla da dirci ed io ho molte cose da fare. Buona giornata.

Pronunciare quelle parole le fece male ma non era il momento di pensare al proprio cuore le era stato posto davanti uno degli ostacoli più grandi della sua vita e della sua carriera e lei doveva rimanere concentrata. Ayumi tornò a casa convinta che non era il momento di amare ma di lottare per la sua Dea.

- Mamma sei già qui.
- Certo tesoro, io e la tata abbiamo già fatto le valigie ma, tu sei sicura di voler fare come mi hai detto? Tesoro, potresti non poter più tornare indietro da questa decisione.
- Certo mamma, niente mi farà cambiare idea! Vado a fare una doccia e partiamo. Tata potresti prepararmi il bagno io devo fare alcune telefonate.
- Certo cara. Hai ringraziato il signor Hamil per l'aiuto che ci ha dato oggi?
- Si.
- E' successo qualcosa bambina mia? I tuoi occhi sono tristi.
- Nessuno riesce a capirmi cara tata, nessuno.
- Ma tu gliene dai modo piccola mia? Tu cerchi sempre di allontanare il mondo intero da te. Perché rifiuti l'amore?
- Io devo recitare questo ruolo ad ogni costo. Voglio essere guardata come Ayumi Himekawa la grande attrice e non Ayumi Himekawa la figlia di, e non ho tempo per dedicarmi all'amore.
- Prima di recitare la parte di una donna che soffre per amore devi aver amato bambina mia. Sei sicura che già non esiste chi ti vede per la splendida creatura che sei? Senza paragonarti a nessun'altra.

Quelle parole la lasciarono senza fiato e con mille pensieri che non trovavano parole per essere espressi, aveva provato un'altra volta quella sensazione esplosiva, ma quando? La sua mente scavava nei cassetti della memoria era importante ricordare non poteva permettersi di dimenticare, era importante. Quando?

- Acqua. « E' la stessa sensazione di quando ho preso la scossa con la lavatrice. La sensazione che Helen ha provato quando ha fatto la scoperta più importante della sua vita. Ma questa volta la parola da imparare era amore ». Ho sbagliato a giudicarlo, lui parla per il mio bene perché ci tiene a me.
- E tu, tu lo ami?
- Devo ancora capirlo tata.

 
***

(188)5648

tu tu  tu tu  tu tu

- Pronto Hijiri.
- Buonasera signorina Mizuki.
- Buonasera. Come procedono i nostri affari?
- I fondi dell'investitore sono giunti a destinazione. Ed abbiamo acquisito tutte le azioni che ci servivano. Il teatro è fnito. Le cose vanno tutte per il meglio.
- E Maya? Per quanto ne so è ancora in quella valle sperduta.
- Non sarà il momento di fare qualcosa?
- Ho appena appreso che il signor Kuronuma terrà le prove già domani per poter partire ed andare a recuperare la ragazza. E per quanto riguarda lui?
- Non sono riuscita a parlargli ho sempre paura che il suo telefono sia sotto controllo e certamente non posso mandargli documenti cartacei, se dovessero cadere nelle mani sbagliate tutti i nostri progetti potrebbero fallire miseramente.
- Credo che tu ti stia muovendo nel modo migliore. Manca poco e potremmo raccontargli tutto io spero soltanto che ritrovi la memoria il più presto possibile vederlo quasi annientato mi distrugge. So che adesso vorrebbe seguire tutti i progressi della sua ragazzina e mi dispiace per lui.
- Ha già fatto grandi passi ricordandosi del progetto “Dea Scarlatta” vedrai che gli tornerà in mente tutto. Quando ogni progetto andrà in porto e noi saremo liberi di parlargli lo aiuteremo a ricordare.

 
***

- Mi sento esausta, mi fa male tutto. Comincia a farsi buio devo riposarmi. E se pioverà?

Maya fece un po' di strada fuori dal sentiero per trovare un riparo per la notte, cadde più volte per arrivarci ma sembrava non farci caso, continuava a impegnare la sua mente canticchiando quella nenia come se volesse impedirsi di pensare ad altro. Di pensare a lui.

 
***

Masumni non era molto contento della serata che lo aspettava, la compagnia di Shori non era delle più pessime lei era sempre molto gentile e premurosa ma sicuramente era poco stimolante per lui. Come al solito passò a prenderla a casa Takamiya ma la donna aveva già organizzato qualcosa di diverso.

- Quindi stasera non uscite?
- No nonno, vorrei che cenassimo qui con la famiglia.
- Hai avuto un pensiero gentilissimo nipotina mia.

La donna aveva sorriso senza dire nulla perché qualsiasi parola avesse pronunciato sarebbe stata una bugia e lei non amava mentire al suo adorato nonno. Non l'aveva ancora ammesso a nessuno ma Shori cominciava ad odiare quell'opera teatrale e quella ragazzina. Se non fosse stato per “La Dea scarlatta” le prime pagine dei giornali sarebbero toccate alla notizia del suo splendido matrimonio. Quando sarebbe giunto il suo momento? Quando lei ed i suoi sentimenti non sarebbe più stati messi da parte per seguire un'opera vana? Quando avrebbe potuto avere tutte per se le attenzioni di Masumi?

Il suo piano per la serata era semplice, aveva chiamato dei fotografi per farli appostare fuori dalla villa così che Masumi fosse costretto a dormire a casa Takamiya per non destare sospetti sulla veridicità del loro matrimonio. Se fosse riuscita a farlo dormire con lei Masumi non l'avrebbe mai più lasciata e l'avrebbe sposata anche se avesse ritrovato la memoria. Maya Kitajina non sarebbe più stata un ostacolo. Fece preparare per l'uomo la stanza accanto alla sua e quando fu notte fonda vi si intrufolò senza ripensamenti.

Masumi dove sei? Perché non mi vieni a prendere? Mi pensi anche tu quanto ti penso io?

Chi sei?

Masumi, mi vedi?

Sento il tuo profumo ma dove sei?

Masumi cercami!

Chi sei?

Io ti amo Masumi.

Dove sei? Dove sei? Dove sei?

Masumi, Masumi, Masumi

- Masumi, Masumi svegliati è soltanto un incubo, Masumi!
- Cosa sta succedendo?
- Stavo cercando di svegliarti ma tu mi hai afferrato la mano e me l'hai stretta così forte da farmi male.
- Scusami, sarà stato un incubo.
- Si lo avevo capito. Cos'hai sognato?
- Non ricordo. Ma tu cosa ci fai in camera mia?
- Ero venuta a vedere se avevi bisogno di qualcosa.
- Non dovresti restare con me da sola a quest'ora di notte.
- Perché hai brutte intenzioni? Ihihih!!!
- « Odio quella risatina ». Non ho alcuna cattiva intenzione ma non mi sembra appropriato.
- Ma siamo marito e moglie.
- Beh, per gli altri forse sarà così ma la tua famiglia sa perfettamente che non siamo ancora sposati ed io non voglio in nessun modo che pensino male di te o di me.
- Quindi non mi vuoi!
- Ti prego non metterla in questi termini. Quando saremo davvero sposati sarà diverso. Adesso scusami ma vorrei riposare domani vorrei presenziare alle prove della compagnia “B”.
- Comincio ad odiare quest'opera! Si sta portando via tutte le tue attenzioni e non solo.
- Non solo?
- Lo so che può sembrare strano ma sono gelosa del tempo che dedichi a quelle attrici, alla compagnia.
- Scusami Shori forse sarà l'ora ma non riesco a seguirti.
- « Sto parlando troppo, cerco di non fargli capire che vorrei più attenzioni da parte della stampa e rischio di parlargli di quella Kitajima ». No caro, sono io che forse sono troppo stanca. Vado a dormire. Buonanotte caro.

Si chinò sul volto di Masumi sfiorandogli il petto con il seno prorompente,  lo baciò sulla bocca come oramai si sentiva libera di poter fare e si voltò lasciando silenziosamente la stanza.











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* la nenia che Beth canta in piccole donne (glass no kamen 2005)
* Yukata: kimono estremamente informale, generalmente in cotone, lino o canapa. Gli yukata sono indossati in estate in occasioni all'aperto da uomini e donne di ogni età. Sono inoltre indossati alle terme, dove spesso vengono anche offerti agli ospiti degli stabilimenti termali.
* Kurotomesode: un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate.
   
 
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