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Autore: AquamarineRiddle    28/01/2014    0 recensioni
due ragazze, un solo destino...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Basilisco | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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capitolo 2

Le lezioni iniziarono subito il giorno seguente. I ragazzi del primo anno avevano ricevuto gli orari dal prefetto la sera prima, che Clara aveva passato ordinando i libri e le pergamene nella borsa per il giorno seguente. Era davvero felice di essere ad Hogwarts. Per anni aveva sognato questo giorno e finalmente era arrivato.

Vedere il gufo di Hogwarts l'aveva emozionata così tanto che non aveva smesso di pensarci per tutte e due le settimane precedenti. Finalmente avrebbe vissuto anche lei tutto ciò che le aveva raccontato suo fratello maggiore James che, come lei, aveva studiato ad Hogwarts, ed ora lavorava al Ministero della Magia.

Si era alzata prima di tutte le sue compagne del dormitorio, ma, nonostante ciò, era in ritardo. "Come al solito.." pensò, "Mai una volta che sia puntuale!". Scese in fretta le scale della torre del Grifondoro e arrivò alla Sala Grande col respiro affannato. Cercò di scorgere Aqua nel tavolo dei Serpeverde. La ragazza la stava guardando ridacchiando e la salutò allegramente con un cenno della mano. Clara sorrise ricambiandole il saluto e si sentì subito più sollevata.

Camminò verso il tavolo dei Grifondoro cercando un posto libero. L'unico rimasto era difronte ai tre fratelli Weasley, ma dovette accontentarsi e, un po' infastidita dalla vista di Percy, si sedette dando il buongiorno ai compagni.

"Buongiorno!", il tono ironico di Percy le bloccò il braccio che era teso verso un pezzo di pane. "Hai dormito bene? Immagino che tu stia dormendo anche adesso, perché un ritardo di 20 minuti non si era mai visto! La prossima volta che ti presenti in ritardo toglierò 5 punti al Grifondoro, anche se è la mia Casa!" disse gonfiando il petto sul quale brillò il distintivo da prefetto. Clara lo guardò piuttosto infastidita, ma decise di non aprire bocca per non far partire la sua Casa con -5 punti.

"Eddai, Percy, lasciala in pace! Non vorrai mica rovinarle il suo primo giorno ad Hogwarts." intervenne George, che strizzò poi l'occhio a Clara, che arrossì riconoscente.

"Tu bada a non fare il furbo quest'anno, George, o avverto la mamma. E sai bene cosa ti aspetterebbe! Vale lo stesso per te, Fred!". L'altro gemello si voltò di scatto verso il fratello maggiore "E io che ho fatto???". Clara trattenne a stento le risate e, appena Percy si alzò, scoppiò a ridere. I due gemelli la guardarono divertiti e si esibirono in delle buffe imitazioni di "Percy il PERFETTO".

Dal suo tavolo, Aqua poteva scrutare Clara che rideva rumorosamente assieme ai due gemelli dai capelli rossi. Un po' la invidiava, perché anche a lei sarebbe piaciuto avere dei compagni così strani e simpatici. Tuttavia, era anche contenta della scelta che aveva fatto il Cappello Parlante. Serpeverde le piaceva, la faceva sentire a suo agio, soprattutto dopo la prima notte che aveva passato nei dormitori sotto al Lago Nero. Aveva dormito davvero bene, il fruscio dell'acqua che batteva contro i vetri delle finestre la rilassava e il fatto di vedere il riflesso dell'acqua muoversi sulla parete le dava un senso di serenità e felicità. Le ricordava molto Atlantide, il luogo da cui proveniva. Era una città, sommersa nell'oceano pacifico. Di giorno, lei e sua madre salivano sulla spiaggia, dove avevano costruito una capanna, in modo da poter trovare nuovi cibi e respirare un

po' di aria fresca. La notte invece, tornava ad Atlantide, nella sua cameretta, e si addormentava contando le bolle che le uscivano dal naso quando respirava.

“Ehi, quella cos'è? Una collana?”. I pensieri di Aqua vennero interrotti dalla voce di Justin, che le si era seduto accanto per fare colazione. Aqua si guardò il collo e vide che stava rigirando nelle dita la sua collana a conchiglia rosa. “Questa? Sì è una collana, me l'ha regalata mia mamma quando sono nata.” rispose sorridendo la ragazza. “Beh, vedo che ti piace molto visto che non te la sei tolta da ieri in treno.” disse Justin con un bel sorriso. Aqua si guardò la collana:” Si, ci sono molto legata. È la mia preferita”. In realtà, non era solo la sua collana preferita; senza di lei, Aqua avrebbe perso tutti i suoi poteri di Sirena, compresi la capacità di trasformare le sue gambe in una coda e la voce soave che, cantando, le sue corde vocali producevano. Quella collana era la vera e propria fonte del suo potere. A Justin però, non poteva dirlo. Non poteva dirlo a nessuno, perchè se qualcuno avesse scoperto che lei era una Sirena e lo avesse detto a qualcun altro, lei avrebbe perso tutti i suoi poteri; quindi, era sempre stata costretta a mantenere il segreto con ogni persona che aveva conosciuto in passato.

Presto Aqua finì di fare colazione e, assieme a tutti gli altri, si alzò e si diresse verso la classe dove si sarebbe svolta la sua prima lezione ad Hogwarts.

In corridoio incontrò Clara, che correva con il fiatone nella sua direzione. Aqua iniziò a guardarla sorridendo e aspettando che la ragazza la raggiungesse: “Eccomi, scusa! Santo cielo, non ho mai corso così tanto in vita mia.”

”Sì, lo vedo ! Ma che stavi combinando? “. Clara si sistemò i capelli e la divisa dei Grifondoro e rispose :”Stavo seguendo Fred e George per andare a lezione, quando ho visto la McGranitt e Silente che stavano dicendo qualcosa su di te. Sono corsa a cercarti ma non riuscivo a trovarti. Non so cosa sia preso a quelle scale!!” disse perplessa “Non smettevano un attimo di cambiare direzione!! Ti ho vista alla Sala Grande, quindi ti ho seguita per non perderti.” Aqua rimase un po' perplessa. Cosa significava che la McGranitt e Silente stavano parlando di lei? Cosa avevano da dirsi? .“Ma tu hai sentito cosa dicevano?” chiese Aqua. Clara riprese fiato per l'ennesima volta e scosse la testa triste: “Quasi niente...Ho solo sentito pronunciare il tuo nome. La McGranitt sembrava abbastanza preoccupata, ma forse ho visto male. I miei occhi non sono più quelli di una volta. Aah, i miei anni da ragazzina sono andati ormai!” scherzò con voce tremolante e la schiena curva. Aqua ridacchiò per poi tornare seria: “Beh, non importa. Adesso muoviti perché siamo molto in ritardo e la prima lezione che abbiamo è quella di pozioni!! Mi hanno detto che il professore è a capo della mia Casa ed è molto severo! Andiamo!” esclamò Aqua, cercando di non pensare a quello che Clara le aveva appena raccontato.
“Ehi, non così veloce, giovinotta! Aah, questi ragazzini disgraziati!” continuò Clara imitando i movimenti di una vecchietta. Aqua scoppiò a ridere cercando di correre più in fretta possibile. Le due ragazze arrivarono al seminterrato dove si trovava l'aula della lezione di pozioni. Si fermarono davanti alla porta e si guardarono preoccupate. Si fecero coraggio e bussarono.

“Entra prima tu!” sussurrò Clara all'amica, che le stava accanto. Aqua, con le mani che tremavano, entrò nella stanza. “Buongiorno, ci scusi per il ritardo.” disse timidamente ma in tono abbastanza deciso. Tutta la classe si voltò a guardarle e Aqua vide Justin che la guardava preoccupato, infatti, era stato proprio lui a raccontarle della severità del professor Piton, l'insegnante di pozioni. Aqua ricambiò lo sguardo e poi spostò la sua attenzione sulla cattedra, dove era seduto il professore dai capelli neri e unti che aveva visto la sera prima a cena. Era lì che le guardava con fare sprezzante. “Alla buon ora. La prossima volta che arriverete in ritardo a una delle mie lezioni, passerete il resto dell'anno in punizione.”. Clara deglutì a fatica e prese Aqua per il braccio. Aqua, arrossita per l'imbarazzo, rispose in tono pentito e con voce tremolante :“Ci.. Ci scusi professore, ci eravamo perse.” , Piton si alzò in piedi e battè i pugni sulla cattedra :”Le sue stupide scuse non mi interessano, Signorina Riddle! Se vuole continuare ad essere una studentessa di Hogwarts veda di non provare più a parlare quando non viene interpellata!”. Clara strinse più forte il braccio dell'amica. “Avanti andiamo a sederci lì” suggerì poi. Aqua annuì mentre fissava ancora Piton con fare sprezzante. Le due si sedettero in un banco in fondo alla classe, vicino ai gemelli Weasley. Appena si sedettero, George sorrise a Clara. Poi, si rivolse al fratello, con il quale scmbiò un cenno d 'intesa. Si voltò verso Aqua e disse:”Abbiamo sentito dire che Piton ha un debole per te.” poi, si rivolse a Clara :”Se fossi in te mi preoccuperei un po' di più, perchè abbiamo sentito anche che per te, invece, non prova affatto simpatia.”. Clara arrossì e guardò preoccupata in direzione dell'insegnante che era alla lavagna e scriveva gli ingredienti per la semplice pozione scacciabrufoli.

Quando la lezione finì, Aqua e Clara vennero fermate alla porta da Piton, che le prese da parte per dire loro qualcosa in privato. “Signorina Riddle, immagino che il suo ritardo fosse dovuto alla brutta influenza che questa ragazza può aver avuto su di lei, perciò, immagino che senza di lei, la nostra signorina Wright non sarebbe nemmeno arrivata in classe. Conferisco quindi 5 punti a Serpeverde e ne tolgo altrettanti a Grifondoro. Buona giornata.”. Piton si voltò e si allontanò.

Clara era sconvolta e arrabbiatissima. Non poteva crederci, aveva fatto partire Grifondoro con -5 punti per davvero!

In effetti, era colpa sua, perchè Aqua sarebbe arrivata puntuale se non fosse stata ad aspettare lei,

tuttavia, non si aspettava che il professore togliesse dei punti a lei per darne ad Aqua. “Ehi, sta tranquilla, dopo andrò a parlare con Piton e gli dirò che non è stata colpa tua. Sistemerò le cose.” disse Aqua in tono dispiaciuto. Clara la guardò sorpresa. Non si aspettava che Aqua le proponesse di parlare a Piton per dirgli che aveva sbagliato a interpretare i fatti. Tuttavia, Clara, anche se apprezzò il gesto di Aqua, decise che se la sarebbe sbrigata da sola. “Bene, ora abbiamo Trasfigurazione. Cerchiamo di non arrivare in ritardo anche lì!” disse Aqua ridacchiando.

In pochi minuti raggiunsero l'aula, dove la McGranitt era davanti alla porta, pronta ad accogliere i suoi studenti.

“Buongiorno Professoressa!” esclamarono le due ragazze. “Buongiorno a voi, ragazze.” rispose la McGranitt, guardandole sempre da sotto i suoi occhiali rettangolari. Gli unici due posti rimasti erano vicino a Malfoy e vicino a Neville Paciock. Così, le due si separarono. Aqua andò a sedersi vicino a Draco, mentre Clara vicino a Neville, che stava giocherellando con uno strano oggetto rotondo di vetro. “Che cos'è, Neville?” chiese Clara incuriosita. “E' una ricordella. Me l'ha mandata mia nonna. Se mi dimentico qualcosa, il fumo dentro al vetro diventa rosso.”. Clara osservò l'oggetto. ”Allora credo proprio che tu abbia dimenticato qualcosa, Neville. Il fumo è già rosso.”

”Già” rispose Neville in tono rassegnato “Il problema, è che non so che cosa ho dimenticato!”. Clara ridacchiò e aprì il libro a pagina 35.

Aqua tirò fuori dalla sua borsa blu il libro di trasfigurazione e lo poggiò sul banco. Poi si sistemò sulla sedia e lo aprì a pagina 35. Malfoy si girò verso di lei e iniziò a fissarla per un po'. “Oggi con Piton hai rischiato grosso, ma ho saputo che alla fine ha assegnato 5 punti a Serpeverde e tolto 5 punti a quegli idioti dei Grifondoro. Ben fatto.”. Aqua sapeva che il ragazzo voleva solo essere gentile con lei, ma il commento sui Grifondoro non le aveva fatto molto piacere, soprattutto perchè tra loro c'era Clara, e Aqua stava iniziando a legarsi molto a lei.

“Francamente, mi sembra che quella lì, Clara, non sia proprio alla tua altezza. Ho sentito dire che è una mezzosangue. I miei non mi hanno parlato bene di quella gente.”. Aqua si girò a guardare Clara, poi, si voltò verso il compagno di banco:” Ancora non la conosco bene. Ma so che lei è nettamente meglio di altra gente che c'è qui dentro.” e indicò con lo sguardo la ragazza che era seduta dietro di loro e che era dei Serpeverde. “Sonia dici? Beh, lei è una purosangue e la sua famiglia è molto ricca. Naturalmente non quanto la mia. Comunque, non la conosco tanto bene ma dicono che abbia una cotta per me.”. Aqua inarcò le sopracciglia e spostò la sua attenzione sulla lavagna, dove la McGranitt stava spiegando un semplice incantesimo per trasformare uno scarafaggio in un anello.

La lezione seguente prevedeva il volo sui manici di scopa. “Uffa...sempre coi Serpeverde!” esclamò demoralizzato Neville. Clara invece era probabilmente l'unica della sua classe contenta di fare lezione coi Serpeverde. Non vedeva l'ora di fare il suo primo volo. A casa aveva provato a volare sulla scopa di sua madre lanciandole incantesimi di volo, ma il risultato finale non era stato altro che soprammobili rotti, tende strappate e lividi neri su braccia e gambe. Senza contare poi le grida di sua madre infuriata. Quel giorno invece sperava che andasse tutto bene.

Arrivarono tutti al campo di allenamento. Il tempo era promettente e in cielo c'era soltanto qualche nuvola. A rendere la giornata ancora più bella era un venticello fresco che le scostava i capelli dal viso, accarezzandole la pelle. Clara si sentì ardere dalla voglia di volare.

Anche Aqua sembrava di ottimo umore perché non aveva smesso un attimo di sorridere. Le due ragazze si misero in fila vicine.

Madama Bumb arrivò puntuale di fronte ai ragazzi: “Salve, ragazzi. Io sono madama Bumb, la vostra insegnante di volo. Oggi impareremo a stare in equilibrio sulle scope. Vi prego di mettervi ognuno alla sinistra del vostro manico di scopa.” I ragazzi fecero come gli venne detto. “Bene, ora alzate il braccio destro e dite 'Su!'. Il manico di scopa si alzerà fino alla vostra mano. Afferratelo saldamente!”

Tutti i ragazzi recitarono all'unisono: “SU!”. I manici di Aqua e Clara si alzarono prontamente e le due ragazze li afferrarono guardandosi soddisfatte. Ci erano riusciti tutti i ragazzi eccetto Neville, che ripeteva in modo esasperato “Su!!” senza che il manico obbedisse. Madama Bumb lo aiutò agitando la bacchetta.

“Bene!”, proseguì poi “Adesso dovete ascoltarmi attentamente. Salite sul manico molto lentamente alzando una gamba. Una volta seduti datevi una piccola spinta con le punte dei piedi. Inizierete a volare a mezz'aria. Tenetevi forte sul manico senza paura di cadere.”

I ragazzi fecero come detto. Uno ad uno si sedettero sulla scopa e, con una piccola spinta, si alzarono in aria. Aqua aveva le guance rosse dall'eccitazione. Clara aveva il cuore che batteva a mille e guardava il manico con gli occhi sgranati e un sorriso che le partiva da un orecchio e finiva all'altro.

“Bene ragazzi! Ottimo lavoro!” esclamò contenta l'insegnante “Abbiamo finito prima del previsto. Ci rimane ancora abbastanza tempo per fare qualcos'altro. Ora vi farò fare un piccolo circuito.” indicò un lungo pilastro dalla parte opposta del campo “Quello è il punto di stacco. Dovrete volare in coppia, piano, facendo attenzione a non cadere. Se perderete l'equilibrio il vostro compagno vi aiuterà. Arrivati allo stacco dovrete girare piano esternamente al pilastro e tornare indietro. Thomas, Goyle! Iniziate voi due.”

I due ragazzi si misero uno vicino all'altro. Quando madama Bumb diede il via i due salirono sul manico e partirono in volo. Thomas riusciva a mantenere l'equilibrio, mentre Goyle barcollava. Quando giunsero al momento del viraggio, Goyle perse definitivamente l'equilibrio. Dean lo afferrò per un braccio tentando di farlo tornare dritto, ma il peso di Goyle fece cadere anche lui. I due caddero uno sopra l'altro e Goyle iniziò a lamentarsi. Madama Bumb li raggiunse aiutandoli ad alzarsi.

“Mi ha fatto cadere apposta!!” disse Goyle alla professoressa. “Che cosa?! Dovresti ringraziarmi, pallone gonfiato, ho cercato di aiutarti! Sei stato tu a tirarmi giù con te apposta!”

“Ora basta così, ragazzi!” intervenne madama Bumb staccando l'uno dall'altro i due ragazzi che stavano quasi per darsele. Si guardavano ancora in cagnesco quando l'insegnante ordinò di far partire l'altra squadra. Questa volta, toccò ad Aqua e Clara. Le ragazze si sorrisero, la professoressa diede il via, e partirono in volo. Erano partite piano ma stavano accelerando gradualmente. L'equilibrio che avevano era impressionante, quasi neanche si preoccupavano di cadere. Si guardavano negli occhi sorridendo, ma invece di accompagnarsi sembravano sfidarsi in una gara. Il punto di stacco si avvicinava sempre più veloce. Madama Bumb stava gridando qualcosa in lontananza, ma alle ragazze fischiava il vento nelle orecchie. Girarono attorno al pilastro rallentando un attimo e ripartirono come due frecce. Si guardarono un'ultima volta negli occhi sorridendo e volarono più veloci che mai, fermandosi di scatto contemporaneamente all'arrivo. Madama Bumb le raggiunse rossa fino alle orecchie. “Vi avevo detto di andare piano!!! Due punti in meno a entrambe le Case!”. I loro compagni invece le guardarono spiazzati ed esplosero in un applauso incontrollato dimenticandosi dei punti in meno che avevano ricevuto. Clara arrossì violentemente, mentre Aqua sorrise soddisfatta, guardando in direzione di Malfoy che la guardava con una smorfia.

La Sala Grande era stata di nuovo riempita di delizie per il pranzo. Clara non sapeva dire se era emozionata o imbarazzata. Tutti i suoi compagni si stavano complimentando con lei per la performance. D'un tratto un ragazzo alto e moro le si avvicinò: “Ciao, sono Oliver Baston. Ho appena sentito di ciò che è successo a lezione di volo. Io sono il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro e quest'anno siamo a corto di cercatori. Da quello che mi hanno detto dovresti essere davvero veloce! Sarei felice se accettassi di fare da cercatrice per la nostra squadra!” Il ragazzo aveva gli occhi che brillavano di speranza. Clara aveva già letto qualcosa sul Quidditch e suo fratello gliene aveva parlato ogni tanto lamentandosi delle sconfitte ed esultando per le vittorie.

“Ne sarei felice, ma mi sarà difficile con lo studio...” rispose Clara.

“Oh, per quello non c'è nessun problema! Terremo gli allenamenti in orari che non impediranno lo studio a nessuno di noi. Io stesso sono del terzo anno e sono sempre riuscito a studiare ogni materia.”

“Clara, vuoi scherzare, vero???” intervenne Fred, “Non puoi rifiutare una proposta come questa!”

“Con una cercatrice come te quest'anno avremo la coppa assicurata!” aggiunse George.

Clara arrossì sorridendo: “Va bene, farò del mio meglio!”

“Ottimo!!” esclamò Baston al settimo cielo. “Ci vediamo domani pomeriggio dopo le lezioni pomeridiane al campo di allenamento!” e si allontanò uscendo dalla Sala. Clara guardò verso il tavolo dei Serpeverde. Non vedeva l'ora di dare la notizia ad Aqua.

Aquamarine stava gustando un delizioso piatto di lasagne mentre parlava allegramente coi suoi compagni che la guardavano ammirati per lo spettacolo a cui avevano assistito. “Anche se ci hai fatto perdere due punti, siamo ancora in vantaggio rispetto a quei zucconi dei Grifondoro.” disse Malfoy ghignando. Aqua sorrise e stava per rispondere quando qualcuno le afferrò la spalla. Aqua si girò e vide in piedi davanti a sé un ragazzo della sua Casa che la guardava ammirato.

“Aquamarine, giusto? Io sono Marcus Flint, capitano della squadra di Quidditch dei Serpeverde. Ho sentito della tua performance di prima e sarei lieto di proporti la carica di Cercatrice per la nostra squadra. Conosci le regole del Quidditch?”

Aqua lo guardò confusa: “Ehm... Quidditch?”

Tutti la guardarono spiazzati. Tiger quasi soffocò per il burrito che stava cercando di mandare giù inutilmente.

“Come sarebbe a dire che non conosci il Quidditch? Tutti lo conoscono! Mio padre me ne ha parlato sin da quando ero bambino.” disse Malfoy con aria demoralizzata.

“In poche parole, il Quidditch è uno sport che si pratica sui manici di scopa. Ci sono diversi ruoli che ti spiegherò dopodomani pomeriggio se vieni a trovarci al campo di allenamento. Il cercatore è il giocatore più importante perchè deve occuparsi di afferrare il Boccino d'Oro. Se il cercatore prende il Boccino la squadra vince. Ti spiegherò tutto al campo. Che dici, vuoi provare?”

“Assolutamente!” Aqua aveva ancora le idee un po' confuse, ma l'idea di dover volare su un manico di scopa la eccitava parecchio. Inoltre, entrare nella squadra era un buon modo per farsi conoscere e conquistare l'amicizia di tutti.

“Bene” disse il capitano “Ti aspetto dopodomani pomeriggio al campo di allenamento, subito dopo le lezioni pomeridiane.” Aqua lo salutò con un sorriso radioso. Poi Flint si allontanò per uscire dalla sala.

Le due ragazze si incontrarono all'uscita della Sala Grande. “Non crederai mai a quello che sto per dirti!” disse Clara emozionata, “Sono la nuova cercatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro!”

Aqua sgranò gli occhi : “Davvero?! Pensa che il capitano della mia squadra mi ha fatto la stessa proposta! Sarò la cercatrice dei Serpeverde!!”. A Clara si illuminarono gli occhi dalla sorpresa :”Wow, saremo le prime cercatrici donne della storia del Quiddich! Ti rendi conto!?”-”Oh sii! Non ci posso ancora credere! Clara, resteremo per sempre nella storia della scuola! Sono così emozionata!!”. Aqua era al settimo cielo. La sua vita non era mai stata così perfetta. Non vedeva l'ora di chiamare sua madre per raccontarle tutto. Le sarebbe piaciuto sapere se anche suo padre, magari, fosse stato un giocatore della squadra da giovane, ma pazienza, adesso voleva solo concentrarsi su se stessa e fare buona impressione a Flint e agli altri. Clara interruppe i suoi pensieri:“Ora abbiamo un po' di pausa dalle lezioni, ti va se andiamo a fare un giro?” . Aqua annuì :”Certo! Così provo anche a vedere dove è andato a cacciarsi Sgrinfio! Non vorrei che facesse qualche disastro!”. Le due si incamminarono verso il cortile centrale del castello. Passarono attraverso la piazza, dove trovarono Marcus Flint e Oliver Baston che discutevano animatamente. “Ah no caro Baston, quest'anno la vittoria sarà nostra! L a tua cercatrice non vale niente in confronto alla nostra!”-”Io non ne sarei così convinto se fossi in te, Flint. La nostra è una bomba a orologeria!”. “Ehi Flint, che succede?”, Aqua si avvicinò al compagno e lui le appoggiò la mano sulla spalla. “Cadi proprio a fagiolo Aqua. Beh Oliver, questa è la mia cercatrice, quella che ci farà battere nuovamente i Grifondoro, che comunque non vincono da più di un decennio!” disse Flint ridacchiando in tono malizioso verso gli altri Serpeverde che si erano uniti alla conversazione e che risero alla battua del capitano. “Beh..” disse Baston tirando per un braccio Clara accanto a sé “Lei è invece la nostra nuova cercatrice e farà faville alla prossima partita.”. Clara era un po' imbarazzata, non le capitava spesso di avere contatto fisico con altri ragazzi. Aqua, invece, si vedeva che era abbastanza a suo agio e si divertiva ad avere le attenzioni di tutti. “Beh Baston, scommeto 5 Galeoni che la prossima partita la vinciamo noi! Vero Aqua?!” Flint strizzò l'occhio alla ragazza che esclamò sorridendo :”Ovvio! La coppa di quest'anno è già praticamente nostra!” disse in tono spiritoso guardando Baston, che le rispose con aria maliziosa :”Ah sì? Sempre che prima non cadi dalla tua scopa... Violetta.”. “Oh Baston, fossi in te mi guarderei le spalle... e non solo sul campo da Quiddich!” rispose Aquamarine in tono di sfida. “Ti terrò d'occhio, Violetta”, rispose Baston. “Ma non la butterai giù dalla scopa per davvero, giusto?” domandò Clara al suo compagno, che si girò a guardarla con aria interrogativa. Flint scoppiò in una fragorosa risata, così come tutti gli altri Serpeverde, mentre Aqua si staccò da lui e andò dall'amica:“No Clara, non mi farò buttare giù dalla scopa, tranquilla”. Poi si rivolse a Baston :” A presto, e non chiamarmi più Violetta!”-”A presto. Oh, dimenticavo, Violetta!”.

Le due amiche attraversarono definitivamente la piazza interna, superarono la fontana ed entrarono nel lungo corridoio che portava nel grande cortile esterno, vicino alla foresta proibita.

Le due notarono che c'era come una collina tutta ricoperta da erbetta verde, all'inizio della quale vi erano dei massi enormi posti verticalmente, oltre ai quali le due ragazze intravidero una capanna di paglia e mattoni, che stava proprio ai margini della foresta. “Oh mio dio! Sgrinfio!” Aqua prese a correre giù per la collina, dove c'era un grosso alano grigio scuro che rincorreva il suo gatto. “Ehi tu brutto cagnaccio, lascialo stare!!”-”Aqua aspetta!”. Clara tentò di stare dietro all'amica, che era però già sparita oltre la discesa. Dalla capanna, uscì Hagrid che aveva addosso un enorme grembiule bianco macchiato. “Ehi Thor! Fermo cattivone! Lascia in pace quella povera bestia!”-”Ti prego Hagrid fallo smettere!” gridò Aqua terrorizzata. Al suono della voce di Hagrid, l'enorme cane si fermò e si accucciò a terra sconsolato. “Oh Aquamarine, scusami, a Thor piace giocare con gli altri animali, non penso volesse fargli del male.” Aqua, che prese di scatto il gatto in braccio, rispose “Si... Tra- Tranquillo!”-”Vi posso offrire qualcosa da bere per scusarmi? Un thè caldo magari? Dai entrate in casa.” Hagrid si voltò e aprì la grande porta della capanna.”Prego entrate!

E' un alloggio molto umile ma... Insomma, casa dolce casa” esclamò allegramente. Le due ragazze si sedettero su un divanetto e rimasero ad osservare Hagrid che versava dell'acqua in una teiera arrugginita. “Allora ragazze, com'è andato il vostro primo giorno ad Hogwarts?”-”Benissimo, grazie! Siamo le nuove cercatrici delle nostre squadre di Quiddich!” esclamò Aqua guardano Clara elettrizzata, che annuì sorridente. “Oh per la miseria! Beh, complimenti! Cercatrici donne non sen'erano mai viste prima d'ora!” rispose Hagrid sbalordito ma ammirato. “Aqua! Siamo in ritardissimo! Ora c'è lezione di difesa contro le arti oscure! Scusaci Hagrid, ma dobbiamo scappare!” esclamò Clara all'improvviso. “Oh sì! Hai ragione! A presto Hagrid!” - “Ehi, ma.. e il vostro thè?!” disse Hagrid confuso, ma le due ragazze ormai erano già corse oltre la collina.

In pochi secondi arrivarono all'aula di difesa contro le arti oscure, dove a tenere la lezione c'era il professor Raptor, l'insegnante con il turbante sulla testa.

 

 

In men che non si dicesse, arrivò anche il giorno della loro prima partita di Quiddich, così, quella mattina, Aqua e Clara si incontrarono nella Sala Grande per fare un'abbondante colazione. Aqua era emozionatissima, Flint le aveva fatto fare migliaia di allenamenti interminabili per prepararla al fatidico giorno. E ora, lei si sentiva una responsabilità enorme sulle spalle. Doveva far vincere la sua squadra, a tutti i costi.

Anche Clara era nervosa, aveva lo stomaco chiuso e non riusciva a mangiare. “Dai Clara, mangia qualcosa, sennò non avrai abbastanza energie per la partita!” le consigliò George. “Non ho molta fame... sono troppo agitata.”. “Allora Clara... Miraccomando, occhi sul boccino !”, Baston li interruppe e Clara sentì l'ansia aumentare drasticamente.

Qualche ora dopo erano dentro al campo da Quiddich, pronte a iniziare la partita più importante della loro vita. Al fischio di madama Bumb, le due squadre entrarono in campo e si alzarono in volo sulle loro scope. Le loro uniformi nuove di zecca e scarlatte brillavano sotto la luce del sole che splendeva sul maginifico campo di gioco. Flint si avvicinò ad Aquamarine ” Miraccomando, prendi il boccino, a costo di buttarla giù da quella scopa.”. Aqua annuì ma dentro pensò che piuttosto che fare del male a Clara avrebbe preferito perdere la partita.

Madama Bumb si mise al centro del campo, stava per dare il fischio di inizio. Clara guardò in direzione di Aqua, che la stava guardando a sua volta. Si scambiarono un grande e sincero sorriso e il fischio di madama Bumb diede definitivamente il via alla partita. La palla andò in mano ai Serpeverde che iniziarono a passarsela armoniosamente, fino a quando Flint non provò a tirare in porta. La Pluffa stava per entrare nel cerchio più alto, quando all'improvviso Baston parò il colpo, rivolgendo a Flint un sorrisino compiaciuto. Il gioco ripartì e le due ragazze, intanto, iniziarono a volare in giro per cercare il boccino d'oro. Si tenevano comunque al di sopra di tutti gli altri giocatori, per non rischiare di venire colpite dalla Pluffa o da un Bolide. Clara era abbastanza tranquilla, perchè a guardarle le spalle c'erano Fred e George, dei quali si fidava ciecamente.

Aqua scorse il boccino d'oro oltre le tribune dei Corvonero e iniziò a volare più veloce che poté in direzione di esso. Anche Clara scovò il boccino e partì al suo inseguimento. Aqua si accorse di avere Clara alle calcagna, così, cercò di confonderla, volando a zig zag, ma il trucchetto non funzionò e Clarà la raggiunse, arrivandole proprio accanto. “Ehi Aqua! Non è meraviglioso?” esclamò Clara con un gran sorriso. “Sì! E lo sarà ancora di più quando prenderò per prima il boccino” rispose Aqua facendo la lingua divertita a Clara, che rispose eccitata “Questo lo vedremo!”. Le due partirono in picchiata, inseguendo il boccino, che iniziò a seguire un percorso tutto suo attraverso le varie tribune che si ergevano in aria.

Nel frattempo, Flint aveva preso la mazza di Justin, Battitore della sua squadra, e aveva tirato violentemente un bolide addosso a Baston, che perse l'equilibrio. Aqua, si accorse che Baston stava precipitando da un'altezza di circa 30 metri, così, smise di inseguire il boccino e volò velocemente in direzione del capitano dell'altra squadra. Arrivatogli accanto, Aqua tese il braccio che Baston afferrò saldamente. Lo caricò sulla sua scopa e atterrò perfettamente. Baston scese dalla scopa e guardò Aqua sorpreso, ma riconoscente ”Wow, beh, non so cosa dire... Grazie, davvero.”. Aqua sorrise e gli tese la mano. ”E menomale che dovevo stare io attenta a non cadere dalla mia scopa!”. Baston gliela strinse e sorrise a sua volta.

Nel frattempo, Clara aveva afferrato il boccino d'oro, dato che non si era accorta di quello che era successo. Appena lo ebbe tra le mani, un calore improvviso le riscaldò tutto il corpo. Cel' aveva fatta, aveva fatto vincere la partita ai Grifondoro. Era la prima volta dopo oltre un decennio. Si voltò indietro convinta di vedere Aqua, ma non la trovò. Così, tornò a terra e la vide in piedi, accanto a Baston. “Grande! Hai preso il boccino Clara!! Significa che abbiamo vinto!” esclamò Baston che aveva quasi le lacrime agli occhi. Improvvisamente arrivò madama Bumb che fischiò la fine della partita:” Clara Wright ha preso il boccino d'oro, attribuendo a Grifondoro 150 punti. Vince Grifondoro!!”. Un coro di ovazioni riempì lo stadio e tutta la squadra scese in campo prendendo Clara sulle spalle e portandola in giro canticchiando cori di incitamento “Chi non salta Serpeverde è !”-”Alè, Alè, Alè, Alè, si vince... con te!!”-”Clara! Clara! Clara!”. Aquamarine non poté fare altro che godersi la scena, con un briciolo di amarezza. “Ehi! Ma sei impazzita! Stavamo vincendo! Che cosa combini Aqua!” da dietro era arrivato, furioso, Flint, seguito da tutto il resto della squadra e da Malfoy, che aveva l'odio dipinto in viso. “Marcus, scusami, è che l'ho visto cadere... e avevo paura si facesse male... non potevo restare a guardare senza fare niente!” cercò di difendersi, invano, Aquamarine. “Ma lo scopo era proprio quello! In modo che potessimo segnare! Dannazione Aqua! La prossima volta che combini una cosa del genere ti sbatto fuori senza nemmeno pensarci, intesi?”. Flint se ne andò e fece cenno alla squadra di seguirlo. “Ma perchè l'hai fatto! Stavamo vincendo!” -”Malfoy non ti ci mettere anche tu!” disse Aqua sbuffando e voltandosi dalla parte opposta. E' vero, era triste per la sconfitta, soprattutto perchè sapeva che sarebbe riuscita a prendere il boccino prima di Clara, ma dall'altra parte, era fiera di quel che aveva fatto, aveva agito con onore e correttezza e, cosa più importante, Baston era sano e salvo. Proprio in quel momento, sentì qualcuno sfiorarle la spalla. “Ehi, eccoti, non ti trovavo più.” era Baston che si era allontanato dai compagni che stavano ancora tenendo in spalla Clara. “Mi spiace che tu abbia perso per causa mia, ci tenevo comunque a dirti che sei davvero la migliore cercatrice del secolo” le disse il ragazzo facendole l'occhiolino. Aqua arrossì.”Beh, anche tu come portiere non sei male.”. Baston sorrise e tornò a festeggiare con la sua squadra.

 

Nei giorni seguenti, le lezioni di difesa contro le arti oscure e storia della magia erano state così noiose che Aquamarine aveva perso la pazienza e si era messa addirittura a chiacchierare sottovoce con Malfoy. Clara era riuscita a prendere appunti per la prima metà della lezione, poi la stanchezza aveva avuto la meglio e si era arresa. Aveva passato il resto delle lezioni pensando alla sua vittoria. Le dispiaceva per Aqua e dover giocare contro di lei la rattristava un po', ma la sfida le piaceva e dopo quella partita la sua fiducia in se stessa era aumentata di parecchio.

Le lezioni di quella giornata erano finite e le ragazze erano andate in biblioteca per finire i compiti. Quando finalmente ebbero finito, Clara tirò un lungo sospiro e si stiracchiò. Aqua sbadigliò rumorosamente.

“Non male come primi giorni, eh?” disse Clara mettendo i libri e le pergamene nella borsa.

“Affatto!” rispose Aqua. Le tornò in mente Baston e senza accorgersene sorrise dolcemente.

“A che pensi?” chiese Clara notando il suo sorriso perso.

“Mh? Io? Ah...niente!” rispose Aquamarine tornano coi piedi per terra e sistemandosi la folta

chioma di capelli violacei. “Chissà perché ma non ti credo neanche un po'...”-“Poche storie, Raperonzolo. Andiamo a mangiare piuttosto. E' quasi ora di cena e sto morendo di fame.”-

“Vengo solo se la smetti di chiamarmi così.”-“Perché, ci tieni che sia solo lui a chiamarti in quel modo?”. Clara arrossì violentemente. “C-che cosa?! Lui chi?”-“Ma smettila! Fai pure la finta tonta. Forza, ora andiamo, altrimenti saremo in ritardo, e dubito che capelli-rossi voglia perdersi anche solo un secondo di cena seduto di fianco a te.” proseguì Aqua con un sorriso complice sulle labbra. “Ma la vuoi smettere??” Clara era ormai più rossa di un peperone, anche se dal suo sguardo pareva un po' infastidita. Aqua ridacchiò compiaciuta e insieme si diressero verso la Sala Grande.

La cena fu abbondante come sempre. Aqua riuscì a godersela nonostante gli sguardi delusi dei suoi compagni, che però l'avevano ormai già perdonata. Aveva tutt'altro per la testa e il gesto che aveva fatto non la infastidiva affatto, anzi, ne era più che fiera.

Clara passò la cena tra i complimenti di tutti i suoi compagni.

“E' incredibile come quella Serpeverde abbia aiutato Baston.” disse Dean Thomas, “Per un attimo ho creduto che volesse buttarlo a terra!”, “Non dire sciocchezze! Non avrebbe mai fatto una cosa simile.” intervenne Clara. “E non chiamarla 'Serpeverde', ha un nome.”

“Aquamarine è stata molto gentile ad aiutarmi.” disse Baston, “Anche se la prossima volta eviterò di cadere dalla scopa.”

“Io scommetto che ti è piaciuto, Oliver!” intervenne Fred. “Secondo me la prossima volta cadrà apposta per farsi salvare di nuovo dalla sua Violetta!” proseguì George. “Oh, Aqua! Mi hai salvato la vita!” disse George con tono romantico “Come potrò mai ringraziarti?” - “C'è solo un modo in cui puoi farlo, mio cavaliere!” disse Fred al fratello con voce stridula “Baciami!”.

La tavolata scoppiò in una fragorosa risata, mentre Baston arrossiva fino alla punta dei capelli.

“Ehi, occhio al rossore, Baston!” disse George “Tra poco sembrerai un Weasley, e di fratelli ne abbiamo già abbastanza!”. Clara non riusciva a smettere di ridere.

“Volete mangiare o volete fare i giullari?” disse Percy in tono infastidito. Clara lo guardò sospirando: “Che cosa ti costa ridere un po' ogni tanto, Percy?”

“Non mi sembra un argomento divertente!” ribatté lui. I gemelli sbuffarono e tutti tornarono a mangiare in allegria.

Dopo la cena le due ragazze si ritrovarono nei corridoi. “Sai una cosa? Credo proprio che Baston abbia una cotta per te.” disse Clara alla sua amica ripensando al discorso a tavola. Aqua sgranò gli occhi ed ebbe un tuffo al cuore: “DAVVERO??? Ehm Ehm, voglio dire...perché pensi una cosa simile?”-“A tavola Fred e George lo hanno preso in giro sul tuo salvataggio, ma lui ha parlato benissimo di te ed è pure arrossito.” disse ridacchiando, “Dovevi proprio vederlo! Era rosso come la sua divisa!”.

Aqua cercò di non mostrare il rossore che ora era sul suo di viso, facendo finta di guardare verso le finestre dei corridoi, “Ah si, sul serio? Non me lo aspettavo..” le sue parole avevano un tono dolce e sognatore che tradivano il suo tentativo di nascondere il tutto. Clara se ne accorse immediatamente: “In effetti è carino” disse guardandola di sott'occhi con un sorriso furbo sulle labbra, “Scommetto che non vede l'ora che arrivi la prossima partita contro i Serpeverde.”. “Ma che

stai dicendo??” si voltò Aqua tentando inutilmente di trattenere il sorriso imbarazzato che aveva sulle labbra.

“A-HA! Sapevo che ti piaceva!” esclamò Clara trionfante. “Quel sorriso parla più delle tue parole! Ti ho beccato, ammettilo!”-“Ma non è vero!” tentò Aqua. “Non raccontarmi frottole! Non me la bevo!”-“E va bene! Beh, ecco, forse un pochino...” ridacchiò Aqua imbarazzata.

“LO HA AMMESSO!!! LO HA AMMESSO!!!!!!!” gridò Clara con un sorriso trionfante sulle labbra.

“Shhhhh! Ma sei matta??” bisbigliò Aqua, “Vuoi che lo vengano a sapere tutti, per caso?”

Clara si ammutolì all'istante guardandosi attorno, “Ma...dove sono tutti?”. Avevano camminato per tutto il tempo e ora si trovavano in un corridoio tetro illuminato soltanto da poche distanti torce. Quel luogo era così deserto che non vi circolava nemmeno un fantasma.

Avevano camminato per tutto il tempo e ora si trovavano in un corridoio tetro illuminato soltanto da poche distanti torce. Quel luogo era così deserto che non vi circolava nemmeno un fantasma. Le pareti buie inghiottivano il corridoio in un oscuro abisso.

“Accidenti a te e al tuo senso d'orientamento!” imprecò Aqua tremando, “Questo posto mi dà i brividi. Si può sapere come abbiamo fatto ad arrivare fin qui?”

“Non ne ho idea...io stavo seguendo te.”

“Che cosa?? Ma anche io stavo seguendo te!”. Le ragazze si guardarono preoccupate. Quel lungo corridoio era gelido. Il freddo era tale da penetrare nelle ossa e in lontananza si sentiva un vago rumore persistente, come un ronfare oppresso.

La voce di Aqua tremava: “Andiamo via di qui, ti prego! Questo posto non mi piace...”

“SH!” La voce dell'amica fu interrotta da Clara che tendeva l'orecchio con sguardo indagatore. “Lo hai sentito?”-“Sentito cosa?”-“Quel rumore.”-“Quale rumore?”-“Quel rumore! Come una specie di ringhio. Non lo hai sentito?”-“Clara, io non ho sentito niente. Se è uno scherzo non è divertente! Ti prego, andiamocene via..”. La sua frase venne interrotta dallo stesso rumore, questa volta più forte. Aqua impallidì: “Che cos'era?”-“Era quello di cui ti parlavo. Non è uno scherzo, Aqua. Credo che provenga dal fondo del corridoio.”-“Non vorrai mica avvicinarti!”. Non fece in tempo a finire la frase che già Clara aveva preso la sua bacchetta e detto “Lumos!”. La punta della bacchetta sprigionò una luce bianca che illuminò il corridoio. In fondo vi era una vecchia porta di legno dalla quale proveniva il rumore. “Clara, ti prego andiamocene!” Aqua stava tremando. “Zitta!” le sussurrò l'altra, camminando verso la porta.

Aqua restava sempre a distanza, ma aveva paura di rimanere sola, e seguiva Clara respirando a fatica. Clara reggeva la bacchetta camminando piano. Stava sudando freddo. Aqua non era l'unica a cui quel posto dava i brividi, ma tentò di non darlo a vedere. Trattenne il respiro, portò la mano alla porta e la aprì con un “clack”. Socchiuse la porta quel tanto che bastava per guardarvi dentro con un occhio, ma tutto ciò che vide fu nero. Il ronfare si era fatto ancora più forte e dalla porta si sentivano arrivare sbuffi caldi.

“Che cosa vedi?” sussurrò l'amica a Clara più silenziosamente che poteva. Clara si girò verso l'amica: “Un bel niente...è tutto nero. Credo che dovremmo entrare.” Il viso dell'amica era più pallido di quello di un fantasma. “No, no, no, no, no!!!! No! No...No. Se vuoi tu entra. Io ti aspetto qui fuori.”

“Va bene.” Clara aprì piano la porta con la gola secca e le mani bagnate di sudore. Entrò piano facendo più attenzione possibile. La bacchetta illuminò tutta la stanza e Aqua tradì le sue parole seguendo l'amica. Piuttosto che rimanere là fuori da sola preferiva entrare. E se Clara avesse avuto bisogno d'aiuto?

Davanti alle ragazze si mostrò un enorme cane a tre teste nero come la pece. Ogni testa ronfava rumorosamente nel sonno. I tre colli erano stretti da catene fissate saldamente alla parete. Sotto le zampe del cerbero si intravedevano i profili di quella che doveva essere una grande botola.

“Oh mio dio...!” disse Aqua con la voce che era diventata quasi solo un lieve sospiro. “Aqua... Che cos'è quel coso?”-”E' un enorme cane a tre teste!!!!!!!”-”Wow Aqua, la tua intuizione è proprio oltre la media!”-“Beh, di sicuro sta facendo la guardia a qualcosa.”ribatté Aqua scocciata. “Sì, e io ho la netta sensazione che noi non dovremmo essere qui!”-”Beh Clara, vedo che anche la tua intuizione è a dir poco sopra la media! Questo è il corridoio del terzo piano. Noi non dovremmo assolutamente essere qui!”rispose Aqua con l'angoscia dipinta negli occhi. Dall'altra parte del corridoio, le due sentirono un rumore forte, come una porta che veniva chiusa. Quel rumore lo sentì anche l'enorme bestia, che, infastidita, mostrò i denti e iniziò a ringhiare minacciosamente. Le due ragazze rimasero paralizzate dalla paura. “Ora possiamo andare?” chiese Aqua con la voce rotta dal terrore. “Assolutamente si!” rispose Clara. Le due uscirono svelte dalla stanza e si chiusero la porta alle spalle. “Fihu, l'abbiamo scampata” sorrise Aqua. “Io non credo proprio ragazzine.”. Dietro di loro c'era Gazza, il custode, che con la sua gatta, Mrs. Purr, le fissava soddisfatto. “Voi due non dovreste essere qui... E sapete questo cosa significa... Che verrete messe in punizione!” disse Gazza con un ghigno. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice e improvvisamente iniziarono a correre più veloce che poterono. Attraversarono il corridoio e superarono il portone che portava dall'altra parte. “E' meglio se andiamo ai nostri dormitori. O Gazza ci troverà!” esclamò Clara. “Giusto! A domani!” rispose Aqua. E le due si diressero velocemente ognuna nel proprio dormitorio.

L'indomani, le due ragazze si resero conto che il loro stratagemma non aveva funzionato. Infatti, Gazza aveva avvisato i professori che erano a capo delle loro Case, La McGranitt e Piton, e le due ragazze si erano beccate una bella strigliata. Inoltre, come Gazza aveva previsto, vennero messe in punizione e quella sera avrebbero dovuto trovarsi alla capanna di Hagrid per scontarla.

Aqua e Clara arrivarono puntuali alla porta della capanna di Hagrid e bussarono forte. Era notte fonda e dalla voliera si sentivano i canti dei gufi. Hagrid aprì la porta: “Oh, siete già qui. Non posso crederci che due ragazze dolci come voi siano finite in punizione. Che accidenti avete combinato?”

“Ci siamo perse tra i corridoi della scuola e Gazza ci ha beccate.” rispose Clara.

“E siete in punizione per questo?” disse perplesso Hagrid accendendo una vecchia lanterna arrugginita, “Da quando in qua stare tra i corridoi è proibito?”-“Non era un corridoio qualunque. Era quello del ter-..ahi!” Aqua venne interrotta da una forte gomitata della compagna. Fortunatamente Hagrid non se ne accorse, essendo di spalle per prendere il pastrano.

“Ehm, voglio dire...” proseguì Aqua guardando Clara con aria interrogativa, “Sai com'è fatto Gazza...racconta sempre un sacco di frottole solo per incastrarci.”

“Già!” grugnì in tono disprezzante Hagrid che era uscito dalla porta lasciando dormire Thor, “Quello lì non lo sopporto proprio! Povere ragazze..venite, su!” disse incamminandosi, “Prima partiamo, prima arriviamo.”.

Le due ragazze lo seguirono stringendosi forte nei mantelli. Era autunno inoltrato e il vento soffiava tanto forte da far tremare anche i rami del Platano Picchiatore. Entrarono tutti e tre nella foresta proibita guidati dalla luce della lanterna di Hagrid.

“Ehi, Hag!” disse ad un tratto Clara sotto la stretta ferrea della sua amica che tremava di freddo e paura. “Che cosa sai del corridoio del terzo piano?”-“Io? Beh..Non ne so nulla..” disse Hagrid esitando. “Voglio dire” proseguì Clara senza ascoltarlo “Perché mai un corridoio della scuola dovrebbe essere proibito? Se è così pericoloso come sostiene Silente, dovrebbe esserci nascosto qualcosa, o meglio, rinchiuso qualcosa. Qualcosa di molto segreto suppongo.”-“Come ti ho detto, non ne so nulla! E comunque non sono affari vostri. Statene alla larga!”.

Le due amiche si guardarono e Aqua stette al gioco: “Ma tu sei il guardiacaccia della scuola. Possiedi tutte le chiavi! Com'è possibile che tu non sappia niente di quel corridoio?”. Hagrid si voltò scocciato:”Ora basta! Vi ho detto che non ne so niente! Quello che c'è in quel corridoio è un segreto tra Silente e il signor Nicolas Flamel! Voi non vi dovete immischiare!”. Clara si voltò verso Aqua con lo sguardo di chi ha appena scoperto il segreto dell'universo. Aqua la guardò con sguardo interrogatorio. Si chiedevano entrambe la stessa cosa. Chi era questo Flamel?

“Un' ultima cosa, Hag” disse Clara, “Una volta a lezione ho sentito parlare alcuni ragazzi su un incidente al terzo piano. Una leggenda dice che un ragazzo, che pensava che lì ci fosse la porta del bagno, era stato ferito da un enorme cane nero. Tutti credevano che fosse impazzito perché diceva che il cane avesse tre teste!”

“Sciocchezze!” sbottò Hagrid, “Fuffi non farebbe mai del male a nessuno!”.

“Fuffi?” chiese Aqua. Hagrid si voltò con gli occhi sgranati: “Accidenti a voi e alle vostre zucche curiose! Non dovevate venirne a sapere! Basta con le domande e ora rimanete qui.” si voltò guardandosi alle spalle“Ci sono dei Centauri che è meglio se non incontrate. Non muovetevi da qui! Io vado a parlarci e torno subito.”.

“Ci risiamo” disse Aqua vedendo Hagrid allontanarsi, “Di nuovo sole e al buio!” Per fortuna Clara non lasciava mai incustodita la sua bacchetta. La prese, disse “Lumos!” e ci fu di nuovo abbastanza luce da poter vedere i dintorni della foresta.

“Aspetta...” disse Aqua, “Tu non senti qualcosa?”. Clara si voltò verso l'amica con sguardo annoiato: “Ti vuoi vendicare?”-“No, Clara, ascolta. Io sento delle voci.”-“Devono essere Hagrid e il Centauro.”-“No, riconosco le voci quando le sento!”rispose Aqua seccata.“E come ti sembrano queste?”-“Non saprei...vengono da lì dietro. Vieni!”.

Le due ragazze si voltarono e Clara cercò di seguire lo sguardo dell'amica. Fece qualche passo avanti per cercare di vedere meglio tra i tronchi e i cespugli. “Da qui temo che dovrò spegnere la bacchetta.” disse Clara preoccupata tanto quanto l'amica.

“Non ci pensare neanche!” rispose Aqua a cui iniziava già a tremare la voce.

“Se ci beccano ci fanno rimanere qui per tutta la notte! Altro che giretto con Hagrid.”

“E va bene, ma fai piano.” si rassegnò Aqua. Clara annullò l'incantesimo e, cercando di fare meno rumori possibili, seguì l'amica attraverso la boscaglia, avvicinandosi sempre di più alle voci e si nascosero dietro a un tronco abbastanza largo da coprirle entrambe. Ora anche lei distingueva le voci. Le due ragazze le riconobbero all'istante: erano Raptor e Piton! Che ci facevano nella foresta proibita a notte fonda?

“La voglio domani! Se non mi porti quella pietra sai benissimo cosa ti aspetta!” Piton sembrava terribilmente arrabbiato.

“M-mi s-scusi, s-signore...I-io non v-volevo farla a-ar-arrabbiare. M-mi dia s-solo un altro p-po' di t-tempo...g-gliela porterò il p-più presto p-possibile!” tremava Raptor, con la voce rotta da lamenti e singhiozzi di terrore.

Sentirono Piton insultare Raptor e i suoi passi allontanarsi verso il castello. Che cosa ci facevano due professori nel pieno della notte nella foresta proibita? E di che pietra stava parlando Piton?

Le due ragazze tornarono indietro silenziosamente trovando Hagrid che le cercava disperatamente.

“Ma dove eravate finite?? Voi due mi farete venire la barba bianca! Forza, torniamo indietro. Vi devo riportare al castello.”.”Clara si mise la mano in tasca e con orrore, si accorse che il suo orologio in oro non c'era più.”Oh mio dio! Aqua, dobbiamo tornare indietro! Ho perso il mio orologio!” -”Ma magari l'hai lasciato al dormitorio.” consigliò Aquamarine speranzosa. “No, no! Lo tengo sempre in tasca! E' importante per me! Devo tornare indietro a riprenderlo Aqua!”-”E va bene! Hagrid, torniamo subito. Clara, tu va da quella parte, io vado da questa.” disse Aqua indicando una radura che si apriva accanto a un piccolo fiumiciattolo. Clara seguì l'indicazione dell'amica e si incamminò verso il buio della foresta proibita. Mentre camminava, sentiva il rumore delle foglie e della corteccia che scricchiolavano sotto il peso del suo corpo. Doveva assolutamente trovare il suo orologio. Per lei era troppo importante. Glielo aveva regalato suo fratello ed era un oggetto magico molto prezioso. Con la mente pensò ad Aqua, che probabilmente la stava insultando in tutti i modi che conosceva. Effettivamente, Aqua non era affatto contenta di essere dovuta ritornare dentro a quella buia e agghiacciante boscaglia. In mano aveva la lanterna di Hagrid, che non illuminava granché il tragitto. Ad un certo punto, arrivò in una specie di conca, circondata da altissimi alberi che incutevano terrore. Improvvisamente, una foglia bagnata le fece perdere l'equilibrio e la ragazza cadde all'indietro, cadendo dritta sul sedere. “Cavoli! Ma tutte a me!” esclamò Aqua dolorante. Mentre si rialzava e si puliva dal terriccio che le si era attaccato all'uniforme, sentì un rumore strano provenire da un albero più avanti. Incuriosita, si avvicinò e oltre l'ammasso di cespugli vide un'orripilante figura incappucciata, china su un unicorno morto, intenta a berne il sangue argentato. Aqua sgranò gli occhi e rimase paralizzata per la paura e per l'enorme disgusto. La figura incappucciata, d'un tratto, alzò la testa, con il sangue di unicorno che gli gocciolava dalla bocca pallida. Quell'essere iniziò a guardarla e con un sospiro gelido pronunciò il suo nome:”Aqumarine... Sei tu?”. Aqua, terrorizzata, iniziò a strillare e dagli alberi spuntarono Clara e Hagrid. La figura incappucciata si alzò di scatto e volò via, lasciando dietro di sé la scia del salngue dell'unicorno, che brillava al chiarore della luna. “Aqua va tutto bene?” si avvicinò Clara preoccupata. “Hagrid... cos'era quello?” bisbigliò Aqua ancora terrorizzata. “Quella, Aqua, è una delle creature più ostili e malvagie che esistano al mondo. Chiunque uccida un unicorno e ne beva il sangue, resterà in vita anche se è ad un soffio dalla morte. Ma l'immortalità ha un prezzo ragazze. Ora andiamocene. La foresta proibita non è un posto sicuro per voi.”. “Clara... quel coso mi

conosceva! Ha pronunciato il mio nome! Mi ha chiesto se ero io Aquamarine!”. Clara non seppe cosa risponderle, ma dentro di sé era molto preoccupata per l'amica.

  
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