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Autore: Hermes    25/01/2014    2 recensioni
Lanes of memory paved by sweet frozen moments
Attenzione!: diretto prequel di DOR ed è il punto di inizio dei Nightwish così come li ho concepiti nella mia precedente storia.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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2. The Poet Awakes

22 Febbraio 2003, ore 12
Finlandia, Kitee, Casa Holopainen, corridoio

Ho ripreso la mia routine di sempre.
In settimana vivo, lavoricchio e seguo i corsi dell’Università a Kuopio.
Nei weekend torno a casa solo il tempo necessario per mollare le mie cose, prendere la Korg e correre con i ragazzi dei Nattvindens Gråt ai vari locali per esibirci.
Sto iniziando ad odiarla davvero l’Università…cosa cavolo serve sapere per un biologo ‘marino’ qual è il miglior modo per fertilizzare un campo agricolo?! Che beneficio ne traggono i pesci?!
In tre settimane la mia pazienza si è assottigliata sensibilmente anche se passo il più del mio tempo sulle dispense, come una brava matricola dovrebbe fare.
Sottolineo un passaggio, la schiena appoggiata alla parete e l’orecchio sinistro teso ai rumori nel salotto di sotto.
Mamma sta spiegando qualcosa di particolare ad Anette: oggi studiano l’operetta e gli arpeggi.
“Tuom…ma non c’è l’hai una stanza?!” Susanna si è fermata qui accanto, con la testa inclinata da un lato ed un biscotto fra le labbra.
“Mmmmh” mugugno con la matita fermata sotto il naso a mo’ di baffi. Anette ha ripreso a cantare energica, è musica per le mie orecchie.
“Se ti piace tanto ti conviene andare di sotto…io dico che hai un debole per l’usignolo, fratellino!” Susanna si diresse verso la sua stanza, strofinandomi la testa per infastidirmi.
Non reagii, ero troppo occupato con la dispensa.
Ma a chi voglio darla a bere? Non capisco nemmeno quello che leggo!
In quella Anette steccò clamorosamente e si fermò di colpo. Non era nemmeno la prima volta che capitava quel pomeriggio.
Sospirai e chiusi la dispensa…c’era qualcosa che non andava, urgeva un’indagine!
Con circospezione scesi le scale, allungando il collo per sbirciare.
Mia madre era in cucina ed Anette si era accoccolata sullo sgabellino del piano, uno dei gatti soriani acciambellato sulle ginocchia, la testa incassata in avanti.
Mamma deve averla strapazzata per bene…
Kirsti era un po’ come me, non si accontentava e – anche se non si infuriava – poteva schiantarti con le parole senza che queste profumassero di cattiveria. Conoscevo l’antifona, c’ero passato anche io.
Scesi il resto degli scalini e mi avvicinai senza far rumore, scavalcai lo sgabello mentre Anette s’irrigidiva e mi guardava.
“Suoni con me?” domandai con un sorriso d’incoraggiamento.
“So qualche accordo…nient’altro.” si schernì lei, abbassando gli occhi sul gatto che faceva le fusa. Misi le mani sui tasti, iniziando un motivetto allegro.
Do Mi Sol Do Do Sol Mi Do. Se un buon musicista tu vuoi diventar, tante scale e tanti arpeggi devi far. Prendi fiato e ogni nota limpida sarà, se dal petto e non dal naso ti uscirà.” canticchiai piano, poi le feci cenno di continuare, vergognandomi un po’ per la mia voce.
Anette annuì e cantò la famosa canzoncina senza sbagliare anche se la risata le rimaneva in gola, l’accompagnai abbassando il pedale del piano per diminuire il timbro e darle spazio.
“Perché un Disney?” domandò lei alla fine.
“Per farti tornare il sorriso…adesso ci divertiamo, invece.” ricominciai a suonare in libertà, pestando il pedale del forte questa volta…in certi casi il pianoforte è meglio delle tastiere, non c’è che dire!
“La conosci Walkin’ in the air di Howard Blake? Quella del pupazzo di neve eccetera eccetera?” domandai ancora, continuando a suonare.
“Sì…ma…”
“Il segreto non è costringersi a quello che c’è sullo spartito. Se puoi arrivare più in alto fallo, al contrario se non ci riesci devi trovare un arpeggio diverso senza snaturare la melodia. Il segreto è legare la musica, non copiare alla lettera. È stato scritto per una voce bianca? Trova la quadra e prova a cantarla.” spiegai con calma.
Suonai la prima coppia di barre per tre o quattro volte apparentemente senza risultati poi Anette si alzò goffa, prese un bel respiro ed attaccò.
A voce spiegata.
Per poco non persi il tempo per lo shock. Pensavo l’avrebbe cantata con il registro di gola invece era subito partita con il diaframma, maestosa e piena. Con la coda dell’occhio vidi il gatto scappare a zampette levate verso la cucina, la coda a scovolo. Forse il micio non apprezzava molto, ma io sì; mica erano delle unghie su una lavagna!
Anette tendeva ad allungare le strofe nella parte finale e glielo lasciai fare, era talmente perfetta che l’originale mi faceva già una discreta pena.
Con desiderio pensai al mangiacassette di sopra nella mia stanza…questa l’avrei voluta proprio riascoltare!
Se pensavo di conoscere bene la sua voce dopo gli ultimi pomeriggi passati ad origliare dal corridoio mi stavo sbagliando, Anette mi stupì ancora una volta quando attaccò il ritornello finale in rialzo. Sorpassando il suo timbro di canto abituale con uno più acuto.
Mamma lo diceva che Anette non cantava mai appieno in chiesa per evitare di zittire il resto dei coristi…adesso ci credevo.
L’accompagnai mentre estingueva l’ultima nota in un vibrato un po' maldestro, rilasciando il pedale ed aspettando che finisse.
Un applauso assatanato esplose dalla porta che dava sull’ingresso.
Susanna, il gatto e mia madre - che per poco non mi saltava su e giù dalla contentezza come una bambina – battevano le mani manco fossero state al palazzetto per assistere ad un derby di football.
Anette aveva assunto un’insolita sfumatura viola e, grazie alla confusione, mi dileguai di sopra con un sorrisetto in faccia. Il regalo più bello era stato vedere la sua gioia, nient’altro.

22 Febbraio 2003, ore 20 e
Finlandia, Kitee, Casa Holopainen
“Too, non dovresti andare?” domandò Kirsti mentre sparecchiava.
“No, Tapio ha chiamato. Ci hanno annullato lo spettacolo, stasera.” risposi senza guardarla, quella cosa m'infastidiva parecchio ma non potevo farci niente…
Mamma era rimasta piacevolmente sorpresa dalla mia intrusione al piano quel pomeriggio ma non aveva fatto troppi commenti, preferendo un silenzio stupito.
La aiutai a mettere a posto poi salii le scale e prima di svoltare per la prossima rampa, Susanna apparse da dietro la porta della sua camera e mi colpì piano un braccio con una custodia di un nastro magnetico, lasciandolo poi sulla mia mano tesa.
“Buon Natale, fratellino.” disse solo, richiudendo la porta.
Rimasi lì per un po’, domandandomi se fosse uno scherzo ed imboccando le scale per il mio stanzino in soffitta.
Arrivato lì, aprii la custodia dando un’occhiata alla cassetta e la infilai nello stereo, premendo Play.
Deja-vù…
La voce di Anette leggermente soffocata, canta di nuovo. In alcuni punti si sentiva anche il piano, ma la vera protagonista era indiscutibilmente lei.
Giro la manopola del volume poi mi sdraio sul letto, telecomando alla mano in pieno relax.
Era bello ascoltarla cantare, mi conciliava alla pace.

~~~

Secondo capitolo!
Eh lo so che è quasi inesistente ma questi primi due capitoli sono brevi: a differenza di DOR questo non è un racconto da trama ma una serie di ricordi rivissuti attraverso gli occhi di Tuomas.
In DOR, Anette (sopratutto nella prima parte) aveva la convinzione che Tuomas fosse più interessato alla sua voce che a lei come persona.
In 'The Fling' questa licenza poetica è presente, descritta in reverse.
Questo è solo uno dei tanti collegamenti fra le storie, io mi diverto troppo a scrivere in questo modo! xD

Comunque, il motivetto Disney che Tuomas suona per primo è il concertino di Minù de ‘Gli AristoGatti’ per chi non l’ha riconosciuto, diciamo che è stata un’idea automatica... LoL
Del resto, quando ho iniziato ad ascoltare i Nightwish, Walking in The Air mi ha subito presa, è stata quasi una delusione quando ho scoperto che era una cover! QoQ
Poi si poteva ignorare un momento così puccioso fra i nostri giovanotti?! Ovviamente no! xD
Così ho deciso di darle il suo spazio qui, in questa storiella pre-DOR senza alcuna pretesa. Perché merita e l’opinione di Tuomas sull’originale è un po’ la mia opinione. La voce femminile è il massimo in questo caso. (ovviamente le spiegazioni che dà il papero ad An sono di mia invenzione, quindi non prendetelo per roba professionale! Non sia mai!)

Bene ho finito le mie note insensate e non mi resta che ringraziare CrystalRose e Petitecherie per essere passate a recensire il primo capitolo di questa nuova storia! =*

Ci ribecchiamo il prossimo sabato!
Love&peace nel mondo!
Hermes

  
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