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Autore: iloveroseandrosie    22/01/2014    1 recensioni
La vita di Chloe era abbastanza semplice e monotona. La mattina si svegliava, faceva colazione cercando di non uccidere il suo fratellino che la importunava da sempre, prendeva la macchina, andava a scuola, tornava a casa – se non restava a casa di qualche suo amico per cena – faceva i compiti, cenava e andava a letto. Insomma, una normalissima vita di una normalissima adolescente all’ultimo anno del liceo. O almeno così era fino a che non incontrò Lucy. Da quel momento, tutta la sua vita e di chi le stava intorno prese un’altra piega.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Dopo quella che sembrò un’eternità, la campanella fece sì che potessero tutti andare a sgranchirsi le gambe, prendere qualcosa da bere o da mangiare alla macchinetta e, perché no, anche fumarsi una sigaretta. Fu così che Chloe, pur essendo una non fumatrice, si ritrovò ad accompagnare i suoi amici a fumare, fuori dall’edificio.

Una volta fuori, Chloe notò una chioma rossa che aveva già visto prima. Era la ragazza che aveva incrociato quella mattina. Si trovava ancora lì, ora però nel parcheggio, vicino ad una macchina grigio scura. Non riusciva a smettere di fissarla, di cercare di incontrare il suo sguardo.

“Yu-huu, Chloe sei con noi? Ti abbiamo fatto una domanda!” la sgridò Holly agitando una mano davanti alla sua faccia, nel tentativo di svegliarla.
“Si, scusate sono un po’ stanca oggi. Cos’avete detto?”
“Questo pomeriggio andiamo a fare shopping e poi Starbucks giusto?” chiese Holly eccitatissima. Chloe fece finta di non vedere che Riley stava alzando gli occhi al cielo, ma sorrise comunque. A lui non piacevano queste cose da ragazza, ma le accompagnava volentieri. Alle due amiche era venuto qualche volta il dubbio che fosse gay. Però non glielo avevano mai chiesto. Erano dell’idea che se voleva dirgli qualcosa, gliel’avrebbe detto lui. In questo i suoi amici erano fantastici: accettavano tutto e tutti.
“Si certo!” rispose subito, cercando di mandare via un po’ di fumo che le arrivava proprio in faccia.

Continuarono a chiacchierare fino alla fine della pausa, ma Chloe non riusciva a staccare gli occhi di dosso da quella misteriosa ragazza. Si chiedeva chi fosse, perché fosse rimasta davanti a scuola tutta la mattina. O magari invece era solo tornata, magari per prendere qualcuno. Infatti, pochi secondi dopo, Paige, una ragazza del mio stesso anno ma di una classe diversa, andò da lei, la salutò svogliatamente ed entrò in macchina. Che fosse una sua amica? No, l’ha salutata troppo male. Che allora fosse sua madre? Troppo giovane! Sua sorella allora. Si sicuramente sua sorella.

Alla fine delle lezioni, si ritrovò con Holly e Riley nel parcheggio davanti alla sua macchina pronti per andare al centro commerciale. Fecero grandi compere, ovviamente solo le due ragazze, e una volta finito tutto, andarono da Starbucks.

“Tre Cappuccini alla nocciola con uno spruzzo di caramello, grazie” chiesero in coro tutti e tre. Era la loro bevanda preferita da sempre. Prendevano sempre quella, e quando qualcuno voleva cambiare, allora cambiavano tutti e tre. Era una cosa loro, nessuno li capiva in questo, ma a loro divertiva.

Una volta seduti, cominciarono ad esaminare tutti i clienti. Era un gioco che facevano spesso, cercavano di immaginare la vita di ogni persona, guardando semplicemente com’era vestita e con chi era seduta. Tutte le volte uscivano le cose più assurde, tipo allevatori di pinguini incinti oppure addestratori di struzzi.

Ad un certo punto, entrarono due ragazze: Paige e la ragazza misteriosa. Il cuore di Chloe ebbe un sussulto, e si girò di scatto verso i suoi amici, per nascondere le guancie arrossate causate dall’imbarazzo di quella sensazione che aveva provato vedendola. Gli amici non capirono, e agitarono la mano chiamando Paige per salutarla. Appena vide i compagni, si diresse verso di loro insieme alla ragazza dai capelli rossi.

“Hey! Anche voi avete preso una pausa dallo studio?” chiese sorridendo.
“Non ce la potevamo più fare, il giovedì è estenuante. Ho visto che sei andata via prima oggi, tutto a posto?” chiese Riley sembrando sinceramente preoccupato.
“Sisi, tutto ok. Sono uscita prima perché mia sorella, Lucy, è tornata dall’erasmus e volevo stare un po’ con lei. Non ci vedevamo da sei mesi!” disse chiamando la sorella.
“Lucy. La ragazza misteriosa aveva un nome, ed era bellissimo” pensò Chloe.
“Ciao a tutti!” disse sorridendo e guardando ognuno dei tre amici. “Aspetta, io ti ho già vista… sei la ritardataria di stamattina?” chiese a Chloe facendole l’occhiolino.
“Haha, si sono io! Presente!” scherzò cercando di contenere l’isterismo che l’aveva attanagliata.
“Bene, noi andiamo allora. Dobbiamo ancora fare qualche compera prima che chiudano i negozi! Ci vediamo domani a scuola!” disse Paige, chinandosi su ognuno di loro per salutarli con un bacio sulla guancia. La sorella invece, si limitò ad un sorriso rivolto in particolare a Chloe che sorrise a sua volta, con uno dei suoi sorrisi che lasciavano la gente senza fiato – o così dicevano.

Dopo un oretta tornarono a casa. Chloe accompagnò prima Holly e poi Riley a casa loro. Non sapeva se raccontare a Riley quello che aveva provato in quel giorno, ma decise di tenerselo per se ancora per qualche giorno, almeno finché non avrebbe capito cosa fosse. Non capiva cosa le stesse succedendo: non aveva mai guardato una ragazza in quel modo, e non era mai stata guardata da nessuno con così tanto interesse, o così almeno le era parso.

Quella sera dopo cena, andò a curiosare su Facebook, per vedere se riusciva a trovare Lucy in qualche modo. Digitò così Paige Lewis, ed entrò nella sua pagina. Andò a vedere i suoi amici e cercò il nome della sorella: Kate Lewis. Rimase stupita dalla bellezza della sua foto del profilo. Non che nella realtà non fosse bella, anzi, ma in quella foto era semplicemente stupenda: occhi verdi come due smeraldi e capelli rosso fuoco che sembravano quasi andassero verso il rosa/viola. Era bellissima in quella foto.

Quella notte, si addormentò sempre pensandola. Era come se non riuscisse a pensare a niente e nessun’altro che lei. Era pazzesco. Eppure le piaceva.
  
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