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Autore: Trizia_B    29/01/2014    1 recensioni
L'amore come lo conoscevano,o come avevano sempre creduto di conoscerlo non era niente in confronto a ciò che avrebbero vissuto insieme. Erano semplicemente due anime destinate a incontrarsi.
TRATTO DAL 5° CAPITOLO :
“Harry !” disse voltandosi.
Il piccolo gli correva incontro con un sorriso che gli illuminava il volto e i riccioli che si muovevano da una parte all’altra per via della corsa.
-è bellissimo- si ritrovò a pensare il più grande, scacciando in un attimo quel pensiero.
“Sai non è mio solito correre dietro ad un ragazzo, ma per te ho deciso di fare un’eccezione” sentenziò Harry una volta raggiunto l’altro facendogli l’occhiolino. Aveva il fiato corto, decisamente troppo per aver corso quei pochi metri, pensò Louis.
“Ti ho cercato per tutta la scuola, ti stavi forse nascondendo da me?” continuò con un finto tono accusatorio.
“E perché mai dovrei ?” sorrise Louis.
TRAILER DELLA FF --->> https://www.youtube.com/watch?v=_TxsbcuThJU
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 29
 
Erano passati tre giorni. Tre giorni, da quando Harry era stato ricoverato nel reparto di oncologia infantile, tre giorni da quando Louis si era accampato nella stanza che era stata assegnata al suo ragazzo. Tre giorni da quando Liam aveva deciso di lottare per Zayn.

Dopo la dolente scoperta del male di Harry, Liam si era sentito piccolo. Piccolo e insignificante. Insignificante e superficiale. Dannatamente superficiale. Nel momento in cui aveva realizzato a pieno la gravità della situazione del riccio, si era sentito mancare. Il pensiero di aver trascorso quei mesi in lite con Zayn, di essere stato totalmente indifferente ai suoi bisogni, lo oppresse facendogli mancare l’aria necessaria per respirare. Realizzò ancora una volta, quanto fosse egoista e frivolo. Per tutto quel tempo, non aveva fatto altro che ostentare le sue insicurezze, distruggendo la sua relazione, mettendo in pericolo l’amicizia di Zayn con il suo migliore amico, costretto a mantenere il segreto su quell’assurda bugia che era stata la sua relazione con Eleanor. Per tutto quel tempo era stato cieco, Liam. Non aveva colto i segnali, o semplicemente aveva preferito ignorarli, pur di non andare a fondo alla questione, pur di non dover mettere in gioco i sentimenti, per non doverli affrontare. Ripensandoci adesso, erano state tante le volte in cui Zayn si era presentato a casa sua, soprattutto nel primo periodo, con gli occhi rossi e gonfi, chiaro sintomo di chi ha versato lacrime amare, ma ogni volta, Liam, si limitava a fargli un sorriso e fingere di non aver notato le occhiaie scure a contornare i suoi occhi, o le volte in cui la mente del moro si assentava, rievocando chissà quali pensieri, con gli occhi vacui di chi non sta guardando nulla di fronte a se, ma nella sua testa. Liam sapeva che c’era qualcosa che lo tormentava, se lo sentiva nelle viscere, ma fare domande, avrebbe implicato ricevere delle risposte, e lui non era sicuro di essere pronto ad ascoltare. Perché ascoltare, non è una cosa semplice, ascoltare, significa ricevere fiducia da chi parla, significa dedicare il tuo tempo e la tua mente al tuo interlocutore, e Liam aveva paura, aveva paura di sapere quale fosse la causa di tanto dolore all’interno del cuore e degli occhi di Zayn. Forse, perché la sua paura più grande, era che la causa di tutto quel dolore fosse lui. E in fin dei conti, si ripeteva, il moro non avrebbe avuto tutti i torti. In quella relazione era sempre stato solo lui a sacrificarsi. Liam temeva che iniziando a fare domande, a chiedere spiegazioni, il moro trovasse la forza di lasciarlo, di urlargli in faccia, che la loro storia, non era una storia, se uno c’è completamente dentro, mentre l’altro resta sempre fermo sulla soglia. Così continuava a fingere di non vedere i suoi occhi urlare pietà, perché infondo, era quello che sapeva fare meglio, Liam, fingere.



 
Nonostante il rifiuto iniziale, era riuscito a convincere Zayn a trasferirsi da lui per qualche giorno. Gli aveva detto che stare da solo in quel momento non gli avrebbe fatto bene, voleva stargli vicino, come avrebbe dovuto fare sin dall’inizio, così più per amore, che per i sensi di colpa, lo convinse a fare le valige e seguirlo a casa sua, dove la signora Payne, non poté trattenersi dal sorridere e abbracciare calorosamente il moro, come un figlio che credevi di aver perso ma che finalmente è tornato a casa.

Liam l’aveva aiutato a sistemare le sue poche cose in bagno e nell’armadio, poi insieme avevano cambiato le lenzuola al letto della stanza del castano, lo stesso letto che era spesso stato spettatore muto del loro amarsi.

Non parlavano molto, si limitavano a cenni del capo e qualche monosillabo. La situazione era tesa, non solo per via dei loro dissidi, ma anche a causa dell’aura di paura che circondava perennemente Zayn. Era distrutto, e sia Liam sia i suoi genitori se ne rendevano conto. L’idea di poter perdere il suo migliore amico, suo fratello, da un giorno all’altro lo terrorizzava, paralizzandolo e rendendolo il fantasma di se stesso. Liam l’aveva sentito parlare molte volte al telefono con Louis in quei tre giorni, e ogni volta che la chiamata terminava, il moro si lasciava cadere sul pavimento, colto da spasmi e singhiozzi. Delle volte urlava, urla disumane, altre volte invece si chiudeva semplicemente in se stesso, smettendo di parlare per delle ore. Liam, dal canto suo, si sentiva inutile, non era in grado di aiutarlo, ci aveva provato, a parlargli, a fargli coraggio o a cercare di convincerlo ad andare a fare visita a Harry, ma il moro non ne voleva sapere. In fondo Liam sapeva quello che impediva a Zayn di andare a trovare il suo amico. Zayn non voleva dirgli addio. Per questo preferiva tenersi aggiornato tramite Louis, un Louis, sempre più triste e rassegnato, distrutto anche lui dalla terribile condanna di dover dire addio all’amore della sua vita. Perché, purtroppo, i medici erano stati chiari, la malattia di Harry era tornata in maniera troppo aggressiva, questa volta, sarebbe stata fulminante. Il giovane riccio, si stava spegnendo, giorno dopo giorno, sotto gli occhi disperati del suo ragazzo e dei suoi famigliari. “E’ questione di giorni” avevano detto.
Ecco perché Louis, si era trasferito in quella stanza d’ospedale, perché il padre di Harry, avesse delegato il comando del giornale al suo vice, perché Gemma avesse rinviato la sessione di esami all’università, e perché Niall ed Eleanor, avessero smesso di presentarsi a scuola da tre giorni. Erano tutti li, sempre insieme a lui, costantemente in allerta, ventiquattro ore su ventiquattro, cercando di creare quanti più ricordi possibili in sua compagnia, cercando di donargli quanto più amore possibile, perché da un momento all’altro sarebbe potuto scomparire, e non se lo sarebbero mai perdonato, se questo fosse avvenuto mentre Harry fosse stato da solo, in quella stanza bianca con le tende verdi. Così aspettavano, con la perenne sensazione della spada di Damocle posata sulle loro teste, pronta a trafiggerli da un momento all’altro.



 
 
Liam se ne stava seduto in cucina, una tazza fumante di the tra le dita e mille pensieri a sconvolgergli la testa.

“Tesoro, come sta Zayn ?”

Sua madre fece capolino nella piccola stanza, senza fare rumore, quasi come se anziché camminare, avesse volato.

Il castano sollevò lo sguardo dalla bevanda bollente e lo diresse in direzione della donna, che aveva preso posto di fianco a lui.

“Male” soffiò fuori, con dolore e rassegnazione.

“Mi dispiace così tanto, tesoro, questa situazione è orribile, e quel povero ragazzo, Harry, la vita a volte è davvero ingiusta” la madre prese una delle sue mani cominciando a disegnare cerchi immaginari sulle sue nocche con il pollice.

“Da ciò che mi hai detto, lui e Zayn sono come fratelli… deve soffrire davvero tanto in questo momento..” strinse con più vigore la mano del figlio prima di proseguire, scrutandolo attentamente.

“Però, tesoro, lui adesso ha te, e .. ti ha sempre avuto.. sono sicura che solo tu in questo momento sia in grado di aiutarlo, e soprattutto convincerlo a superare la sua paura. Capisco che possa essere difficile, dover affrontare un addio, ma sono certa che se adesso non va da lui, se adesso, non gli dice addio, se ne pentirà per il resto della sua vita”

Liam concordava pienamente con le parole di sua madre. Zayn doveva andare da Harry, doveva affrontare la sua paura, e sconfiggerla. Doveva condividere con lui gli ultimi ricordi e le ultime parole, perché in seguito le avrebbe rimpiante come sangue nelle vene.

“Lo so, mamma, credimi ci ho provato, ma.. è già un miracolo che sia qui, che mi rivolga la parola.. io non mi sono comportato bene con lui.. e adesso non  i lascia avvicinare, non si fida di me”

“Liam, caro, in questi mesi, ho avuto modo di conoscere Zayn, di apprezzarlo e comprenderlo, l’ho accettato proprio come un figlio in casa mia, sai perché ?”

Il castano le fece cenno di continuare.

“Perché quando Zayn varcava quella porta e i vostri occhi si incontravano, intorno a voi il mondo cominciava a svanire, di fronte al vostro amore, all’amore reciproco che legava i vostri sguardi, mi sono sempre sentita di troppo, così come di troppo erano le parole.”

“Mamma, che stai..”

“Liam, l’ho sempre saputo, e ne sono sempre stata orgogliosa e felice. Ho sempre aspettato il giorno in cui saresti venuto da me e mi avresti dato conferma delle mie supposizioni, ma non l’hai mai fatto, e questo credo che sia un po’ anche colpa mia. Forse, avrei dovuto farti sentire più protetto, più al sicuro qui, farti capire che non devi mai aver paura di mostrarmi e di mostrare al mondo ciò che sei, e soprattutto ciò che sei quando stai con Zayn. Quel ragazzo ti ha cambiato, ti ha cambiato in meglio, ti ha reso più forte e ti ha spronato a superare i tuoi paletti autoimposti. Il tuo viso, i tuoi occhi e tutto il tuo corpo reagivano di fronte a lui, tu nemmeno te ne rendevi conto, ma eravate come un’anima divisa in due corpi diversi. Quando ha smesso di venire a farci visita ho capito subito che aveste litigato, e mi è dispiaciuto moltissimo, perché ho sempre considerato Zayn come un figlio. Soprattutto, però, mi faceva male vedere come ti eri ridotto senza di lui. La tua luce si era spenta, eri tornato quel ragazzo insicuro e apatico che eri prima di incontrare lui. Ti dico tutto questo, tesoro, per farti sapere che io ti accetto, così come tuo padre, e fregatene di quello che potrebbero dire gli altri Liam, pensa solo alle persone che ami e che ti amano, perciò pensa a Zayn, adesso, va da lui e fai tutto ciò che puoi per stargli accanto, perché è solo di te che ha bisogno in questo momento”

Gli occhi della donna erano lo specchio esatto di quelli di suo figlio. Le lacrime scendevano lente e calde lungo le gote di entrambi, scaldando la pelle, così come le parole pronunciate da sua madre, avevano scaldato il cuore di Liam. Lei sapeva, lei lo accettava. Per tutto quel tempo, aveva vissuto nella paura del suo giudizio, e adesso che era arrivato, non poteva fare a meno di piangere, piangere e sorridere tra le lacrime. Se anche lei si era resa conto di quell’amore che li univa, forse allora non era tutto perduto, forse non l’aveva visto solo lui. L’abbracciò forte, imprimendole tutta la sua gratitudine, tutto il suo affetto, le schioccò un bacio sula guancia e corse verso le scale, diretto verso la sua stanza, verso l’amore.
 
 

Zayn era sul letto di Liam da quella mattina, il pigiama a quadri ancora in dosso e la testa affondata sul cuscino del castano. Tutto in quella stanza gli faceva male. Le pareti, cariche di foto, nessuna delle quali li ritraevano assieme, l’odore di pulito misto al dopobarba del castano, che tante volte aveva annusato direttamente dalla sua pelle, e poi quel letto. Lo stesso in cui dormiva da tre giorni, lo stesso che gli aveva visti tante volte uniti nel corpo, eppure sempre così distanti nello spirito. Inizialmente aveva rifiutato l’offerta del castano di andare a stare da lui. Sarebbe stato come cedere un'altra volta, come farsi calpestare ancora. Poi però, l’idea di trascorrere le sua giornate da solo col pensiero di un Harry morente su un letto d’ospedale, l’aveva convinto ad accettare. Questa volta aveva deciso che sarebbe stato lui il debole. Questa volta era troppo stanco per lottare ancora, per le battaglie degli altri e soprattutto per le sue. Era strano essere di nuovo li, dopo tutto quel tempo passato a chiedersi come sarebbe stato dimenticarsi una volta per tutte di Liam, dell’amore che aveva provato per lui. Quell’amore mai corrisposto davvero, quell’amore che si era frantumato sotto il peso delle menzogne del quale si alimentava. Quando Liam si era dichiarato apertamente a lui, in ospedale, si era trattenuto dal darsi un pizzicotto, tanto credeva impossibili tali parole pronunciate dalle sue labbra, quelle labbra che gli mancavano come l’acqua nel deserto, come il caldo del camino nei giorni d’inverno. Si era trattenuto anche dal baciarle quelle labbra. Perché non poteva rendersi un'altra volta succube di quel ragazzo. Alla fine però aveva ceduto, si era lasciato convincere, un ultima volta, si disse, da quegli occhi, quei due mondi così lontani ai quali aveva tanto spesso chiesto accesso, e altrettante volte gli era stato negato. Ci aveva letto paura al loro interno, paura di un rifiuto, decisivo, che avrebbe segnato il punto conclusivo di quella che era stata la loro storia. In fondo però ci aveva visto anche qualcos’altro, qualcosa che mai prima aveva visto in quegli occhi. Coraggio. Liam aveva paura, ma allo stesso tempo, aveva rischiato, si era messo in gioco per una volta, esponendosi davanti a lui, davanti a tutti, abbracciandolo, confessandogli i suoi sentimenti, senza negarli o celarli dietro maschere create apposta per camuffare la verità agli occhi degli altri. Solo allora Zayn aveva ceduto. Solo in quel momento si era lasciato cullare dalla speranza che forse questa volta Liam l’avrebbe amato come lui aveva sempre fatto, come aveva bisogno di essere amato in quel momento. Così si era ritrovato a condividere con lui il suo letto, per la prima volta senza fare sesso, senza nemmeno sfiorarsi. Eppure dormendo semplicemente uno accanto all’altro, Zayn si era sentito amato per la prima volta da lui.

“Hey”

La voce fresca e affannata di Liam gli giunse alle orecchie come una campana che lo riportava alla realtà, lontano dai suoi pensieri.

Si voltò verso di lui continuando a fissarlo senza emettere un suono.

Liam si avvicinò lentamente, quasi timoroso di una sua possibile reazione negativa. Poi si sdraiò vicino a lui, voltandosi su di un fianco in modo da poterlo guardare dritto negli occhi.

Il cuore del moro prese a battere a una velocità impressionante, se lo sentiva scoppiare, era certo che di lì a poco se lo sarebbe ritrovato in mano. Liam lo osservava con gli occhi pieni di desiderio, non un desiderio carnale però, quello sguardo lo conosceva bene. Il desiderio di Liam era un altro, molto più intenso e molto più profondo. Sembrava volergli scavare dentro e rimuovere tutto il marcio che lo attanagliava in quel momento.

“Zayn, non c’è bisogno che tu mi risponda, solo, ascoltami ti prego.” Così dicendo si avvicinò ancora di più portando le mani a cercare quelle del moro che se le lasciò stringere senza fare resistenza.

“Sai, Zay, abbiamo passato tante giornate stesi su questo letto, ma nessuna di quelle volte, è stata speciale come lo è per me questa. Non dico che fare L’Amore insieme a te non mi sia piaciuto, anzi, solo che dopo ogni nostro incontro, io cambiavo umore, perché se fino al momento prima mi sentivo al settimo cielo con te tra le mie braccia, con te nel mio corpo, dopo mi sentivo vuoto. E la colpa di questo è solo mia. Mia perché ero sempre io a cacciarti via, dopo aver finito, per paura che i miei ci trovassero insieme, mia perché ogni volta che venivo, stretto a te guardando dentro i tuoi occhi, mi mordevo la lingua, cercando di non far uscire quello che il mio cuore ha sempre saputo, e che ha sempre sentito. Tutto questo per colpa della mia insicurezza, e del mio egoismo. Si perché adesso lo ammetto, Zayn, sono solo un egoista, un egoista che fingeva di non vedere che tu soffrivi, e che arrivavi da me, con gli occhi rossi e gonfi, che reprimeva i suoi sentimenti, per paura di dover affrontare il giudizio della gente, e oltretutto un idiota, si, sono un idiota, che si è precluso per così tanto tempo la possibilità di essere felice e di amare la persona splendida che sei, solo per paura. Ma adesso non ho più paura di quello che la gente può pensare, o di quello che può dire. L’unica paura che adesso mi sta logorando, è quella di averti perso per sempre. E nonostante tutto continuo ad essere egoista, perché sono sicuro che dentro di te, tu senti ancora qualcosa per me, nonostante il male che ti ho fatto, e quindi, Zayn, ho deciso di essere egoista un ultima volta, dicendoti l’unica cosa che credo possa riportarti da me, da me che non merito il tuo amore, da me che non merito i tuoi occhi, le tua labbra il tuo corpo, ma soprattutto il tuo cuore. Ma lo dirò lo stesso, perché anche se io non merito nulla, tu invece, meriti tutto, ogni mio singolo respiro, ogni mio pensiero, e ogni battito del mio cuore. Questo perché io ti amo Zayn Malik, e ti ho sempre amato. Questa è l’unica cosa vera della mia vita, l’unica che non ho mai davvero saputo nascondere, se non ai tuoi occhi.”

Zayn si riprese una delle sue mani dalla stretta di Liam, e si asciugò una lacrima che scendeva lenta sulla sua guancia. Non si era nemmeno reso conto di aver iniziato a piangere. Il suo cuore e la sua mente erano carichi di emozioni. Le parole di Liam gli rimbombavano in testa come il suono di una campana. Non le avrebbe scordate nemmeno volendo, gli erano entrate sotto la pelle, ma soprattutto gli erano finite nel cuore. L’aveva odiato, disprezzato e denigrato. Ma più di ogni altra cosa l’aveva amato. E il suo cuore gridava nel suo petto, scalpitava in richiesta di un contatto maggiore, un contatto che andasse a suggellare quelle parole che Liam aveva pronunciato guardandolo dritto negli occhi, donandosi come mai aveva fatto. Allora cedette ancora Zayn , cedette a Liam, baciandolo, accarezzandolo, bagnandolo con le sue lacrime, le lacrime di un cuore che dopo il suo tradimento si era congelato, e adesso dopo quelle parole si era finalmente sciolto. Cedette Zayn, cedette all’amore.



 
 
 
Quando la madre di Liam aprì la porta della camera da letto del figlio non potè fare a meno di sorridere emozionata, alla vista dei due ragazzi abbracciati l’uno all’altro, i volti finalmente rilassati e le labbra incurvate in un sorriso. Quasi non se la sentì di svegliarli e rovinare tutto, ma doveva, non c’era tempo da perdere.

“Liam, tesoro svegliati”

Il castano mugugnò qualcosa stringendosi di più al corpo del suo amato, il quale invece aprì gli occhi ancora lucidi per l’emozione.

“Signora Payne, che succede ?” chiese, un po’ imbarazzato dalla situazione, nonostante Liam gli avesse raccontato del suo discorso con la madre.

“Si tratta di Harry”









**Saaalve! eccomi quà, con un pò di ritardo! avevo il pc in assistenza, ma per fotuna me lo hanno riconsegnato subito.. Allora passiamo al capitolo, questo credo sia il penultimo, poi ci sarà il prossimo che sarà l'ultimo e infine avremo l'epilogo.. oddio non mi sembra vero, questa storia è praticamente finita! :') ho voluto dare spazio agli ziam perchè mi sembrava giusto concludere anche la loro storia non lasciando nulla in sospeso.. l'idea che mamma payne sapesse già dei due piccioncini mi è venuta quando ho scritto dell'occhiolino di intesa che la donna aveva rivolto a Zayn il giorno in cui va da Liam e poi alla fine litigano.. giusto per intenderci.. quindi mi aspetto di sentire le vostre opinioni a riguardo.. e nulla vi amo come sempre! a presto un bacione e come sempre.. ripeto : nuova ff in cantiere passate e lasciatemi la vostra opinione! baci -Pat xx **


link altra ff !! ---->> 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2382194&i=1
 
   
 
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