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Autore: fredlove    29/01/2014    6 recensioni
«Cambiando discorso. In ufficio, sembri diversa.»
«Come?»
«Diversa. C’è qualcosa che non va?»
«Nulla. » ingoiò un sorso di vino, sperando che lui non andasse oltre con il discorso.
Ma la speranza è vana, specie se si tratta di Oliver Queen e la sua testardaggine.
«Nulla, dici? Nulla a che vedere con le voci di corridoio? Con il modo di fare della Rochev. Nulla di nulla?»
Lei deglutì. «Non so dove vuoi andare a parare, ma lascia perdere. Okay?» lo guardò.« Intendo nulla. Fermo. Non fare niente.»
Oliver la guardò serio.«Posso..»
«No. Nulla,» poi cambiò tono di voce.
Da perentorio, era diventata dolce. «Non c’è bisogno. Non sono la ‘donzella in pericolo‘. So gestire i tuoi sbalzi d’umore, quindi una cosa simile è più facile.»
Lo sguardo scioccato di lui, la fece scoppiare a ridere.

[...]
Ho tentato.
Ma non so, nemmeno farmelo piacere.
Non riesco con Oliver e Felicity. Come se temessi di uscire troppo dai personaggi.
Leggete e ditemi se vi aggrada.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel migliore dei casi, la donna è una contraddizione.
Alexander Pope, Saggi morali . 1731/35






 
 
 
 


 
 
 
 
 
Felicity lo stava guardando interrogativa, da un quarto d’ora pieno.
«Come prego? Potresti ripetere?»
«Mia madre, ci ha invitati ad un brunch.»
Oliver l’aveva detto con naturalezza.
«Sarà divertente.»
«Perché tua madre, Moira Queen, mi ha … o per meglio dire, ci ha invitati ad un brunch? Posso capire che voglia te, ma io? Cosa le hai detto?» lo guardò. «Cosa le hai lasciato intendere?»
Lui era rimasto in silenzio, mentre le prendeva il cappotto e glielo porgeva. «Andiamo, dai.»
«Oliver, no. Tu hai uno sguardo da “sono Oliver Queen ed ottengo tutto”. Allora?»
«Fel, è solo un brunch. Okay ? Una cosa informale, senza impegno. »
«Oliver Queen. »
Oliver deglutì ma non lo diede a vedere.
A volte, seppur piccola , Felicity lo terrorizzava. E quando lo guardava in quel modo serio, era anche peggio.
«Di proposito, a mia discolpa, non ho lasciato intendere nulla a mia madre.» la spinse nell’ascensore.«Solo… che…ecco, sono stati Thea e Roy. »disse convinto.«E poi, ci saranno due amici suoi, di vecchia data, con il loro figlio.»
«Quindi io cosa dovrei fare? Non potevi chiedere alla cara Isabel di accompagnarti? Si sarebbe allenata a fare qualche sorriso, per lo meno!»
Oliver la guardò serio.
«L’ho detto ad alta voce, vero?»
«Già. »
«Beh, a mia discolpa, non è falso. La tua socia non sa nemmeno cos’è un sorriso.» finse di interessarsi ai bottoni della giacca, sentendosi sott’osservazione da Oliver.
«Se è per questo, nemmeno Oliver sorride. » azzarda Diggle.«Lo fa solo in certe circostanze, ma solo con una persona è sincero.»
Felicity guarda Diggle interrogativa, ma lui rimane fermo.
«Okay, ma solo per questa volta. Sia chiaro. Non intendo impressionare nessuno per te!» dice puntando il dito verso Oliver.
Lui annuì, mentre Diggle sorrideva e si chinava verso di lei.
«Sai che dovrai fingerti la sua fidanzata, vero?»
«COOOSA?»
Ed Oliver Queen considerò che l’isola alla fine non era niente male!
 
 

Resta calma. Non è niente di …così eclatante. Certo, non è niente fingersi la fidanzata di Oliver Queen solo per impressionare qualcuno che non conosci!
Era ciò che pensava, Felicity in quel momento. Mentre stringeva spasmodicamente la borsa tra le mani, rischiando anche di rovinarla.
Oliver allungò una mano, riuscendo a prenderle la borsa , per poi toglierle la giacca.
«Non ti ringrazierò mai abbastanza.» le disse chinandosi verso il suo orecchio.
«Una bottiglia di vino, questa volta non basta. È il minimo!» lei lo guardò di traverso.
Lui annuì, sorridendo poi quando vide la madre.
«Mamma, ti ricordi Felicity?»
«Oh, certo cara. È un piacere rivederti.»
«Un piacere anche per me, signora Queen-Steele. No, solo Queen? Steele? Non ricordo mai… mi scusi.»
«Moira, e dammi del tu. » la prese a braccetto, allontanandosi verso la sala pranzo.« Non essere in collera con Oliver. È anche colpa mia, so che è una cosa all’ultimo minuto…»
«Non si preoccupi, signora Queen. Moira.»
«Bene. E mi scuso anche per il poco tatto che avrà usato Oliver. Inoltre, da ciò che ho capito , sarai una di famiglia.»
«Felicity!»
Le braccia di Thea le circondarono il collo, in un abbraccio stretto. Mentre Oliver tirava un sospiro di sollievo, fingendosi per nulla preoccupato per l’ennesima occhiataccia che la sua assistente-amica-partner gli aveva rifilato.
«Sono contentissima di rivederti! Oh, Ollie ti fa sempre lavorare troppo.»
«Thea…»
«Andiamo, tra un po’ si pranza.»
Moira Queen stava facendo gli onori di casa, composta come sempre. Sorridendo verso Oliver e Felicity, e trascinava Thea.
«Arriviamo, Felicity voleva rinfrescarsi un attimo.»
«Bene.»
 

Oliver deglutì, mentre Felicity lo stava guardando seria ed a braccia conserte.
«Allora?»
«Cosa?»
«Giusto, dimentico che hai il cervello di un bambino di sei anni e che bisogna spiegarti tutto.» sibilò. «Cosa hai detto a tua madre? Di noi. »
«Nulla che non si possa sentire in ufficio. Le voci corrono, e sono giunte a lei.»
«E tu ovviamente invece di dire la verità, ossia che tra me e te c’è più una specie di reticolato in mezzo, hai confermato.»
«Tra me e te non c’è un reticolato. È che…»
«Per la vita che fai, ecc… ricordo cosa mi hai detto al ritorno dalla Russia.» disse con un tono mogio. Ma si riprese in fretta .
«Ho lasciato correre queste voci, anche perché per loro… è strano vedere Oliver Queen playboy miliardario senza una donna al suo fianco.»
«E certo, cosa c’è di meglio che confermare che vai a letto con la tua assistente!»
«Scusa.»
«Devo aspettarmi qualche sorpresa?»
«No. Almeno credo di no.» la guardò.
«Ricordati che posso esaurire il tuo intero patrimonio in meno di dieci minuti.»
«D’accordo. Prometto che finita la farsa, dirò la verità a mia madre. Okay?» le prese la mano.
Meglio non rivelarle che è colpa mia se mia madre pensa che siamo una coppia. Pensò mentre si avviavano verso gli altri ospiti. Lasciar intendere che non posso stare senza di lei, non credo sia stata una mossa giusta.
La guardò, al suo fianco. Sorridente e bella, in quel semplice abito verde scuro.
 
 
 
 
«Oliver, Felicity. Loro sono Jane e Carter White ed il loro figlio Ethan. » li presentò. «Loro sono Oliver e la sua fidanzata, Felicity.»
Oliver perse momentaneamente sensibilità alla mano, quando Felicity gliela strinse forte.
Me la farà pagare, me lo sento.
Lei sorrise a Moira, poi presentandosi tranquillamente agli ospiti, prima di fissare Oliver.
Ti manderò sul lastrico, sappilo. Sembrava dire il suo sguardo.
Con l’ennesimo respiro profondo, Oliver affiancò la ragazza mentre tra una parola e l’altra si accomodavano intorno al tavolo.
«Stavo dicendo a Carter, quanto stai facendo alla Queen Consolidated, come nuovo amministratore delegato Oliver.»
«Bene. Ma sai benissimo, mamma che senza l’assistenza di Felicity non potrei far nulla.»
«Oh, sei anche la sua assistente?»
La voce di Jane era stata accondiscendente. Come se si aspettasse il fatto che  “assistente va a letto con il capo”.
Thea represse un insulto, mentre seduta al suo fianco Felicity le toccò la mano per tranquillizzarla.
«Certo, sono la sua assistente. E se posso essere sincera, evito di pensare alla mia vita privata sul lavoro.»
«Se non fosse per lei, mio fratello sarebbe perso.» emise Thea.
«Esatto.»
Bene, se continua a guardarmi così è sicuro che entro la fine del pranzo mi avrà mandato sul lastrico.
Felicity sorrise a Thea, con gentilezza. Per la vendetta contro Oliver, c’era tempo.
«Roy, tu che fai?»
« Avevo preso un anno sabbatico al college, ma ho deciso che vivere ogni esperienza di persona, è ancor meglio che stare seduti ad un banco. Sinceramente parlando, sono solo un cameriere nel pub di Thea, il Verdant. All’occasione, anche buttafuori. Vengo da The Glades, ogni nuova opportunità la prendo al volo. »
«The Glades. Volevamo far costruire un centro di pronto soccorso bene attrezzato, o solo un piccolo ospedale. Peccato che con il terremoto tutto è andato in fumo.»
Oliver trasalì ma non lo diede a vedere, ringraziando Felicity che gli aveva stretto la mano.
«Un pronto soccorso, è quello che ci vuole da quelle parti.» continuò Roy.
Aveva capito che si stava creando una qualche tensione, così aveva deciso di far leva sulla sua parlantina.
«Oh, ma ho sentito che The Glades non è molto sicuro.» disse Jane.
«Il Verdant è nel The Glades. Eppure nonostante il terremoto, è ancora in piedi.» emise Felicity, mentre Thea le sorrideva. «C’è sempre gente che se può aiutare, lo fa. Senza pensare alle conseguenze. »
«Parli del vigilante? Chi è che si fa chiamare ‘Arrow’? » emise sarcastico, Carter. «È ridicolo.»
«È un eroe
Felicity l’aveva detto senza pensarci.
«Ha salvato molte vite. » disse Roy. «Ridicolo è chi non fa nulla per rimediare. Lui ci prova.»
Oliver intanto stava guardando ancora Felicity.
Si fida così tanto di me?
«Cosa fai Ethan?» domandò Moira.
«Insegno Matematica Applicata, alla vita di tutti i giorni. Anche se con la mia età, non si direbbe. Ho anche partecipato a qualche conferenza.»
«Ethan fa il modesto. Ha scritto vari libri sul come applicare la matematica. È molto ben visto al MIT, e gli hanno offerto anche una cattedra.»
«Non è molto difficile usare la matematica. Se pensiamo che anche l’FBI sia avvale di aiuti matematici per catturare i criminali.» disse Felicity.«Quando fai una ricerca particolare, usi una serie di parole, numeri, informazioni a caso. Ma non sempre trovi ciò che cerchi, perché cadono spesso in un analisi troppo affrettata. Come nella pesca., getti la rete e aspetti. Ma se punti ad un solo tipo di pesce, sai che devi scegliere il punto dove si riproduce, l’esca giusta, anche il metodo di gettare l’amo. Se conosci ogni variabile, il pesce sarà pronto in tavola per l’ora di pranzo.»
Ethan la guardò.
Mentre Oliver, sorrise con orgoglio prima di dire «Non è quel tipo di bionda.»
«Non c’è timore che tenga, a dover costruire un ospedale in The Glades. » continuò Felicity, sorridendo verso Roy. «La gente sbaglia, e prende decisioni irrazionali. Non c’è differenza, in questo caso, tra la gente ricca e quella non. Scelgono dove vivere, secondo ciò che sente giusto. Ma vivere in un grattacielo in un centro ben saldo, o in una zona sismica non è tanto diverso.
È tre volte più probabile morire soffocati nel proprio letto, che non in un terremoto. Come essere uccisi mentre si compra un pacchetto di sigarette, o un biglietto della lotteria, e non vincere lo stesso. »
Roy le sorrise. Thea anche.
Mentre lei si sentiva in imbarazzo. Quando parlava di matematica diventava tutt’altra persona.
«Come ho detto prima, lei non è quel tipo di bionda.» continuò Oliver « Inoltre ha conseguito la laurea al MIT. »
Jane che stava bevendo, si strozzò quasi con l’acqua e cercò di darsi contegno.
Thea sembrava volesse gridare ‘Felicity 1 – Ospiti 0” con tanto di cartellone.
«E sei finita come sua segretaria?» sviolinò Jane.
Lei non si lasciò toccare minimamente.« Sono con lui per amicizia. Non per altro.» disse sincera.
«E spero vivamente di poter vedere qualche nipotino.» emise Moira, alludendo ai due. «Inizio a sentirmi vecchia. Vorrei sentirmi chiamare nonna.»
«Oh, mamma non sei vecchia. » continuò Thea. «Ma hai ragione, basta che Oliver si decida… e ti darà dei nipotini intelligenti come la nostra Felicity.»  sottolineò divertita.
Mentre Felicity arrossiva, e fingeva di bere.
«Da come va con Roy, potresti essere tu a darle dei nipotini.» disse Oliver.«Vero, Speedy?»
Roy guardò Moira. Ingoiando sonoramente il boccone di carne, prima di fare un sorriso accennato.
«Quindi tu, per amicizia, ti neghi ogni opportunità?» continuò Jane. «Certo ridursi a portargli il caffè…»
«Lei non mi porta il caffè. » sorrise Oliver. «Anzi, sono gli altri che lo portano a lei.»
«Comunque, perdonatemi se mi permetto… non sembrate fatti l’uno per l’altra.»
Felicity la guardò interrogativa, esortandola a continuare mentre Raisa portava in tavola il dessert.
«Ecco a lei, signorina Smoak. Esclusivamente senza noci per lei. Il signor Queen si è premurato di ogni cosa.»
«Grazie, Raisa. E grazie anche a te, Oliver.»
«Continui, signora White. Da cosa può dire che io e Felicity, non siamo fatti l’uno per l’altra?»
«Suvvia, sei sempre sui tabloid. Una donna diversa ogni settimana. Sempre alla ricerca di qualcosa.»
«Stando sull’isola, sono cambiato. Certo sembra una strana frase fatta. Ma è così. Felicity è l’unica donna… che mi ha sorriso sinceramente la prima volta che ci siamo conosciuti. Lei non mi chiede come sto, o come mi sento. Lei lo sa e basta.» la guardò, prima di prenderle la mano. «Con lei dimentico i cinque anni che ho passato sull’isola, e tanto mi basta. Vuole svuotarmi il conto in banca? È autorizzata se lo ritiene necessario.»
«Fel, se decidessi di farlo… mi lascerai qual cosina, vero?» la stuzzicò Thea.
«Certo. Lasciamo i due ragazzi, e ce ne andiamo sole alle Hawaii»
Oliver sorrise, mentre Roy scuoteva il capo. «Donne e soldi.»
Moira rimase incantata dal sorriso genuino del figlio. Ringraziando mentalmente Felicity, sapendo che era lei la causa.
 
 
 
«Grazie.»
Oliver le aveva offerto il letto, per un momento. Sapendo che non avrebbe resistito a lungo.
«Il tuo letto è così grande.» emise lei. «Una bottiglia di vino può bastare. In fondo mi sono divertita.»
Lui annuì, mentre la faceva poggiare contro il petto. «È stato fantastico vedere le loro espressioni, mentre parlavi di applicazioni matematiche.»
«Ehi, bionda sì… ma non stupida.»
«Non sei stupida. E tanto meno bionda, no?» sussurrò.
«Prova a dirlo a qualcuno, e sei un uomo morto Oliver Queen.» sollevò il viso, trovandosi a qualche millimetro dal suo. «Grazie anche per il dolce. E tranquillo, il tuo conto in banca rimarrà intatto.»
«Sono sollevato.» sorrise. «Fel, posso baciarti?»
«Credi possa entrare qualcuno?»
«No. Voglio solo farlo.»
«Oh.»
Rimase immobile, stupita, quando lui posò le labbra sulle sue. Prima di mandare al diavolo ogni ragionamento razionale, e socchiudere le labbra concedendogli l’accesso alla sua bocca.
«Grazie.»
«Mh. Continua a baciarmi e sta zitto.» poi si staccò. «Non l’ho detto ad alta voce, vero?» si nascose il viso tra le mani, mentre Oliver rideva.«Smettila! Dio ..come.. tu! Ti detesto.»
«Però vuoi che continuo a baciarti…»
Lei gli lanciò un’occhiataccia, prima di cedere nuovamente ai suoi baci.
























Nda: Piccola nota. L'applicazione matematica di cui parla Felicity, è grazie a Charlie Epps che so di cosa si tratta. XD 
Ho guardato così tanto Numb3rs, che qualche informazione matematica l'ho memorizzata. *fiera di me u.u* 
A parte questo, spero il capitolo vi sia piaciuto. 
 
   
 
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