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Autore: Alue    31/01/2014    3 recensioni
A un tratto il ritmo si fermo per dare spazio al balletto e il battito di un cuore attraverso un elettrocardiogramma. Uno dei ragazzi, quello che come pettinatura aveva scelto una lunga frangia nera a ricoprirgli gli occhi, si collocò al centro del palco, mentre gli altri si misero attorno a lui, per dar vista al pezzo forte dello spettacolo: “Il leader…”, pensai fra me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XX
 
L’ora di completa libertà stava lentamente finendo e più seguivo Jung Min fra i negozi di Via del Corso, più ci avvicinavamo a Piazza del Popolo. Passando da un negozio all’altro vedevo Ilaria volare da un camerino all’altro grazie a Kibum e a tutto il resto della truppa, ma stranamente non mi sentii geloso, perché sembrava più una tortura per lei che un divertimento. Pensai, guardandoli, che nonostante tutto si stessero divertendo come pazzi nel bisticciare fra di loro e riuscirono a strapparmi anche qualche sorriso di tanto in tanto. 
Jung Min nel contempo mi teneva sotto tiro e mi riempiva di domande: -Come mai sei così tranquillo quest’oggi?-.
-Forse è la gita e il cambio d’aria che mi fa essere così-, sorrisi e osservai attentamente un negozio in lontananza con su scritto “Disney Store”.
“Dev’essere carino dentro. Chissà come si divertono dentro i bambini… Mmm, forse ci entro, non ne ho mai visto uno”, pensai.
-Dì che è la vicinanza a qualcuno, o meglio qualcuna, a farti essere così allegro-, mi punzecchiò Jung Min, dandomi una gomitata. Feci il vago, non curandomi delle sue frecciatine, e continuai a schivare le persone lungo la strada. Quella via era bella, ma la gente brulicava come formiche!
-Forse sì, forse no. Chi lo sa?-, scherzai guardandolo.
-E dai, Hyung! A me puoi dirlo! Sono mesi che sbavi dietro Ilaria e neanche lo ammetti a te stesso! Almeno abbi la decenza di confermare le mie teorie e finirò di assillarti!-, si lamentò sbattendo i suoi occhioni dolci.
Risi a quell’espressione e domandai: -Davvero lo farai?-.
Jung Min annuì e io guardai avanti, intravedendo Ilaria che impazziva di fronte al “Disney Store”, dove ci stavamo dirigendo anch’io e Jung Min.
-Key! Ti prego entriamo qui dentro! Ti prego, ti prego, ti prego!-, miagolò facendo gli occhi dolci a Kibum che sembrava un po’ restio. Il comportamento di Ilaria mi diede sui nervi ma lo nascosi e risposi a Jung Min: -Va bene, ti dirò delle cose, che probabilmente andrai spifferando ai quattro venti, ma oramai…-, scrollai le spalle. Vidi gli occhi di Jung Min accendersi e schivai una carrozzina, arrivando al negozio, dove erano entrati Kibum, Ilaria, Jong e Federica piena di adorante follia peggio dell’amica.
-In breve: all’inizio ho cercato di conquistarla per un preciso motivo che tu sai bene, ma…-, cominciai.
-…ora sei completamente cotto di lei, giusto?-, domandò punzecchiandomi ancora.
-Non avevi detto basta con le frecciatine?-, domandai.
-Hai ragione, scusa-, rispose ed entrammo.
-Forse è anche peggio, Jung Min, perché credo proprio di essermi innamorato-, commentai seguendola in lontananza con gli occhi. Ilaria stava letteralmente andando fuori di testa per tutti i pupazzi e vestitini da bambino che la circondavano a forma dei migliori protagonisti di cartoni animati. Le colonne del negozio erano a forma di Topolino, Pippo e quant’altro, mentre in una stanza il soffitto era costellato di disegni che illustravano i segni zodiacali. .
-Ah! Lo sapevo, Hyung!-, esclamò Jung Min abbracciandomi e quasi saltandomi addosso.
-Yha… ci stanno guardando tutti-, dissi e si ritrasse.
-Ma perché non me lo hai detto subito?! Non ti avrei torturato per tutto questo tempo!-, continuò felice come un Pasqua.
-Perché… ero troppo orgoglioso per ammettere di essermi innamorato della sorella di un rivale, tutto qui-.
-Sei un’idiota-, commentò.
-YHA! Porta rispetto al tuo Hyung!-.
-No, perché a quest’ora, invece di darle fastidio, avresti potuto essere già il suo ragazzo e goderti la gita, invece di spiarla da lontano come fai anche adesso!-, mi ammonì.
-Ma… beh, si forse hai ragione-, sospirai.
Yaya si avvicinò ad un peluche particolare, tutto blu e con dei grandi occhi neri che identificai come uno Stich a dimensione naturale. La vidi sciogliersi e prenderlo in mano come una bambina e sorrisi sentendola esclamare: -Ti prego, Jong, compriamolo!-, mentre io guardavo lo schermo tv che mandava in onda un catone animato.
-No, ne hai tanti. E poi scusa, che ci dovresti fare!?-, rispose il fratello.
-E’ bellissimo, razza d’insensibile bradipo!-, commentò Federica e trattenni a stento una risata.
-Dai!-, lo pregò Ilaria.
-No!-.
-Jong!-.
-Yaya, se proprio lo desideri prendi quello più piccolo. Costa tanto e solo con quello finiresti metà dei soldi che ti hanno dato i tuoi-, intervenne Kibum. Ma perché era sempre in mezzo hai piedi? Se le piaceva, che lo comprasse!
-Uffa…-, borbottò Ilaria e si allontanò per poi uscire dal negozio.
-Ecco, hai visto?! L’hai fatta arrabbiare!-, disse Federica ammonendo Jong.
-E’ stato Kibum!-, ribattè Jong.
-Yha, io non ho fatto proprio niente!-.
-Siete due.. AISH!-, così dicendo uscì anche Federica e vidi gli altri due seguirla per poi continuare a bisticciare fuori dal negozio.
Jung Min era ormai regredito anche lui all’età di tre anni con tutti quei giochi, ancor più da quando Hyung Jun era entrato per raggiungerlo e si era messo a giocare con lui. Alzai un sopracciglio guardandoli, ma poi mi avvicinai alla zona dove poco prima era stata Ilaria. Presi in mano il peluche e ne lessi il prezzo: cinquanta euro.
“Aigoo… non posso spendere così tanto, altrimenti non potrò riportare niente alla mamma…”, pensai riponendolo e osservandone uno più piccino.
“So che avresti preferito quello più grande, ma per il momento posso permettermi questo”, pensai e ne presi uno. Mi diressi alla cassa e improvvisando dell’inglese correttamente parlato lo pagai, lo feci impacchettare e lo misi nello zaino in modo che nessuno potesse vederlo.
Recuperati Jung Min e Hyung Jun,  e uscii fuori dal negozio dirigendomi velocemente alla piazza.
 
*°*°*°*°*
Eravamo arrivati da poco a piazza del Popolo, dopo aver girato tutti i negozi di via del Corso, quando vedemmo Rhee avvicinarsi e darci indicazioni sul da farsi insieme agli altri professori. Come al solito Kibum mi aveva trascinata e sbattuta da una parte all’altra, esaurendomi e sentendomi piagnucolare senza fine, ma arrivata nel Disney Store di Roma, avevo avuto un po’ di felicità anch’io.
-Ok, ragazzi! Da adesso dobbiamo essere uniti! Faremo quella salita fino al Pincio e poi andremo a visitare la galleria borghese! Dobbiamo essere rapidi e dovrete stare a sentire se volete che vi lasci via libera per tutta la serata, chiaro?!-.
-Si, professore!-, rispondemmo in coro.
Lo seguimmo fino alla cima, gettando occhiate alla fontana a forma di conchiglia aperta e ai leoni della fontana centrale, dove un grande balcone si affacciava su Roma e ne lasciava ammirare il panorama: San Pietro, Piazza Venezia, le chiese gemelle, Castel Sant’Angelo… tutto era visibile.
Poggiai le mani sul marmo e sorrisi, godendone il momento. Un pezzo del mio cuore stava scoppiando di gioia. Jong, accanto a me, sorrise dolcemente e capii che i miei stessi pensieri stavano passando nelle teste di entrambi. L’osservai e mi sembrò rivedere il bambino di tanto tempo prima, scalmanato e pieno di energie, sempre in giro a fare danni.
-E’ bello essere qui con te, sorellina-, commentò guardandomi dopo un po’.
-Lo so… è bello essere anche con te, fratellone-, sorrisi.
Key scattò foto qui e là al panorama, mentre Jong si divertì a scattarle a tutti noi. Dopo poco però fummo costretti a seguire Rhee lungo il percorso e ammirammo così l’orologio ad acqua, che Kibum fotografò all’istante, le fontane che incontravamo, fino ad arrivare al lago delle papere.
-Jong, guarda!-, gridai indicando il lago e correndo verso il recinto.
Vidi subito una paperella pulirsi le piume sulla sponda, poco vicina a me e sentii Jonghyun arrivarmi dietro le spalle: -Ti ricordi quando la zia ci portava qui?-, domandò scattando una foto al lago.
-Sì… era così bello starsene seduti sotto gli alberi a fare picnic-, risposi con aria sognante.
Il tempietto che si sporgeva sul lago faceva capolino da dietro il ramo di un albero che mi copriva la visuale e c’erano barche sull’acqua, con coppiette e famiglie intente a remare.
-E tu ti ricordi quando davamo da mangiare ai cigni?-, domandai.
-Sì, anche se non ce ne sono più-, osservò Jong con un po’ d’amaro in bocca.
Rhee ci richiamò tutti e marciammo verso la galleria Borghese per immergerci in Caravaggio e restare in quel museo d’arte per ben due ore. Fui contenta di quella tappa, perché Caravaggio era uno dei mei artisti preferiti, così fui subito rapita dalla lezione di Rhee e dalle sue spiegazioni.
-Oppa… non è meraviglioso?-, sentii biascicare alle mie spalle. Ovviamente Krystal e il suo fido cagnolino Hyun Joong.
-Yha… lasciami sentire-, l’ammonì lui.
-Oppa… sei scortese-, si lamentò.
“Non deve essere cortese con una gatta morta come te”, commentai fra me e me. Mi ritrovai a stringere i pugni senza accorgermene e a cercare di seguire quanto più possibile la lezione, ma le voci e i mormorii alle mie spalle erano fastidiosi, perciò fui costretta ad avvicinarmi di più per sentire.
Li lasciai commentare dietro e fui felice di ritrovarmi accanto Minho e Onew.
 
Le due ore volarono e alle sette e mezza fummo nell’hotel, pronti per la prima serata in giro per Roma. I professori si fidarono di noi, ma ci diedero l’orario fino alle undici e mezza, poi tutti sarebbero dovuti rientrare.
Entrai nella mia stanza contenta che Hyun Joong non fosse ancora salito e preparai una maglia carina da sera, un giacchetto pesante se avesse fatto freddo e un paio di jeans. Che scarpe avrei indossato però? Non lo sapevo, ma avevo un’ora di tempo per decidermi, così entrai nel bagno, facendomi una veloce doccia e quando fui pronta m’infilai i vestiti che avevo scelto. Fortunatamente Hyun Joong entrò non appena mi fui infilata la maglia e seduta sul letto.
-Oh, sei già arrivata-, disse gettando di fretta lo zaino sul letto, preparandosi una camicia e un pantalone.
Non risposi e guardai nella mia borsa cercando un paio di scarpe comode, ma allo stesso tempo elegantemente semplici. C’erano un paio di scarpe da ginnastica, uno con i tacchi che ovviamente non avrei messo per amore del mio osso del collo, delle ciabatte e altre scarpe con tacchi più bassi in una busta. Niente di comodo.
Hyun Joong prese ciò che gli serviva e si precipitò nella doccia, troppo di fretta per poter pensare di infastidirmi. Fui grata alla mia buona stella per quel momento di pace e mentre continuavo a cercare nelle due valige, trovai ciò che cercavo: le ballerine bianche che Kibum mi aveva regalato durante la vacanza al mare.
M’inginocchiai di fronte alla valigia e le presi in mano, osservandole: non erano per niente rovinate e ancora perfettamente bianche, con il fiocchetto di lato che luccicava.
 
-Ti piacciono queste scarpe?-.
-Sono carine! Semplici, comode… si, sono nel mio genere. Perché me lo chiedi?-, domandai.
-Ti va di provarle?-.
Mi sedetti sul divanetto e mi tolsi le scarpe da ginnastica che portavo mentre la commessa portava a Kibum il numero giusto. Allungai le mani per prenderle, ma Key m’ignorò e chinandosi m’infilò una scarpa.
-Come la senti?-, chiese sorridendo.
-E’ morbida!-, dissi guardandola.
-Allora le prendiamo-, annunciò.
 
“Grazie, Kibum. Grazie di cuore per tutto ciò che hai fatto per me. Ti vorrò per sempre bene e cercherò di dimenticare…”, sorrisi stringendole fra le mani come se fosse oro e Hyun Joong uscì dal bagno in accappatoio, sfregandosi i capelli con l’asciugamano.
-Perché guardi quel paio di scarpe, imbambolata?-, domandò con un sopracciglio alzato.
Ignorai la domanda che era arrivata come un eco e, non smettendo di sorridere, le infilai. Le guardai poi ai miei piedi, gongolandomi seduta sul letto. A quel punto Hyun Joong si spazientì e, con ancora l’accappatoio, s’infilò i pantaloni. Con mia grande fortuna non vidi nulla perché troppo presa a pensare alla meravigliosa vacanza con Kibum, ma sentii solo i suoi spostamenti.
-Allora? Si può sapere che hai? Di solito parli a manetta o urli, ma oggi sei strana-, commentò acidamente, togliendosi l’accappatoio e rimanendo a petto nudo.
-Cosa ne puoi sapere tu di me?-, domandai alzando gli occhi verso di lui, incontrando i suoi. Sorrisi per la non reazione che ebbi di fronte al suo corpo.
Hyun Joong sostenne il mio sguardo, ma poi chiese di nuovo: -Perché le guardi così?-. Sembrava gli desse piuttosto fastidio.
-E’… un regalo di un amico. Un amico speciale…-, risposi semplicemente scrollando le spalle e lo vidi irrigidirsi.
-Qualche problema, Joong?-, domandai squadrandolo.
-No-, rispose secco e s’infilò una camicia.
Prese le sue ultime cose come il portafogli, le chiavi della stanza e una giacca e uscì sbattendo la porta. Mi affacciai stupita, ma poi scrollai le spalle e finii di prepararmi, stirandomi i capelli. Infilai un fiocco fra di essi e misi un filo di trucco come al solito.
Appena pronta, presi le mie cose e scesi nella hall per aspettare gli altri arrivare. Il tempo volò velocemente ed uno ad uno gli SHINee scesero, raggiungendomi e con Sara e Federica.
 Prima di andare Rhee ci raccomandò di essere uniti e di non perderci durante il dopo cena, ma soprattutto di non esagerare nel bere, così ci avviammo verso un pub carino e non troppo caro.
Il locale era nei pressi del Colosseo e quando fummo davanti al pub, infatti, leggemmo tutti “Colosseo pub”. Eravamo elettrizzati all’idea di essere così lontani da casa, eppure eravamo anche tutti spaventati pensando che avremmo avuto tempo libero in una città tanto grande, ma per il momento non c’era da preoccuparsi.
Entrammo nel locale e trovammo fortunatamente posto per tutti, data la precedente prenotazione, e ci accomodammo. In meno di cinque minuti prendemmo l’ordinazione e aspettammo che i piatti arrivassero.
Ero capitata vicino a Feffe, la quale aveva a sua volta accanto Sara, e a Onew; di fronte a me c’erano Jong, Key, Taemin e Minho. Hyun Joong era a capotavola, con al seguito i SS501. Young Saeng e Hyung Jun mi salutarono, e stranamente anche Jung Min lo fece, mentre Kyu Jong parlava con Hyun Joong, il quale m’ignorava per chissà quale oscura ragione.
“Chissà perché si è innervosito prima…”, pensai guardandolo da lontano per poi distogliere lo sguardo.
Mi guardai intorno, pensando che il posto non era poi tanto formale e ne fui felice: c’erano tanti ragazzi del posto e tanta altra gente straniera come noi. Per me e Jong era strano ritrovarci tra persone di cui capivamo la lingua e sapevamo rispondere, nonostante fossimo cresciuti entrambi in Corea, ma nonostante tutto ci faceva piacere, perché potevamo metterci alla prova sul fronte di un viaggio da soli.
Un gruppo di ragazzi italiani non faceva altro che ridere e scherzare, tanto che anche noi ci meravigliammo: essendo due classi, dovevamo essere quelli più rumorosi, ma a quanto pareva bastavano quei dieci ragazzi. Tra di loro c’era una coppia di ragazzi, i quali sembrava i più chiassosi di tutti. Lei portava i capelli corti e ricci, mentre il ragazzo era secco, anche più di Taemin, e molto alto. Aveva due orecchie leggermente a sventola che mi fecero sorridere, mentre li osservavo.
-Dai amore! Prestami cinque euro! Poi te li ridò!-, strillò lei divertita d’infastidire il proprio ragazzo con quella lagna che durava almeno da quando eravamo entrati.
-Ancora? T’ho detto de no! Fatteli prestà dall’amici tua-, rispose il ragazzo con un forte accento romano.
-David, eddai…-, continuò lei, ma il ragazzo non rispose guardando ormai rassegnato una ragazza, amica della fidanzata, di fronte a lui.
-Ce la mandi tu o ce lamando io?-, domandò il ragazzo.
-E dai, amo’!-, strillò la riccia, scuotendolo.
-Aho! Te mantengo più io che tu’ padre! Non so’ un sacco de patate, né ‘na banca, smettila! Ti ho detto no! La conosci la parola NO!?-.
Assistendo alla scena cercai di trattenere una risata, facendo spostare gli sguardi di tutti gli SHINee incuriositi su di me.
-Perché ridi?-, domandò Kibum.
-Nulla, ascoltavo le conversazioni di quel gruppo lì in fondo-, risposi indicandoli.
Jong sorrise e notò subito la coppia che avevo ascoltato fino ad allora: -Oh… capisco. Poverino quel ragazzo… mi fa tanta pena-, commentò.
-Già-, dissi ridendo.
Gli altri aspettarono spiegazioni, che non arrivavano, così Onew chiese: -Ma di cosa stanno parlando? Mi sembrano molto nervosi-.
-No, non lo sono Onew! –risi- stanno solo discutendo su chi deve pagare la cena. Il ragazzo non vuole prestare i soldi alla ragazza, così lei si è messa a lagnarsi. Che carini…-, dissi reggendomi la pancia dalle risate.
-Non sono carini! Lei è davvero odiosa! Mi domando come faccia a sopportarla quel povero ragazzo!-, esclamò Jong inorridendo.
-Sopporta, proprio come io sopporto te-, intervenne Federica tranquillamente, al che Jong mise il broncio.
-Dai, fratellone, Feffe scherzava-, dissi scompigliandogli i capelli, allungando un braccio sulla tavola.
I piatti che avevamo ordinato, a base di patatine fritte e panini, arrivarono e con piacere mangiammo tutto. I ragazzi cominciarono anche a bere e sorprendentemente scoprii un Key molto propenso a cedere ai piaceri del dio Bacco. Jong e Taemin lo seguirono, buttando giù due birre, mentre Onew e Minho si limitarono.
Cominciai a bere anch’io dopo la prima birra di Jong e più bevevamo, più ne chiedevamo ancora, sotto gli occhi di tutti i nostri compagni. Ma quando noi scapestrati chiedemmo la terza birra, Onew e Minho cominciarono a preoccuparsi insieme a Feffe e Sara. Il mio angelo biondo era completamente andato e mio fratello… beh, non era da meno. Ma io? Non avevo mai bevuto così tanto vita mia e gli altri non capivano, proprio come me, perché avessi cominciato. Però in quel momento non pensai a nient’altro che a quelle bottiglie che avevo davanti. Era come se chiamassero e dicessero “vieni, con noi sparirà ogni pensiero”.
-Basta, ragazzi. Finirete per prendermi una brutta sbronza-, sentii Feffe, ma già cominciavo a sentire gli effetti dell’alcol non capendo bene ciò che diceva.
-Smettetela!-, intervenne Onew, ma era troppo tardi le terze birre erano arrivate ed erano le più forti che avevano nel pub, seguite da dei cocktail che Jong ordinò subito dopo.
Fortunatamente non eravamo gli unici ad essere già mezzi ubriachi, per cui non mi preoccupai più di tanto e per la prima volta presi a bere come mio fratello e forse anche di più, ubriacandomi e non capendo più niente.
Alla fine della terza birra ero ormai andata a farmi benedire. Bevvi l’ultimo sorso e vidi tutto appannato, incosciente di ciò che facevo e dicevo.
 
*°*°*°*
Dopo essermi ingelosito per l’ennesima volta a causa di Kibum, ero uscito dalla stanza, prima di poter commettere qualche stupidaggine, per andare nella hall ad aspettare gli altri.
Quando arrivarono, Jung Min, come temevo, aveva già raccontato ai quattro venti a proposito dei miei sentimenti e ormai tutti i SS501 sapevano quello che provavo; con mio grande stupore però, Hyung Jun fu felice e mi dissi anche di essere contento come i restanti tre. Dai loro sorrisi dedussi che avevano aspettato con ansia quel momento in cui mi sarei deciso a dirlo apertamente e intuii anche che erano contenti finalmente di rivedere uno spiraglio del vecchio me, sorridente, allegro, e aperto, riaffiorare.
Mi accorsi che quello che mi aveva punzecchiato più di tutti, cioè Jung Min, che dall’alto dei suoi capelli a caschetto ramati e da dietro la sua lunga frangia che gli copriva la fronte, aveva un sorriso che gli faceva il giro della faccia ed era il più felice. Quel Jung Min così felice e solare mi era mancato e in quegli attimi mi pentii molto di non essergli stato accanto, perché troppo preso dai miei pensieri, quando i suoi problemi di cuore lo avevano fatto star male e capii anche che il suo irritarmi ogni volta che ne aveva l’occasione, era modo per starmi accanto e farmi dire la verità. Sorrisi guardandolo parlare con gli altri e poi distolsi lo sguardo.
Quando tutti gli studenti si furono radunati, Rhee ci diede delle specifiche e intrasgredibili regole a cui far fronte per il resto della serata, poi ci lasciò liberi, indicandoci un locale non troppo caro in cui tutti gli studenti si diressero.
Appena arrivati, notai subito l’ambiente rustico e di calore familiare: era piccolo come posto, ma c’erano abbastanza tavoli da ospitare ognuno di noi; all’inizio c’era un bancone “cassa e aperitivi”, mentre subito dopo, separata da due colonne, una sala si apriva con già dei clienti. Su una parete di questa sala, c’era dipinto un bell’affresco di una cascata e un castello; sembrava uscire da un libro di fiabe, così come un finto tronco d’albero era attaccato al muro e fra i suoi rami dei piccoli folletti in ceramica facevano capolino.
Sorrisi fra me osservandolo e trovammo posto alla fine del grande tavolo che un cameriere alla mano e simpatico.
Ordinammo un menù ciascuno e parlammo del più e del meno, scherzando su cosa avremmo fatto dopo la cena e su dove saremmo andati. Dopo circa mezz’ora cominciarono a servirci e cominciammo a mangiare. Gli altri bevvero qualche sorso di birra italiana, regolandosi, ma io non toccai una goccia d’alcool, memore della notte di capodanno in cui avevo fatto del male ad Ilaria.
-Possiamo farci un giro a Villa Borghese, dicono che di notte sia bella. Oppure possiamo andare a Castel Sant’Angelo, ho sentito che in questo periodo non si paga l’entrata di notte e poi è una tappa importante per il nostro viaggio. Se non altro… potremmo ammirare un bel panorama notturno, oltre che diurno-, propose Kyu Jong masticando attentamente un boccone.
-Già, Rhee ha detto che domani mattina ci sveglieranno per le undici, per farci abituare al fuso, ma la prima tappa sarà proprio Castel Sant’Angelo-, commentò Hyung Jun.
-Non so… voi che preferite? Secondo me sarebbe bello visitare anche qualcosa dal di fuori e farci un po’ di giri: possiamo andare a Piazza Venezia e da li camminare fino a Fontana di Trevi, o piazza Navona. Oppure possiamo farci un bel giro al Colosseo-, dissi scrollando le spalle e ingurgitando una patatina.
-Hai ingoiato la cartina della città, Hyun Joong?-, scherzò Young Saeng alzando gli occhi su di me.
-No, ma ho studiato più o meno i posti che ci sono qui intorno in aereo –dissi sorridendo alla battuta- e ho portato con me la cartina-, dissi.
-Facciamo come hai detto tu: andiamo a piazza Venezia e ci facciamo una passeggiata per il centro-, concordò Kyu Jong. Gli altri annuirono sul da farsi e continuammo a mangiare tranquillamente.
Appena mi ero seduto, avevo già individuato il posto d’Ilaria nella lunga tavolata, proprio di fronte a Kibum, ma avevo cercato di reprimere con tutta la mia forza la gelosia, ignorandola e concentrandomi sulla conversazione con i ragazzi, anche se ogni tanto gettavo lo sguardo su di lei. La vidi sorridere molte volte e ciò mi fece piacere, ancora di più quando per la prima volta la vidi ridere di cuore per qualcosa che comunque non avevo capito. Ero troppo lontano per riuscire a capire ciò che dicevano e il locale non aiutava, perché ormai stracolmo di gente.
“E’ bellissima quando ride… -pensai sorridendo, imbambolato a fissarla con l’ultimo pezzo del panino fra le mani- …se solo potessi farla sorridere anch’io così. Spero proprio che il regalo che ho comprato ti piacerà”.
-Allora, come hai intenzione di agire?-, domandò Saeng sorseggiando la birra.
-In che senso?-, domandai non capendo.
-Andiamo, Hyun Joong, dovrai pur avere un’idea sul come prenderla e trattarla, no? Sono mesi che gli sbavi dietro!-, rispose Jung Min con il suo solito tono irritante.
-S-si, in un certo senso ormai ce l’ho, ma…-, esitai. Quei quattro tutti insieme mi avrebbero fatto impazzire, ne ero certo.
-Ma… cosa? Non avevamo detto gentilezza e niente più litigi?-, domandò Kyu Jong.
-Gentilezza… litigi? TU LO SAPEVI PRIMA DI ME!?-, strillò Jung Min, tanto che dovetti accorrere per tappargli la bocca, altrimenti l’avrebbero saputo anche gli italiani che non conoscevano il coreano.
-Direi di si. Mi è piombato in casa come una furia, perché si è ingelosito di Saeng!-, si difese Kyu Jong.
-KYU!-, lo ammonii, scattando nella sua direzione, ancora con una mano ferma sula bocca di Jung Min.
-Quindi eri geloso di me? E perché?-, domandò curioso Young Saeng.
-E’ una storia lunga… -dissi con il tono di chi non ha voglia di parlare e poi mi rivolsi a Kyu Jong- vogliamo farlo sapere anche alla diretta interessata che ormai sono fuori dai binari, per quanto riguarda sbandate?-, domandai sarcastico, fulminandolo.
-Ti vergogni di ciò che provi, Hyun Joong?-, domandò Hyung Jun scrutandomi, mentre lasciavo andare Jung Min.
-No, è che…-, cominciai.
-Io vorrei sapere perché eri gelosi di me, adesso!-, commentò Young Saeng con gli occhi carichi di folle curiosità.
-C-ci stavo arrivando… datemi tempo-, continuai a farfugliare.
-Hyung! Non è giusto che tu me l’abbia detto dopo!-, si lamentò Jung Min.
Sospirai esasperato e mi passai una mano fra i capelli, scompigliandoli. Sorseggiai un po’ di birra, ignorandoli tutti e pensando a una qualche frase da mettere insieme per rispondere ad ognuno di loro.
-Seguirò il tuo consiglio Kyu, come già sto facendo, ma non mi riesce ancora molto bene di non stuzzicarla per farla arrabbiare, perciò mi servirà il vostro aiuto. Saeng, ero geloso di te perché ero “leggermente” fuori di testa –dissi fissandoli uno dopo l’altro e marcando il sarcasmo nella risposta a Young Saeng- Jun, sì, mi vergogno dei miei sentimenti perché non so ancora comportarmi come una persona normale quando lei è nei paraggi, anche se non dovrei e… Jung Min, te l’ho detto dopo perché ho pensato che confidarmi con Kyu Jong fosse più sicuro che con te. In fondo l’hai dimostrato, no? Oggi te l’ho detto e oggi lo sanno tutti: sei un pettegolo-, dissi scrollando le spalle, mentre lo prendevo in giro e gli altri ridevano.
-Yha… vuoi morire? Smettila di prendermi per il naso!-, domandò ironico, pronto per menarmi.
-Tu l’hai fatto molte volte con me!-, ribattei.
-Sì, ma io posso! Tu no!-, controbatté irritandomi a morte.
-YHA! Sono io il leader e per giunta il tuo Hyung!-, commentai alzando la voce.
-Joong…-, mi ammonì Kyu Jong lanciandomi un’occhiataccia fulminante. Adoravo quel ragazzo proprio perché sapeva fermarmi prima delle liti.
Tacqui subito e Hyung Jun s’intromise: -Va bene, fine del teatrino. Andiamo? Sono le dieci e si sta facendo tardi-.
Annuii concordando e ci alzammo, lasciando per primi il tavolo e andando a pagare alla cassa. Lanciai un’occhiata nella direzione di Ilaria e la vidi sorridere ancora insieme agli altri, ma questa volta vidi anche Onew ammonirli preoccupato e arrabbiato, spalleggiato da Federica e Minho.
“Non ho mai visto Onew così… -pensai pagando, senza smettere di guardarli- ora che la guardo meglio, sembra strana…”, continuai prendendo il resto.
-Bello addormentato, vieni o no?-, chiese Jung Min scherzando dalla porta e richiamandomi dai miei pensieri.
 
-Eh? Sì, arrivo-, dissi avviandomi all’uscita. Guardai Onew alle prese con Kibum e Jonghyun e li lasciai così, mentre si alzavano tutti. Non capii cosa stava succedendo, ma quella scena mi stava innervosendo e in più ci si metteva anche Jung Min a chiamarmi instancabilmente. Uscii all’aria aperta e trovai i SS501 ad aspettarmi.
-Prendi la cartina, Hyun Joong-, disse Kyu Jong.
-Mmh? Oh, si-, mormorai. Aprii lo zaino e ne estrassi la cartina, porgendola a Kyu, poi richiusi tutto e mi avvicinai una volta aperta.
-Dovremmo prendere un autobus-, dissi mostrandogli un altro foglio con i numeri e i giri che gli autobus del posto facevano.
-Già, sembra abbastanza lontano-, disse Young Saeng.
-Non molto. Dobbiamo fare tre fermate e poi saremo arrivati-, commentò Jun fiducioso e in quel momento sentimmo uscire Onew con al seguito gli altri. Ci voltammo e davanti ai nostri occhi trovammo il delirio.
-JONG, SMETTILA!-, sentii strillare Federica.
-Kibum, Taemin, dove diavolo state andando!? Tornate qui!-, continuò Minho urlando contro Kibum e  Taemin che stavano andando nella direzione opposta alla nostra.
-Dobbiamo seguirli, Minho!-, disse una ragazze dai tratti mandorlati come i nostri che individuai come la ragazza di Taemin.
Jonghyun ignorò tutti gli ammonimenti di Federica e gli stampò un bacio, da cui lei si stacco presto e con irritazione, perché immaginai carico di odore e sapore di alcool.
-Dovremmo aiutarli?-, domandò Kyu Jong perplesso con la cartina in mano.
-Direi di no, Onew se la caverà. Beh, andiamo. Si sta facendo sempre più tardi!-, rispose Jung Min preoccupato per l’ora.
Tutti gli altri tornarono a parlottare sul da farsi incamminandosi lungo la strada e io li seguii seppur un po’ preoccupato. Anche Ilaria sembrava ubriaca, perché non smetteva di ridere e continuava a buttarsi fra le braccia di Minho o di Onew, incapace di reggersi in piedi. Ciò m’infastidì non poco e l’irritazione di poco prima cominciava a trasformarsi in rabbia. Camminavo, ma con un orecchio ascoltavo i SS501 e con l’altro cercavo di mantenere il controllo sugli SHINee.
-HYUN JOONG!-, mi sentii richiamare da Onew alle mie spalle e mi girai insieme agli altri.
Lo guardai con un punto interrogativo sulla faccia e lui continuò: -Dammi una mano! Potresti farmi un favore?!-.
“Io? Una mano? E perché? La situazione non ti sta ASSOLUTAMENTE sfuggendo dalle le mani”, dissi ironico fra me.
-Aspettatemi qui-, dissi a Jun, bianco e preoccupato per aver visto Ilaria in quelle condizioni.
-Che c’è?-, chiesi fingendomi indifferente una volta di fronte a Onew.
-Mi sembra palese la cosa, tu non credi?-, chiese Federica ironica acidità. La incenerii con gli occhi, montando la rabbia: -Tu…-.
-Smettila, Hyun Joong. Devi farmi un favore, te ne prego-, mi ammonì Onew, tenendo gli occhi puntati su Minho e Sara, che avevano raggiunto Kibum e Taemin e cercavano di riportarli indietro.
-Di che si tratta?-, lo guardai e Ilaria mi cadde in braccio ridendo. L’afferrai al volo e la ressi forte, guardandola negli occhi: -Tu chi se… ich?-, domandò.
Sospirai e guardai Onew, il quale chiese: -Potresti portarla in hotel senza farti scoprire?-.
-RAZZA D’IDIOTA, FINISCILA!-, sbraitò Federica allontanando Jong con un spintone.
La guardai stupito, perché non l’avevo mai vista così furiosa prima d’allora e poi tornai a Onew: -Perché? Non potete pensarci voi?-.
-Si da il caso che abbiamo altri tre cretini da riportare in hotel e una mano da te farebbe comodo! Perciò muovi il tuo fondo schiena e fai qualcosa!-, strillò Federica nella mia direzione.
-Perché devo rovinarmi la serata!?-, gridai, facendo uscire tutto il mio lato egoistico.
-Non voglio andare con lui, ICH!-, disse Ilaria barcollando e indicandomi, mentre guardava Onew.
-Hyun Joong, per favore… –mi supplicò Onew e vidi Jong dirigersi nella direzione degli altri quattro, mentre Federica riprendeva a gridargli dietro- …mi fido di te. Prenditi cura di lei…-.
Fissai Onew intensamente per un attimo e provai pena per lui; poi guardai gli altri SS501 che nel contempo stavano aspettando e tornai a Onew, sospirando: -Va bene-, annuii e strattonai Ilaria per un braccio.
In fondo poteva rivelarsi una prova che il destino mi presentava, perciò dovevo accettare la sfida.
 
Dopo aver lasciato Onew in balia dei suoi amici, tornai dai miei e li lasciai andare in giro da soli, lasciando loro la cartina. Hyung Jun fu restio a lasciarmi andare da solo con Ilaria, ma poi, dopo aver notato la mia decisione e la mia risolutezza nel riportarla al sicuro, si tranquillizzò e mi lasciò andare, godendosi la serata.
La mia prima notte a Roma era stata ormai rovinata e, dopo aver preso un autobus fino a piazza di Spagna, dovetti percorrere la strada a piedi non senza problemi: Ilaria continuava a delirare, facendomi disperare, perché camminava più svelta di me, non volendo tornare a casa senza prima aver visto Jonghyun; non contando il fatto che invece di parlare, strillava come un’aquila.
Percorrendo le strade del centro tutti ci guardavano male e non potevo fare a meno di riprenderla e ammonirla, pensando a come sarei potuto entrare di soppiatto nell’hotel.
-Yha… riesci a reggerti in piedi senza barcollare?-, domandai acido ad un certo punto.
La vidi allontanarsi troppo senza rispondermi e la rincorsi per le vie, fin quando la raggiunsi. Ormai non eravamo molto lontani dall’hotel, per cui mi presi la libertà di strattonarla con forza e farla avvicinare a me.
-Tu non sei mio fratello! LASCIAMI!-, strillò dimenandosi.
-Vuoi stare zitta e finirla di urlare!? Se continui così ci rinchiudono in galera e gettano vai la chiave!-, gradai furibondo.
-Lasciami!-, continuò.
-YHA! -gridai e le chiusi il passaggio contro il muro della strada, avvicinandomi al suo viso per vederla meglio- piantala di gridare! Te l’ho già detto che odio le persone petulanti che sbraitano senza un motivo e tu stai seriamente mettendo alla prova la mia pazienza, chiaro!?-, chiesi a denti stretti. Ebbi quasi un flash-back in ascensore.
-Lasciami-, non demorse, continuando a denti più stretti dei miei. Era ubriaca, ma in quanto testardaggine non la batteva nessuno!
La guardai in viso e sentii i miei battiti accelerare improvvisamente. Fissai le sue labbra, fine anche se terribilmente invitanti, e sentii l’impulso di posare le mie sulle sue.
-Yha… allontanati. Non mi piace esserti così vicina, mi fai sentire in soggezione…-, disse poggiando una mano sul mio petto, nel tentativo di spostarmi. La pelle di un suo polpastrello sfiorò la mia nell’unico punto in cui il colletto della camicia era aperto ed ebbi un fremito. Istintivamente mi chinai di più per poterla baciare, ma mi ritrassi nel vederla arrossire sempre di più.Scossi la testa e mi ricomposi: non potevo approfittaermi de lei. La presi per un polso e la trascinai di corsa fino all’entrata dell’hotel.
Davanti alla porta le sussurrai nell’orecchio: -Non fiatare-, ed entrai, prendendola per mano.
-Buonasera-, sorrise l’uomo da dietro la reception.
-Buonasera…-, sorrisi nascondendo il nervosismo e l’oltrepassai di filato.
-Hyun Joong, dove mi porti?-, domandò Ilaria.
-Stai zitta!-, l’ammonii sotto voce chiamando l’ascensore.
Con grande sollievo, l’ascensore arrivò subito e dentro non c’era nessuno. Salii al nostro piano e senza lasciarle la sua mano la portai fino alla camera. Cercai la chiave, aprii la porta ed entrai.
-Siamo salvi…-, esclamai con un sorriso non appena fummo dentro. Sospirai contento di essere in stanza e socchiusi gli occhi.
Avevo ancora la mia mano intrecciata alla sua, ma non me n’ero nemmeno accorto, fin quando non la sentii aprirmi un dito alla volta per poterla lasciare e riaprii lentamente gli occhi incuriosito. Tutto il bello di quella situazione era l’esilarante modo in cui si stava concentrando per farmi mollare la presa e più s’impegnava, più aumentavo la stretta.
-HYUN JOONG! –sbraitò innervosita- LASCIAMI!-.
Scoppiai a ridere e la lasciai andare, guardandola imbronciarsi e andarsi a sedere sul suo letto a braccia conserte come una bambina.
“Sei davvero bella quando ti arrabbi”, pensai guardandola con un sorriso.
-Non è divertente…ich-, commentò.
-Oh, no… hai ragione. Sarebbe più divertente se tu fossi sobria! Dovresti vedere la tua faccia!-, continuai a ridere.
Ilaria tenne il broncio per un po’, fissando il vuoto come se ce l’avesse col mondo, poi mi guardò dimenticando tutto e sorrise: -Ho sonno…ich-.
-Beh, allora vai a dormire-, dissi distrattamente appoggiandomi con la schiena alla porta.
-Va bene…-.
Si alzò, cercando a fatica il suo pigiama nella borsa e lo trovò. La vidi barcollare all’indietro e mi avvicinai a lei di corsa, afferrandola appena in tempo da dietro i fianchi: -Grazie…-, mi sorrise e io non potei fare a meno di sorridere come un ebete a mia volta, ammaliato.  La sua vicinanza stava provocando gravi problemi di connessione al mio cervello.
Mi allontanai da lei, lascaindola andare, ma fui costretto a riafferrargli i polsi non appena la vidi prendere i lembi della sua maglia per alzarla fino al ventre: -CHE STAI FACENDO!?-.
Il suo profumo di vaniglia arrivò fino al mio naso e sentii di nuovo i battiti accelerare. Essere troppo vicini in quella stanza mi stava facendo sudare freddo per mantenere i miei ormoni al loro posto. In quelle condizioni chiunque altro avrebbe approfittato di lei, ma io non lo stavo facendo, contrariamente ad ogni mia aspettativa comportamentale; anzi, la stavo proteggendo da me stesso.
-Mi sto mettendo… ich… pigiama-, rispose perplessa, puntando i suoi occhi color cioccolato nei miei.
La fissai per un minuto, cercando di reprimere ogni istinto di saltarle addosso perchè i suoi occhi languidi a causa dell’alcol mi stavano facendo impazzire. Con le mani feci pressione sui suoi polsi per rimettergli a posto la maglia.
-Fallo, ma quando non ci sono, oppure vai in bagno-, commentai girandomi frettolosamente. Strinsi i pugni e chiusi gli occhi, contraendo i denti e sentii il mio cuore galoppare impazzito.
“Ti prego non mettertici anche tu…”, pensai portandomi una mano al petto. Sembrava volesse uscire per quando battesse forte. Ero in preda ad un infarto?
Le lasciai un po’ di tempo in cui la sentii sedersi di nuovo sul letto, ma poi nessun altro spostamento.
-Hai finito?-, chiesi impaziente di aspettare.
Non mi rispose e domandai di nuovo: -Hai finito? Perché non mi rispondi!?-.
Non mi rispose ancora, ma non potevo non sapere, così anche se preoccupato e in colpa per ciò che forse avrei visto, sbirciai girando leggermente la testa.
Senza sorprendermi, bensì preoccupandomi per la sua espressione assorta nel vuoto, la trovai ancora seduta sul letto. Mi girai e la fissai come se studiando il suo volto, avrei potuto leggergli i pensieri.
-Ti amo, Hyun Joong...-, disse continuando a guardare davanti a lei.
-Come?-, domandai sgranando gli occhi per poi scuotere la testa freneticamente.
“Sogno o son desto? L’ha detto veramente, non me lo sono immagianto!”, pensai precipitandomi a mettermi in ginocchio di fronte a lei. Se l'alcol faceva dire la verità alla gente, allora quella era la mia sera fortunata.
-Ripeti...-, dissi sorridendo per la felicità improvvisa. A quelle parole il mio cuore sarebbe potuto schizzare via dal petto in un secondo.
Ilaria mi guardò e sorrise stupidamente incontrando i miei occhi: -Ti amo... –ripeté- ma… tu sei troppo stupido per accorgerti di quello che hai di fronte. Preferisci andare dietro alle ragazze come Krystal. Sai... volevo davvero dimenticarti e seguire i consigli di Kibum, ma a quanto pare non mi riesc... ich.. bene-, continuò scrollando la nuca, per poi cadermi sulla spalla come un sacco di patate.
La presi fra le braccia, tirandola in piedi con me e l’abbracciai, sicuro che poi non avrebbe comunque ricordato nulla. La strinsi a me e la felicità mi avvolse, mentre sorridevo da solo nella fioca luce che la piccola abatjour sul comodino emanava.
Odorai a lungo il suo profumo e non potei fare a meno di chiudere gli occhi per godere di quel momento che in altre situazioni mi sarebbe sembrato troppo smielato e romantico, ma che mi stava facendo sentire di nuovo vivo.
La presi in braccio quando mi accorsi che le gambe le cedevano per il sonno e notai che si fosse addormentata. Ancora una volta, quando la guardai in viso, la vicinanza mi fece rabbrividire e avere l’irrefrenabile tentazione di sfiorare le sue labbra con le mie, ma resistetti; mi accontentai si accarezzarle dolcemente una guancia con una mano e di adagiarla nel letto.
Le rimboccai le coperte e dopodiché presi una sedia per sedermi accanto a lei. Era bello osservarla dormire così, nel silenzio e nella tranquillità della notte, e mi domandai seriamente se un giorno all’altro l’avrei guardata così dolcemente da un’altra prospettiva.
Le presi una mano e l’accarezzai, disegnando piccoli cerchi distrattamente, mentre la guardavo dormire profondamente. Le baciai il dorso delicatamente e diedi una rapida occhiata all’orologio: era mezzanotte e probabilmente tutti gli studenti stavano rientrando in albergo.
In fondo quella serata non era poi andata tanto male per noi, o almeno per me. Eravamo riusciti a raddrizzarla e a conferirgli una nuova magia di cui non mi sarei stancato facilmente per tutto il tempo che saremmo rimasti in Italia.
Tornai a guardarla e posai la testa sulla mie braccia conserte, poggiate sul letto. Rimasi così per un bel po’, fin quando i miei occhi, stanchi e imploranti di chiudersi, cedettero.
Quella sera, nonostante tutto, non avevo pensato a nulla se non a lei. Niente: né la mia famiglia, né i miei amici, né tanto meno a mio padre che avrei rivisto senz’altro entro poco tempo. Eravamo solo io e lei. Due persone, ma in quel momento una cosa sola.
“Saranghae…”, pensai abbandonandomi alle braccia di Morfeo.
 
***
Mi svegliai con un tremendo mal di testa a causa della serata precedente. Mi ero ubriacata, era chiaro, ma non ricordavo quasi nulla. Ricordavo di Hyun Joong che mi adagiava sul letto, di Hyun Joong che mi prendeva in giro, di Onew che chiedeva a Hyun Joong di riaccompagnarmi in albergo il prima possibile e di prendersi cura di me. Nulla di più. Il resto della mia memoria era offuscata e torbida.
Restai per un po’ con gli occhi chiusi, per non aggravare il mio stato appena sveglia, poi cercai di aprirli lentamente, poiché sentivo le palpebre pesanti. Fissai il soffitto prima di decidermi e mettermi a sedere sul letto.
-Aigoo... che tremendo mal di testa...-, mi lamentai assonnata.
Mi tirai su con la schiena e feci forza sul letto con le braccia per arrivare a poggiarmi con la schiena sulla sponda; con gli occhi ancora mezzi chiusi, sfiorai accidentalmente qualcosa di morbido e caldo. Spostai poco la nuca e trovai Hyun Joong che dormiva con le braccia conserte appoggiate sul letto, accanto a me. Dormiva placidamente:  il suo petto si contraeva e si rilassava nel respirare cautamente nel sonno, mentre i suoi occhi grandi e mandorlati erano ben serrati. Sembrava un tenero bambino che aspettava solo di essere portato nel proprio letto, per dormire ancora meglio di ciò che stava facendo.
“Chissà che cos’è successo ieri sera…”, pensai.
Per me quella figura dolce e tranquilla rappresentava molte sofferenze, discussioni e litigi, ma al contempo impersonava anche l’angelo che avrei voluto al mio fianco. L’angelo nero che avevo conosciuto e che mi aveva strappato il cuore senza pietà, facendolo interamente suo. L’angelo che amavo con tutta me stessa.
"Se solo tu fossi così tutto il giorno, Hyun Joong... ti amerei più di quanto ti amo ora...", pensai guardandolo e le mie labbra si curvarono  in un sorriso.
Allungai una mano verso il suo viso, spostandogli la frangia dalla fronte. Il viso roseo e paffuto era tremendamente tenero, ed ebbi l’irrefrenabile voglia di accarezzargli i capelli come se fosse mio, ma… sapevo che non potevo, che non avrei mai potuto, perché per lui ero solo un oggetto con cui giocare fin quando non gli sarei più servita. Sapevo anche che in quel momento non avrei dovuto intenerirmi, lasciando che il mio cuore si sentisse felice di vederlo vicino a me, e che quando si sfosse svegliato avrei dovuto combattere con me stessa pur di non pensare a quegli istanti, ma non riuscivo a staccargli gli occhi da dosso. Sentivo che qualcosa era successo la notte prima, ma proprio non riuscivo a ricordami niente, se non qualche flash prima della sbronza.
Lentamente vidi i suoi occhi crucciarsi e il suo viso incupirsi, fino a far comparire una piccola ruga fra gli occhi infastiditi da qualcosa che era nei limiti della mia comprensione.
"Fai brutti sogni, Hyun Joong?", mi domandai inclinando la testa di lato e guardandolo dolcemente.
Conoscevo bene quegli occhi turbati, spesso li avevo visti così a causa mia, ma qualcosa mi diceva che in quel momento la causa di quel turbamento non ero io.
Allungai di nuovo la mano verso di lui, lentamente, e con la punta dell’indice toccai quella piccola ruga fra i suoi occhi. Lo vidi rilassarsi e riassumere l’espressione pacifica precedente a poco a poco.
“Così va meglio…”, pensai sorridendo, mentre ritraevo la mano.
-Mmh…-, mugolò nel sonno e credetti che si stesse svegliando, perché si mosse e contrasse il viso in un mezzo sorriso, ma non fu così. Lo sentii sospirare sonoramente e poi ricadere nel sonno, come se non fosse successo nulla.
“Hai il sonno pesante, eh? Va bene. Dormi ancora un po’. Non so perché ma penso che tu ti sia meritato un po’ di riposo”, senza far rumore sgusciai fuori dal letto.



{Spazio Alue! :D}
Maaaaaa Ciao a tutti!!!! :D Scusate il ritardo (per tutti quelli che mi hanno chiesto con INSISTENZA di pubblicare XD), ma sono perfettamente in orario u.u Ebbene: ABBIAMO PARTORITOOO!!! YEEE! *^* Non viene anche a voi da piangere!? GNAHA *^* Sì, lo so u.u siamo solo a metà dell'opera per questi due, ma non temete finiranno presto le preghiere per farli mettere insieme (e sarà piuttosto divertente, fidatevi di me *Facepalm*). Un pollice in su per la protagonista che, anche se inconsciamente, ha rivelato il suo amore! YUHUUU! E che altro? Eh, niente, ci rivediamo venerdì prossimo con un nuovo capitolo e, MI RACCOMANDO, lasciate un PICCOLISSIMO, ma PICCOLO, eh, commentino xD
Grazie per aver letto! ^.^
Un bacio a tutti! 

 
  
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