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Autore: AlyeskaGnac    23/01/2014    5 recensioni
Due nuove ragazze con un difficile passato alle spalle si trasferiscono ad Heartland City.
Con caratteri totalmente opposti entrambe dovranno affrontare oltre ai normali problemi adolescenziali ciò che ha distrutto la loro infanzia, ed un particolare incontro cambierà il modo di vedere di due certe persone.
"Penso sia strano vedere un uomo ed una donna che si giurano amore eterno pur sapendo che nulla è eterno. Penso che l'unica cosa io abbia mai veramente amato fosse duellare, ma anche per me quel tempo è finito. Io non duellerò mai più." [Mitsuko]
Genere: Comico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Nuovo personaggio, Ryoga/Shark, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I see pain in your eyes

Erano passati circa quattro giorni dal trasferimento ad Heartland ed entrambe le gemelle sembravano essersi ambientate bene, o almeno una delle due visto che la verde taciturna restava nel suo costante mutismo. La giornata di scuola era quasi finita e Tsukiko stava preparando i libri per la materia successiva.

- Tsuki! Vieni un momento!

Ayame chiamò la castana dal suo banco, facendole capire con la mano che era piuttosto urgente.

- Che succede?

Rispose accorrendo sul posto con sguardo interrogativo.

La bionda si girò mostrando un lungo strappo dietro alla parte superiore della divisa scolastica.

- Accidenti, come hai fatto?

Domandò osservando il “guaio” che aveva davanti. Ayame spiegò a Tsukiko  che aveva avuto un piccolo scontro con Cecile e che questa durante l’ora di ginnastica le aveva tagliato la maglietta per  vendicarsi.

La giovane dagli occhi ametista era furente e intenzionata a fargliela pagare presto.

- Dovrai darmi una mano Tsukiko! Chiederò anche a Rio sono certa che mi appoggerà!

La gemella minore chinò lievemente il capo in segno di disappunto mentre con delle forcine per capelli, che portava sistematicamente sempre dietro, tentava di chiudere il taglio.

- Non dovresti, così farai solo il  suo gioco, è sbagliata la vendetta.

Ribattè in tono duro e deluso dalla decisione presa dall’amica.

- Lo so lo so…E’ stata lei a cominciare non io! E’ ora che qualcuno le dia una lezione!

Amareggiata, la castana chiuse l’argomento dicendole che avrebbe provato a darle una mano, ma che non voleva mettersi in mezzo ad altri guai vista la “simpatia” che la piccola serpe  aveva dimostrato nei suoi confronti dopo il loro battibecco.

- Tranquilla, dopotutto ci sarà Shark a proteggerti in tal caso…

Tsukiko sussultò e arrossendo chiese spiegazioni all’amica.

- Beh…Ho notato che andate parecchio d’accordo e durante la lezione parlate sempre!

- Che centra?! Durante la lezione non facciamo altro che litigare perché io disegno sul suo banco e lui minaccia di rompermi le penne, questo tu lo chiami “andare d’accordo”?!

La bionda rise di gusto portando un mano davanti alla bocca per soffocare l’eccessivo rumore, poi si sedette sul banco fissando la ragazza a lei di fronte intensamente.

- Di un po’ Tsuki…Non è che ti piace Ryoga?

Ovviamente la gemella non aveva perso il colorito sulle guancie, che aumentava sempre di più.

- M-ma ti pare?! Insomma lo conosco da pochissimo, non è possibile!

- Andiamo…Non saresti ne la prima ne l’ultima che cade ai suoi piedi, non puoi negare che sia un bel ragazzo e quell’aria da finto stronzo lo rende ancora più attraente.

La castana mise il broncio allontanandosi da Ayame che restava sempre più convinta delle sue supposizioni.

Tsukiko pensò alle riflessioni  della bionda, non negava affatto che Shark fosse un bel ragazzo, chiunque avrebbe ammesso che lo era, tuttavia la castana non aveva mai vagamente pensato all’amore o tutto ciò che lo riguardasse non aveva tempo di pensare a certe cose.

Destino o caso, la ragazza andò a sbattere proprio contro la fonte dei suoi ultimi pensieri; balbettò uno “scusa”  mantenendo il capo chino e gli occhi fissi nei suoi zaffiri, sentendo per l’ennesima volta le guancie infiammarsi.

- Le parole “Tsukiko e “attenzione” non vanno proprio d’accordo eh?

Ryoga notò il colorito che aveva assunto il viso della ragazza e la trovò più bella e dolce del solito; anche lo squalo arrossì dopo quel momentaneo pensiero e distolse lo sguardo da quello di lei che seguì la sua reazione.

- Ehm…Domani a che ora devo venire da te?

Il viola mantenne una certa distanza fingendosi impassibile.

- Subito dopo scuola, ci andremo insieme.

- Ok…senti…
Improvvisamente quella sottospecie di conversazione venne interrotta dal brusco arrivo  di una giovane dai lunghi capelli ramati.

- Sharkino mio! Mi sei mancato sai?

Tsukiko venne scostata malamente dalla ragazza che, appesa al collo del viola, la fissava in modo truce.

- Tu che ci fai qui sfigata?

La castana ignorò il commento di Cecile e dopo aver saluta Ryoga ritornò in classe.

- Ryooooga…Perché stai sempre attaccato a quella?!

Il viola si scrollò di dosso la ramata maledicendola per non aver fatto finire la frase a Tsukiko.

- Non sono affari tuoi.

Cecile abbassò lo sguardo intimidita da quello arrabbiato di Shark.

- Ryoga…So di avere un brutto carattere, però…Io ci tengo davvero a te…

Ryoga sbuffò contrariato, ma allo stesso tempo lusingato dalle attenzioni che Cecile gli rivolgeva, del resto restava una delle ragazze più belle della scuola anche se nell’ultimo periodo alle orecchie del viola erano giunti numerosi apprezzamenti, dalla parte maschile, rivolti alle gemelle che sembravano avere già numerosi ammiratori.

- Domani verrò a trovarti, voglio mostrarti una cosa!

- D’accordo.

La ragazza scoccò un bacio sulla guancia dello squalo e poi si allontanò. Ayame non era del tutto a conoscenza del rapporto tra la ramata e il viola, non era vero che lui non se ne curava, al contrario era molto attratto da lei ma si trattava solo di attrazione fisica e nulla di più e spesso Shark approfittava dei sentimenti  che Cecile provava per lui per soddisfare le proprie voglie sessuali, in fondo con la fama di essere il ragazzo più bello della scuola oltre che un abile duellante non aveva alcun tipo di problema con le ragazze anche se alla fine non gli erano mai interessate più di tanto.

Nell’ultimo periodo i suoi pensieri si erano però rivolti spesso ad una persona, quella stessa persona che sembrava aspettarlo seduta al rispettivo banco e che fingeva una conversazione con Ayame.

- Di che parlate?

Chiese lo squalo interrompendo il discorso a cui solo la bionda stava realmente partecipando.

- Uhm? A ciao Ryoga! Stavamo parlando della festa di Natale che si terrà a scuola, pensavamo di organizzare un ballo a tema, preceduto da uno spettacolo ovviamente…anche se non abbiamo ancora deciso cosa presentare.

Rispose la giovane dagli occhi cremisi.

- Siete entrambe nel comitato organizzativo?

Chiese nuovamente il viola ottenendo l’attenzione della castana che rispose al posto di Ayame.

- Si, Ayame me lo ha consigliato, dice che in questo modo avrò maggiori possibilità di conoscere gente nuova e poi sono sicura che sarà divertente!

Concluse con un piccolo sorriso come a sperare di aver ragione sull’ultima parte.

- …Non penso che tu abbia bisogno di metterti più in luce di quanto lo sia già, fidati.

Disse alludendo alle voci che circolavano nell’edificio e causando numerose domande da parte della ragazza dinanzi a lui.

La campana suonò per la seconda volta segnando la fine dell’intervallo e la ripresa delle lezioni.

 

*          *          *

Mitsuko era rimasta a casa quel giorno, si era sentita poco bene ed essendo di salute cagionevole la zia aveva preferito non rischiare e tenerla un paio di giorni a casa, ma la verde non amava il chiuso e proprio per questo motivo prendendo il giubbino, una calda sciarpa e dei guanti aveva deciso di prendersi una bella boccata d’aria fresca, sicura che restando tutto il giorno chiusa in casa si sarebbe ammalata per depressione.

Quando non usciva con la sorella le piaceva camminare lentamente senza doversi preoccupare di niente, solo di dove stesse mettendo i piedi.

Non si era legata i capelli quel giorno, li aveva lasciati sciolti e vista la loro notevole lunghezza le arrivavano quasi oltre il fondoschiena; il sole filtrava attraverso quei fili dall’insolito colore illuminandoli maggiormente e facendo voltare numerose persone ad osservarli.

Una in particolare la raggiunse e la gemella maggiore si sentì afferrare per la schiena da un paio di piccole esili braccia che la costrinsero a voltarsi.

- Ciao Mitsuko! Non ti avevo riconosciuta all’inizio visti i capelli, ma ero certo che fossi tu!

- …Ciao anche a te Hart.

Rispose al bambino tentando di assumere un tono meno atono del solito con scarsi risultati. Il piccolo si staccò da lei e la guardò con i suoi grandi topazi; le guance di Hart erano rosse e le mani fredde e Mitsuko decise che quel moccioso dovesse assolutamente evitare di ammalarsi, si tolse i guanti e la sciarpa e glie li mise, l’azzurrino si scostò leggermente mentre la osservava stupito: Mitsu tremava, ma cercava di non darlo a vedere.

- Di un po’, sei qui da solo?

Chiese alludendo al fratello maggiore che nell’ultimo periodo aveva spesso invaso la sua mente prendendo il posto di quelli che solitamente la tormentavano.

- No, c’è Kite con me! Mi ha accompagnato al parco ma credo di averlo lasciato vicino allo scivolo, appena ti ho vista sono corso qua!

- Un parco?

La giovane sembrò finalmente notare l’immensa radura verde che si estendeva alla sua sinistra; nella loro vecchia città i parchi erano pochi e neanche così grandi, quello che aveva davanti però era davvero bello.

- Hart quante volte devo ripeterti di non andartene in giro senza prima avvertirmi?

La voce del biondo giunse alle orecchie di entrambi facendoli voltare nella sua direzione; il bambino chinò il capo in segno di scuse ma non spense il sorriso e tornò a fissare timidamente Mitsuko come a intendere al fratello che doveva quanto meno salutarla. Kite sbuffò accontentando poi il fratellino.

- …Ciao.

- Ciao Kite.

Rispose la verde portandosi le mani alle tasche per il freddo che cominciava ad avvertire; ora erano le sue guance ad essere color porpora, così come il naso e Hart si sentì responsabile di ciò.

Mitsu notando l’espressione del piccolo tentò di focalizzare la sua attenzione su qualcos’altro.

- Ei Hart, perché non vai a fare un giro su quella ruota? Sembra divertente.

L’azzurrino accettò ben volentieri l’invito e si diresse, seguito dai due ragazzi, al parco indicato precedentemente e mentre lui giocava Kite e Mitsuko si sedettero su una panchina poco distante.

- Certo che è un bambino molto vivace.

Commentò la verde rivolgendo il suo sguardo verso il ragazzino intento a correre ovunque.

- Già…Ma non è stato sempre così.

Mentre Mitsuko si chiedeva cosa intendesse Kite con quell’affermazione, quest’ultimo sembrò finalmente notare i due nuovi indumenti che il fratello indossava; Non erano ne suoi ne di Hart e non li aveva prima dell’incontro con la gemella maggiore, ne dedusse che molto probabilmente era stata proprio lei a darglieli.

La guardò  di nascosto ma non disse nulla, in fondo non era poi così importante.

 

*          *         *

- Che cosa? Un concerto?

Ayame stava stringendo la povera Tsuki talmente forte da farle mancare il respiro, esultando per la brillante idea venutale in mente.

- Esatto! Sarà perfetto! I concerti piacciono a tutti no?!

La castana riuscì a staccarsi da quella presa mortale e ad allontanarsi dalla bionda che con tutto quel rumore aveva causato l’interesse dei presenti.

- A cos’è dovuta tutta questa allegria?

Chiese Yuma intervenendo nella “conversazione” tra le due; Ayame non lo degnò minimamente di attenzione presa com’era ad annunciare la propria idea agli altri e fu Tsuki a rispondere al suo posto.

- Ayame pensa che organizzare un concerto per la festa di Natale sia un grande idea…ma dove lo troviamo un gruppo disposto a suonare?

- Beh ma quello non è un problema! La scuola ha il suo gruppo e Shark ne fa parte!

La castana rimase spiazzata da tale affermazione e fissò in modo apatico il viola che stava nuovamente discutendo con la sorella.

- Ryoga suona?...Oppure…canta?...No decisamente no.

Concluse focalizzando la propria attenzione sull’orologio che segnava la fine della scuola; Tsukiko e Ayame salutarono i loro amici mentre la bionda teneva ben salda la presa attorno al polso di Shark che tentava di sfuggire.

- Andiamo smettila di lamentarti! Sei il leader del gruppo e senza di te non possiamo chiedere l’autorizzazione alla preside!

Lo convinse Ayame rassegnandolo.

- Ryoga, che strumento suoni?

- La fisarmonica.

Aspettandosi tutt’altra risposta la castana rischiò di inciampargli addosso ma fu prontamente fermata dal braccio del ragazzo che le camminava davanti.

- Sei serio?

- Certo che no stupida.

Sconcertata da tale risposta decise di ignorare l’argomento che fu però continuato dalla giovane dagli occhi ametista.

- Io so con esattezza quale strumento suona Cecile…ahahahahah!

- Cosa?!

Domandarono in coro i due presenti, uno per la sorpresa e l’altro per il semplice fatto che Cecile non era in grado di suonare alcun tipo di strumento.

- Massì lo sanno tutti…Del resto quella vipera è bravissima a suonare il “flauto” ahahahahahahah!

Il viola colpì piano la testa di Ayame.

- Tsk, dovevo aspettarmelo.

Tsuki invece non capì affatto la battuta dell’amica e quest’ultima fu costretta a ripeterla altre tre volte, fino a che il lato perverso della castana non le suggerì qualcosa e arrossì vistosamente.

- Ahahahahahah Tsukiko sei veramente carina quando arrossisci lo sai?

- Ayame non credevo fossi così…schietta.

Shark prese per la spalla la bionda e la fece dondolare un paio di volte avanti e indietro.

- Ma che schietta, è una pervertita indecente questa.

La diretta interessata scoppiò a ridere portando una mano  dietro la nuca leggermente imbarazzata.

- Fate piano siamo arrivati davanti all’ufficio della preside.

Commentò lo squalo scostandosi dalla porta d’ingresso  lasciando a Tsuki “l’onore” di aprirla.

-  E’ permesso?

Chiese aguzzando l’udito in attesa di risposta; dall’altro lato si sentì un -avanti- e i tre ragazzi entrarono nell’ufficio.

- Salve preside Hanagawa, volevamo chiederle il permesso per organizzare un concerto durante la festa di Natale.

Disse la castana nascondendo le mani dietro la schiena.

- Un concerto dici?...Sarebbe una buona idea…E quale gruppo ha intenzione di esibirsi?

-  Pensavamo al gruppo della scuola! Lei che ne pensa?!

Continuò la bionda al posto di Tsukiko.

- Uhm…E per la cantante come farete?

Domandò in fine la donna lasciandoli sorpresi, specialmente il viola che intervenì di conseguenza.

- In che senso scusi? In genere sono le sorelle Karin e Nashira ad occuparsene…

- Quindi non ne sei al corrente Ryoga? Entrambe partiranno con una settimana d’anticipo per andare a New York, hanno avuto la fortuna di vincere i due biglietti messi in palio l’anno scorso alla tombolata, non saranno presenti alla festa di Natale.

Shark e Ayame si diedero mentalmente degli stupidi per non esserselo ricordato e abbandonarono subito l’idea del concerto.

- Aspettate! Perché non fate delle audizioni? Mancano ancora due mesi e mezzo alla festa, possiamo riuscirci!

 I ragazzi si voltarono verso la castana e Ayame le saltò al collo ringraziandola per la brillante idea che le era venuta.

- Beh si vede che stare con me stimola l’immaginazione!

Ne dedusse la giovane dagli occhi ametista annuendo a se stessa.

- …Fingerò di non aver sentito.

Concluse la gemella minore in disaccordo con la bionda e tornando a guardare la preside in attesa di una conferma.

- Per me va bene, ma dovrete preparare voi i volantini e distribuirli agli studenti, vi lascio carta bianca ragazzi.

- Siiii!

Esultarono le due ragazze in coro per poi essere zittite dal viola che le trascinò via di lì di peso.

- Uffa come sei permaloso sharkino!

Tsukiko storse il naso quando Ayame lo chiamò in quel modo facendole tornare in mente quando quella stessa mattina Cecile era intervenuta nella loro “molto loquace”  conversazione. Quella ragazza non le aveva fatto nulla, o almeno non direttamente, ma nonostante ciò Tsuki non riusciva a digerirla, che fosse per l’estrema vicinanza che cercava di mantenere ogni volta con Shark? Era forse gelosa?...No…Non poteva esserlo, del resto anche Ayame stava spesso con lo squalo e non le aveva mai dato fastidio; forse però era dovuto al semplice fatto che Ayame era già fidanzata da quanto lei le aveva raccontato e non era mai stata minimamente interessata a Ryoga, quindi non era una vera e propria minaccia.

La gemella scosse la testa come a voler tornare coi piedi per terra. Non aveva tempo per pensare a queste cose, se lo era ripetuto molte volte negli ultimi giorni, non aveva tempo.

 

*         *         *

La scuola durava in genere sei ore e dalla fine di essa era trascorsa una buona ora e mezza; Mitsuko era ancora in giro con Kite e il piccolo Hart che schiacciava il naso sulle vetrine di tutti i negozi che incontravano durante il tragitto come se non avesse mai avuto occasione di vederli.

- Anche voi due vi siete trasferiti qui da poco?

Chiese la verde tenendo lo sguardo basso per non dover fronteggiare quello glaciale del maggiore che camminava alla sua destra.

- Affatto…Perché lo chiedi?

- Beh…

Indicò Hart con lo sguardo sperando che lui capisse.

- Non usciva da molto, le sue condizioni sono migliorate solo nell’ultimo periodo e i medici mi hanno consigliato di fargli prendere un po’ d’aria fresca.

- Non so quanto l’aria di città possa fargli bene sinceramente…penso che dovresti portarlo in montagna.

Kite si fermò un secondo riflettendo su quello che la ragazza aveva appena detto. Aveva lo sguardo perso nel cielo e il viso leggermente diretto verso esso.

- Un tempo io e Hart ci andavamo spesso  ma adesso sarebbe troppo per lui, nelle condizioni in cui si trova non potrebbe fare niente.

- Capisco.

Concluse la gemella maggiore tornando a puntare lo sguardo sul bambino che ora cercava di attirare l’attenzione di entrambi.

- Guardate! Un negozio di peluche!

Hart si fiondò dentro seguito dal biondo che gli raccomandava di fare attenzione.

Mitsuko aveva notato un piccolo cambiamento nel comportamento del giovane nei suoi confronti, nel raccontarle di Hart non aveva usato lo stesso tono impassibile e freddo del solito, era evidentemente preoccupato e anche se aveva cercato di nasconderlo Mitsu aveva colto questa sua preoccupazione, in fondo era lai stessa la provava continuamente quando pensava a sua sorella.

La gemella decise di entrare nel negozio e si mise ad osservare i due con indifferenza, finchè ancora una volta i suoi occhi trovarono qualcosa su cui puntarsi.

- Dunque è qui che li ha presi.

Si accovacciò davanti al peluche di media grandezza di colore rosso e impossibile per lei da non riconoscere.

- Mitsu che hai trovato?

Chiese l’azzurrino ponendosi di fianco a lei.

Gli occhi di Hart luccicarono nel momento in cui vide il grosso e morbido dango che la verde teneva in mano.

- E’ bellissimo!

Esultò il piccolo esaminandone ogni particolare.

Mitsuko notando tale reazione lo posò sulle mani del bambino accennando un sorriso.

- Lo vorresti?...Posso regalartelo se ti piace.

-  Davvero lo faresti?

- Certo.

Il minore esultò nuovamente e mostrò la palla di pelo al fratello maggiore che tentava di capire cosa Hart cercava di dirgli urlando ad alta voce.

- Kite! Kite! Mitsu ha detto che mi compra questo pupazzo!

Il biondo rivolse un’altra occhiata alla ragazza che stava già pagando il tutto, stava forse tramando qualcosa? Questo fu il primo pensiero del giovane verso la minore che usciva dal negozio assieme al fratello reggendo un ulteriore busta dal contenuto a lui ignoto.

- Ei tu senti un po’!

Mitsuko si girò nella sua direzione guardandolo con aria interrogativa e lo stesso fece il fratellino.

Kite si avvicinò maggiormente ai due per non dover urlare di nuovo.

-Si può sapere quali sono le tue intenzioni?!

Chiese con una notevole nota di rabbia verso Mitsu che invece non capiva l’improvviso “cambio d’umore” del giovane a lei di fronte.

- …Di che stai parlando?

Domandò a sua volta reggendo finalmente il suo sguardo impenetrabile; La verde sembrò notare qualcosa dentro quelle pozze glaciali, sembravano trascinarla verso una discesa infinita, sembravano così spenti e vuoti…Come i suoi. Per la prima volta la gemella riuscì a scorgere negli occhi di Kite qualcosa che fino a quel momento nessuno era mai riuscito a fare, era paura, una sensazione che nonostante il cacciatore provasse così spesso si rifiutava di poter anche solo minimamente concepirne l’idea.

Lo sguardo di Kite saettò da Mitsu a Hart e successivamente al peluche rosso fuoco che il bambino stringeva appena sotto il mento.

- Hart…Perché non vai un attimo a giocare sulle altalene con gli altri bambini?

Più che una domanda era una richiesta per lasciare lui e la verde da soli, non avrebbe voluto parlarne davanti al fratello. Hart fece come consigliato e si allontanò dai due giovani che erano ancora intenti a scambiarsi sguardi indagatori in cerca di risposte.

- Stai forse usando Hart per arrivare a me? Rispondi!

Quanto il biondo aveva appena chiesto fece sorprendere la ragazza a lui di fronte che per l’ennesima volta aveva appena perso il suo specchio d’indifferenza.

- Non mi permetterei mai Kite…

- E allora spiegami il motivo di un regalo infondato!

Ribattè deciso avvicinandosi maggiormente al viso della minore come per cercare di scrutare all’interno della sua anima, e ci riuscì.

Proprio come Mitsuko anche Kite riuscì a scorgere qualcosa dentro quegli occhi ambrati e all’apparenza tanto indifferenti, vide solitudine e una vaga richiesta d’aiuto, vide le fiamme e poi le tenebre più cupa;

Il cacciatore e la gemella erano appena entrati in empatia.

La verde accennò un sorriso quando una lieve sensazione di tepore le invase il corpo, il sole aveva appena fatto capolino nel cielo e la riscaldò un poco diminuendo la sensazione di freddo che provava alle dita vista la mancanza di guanti.

- Kite…Hai mai la sensazione di essere costantemente perseguitato…da qualcuno?

Il ragazzo dallo sguardo glaciale sussultò appena non aspettandosi una simile domanda.

- …Che vuoi dire?

Il sorriso della verde si fece più amaro finchè si spense completamente.

- Nulla, stavo solo pensando ad alta voce…Per quanto riguarda la domanda di prima, Kite, non potrei mai fare una cosa del genere, anche perché Hart mi ricorda molto una persona che purtroppo ho perso per sempre e forse è per questo che ogni volta che lo vedo sento una strana sensazione al petto, proprio qui dove ci dovrebbe essere il cuore, Kite  non fare mai del male ad Hart.

Il biondo ascoltò più volte nella sua mente quelle parole, soffermandosi sul “mi ricorda molto una persona che purtroppo ho perso per sempre” chiedendosi a chi potesse riferirsi; Le fiamme e le tenebre che aveva precedentemente intravisto dentro i suoi topazi sembravano diminuite appena appena.

- Ecco…Ti va se andiamo a prenderci un gelato?

Una domanda così semplice dopo quanto si erano appena detti risultò strana e fuori luogo, c’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava e lo allontanava allo stesso tempo.

- Kite!

Il piccolo si avvicinò ai due seguito da una bambina della sua età con corti capelli neri e occhi verdi, Mitsuko la paragonò subito ad una bambola di porcellana per il colore chiaro della pelle.

- Che succede Hart?

Domandò il fratello osservando la ragazzina dietro il minore; aveva gli occhi lucidi e gonfi e le guance tutte arrossate. Hart spiegò brevemente la situazione dicendo di averla trovata nascosta dietro lo scivolo intenta a piangere, da quanto avevano capito si era persa.

- Ecco…Lei è Kanae…Ti prego Kite! Dobbiamo aiutarla!

Hart unì le mani in segno di preghiera e si allungò verso il maggiore.

Mitsuko dal canto suo si era inginocchiata davanti alla mora  sorridendole appena, o almeno sforzandosi, nell’ultimo periodo da quando aveva conosciuto Kite e Hart la cosa stava diventato davvero frequente.

- Kanae, dov’era tua mamma l’ultima volta che l’hai vista?

La bambina si asciugò una lacrima con il dorso della mano.

- Vicino alla piazza dei gelati, io mi ero allontanata per inseguire un gattino fin qui e credevo che fosse dietro di me…

Mitsu guardò Kite che afferrò al volo il concetto e sbuffò annoiato.

- Um…Credo di sapere a quale piazza ti riferisci.

- Quindi la aiutiamo Kite?

Chiese l’azzurrino esultando alla successiva affermazione del fratello che dovette sbilanciarsi in avanti per non rischiare di cadere all’eccessiva dimostrazione di affetto da parte di Hart.

- Ti chiami Kanae giusto?

La verde tese una mano alla mora che l’accettò di buon grado sorridendo teneramente.

- Tranquilla, ti aiuteremo noi.

Questa volta il sorriso di Mitsuko non era forzato, le era venuto naturale e lei se ne accorse,  pensò che forse avrebbe dovuto ringraziare quella bambina più tardi.

 

*          *          *

- Ehi Z-6, mi aiuti a risolvere questo stupido problema di fisica? Non credo di aver capito bene come si calcola la forza equilibrante.

Tsuki  appoggiò la testa sul  pesante libro di fisica mentre il robottino bianco e nero si apprestava a raggiungerla per fare quanto richiesto.

- E’ facile, devi…

L’essere meccanico iniziò a parlare con voce atona, così atona e spenta da ricordare Mitsuko  alla castana che tornò a fissare il bigliettino che la sorella le aveva lasciato sul tavolo della cucina.

- Umpf…Deve sempre fare di testa sua…

Non era ne tranquilla ne preoccupata, sapeva benissimo che non si sarebbe mai messa nei guai come lei che invece era una calamita per maniaci, sfighe e ragazze con il complesso di superiorità, tuttavia restava pur sempre sua sorella e una nota di preoccupazione nei suoi riguardi l’avrebbe sempre avuta.

- Maestra Tsukiko, avete capito?

Le chiese il robot spostando la grossa sfera bianca, che sarebbe dovuta essere la sua testa, verso di lei come per constatarne il vero. Tsuki sbuffò lievemente e si alzò dalla sedia.

- Z-6 non devi chiamarmi maestra, padrona e quant’altro, basta Tsuki…Per il resto ti ringrazio dell’aiuto ma non sono dell’umore adatto ora, credo che andrò a farmi un giro.

Detto ciò prese il cappotto e un berretto nero, si sciolse la coda e si diresse verso la porta sotto le lamentele dell’esserino meccanico che le intimava di finire i compiti.

- Andiamo non essere così pignolo…Li finirò quando torno, promesso!

Concluse facendogli l’occhiolino e uscendo il più in fretta possibile prima che Z-6 cercasse di impedirglielo.

Dopo circa dieci minuti la castana stava canticchiando e “ballando” per strada canzoni a caso, tutte quelle che le venivano in mente e a raffica, senza preoccuparsi dei pensieri altrui; Tsukiko sapeva bene dove andare, aveva visto un parco divertimenti  dalla parte opposta della piazza ed essendo un amante di tutto ciò che viene considerato divertente era più che decisa a visitarlo seduta stante!

Fu così che mentre attraversava la strada una moto di colore rosso la mancò per pochi centimetri.

La castana restò immobile sul posto osservando impietrita il veicolo che l’aveva quasi fatta fuori, poi presa da un istinto di rabbia cominciò a sbraitare contro il conducente.

- Razza di deficiente chi diavolo è stato l’idiota che ti ha dato la patente eh?! Non lo vedi che è verde?! Avresti potuto uccidermi!

- Pfff…Già che peccato.

Una voce seccata e molto familiare la costrinsero a mostrare più interesse nei tratti visivi del diretto interessato e subito si accorse che si trattava di Ryoga Kamishiro.

- T-TU!

Gli puntò il dito contro avvicinandosi alla moto con fare minaccioso e stringendo i denti.

- Io questo catorcio te lo rovino!

Esclamò adirata dal comportamento strafottente del coetaneo che non badava alle sue “provocazioni”.

- Ti avevo vista cosa credi? E poi se te che ci metti tre anni a camminare!

- Ah e credi che in caso di omicidio una scusa del genere la polizia la accetterebbe?!

Portò le mani sui fianchi snelli e si chinò in avanti per evitare di non farsi capire.

-  Beh, poiché si trattava di te penso proprio di si!

Ribattè scostando il viso di lato assieme allo sguardo.

- Brutto invertebrato!

La gemella minore diede le spalle al viola che però la fermò.

- Dove stai andando?

Domandò avvicinandosele nuovamente con la moto mentre un ulteriore sguardo assassino si stava formando sul visto di Tsukiko.

- Non sono affari tuoi!

Poi lo squalo notò qualcosa scorgere dalla tasca del suo giubbino e riconobbe subito il volantino dell’ Heartland Park sorridendo maliziosamente.

- Umpf…Stai andando all’ Heartland Park dunque…che incredibile coincidenza, sai che anche io sono diretto proprio li.

La giovane aprì e richiuse la bocca un paio di volte prima di parlare.

- E questo cosa dovrebbe significare?

- Solo che è piuttosto distante da dove ti trovi ora…Anche perché nel caso in cui non lo avessi notato stai andando nella direzione opposta.

Tsukiko arrossì vistosamente a quell’informazione e osservò la mappa rendendosi conto che quanto Shark le aveva appena riferito era vero. Chiuse gli occhi e li rispalancò chiedendosi dove diavolo fosse finita e come avrebbe fatto a tornare a casa.

- Se vuoi ti accompagno io fin li.

Quell’improvvisa frase fece avvampare di più la ragazza che, con il solo pensiero di dover abbracciare il viola tutti i precedenti film mentali stavano avendo il sopravvento su di lei; non era certa fosse una buona idea ma non poteva nemmeno restare la come uno stoccafisso a vagare nel vuoto più totale senza uno straccio di idea e indicazione.

- Bene…Che vuoi in cambio?

Ryoga mantenne lo stesso ghigno e fissando i suoi occhi le disse…

- Per adesso nulla ma…Sono certo che qualcosa mi verrà in mente.

Concluse divertito dall’espressione idiota sulla faccia della castana che sicuramente si aspettava tutt’altra risposta  e infatti si affrettò a ribattere.

- Escluso ogni tipo di servizio a sfondo sessuale chiaro?

Si avvicinò alla moto salendoci sopra come aveva fatto la prima sera che era arrivata ad Heartland.

- Tsk! Tu leggi troppi manga.

La canzonò il giovane accendendo il motore e preparandosi a ripartire.

- Sai, con uno come te non bisognerebbe mai abbassare la guardia.

Il veicolo partì e Tsukiko si aggrappò di scatto alla giacca viola del ragazzo a lei davanti senza nemmeno rendersene conto, cosa che invece non sfuggi al coetaneo.

I lunghi capelli di Tsuki tenuti fermi solo da un leggero berretto nero svolazzavano attraverso il vento che la moto stessa sembrava provocare, donandole un lieve sensazione di libertà che aumentava assieme alla velocità del veicolo a due ruote; la castana si sentiva su un grosso cavallo indomabile e rimase estasiata da quella potenza che rifletteva quasi lo stesso modo di giocare di Ryoga e che solo lui pareva capace di controllare.

Shark accellerò improvvisamente e le braccia della castana si avvolsero completamente attorno al suo petto, quasi avesse paura di cadere; Il ragazzo, compiaciuto dall’atteggiamento della gemella, si lasciò sfuggire una risatina perfettamente udibile anche da lei che cercò di non badarci troppo.

Il corpo di Ryoga era caldo e piacevole e quella loro vicinanza l’aveva resa parecchio nervosa, le piaceva stare così, abbracciata a lui si sentiva al sicuro, ma sapeva che era sbagliato.

Un paio di minuti ed entrambi avevano raggiunto il parco, Shark aveva parcheggiato la sua moto vicino all’entrata e scendendo per primo si voltò a guardare la ragazza che ricambiò lo sguardo.

Il vento gelido le aveva fatto imporporare le guance di un rosa delicato, i capelli erano tutti scompigliati e ondulati e gli occhi leggermente lucidi per aver cercato di tenerli aperti durante la corsa.

In quel momento lo squalo si rese conto di quanto fosse bella Tsukiko nonostante non indossasse alcun tipo di cosmetico, quella ragazza che fino a pochi minuti prima gli stava dando dell’idiota ora aveva un espressione dolce e innocente, chiunque l’avesse  vista in quello stato si sarebbe potuto sciogliere all’istante.

- Beh? Che hai da fissare?

Chiese risvegliandolo dai suoi pensieri e facendogli mugolare un “niente” a bassa voce mentre Tsukiko scendeva per poi raggiungerlo e poter così finalmente entrare nel Heartland Park.

- Toglimi una curiosità, che sei venuto a fare qui?

Il viola mise le mani in tasca e fissò un punto indeterminato davanti a lui.

- Devo incontrare alcuni “vecchi amici” che ho sonoramente sconfitto e che mi hanno chiesto la rivincita, chi perde paga da bere e poiché non sarò certo io il diretto interessato ci guadagnerò soltanto. Tu invece perché hai deciso di venire? Ti aspetta qualcuno?

- No in realtà sono venuta qui da sola.

Tsukiko accennò un sorriso che al giovane sembrò solo un inutile tentativo di nascondere la verità, era falso e amaro, molto diverso da quelli che sfoggiava spesso in classe quando parlava con Ayame, Tori e Rio.

- Potevi chiedere ad Ayame di uscire, sembrate buone amiche in fondo.

Commentò lanciandole una veloce occhiata per cercare di leggere il suo sguardo.

- E’ che…Pensavo di voler restare un po’ per conto mio ma ho paura di restare sola quindi speravo di incontrare qualcuno qui.

Più quella ragazza apriva bocca e più il duellante restava interdetto di fronte a tanta sincerità, non si faceva alcun problema a parlare di come si sentisse nonostante dovesse stare davvero male vista l’enorme tristezza di cui i suoi occhi si erano riempiti.

- Non credo che troverai qualcuno qui, è stata una perdita di tempo.

Disse acido come per evitare che la parte “dolce” di lui prendesse il sopravvento.

- Ho incontrato te.

Aggiunse in fine la castana sorprendendolo e facendolo fermare d’istinto. Tsukiko si rese conto di quanto facilmente fraintendibile era stata la frase appena detta e agitò le mani in un vano tentativo di scusa, come a voler scacciare quello che le era appena uscito dalla bocca.

- C-cioè…Non intendevo in quel senso insomma!

 

*         *         *

- Il mio fratellone è il più forte di tutti! Con il suo drago fotonico sbaraglia ogni avversario!

Esclamò Hart davanti alla piccola Kanae che lo osservava rapita mentre le raccontava i vari incontri che Kite aveva affrontato.

- Hart non esagerare.

Commentò il biondo nel constatare che la maggior parte di quello che l’azzurrino stava dicendo alla mora erano solo fantasie di quest’ultimo.

- Ei Saint Seiya, lo vuoi anche tu il gelato?

Domandò la verde alludendo ad una precedente e divertente storiella che il bambino aveva raccontato a Kanae per fare “colpo”. Mitsuko si guadagnò un occhiataccia contrariata da parte del cacciatore che negò in risposta alla domanda compiuta dalla ragazza.

Erano giunti al chiosco di cui Kanae li aveva parlato e a richiesta dei due bambini si erano fermati a prendere un gelato, inoltre la madre della bambina sarebbe dovuta essere li intorno e continuare a rincorrersi non sarebbe servito a nulla.

La gemella maggiore si avvicinò ai due ragazzini con due coni gelato, uno alla fragola e al cioccolato fondente, l’altro tutto alla stracciatella, Mitsuko invece aveva optato per cioccolato e menta che erano sempre stati i suoi gusti preferiti.

- Com’è buono!

Commentò la mora entusiasta, non si aspettava di incontrare persone così gentili da offrirsi di accompagnarla a cercare la madre e da comprarle persino un gelato, era davvero felice.

- Si, in effetti è molto meglio di quelli che mangiavo in America.

- Anche tu sei americana Mitsu?

Kanae si alzò in punta di piedi quasi a voler enfatizzare la sua felicità.

- Sono di origini nippo-americane, mio padre era giapponese ma mia madre americana.

La voce della verde era tornata atona come sempre ma al biondo non era sfuggito quella sorta di “errore temporale”, decise di non pensarci, probabilmente era solo una delle sue solite false allusioni.

- Kanae!

Una donna dai capelli nero pece come quelli della bambina corse verso di loro, gli occhi erano lucidi e rossi.

- Mamma!

Gridò di rimando la piccola abbracciandola tentando di non far cadere il cono.

- Ero così preoccupata…Non devi allontanarti!

Le raccomandò la signora tentando di sembrare severa, ma quello che ottenne fu un semplice sorriso abbozzato sul volto della minore che si scusava per tutti i problemi causati, in particolare ai ragazzi che l’avevano gentilmente aiutata.

- Non devi scusarti Kanae! Io mi sono divertito molto con te!

Il commento del suo coetaneo la fece arrossire e ringraziò l’azzurrino con un tenero bacio sulla guancia, Mitsuko sorrise nel constatare come fosse diventato improvvisamente nervoso Hart.

- Anche io mi sono divertita molto con voi, spero di rivedervi presto!

E dopo ciò madre e figlia si avviarono verso la strada di ritorno, procurando un grosso vuoto di tristezza nel cuore della verde che cominciò a sentire freddo in tutto il corpo.

- Andiamo.

Il biondo, seguito dal fratellino, s’incamminò verso la direzione da cui erano arrivati, quando si accorsero che qualcosa in Mitsuko non andava.

- Mitsu…Tutto apposto?

Chiese piano Hart avvicinandosi alla ragazza, quest’ultima barcollò un paio di volte prima di sbilanciarsi in avanti con tutto il corpo perdendo i sensi e aspettando un imminente impatto con il suolo.

Quell’impatto non arrivò mai perché il cacciatore l’aveva prontamente fermata e presa in braccio.

- Dannazione, che le è preso?

Posò una mano sulla fronte della gemella e solo allora constatò che Mitsuko aveva la febbre alta.

Appena Kite lo disse ad alta voce il più piccolo si sentì chiamato in causa, la verde gli aveva prestato i suoi guanti e la sua sciarpa per paura che potesse prendere freddo e senza badare alle sue condizioni di salute.

Per quanto quella ragazza gli causasse improvvisi sbalzi d’umore, il maggiore non poteva lasciarla in quelle condizioni e decise di portarla immediatamente a casa, del resto l’aveva già accompagnata una volta ed era stranamente ritornato più volte la davanti, come se ci fosse qualcosa che lo attirava.

- Hart, ti faccio venire a prendere da Orbital.

- …Kite aspetta!

Hart si sfilò i guanti e la sciarpa e li mise sul petto della ragazza per non farli cadere.

- Kite ti prego…Aiutala.

Dopo di che salutò il fratello e attese l’arrivo del robottino.

Il cacciatore fece la strada a ritroso con il corpo inerme della ragazza tra le sue braccia; era freddo e leggero come una piuma, il volto e i lineamenti distesi e rilassati ma le guance erano praticamente in fiamme.

Incosciente fu il primo pensiero che passò per la testa del maggiore, era uscita nonostante avesse la febbre, poi però lanciando un occhiata ai guanti e alla sciarpa ancora posati sopra il suo petto si ricordò del gesto compiuto nei confronti del fratello, se stava male era perché aveva deciso di evitare che fosse l’azzurrino a sentirsi ora in quelle condizioni e per questo Kite sentì una piccola sensazioni di gratitudine nei suoi confronti, molto piccola ovviamente, o almeno così si convinse lui.

 

*         *        *

- Ryoga! Io vado a prendermi da bere, vuoi che ti porti qualcosa?!

Il viola era nel bel mezzo di una battaglia quando Tsukiko gli porse la domanda a cui accennò un si di sfuggita facendo correre la castana a prendere da bere per entrambi.

Dopo il bizzarro commento della ragazza Ryoga le aveva detto che poteva seguirlo, a patto che non gli stesse addosso durante i combattimenti, cosa che Tsuki si era invece raccomandata di fare per divertirsi nel vedere Shark sbuffare ad ogni sua domanda; quella era la cinquantaduesima che gli poneva, ma almeno era stata una proposta sensata al contrario delle altre.

Si diresse verso la prima bancarella che notò vendere bibite e si mise in coda fischiettando, ignara di essere osservata. Una leggera brezza autunnale le accarezzò il collo e pian piano quella carezza divenne una ferrea presa che la costrinse ad indietreggiare per allontanarsi subito di li; tentò di allentare la morsa che le stava facendo perdere il fiato e a stento riusciva a prendere quel poco d’aria che bastava per respirare.

- C-che cosa vuoi?!

Chiese appena il suo aguzzino allentò la presa facendola cadere sul erba bagnata. L’aveva trascinata in un luogo isolato in modo che nessuno potesse vederlo; sorrise beffardo quando gli occhi ambrati della castana incrociarono i suoi, grigi e screziati di azzurro, tanto belli quanto diabolici quanto quel sorriso da ruffiano che tendeva spesso a rivolgerle nell’ultimo periodo.

- Dovresti saperlo Tsuki…Io voglio te.

La strattonò per un polso facendola avvicinare e passo con la lingua sui lividi che aveva lasciato su quel collo niveo. La gemella non mosse un muscolo, sperando che quella tortura finisse al più presto, era troppo spaventata per poter reagire.

- The Negative One.

Disse con voce roca lasciandola andare, ridendo alla sua espressione terrorizzata.

- Lasciami stare…Tu…Ci hai già distrutte abbastanza.

La misteriosa figura le prese il mento fra indice e pollice, sollevandole il viso per permetterle di incrociare il suo sguardo freddo e sadico, Tsuki sapeva cosa aveva intenzione di fare.

- Ora guarda attentamente.

La mente della ragazza venne scossa da ripetute immagini, grida strazianti e pianti sommessi , causando urla di dolore anche da parte della diretta interessata che si agitò tentando di distogliere la vista da quegli specchi che le riempivano la testa d’orrore e il cuore di tristezza.

- Ti prego smettila!
Sull’avambraccio destro comparve il marchio indelebile del suo destino, rosso come il sangue, rosso come il fuoco che le bruciava sulla pelle ogni volta che il segno compariva.

- Sei bellissima quando ti dimeni nel dolore e trovo che questo marchio ti stia divinamente ahahahahah!

La castana cadde sulle ginocchia, gli occhi gonfi  colmi di rabbia e risentimento, conscia di essere in quella situazione solo a causa sua.

- Andiamo piccola Tsuki…Dopotutto…Tu sei MIA.

E sparì così com’era arrivato, lasciandola nel panico, da sola e senza un briciolo di orgoglio.

Si accasciò sul prato urlando di rabbia verso se stessa, perché finiva sempre allo stesso modo?

 

*          *         *

Mitsuko si risvegliò sul divano di casa sua con una coperta distesa sul suo corpo e un panno bagnato sulla fronte, ci mise un po’ prima di rendersi conto che con lei c’era anche Kite e sobbalzò appena lo vide appoggiato con le spalle al muro intento ad osservarla.

- Che ci fai qui?

Chiese tossendo subito dopo.

- Sei svenuta, hai 39 di febbre.

La verde tentò in ogni modo di non incrociare lo sguardo penetrante e indagatore del maggiore che la fissava in modo duro.

- Perché sei uscita in quelle condizioni?

Mitsuko trovò il pavimento molto più interessante rispetto al bel viso del cacciatore che attendeva una risposta.

- Volevo…Uscire…Mi sentivo in gabbia qua dentro.

L’avambraccio sinistro le doleva, ma non vi era alcuna traccia del marchio e sperò che Kite non fosse stato tanto sfortunato da riuscire a vederlo.

- Potevi rischiare grosso…

Concluse quasi arrabbiato e subito, a Mitsuko, la domanda sorse spontanea.

- Perché ti interessa…?

Lo guardò strabuzzando appena gli occhi aspettandosi una risposta che ovviamente non arrivò.

Il cacciatore di numeri la fissò in silenzio per altri pochi minuti,  poi si diresse verso la porta e la aprì.

- Il tuo  robot è andato a prenderti l’antibiotico…e non farti illusioni, l’ho fatto solo perché è stato Hart a chiedermi di aiutarti.

Finita la frase chiuse la porta lasciando la gemella con mille interrogativi, perché in quello sguardo freddo Mitsu aveva visto molto di più di due laghi glaciali.

 

*          *          *

- …Tsuki…

Scattò appena sentì la voce di Ryoga alle sue spalle.

Aveva paura, paura che avesse visto tutto, anche se questa possibilità era alquanto improbabile vista la straordinarietà dei sensi sviluppati che il soggetto precedente aveva.

- S-Shark…Mi ero persa scusa, credevo te ne fossi andato…

Buttò li la prima cosa che le passò per la testa sapendo che lo squalo non le avrebbe mai creduto; ci fu un lungo scambio di sguardi e alla fine, nonostante il ragazzo di fronte a lei pareva inizialmente  riluttante nel credere alla sua versione dei fatti decise di tralasciare la cosa, almeno per il momento.

- Stupida, non ti lascerei mai qui da sola, per chi mi hai preso?!

Ribattè infastidito per poi avvicinarsi.

- Forza, ti riaccompagno a casa, sembri sconvolta.

Nel dire ciò le mise un braccio attorno alle spalle come per rassicurarla e Tsukiko rimase sorpresa da quel suo gesto inaspettato; Ryoga sapeva che c’era dell’altro ma non voleva rischiare di peggiorare le cose come l’ultima volta a scuola.

- Ryoga…Grazie.

Tsuki sorrise, la presenza del duellante accanto a se le aveva momentaneamente  portato via le terribili immagini che le erano state mostrate poco prima, in un certo senso era quasi grata di aver conosciuto quel ragazzo che la faceva sentire stranamente bene.

 

 

 

Note:

Salve gente! ^^ si lo so, sono in ritardo clamoroso, vi prego di perdonarmi ç_ç

Purtroppo sono stra-sommersa di compiti, interrogazioni e verifiche e in più avevo perso tutti i dati del precedente capitolo 3 che avevo scritto e sono caduta in una lunga depressione…

…Un minuti di silenzio per il povero capitolo andato perduto…

Ok dopo questo ammasso di scemenze vi chiedo scusa anche per questo capitolo che…boh non mi ha convinta al 100%...quindi ci terrei a sapere che ne pensate per modificare qualcosa in caso troviate parti spiegate male o poco convincenti.

Shark – Praticamente tutto.
Astral – Zitto, se non altro non mi ha tirato in mezzo questa volta.

Stai tranquillo Astral…Dal quinto in poi la tua presenza è assolutamente richiesta ^^
Hart – Non fare spoiler!
Ma non trovate che Hart sia assolutamente tenero? ** insomma è così carinooooo.
Kite – Non ti azzardare…
Uffa ç_ç siete tutti licenziati!
Shark – Non è che ci perda poi molto sai?
Bene, ignorando questi “simpatici” rompi scatole vi saluto e un immenso grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e/o che continuano a seguire questa FF.

 

Sayonara ^3^

  
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