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Autore: Tempie90    22/01/2014    7 recensioni
Storia appartenente alla serie di Nico & Co., come al solito Kate non ne combina una giusta con lo scrittore!
Siamo ancora nel periodo di feste XD
Buona lettura! =)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Questione di fiducia: Nico's Adventures!!'
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Ed ecco a voi il terzo e penultimo aggiornamento!
Ahimè la prossima settimana questa storia si concluderà T_T
Oggi sono un po' stanca e parecchio arrabbiata per la mia prima multa -.-  perciò non mi dilungo troppo
.
Spero vi piaccia e che come sempre mi farete sapere!
Buona lettura.
Tempie. =)



                                           Capitolo 3



Il mattino si fece vedere con un bellissimo sole, i cui raggi penetrarono dalla finestra della baita.
Il primo a svegliarsi fu proprio Nico che si osservò attorno, come suo solito, con quegli occhioni vispi e attenti. Vide la sua mamma tenerla stretto a sé ancora addormentata. La fissò un attimo, poi decise di svegliarla tirandole delicatamente i capelli.
“Ga ga?”
Non ottenendo alcuna risposta, ritentò.
Aumentò e rafforzò la presa sulle sue ciocche e tirò forte. Kate sgranò gli occhi sorpresa dal dolore. Guardò Nico ancora con i suoi capelli nel piccolo pugno e assottigliò gli occhi fintamente arrabbiata.
“Senti tu, come ti sei permesso a svegliarmi in questo modo?”
Il bambino rise.
“Adesso te la farò pagareeee..” Kate prese a solleticargli il pancino e Nico si contorse muovendo le gambe e le mani freneticamente.
Le orecchie di Jim furono invase dalle risate del nipote e da quelle della figlia. Sorrise più rilassato, Kate si era svegliata di buon umore, almeno così sembrava.
Preparò la tavola per la colazione.
 
Dopo aver mangiato Jim propose di andare di nuovo alla pista di pattinaggio visto che il giorno prima Nico si era divertito parecchio…e anche lui.
Kate accettò di buon grado anche perché avrebbe approfittato per chiedere dei lavori di sgombero.
Così mentre Jim si dirigeva verso la pista, quasi saltellando, con Nico in un braccio e lo slittino nell’altro, Kate si informò con l’agente Lincon della situazione. Se il tempo fosse rimasto così soleggiato c’erano buone probabilità che al massimo domani mattina sarebbero potuti tornare a casa.
Kate sorrise alla notizia…E’ vero, doveva far passare un altro giorno ma era pur sempre uno in meno da quello previsto!
Un po’ più ottimista andò anche lei verso la pista a divertirsi con suo padre e il suo bambino.
Per l’ora di pranzo furono alla baita. Dopo aver mangiato Nico non ne volle sapere del suo pisolino, al contrario si sistemò sul tappeto del salone, e cominciò a giocare con dei peluche.
Dopo qualche ora però Kate e Jim si preoccuparono non sentendo più i monologhi del bambino.
Si voltarono verso il salone e lo videro muovere meccanicamente avanti e indietro una macchinina, col musetto triste e lo sguardo assente.
Padre e figlia si guardarono incuriositi.
Kate allora si alzò e gli si avvicinò.
“Ehi amore.” Il bambino la guardò con occhi spenti.
“Che succede?” Chiese dolcemente.
“Daaada.” Rispose mogio.
Kate corrucciò la fronte. “Sei stanco?” Guardò l’ora. Effettivamente erano le sette e visto che non aveva neanche riposato nel pomeriggio, probabilmente voleva andare a letto.
“Ok, ti preparo la pappa e poi andiamo a letto, che dici? Anche io sono stanca, oggi abbiamo fatto pazzie!” Concluse sorridendo.
Prese il bambino in braccio, il quale le si accoccolò sulla spalla, e si diresse in cucina.
Anche Jim notò la mancanza di vivacità in quegli occhietti di solito sempre vispi.
Mangiarono in silenzio, Nico non sembrava proprio dell’umore…
“Ci penso io a sistemare, Katie. Porta Nico a dormire, mi sembra molto stanco.”
“Grazie papà. Ehi Nico, dai un bacio a nonno che andiamo a nanna.”
Il bambino lasciò un tenero bacio sulla guancia dell’uomo poi si appoggiò nuovamente sulla spalla della madre senza fiatare.
Kate e Jim si guardarono ancora perplessi.
“Accidenti, deve essere proprio distrutto.”
“Già. Buonanotte papà. A domani.”
“Buonanotte tesoro!”
 
Kate entrò in camera, prese il pigiamino e cambiò Nico. Lo mise al centro del letto e tenendolo d’occhio si cambiò anche lei.
Ma quando Kate lo prese per metterlo sotto le coperte, l’espressione fino ad allora pensosa del bambino si trasformò in allarmata. Gli occhi gli divennero lucidi e scoppiò in un pianto disperato.
Kate presa alla sprovvista quasi cadde giù dal letto mentre Jim aprì la porta della loro camera preoccupato.
“Che è successo?” Chiese.
“ Non lo so. Credo sia la stanchezza che lo faccia urlare. Non preoccuparti adesso provo a calmarlo…Puoi spegnere la luce, accendo questa del comodino e vedo se riesco a farlo dormire.”
“Certo tesoro. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami!”
“Grazie, papà. Buonanotte!”
Jim si congedò con un sorriso chiudendo la porta che attutì solo in parte le urla del bambino.
“Ma che succede? E’ da questo pomeriggio che sei strano…Proviamo a dormire, ti va?” In risposta ricevette solo altre urla.
“Ok ok, magari vuoi il ciuccio?” Chiese come se lui potesse chiaramente risponderle. Si alzò velocemente dal letto per cercarlo.
“Ma dove l’ho messo?”
“WAAAAAAAAAAAAAAAAA” Le urla disperate di Nico la fecero rabbrividire.
“Calmati. Lo sto cercando, un po’ di pazienza dai!”
In un momento di semi panico si ricordò di averlo messo in borsa. La prese di slancio dalla sedia e la svuotò sul letto, sparpagliando con le mani il suo contenuto. Ma del ciuccio nessuna traccia, solo…fu attirata dal mugugnare di Nico.
“Dada..” Lo guardò vedendolo indicare qualcosa tra gli oggetti della borsa. Li esaminò disperata, magari lui l’aveva visto, ma quello che invece attirò la sua attenzione le fece perdere un battito.
Non tanto sicura di aver capito il motivo per cui Nico si era calmato e fissava un punto con insistenza, prese tra le mani l’oggetto e glielo porse.
Il piccolo l’afferrò sorridendo e si rotolò nel lettone prima di ritornare di nuovo sulle spalle allungando le manine verso l’alto e osservando l’oggetto.
Una lacrima le bagnò la guancia mentre sorrideva emozionata.
Quella che aveva tra le mani suo figlio era la foto che ritraeva Rick, Kate e Nico il giorno in cui aveva dato il suo primo bacio bavoso. Quel momento immortalato era stato voluto da Rick, troppo eccitato all’idea di aver ricevuto il primo bacio da suo figlio.
Aveva capito perché Nico era stato la maggior parte del pomeriggio triste e aveva pianto in quel modo così disperato: gli mancava il suo ‘rivale in amore’; il suo compagno di giochi. Colui che lo fa divertire tutto il giorno e che gliele fa passare tutte.
Gli manca il suo papà.
Kate sentì una stretta al cuore.
Quello scricciolo ha espresso a modo suo quello che prova per Rick. Non è abituato a non averlo attorno e anche se si è divertito con suo nonno e con lei, capisce che è passato troppo tempo dall’ultima volta in cui ha visto il padre. Non comprende il motivo per cui non è con loro, sa solo che non c’è e gli manca.
“Amore mio, ti manca papà, non è vero?” Il bambino la guardò con gli occhi rossi del pianto.
“Dadaaaa” Adesso ha capito anche il significato di quella parola: ‘papà’. Kate rise.
“Si, papà.” Gli accarezzò il visino asciugandogli le lacrime. “ Ti prometto che domani ti ci porto, ok?”
Nico sembrò capire le parole della mamma perché sul suo volto si aprì un fantastico sorriso, ricambiato dalla donna.
“Adesso però devi dormire. Sei stanco ed è tardi.” Fece per prendergli la foto dalle mani ma Nico la portò velocemente sul suo petto. La guardò con gli occhi da cucciolo.
“Dada.” Esclamò in un sussurro. Kate si commosse per quel gesto.
“Va bene, dormiamo con papà, anche se in foto. Non ti credere, anche a me manca molto sai?” Si allungò a spegnere la lucina e si avvicinò al figlio. Nico si accoccolò tra le sue braccia con ancora la foto stretta in grembo e si addormentò. Anche Kate si abbandonò alle braccia di Morfeo, sperando ardentemente di riuscire a tornare a casa il prima possibile.
 
Il giorno seguente riuscirono a mettersi il viaggio solo nel tardo pomeriggio; suo padre, invece, aveva preferito rimanere ancora qualche giorno alla baita, evitandosi così l’infinita coda di auto nella quale si ritrovò imbottigliata Kate sulla strada del ritorno.
A quanto pareva non era l’unica che non vedeva l’ora di tornare a casa.
Arrivarono al loft solo in tarda serata.
Alle dieci passate Rick aprì la porta trovandosi di fronte una Kate stanca e Nico addormentato tra le sue braccia.
“Ehi!” La salutò a bassa voce.
“Ehi!” Rispose lei con lo stesso tono.
“Dallo a me…Lo prendo io!” Rick prese delicatamente Nico dalle braccia della madre e si spostò per farla entrare.
Si diresse in camera da letto e decise che per quella notte il bambino avrebbe dormito nel lettone con loro. Gli era mancato troppo per riuscire a non inebriarsi del delicato profumo di suo figlio. Lo poggiò al centro del letto e si accertò che Kate non avesse bisogno di nulla. Sperava ardentemente che non prendesse l’argomento del litigio proprio in quel momento.
Giunse in cucina e la vide bere un bel bicchiere d’acqua.
Non appena lo notò, parlò:
“Finisco di bere e vado a letto se non ti spiace…” Era davvero stanca e a quanto pareva anche lei non se la sentiva di affrontarlo a quell’ora.
“Certo! Io ti precedo.” Rispose più rilassato.
Entrato in camera trovò Nico dormire ancora beatamente a pancia in giù. Sorrise intenerito.
Si sdraiò accanto a lui cercando di far meno rumore possibile ma Nico lo sentì lo stesso.
Aprì i suoi occhietti assonnati e, non appena vide il padre, il suo visino si illuminò.
“Dada.” Disse con la voce assonnata.
“Ehi, ometto, non volevo svegliarti.”
Il piccolo neanche lo sentì, si mosse goffamente verso di lui e gli si salì letteralmente addosso. Si posizionò di nuovo a pancia in giù sul suo addome e con una manina strinse la sua maglia in un pugno rilassandosi.
Rick lo guardò sorpreso.
Fu così che Kate lo trovò quando entrò in camera.
Castle la guardò completamente disarmato e lei li raggiunse velocemente per coprirli alla meglio, vista la posizione.
Il sorriso non abbandonò mai le sue labbra neanche quando non si avvicinò più di tanto a Rick sotto le coperte.
“Ma…Ma vuoi lasciare che dorma così?” Sussurrò stupito vedendola tranquilla.
Beckett ridacchiò ed annuì poggiando la testa sul cuscino.
“Gli sei mancato, Rick!” L’uomo si voltò sorpreso. “Non hai idea di cosa ha combinato ieri…” Continuò sussurrando. “E’ stato silenzioso tutto il pomeriggio e quando l’ho messo a letto è scoppiato a piangere. Non riuscivo a capire cosa avesse, ho pensato che volesse il ciuccio quindi ho svuotato la mia borsa sul letto per cercarlo e in quel momento si è calmato. Mi ha indicato qualcosa tra gli oggetti e sai cos’era?” Chiese sorridendo.
Rick negò col capo rapito dal racconto.
“Una foto nostra, del giorno in cui ti ha dato il primo bacio sulla guancia. Non appena gliel’ho data tra le mani si è rotolato sul letto contento e poi si è addormentato con la foto stretta al petto. Ho anche scoperto che il suo sillabare ‘dada’ sarebbe papà: l’ha ripetuto tutto il giorno ma io l’ho capito solo quando ho visto la foto.” Concluse.
Castle sorrise commosso spostando l’attenzione su Nico che dormiva serenamente.
“Anche lui mi è mancato molto.” Affermò con voce sommossa.
“E a me sei mancato tu!” Rispose.
Rick si voltò di scatto e la trovò a fissarlo intimorita. Le fece una tenerezza infinita. Le carezzò il viso e a quel tocco la donna chiuse gli occhi sospirando.
Anche quel semplice tocco le era mancato. E il silenzio che era seguito dopo il loro litigo aveva amplificato il tutto.
“Buonanotte Kate!” L’uomo interruppe i suoi pensieri.
Aprì gli occhi e rispose sorridendo dolcemente.
“Buonanotte Rick!”
Si addormentarono così, con Nico comodamente spalmato su suo padre e Castle e Beckett con le mani intrecciate.
Avrebbero parlato domani.


Tempie's corner:

Eh parleranno domani...diciamo la prossima settimana! XD
Un bacio! ;*
Tempie. =)



 
  
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