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Autore: AwwSelena    19/01/2014    2 recensioni
Un cugino comparso dal nulla, una richiesta inaspettata, una scommessa deficiente tanto quanto il suo ideatore e un amore che si sgretola ma da lì nascerà una nuova amicizia.
Loro due, così diversi eppure così uguali.  
Gli opposti si attraggono? Loro due si odiano ma nonostante ciò non possono stare uno lontano dall'altra.
Cosa ne uscirà fuori?
 
-Mamma d’inglese non ne capisce nulla, io le ferie le ho ad agosto e poi ci sei tu…l’unica capace di farsi capire da un inglese senza comprare una cucina al posto di un pollo allo spiedo. Spiegami, dovevo bruciare quest’opportunità?-
-Papà, se intendi la figuraccia di zia Margherita in Inghilterra, stai tranquillo, non credo che Louis la voglia con se. E comunque almeno lasciarmi decidere no, eh?-
-Come, lui non te l’ha chiesto?-
-Si, ma se me lo avessi direttamente detto tu, tipo “Faith, tu andrai in Inghilterra perché ho appena scoperto che tu e un 1/5 dei One Direction siete cugini” mi sarei evitata una figura di merda con Louis Chiappe D’Oro Tomlinson, MI SPIEGO?-
 
Prequel de "Il matrimonio del mio migliore amico"
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Avete letto il capitolo precendente? Per sicurezza, vi consiglierei di ricontrollare.
Sapete, è una svolta importante per la storia e cominciare a leggere un capitolo senza capirlo è un po' sgradevole... Per cui, se non avete letto il capitolo 'Till the gravity is too much' vi consiglierei di leggerlo, non vorrei che perdiate il filo!


Buona lettura!


 
 
 
Riaprii lentamente gli occhi e notai che era pomeriggio. Allungai un braccio verso il comodino e presi la sveglia: indicava le cinque e tredici. Quindi io avevo dormito per… quasi sei ore filate?
All’improvviso mi ricordai della mattina burrascosa e dei casini che avevo combinato e non nascondo che ero tentata di dormire ancora. “Almeno avrei una scusa per nascondermi” fu il mio pensiero.
Non ebbi neanche il tempo per decidere, che mio cugino si era fiondato dentro senza troppi inchini e si era seduto sul letto, e mi guardava.
Non era arrabbiato… o duro… aveva un’espressione indecifrabile, quasi comprensiva.
-Ti sei persa il pranzo.- Cominciò.
-Perché non mi hai svegliata?-
-Mi sei praticamente svenuta tra le braccia, non credo che avresti avuto la forza per scendere.-
-Hai ragione…-
-Senti Faith, non ho la più pallida idea di che cosa sia successo oggi e non pretendo certo che tu me lo dica, se non ti va possiamo anche non parlarne, ma qualcosa è accaduto e ho paura che sia più grave di quello che penso.-
-Beh, prima o dopo ve lo dovrò dire per cui è meglio che parli ora…- Raccolsi tutto il mio coraggio e cominciai a parlare. Gli raccontai tutto per filo e per segno, le sensazioni, le parole, le lacrime, le urla. Gli raccontai che mi sentivo inutile e cattiva; avevo fatto soffrire le persone a cui volevo bene senza neanche un motivo e avevo praticamente rotto l’equilibrio già precario in cui ci trovavamo prima. Avevo combinato un disastro, in parole povere.
Alla fine del mio discorso, semplicemente si avvicinò e mi abbracciò.
Ero stupefatta.
Mi aveva abbracciata. Nessuna contestazione, nessun insulto, nessun urlo o altro. Era stato lì ad ascoltarmi e aveva compreso.
-Faccio schifo.-
-Andiamo, non fare così. Vedrai che con il tempo tutto si sistemerà…-
-No Lou, non si sistemerà un bel niente! Stavolta l’ho fatta davvero grossa, il tempo non è in grado di guarire tutto questo.-
-Avanti… Tu e Harry nemmeno vi siete visti. Forse non è grave come pensi, forse il vostro rapporto non si è incrinato del tutto.- Disse, al che risi sarcastica.
-Ma quale rapporto. Mi odia, sicuro. Altro che incrinarsi; tutti i nostri legami si sono spezzati e se c’era qualche modo per recuperarli, io ho rovinato tutto.-
-Te lo dico e te lo ripeto: non vi siete visti dopo aver litigato, lui potrebbe aver capito e magari ti ha anche perdonato.-
‘Ma questo c’è con la testa o no?’ mi venne spontaneo pensare.
-Louis, credimi, ho detto tante di quelle cavolate che non mi potrebbe perdonare neanche sotto tortura. Sono stata di una perfidia inimmaginabile, contando che era lui l’innocente.- L’innocente. L’avevo chiamato innocente. E non so perché, ma in quel momento l’ultima domanda che sarei stata capace di pormi riguardava chi fosse la vittima e chi il carnefice. Ora so che la risposta sembra ovvia, ma forse non è così facile come sembra.
Harry e Niall sono i buoni e io la cattiva?
O è Niall che ha rovinato tutto dichiarandosi all’ultimo e la colpa è solo sua?
E se invece il colpevole fosse Harry? Se fosse per colpa sua il fatto che io mi sia innamorata di lui tanto da non rispondere più delle mie azioni? Alquanto da scartare.
Ma in cuor mio sapevo già la risposta. Sapevo che io sono sia predatore che preda, sia vittima che carnefice. Io ero vittima di me stessa, mi ero tesa una trappola da sola e non me n’ero neanche accorta. Sapevo che innamorarmi di Harry era sbagliato e baciarlo non era stato da meno, la mia coscienza m’aveva avvertita. Avevo sentito che dentro di me qualcosa non andava. Mi ero accorta che la proposta accettata, l’appuntamento, la chiacchierata e il bacio non erano dei gesti d’amore, no; non erano nient’altro che un guaio, guaio in cui mi ero cacciata completamente da sola.
-Faith?-
-Eh? Scusa, non ti ascoltavo.-
-No, niente. Solo credo sia arrivato il momento che tu parli con…- I miei pensieri volarono al riccio e venni presa dal panico.
-…Hayley.- Continuò Louis, e mi sentii subito più calma.
-Sta’ calma.- Disse avvicinandosi e dandomi un bacio in fronte.
-E la cena è pronta alle otto.- Aggiunse, e poi chiuse la porta.
Mi girai e guardai la finestra. Londra in piena estate era bellissima.
La mia pace venne interrotta dal bussare di qualcuno.
-Avanti.-
Una figura che conoscevo bene entrò nella stanza. Ero terrorizzata al fatto di incontrare Hayley, nonostante lo preferissi all’incontrare suo fratello, il quale mi metteva ben più ansia.
Lei si sedette vicino ame, sul letto e mi guardò, leggermente dispiaciuta. Trovai così strano che non fosse (ancora) infuriata; conoscendola, in una situazione simile sarebbe entrata come un uragano e me ne avrebbe urlate di tutti i colori. Molto probabilmente, voleva delle spiegazioni. O peggio ancora, stava per darmele lei.
Interruppe il silenzio.
-So come ti senti. Hai combinato un macello e ti senti terribilmente in colpa, vorresti rimediare ma non sai da dove cominciare. E magari hai anche pianto fino allo sfinimento, giusto per migliorare la situazione, sai.- Sorridemmo leggermente.- Mi ricordo quando io e mia madre siamo andate a stare da Harry e suo padre; mi ha odiato fin dal primo attimo. Mi riteneva viziata, antipatica, mi insultava spesso e pesantemente e i litigi erano all’ordine del giorno. Quando è arrabbiato sbraita e urla in una maniera paurosa; sono sempre stata intimorita da questo suo comportamento. Il fatto che facesse così ogni giorno mi metteva ansia. Ciò mi innervosisce ancora oggi. Però poi ho conosciuto i ragazzi, e abbiamo cominciato ad andare d’accordo a poco a poco. Poi è arrivato Justin e abbiamo di nuovo cominciato a litigare, seriamente però. Ci è andata di mezzo la polizia, vari cuori spezzati e… Kelly. Alla fine l’abbiamo fatta finita e sono tornata da mio padre in America, l’avevo ferito fin troppo e non riuscivo a sopportare il fatto che soffrisse. Devi sapere che non è un ragazzo qualsiasi; se porta una maschera da “duro” è perché ha paura di essere ferito. Si è fidato ciecamente ed è stato deluso, e ora, più che con te, ce l’ha con se stesso. Si sente in colpa perché ti ha ceduto. E’ troppo orgoglioso per ammettere che ti ama e che vorrebbe ricominciare, ma è anche troppo spaventato per fidarsi di nuovo. Sai… ogni volta che torno dall’America in casa c’è sempre un disordine incredibile e un via vai che non ti dico; sistematicamente, finiamo per addormentarci come due deficienti in camera sua. Al mattino, però, vedo che mi tiene stretta fra le braccia, ha paura che io vada via, forse perché io sono l’unica che è rimasta. Sua madre non vive con lui e suo padre, la maggior parte dei suoi amici gli ha voltato le spalle per un motivo o per un altro e con le ragazze ha avuto ancor meno fortuna. Di te si era fidato e di certo si sente come se tu te ne fossi andata, ma il problema è che sei ancora qui, vivete nella stessa casa e lui ora ti considera un’estranea.-
-Mi ha detto che è come se fossi morta. Aspetta, ha anche aggiunto che è come se non fossi mai esistita.-
-Esatto…-
-Siamo tornati al punto di partenza.- Osservai. -Litigheremo di nuovo, immagino.- Cercai di prendere un lungo respiro, ma il risultato fu un fiato debole e tremolante. Singhiozzai, cercando di trattenermi magari; sapevo che non avrei sopportato di piangere ancora.
-Vieni qua, su.- Hayley aprì le braccia e io mi ci gettai all’interno, piangendo lacrime amare e ripensando a quanto questa storia potesse avere distrutto Harry, a quanto tutto questo avesse distrutto noi, se quello che eravamo poteva essere definito come tale.
Gli avevo spezzato il cuore.
E io lo sapevo, lo sapevo. Ero consapevole del fatto che Harry non fosse forte come cercava di dimostrarsi, sapevo esattamente che ogni mio passo falso sarebbe stato un pugnale dritto al suo cuore eppure non avevo fatto attenzione come mi ero ripromessa di fare.
-Ha mangiato?- Domandai, sperando di sentire una risposta positiva.
-No… Sta’ tranquilla, dopotutto nemmeno tu hai mangiato.-
-Io dormivo, chissà lui che cosa stava facendo al posto di mangiare!-
-Non preoccuparti per la sua salute, c’ero io con lui.-
-Ha pianto molto?- Chiesi ancora, sopraffatta dai sensi di colpa.
-Stava per…- Disse ad occhi bassi, e poi si fermò.
-Per…?- La incalzai.
-…per avere un attacco d’asma. Ora sta bene, non temere.- Mi sentii un’assassina. Non gli avevo fatto del male solo sentimentalmente, gli avevo pure procurato dei quasi-danni fisici.
Il sole stava tramontando. Di solito, a quest’ora, io e Liam (e a volte pure Louis) ci impostavamo nel mio o nel suo balcone e fotografavamo il sole. Una volta siamo anche rimasti più del dovuto e Harry ci era venuto a chiamare per la cena. Non ci avevo pensato due volte: avevo acchiappato la macchina fotografica e gli avevo scattato delle foto in serie. Mentre parlava, mentre mi guardava, mentre mi faceva una linguaccia. E poi si era appoggiato alla ringhiera e insieme a Liam guardava il paesaggio e in quel momento avevo forse scattato la più bella foto mai vista; me ne ero totalmente innamorata, tanto da averla incorniciata in un quadro insieme alle altre foto dei tramonti. In quel momento nessuno di noi due sembrava innamorato, o anche solo interessato all’altro; sono quasi sicura che quello fosse il periodo in cui litigavamo spesso, pochi giorni dopo la scommessa. Però quella sera sono stata bene, perché mi sono sentita considerata. Non so se dovrei nascondere quella foto; credo che se Harry fosse entrato mentre non c’ero, l’avrebbe strappata, come minimo, oppure l’avrebbe bruciata.
-Sono le otto e cinque… Ti va di scendere per cena?- Chiese dolcemente la mora.
Soppesai l’idea per un paio di minuti: se fossi scesa avrei incrociato Harry e avremmo litigato di sicuro, però se fossi rimasta in camera credo che avrei esaurito tutte le mie lacrime e avrei bagnato il cuscino per l’ennesima volta. ‘Tanto se litighiamo piangerò lo stesso, per cui… perché non provare?’ pensai.
-Va bene. Ho gli occhi rossi?-
-Sono molto più che rossi.- Oh, bene.
-Ma fregatene.- Continuò poco dopo.
Ci alzammo dal letto e Hayley scese per prima, mentre io la seguivo. Stavo scendendo le scale, quando qualcosa mi sfiorò, e la vidi a malapena: era il braccio di qualcuno che scendeva a velocità supersonica. Era lui, e mi stava evitando.
Prendemmo posto a tavola e cominciammo a mangiare, ma (cosa piuttosto bizzarra, dato che la mattina era praticamente successa una tragedia) non c’era silenzio. Anzi, c’era un baccano inimmaginabile; di sicuro era strategia per non far calare tensione, e devo ammettere che stava funzionando alla grande.
Per il momento.
Quando finimmo di mangiare cominciai a sparecchiare, aiutata da Hayley.
Avevo appena preso i piatti da mettere nel lavello, che qualcuno mi tagliò la strada all’improvviso, facendomi uno sgambetto.
-Rimani a terra, fa’ compagnia alla tua dignità, hum?- Disse, e poi salì e sbatté la porta della sua camera.
I ragazzi e Hayley accorsero subito, allarmati, ma stavo bene, fin troppo.
Il modo in cui mi aveva guardato, i suoi occhi gridavano aiuto.
Avrei dato tutto per poter salire in camera sua e dirgli quanto in realtà lo amavo, ma era tutto così complicato. Era così difficile potergli parlare senza ferirlo un’altra volta.
E io non potevo ferirlo un’altra volta.




 
Ho postato dopo meno di un mese, che recordddd!
Seriamente, la storia si era fermata decisamente troppo e il fatto che siamo arrivati qua è davvero importante, perché la parte bella comincia ora.
Com'è stato il capitolo? Personalmente, ho amato scriverlo e mi è piaciuto come l'ho scritto.
In parole povere, ho goduto pienamente della mia posizione di scrittrice ahahahahahah :D
Okay, ora vado a scrivere! 
Ho un paio di giorni liberi per l'Open Day e li voglio sfruttare al massimo!



Vi amo lettori, xx.
  
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