Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Stray    09/06/2008    6 recensioni
"Passa la storia, passano anche gli uomini che l'hanno scritta. Ma questa sabbia non vedrà mai il mare: quello che vi abbiamo scrito, non verrà mai cancellato del tutto..."
Ishvar, una guerra, l'inizio di tutto.
Quello che la Storia non ha riportato, ma che non si può dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It’s all the small and tiny things you do for me

that I will always remember

“Molly.”

“Scherzi? Quella si è ripassata tutto il reparto!”

“E allora? Tutti tranne me? E poi mi hai chiesto tu chi mi farei…”

“Sì ma pensavo avessi più buon gusto…”

L’animata e profonda discussione filosofica attorno al fuoco non si placa nemmeno all’arrivo del maggiore Mustang e del capitano Hughes.

“Oh, certo! Come se la tua scelta fosse meglio: quello scorfano di Ariel te lo lascio volentieri…”

“Ragazzi, su…”

“Se avevi voglia di fare a botte potevi dirlo subito!”

“Due razioni di rancio su Harry!”

“Ci sto.”

“No, niente botte, che arriva il colonnello…”

“E la cecchina? L’avete mai vista bene da vicino?”

Un uomo normale – in pieno possesso delle sue facoltà fisiche e mentali - avrebbe capito subito dall’espressione molto poco amichevole di Roy, che non tirava l’aria ideale per simili affermazioni.

“Perché? E’ carina?”

Carina? E’ bellissima: giovane, certo, ma ha tutte le curve al posto giusto. Ieri ero di ronda vicino alla sua tenda e accidentalmente l’ho vista mentre si cambiava…”

Se Roy si strozza con il tè bollente, non è così abile nel non darlo a vedere.

Maes guarda pietrificato la scena, indeciso se andare alla ricerca di un estintore o lasciare che il soldato semplice Jones concluda il suo suicidio da solo.

“Sì, ma è sempre così seria…”

“Tutta apparenza. Deve essere quel genere di ragazza che a letto si scioglie e diventa una gattina…”

Siamo qui riuniti oggi per porgere l’estremo saluto al soldato semplice Jones …bofonchia Maes, tanto per portarsi avanti con il lavoro.

Persino Roy è sorpreso di non essere ancora saltato al collo del subordinato. Ciò non gli impedisce di accarezzare con le dita il suo guanto incendiario, piegato con cura nella tasca.

“E poi saprei io come toglierle dalla faccia quell’aria da sfinge frigida… non so se mi spiego.”

Gli occhi di tutti sono ormai fissi su di Roy, che pare poter incendiare l’incauto collega da un momento all’altro senza nemmeno schioccare le dita, rendendo l’autocombustione umana un pericolo reale.

Maes comincia a valutare quale posizione sia la più indicata per sfuggire alla fiammata improvvisa.

Ma invece che il suono secco della dita dell’alchimista, qualcos’altro gli arriva alle orecchie.

“Soldato semplice Jones!”

Il ragazzo scatta in piedi, portandosi la mano alla tempia.

“Signore!”

Roy Mustang stringe la tazza di tè come se volesse stritolarla, ma rimane stranamente calmo. Fin troppo calmo.

E quel sorrisetto malefico, riflette Maes, non senza una punta di terrore, non mi piace per niente

“Che ha fatto Harry?” chiederà Riza, la sera dopo.

“Chi?” risponderà un Roy indaffarato ad accarezzarle lo stomaco, alzando la maglietta di volta in volta impercettibilmente – sa che lei sa che lui sa che lo sta lasciando fare di proposito, come se non se ne fosse accorta.

“Harry. Harry Jones. E’ nel tuo reparto.”

“Ah sì? Perché, che ha fatto?”

Ignora il fatto che per ben due volte abbia risposto alle sue domande cn altrettanti punti interrogativi.

“Eravamo di ronda insieme, stamattina. Non si è presentato.”

“Che strano… E perchè lo stai chiedendo a me? Io cosa c’entro?”

Riza sospira – Roy vede la sua stessa mano abbassarsi con il suo petto, mentre bacia la sua pancia appena sopra l’ombelico, trasformando quel sospiro in una risata sommessa, provocata dal solletico.

“Mi hanno detto che eri con lui…”

“Ah sì?”

“… e che parlavate di me.”

“Come fai a saperlo?”

Domanda stupida e superflua - e Riza legge negli occhi dell’uomo davanti a sé, le risate che non hanno ancora ricordato come fare. Esaurisce le ultime energie della giornata tirando i muscoli della mascella: un sorriso che c’è – si sente – ma non si vede.

Ma l’espressione seria del suo amante, a pochi centimetri dal viso, glielo congela sul più bello.

“Ti ha chiamato ‘sfinge frigida’…”

Gli risponde con gli occhi: non importa.

“Ha detto di averti visto, nella tua tenda…”

Con le dita, lungo la sua guancia mal rasata: non darti pena, non importa – è lei che scandisce la punteggiatura di quei brevi discorsi con i suoi silenzi, con i suoi impercettibili movimenti e isuoi sorrisi invisibili ad occhio nudo.

“Ha detto che ci avrebbe pensato lui a…”

“A fare quello che mi stai facendo tu ora?”

“Ehm… sì…”

Non l’avrebbe fatto altrettanto bene, conclude lei, non senza vergognarsi di quel pensiero ben poco puritano, e rischiando di esplicitarlo in un sospiro che di puritano non ha proprio un bel niente.

“Posso benissimo difendere il mio onore da sola.”

“Lo so.” Risponde lui, le parole attutite contro la pelle calda del suo collo.

“Ma lascia che sia io a difendere te. Almeno una volta, almeno così…”

Riza nasconde il sorriso più dolce – quello che affiora una volta ogni mille anni, quando la neve ricopre il deserto di bianco - lo affonda tra i suoi capelli neri, accarezzandogli il capo, mentre lascia che le cose seguano il loro naturale corso – un sospiro, un altro, un altro ancora, il brivido familiare in fondo allo stomaco, la pelle d’oca lungo la scia fresca che i suoi baci le lasciano sull’incavo dei seni.

“D’accordo.” sussurra appena, poco prima di addormentarsi aggrovigliata a lui – un nodo che non può e non sa più disfare.

Con un bacio sulla sua tempia appena sudata – il punto finale: grazie.

Come dicevo ieri l’altro, ho fatto una fatica bestiale a rendere questo capitolo “ironico-ma-non-troppo” per non rovinare l’atmosfera (depressiva, sempre e comunque, anche se di recente ha qualche sfumatura rosea ^^”).

Mi sono ispirata a quei discorsi da “spogliatoio” (se li facevamo noi ragazzine – ok, non con questi toni. NON con questi termini… E soprattutto con molti più sospiri alla Via col vento e sguardi persi nel vuoto – ai tempi della pallavolo, figurarsi i signori maschietti!) che in un campo militare con netta maggioranza maschile (da che mondo è mondo, reale e non) non potevano certo mancare. E ho pensato prima a Roy e ai suoi scatti di gelosia, che da qualche parte dovranno essere pure cominciati, poi però la cosa ha preso una piega diversa… Visto che nello scorso capitolo si parlava di “proteggere” e “difendere”… questo potrebbe essere un modo come un altro per farlo: nelle piccole cose di tutti i giorni, come un commento un po’ troppo spinto sulla propria ragazza.

Il titolo era una scritta che ho trovato tempo fa su una fanart (trovata su Photobucket, chissà dov’è… mi metterò a cercarla: c’era Roy versione dolce e un p’ stilizzata con la testa inclinata e gli occhi chiusi… e questa frase: che tenerezza!) e visto che secondo me è una verità sacrosanta e mi era pure rimasta in testa, mi sono altamente infischiata della lunghezza e … ecco qui il titolo.

Eh… mo’ vado a nanna: ho la schiena a pezzi. Fare la hostess è carino (e sì, in qualche è una divisa, anche se sono praticamente vestita da funerale fatta eccezione per un foulard giallo stile tovaglia che mi strozza per bene per dieci ore consecutive… ma per qualche dindino in più, va anche bene! ^^” Domani è l’ultimo giorno… Se sopravvivo! Vabbuò…

Un bacione a tutte, buonanotte! XD

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Stray