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Autore: Preussen Gloria    31/01/2014    3 recensioni
"E cosa racconterò a mio figlio, quando nascerà?"
Tony ha mandato a monte la sua relazione con Pepper, l'unica stabile e di valore che abbia mai avuto e cerca di venirne fuori sprofondando nella totale immaturità.
Steve fatica a trovare un suo posto nel ventunesimo secolo e comprende che, nel passato come ora, Captain America non gli ha mai permesso di averne uno suo.
Thor ha fallito con Loki ancora una volta e la conseguenza lo ha portato a perdere il trono di Asgard ed il rispetto di suo padre.
"Gli racconterai l'avvincente storia di come papà e gli zii, costretti da una serie di sfortunati ed inaspettati eventi, si decisero a crescere per rendere il mondo un posto un pochino migliore a posta per lui."
[Loki x Thor]
Genere: Angst, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Loki, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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La Regina 


Thor chiuse gli occhi, strinse le labbra e respirò profondamente attraverso il naso.
Entrambe le mani premute contro la pancia.
Bruce, dal lato opposto del corridoio, fu il primo ad accorgersene.
"Loki?" Chiamò.
L'interpellato guardò prima il vendicatore, poi si voltò in direzione del letto: Thor se ne stava con la schiena appoggiata contro il muro e la gambe distese di fronte a sè, il respiro non era regolare.
"Che ti prende?" Domandò avvicinandosi, "che cosa senti?"
Thor prese un altro respiro, "nausea..."
Il più giovane rilassò le spalle, "sei un idiota."
L'altro si limitò a guardarlo storto.
"Devi dirmelo se senti dei cambiamenti!" Loki si sedette sul bordo del letto facendo aderire il palmo destro contro il ventre del fratello, stando ben attento a non toccare le sue mani. Una luce verdognola uscì dalle sue dita ed il maggiore s'irrigidì.
"Stai calmo."
Il bagliore durò pochi istanti. Quando la mano di Loki smise di toccarlo, Thor si rese conto di non avvertire più alcun fastidio.
"Non le ho fatto nulla," si affrettò a dire il più giovane, "ho solo posto un freno ai sintomi."
"Grazie."
Loki non rispose ed abbassò gli occhi sull'addome del fratello, "comincia a vedersi..."
Thor sorrise, "sì, lo penso anche io."
Nell'altra cella, Tony si premette le mani contro le orecchie, "io finirò in manicomio, me lo sento."
Steve, seduto sul pavimento, scrollò le spalle, "dopo questa esperienza, ti sembrerebbe di essere in vacanza."
"Tu finirai in un centro per anoressici asmatici, invece," continuò Tony reclinando la testa all'indietro e fissando il soffitto, "Bruce sarà l'unico a prendersi cura di noi, mentre il coso oscuro di là si porterà via Thor e il nostro buon motivo per sopportare tutto questo."
"Hai finito?"
"Non guardarmi così, Rogers... Devo pur combattere l'apatia in qualche modo! Il mio cervello non conosce riposo!"
"Ci servirebbe qualcosa di alcolico," disse Steve con sarcasmo.
"Non parliamondi alcolici! Avrei dovuto farmi rapire insieme al mini-bar."
"Senti qualcos'altro, Thor?" Domandò Bruce gentilmente.
Il semi-dio alzò gli occhi azzurri nella sua direzione e scosse la testa: non aveva una gran voglia di rivolgergli la parola.
"Dovresti essergli grato," lo rimproverò Loki.
Thor abbassò gli occhi e non rispose.
"Mi ha salvato la vita," aggiunse il più giovane con voce incolore: non avrebbe mai lasciato che il ricordo di quell'esperienza lo marchiasse per l'eternità! Era una vittoria che non era disposto a concedere al suo carnefice!
Thor sgranò gli occhi azzurri, "che cosa ti è successo?" Domandò, "quattro mesi fa, dopo che mi hai lasciato solo... Che cosa ti è successo?"
Loki fece una smorfia, "nulla di così terribile da eliminarmi."
"Lei non ti crede," replicò Thor.
L'altro inarcò un sopracciglio scuro, "non l'hai detto veramente..."
"La sento," insistette il principe dorato, "come lei sente me..."
"Fammi indovinare, siete entrambi d'accordo sul non darmi fiducia."
"Dobbiamo," replicò Thor amaramente, "probabilmente, sei l'unica persona della nostra famiglia che la ama."
Loki fece una smorfia e si alzò dal letto, "non essere stolto, Thor."
Il maggiore non si lasciò convincere, "ho visto come la guardavi, sai?"
"Era solo un sogno."
"Stai mentendo di nuovo."
"Non è la prima volta che entro nel sogno di qualcuno, se lo vuoi sapere. Anche se, probabilmente, non credi neanche a questo."
"A questo ci credo!" Esclamò Thor con un sorriso.
"E perchè?" Domandò l'altro curioso.
"Lei lo fa da dentro la pancia, non può averglielo insegnato nessuno... E non è un talento che può aver ereditato da me."
Loki tornò a fissare l'addome del fratello con una tristezza che non avrebbe mai dovuto mostrare.
"Loki..."
Certe volte si domandava se quegli occhi azzurri fossero diventati così dolci solo dopo che aveva smesso di cercarli con i suoi con disperazione.
"Parlami," lo pregò Thor, "non dobbiamo discutere di noi... Non dobbiamo parlare nemmeno di quello che è successo in questi quattro mesi, se non vuoi ma dimmi qualcosa di lei."
L'altro ridacchiò, "cosa vuoi che ti dica, io? Sei tu a portarla dentro..."
"È di entrambi."
"Non l'ho mai negato, questo."
"Quando ho scoperto di aspettarla, nella mia testa si sono accavallati una moltitudine di pensieri a cui ho cercato di dare un'ordine ed un nome e, mentre lo facevo, tutto ciò di cui avevo bisogno era parlarne con qualcuno."
"I tuoi animaletti non sono stati abbastanza utili come ascoltatori?" Loki indicò Steve e Tony con un cenno del capo.
"Devo tutto a loro," ammise Thor, "se solo penso a cosa sarebbe successo se avessi cercato aiuto qui, ad Asgard, io... Mi hanno dato più loro di quanto non abbiano fatto le persone che credevo avrebbero dato tutto per me."
Loki non aggiunse altro: il suo rancore nei confronti di Odino era proverbiale ma ora che anche suo fratello aveva aperto gli occhi non sapeva se sentirsi sollevato, oppure dilaniato. 
"Ma non potevo condividere con loro il mio dolore," continuò Thor, "mi stava succedendo l'ultima cosa al mondo che mai avrei pensato mi sarebbe accaduta e ho fatto di tutto per poter soffocare il terrore. Ho provato a pensare a lei... Mi guardavo la pancia alla ricerca di una prova che mi confermasse che c'era. Lei era l'unica cosa ad evitarmi di cadere a pezzi. Immaginarla tra le mie braccia era la sola forza di cui disponevo, perchè... Perchè se mi fossi fermato a riflettere, se avessi realizzato che ero completamente da solo in questo, che tu non saresti più tornato, io..." Si morse il labbro inferiore e calò il silenzio.
Loki strinse i pugni ma non si mosse.
"Ero lì," replicò per scrollarsi di dosso un'accusa che l'altro non aveva pronunciato, "non me ne sono mai andato davvero."
Thor piegò le gambe contro il petto, "non te ne saresti dovuto andare e basta."
"Avrei potuto abbandonarti," gli ricordò il più giovane con una nota di rabbia nella voce, "sarei potuto vivere per sempre protetto dalla mia falsa morte, pur sapendo che era venuta alla luce mia figlia."
"Lo avresti fatto?" Domandò Thor, "se non avessi rischiato di morire... Se tutto fosse andato bene e fossi riuscito a darla alla luce in un posto sicuro, saresti rimasto nell'ombra?"
Loki fu incapace di rispondere e Thor sorrise in modo orribile, "avevo bisogno di te, quando quel test è risultato positivo, avevo bisogno di te, quando facevo appena in tempo ad assaggiare la colazione che la nausea mi piegava in due, avevo bisogno di te, quando ho fatto la mia prima ecografia e l'ho vista... Avevo bisogno di te e tu eri lì, ma non eri con me... Alla fine, mi hai abbandonato comunque."



Frigga attraversò l'intero palazzo correndo.
Non aveva importanza che fosse poco elagante. Non le importava di nulla.
L'unica cosa che contava, era raggiungere la sala del trono il più in fretta possibile, prima che il suo cuore la informasse che non poteva sopportare oltre. Il re sedeva sul suo trono in silenzio e con lo sguardo puntato nel vuoto.
"Odino!" Chiamò con rabbia.
Il sovrano la fissò ma non disse una parola: non aveva bisognon d'indagare sulle ragioni della sua ira.
"Punisci anche me, ora?" Domandò la regina attraversando la sala con ampi passi, "tutti i membri di questa famiglia dovranno pagare per il tuo discontento?"
"Non esiste alcuna famiglia!" Tuonò Odino sporgendosi in avanti, "la nostra famiglia è morta ed è ora che te ne fai una ragione."
"Allora rinchiudi anche me!" Replicò Frigga con forza, "confinami nelle prigioni, così che io possa stare accanto ai miei figli!"
"Se Thor era figlio nostro, è tempo che ce lo dimentichiamo."
"Cosa può aver mai fatto per meritarsi tanto disprezzo da parte tua?" Frigga non riusciva proprio a capirlo, "ha quasi scatenato una guerra, poche stagioni fa! Di che grave colpa si è macchiato per subire una sorte simile per mano tua?"
"È solo rinchiuso, mia regina, non gli è stato fatto alcun male... Nè a lui, nè al traditore."
"Chiamalo col suo nome, vigliacco!"
Odino scattò in piedi ma la regina non retrocedette di un passo.
"Sono scesa nei sotterranei per vedere i miei figli," spiegò, "mi hanno impedito di passare."
"Loki e Thor sono isolati dagli altri, nessuno può vederli."
"Quanto pensi possa durare, prima che i suoi amici sappiano che è qui?" Domandò la donna con aria di sfida, "faranno di tutto per vederlo, lo sai... In particolare, Sif."
"Se dovessero venire da te, informali che la verità è più spiacevole di quel che credono."
"Negala a chi vuoi," Frigga annuì, "negala all'intera Asgard, non sarebbe la prima volta che lo facciamo."
Una pausa.
"Ma non puoi negarla a me."
Odino sospirò tristemente, "dici che ti punisco... Oh, no, mia cara, ti proteggo da qualcosa che non vuoi sapere."
"Non ho bisogno della tua protezione, mio re," gli ricordò lei, " non c'è nulla che non potrei sopportare per i miei figli."
Il sovrano annuì, "se sei convinta delle tue parole, moglie mia, non ti tratterrò oltre," le lanciò un'ultima occhiata, "parla con Eir, assicurati che nessuno senta e agisci come ritieni più giusto ma non cercare di cambiare le mie volontà."



Era ormai notte inoltrata, quando Loki e Thor ricevettero quella visita.
Il più giovane era seduto sul letto con le spalle appoggiate ai voluminosi cuscini, l'altro dormiva profondamente al suo fianco dandogli le spalle.
"Ho bisogno di alcol," gemette Tony. Steve si era addormetato con la guancia contro la sua spalla e gli stava simpaticamente sbavando sull'unica maglietta che possedeva all'interno di quella scatola per scarpe dorata. Poco male, gliel'aveva regalata Pepper.
Bruce era seduto accanto alla barriera luminosa ed osservava i due semi-dei nell'altra cella.
"Perchè è venuto da te?" Domandò Tony di colpo.
Il dottore lo guardò.
"Ha detto che gli hai salvato la vita..."
Bruce scrollò le spalle, "non ho fatto molto di più che dargli un tetto sotto cui nascondersi."
"Sapevi tutto, molto tempo prima che t'incontrassimo in quel negozio per bambini e ti raccontassimo le nostre disavventure, non è così?"
"Quando Loki è tornato in forze, aveva bisogno di qualcuno che vegliasse su Thor per conto suo."
Tony fece una smorfia, "potresti definirlo affetto?"
"Non mi sbilancio," ammise Bruce, "io l'ho definito interesse... Loki vuole che la bambina nasca, questo te lo posso assicurare. Il motivo? Sono curioso di scoprirlo quanto te."
"Ti ammiro per aver retto lo scoop dell'incesto in totale autonomia, se non fossi stato preoccupato per Steve, a quest'ora sarei in coma etilico!"
"Come hai detto tu, non è la cosa più brutta di quelle che ci siano capitate di vedere."
Tony annuì poco convinto, "di sicuro è la più triste."
Bruce inarcò un sopracciglio.
"Andiamo, Banner, tra geni c'intemdiamo bene."
"Temo di non aver captato la linea del tuo pensiero."
"Che futuro hanno?" Domandò Tony indicando l'altra cella con un movimento del capo, "ovunque vada, Loki è un criminale. Thor, se usciremo vivi di qui, non avrà un futuro migliore. Quella bambina ha un'inferno di vita ancor prima che abbia tirato il primo calcio!"
Bruce ci pensò, "Thor sarebbe disposto a combattere tutta la vita, per sua figlia."
"E se dovesse fallire?" Tony non si sentiva molto ottimista in quella situazione, "chi ci sarà per lei?"
"Stiamo sottovalutando Loki, temo."
"Forse..." Ammise Stark, "ma finchè non lo vedo sacrificarsi attivamente per la causa, non lo considererò emotivamente coinvolto."
Bruce fece per rispondere, quando un movimento alla fine del corriodio attirò la sua attenzione.
Loki si accorse del suo repentino cambio d'espressione ed appoggiò una mano sulla spalla di Thor, "svegliati," mormorò chinandosi verso di lui, "devi svegliarti..."
Il semi-dio si girò a guardarlo aprendo gli occhi con difficoltà, "cosa c'è?"
Loki continuò a stringergli la spalla, poi tornò a guardare la barriera: trattenne il fiato, quando la vide.
Frigga fece lo stesso: aveva gli occhi gonfi, doveva aver pianto molto, prima che le fosse concesso di scendere fino alla prigione dei suoi figli.
Thor si alzò sui gomiti ed un sorriso gli illuminò immediatamente il viso, "mamma..." Mormorò mettendosi a sedere contro i cuscini.
Loki lo trattenne sul materasso ma si alzò in piedi, "che sei venuta a fare?" Chiese freddamente.
Thor lo fissò sbalordito.
Frigga prese un respiro profondo, "non lo sapevo..." Confessò, "vostro padre non mi ha detto nulla, prima di..."
"Che cosa sei venuta a fare?" Tuonò Loki e Thor gli afferrò il polso con forza.
"Calmati, fratello, ti prego."
Il più giovane gli lanciò un'occhiata veloce, poi tornò a rivolgersi alla regina, "ha rischiato la vita, appena un giorno fa."
Frigga annuì, "lo so."
"Ha chiesto di te e tu non sei venuta."
"Non sapevo nulla," insistette la regina avvicinandosi alla barriera, "ti prego, non gli farò alcun male, ti prego."
Loki la scrutò ancora un poco, poi si fece da parte allontanandosi dal letto. 
Frigga si asciugò velocemente due lacrime sfuggite al suo controllo, poi attraversò la barriera come se non esistesse.
Thor fece per alzarsi dal letto, ma lei lo raggiunse prima che potesse.
"Amore mio," lo strinse tra le braccia come se fosse ancora un ragazzino, "mio adorato..."
Il giovane la lasciò fare godendosi quell'amore materno che mai, come negli ultimi quattro mesi, gli era mancato così tanto.
"Come ti senti?" Domandò lei prendendogli il viso tra le mani.
Thor sorrise e scosse la testa, "non devi preoccuparti per me."
"Oh, tesoro!" Esclamò lei, "e come posso non preoccuparmi?"
"Penso io a lui," intervenne Loki, senza alzare lo sguardo dal pavimento, "non ha bisogno di nulla da voi."
Thor sospirò, "non dargli retta, è felice di vederti."
Loki decise d'ignorarlo.
"Sai tutto dunque, mamma?"
Aveva bisogno di chiamarla così, come quando era bambino. Aveva bisogno di sentirla vicina.
Lei lo scrutò timidamente e lui si sedette contro i cuscini lisciandosi la maglietta sull'addome con orgoglio, "è ancora piccola ma comincia a vedersi, non pensi?"
Frigga appoggiò il palmo sulla piccola curva incriminata e si premette la mancina contro la bocca.
"Mamma, ti prego, non piangere!" Esclamò Thor coprendo quella mano con la sua, "stiamo bene... Va tutto bene!"
"Non va tutto bene," gli ricordò Loki.
"Non c'ero," mormorò Frigga tra le lacirme, "perdonami, amore mio, non ero lì con te."
"Non ero solo, mamma, non temere."
"Dovevi essere così spaventato..."
E Thor non ebbe il cuore di dirle che sì, lo era stato e lo era ancora.
"Mamma, mio padre ti ha detto..."
"Ho dovuto parlare con Eir per sapere la verità."
Loki ridacchiò, "il vecchio vigliacco non delude mai!"
"Ti supplico, mamma," Thor le afferò la mano, "passerò il resto della mia vita in questa cella, se lo vorrete... Ma non mandate via la mia bambina!"
"È inutile, Thor," sospirò Loki annoiato.
"Crescetela voi," propose il maggiore, "tu e mio padre ma, per favore, non lasciate che la perda per sempre!"
Loki sgranò gli occhi, "se impazzito, Thor?!" Sbottò, "hai sentito le parole di quel tiranno? La vuole morta o lontano da noi e tu gliela cederesti? La ucciderei io stesso, piuttosto che...!"
"Loki!" Urlò Frigga alzandosi in piedi e lui strinse le labbra, "che cosa ha detto Odino?"
"Ti fidi della mia risposta, mia regina?" Chiese il giovane con sarcasmo.
"Basta giochetti, voglio una risposta chiara!"
"Una risposta chiara?" Loki le si avvicinò con rabbia, "il re non tollera il frutto di un incesto nella sua casa e le sue proposte in merito sono state un aborto eseguito da me, oppure una seperazione forzata!"
Frigga sgranò gli occhi e guardò Thor che aveva preso a fissarsi la pancia. 
"Non rinuncio a mia figlia," sottolineò il principe dorato rivolgendosi al fratello, "ma saperla nelle mani di nostra madre..."
"Non te lo permetto, Thor!" Loki era fuori di sè dalla rabbia e Thor sapeva che, se non fosse stato per la vita che portava dentro di sè, non avrebbe esitato a mettergli le mani addosso. Senza il suo martello, senza i suoi poteri, senza il vecchio se stesso sapeva di non potere nulla contro Loki. Suo fratello lo sapeva bene. Se avesse deciso di far del male alla bambina, Thor non avrebbe potuto far nulla per difenderla.
Frigga rimase a riflettere in silenzio per una manciata di secondi, "è una bambina?" Domandò con un'emozione che non avrebbe dovuto provare. 
Thor sorrise, "Sì, mamma... Per la prima volta, dopo generazioni, Asgard avrà una principessa."
La regina gli passò una mano tra i capelli tristemente, "è sicuro?" Chiese al minore dei suoi figli.
Loki annuì, "finchè si trova nelle mani giuste..."
"Anche tu vuoi questa bambina, Loki?"
Thor non glielo aveva ancora chiesto direttamente, sebbene il suo comportamento parlasse da solo. Tuttavia, avvertì l'improvviso bisogno di sentirglielo dire chiaramente, di sapere che, al mondo, c'era qualcun altro che sarebbe stato disposto a tutto per lei. 
"Volete sapere come l'abbiamo concepita, madre?" Chiese il giovane con sarcasmo.
Frigga abbassò lo sguardo, "siete adulti, non è affar mio quello che fate nei vostri letti."
"Come siete permissiva! Peccato che di letto ce ne fosse solo uno e fosse occupato solo a metà!"
"Loki..." Sibilò Thor, le guance rosse.
"Mi avrebbe concesso tutto, pur di tenermi con sè, il vostro adorato figlio," continuò Loki imperterrito, "prima di quella notte, mi sono lasciato prendere molte volte dal vostro principe senza macchia e senza paura."
"Loki!" Tentò ancora Thor.
Frigga non riusciva a dire una parola.
"Dite al vostro re, mia signora, che il seme del suo erede è stato deposto dentro di me per molti mesi e non ha generato nulla, nonostante la mia natura Jotun... A me sono bastati tre amplessi per compromettere irrimediabilmente il vostro erede. Fategli presente che il seme di uno Jotun traditore è più forte di quello con cui i sovrani dorati hanno marchiato le loro puttane d'alto borgo da generazioni!"
Lo schiaffo lo colse di sorpresa ma si guardò bene dal mostrarla, scoppiò a ridere piuttosto.
"Dicono che il principe dorato abbia ereditato il temperamento di suo padre," commentò guardando Thor, il quale aveva sgranato gli occhi di fronte al gesto della madre, "poveri stolti, ti hanno sempre sottovalutata."
L'espressione di Frigga era una maschera di pietra.
Regalò un'ultima carezza a Thor promettedogli che avrebbe parlato con il re all'alba.
"Prenditi cura di tuo fratello, Loki," furono le ultime parole che disse.



Fu Odino a cercare lei, quella mattina.
La trovò nei suoi giardini privati, mentre era occupata a prendersi cura di un roveto ricoperto di rose. Il suo sguardo, però, era lontano.
"Hai visto i tuoi figli?"
Lei non si voltò a guardarlo, "vorrei poterti dire che condivido i tuoi sentimenti in merito alla questione," disse lei freddamente, "invece, devo arrecarti questo dispiacere."
"Hai sempre avuto il cuore troppo tenero, mia cara."
"Ho il cuore di una madre!" Replicò Frigga con forza voltandosi a guardare il sovrano, "e, in quanto tale, sai bene che farò tutto il possibile per impedirti di far subire a Thor un simile dolore."
"Ha deciso, dunque?"
"Hai proposto a Loki di eseguire l'aborto lui stesso perchè speravi di mostrare a Thor da che razza di mostro si è lasciato sodomizzare?"
"Credevo che Thor fosse il solo favorevole ad una simile follia," ammise il re, "credevo che Loki non avrebbe esitato a sporcarsi le mani col sangue del suo sangue pur di liberarsi da un inconvenevole simile."
Frigga fece una smorfia, "avrei voluto vedere la tua faccia, quando ti sei reso conto che Loki si sente padre tanto quanto Thor. Sebbene, non si permetterà mai di ammetterlo a sè stesso, figurarsi a qualcun altro. Le sue azioni parleranno al posto di quelle bugie che proprio non riesce a tramutare in parole e, nel momento in cui terrà quella creatura tra le braccia, Thor imparerà a capirlo."
Una pausa.
"Forse sei abbastanza potente da piegarli uno alla volta, Odino," commentò con rancore, "ma insieme? Non come fratelli, non come alleati o amanti ma come genitori della stessa figlia. Avrai il coraggio di condannarli entrambi a morte, mio re? Perchè è questo che dovrai fare, se vorrai che quella bambina non veda mai il sole di Asgard."
"Che cosa vorresti, donna?" Chiese il sovrano, "dovrei lasciar correre, forse?"
"Chiediti cosa farà più male," rispose lei, "ragiona come re, se non riesci a faflo come padre. Chiediti che cosa sarebbero disposte a fare due creature come Loki e Thor per riavere la loro bambina."
"Sarebbero sforzi inutili..."
"Pensi che questo sia sufficiente a mettere in ginocchio un genitore?"
"Non parlarmi, come se non sapessi che cosa vuol dire essere padre!" Tuonò Odino.
Frigga nemmeno sobbalzò, "un padre, dici? Riesci a ricordare quello che hai provato quando hai stretto Thor tra le braccia per la prima volta? Riesci a farlo e a sopportare il peso delle azioni che stai compiemdo contro di lui?"
Odino si rifiutò di rispondere.
Frigga strinse le labbra con rabbia, "vuoi il mio giudizio in merito alla questione? Il giovane principe del caos che, per comodità, consideri un Laufeyson è un padre più capace dinte e sua figlia non è neanche nata."


"Thor?"
Il principe dorato era girato su di un fianco e gli dava le spalle.
"Non puoi essere arrabbiato con me in eterno!"
"Perchè hai dovuto dirle delle cose tanto orribili?!" Esclamò il maggiore esasperato, tirandosi a sedere e guardando il fratello negli occhi.
Loki sbuffò, "non ho detto nulla, tranne la verità."
"Ed era necessario offendere la nostra famiglia in quel modo per dire la verità?"
"Perdonami se ho colto una qualunque occasione per umiliare la dorata stirpe di Odino."
"Hai umiliato anche me!" Gli fece notare Thor, "Hai umiliato nostra madre! Hai umiliato nostra figlia!"
Loki appoggiò un ginocchio sul materasso sporgendosi nella sua direzione. Thor fece aderire le spalle al muro.
"Devi cominciare a pensare a te stesso come qualcosa di diverso da un principe dorato," fu il consiglio crudele del più giovane, "non fai più parte di questa famiglia."
"Lo so bene, maledetto!" Esclamò Thor con rabbia, "cerca almeno di non essere così felice per me!"
"Felice?" Loki ridacchiò, "in tutta questa situazione, trovi una valida ragione per essere felice?"
"Dimmelo tu!" Esclamò Thor frustrato, "parlami! Dimmi che cosa provi per questa bambina, dimmi che cosa hai provato quando hai capito che..." Una pausa. Un'immagine passò davanti agli occhi del giovane Aesir, un dubbio antico tornò alla superficie.
"Quando mi hai lasciato, quella mattina," si umettò le labbra, "tu lo sapevi, non è vero?"
Non c'era rabbia negli occhi di Loki.
Non c'era noia. Non c'era nulla.
"C'era qualcosa di strano, in te," ammise Loki, "mi ha spaventato, per questo me ne sono andato."
"Spaventato?" Domandò Thor aggrottando la fronte.
"C'erano delle cose su cui dovevo indagare," spiegò il più giovane, "dirti qualcosa quella mattina sarebbe servito solo ad alimentare il panico."
"Tu avevi il presentimento che avessimo comcepito un bambino e te ne sei andato comunque?!"
"Non era possibile, Thor!" Esclamò Loki frustrato.
"Su che cosa dovevi indagare? Che cosa c'era di così complicato? Io l'ho scoperto grazie ad un test di Midgard!"
Loki sospirò ed allargò le braccia, "cosa vuoi sentirti dire? Che l'ho fatto a posta e me ne sono andato perchè sono un codardo? Spiacente deluderti, principe decaduto, un bambino non era nei miei piani!" Ghignò, "specialmente con te..."
Thor scattò in piedi: voleva fargli male... Molto male.
Non appena mosse un passo, perse completamente il controllo del suo corpo ed un improvviso senso di vertigine lo fece collassare a terra.
"Thor!" Erano le voci dei suoi compagni d'armi, quelle che sentiva.
"Per l'amore del cielo, Loki, smettila di stressarlo così!" Era Bruce quello, "hai idea del trauma che ha appena subito il suo corpo? L'hai visto rialzarsi dopo ferite mortali per i più ma questo è diverso, maledizione! Non puoi..."
"Fate silenzio!" Tuonò Loki e Thor ebbe la netta sensazione di sentire qualcosa rompersi.
Nessuno emise più un verso, mentre s'inginocchiava e lo aiutava ad arrampicarsi sul materasso.
"Che cosa mi succede?" Domandò Thor lasciando che Loki lo aiutasse ad appoggiare la testa sui cuscini.
"È lei..." Mormorò Loki guardandolo in faccia, "è forte."
Thor sorrise debolmente, "certo che lo è."
"È una cosa seria, Thor."
"Per questo non riesco a sollevare il martello, vero?" Domandò Thor debolmente, "per questo non riesco ad usare il mio talento... Questa forza serve a lei per crescere."
Loki gli passò una mano tra i capelli, "diverrai sempre più debole, Thor."
"Non ho mai sentito dire una donna che sia facile."
"Tu non sei una donna, Thor," replicò Loki a bassa voce, "non sei nato per questo... È già un miracolo che il tuo corpo sia arrivato fino a questo punto."
"Non volevi crederci, vero?" Gli occhi azzurri erano stanchi ma sembrava volessero penetrarlo, "non lo volevi e, quando è successo, ti sei fatto prendere dal panico e te ne sei andato..."
Loki gli strinse il polso, "dovevo capire..."
"E che cos'hai capito?"
Il più giovane abbassò lo sguardo e, senza pensarci troppo, fece scivolare il palmo sul grembo del fratello, "l'ho sentita," raccontò, "quella mattina, l'ho sentita dentro di te... A stento esisteva e l'ho sentita dentro di te. Era forte, tanto forte che l'ho temuta... Tanto forte che non potevo accettare che fosse quello che era."
Gli occhi verdi incontrarono quelli azzurri.
"Se avessi saputo che potevi... Non ti avrei mai preso in quel modo."
Thor non replicò. In fondo, poteva capire.
"Ho pensato al Seiðr... Ho pensato che potevo averti contaminato in qualche modo ma lei non era un parassita, un mostro generato dalla magia. Sapevo che ti avrebbe ucciso e sapevo di averlo provocato io, sebbene non intenzionalmente. Avevo bisognondi capire che cosa fosse successo tra noi quella notte... Ho ottenuto le mie risposte, ma mi hanno impedito di tornare."
"Chi ti ha impedito di tornare?"
Loki scosse la testa, "quando ho chiesto a Banner di scoprire dov'eri, tu eri già alla fine del primo trimestre... Allora ho capito. Ho capito che non era un parassita quello che avevo messo dentro di te. Non era un mostro quello che vedevo nei miei sogni."
Thor accennò un sorriso, "la vedevi?"
Loki annuì, "sappi che se avessi avuto la forza, sarei venuto da te e l'avrei uccisa senza neanche pensarci."
Thor non provò particolare sorprese di fronte a quella confessione ma fece comunque male, "allora perchè non l'hai fatto dopo? Potevi lasciarmi morire. Potevi accettare l'offerta di nostro padre e portarmela via, mentre ero privo di conoscenza."
Loki rimase in silenzio per dei momenti che parvero eterni, "ha bussato alla mia anima e, quando le ho permesso di entravi, mi ha guardato con i tuoi occhi e mi ha sorriso come se fossi tu... Eppure aveva la notte tra i capelli, aveva l'inverno sotto la pelle. Era l'incarnazione di tutto ciò che odiavo, eppure era perfetta."
Sorrise amaramante.
"Improvvisamente, quel che avrei voluto cancellare si era trasformato nella cosa più bella che avessi mai visto."
Anche Thor sorrise.
"Non ho potuto fare altro che amarla."
Quella notte, Loki dormì sul letto insieme a suo fratello.
Sebbene il più giovane si fosse assopito quasi sul ciglio del materasso per evitare qualsiasi contatto fisico impreviso, Thor non aveva potuto evitare di scivolargli vicino.
"Ma tu guarda quello!" Borbottò Tony nell'altra cella.
Bruce si premette l'indice contro la bocca.
"Noi siamo rinchiusi qui dentro e quello dorme!"
"Lasciamo che Thor si riposi un po', non accadrà nulla, fino a domani."
Thor, da parte sua, continuò a fissare il profilo di suo fratello come soleva fare durante le loro notti d'amore clandestine, quando viveva nel terrore che Loki se ne sarebbe andato senza più ritornare. Si appoggiò una mano sulla pancia, lì, dove l'aveva accarezzata Loki.
Sorrise e lasciò che la stanchezza prendesse il sopravvento.
Non aveva più paura di svegliarsi in un letto vuoto.


  
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