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Autore: welcometomywonderland    29/01/2014    0 recensioni
-MOMENTANEAMENTE SOSPESA; PERDONATEMI.
Abbiamo lasciato i Cullen ad un destino più che mutevole.
Sopravvissuti allo scontro con i Volturi, sono tante le cose che possono accadere, dopo 40 anni.
Bella ed Edward, perderanno temporaneamente i poteri. Perchè?
Demetri, un volturo, parte per un viaggio alla ricerca di qualcuno. Chi?
Rory, si sveglia nel bel mezzo di una foresta assetata di sangue un giorno si e l'altro no. Cos'è?
There is no more end, si spera, è la risposta a questo e a tant'altro!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Demetri, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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Emm... pardon!
Scusate per il piccolo ritardo ma sono stata/sto male e veramente
non me la sentivo per niente di terminare il capitolo e pubblicarlo!
Ho aspettato giusto il tempo per riuscire di nuovo a scrivere frasi di senso compiuto ma...
Ditemi voi che orrore è uscito!
Scusate se c'è qualche errore, se me li segnalerete rimedierò il prima possibile!
Si, sono una vergogna.
Finalmente un capitolo con Jake e Nessie e... boh, sono da lapidare, lo so :3
Firmata la mia condanna a morte, che dirvi, anime?
Spero che il capitolo non faccia così schifo come credo,
fatemi sapere se è così o il contrario c:
(messaggi subliminali per spingervi a scrivermi recensioni, eheh!)

Per il resto ringrazio Jada96 per il commento alla storia che mi ha inviato per messaggio privato
e G_fever per la recensione spettacolare che ha lasciato per il capitolo precedente! *-*
Che gioia che siete!

Ho finito di ammorbarvi, ecco quà il capitolo!
Ali c:






17.Fratello?



Bella's POV
 

Entriamo nello spiazzo davanti casa.

Rimango ferma sotto la pioggia, non riesco a farne a meno dato che tutto è così diverso da quando ci sono stata l'ultima volta.

La casa è stata ripitturata ultimamente, di un arancione non troppo acceso, le finestre sono state cambiate, sono molto più ampie di prima, e spero meno difettose.

Tutt'intorno, come a creare un recinto, degli alti cespugli pieni di fiori creano un dolcissimo odore.

Risultato di circa... cinque tipologie diverse di piante.

E anche se sta piovendo la mia mente nel giro di due secondi riesce a determinare con precisione quali.

Rose, tulipani, margherite, rosmarino e... salvia.

Abitare nel bel mezzo della foresta ha fatto sì che il mio olfatto si abituasse e riconoscesse le svariate tipologie di piante senza grandi difficoltà.

Strano che la casa di Charlie sia così ben curata, da quanto ne so, sua moglie Sue, è tornata a La Push per avere intorno a se la famiglia, mentre suo figlio...

Suo figlio.

Suo figlio che tornato da una qualche università prestigiosa, ha deciso di ritornare sui suoi passi e intraprendere la fantastica carriera di poliziotto qui a Forks.

Ephraim, lo avevano chiamato.

Mio fratello.

Un fratello con cui non ho potuto passare tanto tempo.

Ebbene, secondo un qualche ragionamento che la mia testa non era riuscito ad articolare prima, in casa, doveva esserci stato anche lui.

Magari prima di trovare un appartamento proprio... si, doveva essere così.

Un piccolo particolare che prima non avevo notato adesso mi salta all'occhio.

Sotto al piccolo porticato ci sono delle scarpe, femminili.

E poi osservo la perfezione di quella casa.

Papà è in ospedale già da un bel po', abbastanza perché i fiori marciscano, il piccolo porticato si riempisse di polvere e la vernice iniziasse a sgretolarsi, o almeno ad opacizzarsi.

Cose che non si sono affatto verificate.

«Bella» Edward mi chiama.

«Qui abita qualcuno, ne sento l'odore» sibila Jasper nonostante ormai riesce quasi totalmente a tenere sotto controllo la sete.

«Diamine» borbotta Emmett mentre si passa una mano fra i capelli scuri: un interrogativo che si pone, fa sì che si formi una piccola ruga in quel volto perfetto.

Poi alza gli occhi su di me come se avessi una soluzione.

Non avevo minimamente pensato che avremmo dovuto convivere con un umano, per di più il mio fratellastro.

«E adesso che facciamo?» alzo gli occhi e li fisso su Jasper che mi sta osservando con un sopracciglio inarcato, segno che è leggermente infastidito.

«Abbiamo una camera per gli ospiti. Io ed Edward possiamo stare in camera mia, e voi due lì...» faccio finta di non aver visto l'occhiata maliziosa di Emmett e mi concentro sui rumori provenienti dalla casa.

Una manovella che si chiude, qualcosa che si schianta per terra, forse metallo? E un rumore... particolare.

Emmett ridacchia molto probabilmente chiedendosi cosa sarà stato.

Poi il rumore ovattato di piedi che salgono le scale, una porta che sbatte e il lieve sibilio di tendine che vengono scostate.

Alzo il volto verso il punto da cui proveniva quell'ultimo rumore e intravedo a malapena il volto che si era affacciato e ritirato velocemente appena si era accorto di essere stato “beccato”.

Una ragazza.

Direi troppo giovane perché fosse la fidanzata, ma anche la moglie di mio fratello.

Il suono del campanello mi fa risvegliare.

«Emmett!» Edward gli lancia uno sguardo truce.

«E se Bella avesse cambiato idea?» gli domanda gentilmente mentre si gira verso di me per sapere se è così.

«Troppo tardi!» risponde da sotto il porticato quel gigante senza cervello che è mio fratello lasciandosi ad una grassa risata.

Ottimo.

Faccio cenno ad Edward e mi avvicino alla porta sforzandomi di sorridere.

 

 


 

POV Renesmee
 

«JAKE!»

«Ti prego, aspetta... LASCIAMI»

«No. NO, LÌ NO!»

Mm, che dire? Non riesco a comporre nessun pensiero che abbia un senso.

E a quanto pare nemmeno a formulare una qualche frase capace di fermare Jake.

Siamo in camera mia e, arrivato inaspettatamente dopo la partenza dei miei, si è fiondato in casa, mi ha buttata sul letto e ha iniziato a farmi il solletico.

Cosa che odio profondamente dato che lo soffro ovunque!

Sto ridendo come un'emerita babbea da circa una mezzoretta, lanciando urletti qua e là, avendo crampi alla pancia e le lacrime agli occhi, ma lui non si ferma.

Anzi, ogni tanto pare che si sia stancato, che ne abbia abbastanza, ma non faccio in tempo a riprendere fiato che rincomincia.

Si sta divertendo anche lui, dato che quasi ride più forte di me e ha gli occhi stretti in due fessure più luminose che mai.

«Adesso me lo dici cos'hai? Ah? Me lo dici?» mi bisbiglia all'orecchio mentre con le mani scende a torturarmi i fianchi.

Vuole sapere il perché del mio comportamento di qualche giorno prima, quando ero scappata come una bambinetta perché mi sentivo a disagio.

Mentre mi contorco sempre più sicura di sembrare orribilmente ad un verme, cerco di rispondergli.

Vorrei rispondergli sicuramente no, perché la verità se la scorda proprio, ma non riesco che a far uscire una S strascicata che lui pare prendere per un si dato che ritira le mani nell'immediato lasciandomi finalmente respirare.

Aspetto che il mio respiro si regolarizzi, poi rotolo sulla schiena per ritrovarmi davanti agli occhi scuri di Jake.

«Allora?» chiede lui impaziente, i denti bianchi che spuntano fra le labbra carnose.

«Jacob Black, quanto è vero che sono una mezza vampira, non ti rivolgerò una sola parola per il resto dei miei giorni!» lo intimo, dato che è più che consapevole di quanto odi il solletico.

«Ma se sei immort-»

«Appunto» lo interrompo saccente.

Lui alza gli occhi al cielo per poi borbottare «Sei proprio figlia di Bella...»

Io ridacchio appoggiando la testa sul cuscino.

Jacob mi osserva, poi si alza in piedi avvicinandosi mentre io mi sposto per fargli posto sul letto.

Mi rannicchio con la schiena che poggia sul muro fresco, mentre lui si butta a peso morto affianco a me facendomi rimbalzare un paio di volte e nascere un sorriso sul mio volto.

«Sei proprio strana Ness» mi dice improvvisamente, io apro gli occhi e ritrovo i suoi così vicini da poter dire che vicino l'iride c'è una sottile striatura di verde.

«Da che pulpito...» il mio respiro che s'infrange sulle sue labbra.

La tensione nella stanza sale, i pensieri che affollano le nostre teste riecheggiano nella stanza.

«Ness, i tuoi scoiattoli si stanno dando da fare» ride come un bambino della sua battuta stupida.

Da quando ero piccola, i soliti cricetini che abbiamo nel cervello li avevo scambiati, con Jake, in fantastici scoiattoli di cui la foresta è praticamente infestata e che mi facevano e fanno ancora adesso impazzire.

«Se per questo anche i tuoi, cane» l'appellativo più offensivo, che per la cronaca mi aveva consigliato Rose, per un licantropo, o per lo meno per Jacob.

L'osservo: gli zigomi alti scolpiti e l'abbronzatura perenne, i capelli che sarebbero di nuovo da accorciare sul davanti dato che cadono in piccole ciocche color dell'ebano e coprono tutta la dolcezza di quegli occhi che tanto adoro. Quel naso tipico dei Quilete, e quelle labbra piccole ma carnose.

Labbra che improvvisamente umetta.

«Ness, ho capito che sei attratta da me e questo comporta la perdita di certe facoltà che normalmente, non comportano nessuno sforzo, ma sono cinque minuti che non apri più bocca, devo preoccuparmi?»

Fuoco.

Credo di stare bruciando.

Non sono più nel mio letto con quel cafone, ma nel bel mezzo di un falò.

Con i piedi, nel falò.

Altrimenti non saprei spiegarmi perché le mie guance stanno esplodendo.

«JACOB, MA COSA DICI!» punto le mani sul materasso e con un balzo raggiungo l'altro lato della piccola, microscopica direi ora, camera.

«Ness, scherza-»

«Cosa succede quì?» La testa piena di corte ciocche ribelli di zia Alice compare all'improvviso fuori dalla finestra.

«E tu da dove sbuchi?!» le domando agitata; se si fosse affacciata un attimo prima mi avrebbe trovata stesa a pochi centimetri da Jake.

«Molto contenta che tu sia felice di vedermi... Ma, che puzza Ness!» borbotta lei, e prima che possa scusarmi Jacob aggrotta le sopracciglia e ribatte «Ha parlato quella che profuma di morte!».

Io strabuzzo gli occhi mentre Alice rivolge una risata sarcastica a quel cane.

«JAKE! Alice, non fraintendere...» tento di rimediare a ciò che ha detto quell'idiota ma Alice non è Rose, e ha anche in simpatia i licantropi da tempo.

«Non ti preoccupare stella ma purtroppo, avete passato anche troppo tempo insieme per oggi. È ora di andare» mi sorride comprensiva facendomi l'occhiolino consapevole di tirarmi così, fuori da una situazione alquanto scomoda.

«Ma-» Jake prova a controbattere ma Alice lo ferma sul nascere urlando «Niente da fare bello, ci si vede!»

Raggiungo la finestra e vedo la zia ritornare da Esme, che ha un cestino pieno di fiori.

Mi rigiro verso Jake e alzo le spalle.

«Il capo ha parlato, ci vediamo Jake» esco dalla stanza accompagnata dallo sbuffo più rumoroso che io abbia mai sentito.


 

 

Un bacione a voi e al prossimo capitolo!

  
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