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Autore: DesmoBlack    27/01/2014    0 recensioni
Storia ambientata alla fine del quinto libro. Protagonisti Harry&Co. che faranno la conoscenza di due gemelli, un ragazzo e una ragazza, la cui storia si intreccia con il passato dell'ormai defunto Sirius Black...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Sirius Black, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Ho avuto un “attacco di scrittura” e c'è un nuovo aggiornamento in tempo record!O.o'

Stranamente sono anche piuttosto soddisfatta del capitolo!

Visto che non l'ho ancora fatto, ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nei seguiti/preferiti :) Se volete lasciare una recensione, mi fa solo piacere!;)

Alla prossima, Desmoblack

 

 

Chiacchiere notturne

 

Lara

 

Mi svegliai soprassalto. Sentivo uno strano rumore provenire da dietro la porta della mia stanza, come se ci fosse qualcosa che continuava a sbatterci contro, cercando di aprirla. Le altre ragazze stavano ancora dormendo, ero stata l’unica ad accorgersene. Ero spaventata: dopo il discorso di poche ore prima poteva essere qualcosa, o qualcuno, di pericoloso. Se fosse un assassino? Rimasi qualche secondo ad ascoltare. Gli strani suoni continuavano. Ero indecisa sul da farsi: dov’era Irvine quando serviva? Decisi di farmi coraggio e andare a controllare. Mi alzai piano, facendo meno rumore possibile, cercando di non farmi sentire. Fortunatamente, tenevo la bacchetta nel secondo cassetto del comodino. La afferrai.

-Lumos- dissi in un sussurro.

Ora la stanza era illuminata dal mio incantesimo. Le ragazze ancora dormivano, mi chiesi se fosse meglio svegliarle. Gli strani rumori continuavano. Decisi di no. Qualsiasi cosa fosse l’avrei affrontato avvantaggiandomi dell’effetto sorpresa. In punta di piedi, mi avvicinai alla porta.

-Alohomora- dissi sottovoce, puntando la bacchetta alla porta, i nervi tesi e pronta per un rapido attacco. La porta si spalancò, ma davanti non c’era nessuno. Poi sentì un suono provenire dal basso.

-Miao!-

-Oh, Grattastinchi!- esclamai, sollevata, il cuore che batteva a mille.

Il gatto aveva urtato e grattato tutto il tempo la superficie della porta per cercare di raggiungere la sua padrona. Ora mi osservava sventolando la coda, curioso.

-Mi hai fatto prendere un colpo…- dissi chinandomi per dargli una piccola carezza. Lui miagolò soddisfatto ed entrò, raggiunse il letto della sua padrona, salì con un balzo e si acciambellò ai suoi piedi.

Rimasi ad osservarlo per un po’, riflettendo sul da farsi. Grazie all’incursione di Grattastinchi, ormai ero completamente sveglia. Era inutile tornare a letto. Decisi di andare in cucina a farmi una tazza di tè, almeno tirando le cinque di mattina mi sarebbe tornato il sonno.

Chiusi la porta della camera alle mie spalle, anche se mi portai con me la bacchetta: il risveglio non era stato per niente piacevole. Dal primo piano scesi silenziosamente al piano terra. Nella casa regnava il più assoluto silenzio.

Raggiunsi la cucina e aprì la porta, ma dentro c’era già qualcuno. Sobbalzai spaventata, cacciando un piccolo urlo. Poi riconobbi l’intruso, e mi posai una mano sul petto, per calmare i battiti cardiaci di nuovo saliti a mille.

-Mi hai fatto prendere un colpo!-

-Oh, scusa, non ti volevo spaventare!- disse Harry Potter, mortificato.

-Tutto apposto, è solo il secondo infarto in cinque minuti, ma tutto apposto…- dissi, cercando di calmarmi – Ma che ci fai qua?-

-…Io…Ehm…Non riuscivo a dormire…Ho pensato di farmi un tè…- spiegò, un po’ in imbarazzo –Ma come mai un secondo infarto? Che è successo?- chiese, con sguardo preoccupato.

-No, niente…Mi ha svegliato Grattastinchi…- spiegai, sventolando la mano come per minimizzare.

-Capisco…-

-È rimasto un po’ di tè?- chiesi, speranzosa, appoggiando la bacchetta sul tavolo.

-Sì, certo…Scusami se mi sono permesso di usare la cucina…- disse, mentre mi versava il tè rimasto in una tazza.

-Non c’è problema, non preoccuparti…- dissi, mentre mi avvicinavo alla dispensa per tirare fuori qualche biscotto. Lui mi osservò, e vedendo che tiravo fuori una confezione di famosi biscotti a base di burro scozzesi mi domandò, con un sorriso: -…Babbani?-

-Ah, sì, scusami, ho anche qualcosa più “da maghi”, se preferisci…- dissi sbadigliando e cercando più a fondo nella dispensa.

-No, no, vanno bene, tranquilla!- disse con un gran sorriso.

-Ah ok…- dissi, sbadigliando ancora, alzandomi e mettendo i biscotti sul tavolo e sedendomi sulla sedia, tirandomi indietro i lunghi capelli neri, scompigliandoli tutti. –Scusa ma mi scordo che in Inghilterra siete più “chiusi”, diciamo, riguardo la roba babbana…-

-Perché, in Italia non lo siete?- mi domandò Harry, sedendosi di fronte a me.

-No- cercai di spiegare, reprimendo un altro sbadiglio – Cioè…Solo un po’…Alcuni maghi…Più tradizionali…Nel complesso no…- mi resi conto che alle quattro e mezza di notte non ero in grado di mettere troppe parole insieme per formare una frase di senso vagamente compiuto.

-Ho capito…Sì, beh, anche qua dipende…Dalle persone…Comunque io vivo con i miei zii, che sono babbani, quindi conosco tutti e due i “mondi”, diciamo…- spiegò sorridendomi e prendendo un biscotto.

-Ah…Non lo sapevo…- esclamai, ogni traccia di sonno svanita di colpo –Sei andato a vivere con loro…Dopo la morte dei tuoi genitori?- chiesi, il più delicatamente possibile. Non lo conoscevo bene e magari non aveva voglia di parlare della sua vita con un estranea.

-Sì…Quando avevo un anno…- disse lui – Anche in Italia mi conoscete, quindi?- chiese, quasi depresso.

-Sì…Ehm…Diciamo che sei nominato in più o meno tutti i libri di Difesa Contro le Arti Oscure…- spiegai con una risatina – Ma non lo sai? Dovresti chiedere una percentuale…Un galeone a citazione!-

-Eh già, forse sì…- disse, con un timido sorriso.

Iniziava a piacermi, quell’Harry Potter. A dispetto della sua fama sembrava un ragazzo molto modesto e tranquillo. Certo, non era famoso per i motivi più felici, ma comunque aveva una certa notorietà. Insomma, se una cosa del genere fosse capitata ad Alex credo si sarebbe vantato da qua alla luna, cercando di farsi passare come una sorta di eroe di guerra, certo sventurato, ma comunque sopravvissuto. Invece la semplicità di questo ragazzo era quasi disarmante.

-Invece te hai vissuto con tuo padre?-

-Già, te l’ho detto, sono stata adottata da piccola…-

Ci fu un piccolo momento di silenzio, mentre Harry mi osservò attento, mentre bevevo un sorso di tè.

-…Sai, il vostro vero padre era il mio padrino…- disse, tutto d’un tratto.

Metà del tè mi andò di traverso. Iniziai a tossire come una matta, mentre mi davo piccoli colpi sul petto per cercare di mandare giù a forza il liquido caldo.

-Scusa!- disse lui allarmato poi, visto che non accennavo a riprendermi, si alzò velocemente e mi riempì un bicchiere d' acqua.

-No… Tranquillo…E che…Non mi aspettavo…- boccheggiai, tra un colpo di tosse e l’altro, e prendendo il bicchiere che mi porse. Bevvi velocemente, riuscendo così a respirare normalmente. Poi scoppiai a ridere della situazione.

-Tra Grattastinchi che mi sveglia di notte, te che mi spaventi, il tè che mi va di traverso, non so come ci arrivo a domani mattina!-

Anche lui rise, forse ancora un po’ in colpa.

-Comunque non lo sapevo...- dissi riprendendo la conversazione e bevendo un altro sorso di tè, questa volta con tutta la cautela del caso.

-Già…- si limitò a dire lui.

Poi visto che nessuno diceva più nulla, aggiunse, malinconico: - È morto tre settimane fa…-

-Oh…Mi dispiace…- dissi, mortificata.

Sinceramente non ero dispiaciuta tanto per il fatto stava parlando di quello che forse era mio padre. Alla fine non lo conoscevo. Ma mi dispiaceva per lui, si capiva dal tono depresso con cui ne parlava che era molto triste. E facendo un piccolo collegamento in più, doveva essere abbastanza destabilizzante per lui ritrovarsi me e mio fratello davanti agli occhi, così, da un giorno all’altro. Con la forte sensazione di stare mettendo il dito nella piaga, domandai, con più tatto possibile: - Come è morto?-

Lui scosse la testa e rispose: - Stava combattendo in battaglia…Mi stava difendendo… Ero lì, ho visto tutto…Ha un certo punto è stato colpito da…Poi è caduto…Oltre quel velo...-

-Oltre un velo?!- ripetei, decisamente spiazzata, cercando di capire.

-..Sì...Era un velo appeso a uno strano arco...Non so esattamente cosa fosse...-

Ero abbastanza confusa. Volevo saperne di più, ma pensai che non era il momento adatto per assalirlo di domande. Tuttavia presi mentalmente nota di indagare a fondo sulla faccenda.

-Harry, mi dispiace…- ripetei, sconsolata. Mi sporsi per prendergli la mano e la strinsi delicatamente cercando di fagli forza.

-Grazie…- disse, stringendo la mia a sua volta - Ma non preoccuparti, sto bene…- aggiunse, abbozzando un piccolo sorriso.

-Ok- dissi lasciandoli la mano, più rassicurata.

-Sai…Non assomigli molto a tua fratello…Di carattere, intendo.-

Scoppiai a ridere – Dici?-

-Sì…Sei molto più…Gentile, ecco.-

- Diciamo che non mi conosci ancora bene, allora.- dissi, facendoli una piccola linguaccia, riuscendo a tirarlo definitivamente su di morale - Beh, sì, Alex ha un carattere un po’ particolare…- continuai, cercando di spiegare - Complesso, direi.- Visto che Harry rimaneva perplesso, prosegui - Ecco sulle prime, può sembrare un po’ cafone…Maleducato…Volgare…Polemico…Asociale….E a tratti odioso, sì…- aggiunsi, pensando a come dare una descrizione veritiera di mio fratello, ma neanche troppo cattiva – Però se lo conosci bene, fidati, è un amico. Di quelli veri.- conclusi, semplicemente.

-Ok…- disse Harry, mentre rifletteva attentamente sulle mie parole -Mi piacerebbe conoscerlo meglio, in realtà…Però non mi sembra di stargli molto a genio…-

-Oh, non preoccuparti, è normale. Fa sempre così con le persone, all’inizio. Per esempio, siamo in classe con Ran da cinque anni…Già nei primi tre anni io e lei diventammo molto amiche, ma loro invece non facevano altro che litigare, non si sopportavano proprio. Anche perché hanno in comune di essere fondamentalmente due testoni. Alla fine hanno fatto amicizia, e qualche mese fa si sono messi insieme…Assurdo, no?-

-Già…Beh, spero di metterci un po’ meno per fare amicizia, in realtà….- osservò Harry un po’ preoccupato, facendomi scoppiare in un’altra risata.

- Vedrai, dagli tempo di capire che persona sei e tra qualche giorno sarete migliori amici!-

  
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