Le pagine della nostra vita.




Il giorno della cerimonia del conferimento della laurea arrivò molto in fretta, forse troppo, e Kurt era terribilmente nervoso. Dopo quell’evento la sua nuova vera vita sarebbe effettivamente iniziata. L’ansia gli attanagliava lo stomaco e Rachel che continuava ad aggiustargli la cravatta ogni due secondi non era d’aiuto. «Giuro che se continui così, al mio matrimonio non ti invito.» La bruna si congiunse le mani e si mordicchiò l’indice della destra. «Scusa, è che sono così felice per te. Finalmente ce l’hai fatta sei uno scrittore a tutti gli effetti!» Gli saltò addosso e per poco non caddero insieme per terra. «Già, bravo lady Hummel.. solo una domanda, su cosa scriverai ora?» Santana, la sua migliore amica insieme a Rachel, tagliò corto e gli fece tornare in mente la domanda di Blaine Anderson qualche giorno prima. Quella domanda lo faceva innervosire ancora di più. Non lo sapeva. Ci aveva riflettuto sopra, da quando il ragazzo dagli occhi ambrati glielo aveva chiesto, ma era giunto alla conclusione che non lo sapeva. «Santana! Dagli tempo! - quasi urlò Rachel e poi si rivolse a Kurt - Sono sicura che qualunque cosa scriverai sarà fantastica!» e Kurt voleva davvero che Rachel avesse ragione, ma aveva paura.. aveva paura che.. «Finirà a scrivere un libro per bambini.» disse l’ispanica. Esatto. Era proprio quello di cui aveva paura. Non che non fosse un bravo scrittore, anzi, quando all’università gli chiedevano di svolgere una traccia lo faceva senza problemi. Il fatto era che non aveva mai provato a scrivere qualcosa di suo, senza una guida. Aveva paura di non avere abbastanza esperienza, di non poter descrivere ciò che si provava in una certa situazione. E questi furono i pensieri che lo attanagliarono per tutta la cerimonia, anche mentre riceveva la laurea, anche mentre sorrideva per la foto, anche mentre abbracciava il padre e le sue amiche. Erano questi i pensieri che gli vorticavano nella testa quando vide appoggiato ad un muro, mentre si torturava il piercing sul labbro, Blaine Anderson. Strano vederlo con uno smoking elegante. «Sei venuto a salutarmi, così mi commuovo.» lo punzecchiò Kurt. Quello alzò lo sguardo. «Rallenta Hummel, sono qui perché anche mio fratello si è laureato.» Sorrise leggermente mantenendo però il suo sguardo impassibile. «Non mi dire. Chissà se un giorno lui vedrà te ricevere la laurea.» Blaine era scivolato a terra e Kurt si era seduto accanto a lui, sull’erba morbida. «Sto pensando di abbandonare i corsi, tanto non mi servono.» Perché quella strana confessione? Pensava forse che, visto che non l’avrebbe più rivisto, poteva fargli da prete ed ascoltare i suoi peccati? «Tu piuttosto, hai deciso su cosa scrivere?» Kurt sospirò. Se doveva fare da prete a quel tipo tanto valeva che anche lui gli facesse da tale. «No.. Non ne ho la più pallida idea.» Blaine sorrise senza però farsi vedere e alzò la testa verso l’altro appoggiandola al muro. «È l’esperienza vero? Ti manca quella.» Il liscio alzò lo sguardo verso di lui. “Come diavolo fa a saperlo?” «Chi te l’ha detto?» «Intuito. Lo si capisce guardandoti.» Kurt, inconsciamente, si guardò per controllare se fosse vero e questo fece sorridere di nuovo Blaine che lo guardava con la coda dell’occhio. «Beh, vorresti dirmi che tu ha esperienza?» si mise sulla difensiva il neo-scrittore. «Non molta, ma sicuramente più di te.» Ammise il riccio beccandosi un’occhiata torva da parte dell’altro. «Ma se sei più piccolo di me!» Si lamentò Kurt, cosa che fece alzare gli occhi al cielo all’altro. «L’età non conta.» Fu un attimo e Blaine si ritrovò a pochi millimetri di distanza dal volto di Kurt, un ghignò sul volto, il piercing sul labbro che si scontrava con la pelle candida dell’altro. Il liscio arrossì fino alla punta delle orecchie e rimase immobile fin quando il ragazzo di fronte a lui non si alzò e si appoggiò con la schiena contro il muro. «Tu non sai cogliere l’attimo, Hummel. Non sai vivere.» Kurt era ancora troppo shockato per reagire in qualsiasi modo. «Scommetto che se vivessi come me avresti dell’ottimo materiale su cui scrivere.» A questa frase il diretto interessato si riprese. «Ne sei sicuro?» Disse, infatti, con aria di sfida. «Sicurissimo.» E come se avesse capito dove quella conversazione voleva andare a parare, Blaine anticipò l’altro ragazzo dicendo «Facciamo così.. tre mesi, non di più. Prova a vivere per tre mesi secondo il mio stile di vita e ti garantisco che scriverai un libro degno di essere letto.» Guardò Kurt dritto negli occhi, come se stessero stipulando un contratto. «Allora? Ci stai?» Gli porse la mano, ma non solo per aiutarlo ad alzarsi, ma per chiudere quella scommessa quando la mano del liscio si posò sulla sua. «Ci sto.» Sorrise. E Kurt, per un attimo, pensò che non avrebbe voluto lasciare quella mano mai più, ma venne portato via dalle sue graziosissime amiche che lo  riempirono di foto, regali e «Ma dove diavolo sei finito dopo la cerimonia?! Non ti trovavamo più!»





kemosabe's corner:
Salve gleeks! So che sono tipo scomparsa ma dato che al primo capitolo non ho ricevuto recensioni mi era balenato per la testa che la storia non piacesse a nessuno o non interessava.
Poi ho controllato le persone che la seguono. Oh Coin, il primo capitolo e già mi seguono in sei. Vi ringraio di tutto cuore.
Ci tengo a dire che questo è un capitolo di passaggio, poiché ho già scritto il terzo e lo pubblicherò non appena avrò di nuovo un po' di tempo.
Lasciate che vi dica che credo di esagerare con l'OOC... spero non vi dispiaccia. Anche perché punk!blaine lo amo da impazzire.
Cos'altro? Niente credo. Beh, spero vi piaccia questo piccolo aggiornamento e PLS, recensite :(
Se volete dirmi qualcosa o semplicemente seguirmi sono @kyotossakura su twitter! :)
A presto!
- panda.