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Autore: Alue    24/01/2014    4 recensioni
A un tratto il ritmo si fermo per dare spazio al balletto e il battito di un cuore attraverso un elettrocardiogramma. Uno dei ragazzi, quello che come pettinatura aveva scelto una lunga frangia nera a ricoprirgli gli occhi, si collocò al centro del palco, mentre gli altri si misero attorno a lui, per dar vista al pezzo forte dello spettacolo: “Il leader…”, pensai fra me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIX
 
Sull’aereo, che aveva due file a tre posti, mi ritrovai come compagni di viaggio Hyung Jun e Key. Disgraziatamente per me capitai proprio in mezzo ai due e i primi tre quarti d’ora d’aereo calò un silenzio imbarazzante in cui mi dedicai a sbirciare dove fossimo capitati tutti. Erano quasi tutti nei posti davanti a me, sparpagliati nelle file e il più fortunato di tutti era stato Jong, che sedeva vicino al finestrino con un paio di cuffie alle orecchie e accanto a lui c’era Feffe, subito dopo Sara; Teamin e Minho si ritrovarono accanto a Jung Min, ma sembrava che i tre si trovassero tutti a loro agio, così come lo sembrava Onew, il quale sedeva in mezzo a Young Saeng e Kyu Jong. Sorrisi, felice di vederli tutti affiatati e non  ammazzarsi a vicenda come cani e gatti, per poi tornare a sedermi fra Hyung Jung e Key.
“Chissà dov’è Hyun Joong?”, pensai perplessa fissando il sedile.
Hyung Jun era contento di avermi accanto a lui, ma per qualche strano motivo non parlò fino all’inizio del primo film che trasmisero sull’aereo. Il primo di una lunga serie che doveva occupare minimo dodici ore di viaggio.
Dopo un po’ però l’aria si alleggerì: Key si era addormentato, ascoltando la musica, così Jun chiese: -Sei contenta di tornare in Italia?-.
-Mmh? –mi tolsi le cuffie che avevo per ascoltare il film e annuii- Sì, non vedevo l’ora di tornare. E’ passato tanto tempo dall’ultima volta…-, risposi sorridendo, ma con un filo di nostalgia nella voce.
-Che cosa ti è mancato di più?-, chiese curioso. Non era la prima volta che Hyung Jun si mostrava interessato a me, proprio perché mi aveva rivelato di aver un debole per la sottoscritta, ma in quel momento lo fece con la calma e la sicurezza di un migliore amico.
-Non lo so… di certo non il traffico! A Seoul ce n’è comunque abbastanza…-, esclamai scherzando e Hyung Jun si lasciò andare a una risata.
-Forse il vedere sempre cose nuove e vecchie allo stesso tempo; giocare a Villa Borghese con mio fratello la domenica; oppure semplicemente dormire in estate con mia nonna, quando tutto fuori sembrava prendere fuoco, mentre in casa si stava bene…-, continuai malinconica.
-Tuo fratello che ne pensa?-, chiese ancora.
-Manca anche a lui, ma non vuole ammetterlo. Per lui è diverso… lui ha vissuto i suoi primi anni a Seoul e se anche la sua infanzia è stata difficile senza una mamma…-, cominciai a rispondere.
-Jonghyun non ha una madre?!-, m’interruppe Jun esterrefatto e sorpreso.
-No… è morta quand’era molto piccolo. Non lo sapevi?-, domandai sorpresa quanto lui.
-No… tutti noi abbiamo sempre pensato che tuo padre si fosse separato, non che si fosse risposato dopo la morte della moglie-, rispose.
-Non è così. Yoona, la madre di Jong, morì quando lui aveva all’in circa un anno. E’ per questo che per lui è diverso, è nato a Seoul, come ti ho detto, e quando la mamma morì –dissi guardando nella direzione di Jong, che stava guardando fuori dal finestrino con Federica che sonnecchiava sulla sua spalla- beh, non è stata una passeggiata ma ricorda quegli anni con un po’ di tristezza e allo stesso tempo con felicità. Con lui ci sono stati tanti parenti e Hongki suo… -avrei rivelato volentieri a Hyung Jun di Hongki, ma la storia era troppo lunga e nel rispetto di Jong, di cui non sapevo se volesse che io ne parlassi, preferii sorvolare- …suo migliore amico da tanto tempo, è quello a cui è legato di più e a cui deve di più-.
-Capisco…-, commentò Hyung Jun rattristato.
Me ne restai zitta per un po’, pensando a quello che avevo appena detto e rimuginando su ciò che papà mi aveva detto su Hongki e Jong, poi però sentii una voce irritante provenire da qualche posto più indietro del mio: -Oppa! Sono così contenta di essere capitata accanto a te!-.
Mi girai insieme a Hyung Jun per capire chi fosse e notai Krystal, seduta accanto a Tiffany, ancorata al braccio di Hyun Joong che guardava fuori dal finestrino infastidito: -Yha… metti giù le mani!-, l’ammonì duramente, girandosi di scatto.
-Oppa…-, si lamentò lei contrariata e dispiaciuta del comportamento di Joong.
-Non chiamarmi Oppa! Non ti ho dato il permesso, perciò piantala di…-, Hyun Joong era irritato, si vedeva benissimo e Rhee lo guardava torvo, perché sia lui che lei stavano infastidendo i passeggeri con le loro grida. Sembrava che di Krystal non ne volesse sapere, ma volesse restare accanto al finestrino a pensare a chissà cosa; mi fece quasi pena, mentre lo guardavo con la testa che spuntava poco sopra il sedile, ma quando notò che lo stavo guardando, mi sorrise provocatorio e assunse un espressione divertita; che cosa voleva fare?
-Di…?-, chiese Krystal facendo gli occhi dolci, provocandomi quasi un conato di vomito.
-Ripensandoci, perché no? Non mi da affatto fastidio che tu sia accanto a me, anzi… sono stato proprio fortunato-, rispose Hyun Joong passandole un braccio attorno al collo, senza staccare lo sguardo da me.
Krystal si accoccolò sul suo petto, trionfante. Un’ondata di gelosia mi pervase, ma cercai di reprimerla, perché non volevo che stessi male proprio quei giorni.
Hyung Jun si rigirò, sbuffando pieno di dissenso, che non capii da dove venisse, mentre io mi voltai lentamente.
“Ti ha ferita ancora… stupida. Ancora ci credi?”, pensai sospirando.
-Tutto bene?-, chiese Hyung Jun preoccupato della mia improvvisa tristezza.
-Sì…-, mentii con un filo di voce, guardando lo schermo del televisore.
-Sei sicura?-, continuò.
-No che non sta bene-, intervenne Kibum, togliendosi le cuffie e riponendole con estrema disinvoltura nel suo zaino. Hyung Jun si zittì e sospirò.
“Hai sentito tutto, non è vero Key?”, pensai e sentii pungermi gli occhi da qualcosa di caldo per il nervoso e la gelosia.
- Vuoi un po’ d’acqua?-, domandò Kibum.
Scossi la testa lentamente e non smisi di fissare lo schermo. Kibum bevve, poi tornò a guardarmi e mi spostò il viso con una mano, facendo incontrare i nostri occhi: -Non t’azzardare. E’ chiaro? Non provare a versare una singola lacrima-, disse secco.
Sentii Hyung Jun sporgersi verso di me ed io risposi a Key: -Non ho intenzione di piangere, lo sai-.
-Allora non farlo, altrimenti mi arrabbiò seriamente-, continuò.
Si sporse dal sedile e per un attimo guardò Hyun Joong, che teneva ancora Krystal stretta fra le braccia: -Non le bastava Jong, adesso anche te…-, commentò acido per poi risedersi comodamente sulla poltrona.
-Perché dovresti piangere?-, chiese Hyung Jun disorientato. Che carino che fu in quel momento, ricordava tanto un coniglio preoccupato.
-Perché…-, cominciai ma Kibum fu più veloce.
-Perché c’è qualcuno che si diverte a vederla nervosa!-, disse, guardando Hyung Jun, con un tono di voce che saliva sempre di più. Voleva farsi sentire da tutti?
-Credo d’aver capito-, disse Hyung Jun, guardandomi.
-Scusa, Jun…-, mormorai.
-Non preoccuparti-, sorrise e ammiccò per un istante.
Key sorrise ed ebbi l’impressione che in quel momento si trovasse in vero accordo con Hyung Jun. Non mi ero dimenticata la voltai in cui, al ballo in maschera mi disse che l’unico di cui si fidava di più era Hyung Jun nel gruppo dei SS501.
 
-Non voglio sgridarti, ma metterti in guardia. Hyun Joong sembra cattivo, ma in realtà è solo insicuro. Almeno è quello che penso, però sta attenta… non si può mai sapere quello che gli passa per la testa. Hai visto anche tu che sa essere molto impulsivo. L’unico di cui mi fido di più è Hyung Jun, ma anche gli altri se presi singolarmente sono bravi ragazzi… Hyun Joong invece…-.
 
Le parole mi ronzavano in testa e spostai lo sguardo da lui a Hyung Jun svariate volte, pensando che quei due sarebbero potuti essere anche rivali in amore, altre che nella gara. Hyung Jun mi aveva rivelato di piacergli all’inizio dell’anno, anche se ormai era chiaro che fra noi due c’era solo una silenziosa amicizia a legarci, mentre di Key sapevo solo da poco.
Sospirai sonoramente e presi il mio I-Pod per distrarmi. Infilai le cuffie e chiusi gli occhi, sperando di cadere presto nel sonno. Così fu, dopo pochi minuti mi addormentai.
 
*°*°*°*°*°*
Dopo essere saliti sull’aereo, presi posto accanto al finestrino e ne fui molto felice. Un posto accanto al finestrino di un aereo significava pace e tranquillità, e in quel momento ne avevo bisogno: l’arrivo all’aeroporto non era stato piacevole, perché l’avevo tranquillamente vista accanto a Kibum che, insieme Jong, mi avevano accolto come se fossi stato un cane randagio da allontanare come la peste.
Appena mi sedetti, non curante degli altri, mi guardai in giro per vedere se tutti i SS501 avevano preso posto e fortunatamente mancava ancora Kyu Jong, il quale doveva ancora salire. Sospirai di sollievo e presi una libro per cominciare a rilassarmi, ma quando mi rialzai notai una figura minuta e dai lunghi capelli neri e ricci sedersi fra Key e Hyung Jun.
“Ma prego! Si sieda pure fra i due spasimanti, my lady! Non bastava l’averti vista correre da un negozio all’altro, sotto braccio con Key! NO! Adesso anche questo! Hyung Jun, come hai potuto!?”, pensai digrignando i denti in preda alla disperazione e preso da forti crampi allo stomaco per la gelosia.
Kyu Jong fece ingresso nell’abitacolo dell’aereo e pregai con tutta l’anima che di dirigesse verso di me. Camminò fino alla metà delle prime file e poi sorrise ad un ragazzo, facendogli cenno che doveva passare per prendere posto accanto a lui.
-AISH!-, sbottai. Afferrai il libro e lo aprii, cominciando a mangiarmi una riga dopo l’altra per i nervi ormai galoppanti.
Dopo pochi minuti, quasi tutti erano saliti sull’aereo, ma i posti accanto a me erano ancora vuoti e mi domandai seriamente chi dovesse prenderli. Le risposte arrivarono quasi subito, perché vidi arrivare con euforia una ragazza bruna, con lunghi capelli lisci che le ricadevano dietro la schiena, seguita da un’altra dai capelli lunghi fino alle spalle incornicianti il viso.
-Oppa!-, la sentii cinguettare non appena fu davanti al sedile.
Alzai gli occhi su di lei e la riconobbi: Krystal era una ragazza che da poco tempo aveva preso letteralmente a pedinarmi durante le giornate di scuola e non si allontanava neanche con le cattive maniere; quanto a Tiffany, l’altra ragazza che silenziosamente sorrideva nella mia direzione, sapevo solo che fino a poco tempo prima era stata la ragazza di Young Saeng e di Minho e che poi tutto degenerò.
-Si?-, domandai innocente e facendo finta di nulla.
-Occuperemo i posti accanto a te! Non sei felice?-, disse con occhi sognanti Krystal.
La squadrai dall’alto in basso e sbuffai sonoramente: -Personalmente avrei preferito che fosse qualcun altro-, commentai acido, ma la ragazza non diede segni di offesa. Dentro sentivo che non avrei retto le dodici ore di viaggio con lei accanto.
Si sedette nel posto di mezzo e non appena ne ebbe la possibilità prese a parlare a non finire di come fosse  felice di questa coincidenza, per me assolutamente una condanna a morte.
 
Passò più di un’ora, ma Krystal non dava cenno di stare un attimo in silenzio, alternando adorazioni per me a lunghe chiacchierate con Tiffany. Rassegnato ed esasperato, cercai di non sentirla, concentrandomi su una cartina di Roma che avevo stampato prima di partire.
“Continua a restare calmo, Hyun Joong. Mantieni la calma. In fondo sono solo altre… nove-dieci ore di aereo. Cosa vuoi che siano? Passeranno in fretta! E spero proprio di non incontrarti per tutto il resto della gita, Krystal. Ho ben altro a cui pensare!”, pensai sarcastico notando come fosse enorme l’immensa città in cui avremmo dovuto alloggiare.
“Chissà perché le manca tanto…”, mi domandai pensando a lei.
All’improvviso chiusi la mappa e guardai fuori dal finestrino. Fuori non c’erano altro che nuvole e dalla mia postazione si poteva ben vedere l’ala destra dell’aereo. Mi accorsi che di Ilaria non sapevo proprio niente e tutto ciò che sapevo era che l’avevo infastidita per ben sei mesi, con il risultato di essermi innamorato di lei. Era Italiana, si, ma dove aveva vissuto? Le mancava l’Italia? E lei? Che cosa provava? Avevo ragione, oppure si era scocciata davvero di me? Negli ultimi giorni aveva mostrato astio, come sempre, ma con una leggera indifferenza nella voce ogni volta che le parlavo. Specialmente se in modo amichevole come avevo provato a fare. Non si accendeva più di rabbia, bensì andava via come se non avessi parlato.
Con lei c’era sempre Key e mi chiesi anche se tra loro fosse nato veramente qualcosa; lo amava? Amava me? O c’era qualcun altro? Forse… forse Hyung Jun, in fondo anche con lui era molto legata. Dopo il caos che Jun aveva creato all’inizio dell’anno, erano diventati ottimi amici.
“Pensandoci bene in quei giorni non mi diede affatto fastidio vederla essere protetta da un altro. Più che altro odiavo che una ragazza non mostrasse interesse per me, ma mi attaccasse e che il mio migliore amico la difendesse. Adesso però ciò che mi infastidisce è vederla fra le braccia di qualcun altro che non sia il fratello o io. Mi infastidisce sapere che quella giornata d’inverno, alle prove, veniva protetta perché il pericolo ero io. Che cosa sei diventato Hyun Joong? Tu non eri così… Prima che tuo padre ti rivelasse di tua sorella, eri totalmente il contrario di ciò che sei adesso. Non ti saresti mai arrabbiato per un’oca che starnazza accanto a te, ma l’avresti ascoltata e le avresti detto con garbo di smetterla; non l’avresti chiamata “oca”; non avresti mai infastidito una ragazza solo per il secondo fine di vincere una stupida gara! E non avresti mai provato ad alzare le mani su una ragazza che ti rimproverava di essere troppo sgarbato e arrogante…”, i miei pensieri andavano da soli e il mio sguardo, dapprima fisso su Ilaria, si spostò da lei a Krystal poi nuovamente a lei.
Sentivo di essere ancora arrabbiato e che di li a poco avrei combinato qualche guaio irreparabile, ma non riuscivo a calmarmi. Kyu Jong non c’era e accanto a me Krystal non finiva di mandare in bestia i miei nervi. Continuai a guardare fuori dal finestrino per un po’, cercando con tutte le mie forze di non fare danni, ma poi Krystal si ancorò pericolosamente al mio braccio sinistro e, nemmeno fosse un gatto, cominciò a fare le fusa: -Oppa! Sono così contenta di essere capitata accanto a te!-.
-Yha… metti giù le mani!-, strillai girandomi di scatto e perdendo ormai la pazienza.
Krystal si dispiacque e mise il muso, offesa: -Oppa…-, si lamentò.
Oppa? Oppa!? Non mi chiamava nessuno Oppa e se proprio doveva essere qualcuno non doveva essere lei!
-Non chiamarmi Oppa! Non ti ho dato il permesso, perciò piantala di…-, cominciai a strillare, ma subito notai una testolina riccioluta spuntare da dietro un sedile poco più giù del mio.
Ilaria stava guardando curiosa la scena e in quel momento, incrociando i suoi occhi, fui preso da un attacco di pazzia: volevo che fosse gelosa anche lei, che provasse ciò che ogni volta provavo io nel vederla con altri. Non sapevo se provasse ancora qualcosa per me, la mia sicurezza su di lei si era affievolita, ma comunque le sorrisi, provocandola, e sentii chiedere da Krystal: -Di…?-.
Mi voltai e la vidi farmi gli occhi dolci. Sorrisi dolcemente alla ragazza e sapendo i suoi occhi puntati su di me dissi: -Ripensandoci, perché no? Non mi da affatto fastidio che tu sia accanto a me, anzi… sono stato proprio fortunato-.
Presi Krystal fra le braccia e la feci accoccolare a mio petto, senza staccare gli occhi da Ilaria. La vidi imbronciarsi e capii che ancora c’era qualcosa che provava per me. Sì risedette sul sedile e sparì.
Non so che successe dopo, che cosa le dissero Key e Hyung Jun, ma quando non la vidi più fui investito da i sensi di colpa: “Bravo idiota… Non eri tu quello che si doveva comportare bene con lei? Non avevi promesso a Kyu Jong che per conquistarla e tenerla per te saresti tornato il bravo ragazzo di prima? Stupido…”, pensai.
Guardai Krystal che abbracciava il mio petto e sbuffai, tornando a guardare fuori dal finestrino: “Aish… dovrebbe essere lei accoccolata così al tuo petto, non Krystal! E ora come me ne libero?”.
 
*°*°*°*
-Turbolenza! TURBOLENZA!-, il suono di una voce familiarmente profonda, ma in quel momento squillante, mi risvegliò bruscamente dal sonno.
-TURBOLENZA! TURBOLENZA!-, continuò la voce in questione.
Mi stropicciai gli occhi ancora assonnata e, sbadigliando, mi tolsi le cuffie ormai spente. Minho cinque posti prima di me si stava allegramente divertendo con una povera ragazza della sua stessa classe, che non aveva mai preso un areo in vita sua, muovendole freneticamente il sedile e inscenando un dirottamento.
-Turbolenza! Turbolenza!-, continuò Minho ridendo.
-Yha! Smettila!-, lo ammonì la ragazza, ridendo anche lei.
 Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa divertita, mentre Kibum borbottava tra sé sorridendo: -Non ho parole… ci facciamo riconoscere anche qui-.
Risi sommessamente e commentai: -Già. Credo proprio che se lui e Jong non facessero qualcosa di stupido tutte le volte che sono in posti nuovi, non sarebbero completamente contenti. A proposito, strano che Jong non si faccia ancora sentire…-.
-Oh, sì che si è sentito -disse Hyung Jun sorridendo- ma tu dormivi-, rise.
-Che cos’ha fatto?-, domandai allarmata.
-Dormiva anche Feffe, ma Jong ha pensato bene di darle fastidio. Lo sai, Federica soffre enormemente il solletico sul collo, e lui con una matita che aveva a portata di mano l’ha stuzzicata, facendoglielo. Feffe si è svegliata, la scoperto e hanno cominciato a bisticciare come una coppia di sposi-, rispose Kibum.
Hyung Jun sorrise e li guardò da lontano. Lo stesso feci io, ma contrariamente da come pensavo li potessi trovare dopo una lite, li vidi di nuovo parlare tranquillamente.
-Quei due stanno molto bene insieme-, commentò Hyung Jun ritirandosi.
-Già, e quanto abbiamo penato farli rimettere insieme!-, dissi.
-Perché? Si erano lasciati?-, chiese curioso, strabuzzando gli occhi.
Risi per quell’espressione, ma risposi: -No, si parlava di “pausa di riflessione” che nessuno dei due voleva chiarire. Poi ci sono stati molti disguidi in quel periodo, per cui hanno preso a non parlarsi più fino a quando io e Hongki non abbiamo preso in mano la situazione e tra un impiccio ed un altro siamo riusciti a compiere un miracolo-, risposi.
Sentii Kibum schiarirsi la voce in segno di disapprovazione, mentre sfogliava un giornale, e capii che dovevo aggiungere qualcosa: -Ovviamente con l’aiuto degli Shinee e di Kibum che ci ha prestato casa-, dissi.
 
Il resto del viaggio passò lentamente tra un film ed un altro e le foto che Key cominciò a fare. All’inizio fui contraria a farle e cominciai a discutere e negoziare con Key, fin quando non minacciò di vestirmi di rosa per tutta la gita, con l’aiuto di Feffe, sua migliore amica e fedele compagna in imprese simili.
-Sei spregevole-, dissi con gli occhi ridotti a due fessure.
-Quindi accetti!-, commentò pieno di una folle euforia.
-Certo che no!>, ribattei.
-Di: cheese!-, e in un attimo fu pronto con la macchinetta.
Quella fu solo la prima foto di una lunghissima serie e non contento, convinse anche Hyung Jun che come lui aveva una forte passione per le foto.
Ero spacciata, ma la loro compagnia non mi fece pensare a Hyun Joong, che nel sedile di dietro continuava a lamentarsi per colpa di Krystal: “Ti sta bene, è ciò che ti meriti. Spero proprio che non ti dia tregua, mentre io me ne resto tranquilla lontana da te!”, pensai.
Eravamo partiti alle sette del mattino, perciò saremmo arrivati alle due del pomeriggio, fuso orario compreso. Il pranzo ci venne distribuito da una gentilissima hostess e tutto fu davvero magnificamente delizioso. Stare con Key e Hyung Jun fu davvero spassoso, perché durante tutti i film che trasmisero, cominciarono a commentare ogni scena, così ci fu molto tempo per ridere e scherzare.
Quando cominciò l’atterraggio, sentii un po’ di mal di testa, ma il pilota fu bravo e in poco tempo arrivammo tutti sani a salvi.
Quando scendemmo Key si mise al mio fianco e restò anche Hyung Jun. Dopodiché fummo raggiunti da Federica, Sara e gli Shinee. Sentivo già la mancanza di casa, Hongki e Nanà, ma ero arrivata dove avevo desiderato tanto tornare, perciò ero sicura che sarei stata bene. Niente poteva andare storto. Niente.
Rhee ci richiamò tutti e Hyung Jun fu costretto a tornare con i suoi amici. Mi salutò con una scompigliata di capelli e li raggiunse.
-D’accordo ragazzi! Da adesso dobbiamo stare uniti. Passeremo di nuovo la dogana e poi prenderemo il pullman che ci porterà all’hotel dove alloggeremo. Lì potrete cambiarvi e rilassarmi per due ore e mezza, mentre io approfitterò per un pisolino! Andiamo, adesso!-, annunciò Rhee, e subito fu seguito dagli altri insegnanti.
Noi ragazzi ci accodammo e li seguimmo. In poco più di tre quarti d’ora eravamo fuori dall’aereo porto, diretti sul pullman verso l’hotel “Augustus”. Non sapevo dove si trovasse, ma l’unica cosa che Rhee ci disse, è che era ad una traversa molto vicina a Villa Borghese. Quelle parole suonarono deliziosamente nell’aria e le gustai a pieno. Un pezzo del mio cuore era vicino.
Arrivati, Rhee e gli altri insegnanti ci informarono che le stanze erano state divise in triple e doppie, niente quadruple; le stanze triple avevano una sola chiave, perciò chi era il responsabile l’avrebbe tenuta per tutta la durata della gita e non avrebbe dovuta perderla, mentre le stanze doppie avevano due chiavi per ciascun ospitato. Ovviamente ognuno di essi era responsabile della propria chiave.
Prima dell’arrivo in Italia non avevamo avuto il tempo di preparare le stanze, perciò Rhee ci consegnò le chiavi e queste vennero distribuite dai compagni.
A me capitò la chiave della stanza centouno e a quanto capito le chiavi che avevano l’impugnatura a forma di capitello greco erano le chiavi di una doppia, mentre quelle a forma di lupa capitolina erano delle triple.
Mi capitò far le mani una a forma di capitello, perciò ero in una doppia. Bene, almeno potevo sperare che arrivasse qualche ragazza che avevo conosciuto in pullman.
Eravamo alla reception e un uomo panciuto con degli occhiali spezzi come due tappi di bottiglia, estremamente romano dall’accento che cercava di nascondere, guardava tutti gli studenti con aria bonaria, mentre io mi guardavo in giro per riuscire a trovare la mia compagna di stanza.
-Che camera hai avuto?-, domandò Jong spuntando alle mie spalle, spaventandomi.
-Yha… mi hai spaventata. Ho la centouno e tu?-, domandi a mia volta.
-La numero ottanta-, rispose.
-E con chi stai in stanza?-, domandai curiosa.
-Key e Taemin. Ha organizzato tutto Key che tiene le chiavi. Che stanza hai? Una tripla anche tu?-, domandò curioso.
-No… una doppia. Ma non vedo la mia compagna di stanza-, dissi scrollando la testa.
-Mmm, beh allora vai in stanza, prima o poi arriverà, no?-, domandò.
-Già, hai ragione. Ma dove si trova?-, chiesi.
-Taemin ha detto che le triple sono al terzo piano, mentre le doppie al primo-, rispose.
-Ok, allora ci vediamo dopo-, dissi avviandomi, ma Jong mi ritirò per il braccio.
-Aspetta. Com’è andato il viaggio? Ho visto che sei stata accanto a Key e Hyung Jun-, disse.
Sorrisi a Jong e scrollai dolcemente le spalle: -E’ stato… piacevole e divertente. E a te?>.
-Un po’ noioso, ma per fortuna c’era Federica-, rispose.
-Immagino. Poverina l’avrai torturata… Va bene, adesso vado. Sono stanca e per fortuna abbiamo due ore di riposo-, dissi.
-Okay, allora a dopo sorellina-.
-Bye, bye-.
L’hotel era molto grande e aveva dei corridoi lunghi color panna. A tratti le porte erano arco a volta, mentre sulle pareti vi erano quadri e bassorilievi in marmo. La hall sembrava piccola, ma in realtà erano i mobili antichi e grandi a riempire la stanza.
Il profumo dei nuovi mobili e della vernici dei muri si mischiava a quella dei mobili vecchi, ma dava una piacevole sensazione di casa.
Presi l’ascensore e salii al primo piano con un gruppo di ragazzi misti della mia classe di quella di Jong, poi mi diressi alla mia stanza, la quale era in fondo ad un lungo corridoio e quasi isolata dalle altre. Infatti pochi ragazzi si fermarono a qualche stanza all’inizio del corridoio, poi non ne vidi più nessuno, così continuai a camminare tranquillamente per raggiungerla.
“Chissà chi sarà in stanza con me”, pensai fra me e presi la chiave della porta.
Ero arrivata, una porta mi separava dalla mia stanza e dalla mia probabile compagna già arrivata. Con un gran sorriso feci per infilare le chiavi della toppa, ma una mano di un ragazzo alto e che non mi ero accorta fosse dietro di me, spuntò facendo lo stesso.
Mi girai per capire chi fosse e chiarire cordialmente che quella fosse la mia stanza, ma rimasi a bocca aperta.
-E tu che ci fai qui? Questa è la mia stanza-, disse Hyun Joong sorpreso quanto me, ma con filo di prepotenza nella voce.
-No, scusa, questa è la mia stanza-, sottolineai irritata dal suo modo di fare.
-Ascolta, vai giù e chiedi se c’è stato un errore, poi torna e riferiscimi cosa ti hanno detto-, disse pratico.
-Come? Così tu puoi tranquillamente entrare in stanza e cominciare a fare come ti pare e piace? No, non se ne parla. Caso mai vai tu giù e io rimango qui-, ribattei già scocciata e astiosa.
-Va bene, allora andremo insieme-, propose.
-Questo è già più ragionevole. Prego, vada prima lei…-, dissi trovandomi per la prima volta in accordo con lui.
Hyun Joong mi fissò truce, non volendo avanzare per primo per tornare alla reception. Se pensava di poter giocare ancora con me, si sbagliava di grosso. Dopo l’aereo per me poteva anche restare per sempre con Krystal o qualcun'altra. Sarebbe stato un motivo in più per scordarmi di lui una volta per tutte. Odiarlo sarebbe stato più semplice, perché l’odio è un sentimento forte quanto l’amore.
Sulle prime mi guardò sostenendo il mio sguardo, poi sbuffò e con mia grande sorpresa si allontanò, diretto all’ascensore.
“Che cos’è? Un trucchetto? Tornerai subito alla stanza non appena sarò arrivata li?”, mi domandai fissandolo da lontano.
Hyun Joong si fermò, quasi arrivato all’ascensore e si girò: -Vuoi muoverti? O ti devo prendere in braccio?-, domandò sarcastico.
-E-eh? Ah, si…-, farfugliai e lo raggiunsi.
Aspettammo in un silenzio imbarazzante l’ascensore ed entrammo. Spinse il pulsante “terra” e scendemmo. In quel momento ricadde il silenzio. Poco tempo nel quale pensai, sorridendo, che proprio sei mesi prima Joong mi aveva rubato il primo bacio in un ascensore.
-Perché sorridi da sola?-, commentò.
-Fatti gli affari tuoi. Non sono cose che ti riguardano-, risposi acida.
-Yha… non essere così cattiva-, mormorò. Si era offeso?
Alzai un sopracciglio scettica nella sua direzione e le porte dell’ascensore si aprirono. Fui la prima ad uscire, senza avergli dato una risposta, e mi diressi alla reception, con lui a seguirmi come un cagnolino.
-Dovremmo chiamare Rhee, o qualche professore che sappia tradurre dall’italiano-, osservò, guardandosi intorno in cerca di qualcuno.
Mi girai verso di lui e lo guardai irritandomi a morte. E io a cosa servivo? Si era per caso dimenticato che non ero asiatica come lui?
-Scusa tanto, ma pensi davvero che il mio livello intellettivo sia così basso?-, domandai sarcastica, incenerendolo poco prima dell’arrivo alla hall.
-Perché? Tu sai…-.
Alzai un sopracciglio sìscuotendo la testa: -Hyun Joong, in sei mesi che ti conosco pensavo davvero che qualcosa di me l’avessi capita, nonostante tutto quello che mi hai fatto passare; ma a quanto pare quando dicevi che ero altamente stupida e incapace, in realtà parlavi di te-, dissi con lingua tagliante. Con un ultimo sguardo fulminante raggiunsi l’uomo che poco prima ci aveva guardati tutti con aria bonaria e gli sorrisi gentilmente, cominciando a parlare un italiano pulito e fluente, sotto gli occhi stupiti di Hyun Joong e del signore: -Mi scusi, credo che ci sia stato un piccolo inconveniente. Io e… -lanciai uno sguardo a Hyung Joong non sapendo come definirlo- …il mio amico, qui, abbiamo avuto la chiave della stessa stanza, ma non credo sia possibile far stare insieme una ragazza e un ragazzo-, dissi.
-Oh… Beh, dovrebbe parlarne con il suo insegnate. Magari potrete trovare una soluzione. Il fatto è che anche se non ci fosse soluzione, non potremmo cambiare la vostra stanza con una tripla, perché sono già tutte occupate e in arrivo ci sono altri clienti molto esigenti-, rispose dispiaciuto il signore.
-In questo caso potrebbe chiamarmi il professor Rhee, se non le dispiace?-, chiesi gentilmente con educazione, mentre Hyun Joong assisteva.
-Certamente-, rispose l’uomo con un sorriso. Il signore era anziano, forse sulla cinquantina, ma se la cavava molto bene e sembrava un tipo in gamba e molto alla mano.
Una volta che Rhee fu sceso, ringraziai il signore e lo raggiungemmo: -Allora, qual è il problema ragazzi?-, domandò Rhee.
-Abbiamo la stessa stanza-, rispose pratico Hyun Joong.
-Come? Ma non avete sparito per bene le chiavi? Le stanze sono state organizzate in modo tale che ogni ragazza stesse con una o due ragazze e viceversa-, rispose.
-Non sappiamo come sia potuto  accadere, ma il fatto è questo. Noi due non possiamo stare nella stessa stanza, giusto?-, domandò Hyun Joong.
-E’ giusto, ragazzo mio. Dobbiamo trovare una soluzione a questo problema-, rispose Rhee.
 
Passò un’ora e vari tentativi di una rapida riassegnazione delle stanze fu fatta, ma tutto ciò che ottenemmo fu l’aver gettato Jonghyun nel panico, dopo aver appreso che la sottoscritta doveva restare per forza in stanza con Hyun Joong. Non trovammo nessuna soluzione, poiché le stanze erano perfettamente e rigorosamente assegnate a ragazzi e ragazze e nessuno di essi era disposto a lasciare la propria. Hyun Joong era famoso per la sua fama di teppista ormai e i ragazzi non ci tenevano a stare con lui.
I SS501 si proposero, ma dato che le loro stanze erano tutte triple, Hyung Jun, Jung Min e Young Saeng si era trovati in stanza insieme, mentre Kyu Jong era finito in stanza con Onew e Minho.
-Miss Kim non può stare con un ragazzo, figuriamoci con due. Jonghyun dovrebbe prendere il posto di Hyun Joong in stanza-, disse infine Rhee con grande sollievo mio e di Jong soprattutto.
-Vuole davvero vedere scorrere in stanza del sangue?-, chiese ironico Hyun Joong.
-Perché mai dovrei…?-, cominciò Rhee.
-Jonghyun ed io siamo nella stessa gara, così come i suoi amici Shinee. Se anche i due adorati fratelli non litigassero, pensa davvero che non verrei preso di mira da Taemin e Key?-, domandò Hyun Joong sfoderando la sua migliore faccia d’angelo.
-Ma che…?-, mi chiesi, guardandolo. Taemin non avrebbe mai fatto male ad una mosca, tantomeno Key. Forse Key se veniva provocato, ma se non gli si toccava le proprie cose e non era stuzzicato a morte, non avrebbe mai preso di mira Hyun Joong!
-Che stai dicendo? Non crederti superiore agli altri, Hyun Joong. Ogni tanto scendi dal piedistallo-, disse Kibum truce con aria da diva.
-Lo vede? Pensano tutti che io sia un pallone gonfiato, ma in realtà non è così-, disse innocentemente Hyun Joong, la stessa che aveva adottato a casa sua con sua madre. Al contrario della madre però, Rhee ci stava cadendo con tutte le scarpe.
-Non fare il santarellino, Hyun Joong, lo sanno tutti che saresti tu il primo a provocare!-, disse Jong, facendo salire la sua voce  e avvicinandosi pericolosamente a Hyun Joong.
-Va bene, d’accordo, ho capito. Non possiamo farvi stare in stanza insieme-, disse Rhee, fermando con una mano al petto Jong. Trattenni una risata, nel vedere l’espressione esasperata di Rhee nel trattenere mio fratello e pensai a quante volte l’aveva dovuto richiamare negli anni in cui era stato suo allievo.
-Miss Kim, mi spiace, ma dovrà stare lei in stanza con il signorino qui presente-, annunciò Rhee.
-CHE COSA!?-, strillammo all’unisono Jong ed io.
Hyun Joong sorrise e potei comprendere bene il suo sguardo, così come lo compresero Kibum e Hyung Jun, il quale stava stringendo i pugni e lo guardava torvo per un qualche motivo da me ignorato.
-Non può andarci un’altra ragazza!?-, chiese disperato Jong.
-Tipo chi?-, domandò Hyun Joong.
-Tipo… Krystal-, proposi provocandolo.
La ragazza, sentitasi presa in causa, si avvicinò e cinguettò disgustando sia me che Jonghyun: -Mi offro volentieri!-.
Rhee la squadrò e capì non sarebbe stata una buona idea, poi guardò me e con l’aria di un martire mi disse: -Ripongo tutte le mie speranze in te, mia cara. Mi fido. Non commettete sciocchezze ed entro due giorni massimo potrete cambiare stanza. Ne cercheremo un'altra-.
Rassegnata, sospirai e annuii: -D’accordo-. Poi tutti si dileguarono nelle loro stanze e io mi diressi nella mia. Jong, però, mi fermò: -Ti tengo d’occhio-.
-Scommetto che non sarai l’unico, dato che ci saranno tutti gli insegnati e anche gli Shinee. Sta tranquillo fratellone, lo odio più di quanto tu non possa immaginare per commettere una qualsiasi stupidaggine con lui-, dissi e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Fidati-, continuai e raggiunsi Hyun Joong in stanza.
 
La stanza era molto grande ed ariosa e dalle finestre si poteva scorgere un grande monumento che non conoscevo; due letti dalle lenzuola, uno dalle lenzuola blu, più grande dell’altro, e uno dalle lenzuola color panna, la dividevano;  sul muro, al centro fra i due letti, un quadro con due angeli faceva capolino e sotto di esso due comodini di ciliegio tenevano su di loro due abatjour dello stesso colore dei letti; un tavolo era posizionato ai piedi del letto e su di esso vi era un computer accessoriato e un piccolo televisore.
Appena entrata, sorrisi, rimanendo a contemplare la stanza, affascinata, mentre Hyun Joong si precipitava a prendere il letto più grande.
-YHA! –strillai- Perché devi avere tu il letto più grande!?-.
-Perché io sono il ragazzo e le lenzuola blu sono da maschio-, rispose tranquillamente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Alzai un sopracciglio e lasciai la maniglia della valigia, che fino ad allora avevo tenuto stretta, incrociando le braccia: -Per tua informazione il blu è il mio colore preferito, perciò spetta a me quel posto-, dissi tranquilla.
-Non credo proprio cara-, controbatté sorridendo. Ancora? Voleva davvero comportarsi così per tutta la durata della convivenza?
-Vado a farmi una doccia, perciò quando riesco dal bagno non farmi trovare tutte le tue cose sparse in giro per la stanza-, annunciò, alzandosi e aprendo la sua valigia sul letto.
-Prego?-, domandai scocciata.
Lo vidi tirare fuori un paio di boxer e girarsi nuovamente verso di me: -Voi ragazze siete tutte uguali, una volta arrivate in albergo provocate un esplosione di vestiti per tutta la stanza, fino alla nuova partenza. Perciò fai la brava –commentò avvicinandosi, poiché l’entrata del bagno era accanto a me- non farmi trovare disordine-, disse ammiccando ed entrò nel bagno.
-YHA! Devo farmi anch’io la doccia! E non trattarmi come una ragazzina!-, strillai battendo alla porta e cercando di aprire, ma troppo tardi: era già chiusa.
-La farai quando avrò finito!-.
“Aish… non ce la farò mai a sopportarlo per tutto questo tempo!”, pensai fissando la porta.
-Almeno lascia il bagno pulito!-, borbottai, prendendo la valigia e avvicinandomi al letto.
-Sono una persona precisa e pulita, non preoccuparti!-, commentò tranquillo. Mi bloccai a metà stanza e guardai la porta con odio, per poi fare una silenziosa linguaccia. Sorrisi trionfante e mi avvicinai al letto blu.
Presi la valigia di Hyun Joong, la spostai sull’altro letto e poggiai la mia sul letto blu. L’aprii e cominciai a tirar fuori l’intimo che mi sarei messa dopo la doccia.
Mi sedetti e mi guardai intorno curiosa: “Non possiamo dividere questa stanza. Se non prendo qualche provvedimento morirò presto!”, pensai.
Un buon odore di pane arrivò dalla finestra e mi alzai, per affacciarmi dal piccolo balconcino: il traffico di Roma era intenso e la gente passeggiava tranquillamente suo marciapiedi. Le strade non erano come quelle di Seoul, molto grandi e costellate di edifici troppo grandi, ma erano come li ricordavo: potevo aver al massimo sette piani.
Annusai l’aria, molto più calda di quella di Seoul, e guardai una mamma, passeggiare con un bambino in braccio; al loro fianco il papà li aiutò ad attraversare e poi proseguirono per la loro strada. Per un momento immaginai come, quindici anni prima, poteva esser vista la mia famiglia: una bambina appena nata in braccio tenuta al petto dalla mamma e un altro bimbo mano nella mano al papà, tutti diretti in qualche parco o a casa.
Sorrisi malinconica e rientrai in stanza. Mi guardai attorno e notai un lungo spago poggiato sulla scrivania: “Mmm, forse mi tornerai utile”, pensai.
Lo afferrai e cercai qualcosa dove poterlo appendere senza problemi. Trovai che il televisore e le due abatjour erano sistemate alla stessa altezza, così legai un estremità dello spago al sostegno della tv e l’altra al sostegno dell’abatjour. In poco tempo avevo creato una buona e stabile divisione; mancava soltanto qualcosa che avrebbe fatto da separé.
Guardai nella mia borsa e frugai tra le tante cose inutili che mi ero portata, non trovando però quello che cercavo; guardai così nell’armadio che la stanza offriva in dotazione e lì trovai dei lungo teli, grandi quanto l’Africa, che sarebbero dovuti servire come accappatoi. Li sistemai ben bene sul filo e tutto fu pronto.
Hyun Joong impiegò tre quarti d’ora per uscire dal bagno e usai quel tempo per scegliere i vestiti che avrei indossato per la sera: Rhee, infatti, ci aveva detto che quel giorno non avremmo fatto grandi cose, ma avremmo visitato solo qualche strada sicura e popolata del centro, dopo poter far acquisti e rilassarci un po’ dopo il viaggio. Le grandi scoperte le avremmo rimandate al giorno dopo!
Immaginandomi il folle entusiasmo di Kibum nel girare negozi nuovi e ricordandomi la sua faccia carica di lacrimosa adorazione nei confronti di Rhee, capii che sarebbe stato meglio indossare qualcosa di comodo e pratico: scelsi quindi dei pantaloni lunghi, delle “all stars” bianche e una maglia larga a maniche corte. All’occorrenza, preparai subito un giacchetto estivo.
Key avrebbe trascinato sia me che Federica da un negozio all’altro e avrebbe sicuramente usato Jonghyun come mulo da soma per portare tutti i suoi acquisti.
-Hai finito!?-, urlai, verso la porta del bagno. Nessuno mi rispose.
-Kim Hyun Joong! Esci dal bagno! E’ quasi passata un’ora!-, continuai.
Dietro al separé improvvisato, grugnii esasperata e mi abbandonai sul letto da una piazza e mezza. Ero stanca, ma aveva ancora energie, dovevo solo chiudere un po’ gli occhi per riposare il cervello stanco per ore di viaggio.
Chiusi gli occhi e per altri dieci minuti, Hyun Joong non mi degnò della sua presenza; sentii solo trafficare nel bagno tra lamette, acqua, sapone e non so cosa. Quando sentii girare la chiave nella toppa, aprii gli occhi e aspettai che uscisse dal bagno.
-Che hai combinato!?-, strillò sorpreso probabilmente dal separé.
Scattai all’in piedi, pronta a dirgliene quattro: -Non ho… Aaah!-, ma mi girai frettolosamente per coprirmi la faccia e dargli le spalle. Sentii che le guance mi si colorarono di rosso intenso e immaginai che avessero preso fuoco.
-Che c’è?-, chiese e notai una punta di malizia nella sua voce. Era divertito per caso?
-Ma almeno abbi la decenza di metterti qualcosa addosso! Non sei in camera con uno dei tuoi amici!-, mi lamentai.
-Ho i boxer-, commentò divertito.
-Infilati i pantaloni, razza di pervertito!-, strillai irritata, sentendolo ridacchiare. Era questo il modo odioso di comportarsi che aveva cominciato a prendere già a scuola e sapevo che come sarebbe stato fuori da quella stanza non mi avrebbe guardato per un attimo. Anzi ora che aveva Krystal, sapevo che sarebbe stato sempre a braccetto con lei, conoscendola.  Mi sentii ribollire di rabbia e gelosia, mentre lo sentivo infilarsi i pantaloni.
-Ho fatto-, annunciò.
Mi girai e lo trovai ancora a petto nudo: -Una maglietta è chiedere troppo?-, domandai ironica.
-Non mi scocciare. Detesto sentirmi le cose addosso quando sono da solo o tra amici. E poi qui dentro fa caldo!-, commentò.
-Ma tu non sei fra amici, tanto meno da solo!-, ribattei.
-Finiscila… -si lamentò- dimmi piuttosto perché hai creato questo “bazar”-, disse indicando col dito i teli e il filo.
-Questa sarà la mia parte di stanza, mentre quella la tua-, spiegai.
-Caso mai quella –e indicai la mia parte- sarà il mio pezzo di stanza e questo  sarà  il tuo-, ribatté.
-Perché? Vuoi il letto più grande per caso?-, domandai sorridendo ironica e incrociando le braccia al petto.
-Già…-, rispose irritato, sgranando gli occhi.
-Beh, arrangiati! Questa sarà la mia parte e quella la tua! -strillai convinta- Vado a farmi una doccia, perciò fammi ritrovare tutto come ho lasciato io, dato che non ho creato il caos nella stanza come mi avevi detto!-, urlai afferrando l’intimo e i vestiti preparati.
Oltrepassai i teli, passando sotto lo spago e mi diressi al bagno, mentre lui mi fissava con un sorriso tranquillo e divertito, uno di quelli che mi piacevano, che adoravo, e mi seguiva con occhi. Cercai di ignorarlo e aprii la porta del bagno.
-Davvero indossi quell’intimo così semplice?-, domandò stuzzicandomi e mi sentii colpita nell’orgoglio.
Mi bloccai  e feci scattare la testa verso di lui: -Di certo non devo fare niente con te, per cui fatti gli affari tuoi e non commentare ciò che indosso, faccio o dico. Trova qualcun’altra da importunare! Ce n’è proprio una che ti muore dietro, e a te piacciono quelle che cadono con uno schiocco di dita ai tuoi piedi, no? Beh, va da loro. Io non sono una di quelle!-, dissi acida, avvicinandomi di qualche passo a lui, il quel si era seduto sul letto, con le mani poggiate dietro la schiena per gustarsi meglio la mia arrabbiatura.
-Stai parlando di Krystal?-, domandò serio in volto, cercando di studiare il mio.
-No-, risposi secca, guardando a terra. Mi ero fatta scoprire subito.
-Sei gelosa?-, sorrise divertito.
Arrossì violentemente e non risposi. Lo fissai per qualche istante e me ne andai in bagno stizzita, sbattendo la porta. Chiusi a chiave, portando con me i vestiti  e aprii i rubinetti dell’acqua. Mi sciacquai la faccia e sentii battermi forte il cuore, impazzito.
Mi asciugai lentamente poi mi osservai: ero ancora rossa. Le mie speranze di non pensare a lui, avendolo in camera, era decadute già da un pezzo, ma adesso che cominciava a comportarsi così lo erano ancora di più.
“Devi ammetterlo. Ti piace e non puoi farci niente. Ti piace quando sorride dolcemente, quando fa il bastardo e quando capisce i tuoi sentimenti al volo, come adesso. L’unica soluzione per non soccombere a tutto questo è instaurare una semplice convivenza d’amici almeno in camera e sperare che lui non osi di più. Se osa, posso sempre andare a dormire con Jong, almeno li sarò al sicuro…”, pensai mentre il mio cuore non accennava a fermarsi.
“Kim Hyun Joong, ti odio…”.
 
*°*°*°*°*
La vidi entrare in bagno irrimediabilmente nervosa e irritata, ma non me ne preoccupai più di tanto. Sorrisi, guardandola entrare in bagno e poi mi tirai su col busto. Risi tra me sommessamente e mi passai una mano trai capelli, scuotendo la testa.
Quanto ti arrabbi sei anche più bella”, pensai sogghignando.
In quel poco tempo che eravamo riusciti a condividere la stanza, mi ero ripromesso di non farla innervosire, ma era più forte di me. Ormai provavo un gusto sottile nel vederla irritata, perché arrossiva, si avvicinava per ribattere ed io potevo guardarla meglio in tutto il suo splendore.
Quando l’avevo vista davanti alla stanza, avevo pensato che non poteva esserci disgrazia peggiore di ritrovarsela nella stessa camera, ma poi, vedendola indaffarata per cambiarla e stupito nel vederla parlare bene un’altra lingua, avevo pensato che un po’ di tempo insieme non avrebbe fatto male. Avrei potuto conoscerla meglio; in fondo lei sapeva quasi tutto di me, Hyung Jun mi aveva detto di averle raccontato un po’ di cose, ma io non sapevo quasi nulla di lei. Era per questo che avevo provocato Jonghyun e gli Shinee, solo per convincere Rhee che la scelta migliore sarebbe stata quella di lasciarla in stanza con il sottoscritto. Così… avrei potuto anche farmi perdonare dell’errore commesso in aereo, che a quanto pareva, era fruttato per lo meno a sapere che teneva ancora a me.
Mi alzai e cominciai a prepararmi per la prima uscita che ci attendeva. M’infilai una maglia bianca a maniche corte, mi allacciai alla vita un giacchetto e preparai uno zaino, mettendoci dentro portafogli, la mappa, l’I-pod e il solito libro. Pensai di lascarle il letto grande, anche se avevo una terribile voglia di spostare le due valige, ma trattenersi era un buon modo per cominciare a comportarsi bene.
Quando uscì dal bagno era già pronta e senza fiatare preparò la sua borsa e cominciò a scendere per raggiungere la hall.
-Aspettami!-, dissi prendendo al volo lo zaino.
Presi le chiavi della stanza e uscii, richiudendo la porta: -Yha! Aspetta!-, strillai correndole dietro, ma l’ascensore si chiuse davanti a me.
-Aish!-, borbottai e scesi per le scale. Quando arrivai nella hall, una folla di ragazzi e ragazze già era pronta, insieme agli insegnanti. Ilaria era già fra il suo branco di cagnolini e al suo fianco c’era già Kibum. Jonghyun gli si parò davanti e riuscii a sentire un: -Stai bene? Sei tutta intera? Ti ha fatto qualcosa? Ti prego, parla!-.
-Jong, prendi fiato ogni tanto e respira! Non mi ha toccata e non mi ha fatto nulla. Cerca di non essere così ossessivo e di non tornare quello che eri!-, si lamentò lei. Sorrisi divertito e mi guardai intorno: i SS501 sedevano sui divani e stavano chiacchierando tranquillamente. Mi avvicinai a loro e mi abbandonai sul divano.
-Ciao, Hyun Joong. Ho sentito che sei capitato erroneamente in camera con Ilaria. Che terribile disgrazia, vero?-, commentò subito Jung Min.
“Yha… ma questo ragazzo ce l’ha con me? Ogni volta che può rigira il coltello nella piaga”, pensai guardandolo male.
-Jung Min, non ti ci mettere anche tu. Te ne prego-, sospirai.
Vidi Kyu Jong sorridermi complice. Solo lui sapeva cosa stava accadendo e fui felice di essermi confidato con lui. Almeno avrebbe tenuto la bocca chiusa e non l’avrebbe detto agli altri.
Hyung Jun invece non smetteva di guardarmi torvo, senza battere ciglio. Era piuttosto inquietante e riusciva a mettermi in soggezione. Provai a sostenere il suo sguardo, ma poi cedetti: -Yha… perché mi guardi così?-, domandai infastidito.
Hyung Jun si avvicinò al mio viso e mi fisso negli occhi: -Non pensare, non dire e non fare cose che potrebbero innervosirla. Potresti pentirtene amaramente… Soprattutto, resta lontano da lei e non toccarla-, proferì a denti stretti.
-Non ho intenzione di farle niente!-, dissi innervosendomi.
-Sarà meglio per te-, continuò Jun.
Sbuffai sonoramente e  alzai gli occhi al Cielo: -Dovreste pensare ognuno ai fatti vostri!-, dissi acido.
-Che hai intenzione di fare?-, mi chiese gentilmente Saeng.
-Niente, convivere finché non cambieremo stanza. Lei ha già innalzato una divisione netta e io non ho intenzione di farle nulla! Mettetevi l’anima in pace!-, risposi.
-E poi… come mai così tanta premura, Hyung Jun? Non è che per caso provi ancora qualcosa per lei?-, chiesi a Hyung Jun e lo vidi ritirarsi, per guardare imbronciato nella direzione di Ilaria.
-E’ così?-, continuai sentendo una piccola fitta allo stomaco: gelosia.
-Sì –rispose sinceramente e senza problemi davanti agli altri- ma ne abbiamo già parlato. Sai bene che non mi avvicinerò a lei. Voglio solo esserle amico. Ma torcile un capelli e sei un uomo morto-, disse serio, mentre mi guardava.
Kyu Jong sorrise e mi guardo benevolo: -Allora farai come mi hai detto?-, domandò.
-Sì, nulla di più-, risposi.
Gli altri componenti non capirono, ma non fornii spiegazioni. L’unica cosa che potevano sapere era che non avrei rinunciato facilmente a lei. Volevo vivere questa settimana nel migliore dei modi.
 
I professori ci portarono in una conosciuta e famosa zona di Roma, dove avremmo potuto fare compre e divertirci: Via del Corso. Tutto ciò ovviamente dopo aver ascoltato la lezione su piazza Venezia e  il monumento enorme e meraviglioso che si ergeva su di essa.
Rimasi affascinato: non avevo mai visto niente del genere dal vivo. Quella città, nonostante il traffico intenso, era intrisa di una sottile magia che sapeva catturarti.
“E’ proprio come te… Questa città ti ruba il cuore dal primo istante e tu hai rubato il mio, piccola ragazzina incredibilmente affascinante”, pensai, mentre la fissavo da lontano e Rhee spiegava la sua lezione.
-Cosa sono quegli occhi languidi, Sumbae?-, sentii alle mie spalle e riconobbi la voce di Tiffany.
Mi girai e la guardai: -Come?-, domandai.
-Guardavi qualcuno in particolare con quegli occhi?-, domandò nuovamente, sorridendo dolcemente.
Mi sentii quasi scoperto e sentii il cuore accelerare. Forse per il timore che altri sapessero? Tiffany era diversa da Krystal: sembrava meno appiccicosa e più cordiale, ma non mi fidavo.
Rimasi in silenzio e la guardai sporgersi nella direzione di Ilaria, dove poco prima stavo guardando io.
Indugiò per un attimo e poi esclamò: -Oh… forse ho capito chi osservavi-. Tornò a guardarmi.
-Chi?-, chiesi alzando un sopraccigli sfidandola.
-Ilaria, è ovvio-, rispose.
Rimasi quasi a bocca aperta e mi guardai intorno. Era uno scherzo? Sarebbe saltata fuori Krystal se lo avessi ammesso e mi avrebbe ucciso?
“Non dire idiozie, Hyun Joong! Anche se lo sapesse tutto il mondo a te che cosa te ne importa!? Tu l’ami!”, pensai fra me, senza l’ombra di un’espressione sul volto.
-La conosci?-, domandai guardando nella sua direzione: Ilaria stava ammirando l’edificio, rapita da ogni cosa che Rhee diceva. Sorrisi dolcemente e tornai a guardare Tiffany apaticamente.
-Ero la sua migliore amica-, rispose guardandola da lontano. Sembrava triste…
-Eri?-, domandai incuriosito. Forse era la volta buona che riuscivo a scoprire qualcosa su Ilaria, ma allo stesso tempo volevo capire lo stato d’animo di Tiffany prima che Krystal arrivasse e se la portasse via. Quelle due erano sempre insieme, sembrava che avessero delle manette a legarle.
-Sì… Strano che tu non sappia niente. Ogni rapporto con lei è andato in fumo da quando spifferò a Saeng della mia relazione con Minho. Relazione che poi era già al culmine per me…-, rispose sincera e seria.
-So qualcosa, ma non sapevo bene che tu fossi la sua migliore amica-.
-Ero-, precisò.
-Eri… va bene. –commentai- Sembri triste, però…-, osservai chinando di poco il capo.
Tiffany mi guardò intensamente, come se volesse scorgere qualcosa nel miei occhi che le desse sicurezza, poi sospirò, abbassò gli occhi a terra e tornò a guardarmi: -Sì, un po’ sono triste. Non è semplice dimenticare un’amica come lei, ma ormai non posso farci nulla. Se riacquisto qualche rapporto con lei, perdo Krystal e…-, cominciò.
-Sai che perdita! -esclamai sarcastico, beccandomi un’occhiataccia- ma continua…-, sorrisi.
Tiffany mi squadrò e poi chiese: -Ho l’impressone che tu voglia sapere qualcosa su di lei, non è vero?-.
“Perspicace la ragazza. Ora capisco perché è diventata amica di Krystal”.
-Già. Tu puoi darmi qualche informazione?-, domandai, ma ricevetti un’altra domanda: -Ti piace?-.
-Chi?-, chiesi facendo finta di nulla.
-Ilaria, Sumbae. Non comportarti come un finto tonto, non ti riesce bene-, rispose seria.
Il suo modo di fare m’irritò a morte, ma cercai di mantenere la calma: “Al diavolo le chiacchiere che potrebbe mandare in giro! Devo sapere! Nessuno ci sta ascoltando, la via è libera!”, pensai.
Rimasi muto per qualche secondo, poi risposi sinceramente: -Sì-.
-Da quando? Non voglio che giochi con i suoi sentimenti, perché anche se non ci parliamo più le voglio ancora molto bene, tanto meno voglio che giochi con quelli di Krystal, che ti muore dietro-, disse sempre più seria. Sospirai e strinsi i pugni. Non si arrendeva facilmente, vero?
-Da qualche mese-, risposi.
Tiffany studiò il mio volto, poi sorrise: -In questo caso ti racconterò un po’ di cose. Lo faccio perché anche se dicono che sei un teppista a me sembri un bravo ragazzo cotto a puntino di lei-.
-Io non sono affatto cotto di lei!-, esclamai irritandomi. Era così evidente? Tiffany alzò un sopracciglio scettica.
-Va bene, lo ammetto-, dissi arrendendomi.
“Non puoi fare altrimenti…”, pensai.
-Per favore, ti chiedo solo di non dirle nulla di me, ok?-, domandò.
Quella ragazza mi dava sui nervi, perché risultava estremamente falsa, ma in qualche modo suscitava la mia simpatia. Annuii: -Promesso-.
 
Tiffany, nel breve tempo in cui nessun orecchio era a portata di mano e nel tempo in cui Krystal pendette anche lei dalle labbra di Rhee, mi raccontò molte cose su Ilaria: dov’era nata, le sue origini, com’era cresciuta; mi raccontò della sua famiglia, per quanto lei sapesse, di cosa le piaceva e cosa no e soprattutto mi disse che era molto legata al fratello e qualunque cosa avessi fatto per allontanarla, lei lo avrebbe sempre difeso nonostante le liti furibonde che ogni secondo scoppiano fra i due. Mi raccontò molte cose: di come l’aveva vista legarsi a Federica e di come tenesse a tutti gli Shinee, in particolar modo Kibum. M’ingelosii non poco quando venni a sapere che aveva avuto un debole per Minho, ma lo accettai quasi subito.
Dopo un po’ però Rhee smise di spiegare e il silenzio calò e tutti ci guardarono.
-I signori gradiscono del tè?-, chiese sarcastico Rhee e un riso generale si levò in strada.
Arrossimmo e rimanemmo muti, sentendo tutti gli occhi su di noi. Sentivo quelli d’Ilaria bruciarmi sulla pelle e per un momento li incontrai, più belli che mai: espressivi, allegri anche con lo sguardo serio e irritato, che in quel momento mi stavano fulminando e di un cioccolato intenso, in cui mi sarei perso per ore.
Dopo poco Rhee ci congedò e ci diede un ora e mezza per girare la piazza e andarcene per Via del Corso, poi ci saremmo dovuti ritrovare tutti a piazza del Popolo, che si trovava alla fine della strada, per salire poi al Pincio.
Mi allontanai da Tiffany prima che Krystal la raggiungesse e mi avvicinai ad Ilaria. Kibum però fu più veloce di me: “Aish! Dannazione! C’è sempre lui di mezzo!”.
-Kibum, no.. ti prego. Non farlo. Non oggi. Fammi stare tranquilla-, la vidi dirgli con uno sguardo pieno di panico negli occhi, mentre quelli di Kibum sembravano accesi da una scintilla di pazzia. Che aveva intenzione di fare?
-E dai! Solo oggi! Non sappiamo quando ci ridaranno il via libera, perciò non fare tante storie e vieni con me!-, disse prendendola per mano.
“La sta prendendo per mano? La sta prendendo per mano contro la sua volontà!? Solo io ho il diritto di trattarla così! Aish! Impazzirò!”, pesai sentendo la rabbia e la gelosia farmi ribollire il sangue nelle vene.
-No, per favore, Key! Non voglio fare shopping!-, si lamentò lei.
-Dai, Yaya! Fallo contento! In fondo anche lui deve sfogarsi in qualche modo!-, esclamò una ragazza dai lunghi capelli ricci e castani: Federica.
Teneva la mano a Jonghyun, ma era particolarmente divertita dalla scena. Non era asiatica, bensì occidentale, proprio come Ilaria, solo che lei aveva dei grandi occhi verdi che rendevano aggraziato il viso paffuto. C’era qualcosa che stuzzicava il mio inconscio… sembra come se mi ricordasse vagamente qualcuno: “E se fosse… No, non può essere. Hyun Joong non può essere lei. Smettila con le tue fantasie”, pensai e scossi la testa.
-Dai, andiamo!-, strillò Kibum trascinando Ilaria a forza e richiamandomi alla realtà.
-NO!-, si dimenò lei irritata, ma al contempo divertita, tirando nella direzione opposta a Kibum.
“Tzè… se l’avessi fatto io come minimo avrei ricevuto un ceffone”, pensai scettico in una smorfia.
-Vi accompagno, io!-, disse Federica.
-Allora morirò di sicuro! Non potete farmi questo!-, piagnucolò lei.
-Sorellina, non lamentarti… almeno tu non dovrai portare le buste!-, intervenne Jong divertito.
-Lasciami, Key! Lasciami! Jong, per una volta che servi, non mi salvi! Ma che razza di fratello sei tu!?-, continuò a frignare e la sua faccia disperata mi strappò una risata che cercai di trattenere guardando altrove.
-Let’s go, honey! Roma ci aspetta! Non eri tu quella che voleva ritornarci?-, si lamentò Kibum.
-Sì, ma non così!-, rispose Ilaria, piantonando i piedi a terra. Tornai a gustarmi la scena, sorridendo.
“E’ davvero adorabile quando si arrabbia”, pensai.
Minho arrivò in soccorso di Kibum e la prese per l’altro braccio: -Non potete farmi questo! Professor Rhee! Mi stanno sequestrando!-, sbraitò lei, ma nessuno le venne in aiuto. Rhee era troppo lontano e chi assisteva, li guardava come si guarda una commedia comica. Jonghyun e Federica li seguirono, con al seguito Onew e Taemin e in poco tempo si allontanarono, arrivando dall’altra parte della piazza.
Restai a guardarli per un po’, da sotto il monumento, poi qualcuno mi chiese: -Vuoi restare ancora lì a contemplare il teatrino?-.
Mi girai e sorrisi a Jung Min: -No, arrivo-. Stranamente il tono ironico di Jung Min non mi infastidì. Anzi, mi alzai dallo scalino del monumento rallegrato e lo seguii, affiancandomi a lui. Gli altri SS501 si erano già avviati.
-Tu ed io dobbiamo scambiare due paroline-, disse mentre entravamo su Via del Corso.
-Chiedimi quello che vuoi, Jung Min. Sono in vena di rispondere a tutto ormai-, sorrisi e attraversammo la strada per entrare nel primo negozio.
Ero felice. Per la prima volta mi sentivo felice. Una strana sensazione, dopo tutto, ma sentivo il cuore colmo e pieno come un uovo sodo.
“Posso farcela. Posso arrivare al tuo cuore con un po’ di buone maniere”, pensai guardando intensamente la vestina di una gioielleria. C’erano collane di tutti i tipi, ma una in particolare mi colpì: aveva la forma di un cuore e s’un estremità c’era una chiave di violino costellata di piccoli brillantini, mentre sull’altra si poteva incidere qualcosa. La immaginai al collo di Ilaria per qualche secondo, ma poi scossi la testa tonando alla realtà: “No, è troppo presto. Però è un’idea… Mmm… è meglio tenere a mente la forma. Quando servirai, sarai mio”, pensai sorridendo e continuai a seguire Jung Min da un negozio all’altro
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{Spazio Alue! :D}
Eccomiiiii!!! Ciao a tutti e grazie per essere passati! Or dunque che devo dire? Sostanzialmente niente, ma un commentino su Hyun Joong che piomba nella stanza quasi senza niente lo farei volentiri XD PERVERTITO! u.u Con tanto amore :D 
Ebbene, ora possiamo anche pensare un po a Yaya e al protagonista, no? Molto, molto bene :3 La pace dei sensi arriverà anche per loro prima o poi XD Molto poi ._. :D Ma ci stiamo avvicinando anche tanto tanto al lato dolce del leader! *^* <3 Non siete contenti? Io sì, tantissimo! *^* 

UN bacio a tutti! Lasciate un commentino! :3 

 
  
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