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Autore: alicew in wonderland    31/01/2014    2 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
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Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Venerdì 31 Gennaio 2014

EPISODIO XIV: DON’T YOU WORRY CHILD

 
Jo guardava il telefono dell’ufficio, muto. Si mordicchiava le unghie, appoggiata in piedi al muro, aspettava e aspettava, finché a un tratto, finalmente, il telefono suonò
«Detective Danville!»
«Ciao Jo!» rispose Mac con voce assente
«Speravo tanto chiamassi! Come sta tua madre?»
«Non bene! I medici dicono che questi sono i suoi ultimi giorni!» disse sospirando
«Mi dispiace tanto per te! Fatti forza!»
«Ti devo ancora ringraziare per avermi fatto da babysitter con i bambini!»
Jo sorrise «Era il minimo! Non ti preoccupare!» Jo sentì un singhiozzo di Mac «Mac! Coraggio! Se tua madre ti vede piangere intuirà qualcosa! Cerca di tenerle su il morale!»
«Hai ragione!»
Jo sorrise un’ultima volta, prima che sul suo volto comparisse un’espressione cupa vedendo un notiziario nel laboratorio «Tu non puoi capire cosa è appena successo!»
«Cosa è successo?» chiese Mac allarmato
«Un autista di scuolabus è appena stato trovato morto!»
 
Jo arrivò con Angela e Lindsay sul luogo dell’omicidio raggiungendo Sheldon
«Un colpo a bruciapelo!» disse Sheldon
«Qui vicino c’è l’asilo di Lucy e oggi la sua classe andava in gita allo zoo di Central Park!» disse ad un tratto Lindsay preoccupata
«Ho portato il necessario per identificare sul posto la vittima!» disse Angela prendendo un tablet «Ci sono i documenti?» chiese a Sheldon
«Sì! Carl Dugan!» disse mostrandoglieli e imbustandoli nel sacchetto di plastica «Il proiettile non è più all’interno del corpo!»
«Come fai a dirlo?» chiese Jo chinandosi «A me sembra che non possa essere uscito! Non c’è una grande presenza di sangue qui dietro!»
«Mi deludi Jo! Questo però è il lavoro che preferisce Danny e non ti biasimo se…» Sheldon voltò il corpo mentre Lindsay scattava delle foto «…non vedi che ci sono una dozzina di fori d’uscita!»
Lindsay era allibita «Come è possibile?»
«Non è un proiettile convenzionale! Questo è fabbricato in casa unendo vari pezzi! Se lo analizziamo, scommetto che troveremo dell’Antimonio!»
«Quindi non è semplice piombo!» dedusse Jo
«No! Questi proiettili rimangono intatti se impattano con un corpo freddo e si rompono se impattano con una superficie calda!»
«Sono proiettili pericolosi allora! Potrebbero oltrepassare un giubbotto antiproiettile!» esclamò Lindsay posando la reflex.
Angela terminò con il tablet «Il nostro autista doveva portare la classe dell’asilo a Central Park! Direi di spostare le nostre ricerche sullo scuolabus prima che succeda qualcosa ai bambini!»
Lindsay rabbrividì «Lucy!»
 
Mac si accostò al letto della madre
«Perché continui a restare qui? Christine ha sicuramente bisogno di te a casa!»
«Ne abbiamo parlato, mamma! Lei è d’accordo sul fatto che io stia qui con te!» sorrise prendendole la mano
«Sai che sta per finire tutto? Te lo leggo negli occhi!» Mac chinò lo sguardo «Ci sono due cose che devi sapere! Però, perché possa raccontartele, devi andare a casa, prendere in un vecchio scatolone in cantina un album di foto color lavanda e portarlo qui!» Mac le annuì e uscì.
All’esterno Mac prese la macchina che aveva posteggiato e si mise alla guida per raggiungere la villetta di famiglia.
La cantina era sporca, ma vi era un unico scatolone, lo aprì e trovò l’album color lavanda chiuso con un lucchetto. Tornò in ospedale con l’album e lo porse a sua madre.
Millie prese una chiave da un vecchio medaglione che portava al collo e fece scattare la serratura
«Credevo che lì dentro ci fosse solo una vecchia foto di famiglia!»
«Sono anni che non ti vedo sorpreso per qualcosa!» disse la donna debolmente «Aprilo!»
«Questo sono io?» disse Mac indicando un bambino di almeno un anno con gli occhi azzurri. Sfogliò altre due pagine, in quelle foto aveva circa tre anni, «Chi è questo altro bambino? Non mi ricordo di averlo mai visto!»
«Lui è tuo fratello!»
 
 Danny cercò di mantenere la calma
«Non si sono ancora fatti sentire?»
«No! Non sappiamo nulla di loro!» disse Jo
Danny guardò Lindsay preoccupata appoggiata a un muro
«Ce la faremo! Ritroveremo Lucy e gli altri bambini!»
Lindsay annuì «Ho chiamato gli altri genitori e adesso stanno arrivando! Spero solo che i rapitori si facciano sentire!»
Angela stava aspettando istruzioni accanto a un computer. Quando sollevò lo sguardo, rimase molto sorpresa dal vedere Christine avviarsi furtivamente verso l’ufficio di Mac
«Mi scusate? Dovrei andare in bagno!» disse costruendosi un alibi convincente
«Vai, ma torna presto!» la ammonì Jo.
Angela seguì Christine e la vide mettere dei guanti in lattice alle mani per prendere il caso di Romilda Bownes sulla scrivania
«Ciao Christine!»
«Angela!» disse Christine voltandosi verso la porta «Mi hai spaventata! Per quale motivo sei qui?»
«Veramente dovresti dirmelo tu!» disse Angela chiudendo la porta «Andiamo sotto la scrivania! Non ho detto a nessuno di averti vista!»
Christine spostò la sedia e si mise a sedere sotto il tavolo «Cosa vorresti sapere?»
«La verità!»
 
«Bambini, adesso facciamo un gioco!» disse uno dei rapitori con il passamontagna facendo scendere dallo scuolabus i bambini «Vi mettete tutti qui e facciamo una bella foto con anche la maestra!»
Lucy teneva per mano una sua amichetta e le sussurrò all’orecchio «Non ti preoccupare! I miei genitori ci troveranno!»
«Come fai a dirlo?» chiese la bambina dalle trecce nere
«Sono poliziotti! Poi c’è il mio padrino che è il grande capo! Ma mio papà basta per trovarci! Una volta ha risolto un qualcosa in pochissimo tempo!»
«Se è così, perché non siamo a casa dalla mamma?»
«Aline devi avere pazienza!»
I due uomini si avvicinarono alle bambine «Andate con gli altri forza!»
Le bambine camminarono verso i compagni e si allinearono in fila per poter fare la foto di gruppo .
La foto istantanea venne messa in una busta insieme a un foglio e su di essa venne messo l’indirizzo del dipartimento di polizia di New York.
 
Mac guardò la madre con uno sguardo scuro e torvo «Perché tu e papà non me lo avete mai detto?»
«Cosa potevo dirti?» sussurrò Millie
«Almeno informarmi della sua esistenza! Anche se non c’era più era un mio diritto sapere che una volta avevo un fratello! Perché avete scelto di salvare me e non lui?»
«Perché quando ci siamo ritrovati a scegliere tra te e Boyd, lui era quello con più danni dei due! Avevate tre anni!» sospirò «Io vi volevo salvi entrambi, ma i medici ci hanno detto che c’era poco tempo e una sola sala operatoria! Dopo l’incidente che avevamo subito le vostre condizioni si erano aggravate! I medici ci hanno consigliato di salvare te, il tuo trauma cranico era meno grave! Hai perso ugualmente la memoria e di quell’incidente non ricordi nulla di tutto quello che è successo prima! Non riuscivi a riconoscere nemmeno me e tuo padre!»
«Mac e Boyd! Immagino che, quando sono nato, tu non sapessi fossimo in due!» disse Mac
«No non lo sapevo! È stata una bella sorpresa!» fece una pausa soffocando le lacrime «Tutti i giorni sono andata su quella tomba con tuo padre e poi da sola! Perdonami se non te l’ho mai detto!»
Mac le prese la mano «Ti perdono!» sorrise «Hai detto che c’erano due cose che dovevo sapere. Qual è l’altra?»
«L’altra riguarda tua moglie…»
Un medico entrò nella stanza interrompendo Millie
«Tenente Taylor, dovrebbe venire un minuto di là a firmare delle carte!»
«Torno subito! Riordina i pensieri e parleremo di Christine!» disse Mac alzandosi.
 
Angela dovette tornare al computer. Si voltò a guardare Christine uscire con una chiavetta USB in mano «Spero solo di non aver fatto una stronzata!»
«Come Angela?» disse Jo guardando il monitor «Che cosa hai combinato?»
«Niente Jo! Non pensare subito male! Sai quando torna Mac?»
«Appena avrà risolto a Chicago la storia di sua madre! Perché?»
«Perché credo che debba parlare con Christine! Lei mi ha chiamata sul cellulare!»  
Jo si mostrò preoccupata «Ha problemi con i bambini?»
«No con il lavoro!»
In quel momento Flack arrivò con una lettera «Chi vuole possibili impronte digitali e DNA?»
Jo sorrise mettendosi i guanti in lattice e prendendo la lettera sparì nel laboratorio.
Lindsay intanto cercava di tranquillizzare gli altri genitori
«Ascoltatemi! Stanno già analizzando la lettera presto sarò in grado di mostrarvela!»
«Dove sono i nostri figli? Vado io a fare a pezzi quegli stronzi!»
Danny entrò nella stanza «Ho qui la lettera! Vogliono 20 000 $ a bambino! Sono trenta, fatevi due calcoli!» si sporse verso Lindsay «Niente impronte o tracce di DNA! La lettera è stata consegnata a mano e adesso stanno ricercando la calligrafia!»
«Tra qualche ora avremo qualcosa!» disse seria Lindsay ai genitori.
 
Mac rientrò nella camera della madre e la vide immobile nel letto. Si mise con la schiena contro la parete cercando di soffocare le lacrime chiudendo gli occhi e mantenere un respiro regolare.
«Permesso?» chiese una voce maschile dalla porta.
Mac aprì gli occhi e si staccò dal muro «Prego!»
L’uomo che entrò guardò per un secondo Mac negli occhi. L’uomo aveva gli occhi marrone scuro e i capelli bianchi, era alto e portava il collarino ecclesiastico
«Tu devi essere Mac!» esclamò
«Sì! Non ricordo chi sia lei!»
«Mattew Kane, il prete che ha fatto visita a tua madre una volta alla settimana da quando è morto Boyd! L’ultima volta che ti ho visto eri un bambino di sei anni!»
Mac fissò per un attimo l’uomo e indagò il suo volto dietro gli occhiali spessi
«Scusi, ma davvero non mi ricordo! Non ricordo molto di quegli anni!»
«Era Agosto! Dovevi cominciare la scuola a Settembre!»
«Allora i sei anni dovevo ancora compierli!»
L’uomo sorrise «Sentite condoglianze Mac!»
Mac inclinò verso l’alto l’angolo sinistro della bocca, in segno di gratitudine
«Voleva dirmi un sacco di cose! Voleva parlarmi di mia moglie e accennare qualcos’altro di mio fratello!»
«Di Boyd posso parlarne io!»
Mac si asciugò una lacrima «Mi piacerebbe poter parlare con lei!»
«Ti aiuto a organizzare il rito funebre. Lo potrei celebrare io, se per te va bene!»
«Certo!»
 
«E tu come ti chiami?» Lucy era immobile davanti al primo rapitore e lo fissava senza parlare «Hanno detto tutti il loro nome e cognome piccina!» Lucy restava immobile respirando a fondo «Tesorino, ti conviene parlare!» disse l’uomo indicandole il socio «Lui non è così buono con i bambini!»
Lucy prese un profondo respiro «Mi chiamo Lucy Messer!»
«Bene, Lucy! Mamma e papà che lavoro fanno?»
«Sono…» si morse il labbro «Sono Detective!»
«Cavolo! Sono bravi?»
«Sì!»
«Scommetto che questa volta non ti troveranno cara mia! Non hai paura?»
Lucy rise «Non ho paura! Voi non conoscete i miei genitori e il mio padrino! Se non mi trovano mamma e papà ci penserà lui! Sarete voi a dover avere paura!»
«Piccola impertinente!» disse il socio del primo alzando una mano per colpirla
«Tranquillo!» lo calmò il primo «Sono sicuro che questa bambina ha solo la lingua un po’ troppo lunga e che d’ora in avanti farà la brava! Non vuoi certo che il mio amico ti renda irriconoscibile agli occhi di mamma e papà?»
 
Christine era divisa tra i gemelli e il suo computer
«Chissà come sta Mac!» prese il cellulare e compose il suo numero «Pronto?»
«Christine! È bello sentire la tua voce!» disse Mac singhiozzando
«Mac, è successo… mi dispiace!» rispose lei corrugando le sopracciglia
«Dobbiamo farci forza a vicenda!»
«Sì Mac!» sorrise Christine «Le nostre madri non vorrebbero vederci così abbattuti! Quando c’è il funerale? Voglio esserci!»
«No Christine! Ci sono i gemelli a cui badare! È meglio se resti con loro!»
«Ho bisogno di tenere impegnato mio padre e i gemelli sono l’ideale! Dimmi tra quanto c’è il funerale!»
Mac sospirò «Domani in chiesa! Vengono i miei parenti più stretti!»
«Prenoto un volo e arrivo! Ti scrivo quando sono in aeroporto!»
Mac singhiozzò un’altra volta «Ok! Ci sentiamo dopo!»
«Non piangere più! Lei ti sarà sempre accanto!»
«Vale anche per te!» disse Mac notando un cambiamento nella voce di Christine «Aspetto un tuo messaggio!»
«Ok! Ti amo!»
«Anche io!»
Christine chiuse la telefonata e guardò la posta elettronica. C’era un nuovo messaggio e si affrettò a leggerlo:
“Time up! It’s time to restart to work!”
Christine sbuffò e si affrettò a rispondere “Not now! I’ve got some family affairs to do!”
La risposta arrivò quasi istantanea “You’re supposed to be available on Sunday!”
“I can make it!” rispose un’ultima volta Christine.
 
Lindsay cercò di capire dove si trovava il posto per lasciare i soldi
«Jo, non credi che dovremmo chiamare Mac?»
«Ho appena parlato con Christine! È morta sua madre ed è meglio non farlo preoccupare!»
Danny sobbalzò «Trovato! È un vecchio magazzino!»
«Abbiamo ventinove coppie di là che non si accontenteranno del luogo dei soldi e vorranno sapere altro!» disse Lindsay.
Flack arrivò con un foglio «Ragazzi la situazione comincia a precipitare!» mise il foglio in mano a Jo
«Cos’è?» chiese Danny
«L’FBI interviene! Manderà un suo agente speciale!» rispose sbrigativa Jo «Devono controllare che siano effettivamente i soggetti che stanno cercando!»
«Ci metteranno in contatto con questo agente?» chiese Lindsay
«No! Verrà il responsabile degli agenti speciali qui da noi! Ci darà informazioni su chi sono i rapitori! Hanno riconosciuto il loro modus operandi e soprattutto le pallottole usate!»
«Dovremo cooperare con l’FBI?» chiese Flack
«Ho paura di sì!» sospirò Jo
Angela, rimasta a fissare Jo per tutto quel tempo, disse «Sai qualcos’altro, vero?»
«Sì! Avendo lavorato con loro per anni potrebbero fidarsi ciecamente di noi e, visto che Mac non c’è, potrebbero chiederci più collaborazione di quella che ci aspettiamo!»
 
L’aereo atterrò e Christine scese con il cellulare in mano, pronta per scrivere a Mac, quando qualcuno la chiamò. Riconoscendo il numero, dovette rispondere
«Si può sapere cosa vuoi?!»
«Stai andando da lui, vero? Ancora non capisco come tu abbia potuto sposarlo!» quella voce maschile scoppiò in una fragorosa risata
«J.J. non cambierai mai! Tu non credi che io possa provare emozioni come qualsiasi donna!»
«Tu non sei una donna qualsiasi Chris!» rispose  l’uomo «Lui non ti ha dato nessun diminutivo e crede che tu sia una povera fanciulla da proteggere! Come ci si sente a recitare un ruolo più spesso?»
«Non sto recitando! Con lui non ho mai finto! Non ho bisogno di apparire diversa!»
«Perché non gli hai detto del tuo segreto?»
«Perché sto cercando di uscirne! Ho due figli, sono innamorata e ho un lavoro che mi garantisce un reddito sicuro!» urlò Christine entrando nel bus che doveva portarla all’aeroporto «Un giorno gli parlerò del mio passato! Questa è l’ultima volta che ti faccio questo favore! Sia chiaro J.J., io mollo tutto!»
L’uomo dall’altra parte rise «Non finisce così Christine! Noi sappiamo chi sei e come trovarti! Quindi fai la brava e fai ancora qualche lavoretto per noi! Ce ne è uno lì a Chicago! Potresti risolvere tu la faccenda al posto mio! Ce la fai ad allontanarti?»
«Veramente devo chiamare Mac per farmi venire a prendere!»
«Capisco! Risolvi il funerale! Stanotte accendi il cellulare e tieniti pronta a seguire le mie istruzioni!» Christine fece per riattaccare il cellulare
«Ah, Christine! Mi dispiace immensamente per tua madre! Sono lieto di aver potuto partecipare al funerale! Una cerimonia semplice, ma carica di sentimento! Ultimissima cosa! Il viola non ti dona! Torna ad usare il blu!»
Christine si guardò intorno e lo vide all’ingresso del terminal «Bastardo!» mise nuovamente mano al telefono e compose il numero di Mac «Guarda cosa mi tocca fare per non parlare con J.J.!»
 
Jo strinse la mano di un uomo nel corridoio e guardò Angela arricciare il naso dal laboratorio
«Detective Danville, spero potremo avere una proficua collaborazione!»
«Detective Glasgow! Me lo auguro anch’io!» disse mentre Jo lo faceva accomodare nel suo ufficio
«Vado a prendere tutta la documentazione sul caso!»
Jo uscì passando davanti all’ufficio di Mac e notò che i casi irrisolti non erano impilati come al solito: erano troppo perfetti.
Si ricordò in quel momento una scena avvenuta tempo fa all’interno di quell’ufficio: Christine era tenuta d’occhio da Mac e da tutta la squadra a causa della Primula. Lei non aveva nulla da fare e così si era messa ad impilare alla precisione tutti i casi irrisolti sulla scrivania di Mac, rispettandone l’ordine.
Jo trasalì e si diresse verso il laboratorio
«Angela! Cosa è successo nell’ufficio di Mac?»
«Assolutamente nulla! Perché?»
«Perché lui non impila in quel modo i casi irrisolti! Sappiamo bene che c’è una persona sola che li impila così! È per caso venuta Christine?»
«Cosa dici? No! certo che no!»
Jo era poco convinta, ma lasciò Angela alle prese con una ricerca di indirizzi da cui poteva provenire la lettera, prima di prendere i fascicoli e andarsene.
«Di chi è l’ufficio difronte al suo?» chiese il Detective Glasgow dell’FBI
«Del mio superiore: il Tenente Mac Taylor!»
«Ho dato un’occhiata alle foto… conosco la donna che è al suo fianco in quella sulla scrivania! Che rapporti hanno?»
«Sono sposati!»
«Dica al suo collega di stare attento! Quella donna non è chi dice di essere!»
«Cosa intende dire?» chiese Jo
«È pericolosa! Capace di uccidere!»
«Credo che lei si stia confondendo con qualcun altro!»
«Christine Whitney! Questo è il suo vero nome! Lei con quale la conosce?»
«Con quello!»
Il detective dell’FBI si irrigidì «Santo cielo! Allora è vero quello che mi aveva scritto!»
 
Mac guardò la bara della madre un’ultima volta, prese un pugno di terra e lo gettò sopra di essa. Tutti gli altri parenti e amici intervenuti alla funzione lo imitarono e anche Christine, che lamentò un dolore alla spalla quando Mac la abbracciò.
«Stai bene?» le chiese Mac
«Sì! Non preoccuparti! Ho solo dormito male!» rispose lei prendendogli una mano e guardando la tomba del padre di Mac accanto a quella di Millie «Non sapevo avessi un fratello!»
«Io l’ho scoperto da mia madre poco prima che…»
Alcuni parenti si avvicinarono per abbracciare Mac
«Verremo a trovarti a New York! È una promessa!» dissero due ragazze di trent’anni.
Altri parenti si fecero avanti tutti con le stesse parole e con gli stessi volti intristiti. Mac salutò e ringraziò tutti.
Quando lui e Christine rimasero soli, davanti alla tomba, la prese per mano
«Andiamo! Voglio sistemare casa prima di tornare a New York!»
 
Danny terminò di mettere insieme la cifra necessaria per il riscatto quando il telefono suonò
«Messer!»
«Ciao Danny, sono Christine! Sono con Mac a Chicago e non riesco a rintracciare Jo! Avrei bisogno di un favore!»
Danny si alzò dalla scrivania «Dimmi tutto!»
«Potresti andare a casa mia e controllare che mio padre e i bambini stiano bene?»
«Nessun problema!» disse Danny preoccupato
«Il caso che state tentando di risolvere non va nella giusta direzione?»
«No! Hanno preso lo scuolabus di Lucy e siamo tutti agitati! Per fortuna è arrivata l’FBI! Forse loro possono aiutarci!»
Mac prese il telefono dalle mani di Christine
«Aggiornami sul caso! Tra qualche ora sono di ritorno e ho bisogno di non pensare a determinate cose!»
«Hanno rapito i bambini dell’asilo e c’è anche Lucy tra di loro! L’FBI ci aiuta, ma non conoscono l’identità dei rapitori e dicono che manderanno un agente speciale a risolvere la situazione! A grandi linee, la situazione è questa!»
«Perfetto! Sto arrivando!» disse Mac chiudendo la telefonata.
Danny rimase sorpreso e poi uscì dall’ufficio «Angela vai a casa di Mac e controlla il padre di Christine e i bambini!»
«Sistemi tu qui?» chiese Angela indicando il computer «È un rapporto da inviare a Sinclair! Vuole i dettagli dell’operazione, ti aiuta Sheldon!»
 
Jo era ancora a parlare con il Detective dell’FBI
«Non sapevo che Christine…»
«Quello che le chiedo è semplice: fare in modo che Mac Taylor e Christine partecipino a quel ballo separatamente! Che ci vadano senza aspettarsi di incontrarsi! Risolveranno la situazione, per certo, con un divorzio!»
«E dopo?»
«Bisognerà vedere! In genere i capi del mio programma optano per l’eliminazione!»
«Ci sono due bambini di mezzo! Non potete…»
«Non mi riferivo alla madre! Lo sa che il Sergente Russell è stato trovato morto nella sua cella?»
Jo rabbrividì «Mi sta dicendo che dovrei aiutarla ad uccidere il mio capo?!»
Il Detective Glasgow annuì «Christine Whitney non farà la fine del topo! Posso assicurarlo!»
 
Mac e Christine atterrarono a New York
«Io vado a casa!»
«Va bene Christine! Ci vediamo appena il caso verrà risolto!» disse Mac baciandola
Salirono su due taxi e si salutarono con un cenno della mano appena le due vetture si prepararono a percorrere due percorsi diversi.
Mac in ufficio vide Danny alle prese con un rapporto a computer insieme a Sheldon
«Credevo fossi a casa mia!»
«Mac!» lo abbracciò Danny «Mi dispiace tanto! Ci è andata Angela dai bambini!»
«Dispiace a me che abbiano rapito Lucy!» anche Sheldon si avvicinò a Mac «Come stai Sheldon?»
«Potrei stare meglio se non ci fosse questa terribile sensazione di pericolo incombente!»
«Non parlarmi di brutte sensazioni! Io ho appena scoperto che avevo un fratello gemello!» disse Mac mettendosi a leggere il rapporto «Direi che posso andare a fare un sopralluogo veloce sulla scena!» disse «Sheldon, vieni con me?»
«Perché io?»
«Se i rapitori chiamano per l’ultimo accordo da prendere, ovvero l’ora, preferisco che sia Danny a rispondere!»
Sheldon annuì e uscì con Mac.
Jo li vide e senza dire nulla abbracciò Mac che rimase parecchio sorpreso tanto da esclamare
«Jo, sono ancora vivo!»
«Lo so è solo che… mi sei mancato!»
«Voglio aiutarvi e sto andando sulla scena del crimine! Hai qualcosa da fare qui?»
«No il Detective Glasgow è appena andato via!» disse staccandosi da Mac «Vengo con voi!»
«Con questa siamo a cinque!» sorrise Sheldon «Cinque volte in due giorni che andiamo sulla scena del crimine!»
«Spero solo di farmi abbastanza chiare le idee per non tornarci più dopo!» sospirò Mac.
 
Danny ricevette un messaggio sul computer
«Lindsay! Lindsay! Vieni qui!»
Lindsay lesse il messaggio
“I’m the special agent of FBI! I know were the kids are kept! I need support in Staten Island!”
Lindsay chiamò Mac
«Andate a Staten Island! L’agente dell’FBI si è appena messo in contatto con noi!»
«Ci andiamo subito!» disse Mac facendo una pericolosissima inversione a U nel traffico di Manhattan.
«Mac!» urlò Sheldon «Jo è incinta! Te lo devo forse ricordare?»
«No! Però siamo di fretta! Chiama Flack!»
 
Flack prese con sé sulla sua macchina un paio di uomini e Jaime e altre due vetture lo seguirono per fargli da scorta
«A tutte le unità! Stiamo per intervenire in un rapimento in cui sono coinvolti dei minori! Prestare la massima attenzione! Ripeto prestare la massima attenzione! Sono armati con proiettili fabbricati in casa non fatevi colpire!»
A Staten Island le macchine si fermarono davanti a una vecchia casa coloniale e Flack diede il permesso di entrare.
Mac fece restare Jo in macchina e si unì, insieme a Sheldon, a Flack e alla sua squadra.
Jaime a un tratto scoppiò in una fragorosa risata «Venite qui a vedere!»
Mac e gli altri si avvicinarono e videro i due rapitori legati insieme con i bambini intorno che lanciavano contro loro della vernice contenuta in alcuni barattoli mentre la maestra cercava di tranquillizzare i più spaventati.
Lucy si voltò e incrociò lo sguardo stupito di Mac
«Mac!» urlò correndogli incontro «È stata una signora a mettere K.O. i cattivi!»
Mac la abbracciò «Come sono contento di vedere che stai bene!»
«Dove sono la mamma e il papà?»
«In ufficio! Sono stati loro a trovarvi!»
La bambina sbadigliò «Ho sonno e ho fame!»
«Adesso andiamo a mangiare!» sorrise Mac prendendola in braccio e portandola fuori. La fece sedere sul sedile posteriore dell’auto e le mise la cintura «Infrangiamo qualche regola!»
Jo sorrise «Se agiamo per una buona causa, non è infrangere le regole!»
Mac guardò gli altri bambini che salivano sulle auto della polizia
«Aline!» chiamò Lucy.
La bambina si voltò nella sua direzione «Avevi ragione Lulu! Sono venuti a prenderci!»
Mac andò a prendere per man la bambina
«Ti va di provare la macchina grossa e stare con Lucy?»
«Se anche lì c’è la sirena, ok!»
«Certo che c’è la sirena! La mia macchina è più bella di quelle dove stanno salendo i tuoi compagni!»
La bambina sorrise «Come si fa a salire?»
 
Danny abbracciò Lucy e con lei in braccio corse da Lindsay
«Guarda chi c’è!» rise Danny
Lindsay smise di mangiucchiarsi le unghie e distolse lo sguardo dalla finestra
«Lucy!»
«Mamma! I cattivi hanno perso! La signora bionda ci ha salvati!»
«Non sono stati Mac, Flack e gli altri?» domandò sorpresa Lindsay
«No!»
Lindsay strinse Lucy e lanciò uno sguardo preoccupato a Danny
«E se si trattasse di qualcuno come “La Rosa Bianca”?»
«Lindsay, non tutti gli agenti segreti sono futuri serial killer!»
Lindsay sorrise «È vero! Dimenticavo che per il nostro lavoro non possiamo partire con dei pregiudizi!»
Lucy sbadigliò «Ho sonno! Possiamo andare a casa?»
Lindsay la strinse forte a sé «Certo tesoro!»
 
Christine stava preparando la cena, quando sentì la maniglia della porta d’ingresso abbassarsi
«Ciao Mac!» salutò riconoscendo i passi
«Ciao Christine!» rispose lui a sua volta. Fece un paio di passi e andò in sala dove vide i gemelli dormire sul divano accanto al padre di Christine.
Entrò in cucina e abbracciò Christine da dietro
«In questa casa dormono tutti!»
«Tu sei arrivato nel momento di calma! Non sai che disastro questo pomeriggio!»
«Ma se sei uscita verso le quattro lasciando tutto da gestire a me?!» esclamò il padre entrando in cucina «Come fa a cucinare con te che la abbracci da dietro?» Mac si staccò da Christine e rivolse la sua attenzione all’uomo che continuava a riprenderlo «Lo sai che hai il frigorifero vuoto e che Christine ha pensato bene di non prendere nulla da mangiare?» poi si volse alla figlia «Ancora mi domando perché tu sia uscita!»
«Avevo bisogno di una boccata d’aria!»
«Sei tornata neanche un’ora e mezza fa e ti sei messa ai fornelli dopo aver dato il latte ai bambini! Faith era impossibile da mettere nella culla, l’ho dovuta tenere in braccio tutto il tempo!» la rimproverò il padre
«Ero certa che te la saresti cavata benissimo senza di me!»
«Avete bisogno che qualcuno stabilisca per voi delle regole! Io non ci sarò per sempre a pararvi il fondoschiena!» disse l’uomo sentendo un pianto
«Questa è Faith!» confermo Christine
«Tale madre tale figlia! Per fortuna non ci sarò quando sarai alle prese con le sue crisi adolescenziali!»
Mac sorrise «Se davvero Faith è uguale a te, spero lo rimanga anche da adulta!» disse prendendole una ciocca di capelli e giocandoci
«Più tardi, accompagni tu mio padre a casa? Almeno scendi anche in garage a vuotare la spazzatura!»
«Hai sempre un secondo fine tu!»
Christine guardò l’espressione di Mac e smise di ridere.
Quel viso era lo stesso della madre di lui, il primo giorno che l’aveva conosciuta a Marzo.
Come dimenticare il suo rientro a casa dopo aver terminato di lavorare e deciso di tornare a casa prima quella sera per cucinare qualcosa a Mac che era bloccato con Reed in ufficio?
 
Christine era appena rientrata in casa quando si era trovata davanti quella donna
«Tu devi essere Christine!»
«Lei invece chi è?» disse Christine sulla difensiva
«Millie Taylor!»
Christine l’aveva osservata a lungo, notando che Mac non aveva molti tratti somatici identici ai suoi, lo stesso non si poteva dire delle espressioni facciali.
La donna aveva aggiunto con un sorriso «In tanti mi dicono che Mac non mi somiglia molto! Però sono davvero sua madre!»
«Non ne dubito!» aveva detto Christine
«Vieni! Sediamoci sul divano! Approfittiamo del tempo che abbiamo per conoscerci meglio!»
Quello sembrava più un ordine che un invito.
Christine l’aveva seguita sul divano di pelle nera sbattendo più volte le palpebre
«Quando è arrivata in città?»
«Questa mattina! Mac doveva andare a lavorare, così gli ho chiesto di lasciare la chiave sotto lo zerbino!» guardò Christine diventare pallida e il sudore scenderle dalla fronte «Non hai un bell’aspetto! Cosa ti succede?»
«Penso che il pranzo mi sia rimasto sullo stomaco!»
«Credo sia qualcosa di più! Stai anche tremando! Ti gira la testa?»
«Sì! È cominciato tutto a un tratto! Di sicuro non è nulla di grave!»
«Non credo!» disse mettendo mano al telefono e componendo il 911
«911, qual è l’emergenza?»
«Ho qui con me una donna che mostra i primi sintomi di un’intossicazione alimentare!»
«Abbiamo appena rintracciato la sua chiamata! L’ambulanza sta già arrivando!»
 
Quel ricordo la aveva tenuta distaccata per tutta la cena
«Allora? Cosa ne pensi Christine?» la voce di Mac sembrò un eco lontano
«Cosa?»
«Del progetto di trasferirci a Chicago quando saremo in pensione…» disse Mac
«Sì! È una buona idea! New York quel giorno non avrà altro da offrirci!»
Il padre di Christine la guardò farsi sempre più seria
«Come fai a dire che una città come New York non avrà più niente da darti?»
«Credimi papà! Ci sono delle cose che conosco anche troppo bene di New York e che a Chicago non ci sono!»
Il padre di Christine la guardò capendo a cosa si riferisse, diversamente da Mac.
Finita la cena, Mac scese in garage con il padre di Christine convinto di trovare posteggiata l’auto del suocero. Gettò i sacchetti della spazzatura nel bidone ed aprì la saracinesca. Rimase sorpreso nel trovare posteggiata una Mercedes-Benz CLS63 AMG grigio metallizzato.
Vi trovò un biglietto da parte di Christine
“I Thought that when you don’t drive the police car you can drive a special one! It’s a gift of a friend of mine! It’s for the Marriage (he was travelling that day and he arrives always late)
Maybe you can pass at the restaurant and check the situation while I am at home! First take my father to his place!”

Mac rise e fece accomodare il suocero in macchina
«Dirò a Christine della tua fantastica reazione!» disse l’uomo
«Volevate farmi una sorpresa?»
«Christine ha trovato le chiavi nella cassetta delle lettere e la macchina nel viale qui dietro! La sorpresa l’hanno fatta prima a lei che a te!»
Mac mise in moto e ascoltò il rombo del motore
«Pronto?»
«Falla decollare!»
Mac mise la prima e sgommò fuori dal garage.
 
Jo abbracciò Sheldon uscendo dall’edificio della Scientifica tornando verso casa
«Angela ha ragione! Christine e Mac devono parlare! Hanno dei problemi seri!»
«È successo qualcosa con i gemelli?» chiese Sheldon vedendo il bus che doveva riportarli a casa passare prima di raggiungere la fermata.
«No! Hanno problemi di lavoro!» disse Jo guardando un messaggio del Detective Glasgow
“One week Det. Danville! One week!”
Jo divenne nervosa
«Cosa c’è?» chiese Sheldon
«Posso farti una domanda?»
«Sicuro!»
«Se ti dicessero che devi aiutare qualcuno ad uccidere il tuo capo, e questo qualcuno ha un ruolo importante essendo più in alto del tuo capo, lo faresti?»
«Non dirmi che ti hanno chiesto di uccidere Mac! Sarebbe il colmo!» disse Sheldon ridendo.
Jo invece rimase seria.
   
 
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